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1.

  Struttura cristallina,
Difetti reticolari puntiformi,
Teoria della diffusione !
ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA






Alessandro Morri


Metallurgia con Esercitazioni (Chimica Industriale) A.A. 2020/2021
Indice
•  La disposizione degli atomi nei solidi
•  I reticoli cristallini (materiali metallici)
•  Allotropia e polimorfismo
“Crystals are like people,
•  Difetti reticolari puntiformi it is the defects in them
•  Teoria della diffusione allo stato solido which tend to make them
interesting!”
•  Prima e seconda legge di Fick Colin Humphreys

Obiettivo: discutere la struttura cristallina ideale e quella reale (con


presenza di difetti) à fattori chiave in fenomeni come la deformazione
plastica (moto delle dislocazioni) e la diffusione (coinvolta in trasformazioni
di fase e microstrutturali, oltre che nei trattamenti termochimici)

COLLEGAMENTI:
•  Moto delle dislocazioni/Meccanismi di rinforzo
•  Trattamenti termici e termochimici
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 2
Struttura dei materiali (ordine/disordine)
• disordinata (gas)

• ordinata a breve raggio


(liquidi, solidi amorfi)

• ordinata a lungo raggio: solidi cristallini:


à Monocristalli (es. gemme; palette turbine)
à Policristalli (+ nuclei di cristallizzazione)

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Struttura dei materiali (ordine/disordine)

Energia Cristallo < Energia solido amorfo


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Metalli e legame metallico

L e g a m e p r i v o d i
Ioni positivi del metallo
carattere direzionale
Nuvola elettronica
Atomi tendono a delocalizzata che non
appartiene al singolo
disporsi in modo da ione metallico
m a s s i m i z z a r e i l (“gas elettronico”)
numero di atomi
vicini
Proprietà tipiche dei metalli:

•  Resistenza meccanica
Reticoli cristallini con geometrie •  Deformabilità plastica
che massimizzano il fattore di •  Conducibilità elettrica/termica
impaccamento (packing factor, PF) •  (Bassa inerzia chimica)

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Reticoli cristallini

Cristalli=risultato dell’impilaggio di Cella unitaria:


atomi, assimilabili a sfere rigide, in Suddivisione del reticolo che
modo ordinato in 3D mantiene le stesse
caratteristiche del reticolo. La
L’insieme dei punti corrispondenti al
sua ripetizione nello spazio
centro delle sfere costituisce il
genera l’intero cristallo.
reticolo.

à La geometria della cella unitaria è classificabile in


7 sistemi cristallografici e 14 reticoli di Bravais (specifici).

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Parametri reticolari

Sistema di coodinate x, y, z:
à origine in uno dei vertici della cella
unitaria (arbitrariamente scelto):

•  Lunghezza degli spigoli: a,b,c


•  Angoli formati dagli spigoli: α, β, γ

a, b e c dipendono da;
à geometria della cella
à d i m e n s i o n i d e g l i a t o m i
(ipotesi di sfere rigide tangenti)

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Sistemi cristallografici e reticoli di Bravais


NB: relazioni bcc (ccc)
geometriche fra
spigoli e angoli al fcc (cfc)
vertice descrivono
le diverse celle
unitarie (es. Cella
Cubicaà a=b=c;
α=β=γ=90°)

hcp (ec)

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Numero di coordinazione
Il numero di coordinazione, rappresenta il numero di atomi a cui
è direttamente adiacente un atomo di un reticolo cristallino

Numero di coordinazione per un Numero di coordinazione per un


reticolo cubico semplice
(c) 2003 Brooks/Cole Publishing / Thomson
Learning™
reticolo cubico a corpo centrato

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N° atomi per cella e Fattore d’Impaccamento

L’atomo al centro N° atomi per cella cubica a facce centrate
della faccia è 6x(1/2) + 8x(1/8) = 3+1 = 4
condiviso da 2 celle
unitarie à vale ½
atomo

Gli atomi ai vertici del cubo sono


condivisi da 8 celle à valgono 1/8 atomo

Si definisce fattore di impaccamento (fi) (packing factor, PF) il rapporto


fra il volume degli atomi in una cella unitaria ed il volume totale della
cella unitaria
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Densità atomica lineare
La densità lineare è uguale al rapporto tra il numero di diametri
atomici intersecati dalla linea considerata e la lunghezza della
linea stessa.
Esistono delle direzioni compatte lungo le quali la densità
lineare è massima (close-packed directions)

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Densità atomica planare
La densità planare è pari al rapporto tra il numero di atomi i cui
centri sono tagliati dall'area in esame e l'area selezionata.
Esistono analogamente alle direzioni, dei piani compatti che hanno
la massima densità planare.

