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Indice
Indice Lezioni .......................................................................................................................... p. 2
Lezione 002 ............................................................................................................................. p. 4
Lezione 003 ............................................................................................................................. p. 7
Lezione 004 ............................................................................................................................. p. 9
Lezione 005 ............................................................................................................................. p. 11
Lezione 006 ............................................................................................................................. p. 13
Lezione 007 ............................................................................................................................. p. 14
Lezione 008 ............................................................................................................................. p. 17
Lezione 009 ............................................................................................................................. p. 18
Lezione 010 ............................................................................................................................. p. 20
Lezione 011 ............................................................................................................................. p. 21
Lezione 012 ............................................................................................................................. p. 22
Lezione 013 ............................................................................................................................. p. 23
Lezione 014 ............................................................................................................................. p. 24
Lezione 015 ............................................................................................................................. p. 25
Lezione 016 ............................................................................................................................. p. 27
Lezione 017 ............................................................................................................................. p. 29
Lezione 018 ............................................................................................................................. p. 31
Lezione 019 ............................................................................................................................. p. 33
Lezione 020 ............................................................................................................................. p. 35
Lezione 021 ............................................................................................................................. p. 37
Lezione 022 ............................................................................................................................. p. 39
Lezione 023 ............................................................................................................................. p. 40
Lezione 024 ............................................................................................................................. p. 42
Lezione 025 ............................................................................................................................. p. 44
Lezione 026 ............................................................................................................................. p. 45
Lezione 027 ............................................................................................................................. p. 46
Lezione 028 ............................................................................................................................. p. 48
Lezione 029 ............................................................................................................................. p. 49
Lezione 030 ............................................................................................................................. p. 50
Lezione 031 ............................................................................................................................. p. 51
Lezione 032 ............................................................................................................................. p. 52
Lezione 033 ............................................................................................................................. p. 53
Lezione 034 ............................................................................................................................. p. 54
Lezione 035 ............................................................................................................................. p. 57
Lezione 036 ............................................................................................................................. p. 58
Lezione 037 ............................................................................................................................. p. 60
© 2016 - 2018 Università Telematica eCampus - Data Stampa 27/09/2018 10:53:28 - 2/74
Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 002
01. Qual è la differenza fra filologia d'autore e critica delle varianti?
Sebbene la definizione di filologia d'autore possa in senso generale, designare l'intero procedimento filologico relativo alla variantistica d'autore (valutazione
diacronico-redazionale, edizione del testo e preparazione dell'apparato, valutazione critico-letteraria delle varianti), in senso più tecnico si riserva l'etichetta di "critica delle
varianti" alle prime due operazioni (valutazione diacronico-redazionale, edizione del testo e preparazione dell'apparato), l'etichetta di "filologia d'autore" all'ultima operazione
(valutazione critico-letteraria)
Per filologia d'autore s'intende l'intero procedimento filologico relativo alla variantistica d'autore: valutazione diacronico-redazionale, edizione del testo e preparazione
dell'apparato, valutazione critico-letteraria delle varianti; per "critica delle varianti" s'intende invece quest'ultima parte (valutazione critico-letteraria)
Sebbene la definizione di filologia d'autore possa in senso generale, designare l'intero procedimento filologico relativo alla variantistica d'autore (valutazione
diacronico-redazionale, edizione del testo e preparazione dell'apparato, valutazione critico-letteraria delle varianti), in senso più tecnico si riserva l'etichetta di "filologia
d'autore" alle prime due operazioni (valutazione diacronico-redazionale, edizione del testo e preparazione dell'apparato), l'etichetta di "critica delle varianti" all'ultima
operazione (valutazione critico-letteraria)
E' il testo scritto dalla mano dell'autore (autografo) o, se scritto da altri, da lui attentamente rivisto
03. In che senso il significato di originale della tradizione filologica lachmanniana va rivisitato alla luce della variantistica d'autore?
L'originale (che non necessariamente è privo di sviste o di errori d'autore) non risulta necessariamente unico e fisso nei suoi contenuti e nella sua formulazione
L'originale, comunque indenne da sviste o da errori d'autore, non risulta necessariamente unico
Il concetto lachmanniano di originale non viene rivisto alla luce della variantistica d'autore
04. In che senso il significato di archetipo della tradizione filologica lachmanniana va rivisitato alla luce della variantistica d'autore?
Il concetto di archetipo, come oggetto filologico, distinto dall'originale e al quale attribuire gli errori di tutta la tradizione, è (tendenzialmente) inconciliabile con la
presenza di varianti d'autore
Gli archetipi sono più di uno, tanti quanti sono gli originali
Errore e variante sono sostanzialmente la stessa cosa perché comunque si distaccano dall'originale
Posto che ogni divergenza dall'originale costituisce per il filologo un errore, il metodo del Lachmann stabilisce una gerarchia fra errore (che deturpa il senso o la forma del
testo) e variante (in cui l'innovazione non risulta palesemente irricevibile); all'errore, quando significativo, il metodo del Lachmann attribuisce la capacità di contribuire a
costruire lo stemma, mentre la scelta fra varianti (adiafore) è demandata al funzionamento dello stemma
Posto che ogni divergenza dall'originale costituisce per il filologo variante, ad essa il metodo di Lachmann attribuisce la possibilità di costruire lo stemma
06. In che senso il significato di errore e variante della tradizione filologica lachmanniana va rivisitato alla luce della variantistica d'autore?
Nella variantistica d'autore la gerarchia fra errore e variante, propria del metodo lachmanniano, viene ribaltata; l'errore infatti non consente più di costruire lo stemma
Nella variantistica d'autore la differenza fra errore e variante viene completamente annullata
Nella variantistica d'autore la gerarchia fra errore e variante, propria del metodo lachmanniano, viene ribaltata; la variante adiafora può infatti essere testimonianza di
ripensamenti dell'autore e attestare dunque differenti redazioni dell'opera
Nella variantistica d'autore la gerarchia fra errore e variante, propria del metodo lachmanniano, viene invertita; lo stemma si costruisce sulla base delle varianti e fra gli
errori si sceglie sulla base del funzionamento dello stemma
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
07. L'originale
è un concetto che rimane identico sia nella filologia d'autore sia nella filologia di matrice lachmanniana
è un concetto diversamente inteso nella filologia lachmanniana e nella filologia d'autore; nel primo caso si intende un testo ideale unico e indenne per sua natura da errori,
nel secondo una realtà concreta, mobile nella storia e eventualmente portatrie essa stessa di errori
è un concetto diversamente inteso nella filologia lachmanniana e nella filologia d'autore; nel primo caso si intende una realtà concreta, mobile nella storia e eventualmente
portatrice essa stessa di errori, nel secondo un testo ideale unico e indenne per sua natura da errori
è un testo ideale unico, indenne per sua natura da errori, cui tramite il metodo del Lachmann è possibile attingere nonostante l'intermediazione di un archetipo
No; per archetipo si può intendere, dal punto di vista strettamente filologico, un testimone perduto portatore di uno o più errori separativi, che egli ha trasmesso a tutta la
tradizione residua, oppure, dal punto di vista storico, un esemplare di diffusione tramite il quale l'autore ha 'pubblicato' la propria opera
No; per archetipo si può intendere, dal punto di vista strettamente filologico, un testimone perduto portatore di uno o più errori monogenetici, che egli ha trasmesso a tutta
la tradizione residua, oppure, dal punto di vista storico, un esemplare di diffusione tramite il quale l'autore ha 'pubblicato' la propria opera, o anche l'unico testimone superstite
di una tradizione precedente da cui deriva quella successiva
No; per archetipo si può intendere, dal punto di vista strettamente filologico, un esemplare di diffusione tramite il quale l'autore ha 'pubblicato' la propria opera, oppure
l'unico testimone superstite di una tradizione precedente da cui deriva quella successiva, oppure, dal punto di vista storico, un testimone perduto portatore di uno o più errori
monogenetici, che egli ha trasmesso a tutta la tradizione residua
Lo stemma illustra come la nostra nozione di archetipo sia fortemente condizionata dalla moria di testimoni; se dall'archetipo X sono discesi cinque rami della tradizione,
di cui solo uno sopravvissuto, per il filologo l'archetipo cui si può risalire è X1 e non X
Lo stemma illustra come la tradizione dell'opera sia stata molto fortunata e ampia, nonostante la moria di testimoni
Lo stemma illustra come in una tradizione manoscritta possano esistere archetipi (X) e subarchetipi (X1)
Lo stemma illustra come l'autore abbia 'pubblicato' una prima volta l'opera tramite X e poi una seconda volta tramite X1
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
L'archetipo corrisponde ad un esemplare di diffusione del testo o ad un esemplare dell'opera al quale si è ridotta la tradizione
Nel significato strettamente filologico per archetipo si intende l'esemplare di diffusione del testo o il solo esemplare dell'opera al quale si è ridotta la tradizione; dal punto
di vista storico l'archetipo corrisponde invece ad un codice perduto macchiato da almeno un errore monogenetico passato poi a tutto il resto della tradizione; dal punto di vista
storico
L'archetipo corrisponde ad un codice perduto macchiato da almeno un errore monogenetico passato poi a tutto il resto della tradizione
Nel significato strettamente filologico per archetipo si intende un codice perduto macchiato da almeno un errore monogenetico passato poi a tutto il resto della tradizione;
dal punto di vista storico l'archetipo può corrispondere ad un esemplare di diffusione del testo o ad un esemplare dell'opera al quale si è ridotta la tradizione
11. Originale nella critica testuale e originale in movimento nella tradizione con varianti d'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 003
01. Cosa si intende per 'pubblicazione'?
La pubblicazione di un testo significa la sua messa in circolazione per volontà dell'autore, ma a seconda dei periodi essa può rappresentare un taglio meno netto (con la
circolazione manoscritta) o più netto e definitivo (con l'introduzione della stampa) fra l'autore e la propria opera
La pubblicazione di un testo significa la sua messa in circolazione per volontà dell'autore, ma a seconda dei periodi essa può rappresentare un taglio più netto (con la
circolazione manoscritta) o meno netto e definitivo (con l'introduzione della stampa) fra l'autore e la propria opera
La pubblicazione di un testo corrisponde alla consegna da parte dell'autore della propria opera ad un editore
La pubblicazione di un testo corrisponde alla consegna da parte dell'autore della propria opera a chiunque la voglia leggere
La formula indica, in filologia, la fase ultima dell'elaborazione di un testo a cui, di solito, si ricorre ai fini restitutivi; la filologia d'autore relativizza però questo criterio, sia
sospettando la possibilità di più 'ultime' volontà d'autore, sia rammentando che il criterio (condizionato dalla nostra moderna esperienza sulle modalità di pubblicazione tramite
la stampa) va modulato sulla base della cronologia dell'opera e sui metodi antichi di diffusione
La formula indica un criterio ormai osoleto perché esistono più 'ultime' volontà d'autore
La formula indica un criterio ormai obsoleto perché in antico i metodi di diffusione delle opere non avvenivano attraverso la stampa
La formula indica, in filologia, la fase ultima dell'elaborazione di un testo a cui, di solito, si ricorre ai fini restitutivi
Per ultima volontà dell'autore si intende la forma (redazione) più recente del testo
Per ultima volontà dell'autore s'intende la forma (redazione) del testo corrispondente alla forma attestata come ultima
Per ultima volontà dell'autore si intende la forma (redazione) più antica del testo
Per ultima volontà dell'autore si intende l'ultima conservata nel suo originale
L'opera è stata elaborata in più fasi (O, O1, O2, O3) dall'autore, ma la diffusione è avvenuta solo una volta a partire da O e la tradizione che ne discende è caratterizzata da
almeno un errore separativo
L'opera è stata elaborata in più fasi (O, O1, O2, O3) dall'autore, e perciò la la tradizione manoscritta è caratterizzata da un archetipo
L'opera è stata elaborata in più fasi (O, O1, O2, O3) dall'autore, e dunque non può esserci archetipo
L'opera è stata elaborata in più fasi (O, O1, O2, O3) dall'autore, ma la diffusione è avvenuta solo una volta a partire da O e la tradizione che ne discende è caratterizzata da
almeno un errore congiuntivo
un autografo portatore di fasi redazionali diverse in corrispondenza di momenti diversi dell'elaborazione testuale
un testo, comunque trasmesso (autografo, idiografo, conservati o meno), sul quale l'autore ha depositato varianti redazionali diverse in corrispondenza di momenti diversi
dell'elaborazione
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
07. Il concetto dell'ultima volontà dell'autore alla luce della variantistica d'autore
08. Illustrate l'apporto di Giorgio Pasquali alla elaborazione del metodo di studio sulle varianti d'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 004
01. Giorgio Pasquali propose questo stemma a proposito della trasmissione di un testo tardo antico.
Fulgenzio
Cicerone
Eusebio
Tertulliano
Paul Maas ricorda come la variantistica d'autore sia presente anche nella tradizione classica, ricordando il caso di Cicerone che, accortosi di aver commesso errori nella
redazione della Pro Ligario e dell'Orator, chiese all'amico Attico di correggere le copie che già circolavano
Giorgio Pasquali ricorda come la variantistica d'autore sia presente anche nella tradizione classica, ricordando il caso di Cicerone che, accortosi di aver commesso errori
nella redazione della Pro Ligario e dell'Orator, chiese all'amico Attico di correggere le copie che già circolavano
Giorgio Pasquali ricorda come la variantistica d'autore sia presente anche nella tradizione classica, ricordando il caso di Cicerone che, accortosi di aver commesso errori
nella redazione della Pro Ligario e dell'Orator, chiese all'amico Attico di bruciare tutte le copie che circolavano
Giorgio Pasquali ricorda come la variantistica d'autore sia presente anche nella tradizione classica, ricordando il caso di Virgilio che, accortosi di aver commesso errori
nella redazione della Pro Ligario e dell'Orator, chiese all'amico Attico di correggere le copie che già circolavano
Giorgio Pasquali apprezzava il tentativo di razionalizzazione operato dal filologo tedesco, ma metteva in guardia dalla algebrizzazione del metodo che andava sempre
coniugato con la conoscenza della storia della tradizione
Giorgio Pasquali denigrava in toto il tentativo di razionalizzazione operato dal filologo tedesco, perché non coniugava il metodo con la conoscenza della storia della
tradizione
Giorgio Pasquali apprezzava il tentativo di razionalizzazione operato dal filologo tedesco, che finalmente estrometteva dalla stemmatica gli elementi storici
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Giorgio Pasquali valorizzò la storia della tradizione di fronte al pericolo di eccessiva algebrizzazione rappresentato dalla stemmatica di Paul Maas
Giorgio Pasquali cercò di dimostrare l'inutilità della distinzione fra errore separativo e errore congiuntivo proposta da Paul Maas
Paul Maas riconosceva riteneva indispensabile supporre l'esistenza dell'archetipo anche in presenza di varianti d'autore
Paul Maas valorizzò la storia della tradizione di fronte al pericolo di eccessiva algebrizzazione rappresentato dalla stemmatica di Giorgio Pasquali
05. Quale fu il principale contributo di Giorgio Pasquali alla maturazione del metodo filologico?
Filologo classico, ma attento a quanto nei suoi stessi anni avveniva nella filologia italiana, seppe riconoscere (basandosi anche sull'esperienza variantistica di autori italiani
quali Boccaccio e Petrarca) varianti d'autore nella tradizione classica e post-classica
Perfezionò il concetto di errore, formalizzando la categoria di errori significativi (o errori guida) ulteriormente distinguendo questi ultimi in errore separativo e errore
congiuntivo
Trattò per primo, in maniera sistematica, di varianti d'autore nella tradizione classica
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 005
01. Qual è la tipologia delle varianti d'autore più ricorrente nella tradizione trobadorica?
Le varianti d'autore sono di carattere puntuale e dimostrano il rimaneggiamento completo del testo
Pur potendosi verificare anche secondo altre tipologie, le varianti d'autore si addensano di preferenza nella strofe finale nella quale si concentravano i dati storici e
storico-geografici contingenti quali l'appello finale al destinatario.
Le varianti d'autore si appuntano di preferenza sulla prima strofa allo scopo di far credere che si trattasse di un testo diverso, poiché i trovatori girando di corte in corte
avevano bisogno di riusare ed adattare a realtà e contesti differenti testi composti in precedenza
Le varianti d'autore sono di carattere strutturale e si caratterizzano per l'inserimento o la cancellazione di intere strofe
02. Individuate quale fra le seguenti tradizioni di testi non presenta in maniera pressoché sistematica redazioni differenti e/o varianti d'autore
03. A quante fasi redazionali riconduce la tradizione della canzone "Al prim comens de l'invernaill" di Marcabru, secondo quanto ricostruito da d'Arco Silvio
Avalle?
A due fasi redazionali: la prima contenente una sola tornata in cui il poeta annuncia la sua prossima partenza per la Spagna, la seconda in cui alla tornata precedente è
sostituita una seconda tornata in cui il poeta annuncia di essere in partenza per la Guascogna
A due fasi redazionali: la prima contenente una sola tornata in cui il poeta annuncia la sua prossima partenza per la Spagna, la seconda in cui alla tornata precedente è
aggiunta una seconda tornata in cui il poeta annuncia di essere nuovamente in partenza, questa volta per la Guascogna, il che crea contraddizione biografica
A una sola fase redazionale d'autore contenente una prima tornata in cui il poeta annuncia la sua prossima partenza per la Spagna; una seconda tornata è stata poi aggiunta
da un esecutore che annuncia di essere in partenza per la Guascogna, creando contraddizione biografica
A due fasi redazionali: la prima contenente una sola tornata in cui il poeta annuncia la sua prossima partenza per la Spagna, la seconda in cui la tornata precedente è stata
profondamente modificata e le è stata aggiunta una seconda tornata in cui il poeta annuncia di essere nuovamente in partenza, questa volta per la Guascogna
04. Quale studioso si è occupato in modo particolare della tradizione manoscritta di Bernart de Ventadorn, verificando la presenza di varianti d'autore nella
tornada di una sua canzone (Ges de chantar no m pren talans)?
Maurizio Perugi
Cesare Segre
Gianfranco Contini
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
05. Illustrate questo stemma relativo alla canzone Al prim comens de l’ivernaill di Marcabru .
Lo stemma dimostra che una delle due tornade della canzone Al prim comens de l’ivernaill fu più fortunata della prima
Lo stemma dimostra come la trasmissione manoscritta delle due tornade della canzone Al prim comens de l’ivernaill risalga a due originali distinti
06. Qual è la storia del testo della canzone "Be.m pac d'iver e d'estiu" di Peire Vidal secondo quanto ricostruito da d'Arco Silvio Avalle?
Composta fra il 1174 e il 1180 di cinque strofe, una strofa tornata e una tornata, fu aumentata con l'inserimento con l'inserimento di una sesta strofa e di un'altra tornata
anteposta a quella già scritta (intorno al 1187)
Composta fra il 1174 e il 1180 di cinque strofe, una strofa tornata e due tornate, fu aumentata con l'inserimento di una sesta strofa (intorno al 1187)
Composta fra il 1174 e il 1180 di cinque strofe, una strofa tornata e una tornata, fu a due riprese aumentata, prima con l'inserimento di un'altra tornata anteposta a quella
già scritta (intorno al 1184), poi con l'inserimento ulteriore di una sesta strofa (intorno al 1187)
Composta fra il 1174 e il 1180 di sei strofe, una strofa tornata e una tornata, fu aumentata con l'inserimento di un'altra tornata anteposta a quella già scritta (intorno al
1184)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 006
01. Nella costruzione di un canzoniere e dunque di un macrotesto, quale tipologia di varianti d'autore è maggiormente prevedibile?
Le varianti alternative
Le varianti sostitutive
Le varianti strutturali
Le varianti tardive
02. A quale di questi autori non possiamo attribuire l'elaborazione variantistica di un macrotesto?
Giuseppe Ungaretti
Francesco Petrarca
Charles d'Orléans
Nel Duecento e nel Trecento "canzoniere" indica 'chi compone canzoni' e ha significato elogiativo; per questo nel Quattrocento designa Petrarca e i suoi Rerum Vulgarium
fragmenta; sulla base di quel modello subito dopo la parola designa un macrotesto di poesie di un medesimo autore e da lui stesso organizzato in sequenza
Fin dal Duecento "canzoniere" indica un manoscritto in cui vengono raccolti componimenti poetici di vari autori (di solito ponendo in apertura della raccolta delle
canzoni); con l'introduzione della stampa il nome di "canzoniere" viene dato ai Rerum Vulgarium fragmenta di Petrarca ma solo nel tardo Ottocento la parola designa (sul
modello di Petrarca) un macrotesto di poesie di un medesimo autore e da lui stesso organizzato in sequenza
Nel Duecento e nel Trecento "canzoniere" indica 'chi compone canzoni' e ha significato spregiativo; nel Quattrocento indica un manoscritto in cui vengono raccolti
componimenti poetici di vari autori (di solito ponendo in apertura della raccolta delle canzoni); con l'introduzione della stampa il nome di "canzoniere" viene dato ai Rerum
Vulgarium fragmenta di Petrarca ma solo nel tardo Ottocento la parola designa (sul modello di Petrarca) un macrotesto di poesie di un medesimo autore e da lui stesso
organizzato in sequenza
Già nel Duecento e nel Trecento "canzoniere" indica un manoscritto in cui vengono raccolti componimenti poetici di vari autori (di solito ponendo in apertura della
raccolta delle canzoni), come dimostrano i più antichi canzonieri della lirica italiana; con l'introduzione della stampa il nome di "canzoniere" viene dato ai Rerum Vulgarium
fragmenta di Petrarca ma solo nel tardo Ottocento la parola designa (sul modello di Petrarca) un macrotesto di poesie di un medesimo autore e da lui stesso organizzato in
sequenza
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 007
01. A quante fasi redazionali riconduce la tradizione della raccolta poetica di Charles d'Orléans, secondo quanto ricostruito da Alberto Vàrvaro?
