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STRUTTURE CRISTALLINE
I materiali metallici sono formati da legami metalli.
Il legame metallico sono formati da elementi che hanno bassa elettronegatività, cioè
nessuno degli elementi riesci ad attirare a se elettroni di
altri atomi. Per questo si forma il cosiddetto mare di
elettroni.
Per effetto della forza coulombiana, allora gli
atomi/elettroni si troveranno tutti alla stessa distanza
l’uno dall’altro.
Per studiare la struttura la struttura di un metallo, e quindi la posizione nello spazio
degli atomi, sono state introdotte le strutture cristalline.
DEF: Una struttura cristallina è un’«impalcatura» di atomi regolare e ordinata
Nei metalli la struttura cristallina è disposta in modo uniforme per tutto il materiale,
allora possiamo sostituire il termine
“struttura” con “reticolo cristallino”
DEF: I reticoli cristallini sono quadrati in
3 dimensioni in cui l’intersezione tra le
diverse linee coincidono con i centri
delle sfere (gli atomi/ioni)
Il singolo quadrato prende il nome di
cella unitaria.
Al variare dei parametri, cambia la struttura del reticolo. Esistono 7 tipi di reticolo
cristallino:
Alcuni di questi reticoli hanno gli atomi/ioni disposti al loro interno in modo diverso.
Per i materiali metallici possiamo trovare 3 tipi di disposizione diversa, per 2 sistemi
cristallini:
SISTEMA CUBICO
- CONFIGURAZIONE A FACCE CENTRATE (CFC): gli atomi all’interno della cella sono
disposti al centro di ogni faccia
𝐶𝐹𝐶 → 𝑛 = 4
𝐶𝐶𝐶 → 𝑛 = 2
𝐶𝐸𝐶 → 𝑛 = 6
- il numero di coordinazione (nc): ovvero il numero di atomi in cui ciascun atomo è a
contato
𝐶𝐹𝐶 → 𝑛𝐶 = 12
𝐶𝐶𝐶 → 𝑛𝐶 = 8
𝐶𝐸𝐶 → 𝑛𝐶 = 12
- il fattore di compattazione reticolare: si intende la frazione del volume della
struttura cristallina occupata dagli atomi
4 3
𝑛 ∙ 𝑉𝑎𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑛 ∙ (3 𝜋𝑟 )
𝐹𝐶𝐴𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 = =
𝑉𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑎3
Le coordinate del punto (particella) vengono definite come multipli frazionari delle
lunghezze degli spigoli della cella unitaria
DIREZIONE DI UNA PARTICELLA ALL’INTERNO DELLA CELLA
Per le strutture cristalline cubiche vengono utilizzati degli indici di direzione: cioè
vettori che identificano le coordinate di posizione di un atomo ridotto ad interi (e non
più a multipli frazionari)
Procedura per gli indici di direzione:
Due direzioni si dicono cristallograficamente equivalenti se hanno la stessa distanza tr
gli atomi:
L’equivalenza di direzione viene identificata da Es: <110>
Un piano della struttura cristallina (che passa per almeno 3 punti del reticolo) viene
determinato da tre coordinate che possono essere scelte come le intersezioni del
piano sugli assi cristallogragici.
Se un piano, non intercetta uno dei 3 assi, l’indice che identifica quell’asse va
all’infinito. Il corrispondente valore è zero.
Per un piano che passa per l’origine, bisogna cambiare sistema di riferimento per
quel piano
ESEMPI:
DENSITA LINEARE
La densità lineare (DL) di una direzione cristallografica è definita dal numero di atomi
per unità di lunghezza i cui centri giacciono lungo il vettore della direzione [1/m]
𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑜𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑐𝑛𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑔𝑖𝑎𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
𝐷𝐿 =
𝑙𝑢𝑛𝑔ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
ESEMPI:
COONFIGURAIZIONE A FACCE CENTRATE (CFC)
- possiamo osservare che per gli atomi x e z, che si trovano al centro agli angoli della
cella, l’indice di direzione passa per un ½ della loro area.
Per l’atomo y l’indice di direzione passa per tutto il diametro
CONFIGURAZIONE A
CARPO CENTRATO
(CCC)
- possiamo notare come l’indice di direzione, in questa configurazione, interseca solo
gli atomi che si trovano
all’angolo della cella. L’indice di
direzione passera solo ½
DENSITA PLANARE
NUCLEAZIONE
La nucleazione è quella fase in cui si formano i nuclei stabili prima che si solidifichino,
prima di andare a formare delle strutture cristalline tra di loro.
La nucleazione può essere di due tipi, supponiamo che la particella che si formerà
sarà sferica:
- Nucleazione omogenea
- Nucleazione eterogenea
NUCLEAZIONE OMOGENEA
∆𝐺𝑇𝑂𝑇 < 0
Nella nucleazione omogenea intervengono due tipologie di energie libere:
- Energia libera di volume ∆𝐺𝑣 : legata al volume della particella e definita come la
differenza di energia libera tra lo stato liquido e quello solido; Negativa poiché
l'energia viene rilasciata durante la trasformazione da liquido-solido.
4 4 ∆𝐻𝑚
∆𝐺𝑣 = 𝜋𝑟 3 ∆𝐺𝑣 → ∆𝐺𝑣 = 𝜋𝑟 3 ∙ ( ∙
3 3 𝑇𝑚
𝐽
(𝑇𝑚 − 𝑇)) [ ]
𝑚3
Dove:
∆𝑇𝑠 = 𝑇𝑚 − 𝑇 Rappresenta il
sottoraffreddamento, cioè una temperatura
al disotto della temperatura di
raffreddamento in cui si può trovare il metallo ancora allo stato solido, dovuto alla
elevata velocita di reazione.
Tutti i nuclei con raggio 𝑟 > 𝑟 ∗ verranno chiamati nuclei stabili; i nuclei con 𝑟 < 𝑟 ∗ si
chiamano embrioni.
La formula per il calcolo del raggio critico:
2 ∙ 𝛾𝑠 ∙ 𝑇𝑚
𝑟∗ = −
∆𝑇𝑠 ∙ ∆𝐻𝑚
Energia libera totale in corrispondenza del raggio critico:
∗
16 ∙ 𝜋 ∙ 𝛾 3 ∙ 𝑇𝑚2
∆𝐺 = 2 ∙ ∆𝑇 2
3 ∙ ∆𝐻𝑚 𝑠
NUCLEAZIONE ETEROGENEA
Nella realtà un metallo puro passa dallo stato liquido allo stato solido iniziando la
sua nucleazione a partire dalle pareti del contenitore, impurezze insolubili che
permettono di abbassare
l’energia libera totale per
la creazione di nuclei stabili.
E` facile intuire che, l’energia necessaria per formare nuclei stabili in un processo di
nucleazione eterogenea sarà molto minore rispetto a quella di necessaria per la
nucleazione omogenea