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Estetica e Liturgia Bonaccorso Giorgio 2012-2013

Lez I 3 ottobre, 2012


Estetica e sensibilit, poi faremo attraverso la bellezza, larte, pi alto.
Ci fornisce una dispensa, che sar il suo libro. Un txt che ci consiglia Tatarkiewicz ha fatto una storia della estetica, le sei
idee, tra cui la bellezza, molto lucido, non complicato. Amoroso, per una estetica della bibbia. Recentemente Gradamer,
epistemologo, ed. Feltrinelli verit bellezza bont, educare alle virt nel XXI secolo. Zangli, la metafisica della bellezza.
Si data molta importanza al vero e al bene, trascurando il bello, per esempio nei seminari dogmatica e morale.
Noi tratteremo anche della bellezza, ma gli artisti non vogliono pi parlare di bellezza. La giustificazione ultima di
questo corso: tesi la rivelazione su cui si basa la fede, e quindi la teologia, basata su una via estetica e non etica
o noetica. La rivelazione ha una struttura storica, sono eventi della storia della salvezza, quello che la rivelazione fa
percepire: Es 3,14 il roveto ardente, Gv 1,14 Dio si fatto carne, la rivelazione ha dimensione storica. La fede che si
poggia sulla rivelazione si acquisisce attraverso una via estetica, il rito si lega allarte, entrambe azioni.
a) La rivelazione storia.
b) La fede da estetica (che sensibilit ed azione)
c) Rito da arte
Cercheremo di mostrare che nellestetica gioca la bellezza, che sono legate con sensibilit ed azione, la tesi di Giorgio
(15 min) che se cos sono vie per la rivelazione. Vedremo arte architettura e teatro.
Per aprire la nostra questione in modo problematico, e non solo assertorio prendiamo alcune indicazioni ecclesiali,
vediamo soprattutto del CVII:
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GS 62 Parlando di cultura umana e insegnamento cristiano, le arti esprimono luomo, e il suo desiderio di
illustrare bisogni, miserie capacit, per elevare la vita umana. Il concilio parla di arte nel contesto del
rapporto della fede cultura, che implica necessariamente il passaggio attraverso larte, e si pensa allarte
come componente costitutiva delluomo, non solo espressione dellessere umano, ma costruzione da
parte dellessere umano, larte costruisce la cultura, non solo espressione della cultura, ha valore
costitutivo, un modo di accedere alla realt insostituibile. Quindi senza arte non ci pu essere rivelazione
(22 min) perch Dio si fatto uomo.

Inter vivifica 6 sui mezzi di comunicazione, nel rapporto fede mezzi di comunicazione. Solo lordine morale
superiore, perch pone nellorizzonte delluomo verso la perfezione, qui c il problema della
gerarchizzazione dei trascendentali, il primato delletica su qualsiasi altra virt o trascendentale.
Lestetica un gioco linguistico che ha la sua giustificazione indipendentemente da altri giochi linguistici
(Wittgenstein), non possiamo giudicare eticamente unopera darte, in particolare importante il ruolo del
pathos delle emozioni nelletica. Larte pu essere edificazione del bene e del vero (catartica) o
distruzione, comunque una via fondamentale. Il primato di Dio salvato pi dalla via estetica che
dalla via etica. La chiesa non ha mai avuto uno stile artistico fissato, ma il problema stabilire i criteri estetici,
ad es. se vediamo la maddalena come cambia la sua rappresentazione nella storia, alcune sono apprezzate
altre meno condivise, perch nude, decidiamo cos cosa pu e non pu entrare in chiesa.

Nel breviario non entrano n ammazzamenti n sessualit, ma questo perdere la relazione con Dio, credere che Dio
non rientra nei nostri schemi, perdere che la rivelazione storica. Dio non riducibile allidea di Dio, esce dallo
schema, vedremo, come il bello non rientra nellidea di bellezza.
Il nostro percorso: una prima parte estetica e rito in generale, esaminando alcuni atteggiamenti di fondo, vedremo alcuni
tipi. Poi alcune forme artistiche architettura e teatro.
La prima parte vuole con statere che il problema che incrociamo la questione della bellezza, vedremo come arrivare alla
questione e arriveremo alleccedenza e allillusione.
Leccedenza, vedremo che la bellezza ha un primo tipo che al di l della percezione e dellazione, quindi un oltre alla
bellezza, lo vedremo in una parte del mondo greco. Poi la bellezza nella sensibilit e nellazione, nel mondo biblico, poi
vedremo le opere pi recenti: qui la sensibilit e lazione come bellezza (40 min). la tesi prevalente che la sensibilit
e lazione al di la della bellezza, la tesi attuale, la bellezza al di l dellestetica. Secondo punto vedremo.
[4] la liturgia stessa in quanto rito pu essere definita come un arte che coinvolge le arti, il rito infatti, la relazione
estetica al sacro, il rito nella tradizione cristiana [5] vincolato allarte che come il rito coniuga sensibilit e azione.
Larte relazione relazione estetica al bello nel senso che eccede il quotidiano attraverso i sensi. Larte interconnette
vari fattori autore, esecutore, estimatorio, materia e forma quindi illusione
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LA BELLEZZA OLTRE LA SENSIBILIT E LAZIONE


Nel mondo greco ed ellenico, la paideia greca mette al centro la bellezza, la bellezza cosmica, vista ovunque pankalia.
interessante che alle origini la bellezza e larte sono intese in un modo molto prossimo al rito, non c la firma,
lopera darte non pensata come di tizio o caio, ma come espressiva dellintera cultura, quindi limportante non
la creativit, ma la canonicit. Il canone fondamentale perch nascono nei riti, limportante rispettare il canone. Il
mondo greco ha anche dei meriti perch introduce una nozione nuova, introduce lapporto specifico dellautore,
responsabile della firma.
Altro fatto decisivo, nella grandi teorizzazioni quelle che hanno avuto pi influsso nelloccidente, lapproccio tra
bellezza e sensibilit lipotesi platonica, molto complessa, assolutamente complessa. Lidea che c un eros che
tendenza verso il bello, ma un cammino secondo una scala. Questidea ha influenzato molto la nostra cultura. Le
bellezze di questo mondo in direzione della unica bellezza attraverso dei gradini, dallazione e percezione, alla
bella scienza, e la scienza della bella bellezza e in fine, la bellezza in s. (50 min) abbiamo letto il simposio, che dice
che la bellezza assoluta la bellezza in s, un atto mentale non percepita dai sensi, ma dal nous. La bellezza in s
leidos lidea del bello, da qui lidea di Dio, il modello che la vicinanza massima a Dio sarebbe lidea di Dio. La
bellezza sarebbe solo un operazione della mente, sarebbe laspetto non sensibile delluomo. Cos larte imita la natura,
la natura lidea di Dio, e quindi larte allultimo gradino.
[6-7] la bellezza ideale supera quanto esperito dai sensi, perci la bellezza oltre la sensibilit. Larte vincolata pi alla
fisicit del lavoro artigianle che alla sensibilit e soprattutto alla bellezza.
Un altro, secondo, problema il rapporto bello e buono, il bene assorbe la bellezza, nel pensiero platonico (55 min), e
cos si pu affermare che il vero bello il bene. Da qui la subordinazione dellestetica al bene e al vero . Questo
modello ha una struttura epistemica evidente: non esiste un continum nella realt, ma c frattura, una frattura nella
realt tra due tipi di realt, che implicano due tipi di procedimenti. La tesi : il bello lidea di Bello. Allora la questione
come accedere allidea di bello, la possibilit fondamentale abbandonare la sensibilit e di scoprirla, che nel
modello platonico tornare alla memoria trascurata di quando lanima era al mondo delle idee. E se non si va per questa
via, si cade nelloscurit, nella dimenticanza, perch bello ci che appare alla mente e ci che oscuro, lorrore
delloscuro, del vuoto, questo tipico della tradizione occidentale. Il nulla in altre tradizioni non fa problema, ad esempio
in India, lo zero stato inventato dagli indiani. Il nulla unidea fondamentale per il mondo biblico, per il quale il
passaggio dal meno al pi, e dal nulla allessere. Cosa che ha a che fare con lidea estetica. Il nulla pu essere il povero,
il misero, ma escluso, per fondamentale nel NT. Il teatro in crisi reag facendo il teatro povero. (63 min).
[7] il rapporto tra bellezza ed azione, che si traduce nel rapporto tra teoria e azione, la teoria contemplazione (lessere
tagliato fuori) che impone il primato della mente, in questo coincidono il pensiero aristotelico a quello platonico, la
primazia della componente intellettuale fa si che la bellezza sia oltre allazione.
La terza componente nasce dalloss che larte imitazione o della natura o delle idee, comunque si tratta di affermare il
primato delle idee dal quale mondo lartista trae le condizione per fare lopera darte, larte [8] quindi si confronta o con la
contemplazione o con lazione ma di carattere etico, si tratta di una bellezza oltre lazione artistica che mira allazione pi
alta quella morale.
MONDO BIBLICO, LA BELLEZZA NELLA SENSIBILIT E NELLAZIONE
Nel mondo biblico c un rapporto problematico con la sensibilit. Verso la bellezza naturale criticata per il rapporto con
tempo, la corruzione, ma una critica allinterno del mondo della sensibilit. La bellezza criticata a livello artistico
perch creata dalluomo, il rischio non linsufficienza come farebbe Platone, ma il pericolo dellidolatria, la
frattura non tra il mondo sensibile e ideale, ma tra il mondo che unico e il creatore.
[8] Nei testi pi recenti dellAT vi il riferimento alla pankalia alla bellezza cosmica ma riferita a Dio che ha disposto ogni
cosa (cf. Sir, Qo) una bellezza che fa giungere alartefice per analogia (Sap), il rischio di fermarsi alle creature, non
[9] vi sono pregiudizi verso la sensibilit.