In otto fasi redazionali corrispondenti ai manoscritti che sono stati tratti dall'originale, i quali soli attestano l'accrescimento (o talvolta la selezione) del macrotesto
In quattordici fasi redazionali corrispondenti ai sei assetti dell'originale cui vanno aggiunti i manoscritti che sono stati tratti dall'originale
In almeno sei fasi redazionali (da Oa a Of) in una sequenza non sempre lineare, che vede l'accrescimento (o talvolta la selezione) del macrotesto, a più riprese messo in
bella copia e fatto circolare anche in fasi intermedie
02. In che cosa differiscono, dal punto di vista narrativo, i "due cominciamenti" del sonetto dantesco "Era venuta nella mente mia"?
Il secondo cominciamento non ha alcun aggancio con la prosa che segue il sonetto, il primo cominciamento invece sì
Il primo cominciamento è maggiormente aderente alla vicenda storica che aveva determinato la nascita del sonetto secondo quanto narrato da Dante nella prosa che
precede, il secondo cominciamento è invece corrispondente ad una istanza lirica, sganciata dalla cronaca biografica
Il secondo cominciamento non ha alcun aggancio con la prosa che precede il sonetto, il primo cominciamento invece sì
Il secondo cominciamento è maggiormente aderente alla vicenda storica che aveva determinato la nascita del sonetto secondo quanto narrato da Dante nella prosa che
precede, il primo cominciamento è invece corrispondente ad una istanza lirica, sganciata dalla cronaca biografica
03. I "due cominciamenti" del sonetto "Era venuta nella mente mia" si configurano come varianti
sostitutive (o realizzate)
alternative (o realizzate)
Una variante posteriore alla quale si affianca senza cassarla una variante precedente
Una variante precedente alla quale si affianca senza cassarla una variante successiva
05. In che cosa differiscono, dal punto di vista semantico e formale, i "due cominciamenti" del sonetto dantesco "Era venuta nella mente mia"?
Le varianti, concentrate solo nella prima quartina, sono evidente testimonianza della libertà dell'autore di modificare i propri testi secondo l'estro del momento
I due cominciamenti sono intercambiabile e sinonimici e Dante lasciava al lettore la scelta dell'uno o dell'altro sulla base delle proprie preferenze
Con il primo cominciamento il tema della 'angelicazione' di Beatrice risulta centrale (e coerente con l'evoluzione narrativa del prosimetro) perché la consolazione religiosa
di Beatrice salita in cielo si colloca all'inizio e alla fine del componimento; con il secondo cominciamento invece predomina nel sonetto la sofferenza tutta terrena del poeta,
che solo in fine intravede la consolazione religiosa
Con il primo cominciamento domina nel sonetto la sofferenza tutta terrena del poeta, che solo in fine intravede la consolazione religiosa; con il secondo cominciamento
invece il tema della 'angelicazione' di Beatrice risulta centrale (e coerente con l'evoluzione narrativa del prosimetro) perché la consolazione religiosa di Beatrice salita in cielo
si colloca all'inizio e alla fine del componimento
06. Come sono trasmessi nella tradizione manoscritta i due cominciamenti di "Era venuta nella mente mia"?
Entrambi sono trasmessi dalla tradizione organica e extravagante della Vita nova, solo il secondo anche dalla tradizione inorganica
Entrambi sono trasmessi dalla tradizione inorganica della Vita nova, solo il secondo anche dalla tradizione organica e extravagante
Entrambi sono trasmessi dalla tradizione organica (e inorganica) della Vita nova, solo il secondo anche dalla tradizione extravagante
Entrambi sono trasmessi dalla tradizione extravagante della Vita nova, solo il secondo anche dalla tradizione inorganica
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
07. Indicate la corretta interpretazione dei due cominciamenti di "Era venuta nella mente mia":
Il primo comnciamento esalta il processo di 'angelicazione' di Beatrice, il secondo mostra più stretti contatti con il contesto nel quale Dante elaborò il sonetto, secondo
quanto ci è raccontato nella prosa della Vita nova
Il primo comnciamento mostra più stretti contatti con il contesto nel quale Dante elaborò il sonetto, secondo quanto ci è raccontato nella prosa della Vita nova, il secondo
esalta il processo di 'angelicazione' di Beatrice
Entrambi i cominciamenti esaltano il processo di 'angelicazione' di Beatrice, pur mantenendo stretti contatti con il contesto nel quale Dante elaborò il sonetto, secondo
quanto ci è raccontato nella prosa della Vita nova
La variante alternativa fa riferimento all'incertezza dell'autore (quella variante che l'autore propone in alternativa ad un'altra senza che quest'ultima venga cassata); con
variante sostitutiva invece si intende una variante che sostituisce un valore poetico ad un altro valore poetico preesistente (è sinonimo di instaurativa)
La variante alternativa è una variante che l'autore propone in alternativa ad un'altra senza che quest'ultima venga cassata (è sinonimo di 'non realizzata'); con variante
sostitutiva si intende la variante che, proposta come alternativa ad altra concorrente, la sostituisce effettivamente (è sinonimo di 'variante realizzata')
La variante sostitutiva è una variante che l'autore propone in sostituzione ad un'altra senza che quest'ultima venga cassata (è sinonimo di 'non realizzata'); con variante
alternativa si intende la variante in alternativa ad altra concorrente, la sostituisce effettivamente (è sinonimo di variante realizzata)
09. Commentate il sonetto dantesco dei "due cominciamenti" (Vita nova XXIV) riprodotto qui sotto
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
10. Riflessioni d'autore sull'elaborazione del testo: l'esempio del sonetto dei "due cominciamenti" in Dante
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 008
01. Quale differenza possiamo riscontrare fra i casi di Dante (del sonetto dei "due cominciamenti") e di Pontano (nell'"Actius") e quello di Petrarca, riguardo
alla riflessione sul proprio personale lavorìo variantistico?
I due casi di Dante e di Pontano riguardano solo la poesia (Dante) o solo la prosa (Pontano); il caso di Petrarca invece riguarda opere in entrambi i generi
Nei due casi studiati Dante e Pontano espongono le proprie riflessioni sul movimento variantistico in un'opera diffusa e dunque destinata ad un pubblico; Petrarca non fa
altrettanto, perché le sue postille a margine di suoi autografi sono destinate, quali promemoria, solo a se stesso
I due casi di Dante e di Pontano riguardano solo il volgare (Dante) o solo il latino (Pontano); il caso di Petrarca invece riguarda opere in entrambe le lingue
I due casi di Dante e di Pontano riguardano solo la poesia volgare (Dante) o la poesia latina (Pontano); il caso di Petrarca invece riguarda opere in prosa
Nell'"Actius" il Pontano esemplifica, con un caso tratto dalle "Meteore", il proprio procedimento variantistico, consistente nel caso specifico in una variante alternativa
Nell'"Actius" il Pontano esemplifica, con un caso tratto dall'"Urania " di Sannazaro, il procedimento variantistico d'autore, consistente nel caso specifico nei fenomeni
dell'inversione, della sostituzione e dell'aggiunta
Nell'"Actius" il Sannazaro esemplifica, con due casi tratti dall'"Urania " e dalle "Meteore", il proprio procedimento variantistico, consistente nel caso specifico nei
fenomeni dell'inversione, della sostituzione e dell'aggiunta
Nell'"Actius" il Pontano esemplifica, con due casi tratti dall'"Urania " e dalle "Meteore", il proprio procedimento variantistico, consistente nel caso specifico nei fenomeni
dell'inversione, della sostituzione e dell'aggiunta
03. A quale dei seguenti eventi è strettamente collegato il cambio di significato della 'pubblicazione' di un testo?
La scoperta dell'America.
L'invenzione della stampa a caratteri mobili (1454) e la sua rapida diffusione in Europa (anni Settanta del XV secolo)
L'invenzione della stampa a caratteri mobili (1554) e la sua rapida diffusione in Europa (anni Settanta del XVI secolo)
E' un dialogo latino di Iacobo Sannazaro, intitolato al nome accademico del Pontano, in cui si discute di grammatica, di poesia e di storiografia
E' un dialogo volgare di Iacobo Sannazaro, intitolato al nome accademico latino del Pontano, in cui si discute di grammatica, di poesia e di storiografia
E' un dialogo latino di Giovanni Gioviano Pontano, intitolato al nome accademico del Sannazaro, in cui si discute di grammatica, di poesia e di storiografia
E' un dialogo volgare di Giovanni Gioviano Pontano, intitolato al nome accademico latino del Sannazaro, in cui si discute di grammatica, di poesia e di storiografia
05. La riflessione d'autore sull'elaborazione come illustrata tramite i due cominciamenti di "Era venuta nella mente mia" e le varianti dell'Actius di Pontano ci
fanno sospettare
Giovanni Gioviano Pontano è un intellettuale formatosi alla scuola napoletana di Antonio Beccadelli detto il Panormita; alla sua scuola (l'Accademia Pontaniana) si formò
Iacobo Sannazaro
Giovanni Gioviano Pontano è un intellettuale del Quattrocento che ricoprì anche il ruolo di primo segretario durante il regno di Ferrante d'Aragona
Giovanni Gioviano Pontano è un intellettuale napoletano della seconda metà del Cinquecento, autore dell'"Urania"
Giovanni Gioviano Pontano è un intellettuale di origine umbra vissuto alla corte aragonese di Napoli durante i regni di Alfonso il Magnanimo e di suo figlio Ferrante
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 009
01. Individuate la risposta giusta
Nell'analisi che Pietro Bembo fa del lavorio petrarchesco che conduce alla lezione finale "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond'io nutriva il core",
l'autore delle "Prose della volgar lingua" dispone cronologicamente le fasi redazionali individuando nella prima stesura del testo motivi concreti di insoddisfazione che avevano
mosso Petrarca a correggersi
Nell'analisi che Pietro Bembo fa del lavorio petrarchesco che conduce alla lezione finale "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond'io nutriva il core",
l'autore delle "Prose della volgar lingua" espone le varie fasi redazionali con intento didascalico, per mostrare come si debba fare per ben costruire degli endecasillabi
Nell'analisi che Pietro Bembo fa del lavorio petrarchesco che conduce alla lezione finale "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond'io nutriva il core",
l'autore delle "Prose della volgar lingua" espone le varie fasi redazionali con intento didascalico, per mostrare come si debba fare per ben scrivere in poesia
Nell'analisi che Pietro Bembo fa del lavorio petrarchesco che conduce alla lezione finale "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond'io nutriva il core",
l'autore delle "Prose della volgar lingua" non dispone cronologicamente le fasi redazionali né è capace di individuare nella prima stesura del testo i motivi concreti di
insoddisfazione che avevano mosso Petrarca a correggersi
il personaggio di Giuliano de' Medici dice di aver preso visione di alcune pagine autografe di Petrarca e commenta il lavorio correttorio dei versi 1-2 del sonetto incipitario
dei Rerum vulgarium fragmenta
l'autore Carlo Bembo dice di aver preso visione di alcune pagine autografe di Petrarca e commenta il lavorio correttorio dei versi 1-2 del sonetto finale dei Rerum
vulgarium fragmenta
il personaggio di Ercole Strozzi dice di aver preso visione di alcune pagine autografe di Petrarca e commenta il lavorio correttorio dei versi 1-2 del sonetto incipitario dei
Rerum vulgarium fragmenta
Giuliano de' Medici dice di aver preso visione di alcune pagine autografe di Petrarca e commenta il lavorio correttorio dei versi 1-2 del sonetto finale dei Rerum vulgarium
fragmenta
03. Chi fu nel Cinquecento il proprietario del Vat. Lat. 3195, idiografo e in parte autografo dei Rerum Vulgarium Fragmenta?
Bernardino Daniello
Francescuolo da Brossano
Aldo Manuzio
Pietro Bembo
04. Nelle Prose della volgar lingua Pietro Bembo interpreta il passaggio, registrato su carte petrarchesche autografe oggi perdute, da
Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospir, de' quai nutriva il core
Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospir di ch'io nutriva il core
e infine a
Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono / di quei sospiri ond'io nutriva il core
sia sul piano del significato (esplicitazione di io ora contrapposto al Voi iniziale) sia su quello del significante (eliminazione della ripetizione fonica di quei ... de' quai)
sul piano del significante esprimendo considerazioni impressionistiche (maggiore bellezza di onde)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
L'autografo dei Rerum Vulgarium Fragmenta (Vat. Lat. 3195) negli anni Venti del Cinquecento si trovava ancora a Padova in possesso della famiglia Santasofia
Il cosiddetto 'codice degli abbozzi' di Petrarca (Vat. Lat. 3196) fu acquistato da Pietro Bembo negli anni Venti del Cinquecento
La copia in pulito dei Rerum vulgarium fragmenta di Petrarca (Vat. Lat. 3196) fu acquistata da Pietro Bembo nel 1560
L'edizione dei Rerum Vulgarium fragmenta pubblicata a Padova presso il tipografo Bartolomeo Valdezoco nel 1472 fu condotta sull'autografo oggi Vat. Lat. 3195
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 010
01. Indica qual è l'affermazione errata
Nel 1501, a differenza di quanto avverrà nella successiva edizione de "Le cose volgari" del Petrarca, Aldo Manuzio pubblicò oltre alla redazione definitiva, anche la prima
redazione rifiutata del primo capitolo del "Triumphus Fame"
Nel pubblicare la prima redazione rifiutata del "Triumphus Fame" di Petrarca, Aldo Manuzio esprime la sua perplessità sull'opportunità di render noto un testo che
Petrarca aveva rifiutato
La pubblicazione della redazione rifiutata del primo capitolo del "Triumphus Fame", pubblicata da Manuzio, veniva collocata nella stampa del 1514 de "Le cose volgari" di
Petrarca in luogo non contiguo rispetto alla redazione definitiva
La decisione di pubblicare la redazione rifiutata del primo capitolo del "Triumphus Fame" di Petrarca è giustificata da Aldo Manuzio con l'esemplarità del lavoro
correttorio di Petrarca e a dimostrazione del corretto giudizio che Petrarca aveva delle sue cose
02. Nel 1514, ristampando Le cose volgari del Petrarca già edite nel 1501, Aldo Manuzio
esprimeva un giudizio positivo sulla redazione rifiutata del Triumphus Fame, che egli pubblicava per la prima volta come una felice scoperta
esprimeva l'imbarazzo di pubblicare, contro la volontà dell'autore, una redazione rifiutata del Triumphus Fame, ma giustificava la scelta come capace di illustrare per
contrasto l'obiettivo a cui Petrarca mirava
esprimeva l'imbarazzo di pubblicare, contro la volontà dell'autore, una redazione rifiutata del Triumphus Fame, pubblicazione alla quale era stato costretto suo malgrado
non si poneva il problema di pubblicare, contro la volontà dell'autore, una redazione rifiutata del Triumphus Fame, perché il criterio dell'ultima volontà dell'autore si porrà
solo più tardi, nel Novecento
è teleologicamente orientata, non ponendosi il problema di che cosa muova Petrarca ad autocorreggersi, e invece limitandosi ad affermare l'eccellenza della redazione
finale rispetto a quelle precedenti
Bernardino Daniello, come poi dopo di lui farà Pietro Bembo, dimostra acutezza di giudizio sul lavoro variantistico di Petrarca
Bernardino Daniello, come già prima di lui Pietro Bembo, dimostra acutezza di giudizio sul lavoro variantistico di Petrarca
Bernardino Daniello, a differenza di Pietro Bembo, dimostra acutezza di giudizio sul lavoro variantistico di Petrarca
04. Il sonetto dantesco "Era venuta nella mente mia", incluso nella Vita nova, ha, come dice Dante stesso "due cominciamenti". Le varianti proposte da Dante
come possono essere definite?
sostitutive
instaurative
alternative
tardive
Bernardino Daniello adduce nelle sue edizioni dei "Sonetti, Canzoni e Triomphi" alcune varianti petrarchesche allo scopo di mostrare il modo di lavorare di Petrarca, ma
anche, con finalità didascalica e didattica, come modello di ben scrivere per qualunque poeta contemporaneo
L'edizione a cura di Bernardino Daniello delle opere volgari di Petrarca (1550) non era corredata di commento
Le edizioni dei "Sonetti, Canzoni e Triomphi" del Petrarca a cura di Bernardino Daniello oltre al commento, offrivano un ampio specimen delle varianti d'autore tratte per
lo più dal 'codice degli abbozzi'
La seconda edizione dei "Sonetti, Canzoni e Triomphi di messer Francesco Petrarca" curata da Bernardino Daniello aumentò il numero delle varianti petrarchesche addotte
nella prima edizione
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 011
01. Quando furono composti i Cinque Canti?
Fra il 1519 e il 1521, mentre Ariosto stava progettando la seconda edizione dell'"Orlando furioso"
Fra il 1521 e il 1532, mentre Ariosto stava lavorando all'ampliamento dell'"Orlando furioso" che porterà all'edizione finale del 1533
A: Ferrara, Giovan Battista della Pigna, 1516; B: Ferrara, Giovanni Mazzocco, 1521; C: Ferrara, Francesco Rosso, 1532
A: Ferrara, Giovanni Mazzocco, 1516; B: Ferrara, Giovan Battista della Pigna, 1521; C: Ferrara, Giovan Battista della Pigna, 1532
A: Ferrara, Giovanni Mazzocco, 1516; B: Ferrara, Giovan Battista della Pigna, 1521; C: Ferrara, Francesco Rosso, 1532
A: Ferrara, Francesco Rosso, 1516; B: Ferrara, Giovan Battista della Pigna, 1521; C: Ferrara, Giovanni Mazzocco, 1532
03. Quando e da chi furono pubblicati per la prima volta i cosiddetti Cinque Canti" di Ariosto?
Dal figlio Virginio, presso gli eredi di Aldo Manuzio, nel 1545
Da Giovan Battista Pigna, presso gli eredi di Aldo Manuzio, nel 1563
04. Giovan Battista Pigna e Girolamo Ruscelli interpretarono i Cinque Canti di Ariosto
come continuazione del Furioso allo scopo, poi fallito, di raggiungere nel poema il numero tondo di cinquanta canti
il primo come continuazione del Furioso allo scopo, poi fallito, di raggiungere nel poema il numero tondo di cinquanta canti, il secondo come l'inizio di un nuovo poema
il primo come l'inizio di un nuovo poema, il secondo come continuazione del Furioso allo scopo, poi fallito, di raggiungere nel poema il numero tondo di cinquanta canti
Dei Cinque Canti possediamo la princeps e vari codici, fra i quali è particolarmente importante quello scritto dal fratello di Ludovico, Galasso Ariosto
Dei Cinque Canti possediamo gli autografi ariosteschi oltre al cosiddetto codice Taddei, trascritto dal fratello di Ludovico, Gabriele Ariosto
Dei Cinque Canti possediamo la princeps, l'edizione Giolito del 1548 e un codice trascritto dal fratello di Ludovico, Gabriele Ariosto
06. Indicate quale di queste associazioni fra l'autore e il letterato cinquecentesco che ne ha studiato gli autografi è errata
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 012
01. Quali sono i giudizi sulla natura dei Cinque Canti di Giovan Battista Pigna e di Girolamo Ruscelli?
Entrambi sostenevano che i Cinque Canti avrebbero contribuito, una volta entrati nel "Furioso", a far raggiungere al poema il numero tondo di cinquanta canti
Giovan Battista Pigna sosteneva che essi avrebbero contribuito, una volta entrati nel "Furioso" a far raggiungere al poema il numero tondo di cinquanta canti, mentre il
Ruscelli riteneva che i Cinque Canti fossero il nucleo di un nuovo poema
Giovan Battista Pigna riteneva che i Cinque Canti fossero il nucleo di un nuovo poema, mentre il Ruscelli sosteneva che essi avrebbero contribuito, una volta entrati nel
"Furioso" a far raggiungere al poema il numero tondo di cinquanta canti
02. Di chi sono gli "Scontri de' luoghi, i quali M. Ludovico Ariosto mutò"?
Di Girolamo Ruscelli
03. Dall'analisi di quel che Pigna dice sulle modifiche introdotte da Ariosto nella prima ottava del poema
possiamo riconoscere in lui un precursore della cosiddetta "critica delle varianti", al pari di Bernardino Daniello
possiamo riconoscere in lui un precursore della cosiddetta "critica delle varianti", disposto com'è, non solo a descrivere la variante, ma anche a cercare le ragioni che hanno
indotto Ariosto a perseguirla
possiamo riconoscere in lui un precursore della cosiddetta "filologia d'autore", disposto com'è, non solo a descrivere la variante, ma anche a cercare le ragioni che hanno
indotto Ariosto a perseguirla
possiamo riconoscere in lui un precursore della cosiddetta "filologia d'autore", al pari di Bernardino Daniello
04. Complessivamente la lettura di Giovan Battista Pigna delle varianti ariostesche della prima ottava dell'"Orlando furioso"
mette in evidenza elementi di raffinamento formale (introduzione di un chiasmo), introduzione di elementi di richiamo intertestuale con i classici dell'epica latina, ma
talvolta cerca di spiegare i movimenti variantistici creando passaggi non documentati
è disordinata e incomprensibile
05. Nell'interpretazione delle varianti che intercorrono fra le edizioni AB e l'edizione C dell'Orlando Furioso, riguardo al verso incipitario del poema, cioè a
proposito del passaggio da
Giovan Battista Pigna dà un esempio eccezionale pionieristico della critica delle varianti ancor oggi sottoscrivibile in toto
Giovan Battista Pigna mescola annotazioni preziose a sovrainterpretazioni inaccettabili per il moderno metodo filologico della critica delle varianti
06. Cosa sono gli Scontri de' luoghi, i quali M. Lodovico Ariosto mutò...?
un lavoro di collazione e interpretazione di un centinaio di varianti fra la prima edizione del Furioso e le successive, condotto da Giovan Battista Pigna che lo pubblicò nel
1554 (riedito poi da Girolamo Ruscelli nel 1556)
un lavoro di collazione e interpretazione di un centinaio di varianti fra la prima edizione del Furioso e le successive, condotto da Girolamo Ruscelli che lo pubblicò nel
1554 (riedito poi da Giovan Battista Pigna nel 1556)
un lavoro pionieristico di filologia d'autore che inaugura alcuni criteri di resa editoriale delle varianti fra la prima edizione del Furioso e le successive, condotto da Giovan
Battista Pigna che lo pubblicò nel 1554 (riedito poi da Girolamo Ruscelli nel 1556)
un lavoro di rilevamento e interpretazione di un centinaio di varianti presenti nell'autografo dei Cinque canti condotto da Giovan Battista Pigna che lo pubblicò nel 1554
(riedito poi da Girolamo Ruscelli nel 1556)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 013
01. Individuate la serie corretta che connette studioso delle varianti e autore oggetto di studio
Federico Ubaldini (XVI sec.) su Petrarca; Giovanni Sforza (XIX sec.) su Manzoni; Francesco Moroncini (XX sec.) su Leopardi
Federico Ubaldini (XVII sec.) su Petrarca; Riccardo Folli (XIX sec.) su Manzoni; Francesco Moroncini (XX sec.) su Leopardi
Federico Ubaldini (XVII sec.) su Petrarca; Riccardo Folli (XIX sec.) su Manzoni; Francesco Moroncini (XIX sec.) su Leopardi
Federico Ubaldini (XVII sec.) su Petrarca; Riccardo Folli (XIX sec.) su Leopardi; Francesco Moroncini (XX sec.) su Manzoni
02. Il precoce interesse per le varianti d'autore manzoniane, manifestatosi in edizioni sinottiche uscite ancora vivente l'autore
fu incrementato dalla scarsa fortuna ottenuta dall'edizione del 1825-27, soppiantata dalla volontà d'autore espressa dalla Quarantana
fu sollecitato da Manzoni, infastidito dallo scarso successo della Quarantana, nella quale aveva investito anche in termini finanziarii
fu incrementato dalla singolare fortuna e dallo strepitoso successo ottenuto dall'edizione del 1825-27, che pure era stata soppiantata dalla volontà d'autore espressa dalla
