Sei sulla pagina 1di 34

STORIA ROMANA

?A che serve la Storia


(Studia il passato se vuoi prevedere il futuro. (Confucio
La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di
vita,
(annunciatrice dei tempi antichi. (Cicerone Il fatto che gli uomini non imparino molto
dalle lezioni della storia è l'insegnamento più
(importante che la storia può offrire. (Aldous Huxley Rubare la vera storia è come
rubare una parte della personalità due sono strettamente intrecciate. E la storia è la
memoria collettiva. Quando questa viene rubata, o riscritta, non siamo piú in grado
.(di sapere chi siamo. (Haruki Murakami

.La storia è una necessità sociale .Non esiste una società che possa progredire senza
una conoscenza della propria storia •partoria e per una comunità umana ciò che la
memoria è •
.La storia è necessaria per costruire e riconoscere la propria identità •
.Aiuta a sviluppare la capacità critica e la sintesi •
.La storia è una conoscenza critica utile all'azione •
.La conoscenza storica aiuta ad accrescere la propria consapevolezza sulla vita
presente •

.Il tempo e un'idea ontologica dell'uomo •


.La capacità di "far rivivere il passato risponde al bisogno di eternità dell'uomo • La
cultura storica contribuisce a formare la capacità di prendere decisioni sulla base dei
valori, la • capacità di prevedere le conseguenze delle decisioni prese e la capacità di
realizzarle in modo
.efficace

?Chi è lo storico
.Il buon storico somiglia all'orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la
sua preda •
(Marc Bloch, Apologia della storia) Lo storico è colui che indaga, ricerca, si pone
degli interrogativi continui sul tempo e le azioni •
.dell'uomo Lo storico è inevitabilmente un giudice e, in quanto tale, non può esimersi
dalla propria •
.soggettività

Il problema della soggettività della Storia


Se gli eventi sono certi e univoci (quando essi sono noti e determinabili), le storie
sono molteplici •
.e contraddittorie Non esiste una sola storia di un evento, ma tante quanti sono i
soggetti che lo indagano, lo •
.pensano e lo raccontano
I fatti storici possono essere infatti indagati da più chiavi di lettura, da diverse
prospettive e con •
.l'ausilio di fonti diverse, che determinano risultati e ricostruzioni differenti Sotto la
pressione delle idee e dei bisogni del presente, per cui ogni epoca scrive una propria

.rappresentazione del passato

.L'elemento soggettivo nella storia Una storia non potrà di conseguenza essere mai
completamente obiettiva ('obiettiva' significa ‘imparziale' O “in stretto accordo con i
fatti e non influenzata da alcuna convinzione pregiudizio
.(personale: l’opposto di"obiettiva' è soggettiva Questa qualità inevitabilmente
soggettiva della storia viene spesso portata come argomento per
.criticare la storia e affermare che essa è insoddisfacente come materia di studio

Ammettere l’elemento personale, soggettivo, nella storia non significa pero


ammettere che la storia altro non è se non propaganda, e che la storia è soltanto
un’opinione. Una critica del genere può
essere legittimamente rivolta solo contro una cattiva storia L'uso corretta della
metodologia rende “innocua" l'inevitabile soggettività di chi scrive, che si rivela
.elemento fecondo per il progresso della conoscenza storica

L'elemento soggettivo che è stato oggetto della maggiore attenzione è quello che
viene riassunto •
dalla celebre frase dello storico inglese contemporaneo Edward Hallett Carr (1892-
1982) in ordine
.'alla storia come un "dialogo fra presente e passato Quello che si vuol dire qui è
infatti che ogni partire dalle proprie ansie e epoca tende a interpretare
.il passato a partire dalle proprie ansie e dai propri pregiudizi

.Il rapporto presente passato, passato-presente Il filosofo Benedetto Croce (1866-


1952) affermava che "ogni storia è storia contemporanea” la sua affermazione,
intendeva appunto dire che fare storia consiste essenzialmente nel guardare al
.passato con gli occhi del presente
.Lo studio del passato parte dal tempo presente e ricade sul presente Lo storico è
immerso nella cultura e nei valori del suo tempo, e guarda al passato con gli occhi del
presente. Le migliori ricerche degli storici sono sempre attuali fatti a beneficio del
tempo presente

15/03/22
!L'eternità non compete allo storico
.Non esiste il "giudizio assoluto" valido per sempre
?Come interpretare per esempio la schiavitù
?Come interpretare la pena di morte Uno storico dovrà per comprendere idee,
fenomeni, eccetera inserirli nei contesti che li hanno
prodotti

Il manovratore di un faro Lo storico, con le sue opinioni ed i suoi punti di vista, è


come il manovratore di un faro: ciò che • rende visibile dipende dalla posizione,
dall'intensità, dalla direzione, dai movimenti, ecc., oltre che dalle cose illuminate. Noi
dirigiamo il faro sul passato e speriamo con il suo riflesso di illuminare il
.presente, di interpretare i problemi, i bisogni e le decisioni attuali Non è possibile
scrivere o studiare la storia senza prendere posizione sui problemi fondamentali •
della società, della politica e della morale: oltre i contenuti oggettivi ci sono le
opinioni, per cui c’è sempre un elemento fortemente personale, che orienta la scelta
dei fatti storici da trattare o da
.ricordare (Karl Popper (1902-1994

Ernesto De Martino e 'etnocentrismo critico Cioè il sofferto processo di presa di


coscienza critica dei limiti della propria dimensione culturale, • ponendo in questione
le stesse categorie di osservazione di cui lo studioso dispone all'inizio della
.ricerca Solo con questa tensione elico-speculaliva, secondo Ernesto de Martino
(1908-1965), si può • realizzare 'umanesimo etnografico. Umanesimo
etnografico che implica un'opera di storicizzazione di sé e della
propria cultura e di autocritica in base al confronto storico-culturale
.con le culture altre

«Lo storico e il rapporto con la «verità


La verità storica è difficile, se non impossibile da cogliere: ogni evento storico è
infatti unico, •
.irripetibile e irriproducibile La ricostruzione di un evento storico è Possibile solo
attraverso la documentazione che esso ci ha •
.lasciato Questa documentazione è sempre parziale e lacunosa, tanto più quanto più si
risale nel corso del • tempo: la situazione per quanto concerne la storia romana
dunque non è in genere molto
.confortante La verità storica assomiglia alla verità processuale: una ricostruzione
degli eventi sulla base dei • documenti in nostro possesso e della nostra capacita
interpretativa piuttosto che una impossibile
"replica di "ciò che accadde veramente Immaginare la ricerca storica come una
tensione verso la verità, sapendo che questa è •
”“irraggiungibile

Gli interessi fondamentali dello storico


.L'uomo nella società -
.Il cambiamento attraverso il tempo -
.Il particolare e l'unico -
.Una storia fatta sui documenti -
.analizzare i documenti -
.analizzare i problemi -

Lo storico e l'immaginazione
Viene chiamata anche perspicacia; è una facoltà essenziale dello storico e uno degli
elementi •
essenziali, accanto al rigore erudito, della fecondità della ricerca storica. Si parla in
questo caso più volte di immaginazione nel senso della capacità di formulare ipotesi
interpretative sul passato e
.trovare nessi

Gli interrogativi dello storico


:Nell'analisi delle fonti primarie è fondamentale porre ai documenti le seguenti 6
domande • Chi? = L'indagine storica è spesso incentrata sull'azione o sul pensiero di
un individuo o di un gruppo di persone. Resta imprescindibile riconoscere chi siano
gli attori della storia, sia in senso
.attivo che passivo Cosa? = Il senso stesso di molte ricerche risiede proprio nel
rispondere alla domanda cosa accade in quella particolare circostanza?
Altrettanto spesso la corretta interpretazione di una fonte dipende dalla risposta
che diamo all’interrogativo cosa significa, esattamente, questo termine O
.questa espressione? Delimitazione dei fenomeni e dei fatti storici Quando? = Una
domanda chiave (che impegna severamente gli storici in particolare quando un
documento non contiene un inequivocabile datazione interna) poiché la successione
degli eventi determina anche la concatenazione tra cause ed effetti e condiziona
l'interpretazione di un processo
storico e le motivazioni che ne stanno alla base Dove? =Questa domanda ci permette
di collocare gli eventi nello spazio. Se l'uomo (chi) è al centro della storia e la sua
collocazione temporale (ne determina la concatenazione degli eventi), il luogo dove
si svolgono gli eventi indagati ne lo scenario che inevitabilmente ne condiziona lo
.svolgimento Come?= Rispondendo a questa domanda cerchiamo di capire attraverso
quali modalità si sono svolti gli eventi storici. In che modo cioè gli individui hanno
espresso le loro idee e concretizzato loro progetti politici, sociali e culturali. In altre
parole si cerca di analizzare le forme dell'azione
.nella storia Perché?= Lo storico non può limitarsi a raccontare degli eventi ma deve
proporne anche una spiegazione (interpretazione). Talvolta sappiamo bene cosa
accade ma difficilmente vi è una spiegazione univoca e incontestabile del perché ciò
accade. La questione delle cause e degli effetti
.in un evento storico è cruciale nel lavoro dello storico Bisogna sempre distinguere
tra le cause immediate e le ragioni profonde di un evento. Sono
;proprio queste ultime a fornire la materia più interessante alla riflessione dello
storico Le cause di un evento sono sempre molteplici e complesse; si deve rimanere
in guardia contro errori logici come quello noto attraverso la formula latina post hoc,
ergo propter hoc ("dopo di
’ciò, dunque a causa di ciò