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Reticoli tipici dei metalli

Cubica a facce centrate (CFC, FCC) Cubica a corpo centrato (CCC, BCC)

Circa 70% dei


metalli allo
stato solido
presenta
strutture
Esagonale compatta (EC, HCP) CFC, CCC o EC
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Reticoli tipici dei metalli

Ag, Al, Cr, Fe-α,


Au, Cu, Fe-δ, Mo,
Fe-γ, Ni, Nb, Ta, V,
Pb, Pt Ti-β, Zr, W
Cubica a facce centrate (CFC, FCC) Cubica a corpo centrato (CCC, BCC)

Alcuni metalli
Be, Cd, Co, possono
Mg, Ti-α, avere diverse
forme
Zn, Zr cristalline:
Esagonale compatta (EC, HCP) ALLOTROPIA
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Reticolo CCC sequenza di impilamento
Cubico Corpo Centrato (CCC)

A
B
fi: 68%
A

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Reticoli EC e CFC sequenze di impilamento
Esagonale compatto (EC) Cubico a facce centrate (CFC)
Disposizione ABABAB
il 2° piano (B) è sfalsato
rispetto al 1° (A), ma il 3°piano
è coincidente col 1° (A)

Disposizione ABCABC
il 2° piano (B) è sfalsato
rispetto al 1° (A) e anche il
3°piano (C) è sfalsato
rispetto al 2° (B)
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Reticoli EC e CFC sequenze di impilamento
Esagonale compatto (EC) Cubico a facce centrate (CFC)

http://www.chem.ufl.edu/~itl/2045/lectures/lec_h.html
PF: 74% PF: 74%

ABABAB ABCABC
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Reticolo CFC sequenze di impilamento

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Reticoli EC e CFC sequenze di impilamento
Esagonale compatto (EC) Cubico a facce centrate (CFC)

fi: 74% fi: 74%

ABCABC
ABABAB
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Reticoli CCC (calcolo parametri reticolari)
a0: lato della cella unitaria
r: raggio atomico (sfere rigide
tangenti)

a2+a2+a2=(4r)2

a0=4r/√3
N° atomi per cella =
8x(1/8)+1=2
Piani massima densità
Numero coordinazione atomica
= 4+4=8
ß Fattore di
Impacchettamento

Le direzioni di massimo impaccamento (close-packed


directions) sono le diagonali del cubo
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Reticoli CFC (calcolo parametri reticolari)
a0: lato della cella unitaria
r: raggio atomico (sfere rigide
tangenti)

a0=4r/√2
N° atomi per cella = 4
Numero coordinazione
= 4+4+4=12

Piani massima densità
atomica

Le direzioni di massimo impaccamento (close-packed


directions) sono le diagonali delle facce del cubo
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Reticoli EC (calcolo parametri reticolari)

a0: lato della cella unitaria
r: raggio atomico (sfere rigide
tangenti)

a=2r
N° atomi per cella =
Piani massima densità
3+12x(1/6)+2x(1/2)=6 atomica
Numero coordinazione
= 6+3+3=12

Fattore di Impacchettamento
fi=0.74
Le direzioni di massimo impaccamento (close-packed
directions) sono le diagonali sulle facce esagonali
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Reticoli tipici dei metalli

(6)

Cubico Cubico a corpo Cubico a facce centrate


semplice centrato (CCC) (CFC)

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Siti interstiziali
Gli spazi vuoti fra gli atomi nelle diverse strutture cristalline
sono detti “siti interstiziali”:
Esempi di siti
interstiziali ottaedrici

CFC

Nelle celle cubiche ed esagonali ci


sono interstizi ottaedrici o Esempi di siti
tetraedrici interstiziali tetraedrici

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Siti interstiziali - CCC

In blu i siti ottaedrici

In verde i siti tetraedrici

4/2 x6 tetra = 12 tetra


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Siti interstiziali - CFC

In verde i siti tetraedrici

In rosso i siti ottaedrici In cella CFC (es. Fe γ) gli interstizi sono più
spaziosi che in cella CCC (Fe α):
Rmax(CFC)=0.41R vs. Rmax(CCC)=0.29R
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Siti interstiziali - EC

In rosso i siti tetraedrici

In verde posizione
atomo in siti
ottaetraedrici
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Siti interstiziali - EC