La prima questione, dallinterno, nellarte la religione ha un atteggiamento discriminatorio, alcune arti non fanno
problema come danza, musica, architettura (la bellezza del tempio); invece fanno problema la pittura e la scultura.
Unipotesi che sono problema giacch pi facile oggettivare, con la musica pi difficile (70 min). Se teniamo conto
delle proibizioni, non farsi immagini, e poi ce n unaltra, quella della cautela di trattare il nome di Dio, che verbale.
Nome di dio sacro, linteresse teologico, non estetico.
Es 20,4-5 non ti farai idolo Es 25, 17 ss. costruzione arca: farai due cherubini doro, sul tabernacolo ci sono due
sculture! Non possiamo connettere la proibizione del decalogo di farsi immagini, con lidea Platonica, lidea non la
sensibilit!
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La sensibilit pu essere contraddetta da due atteggiamenti fondamentali: perch c un oltre la sensibilit nel mondo
reale, o perch si deve gestire nella sensibilit., dove abbiamo deviazione o correttezza, ma sempre nella sensibilit!
Non come giudizio da fuori! Nella sensibilit biblica non deve portare per forza allextrasensibile, nel modello platonico
bisogna in ogni caso superare la sensibilit. Nel mondo biblico gestibile ma mai superabile. Per Platone bene
sempre andare oltre alla sensibilit. Per la bibbia Dio trascende tutto anche i pensieri, pi in la di tutto, come
dice un Padre della chiesa: noi quello che tocchiamo non riusciamo a pensarlo! Platone per lui prima sensibilit,
poi il pensiero e poi Dio (che ne parla solo il Platone tardivo delle leggi). Per la bibbia lunico accesso a Dio il primo
la sensibilit! Quindi non c altra via per arrivare a Dio la sensibilit, ma che ha dei limiti.
Lez II 10 ottobre 2012
Laccesso alla fede non solo noetico (della mente) ma anche estetico, e questo il pi congeniale alla fede. Abbiamo
visto che la bellezza al di l dellestetica, della sensibilit.
Il modello che vediamo ora la bellezza nella sensibilit, la tesi che si vuole sostenere che il mondo biblico
appartiene a questa tesi. Nel Primo Testamento, ed fuori di dubbio che lapparire appartiene alla rivelazione, e
questo caratterizzato dallessere sorpresi, e quindi non segue la via della mente, ma della sensibilit. La
Rivelazione vive in una struttura intrinsecamente estetica, bellezza stessa intesa non come il bello, ma ci che si vive,
legata allesperienza, e si rivelano alcune arti nel P. Testamento, alcune arti sono fondamentali: la musica, la rilettura,
la danza, la poesia (salmo), altre sono sospettate come la scultura, ma non si accusa lestetica, la sensibilit, ma
lidolatria.
Nel mondo biblico per sembra prevalere limportanza della Torah, e quindi lethos, ma mai sopra a YHWH,
neanche lethos il comportamento. C stato un periodo dopo J che si sostituiva la Torah a YHWH, si diceva la Torah ha
creato, ma questo un evoluzionismo inaccettabile al dato biblico, ma il principio di obbedienza non etico alla
Kant, ma soteriologico, obbedisco perch Dio mi ha salvato.
La controprova in Genesi quando dice Dio cre e vide con una parola che potrebbe essere tradotta come buono,
bello, giusto, la settanta dice che era Kalos bello, la vulgata dice invece, buona.
La domanda di fondo cos il bene? Non fare del bene, il bene non fare il bene, nel mondo biblico il vivere non
legato al fare, ma come si inserisce o nel cosmo (come in mondo religioni) o inserisce nella salvezza, fare il
bene come sei inserito nel tutto, il fenomeno nel tutto, [Qo mangiare, bere, dormire, godere e temere Dio] il suo
inserimento nel tutto, la relazione, il suo agire nel tutto. un punto di vista molto antico ma ripreso nelle scienze
cognitivisti che moderne, nelle neuroscienze. Anche la bellezza in questo senso larmonia!
Nel mondo greco una delle caratteristiche della bellezza segnata dalla proporzione, che non il tutto ma il mio
inserirmi nel tutto, la bellezza nellestetica, non al di l.
Nel P. testamento si critici in due punti se lopera darte oppure se lopera darte sottoposta la tempo, si invecchia,
e quindi non ci si appella a un solo tipo di bellezza, ma nel suo inserimento nel tutto.
Nel II Testamento. Si dice che si concentra nel fare il bene, ma se vediamo bene il Vg non ha come primo interesse
ci che fa luomo, ma ci Dio dona alluomo, non a caso J dice: sono venuto per i peccatori, il punto di partenza
non il giusto ma il non giusto, Paolo dice che per tutti siamo nel peccato. La prima mossa di Dio, e quindi la prima
mossa estetica non delluomo. Il primato di Dio implica il primato dellestetica affermato da Mt 6: la vita vale pi
di quello che vestiamo e mangiamo la cosa fondamentale accorgerci che c qualcosa che ci anticipa, che
sgorga, non qualcosa che da raggiungere come il bene, ogni religione basata dal sentirsi anticipato da parte
delluomo, accorgersi di quello che gi stato fatto per lui, come il fiore. La bellezza quindi la cifra del sentirsi
anticipato, in sintonia con la misericordia, ad esempio il peccatore perdonato, la bellezza importante per
comprendere la salvezza delluomo. Qui si lega la categoria dellannuncio che si vincola allin-utilit; un dato
fondamentale per la rivelazione ci che non dipende da me, dicendo servo inutile, se insisto su servo vale la
funzione ma inutile prevale lestetica, la sorpresa.
[10] Cos nel NT dove lincarnazione sta al centro e afferma che lesperienza estetica anticipa ogni comandamento etico,
la fede credere che J Xto venuto nella carne (1 Gv 4,2-3). Latteggiamento etico deve sempre rifarsi allintervento
estetico salvifico di Dio come afferma Mt 6,25-30: non procuratevi vestiti vedete i gigli Dio li veste.
Il crocifisso e anche il servo sofferente: sfigurato, brutto! Ma allora il brutto faccia parte dellesperienza estetica,
una significativa esperienza di bruttezza. Lestetica del brutto, vedremo anche lopera dell800 legata a questa
estetica, ma anche larte contemporanea ha come fondamento lesperienza essenziale, non il bello. Nella croce
abbiamo il massimo della Gloria di Dio nelluomo fallito, sproporzione massima, lestetica e sproporzione, cos anche
nellarte moderna. Unestetica che va al di l del senso usuale della bellezza, nella bibbia non abbiamo un
dualismo sensibile - Dio, a parte in testi come i sapienziali dove si parla del vero. La tradizione delloccidente fatta
dal mondo biblico e la filosofia greca.
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Una fuori uscita dal mondo occidentale e il pensiero platonico, il capitolo la bellezza come estetica, nella sensibilit.
Vediamo un autore inizio 700: G. Baumgarten, poi Hegel,
G. Baumgarten, Lestetica, in questa opera vuole fare due cose: il primo punto che lestetica non espressione di
qualcosa che ho dentro ma un tipo di conoscenza [11] in antitesi con la corrente di origine platonica che vede
laspetto ideale primeggiare su quello estetico. G. Baumgarten dice che c la via logica e la via estetica, la via
classica era che il passaggio sensibilit, mente. La sensibilit come punto di passaggio, G. Baumgarten dice un altra
cosa, che la conoscenza ha due livelli logico e uno estetico. Il logico per proposizioni, lestetico orientato al
bello, non una qualsiasi sensibilit ma al bello, e di questo si occupa larte, la bellezza per via estetica dice che
un tipo di bellezza diverso da quella che deriva dalla via argomentativo-logico, e se manca questa manca la verit che
non pu derivare dalla logica. La fede non pu essere ridotta ad argomenti logici, conoscere in modo religioso sembra
di essere di pi estetico che logico, con buona pace del metodo aristotelico tomista non acquisizione puramente
logica, ma la verit altrove ma vicino alla via estetica, questo ci porta a un capitolo fondamentale, alla sfera
emotiva. La verit non una res, ma in rapporto con la realt, con Cartesio si pensa che la verit sia lincontro tra
pensiero e la res, ma qui si parla di un soggetto estetico, non solo logico, e questo porta a sostenere che la conoscenza
si basa sulle emozioni, i primi significati avvengono attraverso emozioni, e questo ci fa sostenere che vi una via etica
che non logocentrica.
In Gv il logos non il logos greco, se no non sarebbe logos sarx egeneto, il logos greco emancipa dalla sarx,
ma incarnazione e resurrezione sono i sms fondamentali cristiani. Logos vicino alla via estetica non logica, e
sarx al sensibile.
Il secondo punto d G. Baumgarten vi un secondo tipo di conoscenza, che non metafora rispetto alle altre.
[12] Fine dellestetica la conoscenza sensibile, la bellezza continuamente attraversata dai sensi e fa si che si
organizzi limmaginario.
Il secondo punto fondamentale lo ricostruiamo con Hegel, condivide con Platone che il bello sia lidea di Bello, ma
chiedendosi cos lidea di bello dice che lidea che elaborata dalla spirito, spirito opposto a natura, e si
oppone in particolare la natura necessaria, mentre lo spirito libert. Lidea non naturale ma a costruzione
del soggetto in senso dello spirito, ma cos la bellezza pi importante non si trova in natura, per Platone la
bellezza naturale imita la bellezza suprema. La bellezza pi importante quella costruita dallo spirito, non quella
naturale.
Per Hegel la bellezza costruita dallo spirito larte ed pi importante di quella naturale, non imita ma si esprime
in libert, larte esprime la libert dello spirito, larte cos andare al di l della natura. larte contemporanea.