(Tucidide e le cause della guerra del Peloponneso (1, 23, 6 Sono convinto che la
motivazione piu autentica, quella però che meno traspariva dai discorsi • ufficiali,
fosse la formidabile potenza conseguita da Atene e l'apprensione che ne derivava per
.Sparta: e la guerra fu inevitabile

(L'ipotesi (o tesi
Uno storico non deve limitarsi ad accumulare fatti e idee, ma deve avere una tesi da
dimostrare, •
.cioè deve proporre una risposta alla domanda che ha dato origine alla ricerca
Ogni elemento deve essere funzionale alla dimostrazione dell'ipotesi di partenza,
evitando le •
digressioni

.L'ipotesi che si intende dimostrare deve essere immediatamente evidente •

Il cambiamento attraverso il tempo L'uomo nella società costituisce anche l'oggetto di


studio delle diverse scienze sociali (antropologia, sociologia, economia, scienze
politiche, ecc.). Sociologi, politici e scienziati sono ovviamente interessati ai
problemi delle trasformazioni sociali e politiche; nondimeno la caratteristica che in
ultima analisi distingue la storia da tutte queste altre discipline è un interesse
specifico per l'aspetto
.del cambiamento nel tempo
:Per dirla in maniera molto generale
i sociologi guardano i fattori comuni, i modelli regolari riconoscibili come trama
delle attività •
:umane in una società lo storico osserva invece in che modo le società differiscono
l'una dall'altra in diversi istanti, in •
.che modo le società cambino e si evolvano nel tempo

La periodizzazione storica Il metodo storiografico non può prescindere dalla


suddivisione della storia in periodi o settori chiaramente delimitati e facilmente
individuabili. Essa risale infatti alle prime forme di registrazione di avvenimenti
storici (come provano gli esempi di periodizzazione espressi dalla semplice
sistemazione annalistica). L'insistenza sul carattere più o meno improvviso e totale
delle cesure fra un periodo o l'altro, un'insistenza che conduce a una storia più o meno
discontinua (ossia a un'interpretazione nella quale lo storico ricorre all'idea di brusche
rotture nella continuità reale del passato) è invece frutto di categorie filosofiche,
politiche e sociologiche, e non è
.direttamente implicata nella necessità della periodizzazione in quanto tale

Le periodizzazione è solo una convenzione utilizzata per pensare in termini


schematici il passato, sono necessari nella didattica, ma non sono universalmente
accettate.la periodizzazione più nota, che fa riferimento principalmente alla storia di
Europa divide la storia in cinque periodi: preistoria, storia antica, storia medievale,
storia moderna, storia contemporanea. tale schema è diventato in parte una questione
di convenzione liberamente stipulato dagli storici per la sostanziale praticità.si tratta
però di una periodizzazione conservata solo come un principio ordinativo sensato per
una
storia eurocentrica
16/03/22
Il concetto di fonte Dal latino fons «acqua», «sorgente», alla quale lo storico attinge
per ricavare le informazioni necessarie alla ricostruzione storica. Nelle discipline
storiche un concetto molto ampio: tutto ciò che viene dal passato, da una narrazione
storica, ai resti materiali di una civiltà, ai segni che il passato ha lasciato nel
passaggio attuale. Le fonti per noi disponibili sono i "frammenti residuali"
.dell'evento passato
:La ricostruzione storica poggia quindi su
.I documenti che sono testimonianza diretta di un evento storico: le fonti primarie (1
.Le interpretazioni che di questo evento sono state date da altri studiosi: le fonti
secondarie (2

!La storia si fa con i documenti La storia si fa con i documenti scritti, certamente.


Quando esistono. Ma la si può fare, la si deve • fare senza documenti scritti se non ce
ne sono. Con tutto ciò che l'ingegnosità dello storico gli consente di utilizzare per
produrre il suo miele se gli mancano i fiori consueti. Dei segni, dei paesaggi e delle
tegole. Con le forme del campo e delle erbacce.. insomma con tutto ciò che,
.appartenendo all'uomo, dipende dall'uomo, serve all'uomo, esprime l’uomo
(Lucien Febvre (1878-1956 •

La selezione delle fonti


I fatti, storici non ci giungono mai in forma 'pura', dal momento che in questa forma
non esistono
.e non possono esistere: essi ci giungono sempre riflessi nella mente di chi li registra I
fatti storici non si possono minimamente paragonare a pesci allineati sul banco del
- pescivendolo. Piuttosto li potremmo paragonare a pesci che nuotano in un
oceano immenso talvolta inaccessibile: e la preda dello storico dipende in parte dal
caso, ma soprattutto dalla zona dell'oceano in cui egli ha deciso di pescare e dagli
arnesi che adopera: va da sè che questi due

elementi dipendono a loro volta dal genere di pesci che si intendono acchiappare. In
complesso lo storico si impadronisce del tipo di fatti che ha deciso di cercare. La
storia essenzialmente
.interpretazione

Natura imperfetta e frammentarietà delle fonti storiche


.Scarsità: in confronto alle epoche posteriori, i documenti antichi sono in quantità
inferiore •
Impossibilità di usare le fonti in modo immediato: ogni documento deve essere
decifrato, •
.tradotto, interpretato, datato Difficoltà di uso statistico dei dati: il campione da noi
posseduto, oltre ad essere poco •
.significativo, è casuale; alcuni periodi e alcune località sono molto meglio
documentate di altre

Testimonianze intenzionali e non intenzionali


Documenti diretti involontari, creati dall'autore per il proprio uso personale (per
esempio •
.(appunti su papiro, oggetti della vita quotidiana Documenti mediati volontari, creati
dall'autore per essere consegnati alla memoria dei posteri •
.((per esempio, le opere storiche dei grandi autori greci e latini Fonti non rielaborate,
prodotto immediato del processo storico (atti conservati su iscrizioni o su •
.(papiro, resti materiali Fonti rielaborate, prodotto di una riflessione, che in genere
assume la forma di una narrazione •
.continua; si fondano spesso su fonti non rielaborate

Gli elementi da valutare nelle fonti primarie


Pertinenza al tema: spesso risulta chiara solo ad indagine avviata; nel dubbio è
sempre meglio non
.escludere Autenticità: un problema che nei maggior parte dei casi è già stato
affrontato e risolto dagli editori
.o dai conservatori di musei e archivi Attendibilità e accuratezza delle informazioni: è
questo il problema principale che si deve
.affrontare nella redazione di un saggio
?Come valutare l'attendibilità di una fonte primaria
Usare la materia grigia (l’intelligenza): Il richiamo ad elementi fantastici e ad eventi
che -
.contraddicono la nostra esperienza quotidiana devono indurci al sospetto Chiedersi
se la nostra fonte cra veramente nella posizione di conoscere le informazioni che -
.riporta Controllare se i dettagli riportati sono accurati e si inseriscono in un quadro
coerente e -
.plausibile Chiedersi se le informazioni riportate nella nostra fonte possono essere
confermati da altri -
.documenti indipendenti

E domande che ci indicano il metodo


Si è andati fino in fondo in tutti i luoghi dove ipoteticamente noi possiamo trovare
anche un (1
minimo di verità o di referenze sull' argomento oggetto della nostra ricerca? (Ho
trovato tutte le
(? fonti
Il metodo e gli " strumenti" con cui noi ci siamo avvicinati a quei documenti è
adeguato per (2
?capire ciò che il documento dice
? Stiamo formulando le domande giuste (3

Metodo storico: critica e valutazione delle fonti


.Alla base della storia come ricerca sta un operazione di critica, che dev'essere
guidata dal metodo Concetto di Critica storica. "Critica" viene dal greco Koívelv
(krinein), che significa "giudicare, • discernere” Critica nel campo della storia vuol
dire quindi "scelta dei materiali in base a un
.”giudizio
.Lo sviluppo della storia come disciplina moderna
Il compito del XIX secolo è stato quello di trovare il metodo di ricerca della storia, la
sua tecnica di"
.lavoro: il metodo critico è stato portato, credo, al suo punto di perfezione
Ma lo storico somiglia ad un biologo che è dotato di un microscopio eccellente, ma
non sa a cosa -
"applicarlo
.M. Bloch, dai taccuini