Quarantana
03. A chi si deve il primo impegnato tentativo di riprodurre con criteri editoriali un originale con varianti d'autore?
A Bernardino Daniello che pubblicò i Frammenti autografi dell'Orlando furioso appena scoperti
A Giovan Battista Pigna che nel 1554 pubblicò i Frammenti autografi dell'Orlando furioso
A Federico Ubaldini che nel 1642 pubblicò il petrarchesco Codice degli abbozzi
A Pietro Bembo che nel 1501 pubblicò il petrarchesco Codice degli abbozzi
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 014
01. Quale fu la posizione di Benedetto Croce nei confronti della filologia?
Benedetto Croce assegnava alla filologia un ruolo ancillare e strumentale, utile a accertare le basi storico-documentarie della produzione artistica, ma incapace di apportare
alcun contributo all'interpretazione del testo
Per Benedetto Croce l'interpretazione del testo come riconoscimento dell'espressione dello spirito trovava il suo fondamento nella tradizione filologica nata dal Positivismo
Benedetto Croce assegnava alla filologia un ruolo fondamentale nell'interpretazione dei testi, ma questo messaggio non fu recepito dai crociani suoi allievi
Benedetto Croce non assegnava alcun ruolo alla filologia, disprezzandone anche gli apporti archivistico-eruditi
Dante, di cui studiò la tradizione della "Commedia", la storia della tradizione di vari autori soprattutto quattrocenteschi, affrontando anche, negli ultimi anni della sua vita,
questioni di variantistica d'autore (Boccaccio, Guicciardini, Foscolo, Manzoni)
Dante, di cui studiò la tradizione delle rime, della "Vita nova" e della "Commedia", la poesia popolare (di cui raccolse molto materiale orale), la storia della tradizione di
vari autori (Sacchetti) affrontando anche, negli ultimi anni della sua vita, questioni di variantistica d'autore (Boccaccio, Guicciardini, Foscolo, Manzoni)
Dante, di cui studiò la tradizione delle rime, della "Vita nova" e della "Commedia", la poesia popolare (di cui raccolse molto materiale orale), la storia della tradizione di
vari autori (Sacchetti) affrontando anche, negli ultimi anni della sua vita, questioni di variantistica d'autore (Boccaccio, Manzoni, Leopardi)
03. Oltre che in capitali lavori di critica testuale, Michele Barbi si esercitò anche nei seguenti temi relativi alla filologia d'autore (indicate la sola risposta
corretta):
la Vita nova dantesca e la ricostruzione di quella che oggi chiameremmo la 'copia ideale' della Quarantana dei Promessi sposi
i Ricordi di Francesco Guicciardini e la ricostruzione di quella che oggi chiameremmo la 'copia ideale' della Quarantana dei Promessi sposi
04. Illustrate l'apporto di Michele Barbi alla elaborazione del metodo di studio sulle varianti d'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 015
01. Individuate il corretto profilo di Gianfranco Contini
Formatosi a Pavia e poi perfezionatosi a Torino e a Parigi, fu un filologo italiano; rivolse la sua attenzione di studioso a testi romanzi e italiani antichi
Formatosi a Pavia, fu un critico militante del XX secolo; rivolse la sua attenzione di studioso ad autori a lui contemporanei (Montale, Ungaretti, Saba, Gadda)
Formatosi a Pavia e poi perfezionatosi a Torino con Santorre Debenedetti e a Parigi con Joseph Bédier, fu un filologo romanzo con spiccati interessi di critico militante;
rivolse la sua attenzione di studioso a testi romanzi, a testi italiani antichi e ad autori a lui contemporanei (Montale, Ungaretti, Saba, Gadda)
Formatosi a Pavia e poi perfezionatosi a Torino con Santorre Debenedetti e a Parigi con Joseph Bédier, fu un filologo del XIX secolo con spiccati interessi di critico
militante, rivolgendo la sua attenzione di studioso a testi romanzi, a testi italiani antichi e ad autori a lui contemporanei (Montale, Ungaretti, Saba, Gadda)
marxista
positivista
idealistica
storicistica
fu di antagonismo, soprattutto negli anni della formazione continiana, sebbene negli anni successivi il pensiero di Contini, in particolare per quanto riguarda la filologia
d'autore, si sia progressivamente avvicinato alla filosofia crociana
fu di rispetto e piena accettazione, soprattutto negli anni della formazione continiana, sebbene negli anni successivi il pensiero di Contini, in particolare per quanto riguarda
la filologia d'autore, si sia progressivamente reso autonomo dalla matrice crociana
fu di totale alterità dal punto di vista ideologico e conoscitivo, come messo in luce dalla polemica relativa agli "scartafacci"
04. Chi fu che riuscì a comporre la polemica fra una visione estetizzante e intuizionistica dell'opera d'arte e una visione puramente erudita e documentaria di
matrice ottocentesca?
Ettore Romagnoli
Giorgio Pasquali
Gianfranco Contini
Michele Barbi
era di assoluto rifiuto della disciplina inutile sotto ogni punto di vista
era di esaltazione e di riconoscimento della centralità della disciplina ai fini dell'atto interpretativo
06. Chi riuscì nell'intento di conciliare la critica estetica crociana con le istanze filologiche?
07. A quando risalgono i primi tentativi di Gianfranco Contini di conciliare critica estetica e filologia?
Essi sono già in nuce nel ritratto di Santorre Debenedetti del 1933, ma si manifestano in maniera programmatica con "Come lavorava l'Ariosto" (1937)
Si manifestano in maniera sempre più consapevole nel 1937, nel 1941 e infine nel 1950
Si manifestano all'improvviso nel 1937 in occasione della pubblicazione di "Come lavorava l'Ariosto"
Essi si presentano una prima volta nel 1946-1947, in occasione della polemica con Croce a proposito di un saggio leopardiano di Giuseppe De Robertis
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Una variante inserita tardivamente, e che per questo instaura un valore poetico
Una variante che 'conquista' il fantasma poetico, e dunque 'instaura' un valore estetico precedentemente assente
Una variante inserita tardivamente, che dunque instaura una parola in un tessuto testuale preesistente
09. Quali sono le tappe dell'elaborazione continiana del metodo della "critica delle varianti"?
Come lavorava l'Ariosto (1938), Saggio di un commento alle correzioni del Petrarca volgare (1940), La critica degli scartafacci (1946), Implicazioni leopardiane (1947)
Saggio di un commento alle correzioni del Petrarca volgare (1937), Come lavorava l'Ariosto (1940), Implicazioni leopardiane (1946), La critica degli scartafacci (1947)
Come lavorava l'Ariosto (1937), Saggio di un commento alle correzioni del Petrarca volgare (1941, ma a stampa nel 1943), Implicazioni leopardiane (1946), La critica degli
scartafacci (1947)
Saggio di un commento alle correzioni del Petrarca volgare (1937), Come lavorava Petrarca (1940), La critica degli scartafacci (1946), Implicazioni leopardiane (1947)
10. Illustrate l'apporto di Gianfranco Contini alla elaborazione del metodo di studio sulle varianti d'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 016
01. Contini
nel "Breviario di ecdotica" (1986) ribadisce l'interpretazione dell'opera come processo (e non prodotto), la validità del metodo della critica delle varianti come verifica
sperimentale dell'interpretazione letteraria, ma approfondisce e arricchisce la fenomenologia delle varianti con la sostituzione di una ad altra personalità espressiva
nel "Breviario di ecdotica" (1986) sostituisce la distinzione fra "Varianti sostitutive" e "varianti instaurative" un nuovo concetto, quello di sostituzione di una ad altra
personalità espressiva
nel "Breviario di ecdotica" (1986) sconfessa e in parte riformula quanto già espresso negli anni Trenta-Quaranta
nel "Breviario di ecdotica" (1986) ribadisce e conferma quanto già espresso negli anni Trenta-Quaranta.
02. A quale dei contributi continiani fondamentali per la formazione del metodo della "critica delle varianti" risale la distinzione fra variante instaurativa
(corrispondente alla scoperta o rivelazione del fantasma) e variante sostitutiva (corrispondente alla rinuncia a elementi frammentariamente validi per altri
organicamente validi)?
Implicazioni leopardiane
03. Individuate la corretta sequenza degli interventi teorici di Contini in relazione alla critica delle varianti
"Implicazioni leopardiane" e "Critica degli scartafacci" (1937-38); "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare" (1941); "Come lavorava l'Ariosto"
(1946-47)
"Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare" (1937); "Come lavorava l'Ariosto" (1941); "Implicazioni leopardiane" (1946-48)
"Come lavorava l'Ariosto" (1937); "Implicazioni leopardiane" (1941); "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare" (1946-47)
"Come lavorava l'Ariosto" (1937); "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare" (1941); "Implicazioni leopardiane" e "Critica degli scartafacci" (1946-48)
04. Quali furono le 'occasioni' che dettero lo spunto per gli interventi teorici di Contini sulla questione della critica delle varianti?
"Come lavorava l'Ariosto": l'edizione facsimilare dei "Frammenti autografi" a cura di Santorre Debenedetti; "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare":
l'edizione in facsimile del 'codice degli abbozzi'; "Implicazioni leopardiane": l'articolo di Giuseppe De Robertis sulle varianti di "A Silvia"
"Come lavorava l'Ariosto": i "Frammenti autografi" editi da Santorre Debenedetti; "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare": l'edizione dei Rerum
vulgarium fragmenta secondo la redazione definitiva (Vat. Lat. 3195); "Implicazioni leopardiane": l'articolo di Giuseppe De Robertis sulle varianti di "A Silvia"
"Come lavorava l'Ariosto": i "Frammenti autografi" editi da Santorre Debenedetti; "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare": l'edizione in facsimile del
'codice degli abbozzi'; "Implicazioni leopardiane": l'articolo di Giuseppe De Robertis sulle varianti di "A Silvia"
"Come lavorava l'Ariosto": i "Frammenti autografi" editi da Santorre Debenedetti; "Saggio d'un commento alle correzioni del Petrarca volgare": l'edizione in facsimile del
'codice degli abbozzi'; "Implicazioni leopardiane": l'articolo di Domenico De Robertis sulle varianti di "Il sabato del villaggio"
Con la "Critica degli scartafacci" Contini si rivolge esplicitamente contro Nullo Minissi, ma in realtà il saggio è diretto contro Benedetto Croce che aveva ribadito l'inutilità
della critica delle varianti a proposito di un articolo manzoniano di Giuseppe De Robertis
Con la "Critica degli scartafacci" Contini si rivolge contro Nullo Minissi, che aveva ribadito l'inutilità della critica delle varianti a proposito di un articolo manzoniano di
Giuseppe De Robertis
Con la "Critica degli scartafacci" Contini si rivolge esplicitamente contro Nullo Minissi, ma in realtà è diretta contro Croce che aveva ribadito l'inutilità della critica delle
varianti a proposito di un articolo leopardiano di Giuseppe De Robertis
Con la "Critica degli scartafacci" Contini si rivolge esplicitamente contro Benedetto Croce che aveva ribadito l'inutilità della critica delle varianti a proposito di un articolo
manzoniano di Giuseppe De Robertis
06. A quale dei contributi continiani fondamentali per la formazione del metodo della "critica delle varianti" risale la distinzione fra correzioni puntuali e
correzioni nel sistema?
Implicazioni leopardiane
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Contini distingue fra "varianti sostitutive" e "varianti instaurative" attribuendo alle prime il significato di 'varianti che sostituiscono un valore estetico ad un altro valore
estetico', alle seconde il significato di 'varianti che raggiungono il valore estetico' andando a sostituire varianti che ne erano prive; con "varianti puntuali" e "varianti nel
sistema" Contini allude a due modi di analisi del filologo, che può analizzare una variante per sé ("variante puntuale") oppure in rapporto ad altri luoghi del medesimo testo,
oppure ad altri luoghi di altri testi del medesimo autore, o, infine altri luoghi al di fuori dell'opera di quell'autore ("varianti nel sistema")
Contini distingue fra "varianti sostitutive" e "varianti instaurative" attribuendo alle prime il significato di 'varianti che sostituiscono una variante precedente', alle seconde il
significato di 'alternative'; con "varianti puntuali" e "varianti nel sistema" Contini allude a due modi di analisi del filologo, che può analizzare una variante per sé ("variante
puntuale") oppure in rapporto ad altri luoghi del medesimo testo, oppure ad altri luoghi di altri testi del medesimo autore, o, infine altri luoghi al di fuori dell'opera di
quell'autore ("varianti nel sistema")
Contini con "varianti sostitutive" e "varianti instaurative" allude a due modi di analisi del filologo, che può analizzare una variante per sé oppure in rapporto ad altri luoghi
del medesimo testo; per quanto riguarda "varianti puntuali" e "varianti nel sistema" Contini allude al significato di 'varianti che sostituiscono un valore estetico puntuale ad un
altro valore estetico puntuale', e rispettivamente di 'varianti che raggiungono il valore estetico dell'intera opera'
Contini distingue fra "varianti sostitutive" e "varianti instaurative" attribuendo alle prime il significato di 'varianti che sostituiscono un valore estetico ad un altro valore
estetico', alle seconde il significato di 'varianti che raggiungono il valore estetico' andando a sostituire varianti che ne erano prive; con "varianti puntuali" e "varianti nel
sistema" Contini si riferisce alla variante di rilievo modesto ("variante puntuale") oppure con ricadute strutturali ("varianti nel sistema")
08. Nell'introdurre la distinzione fra varianti puntuali e varianti nel sistema Gianfranco Contini distingueva ulteriormente
fra 1) varianti nel sistema del testo coinvolto e di altri testi del medesimo autore, 2) varianti che coinvolgono il sistema letterario precedente all'autore, 3) varianti che
coinvolgono il sistema letterario contemporaneo all'autore
fra 1) varianti nel sistema dell'opera dell'autore, 2) varianti che coinvolgono l'intera tradizione letteraria in cui l'autore si inserisce
fra 1) varianti nel sistema del testo coinvolto, 2) varianti nel sistema dell'opera dell'autore, 3) varianti che coinvolgono il sistema letterario esterno all'autore
fra 1) varianti nel sistema del testo coinvolto, 2) varianti nel sistema del testo coinvolto e i testi circonvicini, 3) varianti nel sistema del testo coinvolto, dei testi circonvicini
e dei testi più remoti nella raccolta
09. Testo letterario come prodotto o come produzione: l'elaborazione teorica di Contini
11. Tappe del pensiero continiano sulle varianti d'autore: a margine di Ariosto, Petrarca e Leopardi
12. Nomenclatura continiana: cosa intende Gianfranco Contini con i termini di variante sostitutiva e variante instaurativa?
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 017
01. Cosa si intende per "fenomenologia della copia" e "fenomenologia dell'originale"?
La doppia definizione si deve a d'Arco Silvio Avalle, che con tali formule intendeva riferirsi all'insieme dei fenomeni che caratterizzano rispettivamente la tradizione di
copia e la tradizione d'autore
La doppia definizione si deve a Dante isella, che con tali formule intendeva riferirsi all'insieme dei fenomeni che caratterizzano rispettivamente la tradizione di copia e la
tradizione dell'originale
La doppia definizione si deve a Dante Isella, che con tali formule intendeva riferirsi all'insieme dei fenomeni che caratterizzano rispettivamente la tradizione d'autore e la
tradizione di copia
La doppia definizione si deve a d'Arco Silvio Avalle, che con tali formule intendeva riferirsi all'insieme dei fenomeni che caratterizzano rispettivamente la tradizione di
copia da un originale e la tradizione di copia da un archetipo
02. Qual è la più evidente differenza fra l'édition génétique francese e l'edizione genetica (o critico genetica) italiana
Nell'édition génétique francese ogni materiale attinente alla storia di un testo viene pubblicato separatamente; nell'edizione critico-genetica italiana viene pubblicato a parte
solo quanto non è letteralmente confrontabile con il testo, tutto il resto è posto in 'dialogo' al testo nell'apparato
Nell'edizione critico-genetica italiana ogni materiale attinente alla storia di un testo viene pubblicato separatamente; nell'édition génétique francese viene pubblicato a parte
solo quanto non è letteralmente confrontabile con il testo, tutto il resto è posto in 'dialogo' al testo nell'apparato
Nell'edizione critico-genetica italiana ogni materiale attinente alla storia di un testo viene pubblicato in volumi separati; nell'édition génétique francese tutto quel materiale
viene pubblicato in un solo volume
Nell'édition génétique francese ogni materiale attinente alla storia di un testo viene pubblicato in volumi separati; nell'edizione critico-genetica italiana tutto quel materiale
viene pubblicato in un solo volume
03. Cosa intende per "avantesto" la tradizione filologica francese a confronto con quella italiana
Per la tradizione filologica italiana nell'avantesto confluiscono tutti i materiali che precedono la redazione finale di un testo (dall'appunto alla redazione semidefinitiva);
nella tradizione filologica francese si ritiene avantesto solo quanto non si organizza in testo (un appunto) o che non può essere confrontato con il testo finale
Per la tradizione filologica francese l'avantesto è "la conoscenza ragionata degli atti materiali e intellettuali della creatività verbale"
Per la tradizione filologica italiana l'avantesto è "la conoscenza ragionata degli atti materiali e intellettuali della creatività verbale"
Per la tradizione filologica francese nell'avantesto confluiscono tutti i materiali che precedono la redazione finale di un testo (dall'appunto alla redazione semidefinitiva);
nella tradizione filologica italiana si ritiene avantesto solo quanto non si organizza in testo (un appunto) o che non può essere confrontato con il testo finale
04. Quali sono le ragioni storiche che soggiacciono alle differenti tradizioni di studio filologico in Francia e in Italia?
In Italia la fiducia nella capacità ricostruttiva del metodo cosiddetto lachmanniano è rimasta solida, pur con considerevoli aggiustamenti, e la filologia d'autore si è integrata
in quella tradizione; in Francia la fiducia nel metodo lachmanniano è stata profondamente scossa dalle obiezioni di Bédier e la filologia d'autore ha preso strade autonome
Per motivi nazionalistici la filologia francese si è separata da quella di origine tedesca (metodo del Lachmann) che invece in Italia è rimasta solida
In Francia la fiducia nella capacità ricostruttiva del metodo cosiddetto lachmanniano è rimasta solida, pur con considerevoli aggiustamenti, e la filologia d'autore si è
integrata in quella tradizione; in Italia la fiducia nel metodo lachmanniano è stata profondamente scossa dalle obiezioni di Bédier e la filologia d'autore ha preso strade
autonome
Per motivi nazionalistici la filologia italiana si è separata da quella di origine tedesca (metodo del Lachmann) che invece in Francia è rimasta solida
05. Quali sono stati i principali gli ambiti di ricerca di Dante Isella?
Un filone propriamente critico, rivolto in particolare all'ambiente lombardo, dal secondo Quattrocento all'epoca contemporanea; un secondo filone propriamente editoriale,
con particolare predilezione per la critica delle varianti
Un filone propriamente critico, rivolto in particolare all'ambiente lombardo, dal secondo Quattrocento al Seicento; un secondo filone propriamente editoriale, con
particolare predilezione per la critica delle varianti
Un filone propriamente critico, rivolto in particolare all'ambiente lombardo, dal secondo Quattrocento all'epoca contemporanea; un secondo filone propriamente editoriale,
con particolare predilezione per la filologia d'autore
Con la formula di 'espressionismo letterario' si individua una tendenza all'uso espressivo della lingua caratteristico di autori contemporanei
Con la formula di 'espressionismo letterario' Gianfranco Contini individuava un filone della letteratura italiana che caratterizza autori appartenenti a periodi e aree diverse,
accomunati però da un uso fortemente espressivo, talora violento, dello strumento linguistico, dialetto o lingua che sia
Con la formula di 'espressionismo letterario' Dante Isella individuava un filone della letteratura italiana che caratterizza autori appartenenti a periodi e aree diverse,
accomunati però da un uso fortemente espressivo, talora violento, dello strumento linguistico, dialetto o lingua che sia
Con la formula di 'espressionismo letterario' si individuava una tendenza all'uso espressivo della lingua caratterizzato dal mescidamento di dialetto e lingua
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
07. Cosa si intende per avantesto nella tradizione filologica francese e nella tradizione filologica italiana?
La tradizione filologica francese considera avantesto tutto ciò che precede il testo nella sua redazione finale, indipendentemente dalla confrontabilità fra tale materiale e il
testo finale e definitivo; al contrario la tradizione italiana considera avantesto solo quei materiali preparatori che non abbiano rapporto 'letterale' e di confrontabilità con il testo
o sue porzioni ormai organizzati.