Siti ottaetraedrici

Siti tetraedrici
Siti interstiziali

Il numero di vuoti ottaetrici e tetraedrici per le


celle ad alto fattore d’imapccamento CFC e EC è
legato al numero di atomi appartenenti alla cella
elementare.

v I vuoti ottaetrici sono pari al numero di atomi
della cella
v I vuoti tetraedrici sono pari al doppio del
numero di atomi della cella

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Posizioni Atomiche
La posizione di un atomo all’interno delle celle unitarie
cubiche viene definito utilizzando un sistema di
coordinate cartesiane.
Le posizioni atomiche sono individuate utilizzando le
distanze unitarie lungo gli assi

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Direzioni cristallografiche nelle celle cubiche
Gli indici di Miller sono un sistema di notazione utilizzato in
cristallografia per descrivere i differenti piani e direzioni in un
reticolo di Bravais. introdotti nel 1839 dal mineralogo William
Hallowes Miller.
Gli indici di una direzione cristallografica sono le componenti
scomposte del vettore di direzione lungo ognuno degli assi
coordinati, ridotte agli interi più piccoli.
Si rappresentano come numeri tra parentesi quadrate

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Direzioni cristallografiche nelle celle cubiche

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Direzioni cristallografiche nelle celle cubiche
•  Direzioni parallele hanno gli stessi indici di direzione.
• Due direzioni sono cristallograficamente equivalenti se hanno la
stessa densità lineare ⇒ famiglia di direzioni equivalenti.

Per esempio, le seguenti linee degli spigoli del cubo, sia nella
struttura CCC che in quella CFC, sono direzioni cristallograficamente
equivalenti:



Dove la notazione <100> è usata per indicare collettivamente le
direzioni corrispondenti agli spigoli di un cubo.
Altre famiglie di direzioni sono le diagonali del cubo <111> e le
diagonali delle facce del cubo <110>.
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Direzioni cristallografiche nelle celle cubiche
Esercizio

Determinare gli indici di Miller


Delle direzioni A, B e C

(c) 2003 Brooks/Cole Publishing /


Thomson Learning™

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Direzioni cristallografiche nelle celle cubiche
Soluzione Direzione A
1. I punti sono: 1, 0, 0, e 0, 0, 0
2. 1, 0, 0, -0, 0, 0 = 1, 0, 0
3. Non vi sono frazioni da eliminare
4. [100]
Direzione B
1. I punti sono 1, 1, 1 e 0, 0, 0
2. 1, 1, 1, -0, 0, 0 = 1, 1, 1
3. Non vi sono frazioni da eliminare
4. [111]
Direzione C
1. I punti sono: 0, 0, 1 e 1/2, 1, 0
2. 0, 0, 1 -1/2, 1, 0 = -1/2, -1, 1
(c) 2003 Brooks/Cole Publishing /
3. 2(-1/2, -1, 1) = -1, -2, 2
Thomson Learning™
4. [122]

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Piani cristallografici nelle celle cubiche
Gli indici di Miller di un piano
cristallografico sono i reciproci delle
frazioni delle intercette del piano con gli
assi cristallografici x, y, z dei tre spigoli
non paralleli della cella cubica unitaria

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Piani cristallografici nelle celle cubiche

Un piano che
passa per l’origine
ha Indici di Miller
indeterminati

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Piani cristallografici nelle celle cubiche

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Piani cristallografici nelle celle cubiche
•  Piani paralleli non hanno sempre gli stessi indici di Miller.

•  Due piani sono cristallograficamente equivalenti se la densità atomica
planare su di essi è la stessa ⇒ famiglia di piani equivalenti che si
indica con {hkl}

I piani delle superfici delle facce delle celle CCC e CFC sono
cristallograficamente equivalenti: (100), (010), (001) ≅ {100}, così come i
piani diagonali delle celle cubiche

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Piani cristallografici nelle celle cubiche

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Piani cristallografici nelle celle cubiche

La distanza interplanare fra


piani in celle cubiche è pari a:

a
d=
h2 + k 2 + l 2

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Piani cristallografici nelle celle cubiche
Esercizi
1.  Determinare gli indici di miller dei seguenti piani
2.  Tracciare il piano (1 0 1)
3.  Tracciare il piano (2 2 1)