:In conclusione, è dovere di chi fa storia•


a) raccogliere e selezionare con deliberata imparzialità, fra i dati disponibili e
accertarli, quelli che° interessano l’oggetto della propria ricerca, senza dogmatismi,
preconcetti e accentuazioni unilaterali: e senza mai dimenticare che anche il sorvolare
o il tacere possono essere strumento
.tendenzioso
B) dare quindi una certa interpretazione (ovviamente cauta, attenta a evitare arbitrii e
anacronismi), che potrà anche fornire indicazioni utili per i problemi del presente. Di
conseguenza, non potrà che essere limitato l'interesse di chi fa storia per i fatti
accidentali e per i miti delle grandi personalità, perché i casi irripetibili non
consentono alcuna generalizzazione né conducono ad alcuna conclusione. Ciò non
vuol dire affatto, si capisce, trascurare nella ricostruzione e nell'esposizione storica il
ruolo dell'individuale e neppure gli avvenimenti - politici, diplomatici, militari, ecc. -
che, nella loro diacronia, costituiscono la spina dorsale stessa e il contenitore entro il
.quale le sincronie istituzionali e le microindagini si ricontestualizzano

LA LEGGENDA DI ROMOLO E REMO


Siccome erano gemelli e non viene il diritto dell’età che potessi stabilire una
distinzione affinché gli dei protettori di quei luoghi per mezzo di segni augurali
sceglie essere più doveva dare il nome alla nuova città e una volta fondata tenere il
governo occuparono il Romolo il palatino e Remo la l’Aventino come sede per
l’osservazione degli auspici. Si dice che a Remo per primo si sia presentato l’augurio,
sei avvoltoi; e quando questo già era stato annunciato essendo apparso a Romolo un
numero doppio, l’uno e l’altro furono acclamati come re dai loro seguaci: gli uni
reclamavano il regno in base alla priorità dell’augurio, gli altri in base al numero
degli uccelli. Scoppiata quindi una rissa, nel calore dell’ira si volsero al sangue, e
colpito in mezzo alla folla Remo cadde. È versione più diffusa che in segno di
scherno verso il fratello Remo abbia varcato d’un salto le recenti mura, e sia poi stato
ucciso da Romolo irato, il quale avrebbe aggiunto queste parole di monito: «Questa
sorte avrà chiunque altro oltrepasserà le mie mura». Così Romolo rimase solo
padrone del potere, e la nuova città prese il nome del fondatore."

Il principale storico romano Tito Livio, interrogandosi sulla Fondazione di Roma nel
primo libro dell’Ab Urbe Condita, la sanguinosa cronaca della Fondazione di Roma,
sostiene che si arrivi alla Fondazione della città e della decisione di chi debba
governarla sulla base delle volontà degli Dei. Lo scontro fu tra, due gemelli.
Si dice che a Remo per primo apparvero come segno augurale sei avvoltoi e poiché
quando ormai l’augurio era stato annunciato se ne erano mostrati a Romolo il doppio.
Ciò produsse uno scontro tra i fratelli ma le rispettive schiere li avevano acclamati re.
Entrambi pretendevano di avere diritto al Regno, per la priorità nel tempo, gli altri
invece per il numero degli uccelli. Scontratisi verbalmente, dalla foga della
discussione furono spinti alla strage, fu allora che Remo cadde colpito nella mischia.
Livio sarà estremamente onesto con i suoi lettori, ammetterà la mancanza di fonti
certe riguardo i fatti narrati e da ciò sorge ad una domanda. Come mai la leggenda di
Romolo e Remo è così diffusa e conosciuta e Livio stesso se ne occupa nonostante sia
poco attendibile dal punto di vista storico? Ciò ci fa comprendere che, conoscere le
proprie origini sia un bisogno di ogni individuo e di ogni comunità. Ma causa della
mancanza di fonti i romani decisero di proporre una leggenda che rispondesse a
questi quesiti…. il compito degli storici contemporanei è perciò la decodificazione
del messaggio espresso (in forma leggendaria) del racconto di Romolo e Remo,
poiché ciò consente di entrare nel mondo degli uomini del periodo e di comprendere
il loro modo di ragionare e vivere.
Romolo si è macchiato come prima azione di un omicidio, ma non uno qualunque, un
fratricidio; è diffusa la tradizione che Remo in atto di scherno nei confronti del
fratello abbia varcato con un salto le nuove mura e per questo sia stato ucciso da
Romolo infuriato il quale inventò anche a parole avrebbe aggiunto “ così d’ora in poi
perisca chiunque altro varcherà le mie mura” pertanto Romolo ebbe….
Il termine Fondazione può essere ingannevole poiché implica che la città di Roma
non esistesse prima di questo evento ma chiaramente il territorio geografico esisteva
ed era già abitato.
Ercole il legame fra le due città
Anche Ercole è presente dei racconti mitici pertinenti alla Fondazione di Roma, ma
il suo ruolo, non è quello del fondatore né del solito dell’eroe culturale civilizzatore.
Nel famoso racconto dell’uccisione di caco e del recupero dei buoi di Gerione,
Evandro, dopo aver riconosciuto l’eroe semidivino, rammenta la profezia di sua
madre Carmenta, riguardo la dedica di un’ara ad Ercole che un giorno i romani
avrebbero chiamata Massima.
Nel mito della Fondazione di Roma, è narrato che uno dei vertici dei quattro angoli
del pomerio romuleo, fosse proprio l’Ara Massima; non solo. La tradizione vuole che
dopo aver fortificato la sua città, Romolo abbia offerto sacrifici agli dèi secondo il
rito Albano ad Ercolano e seguendo il mito greco sostituito da Evandro. Ne consegue
che l’eroe laticlavio svolse idealmente la funzione di collegare nel tempo la
Fondazione di due città diverse sorti dello stesso sito e fu il ponte che unì due
fondatori Evandro e Romolo interpreti di due azioni simili ridotte nel tempo che
portarono alla conservazione di uno spazio urbano e quindi….
In conclusione l’articolato sistema di mito delle origini costituito da una successione
di fondazioni che individuano in tempi diversi uno stesso spazio sacro testimonia
nella concezione culturale dell’unico secondi romani l’ineluttabilità della nascita e
della futura grandezza di Roma. Per cui il “mito dell’origini” nacque presso i romani
per spiegare la futura grandezza di Roma, considerato come un segno ineluttabile e
voluto dal fato. Il mito della Fondazione della città nasce in un momento particolare
della storia di Roma, siamo in un momento in cui quest’ultima è già riuscita ad
imporsi come una grandezza nel Lazio e nell’Italia centrale, IV secolo a.C., a ciò
seguì un confronto con altre popolazioni, altri modelli di società che avevano fatto
del mito dell’origini un aspetto fondamentale della propria identità.
I miti riguardo la fondazione di Roma, sono volti a rafforzare il rapporto della
sacralità e la centralità del sito che ospiterà la capitale del mondo. Alcuni sono
 il mito di fondazione degli dei dell’età dell’oro
 il mito della Fondazione di una città sul palatino ad opera di Evandro
 il mito storico mitologico del pomerio romuleo
sei il mito è il prodotto della cultura religiosa di un popolo allora serve a fondare,
ovvero il Mondo, per i Romani e il mito servì a fornire dettagli importanti su quel
divenire storico che ha poi condotto alla Fondazione vera e propria della città di
Roma. Esso non è una favola ma ha un forte valore identitario spesso mi tirò uno
strumento adoperato dal potere per creare consenso ed un senso di comunità.
Roma due pilastri Moss Maiorum e pax deorum.
Anche Ercole presente nei racconti mi dici che riguarda la storiografia positivista
storici moderni ritiene che il mito vada rigettato in quanto non attendibile e non
affidabile dal punto di vista storic.
All’inizio del XIX secolo Niebuhr, padre di tutti gli storici contemporanei, svolse
una critica delle fonti letterarie facendo ricorso all’analogia storica. Egli ritiene che
sebbene il mito non corrisponda alla realtà vada comunque analizzato, indagato in
quanto espressione di valori e mentalità del periodo a cui esso risale ed essenziale
strumento adoperato dal potere.
Il racconto tradizionale ha scarsa credibilità storica Livio vissuto molti secoli dopo
l’evento inventa sulla base della verosimiglianza e delle istituzioni posteriori?...
L’opinione degli studiosi moderni Roma non è stata creata in un giorno ma è il
risultato di un lento processo di fusione dei villaggi che sorgevano sui 7 Colli un
processo che troverebbe compimento proprio alla metà dell’ottavo secolo in una
data vicina a quella tradizionale per la Fondazione di Roma 753 A.C.
Il dato archeologico: i rinvenimenti di antichissime capanne nell’area in cui sorgerà
Roma, il muro di Romolo ritrovato da Carandini e dalla sua squadra
nell'avvallamento tra il colle Palatino e il colle Velia.
Le prime leggende vengono messe per iscritte nel III secolo a.C.
il periodo dell’espansione del Mediterraneo il
opere storiche per noi perdute come gli analisti Fabio Pittore, Marco Porcio
Catone, il censore
tradizione familiare orale
documenti d’archivio annales pontilificum, raccolte pubblicate nel 130 a.C.
ma non comprendono l’età regia.
Quinto Fabio detto Pittorino, romano figlio di Caio riferì nella sua storia dell’arrivo
di Eracle in Italia e di Lanoio: molto più tardi ti furono Romolo e Remo e la
Fondazione di Roma da parte di Romolo che per primo vi corre
Il primo storico latino
Il primo autore latino a scrivere un’opera su Roma e raccontare la storia di Romolo e
Remo fu Fabio Pittore intorno al 200 a.C. e le sue fonti furono il Timeo vissuto un
secolo prima, e gli annales pontificum che i pontefici iniziano a redigere solo nel V
secolo inoltrato. Secondo lo storico la leggenda dei gemelli allattati da una Lupa è
una leggenda greca antiromana risalente al periodo dell’espansione di Roma in Italia
meridionale poiché insiste su alcuni particolari disonorevoli della tradizione.
Secondo queste versioni infatti la nutrice che alleva i gemelli è una meretrice la
nascita della Lupa è legata ad un fratricidio cioè Romolo uccide remo e i romani per
assicurarsi una discendenza rubano moglie e figli ai sabini, ratto delle Sabine, e per
accrescere la popolazione danno asilo ad assassini schiavi fuggiti ladri e briganti
certo che tra la fine del quarto inizio del terzo secolo a.C. la leggenda dei gemelli
esisteva ed era accettata da Roma da Livio sappiamo che le 296 a.C. alcuni edili di
origine plebea dedicarono una statua di bronzo ai gemelli lo stesso anno gli edili
curuli gneo e quinto o Giu il mio citarono in giudizio alcuni usurai condannati poi
alla confisca da parte del patrimonio col denaro che le casse dello Stato ricavarono
furono costruite le porte di bronzo al tempio di Giove capitolino la statua dei gemelli
fondatori di Roma sotto le mammelle della Lupa le rappresentazioni di questa statua
ricorrevano anche sulle monete….
La teoria di Peter Wiseman
Lo storico Peter Wissman suppose che, lo sdoppiamento del fondatore in una coppia
di gemelli simboleggiasse la parità tra patrizia e plebei, raggiunta nel 367 a.C. grazie
alle leggi Lucianae-Sextae, con lo scopo di radicare nel passato le rivendicazioni dei
plebei. Questa teoria non è dimostrabile, ma allo stesso tempo non può essere
smentita concretamente. La più antica testimonianza conservata della leggenda si
trova su uno specchio fabbricato a Preneste, trovato a Bolsena dosabile 350 a.C. e il
325 a.C. anni decisivi che porteranno all’ascesa della plebe.
Riguardo le raffigurazioni presenti su questo specchio si è accesa una forte polemica
tra lo storico Wiseman e l’archeologo Carandini.
Secondo lo storico britannico questo specchio rappresenta la premessa della leggenda
dei gemelli e non la leggenda stessa. i due gemelli non sono Romolo e Remo ma due
divinità minori lares praesties, dei tutelari, di cui parla il poeta Ovidio nei fasti.
Secondo la leggenda le due divinità erano state generate da una ninfa del palatino e
dal Dio mercurio. l’archeologo Carandini invece crede che i gemelli siano proprio
Romolo Remo, e a contestato la teoria di wiseman a portando varie motivazioni, tra
le quali la non attestazione dell’allattamento dei Lari da parte di un animale e
l’evidente a supremazia del gemello di destra, rappresentato con la lancia,
inspiegabile nel rapporto dei Lari. A ogni modo, anche se la giuria di wiseman
sembra più probabile, la ricostruzione del…

