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.La storia è una necessità sociale .Non esiste una società che possa progredire senza
una conoscenza della propria storia •partoria e per una comunità umana ciò che la
memoria è •
.La storia è necessaria per costruire e riconoscere la propria identità •
.Aiuta a sviluppare la capacità critica e la sintesi •
.La storia è una conoscenza critica utile all'azione •
.La conoscenza storica aiuta ad accrescere la propria consapevolezza sulla vita
presente •
?Chi è lo storico
.Il buon storico somiglia all'orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la
sua preda •
(Marc Bloch, Apologia della storia) Lo storico è colui che indaga, ricerca, si pone
degli interrogativi continui sul tempo e le azioni •
.dell'uomo Lo storico è inevitabilmente un giudice e, in quanto tale, non può esimersi
dalla propria •
.soggettività
.L'elemento soggettivo nella storia Una storia non potrà di conseguenza essere mai
completamente obiettiva ('obiettiva' significa ‘imparziale' O “in stretto accordo con i
fatti e non influenzata da alcuna convinzione pregiudizio
.(personale: l’opposto di"obiettiva' è soggettiva Questa qualità inevitabilmente
soggettiva della storia viene spesso portata come argomento per
.criticare la storia e affermare che essa è insoddisfacente come materia di studio
L'elemento soggettivo che è stato oggetto della maggiore attenzione è quello che
viene riassunto •
dalla celebre frase dello storico inglese contemporaneo Edward Hallett Carr (1892-
1982) in ordine
.'alla storia come un "dialogo fra presente e passato Quello che si vuol dire qui è
infatti che ogni partire dalle proprie ansie e epoca tende a interpretare
.il passato a partire dalle proprie ansie e dai propri pregiudizi
15/03/22
!L'eternità non compete allo storico
.Non esiste il "giudizio assoluto" valido per sempre
?Come interpretare per esempio la schiavitù
?Come interpretare la pena di morte Uno storico dovrà per comprendere idee,
fenomeni, eccetera inserirli nei contesti che li hanno
prodotti
Lo storico e l'immaginazione
Viene chiamata anche perspicacia; è una facoltà essenziale dello storico e uno degli
elementi •
essenziali, accanto al rigore erudito, della fecondità della ricerca storica. Si parla in
questo caso più volte di immaginazione nel senso della capacità di formulare ipotesi
interpretative sul passato e
.trovare nessi
(Tucidide e le cause della guerra del Peloponneso (1, 23, 6 Sono convinto che la
motivazione piu autentica, quella però che meno traspariva dai discorsi • ufficiali,
fosse la formidabile potenza conseguita da Atene e l'apprensione che ne derivava per
.Sparta: e la guerra fu inevitabile
(L'ipotesi (o tesi
Uno storico non deve limitarsi ad accumulare fatti e idee, ma deve avere una tesi da
dimostrare, •
.cioè deve proporre una risposta alla domanda che ha dato origine alla ricerca
Ogni elemento deve essere funzionale alla dimostrazione dell'ipotesi di partenza,
evitando le •
digressioni
elementi dipendono a loro volta dal genere di pesci che si intendono acchiappare. In
complesso lo storico si impadronisce del tipo di fatti che ha deciso di cercare. La
storia essenzialmente
.interpretazione
Il principale storico romano Tito Livio, interrogandosi sulla Fondazione di Roma nel
primo libro dell’Ab Urbe Condita, la sanguinosa cronaca della Fondazione di Roma,
sostiene che si arrivi alla Fondazione della città e della decisione di chi debba
governarla sulla base delle volontà degli Dei. Lo scontro fu tra, due gemelli.
Si dice che a Remo per primo apparvero come segno augurale sei avvoltoi e poiché
quando ormai l’augurio era stato annunciato se ne erano mostrati a Romolo il doppio.
Ciò produsse uno scontro tra i fratelli ma le rispettive schiere li avevano acclamati re.
Entrambi pretendevano di avere diritto al Regno, per la priorità nel tempo, gli altri
invece per il numero degli uccelli. Scontratisi verbalmente, dalla foga della
discussione furono spinti alla strage, fu allora che Remo cadde colpito nella mischia.
Livio sarà estremamente onesto con i suoi lettori, ammetterà la mancanza di fonti
certe riguardo i fatti narrati e da ciò sorge ad una domanda. Come mai la leggenda di
Romolo e Remo è così diffusa e conosciuta e Livio stesso se ne occupa nonostante sia
poco attendibile dal punto di vista storico? Ciò ci fa comprendere che, conoscere le
proprie origini sia un bisogno di ogni individuo e di ogni comunità. Ma causa della
mancanza di fonti i romani decisero di proporre una leggenda che rispondesse a
questi quesiti…. il compito degli storici contemporanei è perciò la decodificazione
del messaggio espresso (in forma leggendaria) del racconto di Romolo e Remo,
poiché ciò consente di entrare nel mondo degli uomini del periodo e di comprendere
il loro modo di ragionare e vivere.