(c) 2003 Brooks/Cole Publishing /


Thomson Learning™

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Piani cristallografici nelle celle cubiche
Piano A
Soluzioni 1. x = 1, y = 1, z = 1
2. 1/x = 1, 1/y = 1,1 /z = 1 (reciproco)
1. Determinare 3. Non vi sono frazioni
gli indici di miller 4. (111)
dei seguenti Piano B
1. Il piano non intercetta mai l’asse z, quindi: x = 1, y = 2,
piani and z = ∞
2. 1/x = 1, 1/y =1/2, 1/z = 0 (reciproco)
3. 1/x è 2, 1/y è 1, 1/z è 0 (Eliminazione frazione)
4. (210)
Piano C
1.  Si trasla nella direzione y il piano poiché passa per 0,
0, 0. Ne deriva che: x = ∞, y = 1, and z =∞
2.  2.1/x = 0, 1/y = 1, 1/z = 0 (reciproco)
3. Non vi sono frazioni
(c) 2003 Brooks/Cole
Publishing / Thomson
Learning™
4. (010)

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Piani cristallografici nelle celle cubiche (esercizio)
Soluzioni

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Direzioni e Piani cristallografici nelle celle esagonali
Per determinare le direzioni e i piani cristallografici nelle celle elementari
EC si procede come per le celle cubiche ma utilizzando quattro indici (hkil).
Questi indici a quattro cifre sono basati su un sistema di coordiante a
quattro assi (a1, a2,a3,z).
Direzioni

Indicazione
direzione

Dividere per 3

Proiezioni

op pq qr rs
https://www.youtube.com/watch?v=ZCJOqnK80Ic
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Direzioni e Piani cristallografici nelle celle esagonali
Piani
I reciproci delle intersezioni del piano cristallino con a1, a2 e a3
fornisce gli indici h, k e i mentre il reciproco dell’intersezione con
l’asse c fornisce l’indice l.

a1 a2 a3 z

1 1 -2 1

1 1 -1/2 1

a a -a/2 c

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Direzioni e Piani cristallografici nelle celle esagonali

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Struttura cristallina e deformabilità

Metalli CFCà
DUTTILI

TRAZIONE UNIASSIALE)
(si deformano
prima di
Alluminio fratturarsi)
Cubico a facce
centrate (CFC)

Metalli ECà
FRAGILI
Magnesio (si fratturano
Esagonale senza quasi
compatto deformarsi)
(EC)
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 54
Strutture e deformabilità plastica

•  Deformazione plastica = moto delle dislocazioni


(difetti di linea)
•  La deformazione plastica solitamente ha luogo nei
piani a massima densità atomica e lungo direzioni
a massima densità atomica (ß dove è richiesto
uno sforzo minore per muovere le dislocazioni)
•  N° piani di scorrimento x N° direzioni di
scorrimento in ciascun piano = N° SISTEMI per lo
scorrimento delle dislocazioni
•  Un alto N° di sistemi di scorrimento (in piani a
massima densità atomica) implica un’alta
deformabilità plastica (duttilità)
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 55
Strutture e deformabilità plastica
CFC CCC EC

Struttura Piani di Direzioni di Sistemi di Densità atomica


scorrimento scorrimento scorrimento
CFC {111} <110> 4x3=12 Max
4 piani 3/piano
duttile
CCC {110} <111> 6x2=12 -
6 piani 2/piano
EC {001} <110> 3x1=3 Max
1 piano 3/piano fragile

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Allotropia o polimorfismo: Ti
Allotropia: capacità di assumere diverse strutture cristalline al
variare della temperatura

T=883°C
αTi (EC) à βTi (CCC)
αTi (ESAGONALE COMPATTO) βTi (CUBICO A CORPO CENTRATO)
Scarsamente deformabile a T ambiente Deformabile ad alta T

•  Si può sfruttare utilmente la diversa deformabilità


plastica dei 2 allotropi del Ti alle diverse temperature
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 57
Allotropia o polimorfismo: Fe
Fe-liq
1538°C
Fe-δ 1392°C
(CCC)

Fe-γ
(CFC)
911 °C


Fe-α
(CCC)

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Conseguenze dell’allotropia del Ferro

Esercizio

Valutare la variazione volumetrica relativa che si ha


durante la trasformazione del Fe da fase alfa a fase
gamma. Il parametro reticolare della fase alfa (CCC) è
pari a 0,2863 nm, mentre il parametro reticolare della
fase gamma (CFC) è pari a 0.3591 nm.

a0(cfc)=4r/√2 a0(ccc)=4r/√3

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 59


Conseguenze dell’allotropia del Ferro
Soluzione
Tenendo conto che la cella CFC contiene 4 atomi, mentre la CCC ne contiene 2,
si confrontano 2 celle CCC ed 1 CFC (a parità di numero atomi).
Calcolo della variazione di volume relativa nella trasformazione αàγ:



Fe si contrae nel passaggio αàγ
provocando variazioni dimensionali nei
pezzi durante i trattamenti termici
CCC CFC


13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 60
Allotropia o polimorfismo: Sn

Sn grigio
(α-Sn, Cubico) Sn bianco
termodinamicamente (β-Sn, TCC)
stabile T< 13.2 °C Trasformazione termodinamicamente
allotropica stabile a T> 13.2 °C
(T=13.2°C)

•  La trasformazione allotropica β→α (al raffreddamento) causa


un aumento di volume del 27% volume à perdita di integrità
(“peste dello Stagno”: problemi di conservazione reperti e
brasature a basse temperature o in ambiente spaziale)

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 61


Struttura cristallina e comportamento dei metalli

In sintesi, la struttura cristallina influenza in diversi modi il


comportamento dei metalli:

1.  È responsabile del comportamento a deformazione plastica:
metalli con un elevato numero di sistemi di scorrimento,
dettati dalla geometria della cella unitaria, tendono a
comportarsi in modo duttile.
2.  È responsabile del fenomeno dell’allotropia: esistenza di
diverse strutture a diverse temperature per uno stesso metallo
à sfruttare utilmente la struttura di interesse agendo sulla
temperatura (trattamento termico)
3.  È responsabile della diversa solubilità degli elementi di lega in
un dato metallo.
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 62
Difetti reticolari
Solo le strutture cristalline ideali sono perfette: I cristalli reali
contengono difetti, che hanno un ruolo chiave nel determinare le
proprietà fisiche e meccaniche dei materiali metallici:

•  Difetti di punto
(vacanze, interstiziali, sostituzionali) diffusione

•  Difetti di linea deformazione
(dislocazioni) plastica

•  Difetti di superficie
meccanismi di rinforzo,
(bordi di grano)
creep, corrosione

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 63


Difetti reticolari puntiformi

(a)  Vacanza
(b)  Interstiziale (atomo estraneo solo piccolo)
(c)  Sostituzionale (atomo estraneo piccolo)

(d)  Sostituzionale (atomo estraneo grande)

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 64


Vacanze
Difetti di punto dovuti all’assenza di uno o più atomi nei
punti reticolari.
−Q
N v = N 0Ce RT

Nv: numero vacanze per unità di volume


N0: numero di punti reticolari per unità di volume
C: costante
Q: energia necessaria per formare una vacanza
VACANZA T: Temperatura in K
R: costante dei gas (1.38x10-23 J/(atomo K oppure
8.31 J/mole K)
•  La concentrazione di vacanze Nv cresce esponenzialmente con T

•  Le vacanze possono essere prodotte dal bombardamento con
particelle ad alta energia
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 65
Dati sulle Vacanze (Cu)
•  valori tipici del rapporto fra
vacanze e posizioni nodali:
à T ambiente:
Nv/N0 = 1:100.000 QCu= 20 cal/mole

à T fusione:
Nv/N0 = 1:1000

•  mobilità vacanze:
à T ambiente: 1 salto
ogni 106 secondi

à T fusione:
1 salto ogni 10-11 secondi

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 66
Interstiziali
Difetti di punto dovuti alla presenza di atomi della stessa natura
(autointerstiziali) o, più spesso, di diversa natura (e di piccole
dimensioni) rispetto al metallo ospitante (solvente). Questi atomi
“ospiti” si posizionano negli spazi vuoti del reticolo (interstizi)

Es. H, C, N, O in Fe Es. Fe
(soluzioni solide in Fe
interstiziali)

Nonostante le piccole dimensioni, anche gli elementi leggeri sono


più grandi degli interstizi liberi à DISTORSIONE del reticolo
Rinforzo per
soluzione solida
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 67
Conseguenze dell’allotropia del Ferro

Lo spazio disponibile negli
interstizi della cella CFC (Fe-γ) è
maggiore di quello nel Fe-α (CCC)

CFC (Fe-γ)

La solubilità del C nel Fe-γ (CFC)
è significativamente maggiore di
quella nel Fe-α (CCC):

C(Fe-α) ≤ 0.02 % in peso


C(Fe-γ) ≤ 2.1% in peso

CCC
Diversa solubilità C in 2
diverse forme del Fe à
(Fe-α) possibilità di eseguire
Rmax(CFC)=0.41R vs. Rmax(CCC)=0.29R tempra martensitica
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 68
Sostituzionali
Difetti di punto dovuti alla presenza di atomi di diversa natura (di
piccole o grandi dimensioni) rispetto al metallo ospitante
(solvente). Questi atomi “ospiti” si posizionano nei punti reticolari.