La leggenda troiana sulla fuga di Enea in Italia, invece, si sviluppa nel VI secolo a.C.
Già Stesicoro nel vi secolo a.C., Timeo ed Ellenico Di Lesbo nel v secolo parlarono
della venuta in Occidente di Enea. Sui vasi greci di importazione e sui vasi etruschi,
imitazione di quelli greci, ricorre spesso la rappresentazione della fuga di Enea da
Troia, è la città a cui fa riferimento probabilmente è lavinum e non Roma virgola che
comparirà in una leggenda successiva. Al contrario, eh le statuette di terracotta
ritrovate a Veio virgola che prima si riteneva fossero state prodotte dagli stessi
abitanti nel quarto secolo a.C., recentemente è stato dimostrato che sono successive
all’occupazione di Veio da parte dei Romani, e che furono prodotti da quest’ultimi
per rivendicare la loro…
Sulla base di questi nuclei leggendari, trasmessi e rielaborati tramite i carmina
convivalia e le rappresentazioni teatrai, gli storici antichi hanno cercato di ricostruire
le origini di Roma, aggiungendo molti particolari e dati spesso folkloristici, presenti
in tutte le civiltà del mondo antico, come l’esposizione del neonato e il salvataggio da
parte di una fiera che lo nutre. Sicuramente la loro narrazione è stata profondamente
influenzata dalla storiografia greca, dalla contrapposizione tirannide/libertà
(Tarquinio d) Superbo sarà descritto con aggettivi tipici dei tiranni) e dal modello
della (ktisis), cioè della fondazione dal nulla da parte di un eroe, per togliere
dall’oscurità le origini di una città impartante.
La selezione degli antichi.

E fondamentale sottolineare anche che, come sosteneva

Gli stone antebi non hanne udlizzato njt i dao dh cu disponevane, ma hanno escluso
dalla tradizione letteraria molti dati, giunti fino a noi attraverso altre fonti, scegliendo
solo i dati funzionali alla ricostruzione storica, tesa a enfatizzare la continua e
inarrestabile ascesa di Rome. La storia leggendaria riguardo le origini di Rome per
molti secoli fu accettata in modo del tutto acritico, e gli storici antichi non vennero
mai

Messi in discussione.
Il contributo dell’archeologia.
Dopo l’unità d’Italia furono effettuati i primi scavi, condotti dall’archeologo
Giacomo Fon, nell’area del Foro romano e sul Palatino, e i ritrovamenti sembrarono
confermare in parte la tradizione.

Sotto il lapis mger, fu trovata un’iscrizione arcaica con la parola REX, databile al VI
secolo a.C, e sotto il tempio di Antonino e Faustina furono rinvenute venticinque
tombe, databili tra il X e il IX sec. A.C, che confermavano l’esistenza di un periodo
regio ma senza dare nessuna informazione su quanti e chi fossero stati tali re.

Con lo scoppio della I Guerra Mondiale gli scavi si interruppero e ripresero negli anni
cinquanta del secolo scorso
Gli scettici.

Quest’ultimi ammettevano che nella tradizione letteraria giunta fino a noi ci fosse un
nucleo con una base di verità, ma ritenevano che fosse molto difficile da dimostrare,
e che fosse quasi impossibile stabilire se una determinata notizia fosse stata o meno
tramandata correttamente senza interruzione della tradizione orale, soprattutto
considerando il vuoto cronologico tra MIII secolo, epoca in cui la tradizione colloca
la fondazione di Roma, e il IV secolo quando questa tradizione si formò.
L’analisi critica della tradizione.

E ovvio che nel corso dei secoli, la tradizione orale è stata modificata, amp iata e
renterprelata per vari scopi, e lo stesso Mommsen affermava che era fondamentale
analizzare i vari aspetti della tradizione: la tomazione is stratificzone e i possibili
contizonameni politoj, sociali, reigsie letcar.
Peraltro le informazioni certe, ricavate dagli scavi fino a quel momento, avevano
sempre smentito la tradizione. Secondo i dati archeologici, infatti, nell’EtA del
Bronzo e del Feno, nella zona dei colfi Albani non è mai esistita una città chiamata
Ala Longo, e la città di lavintom, che Bnea avrebbe fondato nel Xll secolo, in realtà
non era molto più antica di Roma
Archeologi e letterati.
Con la ripresa delle ricerche archeologiche, si pose il problema del confronto dei dati
archeologici con quelli letterari e la discussione si focalizzò intorno a due posizioni
antitetiche, una sostenuta da coloro che ritenevano possibile un incrocio delle due
fonti, come A. Carandin e A. Grandazza i quali affermavano che i dati archeologici
potessero confermare la tradizione letteraria;