Lespressione della libert non luogo di scelte ma un percorso artistico non riproduce il reale ma crea il reale. In
Aristotele la ragione ci che scopre la realt. Per Hegel la ragione crea la realt, dice Hegel che ci che la
sostanza in Aristotele per me la ragione, la sostanza la cosa in s per Ar., qui invece, la ragione quella che fa, che
crea. Si distingue la bellezza dello spirito e la bellezza naturale, il problema fondamentale sar il passaggio dallarte
canonica, dove lartista deve seguire il canone, e solo poco per volta nasce larte creativa, larte come trasgressivit che
trasgredisce il canone della vita, e poi i propri canoni come larte meta fisica, che trasgredire. Il supporto di tutto questo
il primato dello spirito il primato dello spirito.
[12] La bellezza artistica supera quella naturale perch nasce dalla libert dello spirito e non dalla necessit della natura,
[13] il primato dello spirito sulla natura.
Terzo punto Schelling, Hegel si muove ancora nella linea dello spirito, Schelling fa il grande passo nel mondo degli
idealisti dell800, dice non dare il primato della natura, ma neanche allo spirito, ma qualcosa che spinge la
natura alloriginario, la sua tesi che lart lambito di questa convergenza, loriginale dello spirito. nel mio
guardare la Gioconda che appare il bello, pi vicino al modello neotestamentario non pi spirito e natura ma Dio
h. non uno senza laltro. Dove nella fede cristiana si scorge lunione dio h? nel Rito! La parte umana la condizione
senza la quale ho rapporto con Dio, il precategoriale di Husserl, tra oggetto e soggetto.
[13] Schelling occorre che la natura e lo spirito siano colti nella loro unit profonda, emerge la vocazione sim-bolica, il
primato dellarte consiste nel tenere insieme spirito e natura.
Lultima frontiera il quarto punto, la sensibilit oltre la bellezza. Rosencraz, estetica del brutto, 1800, laltro autore che ha
tentato di fare fuori i trascendentali che Nietzsche.
(la sensibilit oltre la bellezza)
Rosenkranz del XIC secolo, nella sua opera lestetica del brutto, la sua prima affermazione cosa possa dire di
unopera darte? Quale tipo di sensibilit coinvolta? Porta allestremo primo che lart non pu imitare ma
trasgredisce il reale. Prende ispirazione da Lessing, che afferma che lop darte non pu semplicemente imitare ma
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coglie il desueto. un trasgredire andare oltre che avvicina trasgredire e trascendenza. La bellezza un andare
oltre, leccedere - trascendere. Andare oltre secondo un criterio della dialeccit, secondo il modello hegeliano, non
basta solo andare oltre, il dalettico che una cosa esiste grazie al suo contrario che la bruttezza, la bruttezza
diventa fondamentale per il suo opposto. La bruttezza scuote la sensibilit gi ha a che fare con larte, lopera
darte ha che fare con il bello e passaggio tra bello e brutto, nel loro rapporto dialettico. Questo alla luce delle analisi
psicoanalitiche e neuroscienze confermano.
[13] Unopera darte coglie nellelemento brutto, come nel quotidiano il suo fondamento, [14] coglie il brutto nel suo
contesto comico e lo traghetta al bello. Per questo passaggio bisogna riscoprire la dialetticit che si oppone al dualismo
hegeliano e in genere idealistico. Invece, come afferma M. Focault la tecnica ha privilegiato il potere allarte
Nietzsche dice che non c problema di vero, bello, giusto ma il punto di partenza la vita, e si manifesta la dove c
esuberanza.
Lez III 17 ottobre 2012
Autore pi famoso della storia del pensiero che ha tentato di distruggere il trascendentale che Nietzsche pensato
da qualcuno come pensatore postmoderno superando anche Hegel.
Il primo elemento da tener presente il gioco forma contenuto, nel testo indicato una delle sei idee proprio sulla
forma (anche in senso rituale). Niet. Dice che per lartista ci che per gli altri la forma per lartista il contenuto,
il vero contenuto la forma, il passaggio della forma invece che il contenuto di unimportanza elevata a livello rituale,
perch a livello di ricerche sempre di pi si vede che il rito la sua forma prima dei suoi contenuti, ma lidea era
che il contenuto era prima e poi si passava alla forma. Lidea di Niet. Nel passaggio che va dal contenuto alla forma
come colei che assorbe il contenuto, il passaggio dal mentale al sensibile.
[14] Per Nietzsche larte legata alla vita intesa come volont di Potenza, espressione della vita intesa come potere,
lartista considerando la forma considera il contenuto, la cosa stessa (cf. La volont di potenza), riprendendo il primato
del corpo.
Con il termine forma qui si intende quasi lopposto di quello che intende Tommaso, nei sacramenti dice Parola in
quanto contenuto, che deriva dal processo di Platone che da importanza al verbale rispetto al non verbale, e cos
Aristotele. In Tommaso Forma la forma mentale, eidos, dalla tradizione di Platone ed Aristotele. Ecco perch in
questo contesto la bellezza era lidea di bello. Qui con Nietzsche la forma la forma sensibile, che il vero
contenuto, che non quello che esprimo con i sensi ma la forma del sensibile.
Laltro passaggio fondamentale che per Nietzsche la forma sensibile espressa nellarte la vita, che ha primato sul
tutto. La vita per Niet lopposto delletica, della morale, che non come noi liturgia e vita, che per noi la liturgia e
la giustizia. La vita non sottoposta a niente altro che a se stessa, perch non vi nulla prima di questo , ma
questo lesuberanza della vita. La vita la sua esuberanza il prodursi come vita, noi diremmo la
trasgressione, la tecnica laltra grande trasgressione ma basata sulla scienza e quindi sui contenuti, va al di la della
morale ma sui stessi processi. Larte invece trasgressione della morale, ma pi radicale perch non prende nulla dalla
morale, la tecnica parte comunque da processi mentali. Nella societ attuale tecnica ed arte sono due processi
trasgressivi ma completamente diversi. La trasgressione trasgredire la morale, ma luomo doggi vive i due binari
nel lavoro la trasgressione tecnica il sabato sera la trasgressione sensibile.
[15] Per Nietzsche lartista colui che fa violenza alle cose per trovarne lebbrezza, i tratti capitali, lebbrezza la forma
creatrice di forme, da qui per Nietzsche la forma genuina lunico vero contenuto. Per heidegger questa la tesi
capitale di Nietzsche. Traccia un mondo rovesciato a favore della forma criticando [16] la scuola di tradizione socratica
che da eccessiva importanza alla morale.
Il principio straordinario di Nietzsche il primato della vita, critichiamo per che vada nella linea della trasgressione,
Nietzsche ammirato dal mito dionisiaco. Il sacro il trasgressivo per leccellenza, il trascendente, la rottura,
lessenza del sacro la rottura; fin qui quello che dice Nietzsche identico alle religioni, luomo ha ipotizzato la
second life, che ci sia un oltre confine. Il sacro nelle religioni si dato come rito, che una regolamentazione delle
trasgressioni, la religione sa che solo la rottura porta alla essenza ma questa rottura deve essere regolamentata
per non prendere una brutta piega. Il sacro senza rito distrugge: ad esempio per vedere Dio bisogna morire, il
massimo della violenza come sacro. Questa la liminalit, sacro antistrutturea secondo Turner.
[16] Per Nietzsche le religioni sorte dal giudaismo sono essenzialmente morali, e si va verso la distinzione bene male
invece che ritrovare la forza come volont di potenza: morale, religione e filosofia sono la decadence delluomo!
Per Nietzsche larte semplicemente vita che trasgredisce, ma non considera che il rito assunzione del sacro che
trasgredisce ma con delle regole che impedisce la trasgressione pericolosa. Il clische fondamentale di ogni religione
su vita - morte (21-22 min), e la vita come dice Niet pi importante dei trascendentali del vero, bene e bello, la
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vita sopra ogni trascendentale. Cos ci restituisce che nel rito si vive lesuberanza della vita, non vado ad imparare
contenuti, questa la scuola. La vita liturgica non la morale ma la vita vissuta. Larte a conclusione del discorso
neitziano la vita in questa esuberanza.
[17] Per Nietzsche bello, buono e vero non esistono, lunivo vero trascendentale la volont di potenza, larte prevale
sul bene e sul vero e non si identifica col bello, ma con lesuberanza della vita. la sua svolta che tratta di un vero e
proprio superamento del dualismo che heidegger incontra nel Crepuscolo degli idoli dove per Nietzsche non esiste n
mondo vero n mondo apparente, il mondo vero divenuta idea inutile e con questa anche il mondo apparente, e quindi
supera ogni dualismo. [18] sfocer nel XX secolo con il predominare del significante sul significato, larte diviene
predominanza del significante.
Unultima fase la bellezza oltre il sensibile, qui la bellezza come vita sensibile oltre il bello secondo Niet, non solo
si ha superato il vero e il bene, nel suo linguaggio si chiede allora rimasto il bello? No dice che superato,
per comprendere larte contemporanea dove non si ha pi il bello. Larte un originario. Non pi il sensibile per
arrivare al noetico, come direbbe Aristotele (o Spinozza) ma che larte come vera conoscenza non per arrivare al
noetico.
Luckmann: Larte autoreferenziale.
Un esempio sullarte verbale poesia pi importante la forma che i contenuti, cos il mito come la sacra scrittura se
prendo tutti i contenuti non ho pi la P.d.D., non sono pi ispirati. La scrittura P.d.D. con il metodo tipologico solo
quando la parte con il tutto, quando rileggo Mose in chiave cristocentrica, e questa composizione altro non che la
sua forma. Cos la forma biblica la condizione sine qua non sia P.d.D., anche se non lunica. Comunque la forma
verbale fa accedere molto di pi ai trascendentali, proprio perch nascono dal verbale.