La presenza di atomi sostituzionali


provoca tensioni residue di segno
diverso a seconda del rapporto fra
dimensioni degli atomi dell’ospite
(soluto) rispetto all’ospitante
(solvente)

trazione compressione
Indipendentemente dalle dimensioni, la presenza di atomi
sostituzionali provoca comunque DISTORSIONE del reticolo
Rinforzo per
alligazione
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 69
Diffusione allo stato solido
Il fenomeno della diffusione dà luogo a
trasporto di materia per effetto del
movimento di atomi (favorito ad alta T),
che avviene per riequilibrare un
gradiente di concentrazione.

•  La diffusione è attivata
termicamente, quindi diventa
importante con:

T ≥ 0.3 ÷ 0.4 Tfus


Tfus: Temperatura di fusione in gradi Kelvin

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 70


Diffusione allo stato solido

Prima Simulazione mediante metodi di dinamica


della molecolare dell’interdiffusione Al-Cu
diffu-
sione

Durante

Dopo

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 71


Diffusione: meccanismi
La diffusione avviene grazie alla presenza di difetti puntiformi,
che facilitano il movimento di atomi da un punto reticolare
all’altro.
Moto dell’atomo

Moto della vacanza


Diffusione di vacanze Diffusione di interstiziali
(o sostituzionali)
à TUTORIAL INTERATTIVO http://www.doitpoms.ac.uk/
tlplib/diffusion/diffusion_mechanism.php
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 72
Diffusione: energia di attivazione

L’energia di
attivazione per il
Sostituzionale moto di atomi
(o vacanze) sostituzionali o
vacanze è maggiore
che per il moto di
Energia

atomi interstiziali
(es. H, C, N)

Interstiziale
à Il moto di
interstiziali è
favorito
energeticamente

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 73


Diffusione: meccanismi

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 74


Diffusione: 1a Legge di Fick
In regime stazionario
(Jx costante nel tempo)

∂c La forza motrice Unità di


J x =−D per la diffusione è superficie
∂x il gradiente di
concentrazione
(dC/dx)

Jx = flusso: N° di atomi che


attraversano, nell’unità di tempo,
l’unità di superficie, atomi/(m2s)
D = coefficiente di diffusione o diffusività
(m2/s): mobilità specie diffondente

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 75


Diffusione: 1a Legge di Fick
Coefficiente di diffusione o diffusività

D = D0exp (-Q/RT) Unità di


superficie

La diffusività D cresce
esponenzialmente con la
temperatura (T)

D0: costante del materiale m2/s


Q: energia di attivazione per la
diffusione. J/mole
R: costante dei gas. 8.31 J/mole K

14/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 76


Diffusività D
Temperatura, °C

D = D0exp (-Q/RT)

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 77


Diffusività D
D = D0exp (-Q/RT)
Temperatura, °C

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 78


Diffusione: influenza della microstruttura
Temperatura, K

SUPERFICIE
Diffusività (m2/s)

BORDO GRANO

VOLUME

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 79


Bordi di grano
Metallo Policristallino Bordo Grano

Il bordo di grano (dove si incontrano grani


cristallini cresciuti a partire da diversi
nuclei durante la solidificazione) ha un
arrangiamento meno ordinato degli atomi
(per accomodare le differenze di
orientazione dei diversi grani).

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 80


Diffusione: influenza della microstruttura

http://www.doitpoms.ac.uk/tlplib/diffusion/microstructure.php
A bordo grano (grain
boundary) si trova
una più alta
concentrazione di
vacanze, che rendono
più veloce la
diffusione degli atomi

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 81


Diffusione: 2a legge di Fick
Regime NON stazionario
(il gradiente di concentrazione cala nel tempo)
2
∂cx ∂ ∂cx ∂ cx Esprime la dipendenza da
= (D ) = D 2 Temperatura (attraverso D)
∂t ∂x ∂x ∂x e tempo (t)

à La soluzione dell’equazione differenziale della 2° legge di Fick


rappresenta il profilo della concentrazione in direzione x (cx=f(x)),
che dipende dalle condizioni al contorno.
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 82
Diffusione: 2a legge di Fick
cx − c0 x
= 1− erf ( ) (Ostrand-Dewey)
cs − co 2 Dt Condizioni al contorno:

C0= concentrazione iniziale


!c x = c 0 t = 0 ∀x
CS= conc. in superficie (costante)
"
#c = cs x = 0 t >0
erf: funzione di errore Gaussiana (tabulata per ≠ valori di z)
2 z −y 2
erf (z ) = ∫ e dy
π 0 x
z=
2 Dt

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 84


Diffusione: 2a legge di Fick


Risolvendo la 2°
legge di Fick, con
date condizioni al
contorno si ricava il
profilo di
concentrazione di C
(funzione di x e t)

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 85


Diffusione in solido: dove si manifesta?