l’altra da coloro che pensavano essendo univoco, potesse essere interpretato in van
modi e che fra tutte le interpretazioni possibili si tendesse a prediligere quella che
confermava la fonte letteraria, come
Le origini di Roma, la leggenda di Romolo e remo, i sette re
Data la mancanza di testimonianze scritte, dovuta all’incendio che ha colpito Roma
per mano dei Galli nel 390 a.C., è di 昀케 cile pronunciarsi sulle origini storiche della
città, che sono avvolte dalle leggende.
La prima leggenda è quella di Fabio Pittore, che parte dal Dio Marte e arriva poi ad
Amulio e Numitore, quindi ai gemelli. Ma questa leggenda non è l’unica.
LA LEGGENDA DI ROMOLO E REMO:
La più accreditata è quella che lega i gemelli alla 昀椀 gura di Enea, tramandata da
storici quali Tito Livio, Varrone, Plutarco in epoca Augustea, per nobilitare i natali di
Roma, che in realtà sono stati molto meno mitici di quanto il racconto ci abbia fatto
credere, ma siccome Roma era ormai diventata una potenza conquistatrice degna di
nota, era necessario fornirle un passato altrettanto glorioso.
Enea fugge da Troia insieme a suo 昀 椀 glio Ascanio, suo padre Anchise e sua
moglie Creusa e dopo varie peregrinazioni approda nel Lazio. Qui viene in contatto
con gli Aborigeni di re Latino, padre di Lavinia, promessa sposa di Turno. Enea scon
昀 椀 gge turno e dopo aver sposato la giovane fonda la città di Lavinio. Circa 30
anni dopo Ascanio, 昀 椀 glio di Enea, fonda la città di Alba Longa e dopo varie
generazioni nascono Amulio e Numitore. Numitore ha una 昀 椀 glia, Rea Silvia,
sacerdotessa di Vesta e custode del focolare sacro della reggia di Alba Longa, la
quale, unitasi con Marte, dà vita a due bambini. Amulio caccia Numitore e fa
disperdere i due gemelli, che vengono allattati da una lupa, e per questo motivo
vengono chiamati Romolo e Remo, in riferimento alle mammelle della lupa, e poi
trovati e allevati dal pastore Faustolo e sua moglie Acca Larenzia. Solo Numitore è a
conoscenza dei due bambini, procura loro di nascosto il cibo e pare venissero
condotti anche a Gabii per imparare a scrivere.
Entrambi diventano valorosi e audaci e riescono a riportare sul trono di Alba Longa il
nonno Numitore, il quale dà loro il permesso di fondare una nuova città nelle
vicinanze del Tevere, ma siccome sono gemelli, spetta agli dei, attraverso la lettura
degli auguri, scegliere quale dei due avrebbe dovuto fondare la città, darle il nome e
governarla dopo la fondazione. Remo si reca sull’Aventino, mentre Romolo sul
Palatino: Remo vede sei uccelli prima, ma Romolo ne vede il doppio dopo: fatto sta
che la vittoria va a Romolo. Ottenuta la benedizione possono avere inizio le imprese
di Romolo:
 La prima impresa: Roma sceglie il Palatino come luogo per la fondazione della
sua città: è vicino al Tevere, la sua sponda pianeggiante verso l’isola Tiberina rende
facili i traghettamenti e ai suoi piedi la ninfa Iuturna, sorella di Turno, ha fatto dono
di una sacra fonte. Per poter avviare la costruzione della città deve conquistare il
colle, quindi scaglia una lancia sul Palatino e si dice che una volta con 昀 椀 ccata
questa si sia trasformata in un albero: segno che gli dei sono d’accordo sul luogo di
fondazione. A questo punto Romolo è consapevole di non avere la sapienza su 昀케
ciente per la fondazione della città, quindi chiede aiuto agli etruschi. Il 21 aprile (del
753 a.C., secondo quello che ha detto in epoca
tarda Varrone, dies natali di Roma), Romolo esce dalla casa in cui è cresciuto sulla
cima del Palatino, il tugurium Faustoli, e si unisce ai Palilia (i pastori del Palatino
celebrano il 21 aprile i riti in onore di Pales, una divinità né maschio né femmina, per
puri 昀椀 care uomini, greggi e ovili. La festa si chiama Parilia, da parere = partorire,
perché questo è il periodo in cui

partoriscono le capre). Il tugurium viene ben presto soppiantato dalla casa romuli, 昀
椀 ancheggiata dalla dimora dei culti di Marte e di Ops (noi abbiamo conferma
dall’archeologia di questo, perché sono stati trovati fondi di capanne sul Palatino e la
più antica è datata al IX secolo a.C., di forma ovale, probabilmente il tugurium
Faustoli, soppiantata poi nella metà del VIII secolo a.C., in corrispondenza con il dies
natali della città, da due capanne più piccole, probabilmente la casa Romuli e quella
che ospita i culti di Marte e Ops). Nei pressi della sua abitazione compie un sacri 昀
椀 cio e necessita di una nuova benedizione per de 昀椀 nire il perimetro della città,
chiamata Roma quadrata perché il Palatino ha già naturalmente una forma
quadrangolare. Questo perimetro prende il nome di “pomerium”, benedice la città e
signi 昀椀 ca “dietro le mura”, che di li a poco vengono costruite”. Dà ora vita ai riti
di fondazione e poi traccia il sulcus primogenius con l’aratro, una fossa che gira
attorno alla città e che segna il percorso che le mura devono seguire, interrotto solo
nei punti in cui andavano collocale le porte. Il solco viene tracciato in senso
antiorario e una volta concluso Roma sacri 昀 椀 ca il toro e la vacca che ha
aggiogato. A questo punto inizia la costruzione delle mura vere e proprie, al termine
della quale viene compiuto un rito di fondazione: il sacri 昀椀 cio di una bambina,
sepolta con il suo corredo. L’archeologia riporta alla luce proprio questo corredo, e
decreta che sia stato deposto tra il 775 e il 750 a.C., proprio in prossimità del 753 a.C.
La fascia di cinta consacrata rappresenta l’itinerario che i Luceri percorrono durante i
Luperacalia.
Gli altri colli sono occupati da altre popolazioni, il Quirinale, ad esempio, presenta un
villaggio sabino, di guerrieri (sono stati trovati armi, elmi e un carro da guerra), in
contrapposizione con gli insediamenti pastorali del Palatino.
 La seconda impresa: Romolo la compie insieme insieme al sabino Tito Tazio,
essi istituiscono il Foro e i culti di Vesta. Tra il Palatino e il Campidoglio si trova una
valle, continuamente inondata dal Tevere e inabitabile, perfetto luogo d’incontro per
le varie comunità. L’area viene resa agibile rialzando il suolo di almeno due metri
con un riempimento di terra che risale al 750 – 700 a.C. Accanto alla piazza, ma
subito fuori dalle mura, viene eretto il santuario di Vesta, divinità del fuoco
domestico (Vulcano era la divinità del fuoco della guerra, anch’esso venerato nel
Foro nel Volcanal), dopo aver ottenuto il permesso da parte degli dei, sempre
attraverso i segni. Romolo ottiene anche l’autorizzazione per poter
costruire in quel luogo la casa del re con i culti di Marte, Ops e dei Lari e la dimora
delle vestali. Il re di Roma scende dalla cima del Palatino, dove si trovava la sua
prima casa, per vivere nella zona bassa. Vesta era il focolare di tutti e le vestali
avevano il compito di accudire il focolare e fare in modo che non si spegnesse mai.
Come per le mura anche qui viene trovata traccia di un sacri 昀 椀 cio umano: una
bambina con il suo corredo funebre. La dimora regia cambia nel corso dei secoli e
intorno al 650 -600 a.C. viene ricostruita e al 600 a.C. risale l’ultimo sacri 昀椀 cio.
Nel VI secolo a.C. questo luogo cambia completamente perché i Tarquini erano re
più laici, che scelsero di vivere fuori dal tempio di Vesta, ma nelle vicinanze, appena
fuori del muro di limite del santuario, presso una delle porte della cinta romulea.
Questa casa presenta un passaggio segreto sotterraneo che collega la casa con il
santuario di Vesta: si tratta probabilmente della casa dei Tarquini. Creazione del
Tempio di Giove Feretrio sul Campidoglio.
 La terza impresa: di Romolo riguarda l’abitato dei Quiriti. Viene riordinato il
tempo e istituito un calendario della durata di dieci mesi, legato alla gravidanza della
donna; viene riordinato lo spazio, diviso in rioni, 27 presenti prima di Romolo, ai
quali ne aggiunge altri 3, per un totale di 30; vengono riordinati gli uomini,
organizzati in 3 tribù: Ramnes, Tities e Luceres (Latini, Sabini ed Etruschi).
A questo punto avviene la violazione da parte di Remo, che con un atto sacrilego
scavalca le mura costruite da suo fratello, venendo quindi punito con la morte. Questo
è il primo atto di difesa della città di Roma.
Romolo regna circa 40 anni, poi viene assunto in cielo dopo una tempesta per
apparire a Proculo Iulio, antico compagno d’armi e primo rappresentante della Gens
Giulia. Proprio in quell’occasione Romolo gli rivela il futuro glorioso di Roma e
chiede di essere venerato sul monte Quirinale con il nome di Quirino.
Non si sa se Romolo sia esistito realmente, per alcuni è una 昀椀 gura inventata, nata
dall’identi 昀 椀 cazione posteriore con il dio Quirino per costruire un fondatore
mitico come quello greco. È possibile comunque che Romolo sia esistito realmente e
sia stato il capo di alcune bande in migrazione provenienti dal Lazio. Per altri la sua
昀椀 gura è semplicemente stata rivestita di signi 昀椀 cati mitologici.
Per gli storici moderni Roma non sarebbe stata fondata né da Romolo, né in un
giorno preciso, perché nulla nasce dal nulla, ma si sarebbe formata gradualmente, in
un arco di tempo lungo. Roma avrebbe dunque origini molto meno affascinanti di
quanto narrano le leggende, nate proprio per nobilitare un inizio primitivo e oscuro.
A Romolo segue Numa Pompilio, fondatore delle istituzioni religiose, introduce il
culto di Giano e i primi collegi sacerdotali (ponte 昀椀 ci, auguri, aruspici e vestali).
Riforma anche il calendario di Romolo, dividendo l’anno lunare in 12 mesi di 355
giorni.
Tullo Ostilio conquista Alba Longa.
Anco Marzio promuove le prime mura della città, il primo ponte sul Tevere e fonda
la colonia di Ostia. Questi quattro re alternano latini e sabini.
I TRE RE ETRUSCHI
Gli Etruschi sono giunti lungo le rive del Tevere a metà del 600 a.C., stabilendosi nel
Vicus Tuscus, ai piedi del Palatino, al loro presenza è dimostrata dal ritrovamento di
numerosi vasi di bucchero e di iscrizioni in lingua etrusca. Nel VI secolo a.C. (600 –
500 a.C.) inizia una nuova dinastia regia, composto da Tarquinio Prisco, Servio
Tullio e Tarquinio il Superbo. La presenza etrusca è dunque certa e lo dimostrano:
 Moltissimi vasi di bucchero;
Ma gli Etruschi hanno introdotto importanti innovazioni soprattutto in ambito urbano
e proprio al VI secolo si colloca la vera e propria “fondazione” della città.
A Tarquinio Prisco si attribuisce la boni 昀椀 ca delle aree acquitrinose, e quindi la
palude pontina. A Roma si veri 昀椀 ca il prosciugamento e quindi la pavimentazione
della valle del Foro. La costruzione della Cloaca Massima;
A Servio Tullio si deve l’introduzione di nuove tecniche di costruzione in pietra, che
hanno permesso la creazione di una cinta muraria. Sono in realtà due le cinte murarie
che si succedono: la prima databile al VI secolo, che viene parzialmente distrutta in
occasione della presa di Roma da parte dei Galli del 390 a.C., che viene poi
ricostruita, dando vita ad una nuova cinta muraria intorno al 378 a.C. Appaiono anche
nuovi templi in pietra (che sostituiscono quelli costruiti in legno). Servio Tullio ha
anche organizzato la città di Roma: al posto delle tre tribù di carattere etnico,
Ramens, Tities e Lucres, vengono create le tribù territoriali e i cittadini vengono
ripartiti in base al loro domicilio:
 4 tribù urbane;
 10 tribù rustiche distribuite nell’ager Romanus, che vanno aumentando il loro
numero con le conquiste nel corso del tempo.
Tutti i cittadini vengono attribuiti ad una tribù, dove vengono domiciliati e devono
pagare le loro imposte.
Se prima le tribù romane erano organizzate in curie, con Servio Tullio si inserisce un
nuovo sistema basato su ricchezze e domicilio, implicante un census, cioè un
censimento di tutti i cittadini presenti sul territorio e dei loro beni. Vengono distinte 5
classi di cittadini:
 Classe 1  capitale di almeno 100.000 assi;
 Classe 2  capitale di almeno 75.000 assi;
 Classe 3  capitale di almeno 50.000 assi;
 Classe 4  capitale di almeno 25.000 assi;
 Classe 5  capitale di almeno 11.000 assi.
Nascono così anche i comizi centuriati e una nuova organizzazione militare:
Ogni classe di cittadini è divisa in centurie (gruppi di 100 uomini), di cui metà deve
servire nell’esercito come effettivi (17 – 46 anni), l’altra metà nella riserva (47 – 60
anni); armamento e vettovagliamento a loro carico. Sono esclusi dal servizio militare
coloro che hanno un censo inferiore a 11.000 assi (detti capite censi, cioè posseggono
solo la loro testa) e gli schiavi, i liberti, i cittadini privati dei diritti civili. Il servizio
militare è un diritto e un dovere dei cittadini attivi e i diritti e doveri variano in base
alla ricchezza. Si ottengono così 193 centurie.
Tarquinio il superbo sale al potere con la forza, contrastando la volontà dei patres e
facendo leva sull’appoggio del popolo, avvicinandosi molto alla 昀 椀 gura di un
“tiranno”, sul modello greco. Impedendo anche la sepoltura di Servio Tullio
commette una grande offesa e un sacrilegio. In seguito altri sui comportamenti hanno
accentuato il suo accostamento alla 昀 椀 gura del “tiranno” e vengono denunciati
come atti tirannici:
 La creazione di una guardia del corpo armata;
 L’odio nei confronti dell’aristocrazia e il disprezzo del pubblico;
 Il desiderio di stringere legami con altre famiglie, anche straniere;

