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struttura e
comportamento dei
materiali metallici – 1
Tecnologia Meccanica – I modulo
a.a. 2018-2019
Figura 3.1 Palette per turbina per motori a propulsione realizzate mediante tre diverse tecnologie:
(a) fusione tradizionale; (b) solidificazione direzionale, con grani colonnari, come evidente dalle linee
verticali; (c) monocristallo. Sebbene più costose, le palette monocristallo presentano proprietà
ad elevata temperatura decisamente superiori alle altre ottenute con metodi tradizionali. Fonte: United
Technologies Pratt and Whitney.
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Struttura cristallografica dei metalli
Gli atomi del materiale nel passaggio allo stato solido si dispongono
in configurazioni ordinate chiamate CRISTALLI.
STRUTTURA CRISTALLOGRAFICA è la disposizione degli atomi.
CELLA ELEMENTARE è il più piccolo gruppo di atomi che evidenzia il
RETICOLO CRISTALLINO caratteristico del metallo.
La maggior parte dei metalli appartiene ad uno dei seguenti schemi
base:
• Cubico a corpo centrato (bcc : body-centered-cubic)
• Cubico a facce centrate (fcc : face-centered-cubic)
• Esagonale compatto (hcp : hexagonal-compact)
Strutture differenti richiedono livelli energetici differenti per la loro
formazione e distruzione. A diversa temperatura lo stesso materiale
può assumere strutture diverse.
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Figura 3.2 Struttura cristallografica cubica a corpo centrato (bcc): (a) modello a sfere rigide;
(b) cella elementare; (c) singolo cristallo con diverse celle elementari. Metalli bcc sono il cromo,
il titanio e il tungsteno. Fonte: W. G. Moffatt.
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Figura 3.3 Struttura cristallografica cubica a facce centrate (fcc): (a) modello a sfere rigide; (b) cella
elementare; (c) singolo cristallo con diverse celle elementari. Metalli fcc sono l’alluminio, il rame, l’oro e
l’argento. Fonte: W. G. Moffatt.
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Figura 3.4 Struttura cristallografica esagonale compatta (hcp): (a) cella elementare; (b) singolo cristallo
con diverse celle elementari. Metalli hcp sono lo zinco, il magnesio e il cobalto. Fonte: W.G. Moffatt.
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Struttura cristallografica dei metalli
Figura 3.6 Andamento della tensione di taglio a seguito del movimento di un piano di atomi sull’altro.
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Figura 3.7 Rappresentazione schematica delle linee e delle bande di scorrimento in un monocristallo
soggetto a tensione di taglio. Una banda di scorrimento consiste in un certo numero di piani di
scorrimento. Il cristallo al centro del disegno in alto rappresenta un singolo grano circondato da altri grani.
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Figura 3.10 (a) Dislocazione a spigolo, un difetto lineare nello spigolo di un piano aggiuntivo di atomi.
(b) Dislocazione a vite, un difetto a elica nel reticolo atomico tridimensionale. Le dislocazioni a vite sono
così dette in quanto i piani atomici formano una rampa a spirale.
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Figura 3.11 Movimento di una dislocazione a spigolo lungo il reticolo cristallino sotto carico applicato. Le
dislocazioni aiutano a spiegare perché la resistenza reale dei metalli è molto minore di quella prevista
dalla teoria atomica.
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Policristalli
Figura 3.12 Rappresentazione schematica dei vari stadi di solidificazione del metallo fuso. Ogni
quadratino rappresenta una cella elementare. (a) Nucleazione dei cristalli in aree casuali all’interno del
metallo fuso. Da notare che l’orientazione cristallografica di ogni sito è diversa. (b) e (c) Crescita dei
cristalli al procedere della solidificazione. (d) Metallo solidificato, con evidenziati grani e bordi dei grani. Da
notare i diversi angoli con cui i grani adiacenti si congiungono. Fonte: W. Rosenhain.
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Figura 3.13 Andamento della tensione di trazione lungo un piano di un campione di metallo policristallino
soggetto a trazione. Da notare che la resistenza di ogni grano dipende dalla sua orientazione.
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Figura 3.16 (a) Rappresentazione schematica di una cricca in una lamiera soggetta a rigonfiamento
(bulging). Da notare l’orientazione della cricca rispetto alla direzione di laminazione della lamiera
anisotropa. (b) Lamiera di alluminio con una cricca (linea scura verticale al centro) sviluppatasi in una
prova di bulging. Fonte: J. S. Kallend, Illinois Institute of Technology.
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Riassetto e Ricristallizzazione
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Figura 3.22 Rappresentazione schematica di tipologie diverse di frattura in trazione: (a) frattura fragile
in metalli policristallini; (b) frattura a taglio in monocristalli duttili (vedi anche Figura 3.5a); (c) frattura
duttile a coppa e cono in metalli policristallini (vedi anche Figura 2.2); (d) frattura duttile completa in
metalli policristallini, con riduzione dell’area del 100%.
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Figura 3.32 Riduzione nella resistenza a fatica di acciai soggetti a varie operazioni di finitura superficiale.