La tradizione filologica italiana considera avantesto tutto ciò che precede il testo nella sua redazione finale, indipendentemente dalla confrontabilità fra avantesto e testo
definitivo; al contrario la tradizione francese considera avantesto solo quei materiali preparatori che non abbiano rapporto 'letterale' e di confrontabilità con il testo o sue
porzioni ormai organizzati.
Per avantesto si intende (universalmente) un dossier di materiali preparatori funzionali all'elaborazione di un testo, in servizio dei quali sono stati elaborati e assemblati.
Dante Isella ha negato validità al metodo della "critica delle varianti" esercitandosi esclusivamente sulla "filologia d'autore"
Dante Isella ha fornito edizioni critiche del Giorno e delle Odi di Giuseppe Parini
Dante Isella ha dedicato in modo particolare la propria attività di studioso alla tradizione letteraria lombarda
Dante Isella si è occupato di teoria e prassi editoriali con particolare riguardo a casi di filologia d'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 018
01. In quale dei seguenti esempi editoriali non viene utilizzata la tecnica del "testo in colonna"?
02. L'edizione di un testo con varianti d'autore secondo la tecnica editoriale cosiddetta "in colonna"
riserva all'apparato quanto non può essere espresso con chiarezza tramite escamotages tipografici direttamente nel testo
riserva all'apparato solo commenti dell'editore di carattere letterario perché le informazioni filologiche sono interamente rappresentate a testo
riserva all'apparato solo commenti dell'editore di carattere paleografico riguardanti la conservazione del manufatto
da quale fase redazionale si è scelto di editare: se a testo è messa la redazione finale dell'elaborazione l'apparato sarà genetico, se a testo è messa la redazione iniziale
dell'elaborazione l'apparato sarà evolutivo, se a testo è messa una redazione intermedia dell'elaborazione l'apparato sarà sia genetico sia evolutivo
da quale fase redazionale si è scelto di editare: se a testo è messa la redazione finale dell'elaborazione l'apparato sarà evolutivo, se a testo è messa la redazione iniziale
dell'elaborazione l'apparato sarà genetico, se a testo è messa una redazione intermedia dell'elaborazione l'apparato sarà sia genetico sia evolutivo
dalle caratteristiche della documentazione: se la documentazione autografa è ridotta l'apparato sarà genetico, se la documentazione autografa è ipertrofica l'apparato sarà
evolutivo
dalle caratteristiche della documentazione: se la documentazione non è autografa l'apparato sarà genetico, se la documentazione è autografa l'apparato sarà evolutivo
indica una correzione caratterizzabile sia su base topografica sia su base cronologica, perché, sia in quanto variante sostitutiva sia in quanto aggiunta, è una variante
immediata
indica una correzione caratterizzabile su base cronologica, e può essere tanto variante sostitutiva di altra precedente cassata, quanto un'aggiunta
indica una correzione caratterizzabile su base topografica, e può essere tanto variante sostitutiva di altra precedente cassata, quanto un'aggiunta
indica una correzione caratterizzabile sia su base topografica sia su base cronologica, perché, in quanto variante sostitutiva, è una variante tardiva
07. Secondo quanto sintetizzato da Dante Isella nel 1978, la filologia d'autore richiede
a) la messa a punto di tecniche editoriali sia per quanto riguarda il testo b) sia per quanto riguarda l'apparato
a) il contatto diretto con gli autografi; b) il contatto diretto con i materiali di archivio
a) il contatto diretto con i documenti; b) la messa a punto di tecniche editoriali per quanto riguarda la costruzione dell'apparato
a) il contatto diretto con i documenti; b) la messa a punto di tecniche editoriali sia per quanto riguarda il testo sia per quanto riguarda l'apparato
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Su rasura, nel rigo (di seguito a lezione cassata oppure a ricalco su di essa), nell'interlinea (superiore o inferiore), sui margini
Su rasura nel rigo o nell'interlinea, sui margini (destro o sinistro, superiore o inferiore)
10. Quali sono le principali coppie tipologiche di apparato nella filologia d'autore?
L'apparato simbolico/parlato; l'apparato fotografico/diacronico (o sistemico); l'apparato genetico/evolutivo; l'apparato progressivo/ derivativo
La resa editoriale in colonna è riservata a tradizioni consistenti in un singolo autografo o a tradizioni pluritestimoniali ma con bassa concentrazione di varianti d'autore; le
varianti si dispongono dall'alto verso il basso secondo un ordine cronologico crescente. In apparato sono eventualmente offerte indicazioni aggiuntive
La resa editoriale in colonna è riservata a tradizioni consistenti in un singolo autografo o a tradizioni pluritestimoniali con alta concentrazione di varianti d'autore; le
varianti si dispongono dall'alto verso il basso secondo un ordine cronologico crescente. In apparato sono eventualmente offerte indicazioni aggiuntive
La resa editoriale in colonna è riservata a tradizioni consistenti in un singolo autografo; le varianti si dispongono dall'alto verso il basso secondo un ordine cronologico
crescente. In apparato sono eventualmente offerte indicazioni aggiuntive
La resa editoriale in colonna è riservata a tradizioni consistenti in un singolo autografo o a tradizioni pluritestimoniali ma con bassa concentrazione di varianti d'autore; le
varianti si dispongono dall'alto verso il basso secondo un ordine cronologico decrescente. In apparato sono eventualmente offerte indicazioni aggiuntive
Con l'apparato parlato si intende illustrare con le parole la diacronia del testo; con apparato simbolico si intende rappresentare quella stessa diacronia con dei simboli.
Con apparato parlato si intende un apparato che vuole rappresentare lo stato fisico dell'autografo; con l'apparato simbolico si rappresentano simbolicamente i legami fra
una variante e l'altra dal punto di vista del sistema
L'apparato parlato è adatto a rappresentare la genesi dell'opera; quello simbolico a rappresentare la sua evoluzione.
La definizione di apparato simbolico o parlato fanno riferimento esclusivamente alle caratteristiche tipografiche utilizzate: l'apparato parlato utilizza un sistema di
abbreviazioni; l'apparato simbolico utilizza una serie di simboli come per es. frecce, asterischi, parentesi.
14. Illustrate l'apporto di Dante Isella alla elaborazione del metodo di studio sulle varianti d'autore
15. Elencate e descrivete le tipologie di apparato disponibili per l'edizione critica di testi in trasmissione autografa
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 019
01. Cosa intendeva Barbi per tradizione extravagante, tradizione organica e tradizione inorganica delle rime della "Vita nova"?
La tradizione extravagante riporta le rime scritte da Dante prima dell'ideazione della "Vita nova" (e poi eventualmente confluite nel prosimetro ma che erano state diffuse
spicciolate), la tradizione organica è rappresentata dalle rime estratte dalla "Vita nova" e che conservano traccia del loro ordinamento nel prosimetro dunque successiva ad
esso, la tradizione inorganica è quella che trasmette le rime della "Vita nova" organicamente con le prose dell'operetta
La tradizione extravagante riporta le rime scritte da Dante prima dell'ideazione della "Vita nova" (e poi eventualmente confluite nel prosimetro ma che erano state diffuse
spicciolate), la tradizione organica è quella che trasmette le rime della "Vita nova" organicamente con le prose dell'operetta, la tradizione inorganica è rappresentata dalle rime
estratte dalla "Vita nova" e che conservano traccia del loro ordinamento nel prosimetro dunque successiva ad essa
La tradizione extravagante è rappresentata dalle rime estratte dalla "Vita nova" e che conservano traccia del loro ordinamento nel prosimetro, la tradizione organica è quella
che trasmette le rime della "Vita nova" organicamente con le prose dell'operetta, la tradizione inorganica riporta le rime scritte da Dante prima dell'ideazione della "Vita nova"
(e poi eventualmente confluite nel prosimetro ma che erano state diffuse spicciolate)
La tradizione extravagante è rappresentata dalle rime estratte dalla "Vita nova" e che conservano traccia del loro ordinamento nel prosimetro dunque successiva ad esso, la
tradizione organica è quella che riporta le rime scritte da Dante prima dell'ideazione della "Vita nova" (e poi eventualmente confluite nel prosimetro ma che erano state diffuse
spicciolate), la tradizione inorganica trasmette le rime della "Vita nova" organicamente con le prose dell'operetta
02. Qual'è la data di composizione della Vita nova e a quale periodo cronologico fa riferimento la vicenda narrata?
La composizione della Vita nova cominciò negli anni 1274-1291, ma si fece più serrata fra il 1283 e il 1291
La data di composizione della Vita nova è incerta, comunque post 1291 (un anno dopo la morte di Beatrice); la vicenda narrata è riferibile agli anni 1274-1291, ma si
concentra in modo particolare su eventi del 1283-1291
La data di composizione della Vita nova è il 1291 (un anno dopo la morte di Beatrice); la vicenda narrata è riferibile agli anni 1274-1291, ma si concentra in modo
particolare su eventi del 1283-1291
Dante scrisse man mano la Vita nova mentre componeva le liriche che sono inserite nel prosimetro
La tradizione extravagante della Vita nova è rappresentata da quei codici e da quelle stampe che trasmettono i soli testi lirici compresi da Dante nella Vita nova e
estrapolati dal prosimetro
La tradizione extravagante della Vita nova è rappresentata da quei codici e da quelle stampe che trasmettono i soli testi prosastici del prosimetro
La tradizione extravagante della Vita nova è rappresentata da quei codici che trasmettono i testi lirici poi compresi nella Vita nova e che nella seriazione si dimostrano
indipendenti dal prosimetro, la cui composizione è successiva
La tradizione extravagante della Vita nova è rappresentata da quei codici e da quelle stampe che trasmettono i testi lirici compresi nella Vita nova in dipendenza diretta
dalla tradizione e dalla composizione del prosimetro
04. A quale studioso si deve la distinzione fra tradizione extravagante, organica e inorganica della Vita nova?
Domenico De Robertis
Gianfranco Contini
Michele Barbi
Stefano Carrai
È un codice (oggi conservato alla Real Biblioteca de El Escorial - Madrid), unico testimone della tradizione extravagante delle rime della Vita nova
È un codice (oggi conservato alla Real Biblioteca de El Escorial - Madrid) fra i più importanti ed antichi latori della tradizione inorganica delle rime della Vita nova
È un codice (oggi conservato alla Real Biblioteca de El Escorial - Madrid) fra i più importanti ed antichi latori della tradizione organica delle rime della Vita nova
È un codice (oggi conservato alla Real Biblioteca de El Escorial - Madrid), fra i più importanti e antichi latori della tradizione extravagante delle rime della Vita nova
06. Come si dimostra l'autorialità delle varianti che oppongono la tradizione extravagante alla tradizione organica delle rime della "Vita nova"?
Dal punto di vista stemmatico le varianti che oppongono la tradizione extravagante alla tradizione organica possono essere spiegate come risalenti o all'archetipo della
tradizione extravagante o all'archetipo della tradizione organica; la prima eventualità è esclusa per le modalità di diffusione delle rime precedenti alla "Vita Nova", la seconda è
inverosimile perché dovremmo definire erronee (in quanto innovazione di copista) varianti sicuramente e costantemente migliorative
Dal punto di vista stemmatico le varianti che oppongono la tradizione extravagante alla tradizione organica possono essere spiegate come risalenti o all'archetipo della
tradizione extravagante o all'archetipo della tradizione organica; la prima eventualità è inverosimile perché dovremmo definire erronee (in quanto innovazione di copista)
varianti sicuramente e costantemente migliorative, la seconda eventualità è esclusa per le modalità di diffusione della "Vita Nova"
Perché nel caso della tradizione organica abbiamo l'autografo della "Vita nova"
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
07. Qual è il principale criterio che consente di distinguere un testimone della tradizione extravagante della Vita nova da un testimone della tradizione
inorganica?
L'ordinamento delle liriche: nella tradizione extravagante le rime dantesche hanno un ordinamento indipendente da quello della seriazione delle liriche nella Vita nova,
nella tradizione inorganica le liriche sono disposte secondo l'ordine di comparsa nel prosimetro
La consistenza del numero delle liriche: nella tradizione inorganica compaiono solo alcune liriche della Vita nova, nella tradizione extravagante tutte quelle presenti nel
prosimetro
La consistenza del numero delle liriche: nella tradizione extravagante compaiono solo alcune liriche della Vita nova, nella tradizione inorganica tutte quelle presenti nel
prosimetro
L'ordinamento delle liriche: nella tradizione inorganica le rime dantesche hanno un ordinamento indipendente da quello della seriazione delle liriche nella Vita nova, nella
tradizione extravagante le liriche sono disposte secondo l'ordine di comparsa nel prosimetro
La "Vita nova" è un romanzo, composto nel 1291, che narra una vicenda biografica e amorosa compresa fra il 1274 e il 1291
La "Vita nova" è un prosimetro, composto certamente dopo il 1291, che narra una vicenda biografica e amorosa compresa fra il 1274 e il 1291
La "Vita nova" è un diario, composto durante il periodo dell'esilio, che narra una vicenda biografica e amorosa compresa fra il 1274 e il 1291
La "Vita nova" è un prosimetro, composto certamente dopo il 1291, che narra una vicenda biografica e amorosa compresa fra il 1264 e il 1291
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 020
01. Di che tipo è l'apparato che correda l'edizione De Robertis delle rime dantesche coincidenti con la tradizione extravagante della "Vita nova"
Nel caso delle rime dantesche pubblicate in redazione extravagante Domenico De Robertis correda il testo della prima redazione con una prima fascia di apparato di
tradizione (relativo alle varianti di copia della sola tradizione extravagante) e da una seconda fascia di apparato in sostanza genetico, poiché riferisce le divergenze della
tradizione organica rispetto alla extravagante
Nel caso delle rime dantesche pubblicate in redazione extravagante Domenico De Robertis correda il testo della prima redazione con una prima fascia di apparato in
sostanza genetico, poiché riferisce le divergenze della tradizione organica rispetto alla extravagante e da una seconda fascia di apparato di tradizione (relativo alle varianti di
copia della sola tradizione extravagante)
Nel caso delle rime dantesche pubblicate in redazione extravagante Domenico De Robertis correda il testo della prima redazione con una prima fascia di apparato di
tradizione (relativo alle varianti di copia della sola tradizione extravagante) e da una seconda fascia di apparato in sostanza evolutivo, poiché riferisce le divergenze della
tradizione organica rispetto alla extravagante
Nel caso delle rime dantesche pubblicate in redazione extravagante Domenico De Robertis correda il testo della prima redazione con una prima fascia di apparato in
sostanza evolutivo, poiché riferisce le divergenze della tradizione organica rispetto alla extravagante e da una seconda fascia di apparato di tradizione (relativo alle varianti di
copia della sola tradizione extravagante)
rappresenta
il passaggio dalla tradizione organica alla tradizione inorganica della Vita nova
il passaggio dalla tradizione extravagante alla tradizione inorganica della Vita nova
il passaggio dalla tradizione extravagante alla tradizione organica della Vita nova
il passaggio dalla tradizione inorganica alla tradizione organica della Vita nova
03. Nell'edizione De Robertis delle rime dantesche quale tipo di apparato viene usato?
Una doppia fascia di apparato: la prima contiene un apparato genetico, la seconda un apparato evolutivo
Una doppia fascia di apparato: la prima contiene un apparato di tradizione, la seconda un apparato in cui vengono segnalate le divergenze fra tradizione extravagante e
tradizione organica della Vita nova (e che nella sostanza corrisponde ad un apparato genetico)
Una doppia fascia di apparato: la prima contiene un apparato evolutivo, la seconda un apparato genetico
Una doppia fascia di apparato: la prima contiene un apparato di tradizione, la seconda un apparato in cui vengono segnalate le divergenze fra tradizione extravagante e
tradizione organica della Vita nova (e che nella sostanza corrisponde ad un apparato evolutivo)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
La tradizione inorganica della Vita nova è costituita dai codici e dalle stampe lacunosi o mutili che tramandano il prosimetro
La tradizione inorganica della Vita nova è costituita dai codici e dalle stampe che selezionano dal prosimetro dantesco, solo le liriche, trasmesse secondo la sequenza con
cui compaiono nella Vita nova, ma tralasciando la prosa
La tradizione inorganica della Vita nova è costituita dai codici che selezionano dal prosimetro dantesco, solo le liriche, tralasciando la prosa
La tradizione inorganica della Vita nova è costituita dai codici che tramandano liriche dantesche nella trasmissione precedente al loro inserimento nel prosimetro
05. Quali dei seguenti autori e delle relative opere, la cui storia redazionale è stata analizzata durante il corso, presenta solo varianti puntuali e non invece
varianti strutturali?
06. Quali sono le tipologie di varianti che oppongono la tradizione extravagante delle rime alla tradizione organica della "Vita nova"
Accanto a modifiche di carattere linguistico (esplicitazione dei pronomi, per esempio, nelle rime della "Vita nova"), si trovano casi di inversione e di sostituzione lessicale,
sempre con notevole impatto a livello ritmico ed espressivo
Sono per lo più inversioni sulle quali è impossibile esprimere una diagnosi
Sono solo modifiche di carattere linguistico (esplicitazione dei pronomi, per esempio, nelle rime della "Vita nova" e sostituzioni lessicale)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 021
01. Per quanto riguarda la sostituzione in campo lessicale, nella variantistica d'autore si individuano tre principali linee di tendenza: 1) ricerca di maggiore
appropriatezza; 2) incremento di senso e di connotazione; 3) ricerca di variatio.
A quale di esse può essere ricondotto il passaggio da dolenti (e) a dogliose (VN) nel v. 11 del sonetto Era venuta nella mente mia?
[...]
ricerca di variatio
02. Per quanto riguarda la sostituzione in campo lessicale, nella variantistica d'autore si individuano tre principali linee di tendenza: 1) ricerca di maggiore
appropriatezza; 2) incremento di senso e di connotazione; 3) ricerca di variatio.
A quale di esse può essere ricondotto il passaggio da dican (e) a gridin (VN) nel v. 8 le pietre par che dican / gridin: "Moia, moia!" del sonetto Ciò che m'incontra
nella mente more?
ricerca di variatio
stanno fattori semantici (l'inversione fra questi e così leggiadro pone in massima evidenza l'eccezionalità dello stato d'animo dell'innamorato rispetto alla sua individualità)
stanno fattori semantici (l'inversione fra questi e così leggiadro pone in massima evidenza l'individualità dell'innamorato rispetto al suo stato d'animo)
intervengono fattori semantici (la posposizione del pronome possessivo al nome cui si riferisce lo rende più marcato)
intervengono fattori ritmici (da un'accentazione variabile e incerta, comprensiva di un accento di quinta, si passa ad un'accentazione di sesta)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
05. Il confronto di lezione fra i sonetti della Vita nova in tradizione extravagante e i corrispondenti inclusi nel prosimetro
evidenzia la totale adiaforia delle lezioni, ma casuali elementi di ricorsività (differenti scelte lessicali e microsintattiche, esplicitazione del pronome soggetto) fanno pensare
ad un'individualità linguistica (probabile rifacimento da parte di un unico copista)
evidenzia l'assenza di varianti adiafore, come dimostrano alcuni fenomeni ricorrenti (differenti scelte lessicali e microsintattiche, esplicitazione del pronome soggetto) fra
l'una e l'altra tradizione, ma il giudizio su di essi è ancipite
evidenzia, pur nell'adiaforia delle lezioni, elementi di ricorsività (differenti scelte lessicali e microsintattiche, esplicitazione del pronome soggetto), un'individualità
linguistica difficilmente imputabile alla casualità dell'intervento dei copisti
evidenzia la totale adiaforia delle lezioni, nonostante casuali elementi di ricorsività (differenti scelte lessicali e microsintattiche, esplicitazione del pronome soggetto), che
non fanno pensare ad un'individualità linguistica e che paiono imputabili alla casualità dell'intervento dei copisti
06. Commentate le varianti d'autore che intercorrono fra la tradizione extravagante (a testo, secondo l'ed. De Roberti) e la tradizione della Vita nova (nella
colonna di destra) del sonetto dantesco "Ciò che m'incontra nella mente more".
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 022
01. In quali di queste tradizioni della Vita nova dantesca troviamo varianti d'autore?
Nella tradizione extravagante sia rispetto alla tradizione organica sia rispetto alla tradizione inorganica
02. Quali sono le principali motivazioni alla sostituzione lessicale nella variantistica d'autore?
a) tendenza alla maggiore appropriatezza lessicale; b) incremento di senso e di connotazione; c) desiderio di variatio
03. Commentate le varianti intercorrenti fra la tradizione extravagante (a testo, secondo l'edizione De Robertis) e la tradizione della Vita nova ( nella colonna di
destra) del sonetto dantesco "Con l'altre donne mia vista gabbate".