 La volontà di accrescere lo splendore della città con una politica di grandi


lavori che gli permettono anche di legarsi al popolino bisognoso.
La violenza nei confronti di Lucrezia da parte di suo 昀 椀 glio avrebbe spinto gli
aristocratici a rivoltarsi, guidati da Lucio Giunio Bruto.
In realtà la 昀椀 gura di Bruto è costruita e la 昀椀 ne della dominazione etrusca è
stata determinata da un movimento di popoli italici e interni alle colonie della Magna
Grecia. La partenza di Tarquinio è dovuta all’intervento del re di Chiusi, Porsenna.
La nascita della Repubblica si deve ad una ribellione del patriziato di Roma contro
una dominazione straniera.
Etruschi:
è una civiltà urbana, in un’Italia di villaggi l’etruria conosce la città, con una cinta
muraria, porte e templi in pietra, è una federazione di 12 città stato, la dodecapoli,
con i suoi magistrati, che in caso di di 昀케 coltà si a 昀케 dano ad un mastarna, un
dittatore. All’inizio governati da Re, detti lucumoni, vengono poi sostituiti da dei
magistrati detti zilath, che fa pensare ad un passaggio monarchiaà-repubblica, come
quello che interessa Roma. Gli etruschi sono una civiltà evoluta in un’italia primitiva
gli etruschi sono una società evoluta, che conosce il dreaggio, l’irrigazione, ha un
artigianato di qualità. La loro religione è rivelata tramite i profeti, il più importante è
Tagete, ed è una religione dei libri e non di un libro solo. La loro arte è
particolarmente avanzata ed in 昀 氀 uenzata dall’ellenismo, come dimostrano le
sculture a tutto tondo, le pitture tombali, specialmente quelle di Tarquinia, le
ceramiche.
509 a.C. -< nascita della repubblica
Lucio Giunio Bruto fonda la Repubblica cacciando i Tarquini da Roma dopo l’offesa
rivolta nei confronti di Lucrezia, membro della sua famiglia (Sesto Tarquinio, 昀椀
glio di Tarquinio il Superbo si invaghisce di lei, moglie di Collatino e la violenta. La
fanciulla, dopo aver avvertito suo padre e suo marito, si toglie la vita pugnalandosi al
cuore.
In realtà il passaggio dalla monarchia alla repubblica non interessa solo Roma, ma nel
corso del VI secolo a.C. anche città del Lazio, dell’Etruria e dell’area osco-umbra,
dove il rex viene sostituito da uno o più magistrati. A Roma, eliminato il monarca,

esercita il potere il Praetor maximus, forse proprio Orazio Pulvillo, che ha dedicato il
tempio sul Campidoglio a Giove Capitolino.
La cacciata degli Etruschi non ha comunque reso Roma sicura rispetto ai popoli con
昀 椀 nanti. Tutto il V secolo a.C. è caratterizzato da una serie di guerre per il
consolidamento del territorio.

508 a.c. -< assedio di Porsenna


Tarquinio il Superbo, dopo esser stato cacciato da Roma, chiede aiuto a Lars
Porsenna, lucumone di Chiusi. Egli occupa il Gianicolo e Roma, ma viene respinto da
una serie di episodi di valore romano. Il ponte Sublicio viene difeso da Orazio
Coclite, che ordina ai suoi compagni la distruzione del ponte, mentre egli resiste da
solo all’assalto dei nemici e Muzio Scevola che si brucia la mano destra per aver
mancato l’uccisione del lucumone di Chiusi.
496 a.C. -< la battaglia del lago Regillo
PREMESSA:
Nel 498 a.C. viene formata la Lega Latina, un’alleanza delle città latine.
496 a.C.  avviene lo scontro. Roma consapevole della minaccia, nomina Aulo
Postumio dittatore e recluta fanti e cavalieri. Solo una parte dell’esercito viene
schierata in battaglia, quando i Tarquini notano l’esiguo numero dei Romani
avanzano, ma Postumio fa arrivare anche la parte restante dell’esercito da Roma. La
battaglia infuria e i Romani riescono ad
avere la meglio solo quando il comandante ordina ai cavalieri di scendere da cavallo
e combattere accanto ai fanti. I Latini vengono scon 昀 椀 tti anche grazie
all’intervento dei Dioscuri, Castore e Polluce, per i quali Postumio fa costruire
un tempio.
493 a.C.  i Latini sottoscrivono con Roma un trattato di pace, il Foedus Cassianum,
dal nome del console che lo 昀椀 rma: Spurio Cassio. All’interno del trattato Romani
e Latini promettono di non entrare in guerra gli uni contro gli altri, promettono di
intervento in caso di attacco, di dividere il bottino in parti uguali, di risolvere i
dissensi in via diplomatica e l’impossibilità di modi 昀 椀 care le clausole senza
l’accordo unanime. Grazie a Cicerone sappiamo che il Foedus Cassianum viene
riprodotto su una colonna bronzea presso i rostri.
Poco dopo aderiscono anche gli Ernici, per difendersi da Equi e Volsci.