Estetica, arte e bellezza, si pu ancora dire su queste tre a parole alcuni dicono che non ci sono pi criteri per
larte, Kage diceva che anche la musica di un camion poteva essere musica (musicologo tra le due guerre). O
lorinatoio in una mostra. Ma questo mai porta a una omologazione pura perch se no si annulla lartista quindi c
sempre un criterio per dire che c una unicit tale da essere opera darte. La parola chiave leccedenza. Larte
fondamentalmente non accontentarsi di ci che normalmente appare, larte quelloperazione per cui si supera
quellapparire, quindi non imita! Larte lopposto del non imitare, andando oltre allapparire, la maestra larte
contemporanea.
La Metafisica dove era andare dallapparire allessere, larte un altro processo dalloltre apparire, che trascende e la
sensibilit va oltre se stessa, cosa chiave nellinterpretazione dellicona in Florenscki. Dallapparire allaltro apparire, in
architettura si chiama etero-topo, spazio altro. Non apparire e il non apparire, cio essere, ma lapparire che altro
apparire che altro, e laltro sostituisce la metafisica, non perde laggancio a quella sensibilit che trascende. verso
un altro mondo possibile. Da questo siamo impressionantemente vicini al rito. Il rito non va pi in la del sensibile se
no basterebbe un esercizio puramente mentale senza corpo, mentre il rito riorganizzare la sensibilit. Niente di strano
che larte sia nata dal rito. Leccedenza sensibile la coordinata fondamentale della ritualit, ma che coordina
leccedenza. Ricorda che il sacro sta al profano come il virtuale al reale, second life.
[18] (larte nella prospettiva delleccedenza) nessuna definizione esaurisce larte, ma certo ogni artista [19] vuole che la
sua opera non sia confusa col resto, e lelemento caratterizzante sembra essere la meraviglia in grado di suscitare:
leccedenza, ex-cedere andare oltre, eccede lo scontato, in questo senso finzione, addirittura larte moderna vuole
andare oltre alla mera apparenza: [20] larte un sensibile che eccede il sensibile rimanendo sensibile. Come afferma
Heidegger lopera darte rende noto qualcosaltro allegoria, ma anche simbolo che unisce il prodotto a un altro
significato, un portare oltre e un comporre.
Il secondo punto di questo capitolo che su Arte come eccedenza estetica. Adesso affrontiamo larte come illusione.
In-ludos: stare nel gioco, fondamentale come leccedenza, che andare oltre. E qui invece stare dentro.
Questo stare dentro dice che larte contestuale, implica una serie di fenomeni tutti importanti al fine dellarte, che
non solo lopera darte ma il context in cui si da lopera darte. Con tutto questo diciamo che larte esperienza,
nel suo essere eccedenza come forma estetica, perch significa che ci sia percezione. Se esperienza non pi
possibile considerare larte dal punto di vista meramente oggettivo, come quello che sta di fronte alla mente, ma
lesperienza di quelloggetto, allora devo andare oltre loggetto verso il soggetto che ne fa esperienza. Vado
dalloggetto al soggetto vado al precategoriale, dal soggetto alloggetto che sono linterazione
I passaggio dalloggetto al sogg. Se la base lesperienza allora passo attraverso i sensi, qui utile lanalisi dei 5
sensi, dispositivi grazie a cui c una sinergia tra ci che visto e loggetto che crea. Lanalisi dei sensi ci dice che non
sono i sensi nel soggetto ma sono luogo di armonia tra sogg e ogg, tra interno ed esterno. Larte quella che fa
vivere larmonia tra quello che vedo e quello che vivo, e mi fa stare bene. Bello armonioso esterno e interno.
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Inoltre i sensi hanno anche un grado la vista pi lontana, udito pi vicino, fino a sapore e odore. Arte si basa sui
sensi, ma intesi in questo senso profondo come luogo di intercettazione esterno ed interno: senso e sensi sono
tout court. Larte soggetto oggetto, ed quindi contestuale, non sono di fronte alloggetto ma dentro la dinamica che
mi fa percepire il bello dellarte. Ma il massimo lintersoggettivit, il soggetto non lattore, esecutore, artista, n lo
spettatore, ma lintreccio di tutti il massimo del contesto artistico.
Lopera darte senza un io che la guarda non opera darte, io sono responsabile sono costitutivo dellarte. Larte non
sostanziale ma procedurale, che va dal produttore fino a chi vedesente ecc. Larte qualcosa che abito, non guardo,
stare nel gioco. Assomiglianza con il rito outsider insider
[21] La sensibilit come fenomeno contestuale: oltre loggetto. (Dal libro di Le Breton, Il sapore del mondo) Lopera
darte non esperienza autonoma ma esperienza vissuta, coglie molto pi dei soli sensi, i sensi sono modo di
conoscere, i sensi coinvolgono il senso. Vedendo mi metto in una prospettiva che da una chiave ermeneutica, mentre
ludito coglie una gamma di frequenze la vista coinvolge le superfici [22] tele-visivo. Il tatto coinvolge interno esterno
nel tra rapporto te - altro, lolfatto sulla dinamica respingere sedurre, mentre il gusto fa il suo ingresso eliminando
laltro, laltro non si identifica con loggetto [23] cos il mondo non semplicemente di fronte a noi stessi, n i sensi
sono semplicemente strumenti, ma il mondo cos com perch nei sensi, ossia nel contxt dellesperienza estetica.
Larte in tal senso appare un fenomeno altamente contestuale mai del tutto oggettivabile, e lopera darte contemporanea
ha come scopo quello di creare exp singolari e intense. Ha un carattere simbolico nel senso che fa confluire le
esperienze singolari ed intense, non rimanda a un oggetto ma contesto in cui si consuma lesperienza estatica.
Lez IV 24 ottobre 2012
Ci moviamo tra eccedenza e illusione, la tesi di fondo che larte concede leccedenza stando dentro, stare dentro
laspetto contestuale dellarte:
larte come contxt significa due cose (la questione estetica sensibilit e azione) posso vederla o sotto la prospettiva
della:
-

sensibilit come superamento delloggettivo, delloggetto, perci non esiste una cosa bella, esiste un
soggetto che si fa attrarre, superamento delloggetto verso il soggetto, cos il problema fondamentale
lesperienza. Larte dove superata la dicotomia soggetto oggetto, interno esterno. Non c nulla che
esternamente bello senza un esperienza interna n un bello interiore senza unesperienza esteriore. sintonia
tra interno ed esterno, questo arte. Il soggetto colui che agisce.

Azione. Lazione artistica rivista sotto la prospettiva contestuale dellarte, va vista dal soggetto allintersoggetto.
Arte interazione, il gioco io altro, autore, esecutore, opera, spettatore, lettore, solo se ci sono tutti,
solo se non parto da uno si ha arte. Senza il lettore della divina commedia non opera darte. Larte non
procedura! Questa la dimensione contestuale dellopera darte.

Leccedenza si verifica solo quando sto dentro, proprio quando accedo allillusione, corrispettivo delleccedenza
lillusione. Larte stando dentro in-ludus, entrare nel gioco, se non entro none esiste nulla.
Secondo la psicologia della Gestalt, la forma un insieme, un tutto che di pi della somma delle parti. E questa
somma dice la poiesis la potenza, leccedenza. E questo di pi dellautore, della singola canzone, ma a patto che ci
sia tutto, lesito migliore dellidea di Nietzsche, che non riesce arrivare a questo, perch ci arriva la Ghestalt la forma
come un tutto che si supera. E questo affermato da Levinas che mette insieme forma, tutto e infinito, la parte
nel tutto, per lui, che critica heidegger e Hegel, il tutto pu essere il tutto che io penso, e mi incontro un tizio che
sta pensando di tutto, e i due tutto collidono, si va allinfinito.
Il rapporto delle due persone pi di tutto luniverso.
Levinas cos va verso il principio di etica. Per lui la forma intrinsecamente intersoggettiva. Ma questo forma una rete
tra le parti, non somma che noi usiamo per spiegare, ossia il modo accademico argomentativo, ci porta al formalismo.
Il formalismo opposto alla forma, perch il formalista si rappresenta oggettivamente la forma. Stando, invece, nella
rete, si pu realizzare leccedenza. Una modo con cui si pu realizzare tutto questo la fiction. Dove fingere pu
significare due cose: dire il falso, se dico il prato ha un volto, sicuramente falso, se dico i prati ridono (esempio di
Ricoeur) lo comprendiamo attraverso le poesie, ci apriamo ad altri mondi, oltre al primo mondo, una verit pi
ampia. lesempio della metafora che fa Ricoeur. La fiction pu andare verso falsit o pi verit, e larte va
verso la pi verit.
Larte contemporaneamente metabolica e simbolica. Metabolica perch eccedenza porta oltre, e simbolica
lillusione, un tutto dentro cui sono. E quello che Ricoeur definisce come metafora viva. Il racconto intreccio
metaforico, crea! poiesis. La bibbia in quanto racconto molto prossimo a ci che la bibbia contiene, la forma
narrativa la forma pi vicina a quello che contiene la PdD. Per questo il catechismo, senza forma narrativa, distante
dalla pu bibbia.
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IL valore estetico dellarte, significa fondamentalmente un arte dove si parlare ancora di arte, a condizione che si rispetti
sensibilit e azione.
[24] Lazione come fenomeno contestuale: oltre il soggetto. Larte intesa come una messa in opera che implica la
centralit dellazione facendo emergere il contesto della sensibilit, iterazione soprattutto tra autore e spettatore
(particolare lesempio del teatro). Cos lopera darte finzione [25] nel senso che fa apparire o percepire le realt
alternative a quelle ordinarie, ma non meno reali ( la tesi nichiana). Iterazione e finzione rimandano sulla centralit del
corpo e dei sensi, implicando la centralit del significante, cosa che agisce larte contemporanea tant che si afferma
che non d significanza ai significati, il rapporto sensibilit bellezza riportata a sensibilit azione. [26] Larte nella
prospettiva dellillusione. In-ludos stare in gioco, nella finzione, che pu essere mentire, cio uscire da ci a cui ci si
riferisce, oppure partire dal travisamento per inserire in una nuova situazione, muovendo verso la partecipazione, un
diventare parte, larte entrare nel gioco dove soggetto ed oggetto sono dati assieme. [27] Larte illusione della coappartenenza a pi mondi. La co-appartenenza a pi mondi non si deve intendere come passare ad un altro mondo, ma
aprire a profondit diverse della realt. Ma il rischio per larte contemporanea di essere riconoscibile, di essere
gassosa, ma per questo richiede un contesto, nasce dentro un rito, come le arti ormai autonome.