•  Trattamenti termici.
•  Cambi fisici nella microstruttura (es. accrescimento dei grani).
•  Sinterizzazione di polveri.
•  Deformazione ad alta temperatura (creep).
•  Processi di saldatura allo stato solido (es. Diffusion Bonding).
•  Trattamenti termochimici.
•  (…)

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 86


Diffusione in solido: dove si manifesta?
•  La diffusione è responsabile dell’accrescimento dei grani…

L’accrescimento dei
grani si verifica perché
gli atomi diffondono
attraverso i bordi di
grano.

•  La diffusione permette la saldatura per diffusione…


La diffusione a bordo
grano aumenta
l’estensione dell’area
saldata e fa diminuire le
dimensioni dei vuoti, che
vengono poi eliminati
definitivamente dalla
diffusione in volume.

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 87


Diffusione in solido: Applicazioni
•  Diffusione nella sinterizzazione (metallurgia delle polveri)…
Gli atomi diffondono
attraverso i punti di
contatti fra granuli,
creando colli e
riducendo la
dimensione dei pori.

•  La diffusione nei trattamenti termochimici…

H
C

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 88


Diffusione in solido: carbocementazione
http://www.doitpoms.ac.uk/miclib/full_record.php?id=289

Cuore Superficie


à Per ottenere alta
durezza superficiale
Diffusione
combinata con
adeguata tenacità Concentrazione
a cuore Carbonio, C%

Distanza dalla superficie

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 89


Diffusione: 2a legge di Fick
Esercizio 1. Applicazione al calcolo dello spessore interessato dalla diffusione
del C durante un trattamento di carbocementazione
La superficie di un acciaio allo 0.1%C deve essere sottoposta a carbocementazione.
Durante il trattamento termochimico di diffusione, l’acciaio viene posto in
un’atmosfera che fornisce un potenziale di C pari a 1.2%C sulla superficie dell’acciaio
posto ad alta temperatura. Il C successivamente diffonde entro l’acciaio. Per
ottimizzare le proprietà l’acciaio deve contenere 0.45% C ad una profondità di 2 mm
dalla superficie. Quanto dovrà durare il trattamento di carbocementazione se il
coefficiente di diffusione D è 2x10-11 m2s-1?

Cx − C0 ⎛ x ⎞
∂C ∂ 2C = 1− erf ⎜ ⎟
=D 2 Cs − C0 ⎝ 2 Dt ⎠
∂t ∂x
Cs = concentrazione in superficie dell’elemento che
diffonde;
Cx = concentrazione ad una distanza x dalla
superficie;
C0 = concentrazione iniziale della specie diffondente
nel materiale, prima della diffusione;
t = tempo del trattamento, s.
13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 90
Diffusione: 2a legge di Fick
Soluzione 1:
Cs = 1.2%C, C0 = 0.1%C
Cx = 0.45%C, x = 2 mm = 0.002 m
D = 2x10-11 m2s-1
C x − C0 0.45− 0.1 ⎛ x ⎞ ⎛ ⎞
0.002
= = 1− erf ⎜ ⎟ = 1− erf ⎜⎜ ⎟

Cs − C0 1.2 − 0.1 ⎝ 2 Dt ⎠ ⎝ 2 (2 ⋅10 −11
)t ⎠
⎛ 224 ⎞
0.68 = erf ⎜ ⎟
⎝ t ⎠
se la funzione degli errori erf(z) vale 0.68, l'argomento z=0.71
2
224 ⎛ 224 ⎞
= 0.71 t =⎜ ⎟ = 99536 s = 27.6 h Cx − C0 = 1− erf ⎛ x ⎞
t ⎝ 0.71 ⎠ Cs − C0
⎜ ⎟
⎝ 2 Dt ⎠

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 91


Diffusione: 2a legge di Fick

Esercizio 2. - Supposto che occorrano 10 h per far diffondere il C fino ad 1


mm dalla superficie di un ingranaggio di acciaio a 800 °C (1073 K), quanto
tempo è necessario per ottenere la stessa profondità di diffusione a 900 °C
(1173 K) e con le stesse concentrazioni iniziali e finali?
L’energia di attivazione Q per la diffusione del C nel Fe-γ (cfc) è 137850 J/mole.