494 - 445 a.C. -< le di 昀케 coltà interne a Roma e la secessione della plebe
Dopo la cacciata dei Tarquini da Roma i patrizi si sono assicurati svariati privilegi e
hanno creato un’élite da cui hanno escluso i plebei (piccoli proprietari terrieri,
artigiani e commercianti che abitano l’Aventino, dove si trova l’emporium, e che
sono esclusi dall’ingresso in Senato, consentito solo dai gradi consolari). La plebe si
trova in gravi condizioni a causa di cattivi raccolti e carestie, debiti, un rallentamento
dell’attività economica. Esaminando i Fasti si sa che tra il 509 e il 486 a.C.ci sono 12
consoli plebei (uno dei quali è Spurio Cassio), questo probabilmente anche perché nel
494 a.C. si veri 昀 椀 ca la secessione della plebe: i plebei ri 昀 椀 utano in massa
l’arruolamento nell’esercito e si ritirano sull’Aventino. Il patriziato corre un pericolo
perché viene privato dei lavoratori manuali, ma anche lo Stato rischia la formazione
di un’alleanza con i nemici di Roma, siccome molti plebei sono di origine straniera.
La crisi viene superata grazie all’intervento di Menenio Agrippa, che favorisce un
accordo: i plebei possono nominare ogni anno due magistrati (poi diventeranno
quattro), i tribuni della plebe, provvisti di diritto di veto alle decisioni dei consoli
qualora queste siano lesive per la plebe
493 - 444 a.C. -< assedio e conquista di Corioli
493 a.C.  viene conquistata Corioli dopo un breve assedio, grazie al valore di Gneo
Marcio, detto Coriolano. Gli abitanti di Corioli, durante l’assedio, vengono a sapere
che i Volsci di Anzio stanno accorrendo in aiuto con una numerosissima armata,
quindi aprono le porte della città per lanciarsi sui Romani, che li respingono e
appro 昀椀 ttano della città aperta per irrompere e saccheggiarla.
Poco tempo prima a Roma si è veri 昀椀 cata la secessione della plebe sull’Aventino
e il mancato raccolto ha rincarato il prezzo del grano e la necessità, dunque, di
importarlo.
491 a.C.  Coriolano si oppone alla diminuzione del prezzo del grano alla plebe, che
lo prende in odio, viene citato in giudizio, ma sceglie di andare in esilio presso i
Volsci, dove trama per portarli a scontrarsi nuovamente con Roma.
489 a.C.  riesce anche a riconquistare Corioli e arriva quasi a Roma, pronto a
combattere contro la sua stessa patria, ma vinto dalle suppliche di sua madre e sua
moglie ritira l’esercito. Egli, dopo Tarquinio il Superbo, è il secondo cittadino
romano a porsi contro la sua patria.

I Fasti dicono ancora che dal 485 al 470 a.C. nessun plebeo riesce ad accedere al
consolato, probabilmente perchè si veri 昀椀 ca in questo periodo una serrata patrizia,
infatti dal 471 a.C. la plebe inizia ad organizzarsi in assemblee popolari, chiamate
concilia plebis (*), convocate dai tribuni, che iniziano a prendere decisioni in
autonomia.

Dal 470 al 461 a.C. solo un plebeo riesce ad arrivare al consolato, probabilmente in
seguito a lotte interne: alla 昀椀 ne di questo periodo il tribuno in carica

chiede esplicitamente delle leggi scritte che 昀椀 ssino i limiti del potere consolare e
il patriziato è costretto a cedere.
Tra il 451 e il 450 a.C. non vengono eletti né consoli, né tribuni e si forma un collegio
di dieci magistrati straordinari, eletti, che si dedicano alla redazione di un codice di
leggi, le Leggi delle XII tavole, fonte di tutto il diritto pubblico e privato, per
assicurare l’uguaglianza dei diritti tra tutti i cittadini.
Vengono sottoposte ai comizi centuriati e sono le prime leggi votate – Lex rogata-
riportate su 12 tavole di bronzo, a 昀케 sse nel Foro e imparate a memoria dai giovani
romani per quattro secoli. Esse 昀椀 ssano:
 I diritti privati dei cittadini, come la proprietà e la famiglia;
 La relazione tra cittadini e giustizia;
 Lo statuto del cittadino: si distingue tra ricchi (assidui) e poveri (proletarii) e si
vieta il matrimonio tra patrizi e plebei.
Nel 449 a.C., con la salita al potere dei consoli Valerio e Orazio, si votano tre leggi,
dette Leggi Valeriae-Horatiae, che trasformano la costituzione romana in patrizio-
plebea:
 Si riconosce e conferma l’inviolabilità dei tribuni, chiunque li colpisca viene
maledetto;
 Si riconosce l’autorità delle decisioni prese dai concilia plebis;
 I patrizi rinunciano alla sovranità consolare, non si può creare nessuna nuova
magistratura senza appellarsi al popolo.

Nel 449 a.C., con la salita al potere dei consoli Valerio e Orazio, si votano tre leggi,
dette Leggi Valeriae-Horatiae, che trasformano la costituzione romana in patrizio-
plebea:

 Si riconosce e conferma l’inviolabilità dei tribuni, chiunque li colpisca viene


maledetto;
 Si riconosce l’autorità delle decisioni prese dai concilia plebis;
 I patrizi rinunciano alla sovranità consolare, non si può creare nessuna nuova
magistratura senza appellarsi al popolo.
I tribuni possono bloccare una decisione dei consoli se la giudicano contraria agli
interessi della plebe, solo il dittatore può sfuggire all’ intercessio tribunizia. Le leggi
Valeriae-Horatiae riconoscono le conquiste della plebe.
Continua comunque a non essere regolamentato l’accesso della plebe al consolato:
nulla lo impedisce e nulla lo autorizza. Il patriziato vuole mantenere il monopolio e la
plebe si muove per spezzare questo monopolio.
445 a.C.  viene varata la Lex Canuleia, che abolisce il divieto di nozze tra patrizi e
plebei, codi 昀椀 cato poco tempo prima dalle Leggi delle XII tavole.
I con 昀氀 itti tra patrizi e plebei per l’accesso di questi ultimi al consolato durano 昀
椀 no al
367 a.C., anno del compromesso Licinio-Sestio.

444 a.C.  Roma ingloba Corioli

438-435 a.C. -< presa di Fidene


La città si ribella a Roma con l’aiuto dei Veienti e dei Volsci, ma viene presa e
distrutta nel 435 a.C.
398 – 390 a.c. -< roma contro volsini 398 a.C.  iniziano le rivalità tra Roma e
Volsinii, che fa parte della dodecapoli, la lega delle 12 città etrusche

392 a.C.  Roma respinge un’incursione dei Volsinesi 390 a.C.  i Romani
interrompono le ostilità perché vengono scon 昀椀 tti dai Galli sul 昀椀 ume Allia.

396 -< presa di Veio


I Veienti si ribellano, Roma manda Furio Camillo come dittatore che li vince in
battaglia e occupa la città. Egli fa un voto ad Apollo Pitico e alla Giunone Regina,
consacrandole una decima parte del bottino: a causa di una sbagliata spartizione del
premio viene esiliato.

390 a.C. -< prima invasione gallica


PREMESSA:
Nel VI secolo a.C. la popolazione frammentata dei Galli si sposta verso la parte ovest
dell’Europa si stabiliscono:
 Insubri in Lombardia;
 Cenoni a Brescia e a Verona;
 Boi in Emilia;
 Senoni tra Rimini ed Ancona.
I Galli Senoni calano su Roma, i Romani tentano di bloccare la strada ai Galli ad
Allia, ma vengono scon 昀 椀 tti. I Galli, di fronte a quella miracolosa vittoria,
rimangono sbigottiti, seguono gli ultimi superstiti Romani 昀 椀 no alla città, dove
sono rimasti pochi rientrati, perché la maggior parte si trova a Volsinii. I Romani
assediati sono esausti e si arriva ad un accordo tra il tribuno militare e il principe
dei Galli Brenno per il pagamento di 1.000 libbre d’oro. Al patto si aggiunge
l’oltraggio: dai Galli vengono portati pesi falsi e siccome il tribuno protesta, uno dei
nemici aggiunge ai pesi la sua spada, con la frase “guai ai vinti”. Roma viene data
alle 昀 椀 amme e si perdono totalmente le testimonianze scritte 昀 椀 no a quel
momento. Furio Camillo, che vive esiliato in una città vicina, porta il suo aiuto e
scon 昀椀 gge i Galli, inseguendoli ne fa strage, recuperando oro e insegne militari
conquistate e nominato nuovo Romolo.