TUTTO QUESTO COME SI RELAZIONE NEL RITO.
Il rapporto arte, bellezza, arte e rito si pu intendere in due modi: arte utilizzata dal rito, come si fa di solito, ma anche
come arte come modalit antropologica ed esperienziale simile al rito.
Vediamo le somiglianze. La forma narrativa della bibbia quella pi congeniale alla parola. Cos adesso vediamo la
questione del rito. Potremmo dire che il rito illusione ed eccedenza anche nella forma di mettere in scena e far
apparire una scena. Mettere in scena significa che il rito illusione, se il rito non illusione, non metafora viva, non
fiction, se non stare dentro il rito non si realizza. Ecco perch falliscono tutti i riti nel farlo funzionare, lo oggettiviamo.
Iniziare al rito mettere in scena, come affermano gli autori del teatro che dicono che la tradizione occidentale stata
scenata da un pregiudizio legato ad Ar. che pensa che lopera scritta lopera uscita dalle mani dellautore,
sottovalutando la messa in scena, cosa che anche Ar dubita, si chiede in fatti come collegare il vedere e agire del teatro,
ma rimane sulla sua posizione. lintuizione del teatro povero che supera la divisione autore spettatore. la
distinzione tra rubrica e rito, il testo scritto e quello recitato, il rito la messa in scena. La verit del rito nel farlo, non
deducibile dalla rubrica (txt scritto), indeducibile, non la fedelt alla rubrica a risolvere questi problemi, siamo ad
un altro livello. Solo se si entra in scena appare la scena del sacro. Lapparire il rivelarsi, il rito lapparire di Dio, e
solo se ci sto dentro. Il rito cos parallelo allarte, larte pu essere una via educativa per il rito.
In un periodo di crisi del rito larte pu aiutare ad uscire dalla crisi rituale. Il parallelismo sta proprio nel gioco
dellandare oltre stando dentro. Limpossibilit di vivere le due dimensioni contemporaneamente, e invece, noi viviamo le
cose contrapposte. Il fondamento della spiritualit liturgica.
[28] La bellezza non oltre i sensi ma organizzazione dei sensi. Il rito mette in scena ossia nellordine della sensibilit
come andato delineandosi nellevoluzione filogenetica [Burkert], il rito tra natura e cultura, sensibilit e senso. lo
stare dentro, in arte e rito, il logod che si fa carne, la via del logos non della parola ma della sarx e del soma. [30] La
via del logos quella della liturgia coniugando tangibile ed intangibile.
Uno dei modi per intendere la creativit sia per larte che per il rito, la trasgressione del canone, quella comune
a rito e arte, significa che larte ha un gioco un ludus, e quindi delle regole che sono alternative a quelle che si
fanno fuori dallarte, nella vita comune [ anomico rispetto al sociale, ma ha una forte identificazione nella comunitas].
Anche nel rito avviene questo nella liminalit. Qui sorge un problema: il rito si ferma qui, larte va oltre. Larte va in
auto trasgressione, ad es. larte contemporanea, tende a trasgredire, a rottura dei propri canoni, questo il rito non
lo ammette, non ci si pu allinterno della stessa religione. C un inizio identico, trasgressione del canone, ma arrivi
diversi.
[30] Arte e rito hanno dimensione poietica nel senso della trasgressione canonica [poiesis cazauton, il fare per s] una
trasgressione che diviene scandalo e che crea marginalit. Larte contemporanea pi elastica trasgredendo anche i
propri canoni. [31] Inoltre il rito tende alla marginalit e quindi alla comunitas, tende allappartenenza, il rito tende ad una
integrazione pi ampia.
Come il rito utilizza i linguaggi e quindi le arti? Li utilizza in modo multimediale, reticolare, sin estetico . La
sinestesia stata scoperta attraverso indagini specifiche, c un rapporto tra sinassi che riguardano i numeri e quelle
che riguardano i colori,1 la sinestesia propriamente di tutti, anche senza saperlo, il rapporto inconscio conscio.
Tutti li abbiamo e alcune volte stiamo male o bene, senza sapere perch, la sinestesia. Un neuro scienziato esteta
Ramaschadran bobo e chichi, figura curva e figura spigolosa. E questa fa si che le nostre scelte dipendano molto da
1 Un foglio con tanti 7 e 5 2 alcuni li scoprono subito perch li vedono con colori
diversi.
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questa incoscienza, da qui nasce simpatia e antipatia. Il rito gioca molto sulla sinestesia, e quindi su percorsi
inconsci.
Sin estetico vuol dire che il rito funziona a condizione che icona, spazio, tempo, poesia, musica, costituiscano una
rete in districabile. Musica, immagine e tutto il resto, anche lolfatto, se non tengo conto di tutto la rete che crea
lillusione, secondo il principio fondamentale: quando uso un linguaggio tendo a rappresentare la realt, dal di
fuori, stato dimostrato neuro scientificamente. Quando sono attivati i principali linguaggi si ha un passaggio
fondamentale, non pi si rappresenta la realt dal di fuori, ma si sta nella realt.
Il dispositivo multimediale il dispositivo che fa stare dentro alla realt. Il cinema da il movimento attraverso le diverse
camere, il teatro a solo un punto di vista quella dellosservatore. Su questo la realt virtuale da guardo un giocatore, a
sono il giocatore. Il rito essendo multimediale la forma che pi di tutto realizza la fede, perch la fede esiste
solo stando dentro, e non da fuori, la storia della salvezza esiste solo stando dentro. importante essere in sider,
e non out sider. Ma devo sentirlo, ecco che il multimediale epistemologia, modo di conoscere e di essere.
Sorprendentemente cos vicino al rito che pu o sostituirli o rinforzarli.
Potremmo dire che la prima virtualit stata quando lh si avvalso del rito. Il rito si fonda esattamente nel
second life. Per fortuna siamo capaci di vivere in un secondo mondo, capaci di virtualit, se no non potremmo avere la
fede, non potremmo accedere alla trascendenza. Il rito a sua volta epistemologia. [es. libro Lakoff Johnson Metafora
e vita quotidiana, su ascetica e creazione nella liminalit di nuove connessioni].
[31] La sinestesia rituale dellarte. Arte e rito condividono il forte legame tra sensibilit, via estetica, e dimensione
metaforica ovvero raccogliere i legami non comuni tra fenomeni. [32] secondo Ramachandan il cervello esegue
unastrazione sin estatica a modalit incrociata, meglio sarebbe parlare ancora di sincinesia che unattivazione dei
neuroni che riguardano il movimento [stu a Lipsia]. Si tratta di incroci tra delle azioni sensibili per [33] una grande
metafora del senso.
Lez V 31 ottobre
Due linguaggi artistici, due forme darte. Per pensare un rito bisogna pensare i riti in rete, non in modo indipendente,
secondo il principio di sinestesia e del modello multimediale, tutti i linguaggi hanno senso se si intrecciano tra loro.
il problema pi grosso.
Linguaggio spaziale e iconografico.
Sarebbe interessante parlare di teatro come linguaggio simile al rito ma diverso. Cos la danza movimento e musica.
Il linguaggio spaziale dovrebbe partire da una considerazione anticartesiana, dovremmo abbandonare la
contrapposizione res cogitas res extensa, ma extensa condizione della cogitas, il linguaggio spaziale condizione di
pensiero, come premessa generale.
Quando si parla di ling spaz si deve tenere in considerazione tre dimensioni: prosemica, cinesica e
architettonica.
Prosemica: implica la disposizione delle persone delle cose tra loro, primo modo di fare dello spazio un linguaggio.
Cinesico: muovendomi comunico, il movimento, pensate il mimo.
Architettura: importante se dialoga con questi due modi, solo se dialoga con questi il luogo statico ha senso.
Prosemica dice stare presso, prossimit. Dice lo spazio non concepibile se non in qualche forma sociale o
intersoggettiva, lo spazio riconoscersi uno di fronte laltro reciprocamente, ad es. il sentirsi a casa, la disposizione
della casa fa la home lo stato in cui mi trovo, se no abbiamo la house linsieme di mura. La caratteristica fondamentale
lorientamento, la prosemica lo spazio come orientamento, non in senso che si rivolge ad oriente, ma lo spazio
assume un valore semantico, assume senso, il disporsi dice qualcosa allaltro. Sono gli studi psico-semiotica, la
posizione che uso dice qualcosa al di la delle parole. Lorientamento dice che lo spazio comunica senza accorgersi
che stiamo comunicando, la tesi di Hall il fondatore della prosemica. Uno dei prime possibilit in cui mi organizzo nel
mondo, la prosemica, come io mi oriento verso gli altri, il primo modo di organizzarmi nel mondo il s non verbale
(scienze cognitive).
Prosemica dice che il sacro non qualcosa che ho di fronte ma che sta presso di me, il sacro non mi dice che
esiste Dio, ma lesperienza dellorientamento, il sacro esperienza del sacro, non esiste il sacro, non esiste
Dio ma lesperienza di Dio.
[35] Rito un orientamento di senso medito dallorientazione spaziale. Postula il centro ponendo le persone e le cose.