Cx − C0 ⎛ x ⎞
= 1− erf ⎜ ⎟
Cs − C0 ⎝ 2 Dt ⎠

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 92


Diffusione: 2a legge di Fick Cx − C0 ⎛ x ⎞
= 1− erf ⎜ ⎟
Cs − C0 ⎝ 2 Dt ⎠
Soluzione 2
Supposto che occorrano 10 h per far diffondere il C fino ad 1 mm dalla
superficie di un ingranaggio di acciaio a 800 °C (1073 K), quanto tempo è
necessario per ottenere la stessa profondità di diffusione a 900 °C (1173 K) ?
L’energia di attivazione Q per la diffusione del C nel Fe-γ (cfc) è 137850 J/mole.

SOLUZIONE: Se vogliamo ottenere lo stesso profilo di concentrazione ad


entrambe le temperature:
D1073t1073=D1173t1173 D = D0exp (-Q/RT)

D1073 ⋅t1073 exp(−137850 / (8.314)(1073))


t1173 = = t1073 =
D1173 exp(−137850 / (8.314)(1173))
= 10exp(−1.315) = 10⋅0.268 = 2.681h.

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 93


Cosa ho imparato

•  Come tendono a disporsi gli atomi che sono soggetti


ad un legame metallico?
•  Quali sono i reticoli cristallini tipici dei materiali metallici?
•  Definire fattore d’impaccamento, densità atomica lineare, densità
atomica planare, numero di coordinazione
•  Come vengono identificate le direzioni ed i piani in reticoli cubici?
•  Come vengono identificate le direzioni ed i piani in reticoli esagonali?
•  Cosa sono i siti interstiziali?
•  Quale fra reticolo CCC e CFC ha siti interstiziali di dimensioni maggiori?
•  Cosa si intende per allotropia?

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 94


Cosa ho imparato

•  Cosa si intende per difetto di punto di un reticolo


cristallino?
•  Quali sono i parametri che incidono sulla densità delle vacanze
reticolari?
•  Quali sono i meccanismi con cui avviene la diffusione? Qual è il più
favorito?
•  In regime di diffusione stazionario, il flusso di atomi da quali
parametri è controllato?
•  Nel caso di diffusione non stazionaria, quali informazioni è
necessario possedere per valutare la concentrazione dell’elemento
diffondente ad una determinata profondità nel materiale?
•  In che maniera la microstruttura influenza i fenomeni diffusivi?

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 95


Glossario

13/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 96


Riferimenti bibliografici
•  S.Barella, A. Gruttadauria, “Metallurgia e Materiali non metallici”
Eusculapio
•  W.D.Callister, Jr., “Scienza e Ingegneria dei Materiali: una
Introduzione”, Edises
•  Donald R. Askeland, P. Webster "The science and engineering of
materials", Chapman & Hall
•  Lucidi Prof. Lorella Ceschini, “Metallurgia T”, Corso di laurea in
Ingegneria Meccanica e Chimica, Università di Bologna
•  Lucidi Prof. Carla Martini, “Metallurgia T”, Corso di laurea in
Ingegneria Energetica, Università di Bologna
•  http://www.doitpoms.ac.uk
•  https://demonstrations.wolfram.com
•  http://people.virginia.edu/~lz2n/mse209/
•  http://archive.cnx.org/contents/11636092-77ed-4b50-910c-37a3b38e928b@3/
lattice-structures-in-crystalline-solids

14/09/20 Alessandro Morri – 1. Struttura cristallina, difetti puntiformi, diffusione 97


Video
1.  https://www.youtube.com/watch?v=7TdNbg3Kt2c
2.  https://www.youtube.com/watch?v=liwX_lLb2ds
3.  https://www.youtube.com/watch?v=qAeaHYSX0hs
4.  https://youtu.be/B1JzFAD1GAo
5.  https://www.youtube.com/watch?v=uKpr-9vmgsc
6.  https://youtu.be/QC8_Q5CnvBs
7.  https://youtu.be/e0Rm3RELwqo
8.  https://youtu.be/ETEys1dD5DI
9.  https://youtu.be/qMJGylEAQsU
10.  https://youtu.be/iOHFrtCxAxc
11.  http://www.youtube.com/watch?v=Wr7WbKODM2Q

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