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 023
01. Oggi i codici riconosciuti come facenti parte della biblioteca di Petrarca
sono conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, nella Bibliothèque Nationale de France, nella Biblioteca Ambrosiana di Milano e in altre ancora, a seguito di
dispersioni diversificate non tutte interamente ricostruite
sono conservati a Parigi in conseguenza della discesa in Italia di Francesco I, durante la quale il sovrano francese si impossessò della biblioteca dei Visconti
02. Quale dei seguenti studiosi non ha contribuito alla ricostruzione della biblioteca di Francesco Petrarca?
Domenico De Robertis
Giuseppe Billanovich
Elisabeth Pellegrin
Pierre de Nolhac
una sessantina di volumi a lui appartenuti di cui sei interamente autografi, altri idiografi e altri infine da lui postillati
una sessantina di volumi a lui appartenuti, fra i quali l'idiografo della lettera a Urbano V
una quarantina fra autografi e idiografi fra i quali l'originale dei Rerum vulgarium fragmenta
una sessantina di codici contenenti opere di altri autori contemporanei, tutti postillati di mano del Petrarca
una sessantina di codici, di cui un certo numero, autografi o idiografi, contengono opere del Petrarca stesso
una sessantina di codici contenenti opere di autori classici, tutti postillati di mano del Petrarca
05. Quale fra i seguenti studiosi non si è occupato della ricostruzione della biblioteca petrarchesca?
Pierre de Nolhac
Giuseppe Billanovich
Elizabeth Pellegrin
Ernest H. Wilkins
06. Quale fu la sorte dei libri di Petrarca ereditata dal genero Francescuolo da Brossano?
Già durante la sua vita Francescuolo distribuì il patrimonio librario petrarchesco in suo possesso fra gli ammiratori del poeta; fra questi Pietro Bembo venne in possesso del
codice degli abbozzi e dell'originale dei Rerum vulgarium fragmenta
Francescuolo ebbe un figlio che era completamente disinteressato alla biblioteca petrarchesca che, per esigenze economiche, mise all'asta
Francescuolo vendette i libri di Petrarca determinando la dispersione del patrimonio librario petrarchesco ereditato; nel Cinquecento alcuni dei libri petrarcheschi furono
recuperati da Pietro Bembo
Alla morte di Francescuolo (1405) il patrimonio andò a finire, almeno in parte, per eredità, alla famiglia padovana dei Santasofia e nel Cinquecento alcuni dei libri
petrarcheschi in loro possesso furono acquistati da Pietro Bembo
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
08. Indicate quel è la corretta ricostruzione delle vicende storiche riguardanti la biblioteca di Petrarca
Dopo aver destinato in un primo tempo la propria biblioteca alla biblioteca di Francesco da Carrara (1367), Petrarca legò probabilmente il proprio patrimonio librario al
genero Francescuolo da Brossano (1370); nonostante ciò, alla morte del poeta (1374), parte dei suoi libri finirono effettivamente nella biblioteca di Francesco da Carrara.
Questi ultimi passarono quindi a Pavia (1388) nella biblioteca dei Visconti Sforza e, dopo il 1499, furono trasferiti in Francia dove furono inglobati nella Bibliotheca Regia (da
lì infine passarono nell'attuale Bibliothèque Nationale de France)
Dopo aver destinato in un primo tempo la propria biblioteca alla basilica di S. Maria Maggiore a Roma (nel 1362), Petrarca legò probabilmente il proprio patrimonio
librario al genero Francescuolo da Brossano (1370); nonostante ciò, alla morte del poeta (1374), parte dei suoi libri finirono nella biblioteca di Francesco da Carrara. Questi
ultimi passarono quindi a Pavia (1388) nella biblioteca dei Visconti Sforza e, dopo il 1499, furono trasferiti in Francia dove furono inglobati nell'allora Bibliothèque Nationale
de France)
Dopo aver destinato in un primo tempo la propria biblioteca alla basilica di S. Marco di Venezia (nel 1362), Petrarca legò probabilmente il proprio patrimonio librario al
genero Francescuolo da Brossano (1370); nonostante ciò, alla morte del poeta (1374) parte dei suoi libri finirono nella biblioteca di Francesco da Carrara. Questi ultimi
passarono quindi a Pavia (1388) nella biblioteca dei Visconti Sforza e, dopo il 1499, furono trasferiti in Francia dove furono inglobati nella Bibliotheca Regia (da lì infine
passarono nell'attuale Bibliothèque Nationale de France)
Dopo aver destinato in un primo tempo la propria biblioteca alla basilica di S. Marco di Venezia (nel 1362), Petrarca legò probabilmente il proprio patrimonio librario al
genero Francescuolo da Brossano (1370); nonostante ciò, alla morte del poeta (1374), parte dei suoi libri finirono nella biblioteca di Francesco da Carrara e, dopo il 1494,
furono trasferiti in Francia dove furono inglobati nella Bibliotheca Regia (da lì infine passarono nell'attuale Bibliothèque Nationale de France)
perché si tratta della prima edizione dei RVF condotta sulla base del codice oggi Vaticano Latino 3195, allora conservato a Padova presso la famiglia Santasofia
perché si tratta della prima edizione dei RVF condotta sulla base del codice degli abbozzi oggi Vaticano Latino 3196, allora di proprietà di Pietro Bembo
perché si tratta della prima edizione dei RVF condotta sulla base del codice oggi Vaticano Latino 3195, allora di proprietà di Pietro Bembo
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 024
01. Anziché di vere e proprie redazioni, per le fasi redazionali dei Rerum vulgarium fragmenta si preferisce parlare di
tappe
forme
assetti
stati
02. Come viene chiamata la 'forma' consegnata attualmente al Vaticano Latino 3195?
'Forma pre-vaticana'
'Forma vaticana'
03. Qual è la più antica 'forma' dei RVF che ci è effettivamente conservata?
La 'forma Malatesta' inviata da Petrarca a Pandolfo Malatesta con una lettera del 1373 e testimoniata da molti manoscritti
La 'forma Chigi', così chiamata perché conservata in un codice del fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana
04. Ernest H. Wilkins, sulla base degli autografi e della tradizione di copia, propose di individuare
nove tappe dell'iter redazionale dei RVF a cui però, sulla base degli studi successivi, va sottratta la cosiddetta 'forma Chigi'
nove tappe dell'iter redazionale dei RVF molte delle quali però sottoposte a revisione dagli studiosi successivi perché o afferenti alle cosiddette raccolte di riferimento o a
concretizzazioni momentanee che non corrispondono a vere e proprie redazioni
nove tappe dell'iter redazionale dei RVF che corrispondono a redazioni differenti per numero e ordinamento dei singoli pezzi
nove tappe dell'iter redazionale dei RVF a cui però, sulla base degli studi successivi, va sottratta la cosiddetta 'forma Correggio'
05. Quale studioso ha maggiormente contribuito alla ricostruzione dell'iter redazionale dei Rerum vulgarium fragmenta?
Pierre de Nolhac
Giuseppe Billanovich
Marco Santagata
È un codice costituito da una ventina di carte slegate, messe insieme forse nel Cinquecento, risultato della dispersione di autografi petrarcheschi in precedenza più
numerosi, di varia datazione; contiene gli abbozzi di testi poi confluiti nei Rerum vulgarium fragmenta e un abbozzo di un capitolo dei Triumphi
È un insieme di una cinquantina di carte slegate, messe insieme forse nel Cinquecento, risultato della dispersione di autografi petrarcheschi di varia datazione e variamente
disomogenei; comprende gli abbozzi di testi poi confluiti nei Rerum vulgarium fragmenta
È un codice che Francesco Petrarca utilizzava regolarmente per depositarvi le prime stesure dei suoi componimenti volgari
È un codice che Francesco Petrarca utilizzava regolarmente per depositarvi le prime stesure dei suoi componimenti latini
07. Rispetto alle nove tappe individuate da Wilkins negli anni Trenta-Quaranta del Novecento, attualmente gli studiosi individuano
tre forme dei Rerum vulgarium fragmenta: la forma Malatesta (divisa in due parti, ma di incerta consistenza), la forma pre-vaticana e la forma vaticana (queste ultime due
corrispondenti agli ultimi anni del poeta, 1373-1374)
quattro forme dei Rerum vulgarium fragmenta: la forma Chigi (divisa in due parti, consistente di 204 pezzi complessivi), la forma Malatesta (divisa in due parti, ma di
incerta consistenza), le forme pre-vaticana e vaticana (queste ultime due corrispondenti agli ultimi anni del poeta, 1373-1374)
cinque forme dei Rerum vulgarium fragmenta: la forma Correggio, la forma Chigi, la forma Malatesta , le forme pre-vaticana e vaticana (queste ultime due corrispondenti
agli ultimi anni del poeta, 1373-1374)
tre forme dei Rerum vulgarium fragmenta: la forma Chigi (divisa in due parti, consistente di 204 pezzi complessivi), la forma Malatesta (divisa in due parti, ma di incerta
consistenza), la forma vaticana (quest'ultima corrispondente agli ultimi anni del poeta, 1373-1374)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
08. Quali sono le testimonianze manoscritte per la ricostruzione del testo e dell'iter elaborativo dei Rerum vulgarium fragmenta?
09. Le tappe principali dell'iter redazionale dei Rerum vulgarium fragmenta: le forme Chigi, Malatesta e Vaticana
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 025
01. Qual è il contributo del codice degli abbozzi riguardo la datazione dei pezzi che vi sono trascritti?
Possiamo desumere la datazione della composizione dei pezzi contenuti sulle carte del codice degli abbozzi dalla loro sequenza topografica, pur con qualche distinguo
Il codice degli abbozzi, che oggi appare un volume rilegato, è costituito da carte originariamente sciolte e l'attuale sequenza dei pezzi sulle carte del codice in genere non ci
dà alcuna informazione certa sulla loro sequenza cronologica; sono però molto importanti le postille ivi contenute, che ci permettono di far risalire la più antica idea di una
raccolta al 1336-1338
Possiamo desumere la datazione della composizione dei pezzi contenuti sulle carte del codice degli abbozzi dalla loro sequenza topografica
Il codice degli abbozzi, che oggi appare un volume rilegato, è costituito da carte originariamente sciolte e l'attuale sequenza dei pezzi sulle carte del codice non ci dà alcuna
informazione sulla loro sequenza cronologica; sono però molto importanti le postille ivi contenute, che ci permettono di far risalire la più antica idea di una raccolta al
1356-1358
02. Illustrate brevemente la storia elaborativa della canzone 268 dei Rerum vulgarium fragmenta
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 026
01. Quali sono i documenti autografi su cui si basa la ricostruzione dell'iter redazionale della canzone Che debb'io far? che mi consigli, Amore (RVF 268)?
Una prima stesura contenuta nel Vat. Lat. 3195, cc. 13-14 databile al 1348, una seconda trascrizione nel Vat. Lat. 3195, c. 12 databile al 1349, una terza trascrizione nel
Vat. Lat. 3196, databile al 1356
Una prima stesura contenuta nel Vat. Lat. 3196, cc. 13-14 databile al 1348, una seconda trascrizione nel Vat. Lat. 3196, c. 12 databile al 1349, una terza trascrizione nel
Vat. Lat. 3195, databile al 1356
Una prima stesura contenuta nel Vat. Lat. 3196, cc. 13-14 databile al 1348, una seconda trascrizione nel Vat. Lat. 3196, c. 12 non facilmente databile, una terza
trascrizione nel Vat. Lat. 3195, databile al 1356
Una prima stesura contenuta nel Vat. Lat. 3195, cc. 13-14 databile al 1348, una seconda trascrizione nel Vat. Lat. 3195, c. 12 non facilmente databile, una terza
trascrizione nel Vat. Lat. 3196, databile al 1356
02. L'edizione a cura di Laura Paolino del codice degli abbozzi utilizza
la strategia editoriale del testo in colonna, corredato da una fascia di apparato nella quale si riportano le postille petrarchesche e annotazioni editoriali
la strategia editoriale del testo in colonna per quanto riguarda le correzioni inter scribendum, corredato da due fasce di apparato: la prima accoglie un apparato evolutivo e
annotazioni editoriali, la seconda è destinata ad accogliere la trascrizione delle postille petrarchesche
la strategia editoriale del testo con doppio apparato a piè di pagina: variantistico e, a parte, quello destinato ad accogliere le postille petrarchesche
03. La tradizionale denominazione delle due parti del canzoniere petrarchesco "in vita" e "in morte" di Laura
è stata ratificata dalla più recente critica letteraria pur con qualche distinguo
non corrisponde all'organizzazione dei RVF dal punto di vista strutturale e tematico
04. Quante sono le trascrizioni autografe in nostro possesso della canzone "Che debb'io far? che mi consigli, Amore?"
Tre; due sul codice degli abbozzi e quella finale nel Vat. Lat. 3196. Le trascrizioni sono da datarsi così: la prima sul codice degli abbozzi al 1348, la seconda al 1349,
l'ultima, nel codice Vat. Lat. 3196 nel 1356
Tre; una sul codice degli abbozzi e due nel Vat. Lat. 3195. Le trascrizioni sono da datarsi così: la prima sul codice degli abbozzi al 1348, la seconda nel Vat. Lat. 3195 al
1349, l'ultima, ancora nel Vat. Lat. 3195 nel 1356
Due; una sul codice degli abbozzi e quella finale nel Vat. Lat. 3195. Le trascrizioni sono da datarsi così: la prima sul codice degli abbozzi scritta nel 1348 fu ritoccata fino
al 1350, la trascrizione nel codice Vat. Lat. 3195 va datata al 1356
Tre; due sul codice degli abbozzi e quella finale nel Vat. Lat. 3195. Le trascrizioni sono da datarsi così: la prima sul codice degli abbozzi al 1348, la seconda al 1349,
l'ultima, nel codice Vat. Lat. 3195 nel 1356
corrisponde a due fasi della biografia di Petrarca e della donna amata, prima e dopo il 1348
traccia, in termini letterari e a posteriori, due fasi della maturazione del poeta che da una fase giovanile connotata da un amore terreno passa ad una fase matura di
riconsiderazione in termini religiosi della propria esperienza precedente
corrisponde ad una precisa collocazione cronologica della composizione delle rime che ne fanno parte (rispettivamente prima e dopo il 1363)
corrisponde a due momenti cronologici precisi, al cui centro, come elemento di discontinuità, sta la morte di Laura che inaugura un momento di riflessione sulla propria
esperienza precedente
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 027
01. Qual è il contributo dato dalle postille petrarchesche alla critica delle varianti delle canzone "Che debb'io far? che mi consiglia, Amore?"?
Danno solo indicazioni storiche e biografiche, mentre è opportuno non fidarsi dei motivi di insoddisfazione o di soddisfazione espressi dal poeta
Oltre a dare indicazioni storiche e biografiche, offrono spesso una precisa direzione interpretativa al critico, sia nell'individuazione dei motivi di insoddisfazione sia,
viceversa, nelle ragioni di adesione a soluzioni infine escogitate dal poeta
Offrono spesso una precisa direzione interpretativa al critico, per lo più nell'individuazione dei motivi di insoddisfazione che hanno indotto il poeta a cancellare alcune
precedenti soluzioni
Offrono sempre una precisa direzione interpretativa al critico, per lo più nell'individuazione dei motivi di soddisfazione raggiunta dal poeta al momento di individuazione
di soluzioni nuove
02. In quale parte della canzone petrarchesca "Che debb'io far? che mi consigli, Amore?" si concentrano le correzioni petrarchesche nella prima trascrizione del
codice degli abbozzi?
Ad inizio assoluto della canzone e negli snodi fra una stanza e l'altra, interessando anche le rime e le parole-rima
Nel congedo
03. Nell'analisi della canzone Che debb'io far? che mi consigli, Amore abbiamo riconosciuto un movimento generale che ė possibile così riassumere:
una insoddisfazione generale conduce Petrarca alla continua cancellazione del già scritto nella prima stesura del Vat. Lat. 3196, mentre le successive (la seconda stesura di
Vat. Lat. 3196 e la trascrizione sulle carte di Vat. Lat. 3195) corrispondono a semplici messe in pulito
una continua insoddisfazione conduce Petrarca alla ripetuta cancellazione del già scritto e alla complessiva riscrittura tanto nelle due stesure del Vat. Lat. 3196 quanto nella
finale trascrizione sulle carte di Vat. Lat. 3195
una continua insoddisfazione che progressivamente si attenua nel passaggio dalla prima alla seconda stesura del Vat. Lat. 3196 e infine alla finale trascrizione sulle carte di
Vat. Lat. 3195 (pur senza escludere ritorni all'indietro, con il recupero di lezioni precedentemente rifiutate): da un inizio magmatico e che coinvolge tutto il testo si passa così
ad interventi sempre più puntuali e che sempre meno coinvolgono la struttura del testo
una continua insoddisfazione generale conduce Petrarca alla cancellazione del già scritto e ad una complessiva riscrittura fra la prima e la seconda stesura del Vat. Lat.
3196, mentre sulle carte di Vat. Lat. 3195 si assiste semplicemente ad una messa in pulito della seconda stesura del codice degli abbozzi
04. Prendendo a prestito come esemplificativa di movimenti correttori d'autore la prima redazione della canzone Che debb'io far? che mi consigli, Amore,
annotiamo che i movimenti più profondi e radicali insistono
sulla seconda parte del testo a dimostrazione di una costruzione esclusivamente progressiva in termini topografici della canzone
su singoli versi e in particolare sull'interno dei versi, allo scopo di lasciare intatte le rime (ed eventualmente le parole-rima) già individuate per ciascuna strofe
su questioni di carattere esclusivamente formale (per esempio attenzione alla variatio lessicale)
sugli snodi interstrofici come luoghi di costruzione argomentativa del messaggio e della sua articolazione metrico-sintattica
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
05. Commentate le varianti che intercorrono lungo l'iter redazionale della canzone petrarchesca "Che debb'io far? che mi consigli, Amore?", limitatamente alla prima strofa
qui sotto.
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 028
01. Qual è il significato semantico da attribuire al passaggio da "farò" a "faccio" a "debb'io far" nel primo verso della canzone 268 dei Rerum vulgarium
fragmenta?
Dai due bisillabi "farò" e "faccio" si passa ad una perifrasi trisillabica che propone maggiore evidenza all'interrogazione
Da una condizione che con il futuro presuppone la continuazione della vita (che al momento della morte di Laura Petrarca vuole negare), si passa al presente (quello del
dolore) che è diversamente espresso in "faccio" e "debb'io far" per ragioni metriche
Come è evidente le tre soluzioni sono sinonimiche e sono dunque espressione di variatio
Da una condizione che con il futuro presuppone la continuazione della vita (che al momento della morte di Laura Petrarca vuole negare), si passa ad un presente (quello del
dolore) che espresso nella prima persona del verbo "fare" reca un residuo di 'attività' pratica e intellettuale al poeta, per raggiungere infine, tramite la perifrasi con il verbo
"dovere" l'abbandono di ogni attività volitiva
02. Nell'elaborazione della canzone Che debb'io far? che mi consigli, Amore? (RVF 268) gli eventi storici intervengono a determinare e sollecitare la variantistica
d'autore
perché, morto il destinatario originariamente prescelto per la canzone, Sennuccio del Bene, Petrarca è costretto a modificare pesantemente il congedo scritto
originariamente nel quale si rivolgeva all'amico ormai morto
perché, morto il destinatario originariamente prescelto per la canzone, il cardinale Prospero Colonna, Petrarca è costretto a modificare pesantemente il congedo scritto
originariamente nel quale si rivolgeva all'amico ormai morto
perché, morto il destinatario originariamente prescelto per la canzone, il poeta Cino da Pistoia, Petrarca è costretto a modificare pesantemente il congedo scritto
originariamente nel quale si rivolgeva all'amico ormai morto
03. Come potremmo sintetizzare, dal punto di vista stilistico-espressivo i seguenti passaggi variantistici?
Amore, in pianto ogni mio riso è volto, / ogni allegrezza in doglia, / ed è oscurato il sole agli occhi miei; / ogni dolce pensier dal cor m'è tolto / e sola ivi una voglia /
rimasa m'è, di finir gli anni rei / e di seguir colei / la qual omai di qua veder non spero
e infine a
da un'enunciazione del dolore, fortemente improntata ai dettami retorici dell'amplificatio, si passa alla rappresentazione del dolore direttamente consegnato all'interrogativa
iniziale che esprime, sempre più nei passaggi variantistici, la rinuncia ad un possibile futuro e alla constatazione della totale impotenza indotta dal dolore
da un'enunciazione del dolore indotto dalla morte dell'amata, fortemente concentrata sul contenuto del messaggio, si passa ad una scrittura che incrementa con artifici
retorici la forte tenuta formale dell'incipit
da un'enunciazione del dolore indotto dalla morte dell'amata, fortemente variata attraverso immagini diverse, Petrarca si accorge di poter meglio sfruttare retoricamente
quelle immagini disponendole armonicamente in tutta la canzone, rendendo più disteso il messaggio
da un'enunciazione del dolore indotto dalla morte dell'amata, fortemente concentrata sul contenuto del messaggio, si passa ad una scrittura più attenta dei valori
fonosimbolici e ritmici del verso iniziale
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 029
01. Integrando quel che sappiamo della selezionata lingua di Petrarca abbiamo verificato che una delle strategie di riscrittura in lui più ricorrenti è
la ridistribuzione
l'inversione
l'espressionismo
02. Quali strategie di correzione o riscrittura abbiamo individuato nell'analisi della varianti d'autore della canzone 268 dei Rerum vulgarium fragmenta?
a) la sostituzione; b) l'aggiunta
a) rifiuto della ripetizione e ricerca di variatio (in Petrarca valide all'interno del testo e all'interno dell'intero sistema delle sue rime); b) la ridistribuzione (anch'essa valida
nel singolo testo e nel sistema)
a) la cassatura; b) la sostituzione
03. Commentate le varianti intercorse lungo l'iter redazionale della canzone petrarchesca "Che debb'io far? che mi consigli, Amore?". limitatamente al congedo riprodotto qu
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 030
01. Qual è l'importanza storica del "De pictura" di Leon Battista Alberti?
Si tratta di un trattato che, nella redazione in volgare, descrive per primo, in servizio dei pittori, le nozioni matematiche che regolavano la prospettiva
Si tratta di un trattato che, nella redazione in latino, descrive per primo, in servizio dei pittori, le nozioni matematiche che regolavano la prospettiva
Una prima stesura volgare era già scritta nell'agosto del 1435; la stesura finale volgare è del luglio dell'anno successivo. L'autotraduzione latina fu completata
successivamente in data difficile da determinare (comunque nei primi anni Cinquanta del Quattrocento)
Una prima stesura volgare era già scritta nell'agosto del 1435; la stesura finale volgare è del luglio dell'anno successivo. L'autotraduzione latina fu completata
successivamente in data difficile da determinare (comunque nei primi anni Quaranta del Quattrocento)
Una prima stesura latina era già scritta nell'agosto del 1435; la stesura finale latina è del luglio dell'anno successivo. L'autotraduzione volgare fu completata
successivamente in data difficile da determinare (comunque nei primi anni Quaranta del Quattrocento)
Una prima stesura latina era già scritta nell'agosto del 1435; la stesura finale latina è del luglio dell'anno successivo. L'autotraduzione volgare fu completata
successivamente in data difficile da determinare (comunque nei primi anni Cinquanta del Quattrocento)
03. In che modo possiamo sintetizzare l'intera storia redazionale del De pictura di Leon Battista Alberti?
Abbozzato in latino nel 1435, e diffuso con l'invio a Ludovico Gonzaga principe di Mantova qualche anno dopo, fu tradotto in volgare in servizio dei pittori ignari di latino
in data da precisarsi
Scritto in latino nel 1435, fu tradotto l'anno successivo in volgare in servizio dei pittori ignari di latino; negli anni successivi Alberti tornò nuovamente sulla redazione
latina, arricchendola di dati eruditi e perfezionandola dal punto di vista scientifico
Abbozzato in volgare nel 1435, e dedicato a Filippo Brunelleschi, la stesura definitiva in latino va fissata al 1436
Abbozzato in volgare nel 1435, e fatto circolare sebbene non ancora concluso in questa stesura non definitiva, fu concluso nella veste volgare nel 1436. La redazione latina
fu portata a termine sicuramente prima del 1444
04. In quale contesto geografico e cronologico nasce il De pictura di Leon Battista Alberti?
06. Quali sono le maggiori difficoltà incontrate per dimostrare l'autorialità delle varianti nella tradizione del "De pictura" di leon Battista Alberti?