Il livello Cinesico: un linguaggio tra i pi vasti, dalla mimica, al gesto, al movimento di tutto il corpo, ad esempio la
postura. La cinesica un muoversi verso, spazio inteso come andare verso laltro, lapertura. Lo spazio dice
chiusura nella prosemica, ma anche apertura nella cinesica. Il capitolo per noi interessante sono i gesti.
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[35] La cinesi indica la dinamicit, e ingloba gesti, posizioni del corpo.


Questi due elementi sono decisivi.
Il livello architettonico in senso di spazio definito, che per noi ha a che fare con larchitettura, si tiene insieme in
modo duraturo la dinamica prosemica cinesica. Il secondo elemento che lo spazio luogo, dato che proviene le
scienze antropologico, ma che riflette anche Heidegger, che dice che non esiste spazio ma luogo, lo spaz il suo
confine, senza confine non si da spazio. Se luogo come conosciamo che luogo? Quali criteri? In particolare se
sacro. I criteri di base sono due: metonimico e metaforico.
Metonimico di continuit, se lo spazio luogo e confine, e quindi lo riconosco per ci che lo confina, ma per
continuit per ci che contiene, la sineddoche, criterio della continuit posso passare da una cosa allaltra (la
parte per il tutto nel sacrificio). A questo livello chiesa a questo livello contenitore contenuto. Il principio di continuit
importante, perch vedremo che il luogo sacro si distingue per la sua condizione di differenza con i luoghi contigui.
[36] Lo spazio fondamentalmente il luogo caratterizzato dal suo confine. Luogo che si caratterizza per il suo carattere
metonimico, lo spazio caratterizzato dal suo confine (dico un buon bicchiere, invece di un buon vino).
Il secondo livello metaforico che ha come principio la somiglianza, si basa sulla similarit, i pali delle nave li chiamo
alberi, ma tra i due non c contiguit, ma la somiglianza. Oltre la continuit tra contenuto e contenitore ci deve essere
non solo continuit e somiglianza, alcuni per dicono che gli spazi sacri devono essere poliuso.
Questi due elementi sono importanti, per dire che i linguaggi del rito non sono solo funzionali al rito, n
occasioni del rito, ma sono il rito. Larchitettura deve essere gi rito, devo riconoscere gi nellarchitettura il rito.
Larchitettura ha che fare con tempo e racconto. Lo spazio racconta qualcosa della vita oppure dellesperienza
religiosa, non si racconta solo con la parola ma anche con lo spazio e lorganizzazione dello spazio. C intrecciarsi di
evento e luogo, molti eventi sono segnati da monumenti da spazi.
Uno dei problemi il principio spazio temporale, il legame tra archeologia e architettura. Per conoscere il passato
abbiamo due livelli fonti scritta e quella non scritta monumenti. Il monumento significativo perch segna il
momento fontale di una societ, svela il principio orientativo della cultura, arch! In quanto arch svela il senso
della cultura, larcheologia ci dice il logos che si basa sullarche. Tutta la fede cristiana archeologica, perch Gv
1,14 arch logos, Cristo larcheologo della chiesa, tutto questo ci fa percepire il momento fonatale e si riconosce
nellorganizzazione dello spazio, architettura si lega ad arch. Larch esiste non solo come evento ma anche come
spazio. Il principio orientativo di un popolo il legame tra logos e tecne, il logos rinvia al senso, e tecne rimanda ad
azione
Senso
Arche

logos

luogo

[38] Il principio spazio temporale. Il monumento ha valore di arch che svela il senso, logos, di una civilt: [39]
larchitettura costruire (techn) in base al principio (arch), il principio con cui concepisco lo spazio in relazione a
come percepiamo il tempo. Ad esempio la casa (dice Baschelard) il mio modo di vivere il mondo malgrado il mondo.
modo sincronico di vivere, non nel senso dellappiatimento, ma in quanto tempi e movimenti sono orientati. La
dispersione dia-cronica viene raccolta in un insieme sin-cronico. Lo spazio sacro inserisce il dia-cronico nel sin-cronico,
per rispondere a bisogni immediati e immediatamente non tangibili dellesistenza.
Quando si parla nella Sammaritana si parla di spirito e verit, ma non intende fare fuori lo spazio, spirito non una
sostanza, ruah relazione, Dio uomo; e verit va inteso in senso escatologico morte e risurrezione di JXto,
Pasqua, del corpo, non centra quindi con una visione interioristica. il passaggio dal tempio al corpo, distruggete
questo tempio e io lo ricostruir in tre gg, perch parlava del suo corpo. Ma il corpo spazio, gesti ecc. ecco che torna il
senso dello spazio. Questo a dirci che levento non prescindibile dal luogo dellevento che JXto. Per niente si
cominci presto con le basiliche, che era luogo del re, luogo profano che diviene sacro.
Uno dei rischi della riflessione liturgica c sovra importanza al tempo a discapito dello spazio, si sovra
determina il tempo, e quindi levento, e si sottovaluta lo spazio, spazio come racconto. lo spazio racconta lorigine.
Qui c un problema il rischio della contraddizione semiotica, uso due linguaggi che sono uno contro laltro,
un problema di regia liturgica. La coerenza di un codice in italiano non dico la roma spesa va ma negli altri linguaggi
siamo molto analfabeti, un esempio su tutti la costruzione effettiva di una chiesa. Nella chiesa si costruito a croce
latina, il motivo perch si ha una concezione di tempo lineare escatologico, ingresso lungo (ma i riti spesso sono in
cerchio ripetizione ), dopo la riforma il prete con le spalle allassemblea, ma poi il prete si gira nel linguaggio
spaziale, il fatto che il presbiterio si innalzato, quindi in teoria Dio che sta in alto ma il prete verso lassemblea non
va verso Dio, da un punto di vista di grammatica spaziale per lincidenza del volto tutto si ferma a lui. Se lo volto
lo devo anche abbassare, perch tutti guardano a dio,,, il linguaggio spaziale parla. Si cade nel protagonismo,
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dispositivo spaziale coerente con ateismo, protagonismo ateismo, se c una cosa assoluta nel sacro la gelosia di
dio che sacro.
[40] La configurazione spazio temporale del sacro. Cielo e terra sono i grandi spz sacri delle religioni antiche, la madre di
tutti i templi la grotta, simbolo della creazione e della rottura dellomogeneit dello spazio. La stretta omogeneit di
spazio e tempo importante per perdere il fenomeno religioso. Ad es. il culto ai morti esprime il legame spazio tempo, il
luogo del culto legato alle vicende personali o comunitarie. Spesso il [41] luogo sacro segnato da momenti delle
ierofanie, cos il tempo sacro segnato dal tempo cosmo. [42] natura e cultura si incrociano. Nellantico Testamento La
tenda del convegno, larca dellalleanza e il tempio segnano il legame spazio temporale tra h e dio. Nel NT il corpo di
cristo il luogo sacro perch il momento del culmine nellincontro h dio nella morte e resurrezione.
3. Le caratteristiche del luogo sacro,
Cosa rente un luogo di essere sacro? Nella trazione cristiana deve essere utopico teleotopico etero topico.
U topico ad es. il portale, non luogo, il portale dice il senso della chiesa che entro per uscire. Ad esempio il
fenomeno della realt virtuale, il luogo come non luogo, che altro modo di organizzare lo spazio, e altra filosofia, e altra
visione del mondo non solo mezzo.
[43] Lo spz utopico: abitare linabitabile. Il luogo sacro fatto per essere abitato, ma lo rende differente il suo essere
metafora della fede in due direzioni: il non pretendere di possedere Dio, non volerlo rinchiudere, logica del non luogo. E
la seconda metafora della fede espremere il legame profondo tra Dio e la carne, il corpo, la logica del luogo. La logica
del u-topico il desiderio di abitare ma non i muri ma qualcosa daltro, un oltre ogni luogo. la dinamica del portale (del
pronao) [between secondo Van Geneep]. la dimensione sim-bolica del luogo non luogo.
Etero topico luogo altro, dice la trascendenza.
[44] Lo spz etro-topico: sostare presso laltro. Il non luogo accessibile da un luogo altro, che rompe lomogeneit, il
lampo nel buoio, il roveto ardente. Lo spazio nella liturgia disomogeneo, luogo che realizza un nuovo senso,
sorgente di senso, dal rito come dal luogo sacro sgorga il senso dellesistenza. [45] Una interpretazione della fede
cristiana vorrebbe limporsi della santit nel sacro che diviene quotidianit, ma non tiene conto dellalterit di Dio. Lo
spz sacro proprio questa alterit, luogo altro, etero topia. Le prime basiliche sono proprio il tentativo di incrocio
spazio temporale, cercando di fare del luogo il linguaggio dellevento: incrocio dellevento originario (morte e
resurrezione) che dei percorsi della comunit, larchitettura narra la relazione tra il popolo credente e lorigine. [46] Lo
spazio sacro si inserisce nel luogo, nazione, citt come centro che orienta, larchitettura relazione tra tensione e
centralit. Cos la liturgia deve dire Cristo non solo come racconto verbale ma anche come racconto spaziale. Ad es il
tempio nelle sue linee interne deve far emergere la valenza del racconto. Ad esempio lelisse i due fuochi che implicano
una linea di tendenza, o ad esempio il gioco di colonne sono modi di coniugare linearit e circolarit (esempio romanico
e gotico), il sacro cerca sempre la convergenza degli opposti spaziali per realizzare la dinamica eterotopica.
Teleo topico, a che fare con il tendere, ad esempio iniziazione.
[46] Lo spazio teleo topico: diventare se stessi. Il luogo altro rete di luoghi che mira a un fine: teleo topico. Ad es i riti
iniziatici dove ci sono degli agoni che ci si pone in confronto con se stessi. Il confronto permette allindividuo di diventare
se stesso, lo spazio iniziatico ha un valore transizionale. [47] cos il rito che fa la comunit, e non viceversa, cos il rito
riconosce Dio, lh, infatti, deciso dal rito. Nel rito cristiano la dimensione tele topica dato dalla linea che congiunge il
battistero alla chiesa, ma anche, nella relazione tra ambone e altare tra Parola e azione che caratterizza il percorso della
comunit escatologica e non solo della comunit degli iniziati. Ambone e altare promuovono un movimento tele topico
tra parola e azione dove luna tende allaltra.