(a) Effetto della rugosità superficiale. Da notare che la riduzione aumenta all’aumentare della rugosità
superficiale e della resistenza dell’acciaio. Fonte: J. E. Shigley e L. D. Mitchell. (b) Effetto delle tensioni
residue ottenute dopo pallinatura (Paragrafo 4.5.1). Fonte: B. J. Hamrock, S. R. Schmidt e B. O.
Jacobson.
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Proprietà dei metalli
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Leghe Ferrose
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Acciai inossidabili
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Ghise
Ghise
GHISA GRIGIA: grafite in flocculi e tendenzialmente fragile. Capacità
di smorzamento delle vibrazioni per attrito interno, particolarmente
idonea per la realizzazione di basamenti e strutture delle macchine
utensili.
GHISA DUTTILE o NODULARE: grafite in noduli, maggiore tenacità
rispetto a grigia. Applicazioni: componenti di macchinari, tubazioni o
alberi.
GHISA BIANCA: elevata presenza di carburi la rendono molto dura.
Applicazioni: componenti soggetti ad usura, suole dei freni.
GHISA MALLEABILE: Trattamento termico conferisce maggiore
tenacità, quindi idonea per applicazioni con urti. Principale utilizzo in
ambito ferroviario.
GHISA CON GRAFITE COMPRESSA: Idonea per applicazioni ad alta
temperatura: blocchi motori.
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Figura 5.14 Microstrutture delle ghise. Ingrandimento: 100X. (a) Ghisa grigia ferritica con flocculi di
grafite, (b) ghisa nodulare (ghisa duttile) ferritica con grafite in forma nodulare e (c) ghisa malleabile
ferritica. Questa ghisa è stata solidificata come ghisa bianca, con il carbonio presente in forma di
cementite Fe3C, e quindi trattata termicamente per grafitizzare il carbonio.
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Alluminio e leghe d’alluminio
Caratteristiche:
• Elevato rapporto resistenza/peso
• Resistenza alla corrosione
• Conduttività termica ed elettrica
• Non-tossicità
• Facilità di lavorazione e finitura superficiale
Applicazioni:
• Contenitori alimentari ed imballaggi
• Trasporti (aerospaziali ed aeronautiche, automobili, autobus,
treni)
• Trasporto energia elettrica
• Elettrodomestici
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Leghe di magnesio
Leghe di rame
Applicazioni simili all’alluminio:
• Componenti elettrici ed elettronici
• Molle
• Scambiatori di calore
• Tubature
• Utensili da cucina
Principali leghe:
• Ottone: rame + zinco
• Bronzo: rame + stagno
• Bronzi all’alluminio
• Bronzi al berillio
• Bronzi al fosforo
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Leghe di nichel
Applicazioni ad alta temperatura:
• Componenti di motori, razzi, impianti nucleari
• Componenti per settori alimentare, chimico e marino
• Monete
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Superleghe
Sono a base ferro, cobalto (STELLITI) o nichel. Contengono nichel,
cromo, cobalto, alluminio, tungsteno, titanio come elementi
principali in lega.
Applicazioni ad alta temperatura con resistenza alla corrosione e
resistenza meccanica e alla fatica termica (max 1000 °C):
• Motori a propulsione
• Turbine a gas, motori dei razzi
• Stampi per lavorazioni a caldo
• Industrie nucleare, chimica e petrolchimica
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Figura 3.34 Sezione trasversale di un motore a propulsione (PW 2037) con i diversi componenti e le
leghe utilizzate per realizzarli. Fonte: United Aircraft Pratt & Whitney.
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Metalli refrattari
Sono caratterizzati da alto punto di fusione ed applicati dove le
condizioni di esercizio lo impongano (1100-2000°C)
• Industria aerospaziale
• Produzione energia
In ordine di importanza:
• Molibdeno
• Niobio
• Tungsteno
• Tantalio
Carburi metallici
Inventati negli anni 1930 in Germania e Giappone, sono il materiale
principali per la realizzazione di utensili, grazie all’elevata resistenza
meccanica e durezza che permane fino alle alte temperature.
Sono composti da un carburo in una matrice metallica di cobalto:
• Carburo di tungsteno o WIDIA
• Carburo di titanio o CERMET (maggior durezza e resistenza
all’usura rispetto WIDIA ma minore tenacità)
Le caratteristiche meccaniche possono essere variate modificando la
percentuale di cobalto (dal 5 al 40% in peso) e la dimensione dei
grani.
I componenti vengono prodotti per SINTERIZZAZIONE e possono
essere rivestiti con materiali ceramici al fine di aumentarne
ulteriormente le prestazioni.
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Carburi metallici
Materiali ceramici
Principalmente di due tipi:
• A base ossido di alluminio Al2O3 (ALLUMINA)
• A base nitruro di silicio Si3N4
Caratteristiche: elevata durezza a caldo e stabilità chimica ma molto
fragili.
Possono essere resi maggiormente resistenti con aggiunta di metalli
(cobalto) e rinforzi fibrosi (es. cristalli di carburo di silicio, nanotubi di
carbonio, …)
Applicazioni:
• componenti speciali
• utensili da taglio
Esagonale Cubica
Alta Temperatura
&
Ultra alta
Pressione
Grafite Diamante
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