Le varianti, trasmesse da una tradizione di copia, riguardano un testo in prosa, per di più di carattere tecnico-scientifico e su di esse è difficile applicare l'esercizio stilistico
Le varianti sono trasmesse da una tradizione di copia, mancando assolutamente gli autografi
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 031
01. Per cosa si distinguono, oltre che per la lingua utilizzata, le due versioni volgare e latina del "De pictura"?
Per la presenza di alcune precisazioni di carattere tecnico e per alcuni aneddoti classici che costituiscono entrambe delle aggiunte nella redazione volgare
Per la presenza di alcune precisazioni di carattere tecnico e per alcuni aneddoti classici che costituiscono entrambe delle aggiunte nella redazione latina
02. La corretta seriazione cronologica fra redazione volgare e latina del De pictura di Leon Battista Alberti
condiziona l'interpretazione critica del testo, poiché la determinazione della precedenza del volgare indica una posizione 'democratica' in servizio dei pittori che non
conoscevano i fondamenti geometrico-matematici della prospettiva normalmente insegnati nelle università
condiziona l'interpretazione critica del testo, poiché la determinazione della precedenza del latino indica la natura esclusivamente e rigorosamente umanistica del testo e la
posizione del suo autore a favore del latino
condiziona l'interpretazione critica del testo, poiché la determinazione della precedenza del volgare indica la natura esclusivamente professionale, niente più che un
manuale pratico
condiziona l'interpretazione critica del testo, poiché la determinazione della precedenza del latino indica una posizione 'élitaria' del testo, scritto da un umanista per
umanisti dilettanti di pittura
03. Oltre che dal punto di vista linguistico, le divergenze fra redazione volgare e redazione latina del De pictura albertiano consistono
in brani assenti nella redazione volgare e introdotti in quella latina, che consistono o in precisazioni del punto di vista dell'autore riguardo il rifiuto di un'eccessiva
astrattezza teorica o a exempla classici ulteriormente incrementati
in brani presenti nella redazione volgare e cassati in quella latina, attinenti a questioni pratiche di costruzione del dipinto
in brani presenti nella redazione volgare e cancellati in quella latina, che consistono o in precisazioni del punto di vista dell'autore riguardo il rifiuto di un'eccessiva
astrattezza teorica o a exempla classici ulteriormente incrementati
in brani assenti nella redazione volgare e introdotti in quella latina, attinenti a questioni pratiche di costruzione del dipinto
04. Come è possibile dimostrare la corretta sequenza cronologica delle redazioni volgare e latina del "De pictura"?
Ragionando per assurdo: trattandosi di un'autotraduzione è inverosimile che dalla formulazione esatta e precisa del latino, l'Alberti abbia tradotto in maniera
approssimativa giungendo alle formulazioni ellittiche e imprecise che sono della redazione volgare
Ragionando per assurdo: Trattandosi di un'autotraduzione è inverosimile che dalla formulazione esatta e precisa del volgare, l'Alberti abbia tradotto in maniera
approssimativa giungendo alle formulazioni ellittiche e imprecise che sono della redazione latina
Ragionando per assurdo: Trattandosi di un'autotraduzione è inverosimile che dal volgare più ampio, l'Alberti abbia tratto una redazione latina più breve
Ragionando per assurdo: Trattandosi di un'autotraduzione è inverosimile che dal latino più ampio, l'Alberti abbia tratto una redazione volgare più breve
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 032
01. Nella ricostruzione del testo del De pictura volgare la costruzione dello stemma
è possibile
solo coniugando alla critica testuale la filologia d'autore e la critica delle varianti
si pone a doppio livello: all'interno dell'elaborazione della redazione volgare e nel passaggio autotraduttivo dal volgare al latino
si pone solo a livello dell'elaborazione della redazione volgare trasmessa da tre codici F1, P, V
si pone solo a livello dell'elaborazione della redazione latina trasmessa da una ventina di codici
si pone a doppio livello: all'interno dell'elaborazione della redazione latina e nel passaggio autotraduttivo dal latino al volgare
04. Problemi connessi al riconoscimento delle varianti d'autore trasmesse nella tradizione manoscritta
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 033
01. Alla luce di quanto detto a proposito della storia redazionale del De pictura di Leon Battista Alberti, nella tradizione di copia e nella tradizione d'autore le
varianti adiafore
dal punto di vista operativo restano comunque e in entrambi i casi varianti di scarso peso
hanno un differente valore: nella prima costituiscono varianti importanti alla ricostruzione dei rapporti genealogici fra i testimoni dell'opera, nella seconda possono
costituire una spia di fondamentale importanza per ipotizzare l'esistenza stessa di redazioni d'autore
hanno un differente valore: nella prima costituiscono varianti inutili alla ricostruzione dei rapporti genealogici fra i testimoni dell'opera, nella seconda possono costituire
una spia di fondamentale importanza per ipotizzare l'esistenza stessa di redazioni d'autore
hanno un differente valore: nella prima costituiscono errori in quanto innovazioni rispetto al testo originale e concorrono alla ricostruzione dei rapporti genealogici fra i
testimoni dell'opera, nella seconda possono costituire una spia di fondamentale importanza per ipotizzare l'esistenza stessa di redazioni d'autore
02. Quali sono le istanze autoriali che guidano Leon Battista Alberti nella elaborazione del De pictura?
03. A stabilire che le varianti che oppongono i tre testimoni del De pictura volgare di Leon Battista Alberti sono di natura redazionale e dunque d'autore (e non
rimaneggiamenti e manipolazioni di copisti 'attivi') vale la considerazione
che altrimenti non si renderebbe ragione dei numerosi incrementi di materiale verbale
che altrimenti non si renderebbe ragione delle numerose varianti adiafore consistenti in sostituzioni lessicali che incrementano la tenuta formale del testo
che altrimenti non si renderebbe ragione delle numerose varianti adiafore consistenti in inversioni o differenti formulazioni sintattiche allo scopo di maggiore chiarezza
espositiva
che nel passaggio da V a P a F1 le varianti si distribuiscono ordinatamente nel senso di una progressiva ripulitura da imperfezioni e imprecisioni verso una sempre più
esauriente trattazione tecnico-scientifica secondo una linea di tendenza confermata e perfezionata nel passaggio dal latino al volgare
Si tratta di una situazione (così denominata da Gianfranco Contini) in cui, in uno stesso luogo di un dato testo, tutti i testimoni (o gruppi di testimoni) offrono lezioni
divergenti, ciascuna a suo modo inaccettabile, generatesi come reazione ad una lectio difficilior
Si tratta di una situazione (così denominata da D'Arco Silvio Avalle) in cui, in uno stesso luogo di un dato testo, i testimoni (o gruppi di testimoni) offrono lezioni
divergenti, ciascuna a suo modo inaccettabile, generatesi come reazione ad una lectio difficilior non conservata (diffrazione in absentia) oppure conservata (diffrazione in
praesentia)
Si tratta di una situazione (così denominata da Gianfranco Contini) in cui, in uno stesso luogo di un dato testo, i testimoni (o gruppi di testimoni) offrono lezioni divergenti,
ciascuna a suo modo inaccettabile, generatesi come reazione ad una lectio difficilior non conservata (diffrazione in absentia) oppure conservata (diffrazione in praesentia)
Si tratta di una situazione in cui, in uno stesso luogo di un dato testo, i testimoni (o gruppi di testimoni) offrono una lectio facilior che si oppone ad una difficilior
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 034
01. L'inserimento dei nuovi episodi narrativi introdotti nella redazione finale del Furioso
comportano l'incremento e la dislocazione di materiale testuale coniugando istanze strutturali a istanze propriamente narrative
comportano l'incremento di materiale testuale che attiene principalmente all'aspetto strutturale del poema
comportano l'incremento di materiale testuale nuovo e la dislocazione di materiale precedente di esclusivo interesse linguistico
comportano l'incremento di materiale testuale di esclusivo rilievo per quanto riguarda le vicende narrate
L'amore di Orlando per Angelica e la sua conseguente follia, l'amore di Ruggero e Bradamante destinati ad inaugurare (nella finzione del poema) la casata dei Gonzaga
L'amore di Angelica per Orlando e la sua conseguente follia, l'amore di Ruggero e Bradamante destinati ad inaugurare (nella finzione del poema) la casata d'Este
L'amore di Orlando per Angelica e la sua conseguente follia, la materia carolingia e la lotta di Carlo Magno contro gli infedeli
L'amore di Orlando per Angelica e la sua conseguente follia, l'amore di Ruggero e Bradamante destinati ad inaugurare (nella finzione del poema) la casata d'Este
Sono cinque canti che Ariosto scrisse in funzione della seconda edizione dell'Orlando Furioso, e che avrebbero dovuto essere inseriti all'inizio dell'opera
Sono cinque canti che Ariosto scrisse probabilmente fra il 1519 e il 1521e che costituiscono l'unica testimonianza autografa relativa al Furioso
Sono cinque canti che Ariosto scrisse alla fine della sua vita e che avrebbero dovuto essere aggiunti all'Orlando Furioso in una ulteriore edizione che poi non ci fu
Sono cinque canti che Ariosto scrisse probabilmente fra il 1519 e il 1521 in funzione dell'ampliamento dell'Orlando Furioso, ma che rimasero inediti fino a che non furono
editi postumi dal figlio Virginio
04. Indicate le date corrette delle tre edizioni dell'Orlando furioso e la loro consistenza
05. Quale dei seguenti studiosi non si è esercitato nell'analisi delle varianti d'autore di Ariosto
Gianfranco Contini
Cesare Segre
Santorre Debenedetti
Dante Isella
06. Indicate quale dei seguenti studiosi non si è occupato delle varianti d'autore apportate da Alessandro Manzoni ai Promessi sposi
Dante Isella
Riccardo Folli
Francesco Moroncini
Michele Barbi
Con la tecnica dell'entrelacement si ottiene un effetto di confusione fra una vicenda e l'altra
Le differenti vicende, maggiori e minori, che si intrecciano nella storia, vengono di volta in volta abbandonate e riprese a distanza creando un forte effetto di variatio e
insieme di coesione
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
08. Rispetto alle consistenti modifiche strutturali e narrative introdotte da Ariosto nella redazione finale del Furioso, il passaggio da A (1516) a B (1521) si
caratterizza
per interventi più ridotti numericamente e meno rilevanti dal punto di vista strutturale: a parte l'inserimento o la cassatura occasionale di singole ottave o di piccoli gruppi
di ottave va segnalato solo un movimento di rilievo nella differente segmentazione dei canti AB XXXIV-XXXV (canti XXXVIII-XXXIX della numerazione finale)
per interventi più ridotti numericamente e meno rilevanti dal punto di vista strutturale, limitati sostanzialmente ad un solo movimento di rilievo nella differente
segmentazione dei canti AB XXXIV-XXXV (canti XXXVIII-XXXIX della numerazione finale)
per interventi più ridotti numericamente e meno rilevanti dal punto di vista strutturale, consistenti nella riscrittura di singole ottave al momento in cui Ariosto opta per una
differente segmentazione dei canti AB XXXIV-XXXV (canti XXXVIII-XXXIX della numerazione finale)
per interventi più ridotti numericamente e meno rilevanti dal punto di vista strutturale consistenti nell'inserimento o nella cassatura occasionale di singole ottave o di piccoli
gruppi di ottave
09. Quali sono le maggiori novità narrative introdotte da Ariosto nell'"Orlando furioso" del 1532?
Rispetto alla narrazione pubblicata in A e B, in C Ariosto inserisce tre nuovi ampi episodi: di Olimpia, della Rocca di Tristano e di Leone
Rispetto alla narrazione pubblicata in A e B, in C Ariosto inserisce due nuovi ampi episodi: la Rocca di Tristano e l'episodio di Leone
Rispetto alla narrazione pubblicata in A e B, in C Ariosto inserisce tre nuovi ampi episodi: di Olimpia, l'elogio delle donne contemporanee e l'episodio di Leone
Rispetto alla narrazione pubblicata in A e B, in C Ariosto inserisce quattro nuovi ampi episodi: Orlando libera Olimpia da Cimosco, Orlando libera Olimpia dall'Orca, la
Rocca di Tristano e l'episodio di Leone
10. Le aggiunte narrative introdotte da Ariosto nell'edizione del 1532 dell'"Orlando furioso" comportano
aggiustamenti strutturali che riguardano sia gli stacchi fra episodio ed episodio sia fra canto e canto
11. Come si può caratterizzare, dal punto di vista narrativo e testuale, l'iter redazionale del "Furioso" lungo le tre stampe pubblicate dall'autore?
Ad una notevole ristrutturazione nel passaggio dall'edizione 1516 a quella del 1521 (anche se entrambe sono di 40 canti), corrisponde una sostanziale fissità nel passaggio
all'edizione del 1532 (anche se quest'ultima è in 46 canti)
Ad una sostanziale fissità nel passaggio dall'edizione 1516 a quella del 1521 (entrambe di 40 canti), corrisponde una notevole ristrutturazione caratteristica dell'edizione del
1532 (in 46 canti)
Ad una sostanziale fissità nel passaggio dall'edizione 1515 a quella del 1522 (entrambe di 40 canti), corrisponde una notevole ristrutturazione caratteristica dell'edizione del
1532 (in 46 canti)
Ad una sostanziale fissità nel passaggio dall'edizione 1515 a quella del 1531 (entrambe di 40 canti), corrisponde una notevole ristrutturazione caratteristica dell'edizione del
1532 (in 46 canti)
12. Come si può caratterizzare, dal punto di vista linguistico, l'iter redazionale del "Furioso" lungo le tre stampe pubblicate dall'autore?
Nel passaggio da A a B a C si assiste ad una riduzione degli elementi linguistici padani del "Furioso" e ad una progressiva toscanizzazione secondo i dettami linguistici che
Pietro Bembo aveva indicato nelle "Prose della volgar lingua"
Nel passaggio da A a B si assiste ad una riduzione degli elementi linguistici padani del "Furioso" e ad una progressiva toscanizzazione, ma è solo con l'edizione del 1532
che Ariosto si uniforma in maniera tendenzialmente sistematica ai dettami linguistici che Pietro Bembo aveva indicato nelle "Prose della volgar lingua" uscite nel 1525
Nel passaggio da A a B si assiste ad una riduzione degli elementi linguistici padani del "Furioso" e ad una progressiva toscanizzazione, ma è solo con l'edizione del 1532
che Ariosto si uniforma in maniera tendenzialmente sistematica ai dettami linguistici che Pietro Bembo aveva indicato nelle "Prose della volgar lingua" uscite nel 1530
13. In che modo gli episodi introdotti ex novo da Ariosto nella terza edizione del Furioso si inseriscono nel tessuto narrativo delle edizioni precedenti?
l'episodio di Olimpia comporta la rimodulazione e l'ampliamento dall'interno di più canti già scritti (rispettivamente i canti IX-XII della numerazione finale), mentre
l'inserimento dell'episodio della Rocca di Tristano, l'elogio delle donne scrittirici e l'episodio di Leone (i canti XXII-XXIII, XXXVII, XLIV-XLVI) comportano solo
l'inserimento di un'ottava di raccordo alla fine del canto precedente e all'inizio dei successivi
gli episodi di Olimpia, della Rocca di Tristano e di Leone comportano la rimodulazione e l'ampliamento dall'interno di più canti già scritti (rispettivamente i canti IX-XII, i
canti XXII-XXIII, i canti XLIV-XLVI della numerazione finale), mentre l'inserimento dell'elogio delle donne scrittrici (il canto XXXVII) comporta solo l'inserimento di
un'ottava di raccordo alla fine del canto precedente
gli episodi di Olimpia, della Rocca di Tristano e l'elogio delle donne scrittrici comportano la rimodulazione e l'ampliamento dall'interno di più canti già scritti
(rispettivamente i canti IX-XII, i canti XXII-XXIII, i canti XLIV-XLVI della numerazione finale), mentre l'inserimento dell'episodio di Leone (il canto XXXVII) comporta
solo l'inserimento di un'ottava di raccordo alla fine del canto precedente
gli episodi di Olimpia, della Rocca di Tristano e di Leone comportano la rimodulazione e l'ampliamento dall'interno di più canti già scritti (rispettivamente i canti IX-XII, i
canti XXII-XXIII, il canto XXXVII della numerazione finale), mentre l'inserimento dell'elogio delle donne scrittrici (i canti XLIV-XLVI) comporta solo l'inserimento di
un'ottava di raccordo alla fine del canto precedente
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
14. Quali sono le due principali vicende narrate dal Furioso intorno alle quali si dispongono o si addensano episodi da considerarsi 'minori'?
L'amore di Orlando per Angelica e le avventure di Ruggiero e Bradamante destinati a inaugurare, nella finzione del poema ariostesco, la dinastia degli Este
L'amore di Orlando per Angelica e le avventure di Ruggiero e Bradamante destinati a inaugurare, nella finzione del poema ariostesco, la dinastia dei Gonzaga
L'amore di Orlando per Angelica e la reconquista da parte dell'esercito di Carlo Magno della Spagna occupata dai Mori
L'amore di Angelica per Orlando e le avventure di Ruggiero e Bradamante destinati a inaugurare, nella finzione del poema ariostesco, la dinastia degli Este
15. Commentate le modifiche strutturali apportate da Ariosto nel passaggio da A a B a C relativamente ai canti IX-XII dell'Orlando Furioso secondo lo schema
riprodotto.
16. Illustrate le modifiche di carattere strutturale introdotte da Ariosto nel passaggio da A a B a C relativamente ai canti XXXII-XXXIII dell'Orlando Furioso,
secondo lo schema riprodotto.
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 035
01. Dal punto di vista del livello di elaborazione testuale Santorre Debenedetti indicò nei Frammenti autografi dell'Ariosto
sette differenti livelli elaborativi fra primi abbozzi, cattive copie, belle copie e copie definitive
tre differenti livelli fra primi abbozzi, cattive copie, belle copie e copie definitive
cinque differenti livelli fra primi abbozzi, cattive copie, belle copie e copie definitive
02. Dal punto di vista materiale i frammenti autografi dell'Orlando furioso, ora conservati in differenti biblioteche
sono omogenei, come ha dimostrato Santorre Debenedetti, ricostruendone la corretta sequenza sulla scorta dell'alternarsi delle filigrane
sono materiali disomogenei (carte di diversa fattura, con filigrane differenti e di differente e provenienza)
03. Qual è il motivo per cui abbiamo così pochi autografi del lungo poema ariostesco?
Perché, come era la prassi, gli autografi utilizzati in tipografia venivano distrutti, ma anche perché, sulla base degli errori comuni a A (1516) B (1521) e C (1532),
sappiamo che Ariosto mandò in tipografia, in vista della seconda edizione un esemplare della prima edizione corretto e revisionato, in vista della terza un esemplare della
seconda corretto, revisionato e probabilmente interfoliato con i nuovi episodi
Perché, come era la prassi, gli autografi utilizzati in tipografia venivano distrutti
Perché, come era la prassi, gli autografi utilizzati in tipografia venivano distrutti, ma anche perché, sulla base degli errori, sappiamo che Ariosto mandò in tipografia, in
vista della terza edizione (1525) un esemplare della prima edizione corretto e revisionato
Perché, come era la prassi, gli autografi utilizzati in tipografia venivano distrutti, ma anche perché, sulla base degli errori comuni a A (1516) e B (1521), e sulla base degli
errori comuni a B (1521) e C (1532) sappiamo che Ariosto mandò in tipografia, in vista della seconda edizione un esemplare della prima edizione corretto e revisionato, in
vista della terza un esemplare della seconda corretto, revisionato e probabilmente interfoliato con i nuovi episodi
Si tratta di poche carte autografe conservate a Ferrara, relative agli episodi aggiunti nei Cinque Canti
Si tratta di poche carte attualmente disperse in varie biblioteche (Ferrara, Milano, Napoli) relative agli episodi aggiunti nella redazione finale dell'Orlando Furioso (1521),
editi criticamente da Cesare Segre
Si tratta di poche carte autografe attualmente disperse in varie biblioteche (Ferrara, Milano, Napoli) relative agli episodi aggiunti nella redazione finale dell'Orlando
Furioso (1532), editi criticamente da Santorre Debenedetti
Alla morte di Ariosto le carte autografe del poeta rimasero entro la famiglia che, in varie occasioni, nel XVI e XVII secolo, ne fece dono a vari personaggi, decretandone la
dispersione e in certa misura la perdita
Per quel che se ne sa da varie testimonianze indirette, le carte autografe lasciate da Ariosto alla sua morte erano più numerose e consistenti di quelle oggi conosciute
Alla morte dell'Ariosto le carte autografe del poeta furono per la gran parte considerate inutili, a fronte delle stampe curate dall'autore, e andarono subito disperse
Alla morte di Ariosto le carte autografe del poeta furono ereditate per la gran parte dal figlio Virginio e dal fratello Galasso.