Lez VI 7 nov 2012 (riascoltacapita)
Abbiamo visto il linguaggio dello spazio (cinesica, architettonica, prosemica) sembra avere un qualche privilegio su altre
arti, anche se alcuni pensano che tra le arti visive la meno nobile, ma importante per molte comprensioni
metaforiche per la comprensione del tempo, lespressione verbale ecc. Abbiamo anche visto legame (archeleogia
architettura) spz vincolata al T, sono inscindibili. Ma per il principio sin estetico e multimediale tipico del ritosono
coinvolti anche altri linguaggi e in modo particolare anche il linguaggio iconico. Accanto al linguaggio verbale abbiamo
ancora 7-8 o 9 altri linguaggi: Spaziale, temporale, iconico, musicale, olfattivo, tattile, gustativo, Tattile e gustativo sono
connessi con lo spazio. C un processo sin estetico nel nostro rapp con il mondo che implica tre fasi: rapporto a
distanza, orientativo (3.00 min) , tattile relazione toccato toccante e questo implica elementi teorici per comprendere la
realt; ultimo livello compenetrazione: io e il mondo a distanza a contatto compenetrato.
Il valore di questi che io riesco elaborare un rapporto con il mondo se io tengo presenti tutti e tre, devo tenere conto
della mia diversit, distanza con il mondo, ad esempio iconico. Ma se non ci cozzo contro, se non percepisco la sua
resistenza, non concepirei il mondo, probabilmente lidea di alterit nasce da questo. Dal tatto nascono due relazioni
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opposto attrazione repulsione, il caso pi tipico tra h e donna, rapporto damore ma che pu diventare violenza.
Secondo esempio lampante nel religioso Il tab nel religioso che viene dal tatto lincontro di ambiguit tra contatto
e violenza, chi tocca larca muore.
Lultimo elemento, caro al mondo orientale, la compenetrazione: Io nelleco sistema, sono mangiato dallambiente, e
mangio lambiente compenetrazione reciproca. (8 MIN) questo insieme allidea di confine, che segna dentro e fuori e il
linguaggio gustativo fa sic he possiamo dire che linteriorit tale in quanto esteriorit e viceversa, Esteriorit
costruzione linguistico estetica.
Limmagine. Un termine di paragone che molto utile per comprendere in ordine al sacro licona. Il problema anche
delliconoclastia. Partendo dal fatto che limmagine la visione, limmagine non riducibile al quadro, ma il modo
come noi ci relazioniamo con il mondo, limmagine gi tale prima che la costruisca come tale, in altre parole io
sempre interno allimmagine, che diff c tra limmagine che vedono gli apostoli e quelli che vedono unicona?
Una obiezione alla icona di Costantino V: se io rappresento limperatore non c problema se rappresento il Signore
allora c probl, giacch limmagine valida se uguale al modello, rappresentare ci che appare
accidentalmente ma anche come sostanza.
Per limperatore non c problema ma JXto unione ipostatica, licona non fedele ( lidea platonica idee cosa).
Ovviamente pensando di riprodurre JXto si va verso lidolatria, limmagine autentica solo se riproduce la sostanza
del soggetto stesso, ma se questo non lo pu falsa, bugiarda e quindi idolatria.
[49] Licona tra immagine e visione. Limmagine che il pittore crea relazione tra una prima immagine che vede e la
seconda che rappresentata, ma la seconda qualitativamente differente. Differenza maggiore per liconografo che
rende visibile qualcosa, JXto, mai del tutto visibile in quanto h Dio. [50] Questa lobiezione di Costantino V (VII sec.)
limmagine di JXto si limita allesteriore e sarebbe fedele solo se in grado di riprodurre il prosopon di Cristo, la sua
persona.
Iconofili: il rapporto tra immagine e parola, e rapporto immagine modello. pi semplice la prima perch anche la
parola immagine fonetica. Il II Concilio di Nicea (786) che difende luso delle immagini nel 786 d.C. uno dei txt
pi attuale, il suo punto nodale che noi non possiamo mai andare a Dio senza mediazione, perch dice il txt ci
che vale per il txt biblico vale per licona e viceversa. Cos quello che dice Costantino V se vero vale anche per il
vg. Di JXto parlo solo attraverso mediazioni. Il che vuol dire che se critico limmagine di Dio critico anche il txt. Il racconto
immagine come licona. Secondo punto fondamentale rapp tra icona e modello, che punto ancora pi centrale per
Costantino.
[50] Il secondo concilio di Nicea tratta il rapporto tra parola di Cristo e immagine di Cristo. E afferma che vi
assomiglianza tra rappresentazione iconica e il racconto evangelico: lapertura a cristo passa attraverso molteplici
linguaggi. Il problema rimane nel rapporto tra icona e il suo prototipo, che differenza c tra il credente che vede licona e
Pietro, maria, Gv? Questi ultimi vedono la natura umana non quella divina
Niceforo dice che non c problema perch la graf limmagine non perigraf, limmagine non implica la chiusura
delloggetto nellimmagine, licona non perimetrata, di rimando non di chiusura. Eraclito: non dice non nasconde
ma rimanda. Licona rimanda, noi diremo che referenziale.
La risposta di Teodoro pi interessante, Niceforo ha una strategia debole perch pensa allimmagine come rimando, e
allora non si capisce la devozione che troviamo. Teodoro si chiede cosa significa rappresentare limmagine di JXto,
significa rappresentare quello che ha fatto JXto ma JXto si serigrafato, si emesso in immagine, quindi licona
rispetta questo statuto, il problema dellicona non rappresentare un Dio astratto ma un Dio che si manifestato
in quel modo li.
[51] Niceforo rimprovera ai iconoclasti la confusione tra graphe e perigraphe, con un parallelismo in J la natura umana
non circoscrive la natura divina ma si accosta mantenendo la differenza, natura umana rimanda a quella divina, evitando
cos lidolatria, [52] si va verso una cristologia che pone laccento sulla differenza delle due nature. Teodoro Studita
afferma che licona di cristo non rappresenta una natura umana generica, ma la sua ipostasi particolare, la fedelt
rappresentare la natura divina che si fa uomo. La tesi iconofila riconosce nella natura umana, nella carne, il luogo
autentico della presenza dellinvisibile, la scelta storico salvifica. Licona muovendosi sul paradigma fondamentale
dellunione ipostatica ha in s la dinamica tra visibile e invisibile. Questo presupposto si basa sul fatto che di fronte
allicona ci si trova di fronte a unimmagine autentica del volto di Xto, [53] una ripetizione del prototipo, che si ripete in
modo rigoroso, come avviene per il rito, licona unimmagine che ripete, e non inventa, il gioco tra visibile ed invisibile.
Con Floreski trover un punto di arrivo, ma che parte dal fatto che limmagine un visibile che porta linvisibile, come J
nel ventre di Maria teotokos non parla della natura umana di Dio, ma di Dio: linvisibile nel visibile, e non al di l del
visibile. teoria estetica non trans estetico, me nellesteticit intra estetico. Qui c il problema dello gnosticismo Dio
non appare uomo ma uomo. Non ha immagine questa teoria estetica (30 min)
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Ma fino a qui erano rimandi teologici, ma dal punto di vista antropologico? Una risposta, non legata ai contenuti
teologici, ma a livello antropologico lo ha data Florensky: non partiamo dallaffermazione di Dio, ma dalla struttura stessa
e lo fa con la teoria della prospettiva.
Florensky nasce inizio del 900, piccolo Leonardo con molta cultura filosofica e artistica. Egli critica il rinascimento e
parla della prospettiva che nasce nel 1400, con lumanesimo, dice che la prospettiva naturalizzazione e
soggettivazione massima, a partire dallosservatore, parte dallosservatore e descrive il mondo a partire dal p.toi di
vista dellosservatore. in questo modo si riduce il mondo, lui lo chiama processo di soggettivizzazione del mondo
moderno, il mondo da un p.to di vista. La prospettiva ridurre il mondo a un modo di vedere il mondo. Dellicona
dice che non mancanza di capacit, o problema culturale come dicono alcuni critici, non avendo prospettiva
non mancanza di capacit, dice che la non prospettiva che io sono costretto ad ammettere pi prospettive,
sono io che mi muovo non il mondo su mia misura, sono io che mi devo spostare per vedere diverse prospettive
secondo una policentricit. Il mondo pi grande di quanto emerge da un unico (mio) punto di vista. (35 min)
il primo ragionamento, il secondo ragionamento che fa che il vero atteggiamento rispetto a una realt e non avere
una prospettiva ma assumere pi prospettive, e quindi ad alcuni critici far dire che il vero continuatore dellicona il pi
prospettiva che solo lo permette il moovie, il cinema. Le icone con il loro errore prospettico e con le trasgressioni
del cannone naturalistico mostrano una realt pi ampia! Dire che la prospettiva non esaurisce il qualcosa di
intrinseco in una cosa, non lintrinseco che sta dietro alle cose come dire che la nostra prospettiva unica, secondo un
modello platonico ideale reale, non pi invisibile nascosto dietro al visibile, ma che tutto il visibile non esaurisce a
visione. Licona per la sua struttura estetica il gioco tra visibile invisibile, non come invisibile nascosto ma come
invisibile che non pu essere saturato dal nostro visibile. E questo il sacramento, visibile invisibile, la condizione che
licona sia fedele a JXto, ripetitivi al modello al canone. La ripetizione rimanda alla struttura rituale. Licona ripetizione
delloriginale, che nasce da unesperienza, la ripetizione dentro unesperienza, la ripetizione istituisce lopera darte, la
ripetizione dipende dalloriginario e crea loriginario. Leucarestia il dopo che fonda il prima! Istituisce il fatto.