367 a.C. -< leggi liciniae sextiae


Che risolvono:
 Il problema dei debiti con una legislazione contro l’usura;
 La questione agraria limitando l’estensione del possesso di terreni dell’ager
publicus;
 Il problema dell’accesso al consolato. Uno dei due consoli può essere plebeo.
Per la prima volta l’accesso della plebe alla magistratura è codi 昀椀 cato.

358 - 354 a.C. -< seconda invasione gallica


Furio Camillo ferma nuovamente i Galli ai con 昀 椀 ni con l’Etruria. I Celti Boi
prendono Felsina, chiamandola Bononia (Bologna).

347 a.C. -< terza invasione gallica


343 - 341 a.c. -< prima guerra sannitica
Roma si trova ora a contatto con i Sanniti, che dal V secolo hanno formato uno stato
campano. Nel 343 a.C. Capua, città della Magna Grecia, viene posta sotto assedio dai
Sanniti e chiede protezione a Roma. Il Senato dichiara inizialmente la non
belligeranza in virtù di un trattato stipulato con i Sanniti (nel 354 a.C.), ma quando
Capua si consegna direttamente nelle mani romane, la città deve intervenire. Il Senato
romano nomina due consoli per dirigere la guerra: in Campania Valerio Corvo e nel
Sannio Cornelio Cosso, il quale rimane impantanato nel Sannio e ottiene l’aiuto del
tribuno militare Decio Mure.
341 a.C.  i Romani vincono nella Battaglia di Suessela.
Nello schieramento sannitico combatte la Legio Linteata, una legione d’èlite
sannitica, con armature d’oro e d’argento.
332 a.C. -< quarta invasione gallica
Roma, padrona del Lazio, impone una pace di 30 anni.

326 – 304 a.c. -< seconda guerra sannitica


PREMESSA:
328 a.C.  i Romani fondano a Fregellae, sulla riva orientale del 昀椀 ume Liri, che
sancisce la divisione tra Sanniti e Romani, considerato dai Sanniti propria zona di in
昀氀 uenza, una colonia.

327 a.C.  scoppia un con 昀氀 itto a Napoli: la parte osca della città si trova con i
Sanniti, quella greca con i Romani. Napoli chiede aiuto a Roma, che accorre.
321 a.C.  La prima parte della guerra è favorevole ai Sanniti. Mentre l’esercito
romano si sposta da Capua a Benevento, alcune spie sannite travestite da pastori lo
indirizza verso una gola montuosa, dove vengono intrappolati. Alla 昀椀 ne i Sanniti
lasciano andare i Romani, ma imponendo loro la subjugatio, il passaggio sotto il
giogo: due lance con 昀椀 tte a terra, una

sospesa orizzontalmente e lo scon 昀椀 tto nudo deve passarvi sotto, inchinandosi, in


presenza dell’esercito nemico. Il Senato consegna le colonie di Fregellae e Cales (昀
椀 no al 316 a.C.) I Sanniti coniano anche una moneta ra 昀케 gurante il toro sannita
che sovrasta la lupa romana.
320 a.C.  gli scontri riprendono
304 a.C.  i Romani riescono a scon 昀椀 ggere i Sanniti e ad imporre loro il Foedus
Aequum, annettendo il territorio di Napoli.

298 – 290 a.C. -< terza guerra sannitica


298 a.C.  Umbri, Galli Senoni, Sanniti ed Etruschi si coalizzano contro Roma e
assediano Arezzo. Roma corre in aiuto, ma viene scon 昀 椀 tta. Il nuovo console
invia in Gallia ambasciatori per il riscatto dei prigionieri, ma questi vengono uccisi,
quindi i Romani prendono le armi.
295 a.C.  la Battaglia di Sentino pone 昀椀 ne alle ostilità con i Galli: questi ultimi
prendono alla sprovvista i Romani, lanciandosi nella mischia con carri trainati da
cavalli e spaventando i nemici, che battono in ritirata, ma il console Decio Mure (昀
椀 glio dell’omonimo vincitore nela prima guerra sannitica) compie il rito della
devotio, consacrandosi al Dio Marte e scagliandosi contro i carri, perdendo la vita. Il
gesto eroico richiama le schiere romane che riportano una vittoria e riescono a
spazzare i Galli Senoni ed inglobare il territorio con il nome di ager Gallicus.
293 a.C.  i due consoli in carica conducono parallelamente i propri eserciti contro le
popolazioni rimaste: uno punta Aquilonia, l’altro Cominium. La battaglia di
Aquilonia è durissima, ma a sera i comandanti Romani entrano vittoriosi nelle rovine
delle fortezze. Da Aquilonia, dove ha combattuto la Legio Linteata (Legione d’èlite
sannitica), alcuni superstiti si ritirano a Bovianum, dove resistono 昀 椀 no al 290
a.C., cadendo poi de 昀椀 nitivamente sotto l’attacco di Curio Dentato e
Cornelio Ru 昀椀 no.
CONSEGUENZE:
 Annessione di Capua;
 Viene sciolta la Lega latina e fondato il porto di Ostia nel 335 a.C.;
 Si crea uno stato romano-campano grazie all’intesa tra aristocrazia romana e
capuana. Il Senato romano inizia ad
accogliere le grandi famiglie campane, in particolare gli Atilii, che coinvolgeranno
Roma in una politica marittima durante la prima guerra punica;
 Si crea un contatto con le città greche della Magna Grecia;
 Arrivano i primi contatti con Cartagine.

L’ espansione di Roma alla 昀椀 ne del IV secolo


Alla 昀椀 ne della terza guerra sannitica Roma è passata da 800 km2 a 130.000 km2
di estensione. La città organizza i territori acquisiti secondo il principio del divide
et impera, cioè stipulando trattati di alleanza diversi 昀椀 cati con le varie città. Così
facendo Roma:
 bandisce la guerra dall’Italia;
 pone 昀椀 ne alla migrazione dei popoli;
 ha a disposizione il potenziale militare di tutto il territorio.
Roma crea colonie annientando la popolazione indigena, come ha fatto con Veio,
oppure occupando parte dei territori scon 昀 椀 tti, come fatto nella guerra contro i
Volsci, sul cui territorio fonda Anzio nel 338 a.C. Ma non tutti i territori Etruschi e
Volsci sono trattati allo stesso modo:
 alcune comunità sono indipendenti, ma senza diritto di voto e diritti civili,
senza esercito proprio;
 altre sono alleanze fedeli, come la parte greca di Napoli, Neapolis, ha dei
privilegi, la famiglia degli Atilii diventa una delle famiglie patrizie romane più
prestigiose, di armatori navali che traggono vantaggio dalle prospettive marine del
Mediterraneo e dalle guerre con Cartagine, perché Roma non ha una 昀氀 otta sua.
 Le città costruite dalla Lega Latina, come Albalonga godono di cittadinanza,
guarnigione militare, diritto di voto, ecc.
 Altre colonie fondate da Roma sono quelle che mette a presidio di punti
strategici, come Carife, città sannita posta in una posizione di controllo che Roma
istituisce dopo l’onta delle forche caudine.
 Le colonie latine in terra straniera sono forti 昀 椀 cate ed autorizzate ad
autodifendersi, sono i baluardi del dominio romano.
Il prestigio di Roma si esplicita anche nell’organizzazione delle opere pubbliche. Nel
351 a.C. Reggio, per mantenersi indipendente dalle minacce dei Bruzi, diventa città
federata di Roma. La Via Popilia, che va da Reggio a Capua, permette il
collegamento tra Roma e Reggio con il suo porto. Il Lapis Pollae riporta tutto
l’elenco delle città che la Via Popilia tocca.
Tra il IV e il III secolo a Roma l’economia cambia per la grande quantità di bottini di
guerra. Mentre nelle altre civiltà già dal VII secolo sono presenti monete pregiate, a
Roma la monetazione nasce tardi, dopo la seconda guerra punica e inizia con
pesanti pezzi di bronzo fuso, talvolta argento. con 昀椀 gure di animali.
A cambiare l’economia romana sono anche le grandi opere pubbliche, la costruzione
di strade che mettono in comunicazione la penisola. Ciò si deve ad Appio Claudio
Cieco, dittatore nel 290 a.C. (anno conclusivo delle guerre sannitiche), che avvia
numerose opere pubbliche e una riforma costituzionale. A lui si deve l’acquedotto
Appio, il Tempio di Bellona e l’Appia Antica, da Roma a Brindisi (320 – 190 a.C.).
Dal punto di vista costituzionale permette ad ogni cittadino romano di iscriversi
liberamente alle tribù; apre il Senato ai cittadini di bassa estrazione sociale e 昀椀 gli
di liberti. Nel 304 a.C., a cura del suo segretario, viene pubblicato il testo di
procedura civile, Ius Flavianum, e il calendario con la distinzione dei dies fasti e dies
nefasti.

Potrebbero piacerti anche