06. Varianti d'autore puntuali e strutturali: illustratene le implicazioni sulla base di un esempio concreto analizzato durante il corso secondo la tipologia del
canzoniere e nella dinamica microtesto/macrotesto
07. Varianti d'autore puntuali e strutturali: illustratene le implicazioni sulla base di un esempio concreto analizzato durante il corso secondo la tipologia
dell'ampliamento di un'opera.
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 036
01. Valutando la natura dei frammenti autografi Santorre Debenedetti
decise di pubblicarli in sede autonoma e separata rispetto all'edizione critica del Furioso, riproducendone però alcune varianti in tale sede
decise di pubblicare le varianti lì testimoniate in apparato all'edizione critica del Furioso (a testo C, in apparato frammenti autografi, A e B)
decise di pubblicare le varianti lì testimoniate in apparato all'edizione critica del Furioso (a testo C, in apparato le varianti dei frammenti autografi, di A e di B), ma a
proposito di tali frammenti adottò criteri di trascrizione diplomatica
decise di pubblicarli in sede autonoma e separata rispetto all'edizione critica del Furioso (a testo C, in apparato le varianti di A e B)
sono materiali fortemente disomogenei, contenendo al loro interno abbozzi, brutte copie e belle copie alcune delle quali ormai definitive
sono materiali abbastanza disomogenei, contenendo al loro interno stadi redazionali diversi, ma già avanzati del testo
sono materiali omogenei, contenendo al loro interno solo belle copie destinate ad essere mandate in tipografia
sono materiali abbastanza omogenei, contenendo al loro interno stadi redazionali intermedi fra l'abbozzo e la redazione finale
03. Nell'edizione Debenedetti dei frammenti autografi dell'Orlando furioso il carattere tipografico corsivo è adottato per segnalare
l'inserzione
l'inserimento o l'aggiunta
04. Perché Santorre Debenedetti decise di pubblicare i Frammenti autografi di Ariosto separatamente e non entro l'edizione del "Furioso"?
Egli si era accorto della grande disomogeneità elaborativa dei Frammenti autografi al loro interno; ma egli ritenne, senza alcun motivo, che non avesse senso accostare a
varianti (come quelle di A e B) che avevano visto la pubblicazione da parte dell'autore, varianti molto diverse, talora allo stato di primo getto
Egli si era accorto della grande disomogeneità elaborativa dei Frammenti autografi al loro interno; ma soprattutto egli, opportunamente, riteneva non avesse senso accostare
a varianti (come quelle di A e B) che avevano visto la pubblicazione da parte dell'autore, varianti molto diverse, talora allo stato di primo getto
Egli si era accorto della grande omogeneità elaborativa dei Frammenti autografi al loro interno, ma della disomogeneità fra questi e le varianti interne alle edizioni che
avevano visto la pubblicazione da parte dell'autore, varianti molto diverse, talora allo stato di primo getto
Egli si era accorto della grande disomogeneità elaborativa fra i Frammenti autografi e le varianti interne alle edizioni che avevano visto la pubblicazione da parte
dell'autore, varianti molto diverse, talora allo stato di primo getto
05. Cosa significa, nell'edizione dei Frammenti autografi ariosteschi da parte di Santorre Debenedetti, l'uso del carattere in apice?
Inserzione o aggiunta
Riscrittura su rasura
Spostamento
Cassatura
06. Cosa significa, nell'edizione dei Frammenti autografi ariosteschi da parte di Santorre Debenedetti, l'uso del carattere in corsivo?
Cancellatura
Riscrittura su rasura
Aggiunta o inserzione
Ricalco
07. Cosa significa, nell'edizione dei Frammenti autografi ariosteschi da parte di Santorre Debenedetti, l'uso del carattere corsivo puntinato?
La lezione riscritta su rasura sostituita da altra lezione anch'essa riscritta su rasura (quest'ultima segnalata dal corsivo semplice)
La lezione inserita sostituita da altra lezione anch'essa inserita (quest'ultima segnalata dal corsivo semplice)
La lezione cancellata sostituita da altra lezione anch'essa cancellata (quest'ultima segnalata dal corsivo semplice)
La lezione ricalcata sostituita da altra lezione anch'essa ricalcata (quest'ultima segnalata dal corsivo semplice)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
08. Nell'edizione Debenedetti dei Frammenti autografi di Ariosto viene distinta la variante immediata dalla variante tardiva?
No
Sì, ma viene scelto un accorgimento tipografico diverso di volta in volta a seconda dei contesti e allo scopo di maggiore chiarezza
09. Nell'edizione Debenedetti dei frammenti autografi dell'Orlando furioso una lezione scritta in apice indica
l'inserimento o aggiunta
10. Gli escamotages tipografici adottati da Debenedetti nell'edizione dei frammenti autografi ariosteschi
hanno lo scopo di documentare il modo in cui la lezione è stata apposta dall'autore sull'autografo
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 037
01. Qual è la differenza fra i due termini, coniati da Émile Benveniste, di enunciato e enunciazione?
Il volume fu edito nel 1938, ma a seguito delle leggi razziali dell'anno precedente fu mandato al macero da Benito Mussolini, mentre il suo autore, di origine ebrea, veniva
rimosso da qualsiasi carica pubblica
Il volume fu edito nel 1939, quando ormai Debenedetti era stato destituito da qualsiasi carica pubblica e non ebbe modo di smerciarlo
Il volume fu edito nel 1937, ma a seguito delle leggi razziali del 1938 fu mandato al macero da Benito Mussolini, mentre il suo autore, di origine ebrea, veniva rimosso da
qualsiasi carica pubblica
Il volume ebbe notevole successo, come prova l'eco immediata di "Come lavorava l'Ariosto" di Gianfranco Contini
03. Cesare Segre, parlando della critica delle varianti ariostesche di Santorre Debenedetti e Gianfranco Contini, sostiene che
il primo, attento al momento germinale del verso ariostesco, appunta l'attenzione sull'enunciazione e dunque sulla soggiacente griglia ritmica di versi appena abbozzati; il
secondo attento al momento avanzato del processo elaborativo, appunta l'attenzione sull'enunciato e dunque sulla conquista del valore poetico. Secondo Segre Santorre
Debenedetti anticipa la prospettiva dell'edizione genetica francese
il primo, attento al momento germinale del verso ariostesco, appunta l'attenzione sull'enunciato e dunque sulla soggiacente griglia ritmica di versi appena abbozzati; il
secondo attento al momento avanzato del processo elaborativo, appunta l'attenzione sull'enunciazione e dunque sulla conquista del valore poetico. Secondo Segre Santorre
Debenedetti anticipa la prospettiva dell'edizione genetica francese
il primo, attento al momento germinale del verso ariostesco, appunta l'attenzione sull'enunciazione e dunque sulla soggiacente griglia ritmica di versi appena abbozzati; il
secondo attento al momento avanzato del processo elaborativo, appunta l'attenzione sull'enunciato e dunque sulla conquista del valore poetico. Secondo Segre Gianfranco
Contini anticipa la prospettiva dell'edizione genetica francese
il primo, attento al momento avanzato del processo elaborativo, appunta l'attenzione sull'enunciato e dunque sulla conquista del valore poetico. Secondo Segre Gianfranco
Contini anticipa la prospettiva dell'edizione genetica francese; il secondo attento al momento germinale del verso ariostesco, appunta l'attenzione sull'enunciazione e dunque
sulla soggiacente griglia ritmica di versi appena abbozzati
04. Nella dicotomia fra "enunciato" e "enunciazione" qual è la posizione della critica delle varianti di Debenedetti e di Contini, secondo Cesare Segre?
05. L'elaborazione autoriale di Ludovico Ariosto fra Santorre Debenedetti e Gianfranco Contini
06. Illustrate l'apporto di Santorre Debenedetti alla elaborazione del metodo di studio sulle varianti d'autore
07. Storia dell'Orlando furioso: le tre edizioni e le modalità di Ariosto della consegna in tipografia
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 038
01. Per quale dei seguenti autori e testi la prassi editoriale recente non ha rivendicato l'utilità di leggere in maniera autonoma redazioni diverse da quella
corrispondente all'ultima volontà?
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 039
01. A differenza della prima edizione, la Quarantana dei Promessi sposi
era corredata di xilografie e dell'edizione in appendice della Storia della colonna infame
era corredata di xilografie e dell'edizione in appendice della Storia della colonna infame appena composta
02. In quale altra opera della letteratura italiana si ritrovano problemi analoghi a quelli relativi alla restituzione critica della Quarantana dei Promessi sposi?
Nell'Orlando furioso
è una variante che inficia l'esatta identità di un esemplare a stampa da un altro della medesima edizione, a causa dell'interruzione del processo di stampa perché l'autore
potesse introdurre ulteriori varianti al testo
è una variante che inficia l'esatta identità di un esemplare a stampa da un altro della medesima edizione, a causa dell'interruzione del processo di stampa e della
introduzione di modifiche sulla forma di stampa
è una variante che inficia l'esatta identità di un esemplare a stampa da un altro della medesima edizione, a causa di difetti di inchiostrazione dei caratteri di stampa
è una variante che inficia l'esatta identità di un esemplare a stampa da un altro della medesima edizione, a causa di cadute meccaniche di fogli
04. In che cosa consiste principalmente il problema della restituzione critica della Quarantana dei Promessi sposi?
Nella difformità di un esemplare dall'altro di questa edizione a seguito delle correzioni che Manzoni apportò anche mentre era avanzato il processo di stampa
Nella difformità di un esemplare dall'altro di questa edizione a seguito delle correzioni che Manzoni mandava in tipografia tramite amici e che spesso non arrivavano a
destinazione in tempo per essere accolte
05. Il problema del testo critico da stabilire per la cosiddetta Quarantana fu impostato e risolto da
07. A quale studioso si deve il primo approccio alle minute del Fermo e Lucia e dei cosiddetti Sposi promessi?
Giovanni Sforza
Riccardo Folli
Dante Isella
Giovita Scalvini
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
08. Per individuare i fogli della Quarantana che recavano lo strato redazionale più avanzato
Michele Barbi utilizzò il criterio secondo il quale esso era testimoniato dai fogli meno corretti dal punto di vista tipografico
Michele Barbi utilizzò il criterio secondo il quale esso era testimoniato dai fogli più corretti dal punto di vista tipografico
Dante Isella utilizzò il criterio secondo il quale esso era testimoniato dai fogli meno corretti dal punto di vista tipografico
Dante Isella utilizzò il criterio secondo il quale esso era testimoniato dai fogli più corretti dal punto di vista tipografico
09. Cosa sono la Prima minuta e la Seconda minuta nella storia redazionale dei Promessi sposi?
La Prima minuta corrisponde all'autografo del Fermo e Lucia, la Seconda minuta alla redazione autografa dei Promessi sposi coincidente con il testo della prima edizione del
1827
La Prima minuta corrisponde all'autografo del Fermo e Lucia, la Seconda minuta alla redazione autografa dei Promessi sposi in vista della prima edizione del 1827
La Prima minuta corrisponde all'autografo del testo dei Promessi sposi in vista della Ventisettana, la Seconda minuta alla redazione autografa dei Promessi sposi in vista della
Quarantana
La Prima minuta corrisponde all'autografo dei cosiddetti Sposi promessi, la Seconda minuta alla redazione autografa dei Promessi sposi
10. Qual è il principale problema restitutivo della Quarantana dei "Promessi sposi"?
Quello di distinguere le varianti d'autore dagli errori o innovazioni del tipografo, particolarmente numerose entrambe
Quello di ricostruire testualmente la 'copia ideale', riconoscendo quale delle differenti correzioni apportate da Manzoni sia la più recente, distinguendo altresì le varianti
d'autore dagli errori o innovazioni del tipografo
Quello di ricostruire testualmente la 'copia ideale', riconoscendo quale delle differenti correzioni apportate da Manzoni sia la più recente
diversamente da quanto fatto da Ariosto per l'"Orlando Furioso", mandò in tipografia una copia rivista e corretta dell'edizione precedente
analogamente a quanto fatto da Ariosto per l'"Orlando Furioso", mandò in tipografia una copia rivista e corretta dell'edizione precedente
analogamente a quanto fatto da Ariosto per l'"Orlando Furioso", mandò in tipografia la copia manoscritta per la Censura
diversamente da quanto fatto da Ariosto per l'"Orlando Furioso", mandò in tipografia una copia manoscritta che inglobava le nuove correzioni
è un sintagma 'inventato' da Walter Greg nel 1934, ma il concetto è stato approfondito e formalizzato da George Thomas Tanselle
è un sintagma 'inventato' da Walter Greg nel 1980, ma il concetto è stato poi approfondito e formalizzato da George Thomas Tanselle
è un sintagma 'inventato' da George Thomas Tanselle nel 1934, ma il concetto è stato poi approfondito e formalizzato da Walter Greg
è un sintagma 'inventato' da Conor Fahy nel 1980, ma il concetto è stato poi approfondito e formalizzato da George Thomas Tanselle
13. Qual è lo studioso che, sulla base delle più recenti acquisizione della "textual bibliography" ha ulteriormente precisato le vicende tipografiche e redazionali
della Quarantana dei "Promessi sposi"?
Fausto Ghisalberti
Walter Greg
Conor Fahy
Neil Harris
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 040
01. Il passaggio da forme non elise a forme elise (per es. vi accompagni che diventa v'accompagni) operato sistematicamente da Manzoni nel passaggio dalla
Ventisettana alla Quarantana è un esempio
02. Lo sforzo e la meticolosità dedicati da Manzoni alla veste linguistica della Quarantana
si spiegano esclusivamente con il bisogno di creare una lingua comune per esprimersi letterariamente
si spiegano con il bisogno di contribuire a creare, attraverso il romanzo e la creazione di un pubblico ampio, una lingua comune nazionale
si spiegano esclusivamente con il bisogno di creare una lingua adatta al romanzo moderno
03. Quali sono le modifiche fonetiche che Manzoni introduce nel passaggio dalla Ventisettana alla Quarantana?
Allo scopo di avvicinarsi il più possibile alla mimesi del toscano, Manzoni introduce sistematicamente elisioni, apocopi e riduzione dei dittonghi discendenti
Allo scopo di avvicinarsi il più possibile alla mimesi del toscano parlato, Manzoni introduce sistematicamente aferesi, prostesi e cancella la "d" eufonica
Allo scopo di avvicinarsi il più possibile alla mimesi del toscano, Manzoni elimina sistematicamente elisioni, apocopi e riduzione dei dittonghi discendenti
Allo scopo di avvicinarsi il più possibile alla mimesi del toscano parlato, Manzoni introduce sistematicamente elisioni, apocopi, riduzione dei dittonghi discendenti e
cancella la "d" eufonica
04. A determinare l'abbassamento di tono verso una lingua quotidiana e colloquiale raggiunto pienamente da Manzoni nella Quarantana contribuiscono
la cancellazione di forme arcaiche (per es. scerse > scoprì), la adozione di toscanismi/fiorentinismi del linguaggio quotidiano (per es. chinò > posò), l'introduzione di
apocopi (uscirono > usciron), elisioni (si avviavano > s'avviavano), riduzione dei dittonghi discendenti (quei > que')
la cancellazione di forme arcaiche (per es. appoggiò > posò), la adozione di toscanismi/fiorentinismi del linguaggio quotidiano (per es. Quegli > Chi), l'introduzione di
apocopi (quella ampiezza > quell'ampiezza), elisioni (si andava > s'andava), riduzione dei dittonghi discendenti (dei suoi > de' suoi)
la cancellazione di forme arcaiche (per es. paruto > parso), la adozione di toscanismi/fiorentinismi del linguaggio quotidiano (per es. piaggia > spiaggia), l'introduzione di
apocopi (alla estremità > all'estremità), elisioni (grandi ombre > grand'ombre), riduzione dei dittonghi discendenti (cuore > cuor)
la cancellazione di forme arcaiche (per es. discese > scese), la adozione di toscanismi/fiorentinismi del linguaggio quotidiano (per es. stanza > camera), l'introduzione di
apocopi (uscirono > usciron), elisioni (ne è > n'è), riduzione dei dittonghi discendenti (dei quali > de' quali)
05. Per l'edizione Quarantana dei Promessi sposi Manzoni mandò in tipografia
la seconda minuta
nella redazione finale dei "Promessi sposi" la figura retorica dell'anafora si associa all'adozione di una lingua comune per creare il distacco dell'autore dalla vicenda narrata
nella redazione finale dei "Promessi sposi "viene introdotta la figura retorica dell'anafora
nella redazione finale dei "Promessi sposi" la figura retorica dell'ironia si associa all'adozione di una lingua comune per creare il distacco dell'autore dalla vicenda narrata
nella redazione finale dei "Promessi sposi "viene introdotta la figura retorica dell'ironia
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Si tratta di alcuni fogli che Manzoni aveva scritto per la Seconda Minuta e che, nonostante la profonda rielaborazione subita dal manoscritto autografo così designato,
vengono salvati e fisicamente riutilizzati nella Copia per la Censura
Si tratta di alcuni fogli che Manzoni aveva originariamente scritto per il II tomo dell'edizione del 1827 ma che alla fine decise di trasporre per collocare l'episodio che
contengono entro il IV tomo
Si tratta di alcuni fogli che Manzoni aveva scritto per la Prima Minuta e che vengono salvati e fisicamente riutilizzati nella Terza Minuta
Si tratta di alcuni fogli che Manzoni aveva scritto per il Fermo e Lucia e che, nonostante la profonda rielaborazione subita dalla Prima Minuta, vengono salvati dal
naufragio della prima redazione e fisicamente riutilizzati nella Seconda Minuta
09. In che modo avviene la ricerca della lingua per il romanzo all'altezza della prima edizione dei "Promessi sposi"?
Partendo dalle due lingue vive che egli conosce (italiano e francese), egli si sforza di trovare le corrispondenze con il toscano attraverso l'uso di vocabolari e la lettura dei
classici toscani del Cinquecento, in particolare quelli della tradizione tragica
Partendo dalle due lingue vive che egli conosce (milanese e francese), egli si sforza di trovare le corrispondenze con il toscano attraverso l'uso di vocabolari e la lettura dei
classici toscani del Cinquecento, in particolare quelli della tradizione tragica
Partendo dalle due lingue vive che egli conosce (milanese e francese), egli si sforza di trovare le corrispondenze con il toscano attraverso la lettura dei classici del
Cinquecento
Partendo dalle due lingue vive che egli conosce (milanese e francese), egli si sforza di trovare le corrispondenze con il toscano attraverso l'uso di vocabolari e la lettura dei
classici toscani del Cinquecento, in particolare quelli della tradizione comica
Manzoni adottò il fiorentino parlato dalle classi colte del suo tempo
11. La storia elaborativa dei Promessi Sposi: dalla Prima Minuta alla Seconda Minuta
12. La storia elaborativa dei Promessi Sposi: dalla I edizione alla II edizione
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 041
01. Che cos'è il Giornale di lavoro che è allegato alla lezione 41 del corso?
È la trascrizione di notizie di origine diversa relative alla cronologia del romanzo manzoniano (fra conclusione della Prima minuta e avvio della Seconda), raccolte da Dante
Isella
È la trascrizione di un quadernetto redatto da Ermes Visconti, nel quale l'amico del Manzoni appuntava le sue impressioni di lettura del romanzo man mano che gli veniva
sottoposto ed è dunque di fondamentale importanza per ricostruire la cronologia della composizione
È la trascrizione di notizie di origine diversa relative alla cronologia del romanzo manzoniano (fra Seconda minuta e Copia per la censura), raccolte da Giovanni Sforza agli
inizi del Novecento
È la trascrizione di un quadernetto su cui Manzoni appuntava le principali tappe della scrittura del romanzo
02. Con quale fase della scrittura del romanzo manzoniano si interseca l'ideazione della Storia della colonna infame?
03. Qual è la consistenza del romanzo manzoniano affidato alla Prima minuta?
Il Fermo e Lucia è composto da trentasette capitoli divisi in quattro tomi, cui vanno annesse tre introduzioni (la prima è solo un abbozzo)
Gli Sposi promessi sono composti da trenta capitoli divisi in quattro tomi, cui vanno annesse due introduzioni
Il Fermo e Lucia è composto da trentasette capitoli divisi in tre tomi, cui vanno annesse due introduzioni (la prima è solo un abbozzo)
Gli Sposi promessi sono composti da trentasette capitoli divisi in quattro tomi, cui va aggiunta l'introduzione
dopo l'edizione Ventisettana, in occasione della visita a Firenze (la cosiddetta risciacquatura)
durante la scrittura del Fermo e Lucia con l'abbozzo di un Libro sulla lingua conservato fra le carte manzoniane
durante la scrittura del Fermo e Lucia con l'abbozzo di un Libro sulla lingua che Manzoni distrusse
05. Fra i materiali del lavoro manzoniano relativo al "Fermo e Lucia" sono conservate
tre introduzioni: la prima e la seconda furono scritte quasi all'inizio della composizione del romanzo (I e II); la terza al momento della conclusione della scrittura (III)
due introduzioni: la prima, scritta quasi all'inizio della composizione del romanzo, fu presto stralciata (I); la seconda fu riscritta quasi in dirittura d'arrivo (II)
tre introduzioni: la prima, scritta quasi all'inizio della composizione del romanzo, fu presto stralciata (I); la seconda, in gran parte dipendente dalla prima, fu riscritta quasi
in dirittura d'arrivo (IIa); la terza, caratterizzata da ampie aggiunte e riscritture, ha connotati molto diversi dalle due precedenti (IIb)
due introduzioni: la prima presenta due fasi redazionali (Ia e Ib); la seconda, caratterizzata da ampie aggiunte e riscritture, ha connotati molto diversi dalla precedente (II)
in diretta continuità linguistica e narrativa con la sua scrittura fino al capitolo VIII (da lì Manzoni comincia ad introdurre le modifiche linguistiche e narrative maggiori)
in diretta continuità linguistica con la sua composizione fino al capitolo V (da lì in poi le scelte linguistiche appaiono diversamente orientate), in diretta continuità narrativa
con la scrittura fino al capitolo VIII (a partire dal quale Manzoni riorganizza la narrazione con profonde modifiche strutturali e con ampie cassature)
in diretta continuità linguistica e narrativa con la sua scrittura fino al capitolo V (da lì Manzoni comincia ad introdurre le modifiche linguistiche e narrative maggiori)
in diretta continuità linguistica con la sua composizione fino al capitolo VIII (da lì in poi le scelte linguistiche appaiono diversamente orientate), in diretta continuità
narrativa con la scrittura fino al capitolo V (a partire dal quale Manzoni riorganizza la narrazione con profonde modifiche strutturali e con ampie cassature)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 042
01. La stampa Ferrario (la Ventisettana) dei "Promessi sposi"
iniziò quando Manzoni aveva terminato la scrittura e correzione della cosiddetta seconda minuta
iniziò mentre Manzoni procedeva alla riscrittura ex novo della cosiddetta seconda minuta
iniziò quando Manzoni, corretta la cosiddetta prima minuta, credette di poter mandare quella in tipografia; la stampa Ferrario si interruppe e Manzoni cominciò a scrivere
ex novo la cosiddetta seconda minuta
iniziò mentre Manzoni procedeva alla correzione della cosiddetta prima minuta
02. Quale delle seguenti modifiche non interviene nel passaggio dalla Prima minuta alla Seconda minuta?
La narrazione, nel Fermo e Lucia organizzata in quattro tomi, viene organizzata in tre tomi in SP
Nella Seconda minuta si assiste all'intersecazione delle vicende di Lucia con quelle di Renzo, che in FL erano separate in blocchi autonomi
03. Quale dei seguenti cambiamenti non viene introdotto da Manzoni nel passaggio dalla Prima alla Seconda minuta?
Sulla Seconda minuta viene iniziata una revisione che mira all'uniformità grafico-fonetica (pur in relazione a singole forme)
I "fogli staccati" (così detti perché conservati separatamente dall'autografo della prima minuta) contengono materiali pensati per essere accolti nel romanzo, ma
successivamente riutilizzati per la Storia della colonna infame
I "fogli staccati" (così detti perché strappati dall'autografo) contengono materiali pensati per essere accolti nella revisione del romanzo in vista della stampa del 1840, ma
poi rifiutati
I "fogli staccati" (così detti perché conservati separatamente dall'autografo della prima minuta) contengono materiali pensati per essere accolti nel Fermo e Lucia, ma poi
rifiutati
I "fogli staccati" (così detti perché conservati separatamente dall'autografo della seconda minuta) contengono materiali pensati per essere accolti nella revisione del
romanzo mentre veniva man mano approntata la stampa del 1827, ma poi rifiutati
05. Esiste testimonianza diretta delle correzioni che Manzoni inviò in tipografia in extremis per la Ventisettana, e che, come per la Quarantana, hanno
determinato difformità fra un esemplare e l'altro dell'edizione Ferrario?