[54] si hanno due conclusioni: licona unimmagine rituale per due motivi immagine legata al culto di un popolo nella
loro convinzione di trovarsi di fronte ad un originale, il prototipo. Inoltre il loro trasgredire alla prospettiva [55] come
suggerisce Florenskij sposta lattenzione dal soggetto, dalla parte, al tutto non sottoponibile allunico punto di vista, come
nel rito la parte che vi partecipa portata in un tutto che la supera.
Panofsky afferma che la prospettiva frutto dellocchio fisso, mentre noi osserviamo in movimento. La prospettiva un
mondo geometrico lineare che si discosta dal modo curvilineo che per esempio troviamo nellantichit classica. Cos il
Rinascimento con la prospettiva fa una vera e propria razionalizzazione, con la prospettiva, osserva [56] Panofsky si
descrive il mondo oggettivandolo, descrivendolo come fenomeno, il divino ridotto a mera coscienza umana, come
una finestra sul mondo. Finestra richiama alla fotografia, un punto di vista che veicola la prospettiva. questo non significa
che larte che non segue i parametri dellicona non sia congeniale al rito. Ad es. Klee per il quale [57] astrarre guardare
diversamente scoprendo laspetto non visibile del reale. arte astratta ma concreta che non si ferma alla superficie ma
guarda allintimit. Come affermano le ricerche del neuro scienziato Zeki che scorge le convergenze tra arte visiva e
caratteristiche neurologiche: il vedere non passivo ma attivo, condiziona ci che vedo; attivo che guarda vedendo le
costanti, operando in termi modulari secondo sub aree, lestetica cos si basa su principi di modularit: cos il vedere [58]
ha un elevata qualit cognitiva, colgo anche attraverso i sensi
LIMMAGINE NEL CONTESTO MASS-MEDIALE
Ci chiediamo che relazione ci sia tra immagine e immaginazione nella fotografia, cinema.
[59] Una raccolta di foto si Aushwitz sembra non essere rappresentativa del dolore, ma bene e male non possono
essere rappresentati? Sembra la tesi iconoclastica. Come afferma Didi Hubermann per spiegare bisogna
immaginare, ossia che limmaginazione faccia il suo percorso oltre il dato positivamente visibile. Ad es non posso
vedere dolore, desiderio ecc. la storia delle immagini pu essere descritta come lo sforzo di oltrepassare visivamente.
[61] possiamo dire che il visibile coincide con il punto di vista, mentre linvisibile con il tutto che coinvolge molteplici
prospettive. Nel film come nelle foto limmaginazione consegna allimmagine profana quella dinamica visibile-invisi che
era tipica dellimmagine sacra. Le immagini sono secondo Didi Hubermann la relazione con la morte, rappresentano il
desiderio di reagire al consumarsi nel tempo, al morire. [62] cos il desiderio porta alla centralit del soggetto, la
fotografia isolata e il teatro metterebbero al centro lo spettatore, con il suo unico punto di vista.
Scrive Kerckhove i mass media che ci costringono a vero cambiamento del vero punto di vista la diversit di punti di
vista, e questo fa si che sia il moovie la vera immagine, il film. Con le varie cineprese non siamo solo protagonisti, ma
anche attori. La prospettiva non esaurisce, non quindi linvisibile che nascosto dal visibile, ma tutto il visibile non
esauribile per la sua struttura estetica il gioco continuo tra visibile e invisibile, ma definizione di unione
ipostatica, come il sacramento, ma anche licona sacramento. Ecco lesigenza che licona sia fedele a JXto, e per
questo non possono essere troppo creativi ma ripetitivi, cos ripetizione e quindi rituale, unione rito icona. La ripetizione
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dentro lesperienza, non del reale, la ripetizione dipende dalloriginario ma crea loriginario. Ecco perch il rito nel suo
processo di ripetizione importante perch istituisce il sacro, se no si cade nel mito, che non multimediale.
[62] La prima qualit del rito non la spettacolarit ma lazione, alcuni autori dicono che il rito ha pi corrispettivo nel
cinema e nella televisione che nel teatro, e dicono che la televisione ha creato dei riti mass mediali.
Florensky ha comunque una visione limitata per la critica allarte moderna. (47 min) Altri Ponoscky e la metafora con la
finestra, licona ha che fare con la prospettiva, perch implica una visione sul mondo, uno sguardo globale sul mondo.
Ad es il muro con una gioconda, che differenza c tra muro e quadro appeso? Il muro loggetto visto dalla mia
prospettiva, mentre la gioca un modo di vedere, quadro una finestra sul mondo, il muro un oggetto del mondo. Il
quadro non oggettivo, ma il quadro strutturazione del soggetto e non oggettivo, occhiale, che va nella direzione
visibile invisibile.
Larte a condizione che strutturi il sogg. Non che sia una cosa bella, ma che strutti il soggetto in modo che possa
vedere ci che non consueto, ci che non ovvio, il muro, cio altre possibilit, luniverso, altri linguaggi, arte come
possibilit, non come Metafisico, ma come strutturazione del soggetto. Questo il principio di trascendenza, come
strutturazione del soggetto. Qui il problema della relazione immanenza trascendenza. (Cf. Teorie dellimmagine,
cura Pinotti, ed Raffaello cortina).
A questo punto la questione fondamentale nella relazione trascendenza immanenza non dal perimetrato
allinvisibile, dal finito allinfinito. Interessante il in, In-finito In-visibile, in dice il nulla, il non. Lo specifico dellinfinito il
nulla. Se trascendenza significa negare il punto di partenza, significa negazione, negare la realt! la storia del
pensiero occidentale, dire che linfinito al di l del finito dire che non c nulla. Dio senza corpo il nulla!
Lunica possibilit che linfinito giochi sempre con il finito, con il contingente. Gli autori del 900 dicono che linfinito un
modo di gestire il finito, e linvisibile un modo per gestire il visibile, come ad esempio licona il visibile con linvisibile, la
relazione. Arte e sacro si incontrano la dove visibile e invisibile sono in relazione e quindi lo troviamo nellicona, il
trascendente sia antropolog che teologicamente lesperienza del trascendente, non esiste rivelazione senza mistero di
Dio, lopposizione trascendenza esperienza (Barth) il fallimento della trascendenza stessa. Il corrispettivo dogmatico (1
ora) il rapporto rivelazione fede, spesso si dice che c una rivelazione e poi la risposta dellh che la fede, ma la
fede non risposta alla rivelazione, ma la fede lultimo atto della rivelazione e la fede tutta la rivelazione,non c luna
senza latra! Non possiamo fare una teologia oggettiva della fede (dogmatica) che prescinde dal percorso esperienziale
(pastorale) non sono separabili. Fides qua sarebbe rivelazione e fides quae la fede, sono inseparabili.
Altri Kandiscky, (un secolo fa) arte geometrica, alcuni dicono che alcune forme sono molto pi fedeli allicona che
Leonardo e altri, c lo smantellamento della prospettiva realistica. Kandyscky dice che ha una propensione
spirituale. La produzione iconoclastica moderna nel suo essere trasgressione della prospettiva. il quadro da una
possibilit di una propensione spirituale, come smentita dellapparenza per andare a ci che non appare, ma questo
attraverso a ci che appare che il quadro di Kandiscky, lapparire di altro, la trascendenza modo dellestetica e non
trans estetica.
(1.07) La tesi sarebbe che la fede segnata in modo sensibile dalla via estetica, perch lunico accesso a Dio,
perch fa uscire dal mondo senza farti cadere nel nulla. Il non il in dentro allopera darte
(1.12) Il problema che rimarrebbe che ne dellimmagine nei mass media dalla foto, al cinema teatro, televisione,
virtuale. Rapporto realt immaginazione secondo Baudillard: (brodiard) Il delitto perfetto, la televisione ha ucciso la
realt? Raffaello editore, il troppo realismo uccide limmaginazione, dice che lha uccisa! Bonac ci arriva per via diversa,
cion 4 foto sul lagher. Le foto permettono luso dellimmaginazione, mentre la realt virtuale uccide limmaginazione.
Parte da argomento a nostra scelta
[63] La televisione e il computer maneggiano visivo e sonoro, ma limmagine audiovisiva cerca anche gli altri sensi.
Secondo la psicologia della gestalt chi guarda anche autore di ci che guarda, chi guarda non vede la realt
attraverso il medium ma il medium come realt. [64] In questo senso i mass media virtuali hanno virtus una forza non
in potenza ma come possibilit ontologica, il significante diviene immagine reale e non immagine del reale. Si mette in
crisi il rapporto tra realt ed immagine. J Baudillard dice che questa overdose di immagine non distrugge la realt ma
limmaginazione, le performance tecniche portano a un eccesso di realt, realt che richiede invece, un compenso di
utopia ed immaginario. Il mondo virtuale mondo perfetto, a differenza del mondo che ha sempre con s una parte
irreale, di vuoto di silenzio. Ad esempio nei racconti biblici dicendo che non si pu vedere dio si nega il realismo radicale.
La presenza iper realistic fa si che il reale cresca, ad esempio elimina il tempo, portando il mio di trentanni fa [66] ad
essere reale un'altra volta, non si vede tutto ma troppo: desiderio, sentimentitutto diviene visibile. Viene assorbito
linvisibile nel visibile e si perde il sacro. [67] I recenti mezzi mass mediali sembrano Ulisse legato con le catene su
consiglio della maga Circe, per evitare di gettarsi tra le sirene, anche noi siamo legati e vediamo e sentiamo solo
(televisione cinema) ma non gustiamo, assaporiamo ecc. con il rischio della cecit di guardare il mondo come un
oggetto. Di fronte.
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