Che Manzoni abbia proceduto, come per la Quaranta, ad introdurre correzioni in extremis è testimoniato indirettamente dalle differenze intercorrenti fra l'edizione
milanese (Ferrario) e quella parigina (Baudry) dello stesso anno poiché Manzoni spediva in Francia al proprio traduttore i fogli di stampa man mano che essi venivano prodotti
e corretti
Nell'edizione Ventisettana non ci sono varianti di stato perché il lungo periodo di stampa dell'edizione Ferrario consentì a Manzoni di mandare in tipografia solo l'ultima
fase redazionale
Solo per due esemplari dell'edizione Ventisettana abbiamo la certezza di varianti di stato, ma le differenze fra l'edizione milanese (Ferrario) e quella parigina (Baudry)
dello stesso anno ci attestano le correzioni che Manzoni apportò all'ultimo minuto in tipografia per il fatto che Manzoni spediva in Francia al proprio traduttore i fogli di
stampa man mano che essi venivano prodotti e corretti
Sì, anche per l'edizione Ventisettana Manzoni apportò correzioni dell'ultimo minuto e anche per la Ventisettana occorre utilizzare il metodo Barbi per distinguere le fasi
correttorie più o meno avanzate ricorrendo alle bozze e ad altro materiale di verifica
fu pubblicata fra il 1825 e il 1827 perché Manzoni volle farne uscire un tomo all'anno per creare suspence fra i lettori
fu pubblicata fra il 1825 e il 1827 per la lentezza della correzione manzoniana sulla seconda minuta, dovuta a numerosi ripensamenti dell'autore
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 043
01. A quale scopo, nell'edizione della Seconda minuta a cura di Barbara Colli e Giulia Raboni, viene adottato il fondino grigio?
Il fondino grigio evidenzia nel testo situazioni di varia natura poi chiarite in apparato
Il fondino grigio segnala a testo porzioni che Manzoni ha interamente riscritto, ma copiando esattamente lezioni precedenti, risalenti al Fermo e Lucia
Il fondino grigio segnala a testo, ma solo per i fogli trasposti, le porzioni effettivamente riutilizzate da Manzoni, senza l'introduzione di varianti estese, dei vecchi fogli
originariamente scritti per il Fermo e Lucia
02. L'apparato dell'edizione a cura di Barbara Colli e Giulia Raboni della seconda minuta è
sincronico
evolutivo
sistemico (diacronico)
fotografico
03. Come vengono segnalate, nell'edizione della seconda minuta a cura di Barbara Colli e Giulia Raboni, le varianti immediate?
Con il carattere corsivo viene indicata una variante precedente immediatamente sostituita
Con il carattere più piccolo viene indicata una variante precedente immediatamente sostituita
04. L'apparato utilizzato da Barbara Colli e Giulia Raboni per l'edizione della seconda minuta del romanzo manzoniano
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 044
01. Nell'Addio ai monti analizzato durante il corso abbiamo riscontrato, nel passaggio da FL a SP, due categorie di correzioni ricorrenti:
l'aggiunta, che raffina lo stato psicologico dei personaggi o insiste sulle riflessioni di chi scrive e commenta, e la cancellatura, che elimina elementi sentiti come ridondanti
e retoricamente atteggiati
l'aggiunta, che stabilisce richiami a distanza fra luoghi diversi del romanzo rafforzandone la coerenza, e la cancellatura, che prelude al riuso di materiale verbale in altri
luoghi del romanzo
l'aggiunta, che incrementa gli elementi di strutturazione retorica, e la cancellatura, che elimina elementi di percezione visiva e uditiva troppo insistiti nella precedente
stesura
l'aggiunta, che insiste e ribadisce tramite la coordinazione quanto già espresso con notevole effetto di amplificatio, e la cancellatura, che elimina elementi sentiti come
organicamente non validi
02. Con le aggiunte e le semplificazioni si intersecano, nella varianti d'autore dell'Addio ai monti, le categorie
della ridistribuzione e della dissimilazione, categorie che non hanno una precisa cronologia redazionale (come in parte quella della semplificazione)
della ridistribuzione e della dissimilazione, categorie che sono esattamente contemporanee a quelle della aggiunta e della semplificazione nel trapasso da FL a SP
03. In che senso va letto nel suo complesso il seguente movimento correttorio riscontrabile nel cap. VIII dei Promessi sposi immediatamente prima dell'Addio ai
monti?
FL: guardò fiso all'estremità, scerse la sua casetta, scerse la chioma folta del fico che usciva di sopra il muro: >
SP: guardò fiso all'estremità, scerse la sua casetta; scerse la chioma folta del fico che sopravanzava sulla cinta del cortile; scerse la finestra della sua stanza: >
Ventisettana: guardò fiso alla estremità, scerse la sua casetta; scerse la chioma folta del fico che sopravanzava sulla cinta del cortile; scerse la finestra della sua
stanza: >
Quarantana: guardò fisso all'estremità, scoprì la sua casetta, scoprì la chioma folta del fico che sopravanzava il muro del cortile, scoprì la finestra della sua
camera;
Nel passaggio da FL a SP si individua un'aggiunta (scerse, poi scoprì la finestra della sua stanza, poi camera) che blocca come un ostacolo lo sguardo di Lucia; nel
passaggio da SP a Quarantana l'uso di un'interpunzione (virgole in luogo di punti e virgola, punto e virgola in luogo di due punti) che frammenta quello sguardo pur
separandolo dal successivo pianto; l'introduzione nella Quarantana di termini più quotidiani (scerse in luogo di scoprì) e meno arcaici (muro in luogo di cinta); l'atteggiamento
notoriamente oscillante di Manzoni riguardo le elisioni
Nel passaggio da FL a SP si individua un'aggiunta (scerse, poi scoprì la finestra della sua stanza, poi camera) che prolunga lo sguardo di Lucia fino alle componenti più
intime della vita che sta per abandonare; nel passaggio da SP a Quarantana l'uso di un'interpunzione (virgole in luogo di punti e virgola, punto e virgola in luogo di due punti)
che tiene più coeso quello sguardo separandolo al contempo dal successivo pianto; l'introduzione nella Quarantana di termini più quotidiani (muro in luogo di cinta) e meno
arcaici (scoprì in luogo di scerse); l'aspirazione ad una lingua più parlata con l'introduzione delle elisioni (ma in questo caso dell'estremità era già di SP, poi reso con della
estremità nella Ventisettana)
Nel passaggio da FL a SP si individua un'aggiunta (scerse, poi scoprì la finestra della sua stanza, poi camera) che rallenta l'azione; nel passaggio da SP a Quarantana l'uso di
un'interpunzione (virgole in luogo di punti e virgola, punto e virgola in luogo di due punti) che tiene più coeso quello sguardo separandolo al contempo dal successivo pianto;
l'introduzione nella Quarantana di termini più quotidiani (scerse in luogo di scoprì) e meno arcaici (muro in luogo di cinta)
Nel passaggio da FL a SP si individua un'aggiunta (scerse, poi scoprì la finestra della sua stanza, poi camera) che incrementa l'elemento patetico; nel passaggio da SP a
Quarantana l'uso di un'interpunzione più scorrevole e fluida; l'introduzione nella Quarantana di termini più quotidiani (scerse in luogo di scoprì) e meno arcaici (muro in luogo
di cinta)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 045
01. Chi patrocinò la prima edizione di poesie di Giuseppe Ungaretti?
Carlo Ossola
Giuseppe De Robertis
Ardengo Soffici
Ettore Serra
rimane per lo più indenne dal successivo lavorio correttorio dell'autore, sia per quanto riguarda la struttura e la consistenza della raccolta sia per quanto riguarda la lettera
delle liriche
rimane per lo più indenne dal successivo lavorio correttorio dell'autore per quanto riguarda la struttura della raccolta; non altrettanto avviene per quanto riguarda
consistenza della raccolta e la lettera delle liriche
rimane per lo più indenne dal successivo lavorio correttorio dell'autore per quanto riguarda la consistenza della raccolta; non altrettanto avviene per quanto riguarda
struttura della raccolta e la lettera delle liriche
rimane per lo più indenne dal successivo lavorio correttorio dell'autore per quanto riguarda la lettera delle liriche; non altrettanto avviene per quanto riguarda la struttura e
la consistenza della raccolta
04. Il concetto di ultima volontà dell'autore, già problematico nella tradizione di copia, è ancora più gravemente messo in discussione nella poesia novecentesca e
contemporanea
perché il filologo ha ormai capito che l'ultima volontà dell'autore non ha alcun fondamento teorico o pratico e non va tenuta in conto
perché nel Novecento il rapporto fra autore e l'industria editoriale è molto forte
perché, avendo a che fare con un contesto storico-letterario più conosciuto, il filologo può meglio valutare l'impatto culturale delle varie redazioni di un'opera e scegliere di
non rispettare il criterio secondo il quale la redazione non ultima va messa a testo
segue "L'Allegria" (1931) e poi una nuova edizione de "Il porto sepolto"
segue una nuova edizione de "Il porto sepolto" (1919) e poi "Allegria di naufragi" (1923)
segue "Allegria di naufragi" (1919) e poi una nuova edizione de "Il porto sepolto" (1923)
fu stampata in un numero altissimo di esemplari ma ebbe comunque circolazione limitata soprattutto fra amici e conoscenti di Ungaretti
fu stampata in un numero ridotto di esemplari ed ebbe circolazione limitata soprattutto fra amici e conoscenti di Ungaretti
Comprende trenta liriche precedute da un epicedio e da una lirica di saluto amico all'amico che aveva incoraggiato la pubblicazione
Comprende trenta liriche precedute da un epicedio in morte di un amico e seguite da un invio all'amico che aveva incoraggiato la pubblicazione
La raccolta, decisa da un amico ufficiale che prese gli appunti di Ungaretti, non ha struttura interna
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
All'età di sedici/diciassette anni, durante il servizio militare nella seconda guerra mondiale
All'età di ventisette anni durante il servizio militare nella prima guerra mondiale
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 046
01. Quali sono le caratteristiche di Allegria di naufragi rispetto a Il Porto sepolto?
Allegria di naufragi (1942) è il titolo dato da Giuseppe De Robertis all'intera produzione di Ungaretti edita criticamente e che accoglie dunque al suo interno anche Il Porto
sepolto
Allegria di naufragi (1919) è la seconda raccolta poetica di Ungaretti dopo Il Porto sepolto (1916)
Allegria di naufragi (1933) è una raccolta molto più ampia di Il Porto sepolto perché raccoglie tutte le poesie ungarettiane composte a questa data
Allegria di naufragi (1919) è una raccolta molto ampia, in parte disordinata e costruita per accumulo, determinata dal desiderio di Ungaretti di imporsi nel panorama
poetico italiano, che accoglie al suo interno anche l'ordinato e strutturato Il Porto sepolto (già edito nel 1916)
02. "L'allegria"
viene continuamente modificata dall'autore, sia per quanto riguarda la struttura e la consistenza della raccolta, sia per quanto riguarda la lettera delle liriche; non così
avviene per quanto riguarda i titoli delle liriche e delle sezioni in cui la raccolta si organizza
viene continuamente modificata dall'autore, sia per quanto riguarda la struttura e la consistenza della raccolta, sia per quanto riguarda i titoli delle liriche e delle sezioni in
cui la raccolta si organizza, sia per quanto riguarda la lettera delle liriche
per lo più indenne dal successivo lavorio correttorio dell'autore, sia per quanto riguarda la struttura e la consistenza della raccolta sia per quanto riguarda la lettera delle
liriche
viene continuamente modificata dall'autore, sia per quanto riguarda la struttura e la consistenza della raccolta, sia per quanto riguarda i titoli delle liriche e delle sezioni in
cui la raccolta si organizza; non così avviene per quanto riguarda la lettera delle liriche
03. Il lungo percorso delle liriche ungarettiane in fine raccolte in Vita di un uomo è sintetizzabile
come un lavorio incessante che si svolge di preferenza a livello puntuale (la precisa cronologia è poi valutabile lirica per lirica, ma vede un momento particolarmente
significativo nel trapasso fra raccolte precedenti e l'edizione del 1942-1945)
come un lavorio incessante che si svolge di preferenza a livello strutturale (riorganizzazione, cancellazione, rititolazione delle sezioni interne alle raccolte)
come un lavorio intermittente che può intervenire di volta in volta a livello puntuale per aggiornamenti al nuovo contesto storico e politico, sia a livello strutturale
superficiale per la nuova titolazione di singole sezioni interne alle raccolte
come un lavorio ininterrotto, da edizione a edizione, che si svolge sia a livello puntuale (la cui cronologia è valutabile lirica per lirica, ma che vede un momento
particolarmente significativo nel trapasso fra raccolte precedenti e l'edizione del 1942-1945) sia a livello strutturale (per la riorganizzazione, cancellazione, rititolazione delle
sezioni interne alle raccolte); in entrambi i casi (per aggiornamento biografico-psicologico) ad essere ampiamente coinvolti nei mutamenti sono i testi pubblicati nel 1919 in
Allegria di naufragi
04. Perché l'edizione di Vita di un uomo presso Mondadori fra il 1942 e il 1945 è un'edizione significativa?
La significatività dell'edizione è dovuta al fatto che si tratta della prima edizione affidabile di Ungaretti e da lui controllata; inoltre essa vide la reazione di Luigi Russo che
non stimava Ungaretti
La significatività dell'edizione è dovuta al fatto che si tratta della prima edizione di testi di un autore vivente; inoltre essa innescò la polemica di Benedetto Croce e dei
crociani contro lo studio della variantistica d'autore
La significatività dell'edizione è dovuta al fatto che si tratta della prima edizione critica di un autore vivente; inoltre essa reinnescò la polemica di Benedetto Croce e dei
crociani avversi allo studio della variantistica d'autore fomentata anche dall'avversione ai poeti ermetici considerati 'decadenti'
La significatività dell'edizione è dovuta al fatto che si tratta degli opera omnia di un autore vivente; inoltre essa innescò la polemica di Benedetto Croce e dei crociani
avversi ai poeti ermetici considerati 'decadenti'
a proposito della critica delle varianti di "A Silvia" di Leopardi, a proposito dell'edizione dei "Promessi sposi", a proposito dell'edizione mondadoriana di "Vita d'un uomo"
di Ungaretti (1942)
a proposito della critica delle varianti di "A Silvia" di Leopardi, a proposito dell'elaborazione variantistica di Manzoni, a proposito dell'edizione einaudiana di "Vita d'un
uomo" di Ungaretti (1969)
a proposito della critica delle varianti di "A Silvia" di Leopardi, a proposito dell'elaborazione variantistica di Manzoni, a proposito dell'edizione mondadoriana di "Vita d'un
uomo" di Ungaretti (1942)
a proposito della critica delle varianti di "Il sabato del villaggio" di Leopardi, a proposito dell'elaborazione variantistica di Manzoni, a proposito dell'edizione mondadoriana
di "Vita d'un uomo" di Ungaretti (1942)
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 047
01. Qual è uno dei più grossi problemi di gestione del materiale variantistico dei poeti novecenteschi?
ipertrofia delle varianti, risolta brillantemente da Claudio Giunta che elabora criteri di selezione
scarsa presenza di materiale autografo, data la sostituzione dei metodi di scrittura a mano con quelli elettronici
La moda, intervenuta negli anni Settanta-Ottanta del Novecento, di registrare e studiare ogni variante d'autore, anche le meno interessanti come quelle di carattere
linguistico-formale
La moda, intervenuta negli anni Settanta-Ottanta del Novecento, di registrare e studiare ogni variante d'autore, sopravvalutando in maniera teleologica l'ultima volontà
dell'autore
La moda, intervenuta negli anni Settanta-Ottanta del Novecento, di registrare e studiare ogni variante d'autore, anche di autori minimi e infimi, con scarso vantaggio per gli
studi
La moda, intervenuta negli anni Cinquanta del Novecento, di registrare e studiare ogni variante d'autore, anche di autori minimi e infimi, con scarso vantaggio per gli studi
La scelta di non adeguarsi all'ultima volontà dell'autore scegliendo un esemplare a stampa della sua opera (dunque precisamente datato)
La scelta di editare un passaggio intermedio nella storia redazionale di un testo purché esso sia a stampa
La scelta di editare un passaggio intermedio nella storia redazionale di un testo purché esso sia testimoniato in forma autografa
La possibilità che un passaggio intermedio nella storia redazionale di un testo possa essere assunto come testo da pubblicare (rifiutando il criterio dell'ultima volontà
dell'autore) sulla base della sua significatività culturale
04. Quali sono i criteri proposti da Claudio Giunta per gestire il problema della ipertrofia delle varianti nel caso di autori ottocenteschi e novecenteschi?
Claudio Giunta propone come criterio di selezione di occuparsi solo di autori maggiori (per i quali l'ipertrofia delle varianti deve essere affrontata di volta in volta con
criteri specifici) allo scopo di non cadere nell'accusa continiana di filologismo
Claudio Giunta propone come primo criterio di selezione quello di privilegiare quanto è finito (evitando di riprodurre a stampa in sede di apparato il non finito) e
secondariamente, sul materiale così selezionato, operare una seconda selezione di quanto è ritenuto valido da un punto di vista critico-interpretativo (tralasciando per esempio
le varianti di carattere linguistico)
Claudio Giunta propone di gestire il materiale variantistico ipertrofico con software appositi in grado di ordinare e categorizzare una grande massa di dati
Claudio Giunta propone come criterio di selezione di privilegiare quanto è finito (evitando di riprodurre a stampa in sede di apparato il non finito) e/o quanto è ritenuto
valido da un punto di vista critico-interpretativo (tralasciando per esempio le varianti di carattere linguistico)
05. Quale delle seguenti considerazioni non è valida per controbattere i criteri selettivi invocati per la gestione della ipertrofia delle varianti di autori recenti?
La selezione di una sola porzione dell'iter variantistico di un'opera annulla o riduce la vocazione storica della filologia
La selezione di ciò che è considerato valido da ciò che è considerato non valido non tiene nel debito conto la mutabilità degli interessi scientifici e del canone letterario
La selezione andrebbe piuttosto operata sulle varianti di testi in prosa, ma non sulle varianti di testi in poesia
La selezione del finito rispetto al non finito annulla la prospettiva genetica della variantistica d'autore
06. Filologia d'autore e prospettiva storica (a margine della discussione sull'ipertrofia delle varianti in autori contemporanei).
07. Il problema della scelta del testo da pubblicare alla luce della variantistica d'autore in poeti novecenteschi
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Set Domande: FILOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
FILOLOGIA MODERNA
Docente: Bertolini Lucia
Lezione 048
01. Illustrate uno degli argomenti compresi o nel volume di Paola Italia, Editing Novecento o, a seconda dell'anno di corso, nel volume scelto fra Paola Italia, Come
lavorava Gadda e Giulia Raboni, Come lavorava Manzoni
02. Illustrate con un buon dettaglio la storia redazionale di uno dei testi presi in esame durante il corso
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