Romolo si è macchiato come prima azione di un omicidio, ma non uno qualunque, un
fratricidio; è diffusa la tradizione che Remo in atto di scherno nei confronti del
fratello abbia varcato con un salto le nuove mura e per questo sia stato ucciso da
Romolo infuriato il quale inventò anche a parole avrebbe aggiunto “ così d’ora in poi
perisca chiunque altro varcherà le mie mura” pertanto Romolo ebbe….
Il termine Fondazione può essere ingannevole poiché implica che la città di Roma
non esistesse prima di questo evento ma chiaramente il territorio geografico esisteva
ed era già abitato.
Ercole il legame fra le due città
Anche Ercole è presente dei racconti mitici pertinenti alla Fondazione di Roma, ma
il suo ruolo, non è quello del fondatore né del solito dell’eroe culturale civilizzatore.
Nel famoso racconto dell’uccisione di caco e del recupero dei buoi di Gerione,
Evandro, dopo aver riconosciuto l’eroe semidivino, rammenta la profezia di sua
madre Carmenta, riguardo la dedica di un’ara ad Ercole che un giorno i romani
avrebbero chiamata Massima.
Nel mito della Fondazione di Roma, è narrato che uno dei vertici dei quattro angoli
del pomerio romuleo, fosse proprio l’Ara Massima; non solo. La tradizione vuole che
dopo aver fortificato la sua città, Romolo abbia offerto sacrifici agli dèi secondo il
rito Albano ad Ercolano e seguendo il mito greco sostituito da Evandro. Ne consegue
che l’eroe laticlavio svolse idealmente la funzione di collegare nel tempo la
Fondazione di due città diverse sorti dello stesso sito e fu il ponte che unì due
fondatori Evandro e Romolo interpreti di due azioni simili ridotte nel tempo che
portarono alla conservazione di uno spazio urbano e quindi….
In conclusione l’articolato sistema di mito delle origini costituito da una successione
di fondazioni che individuano in tempi diversi uno stesso spazio sacro testimonia
nella concezione culturale dell’unico secondi romani l’ineluttabilità della nascita e
della futura grandezza di Roma. Per cui il “mito dell’origini” nacque presso i romani
per spiegare la futura grandezza di Roma, considerato come un segno ineluttabile e
voluto dal fato. Il mito della Fondazione della città nasce in un momento particolare
della storia di Roma, siamo in un momento in cui quest’ultima è già riuscita ad
imporsi come una grandezza nel Lazio e nell’Italia centrale, IV secolo a.C., a ciò
seguì un confronto con altre popolazioni, altri modelli di società che avevano fatto
del mito dell’origini un aspetto fondamentale della propria identità.
I miti riguardo la fondazione di Roma, sono volti a rafforzare il rapporto della
sacralità e la centralità del sito che ospiterà la capitale del mondo. Alcuni sono
il mito di fondazione degli dei dell’età dell’oro
il mito della Fondazione di una città sul palatino ad opera di Evandro
il mito storico mitologico del pomerio romuleo
sei il mito è il prodotto della cultura religiosa di un popolo allora serve a fondare,
ovvero il Mondo, per i Romani e il mito servì a fornire dettagli importanti su quel
divenire storico che ha poi condotto alla Fondazione vera e propria della città di
Roma. Esso non è una favola ma ha un forte valore identitario spesso mi tirò uno
strumento adoperato dal potere per creare consenso ed un senso di comunità.
Roma due pilastri Moss Maiorum e pax deorum.
Anche Ercole presente nei racconti mi dici che riguarda la storiografia positivista
storici moderni ritiene che il mito vada rigettato in quanto non attendibile e non
affidabile dal punto di vista storic.
All’inizio del XIX secolo Niebuhr, padre di tutti gli storici contemporanei, svolse
una critica delle fonti letterarie facendo ricorso all’analogia storica. Egli ritiene che
sebbene il mito non corrisponda alla realtà vada comunque analizzato, indagato in
quanto espressione di valori e mentalità del periodo a cui esso risale ed essenziale
strumento adoperato dal potere.
Il racconto tradizionale ha scarsa credibilità storica Livio vissuto molti secoli dopo
l’evento inventa sulla base della verosimiglianza e delle istituzioni posteriori?...
L’opinione degli studiosi moderni Roma non è stata creata in un giorno ma è il
risultato di un lento processo di fusione dei villaggi che sorgevano sui 7 Colli un
processo che troverebbe compimento proprio alla metà dell’ottavo secolo in una
data vicina a quella tradizionale per la Fondazione di Roma 753 A.C.
Il dato archeologico: i rinvenimenti di antichissime capanne nell’area in cui sorgerà
Roma, il muro di Romolo ritrovato da Carandini e dalla sua squadra
nell'avvallamento tra il colle Palatino e il colle Velia.
Le prime leggende vengono messe per iscritte nel III secolo a.C.
il periodo dell’espansione del Mediterraneo il
opere storiche per noi perdute come gli analisti Fabio Pittore, Marco Porcio
Catone, il censore
tradizione familiare orale
documenti d’archivio annales pontilificum, raccolte pubblicate nel 130 a.C.
ma non comprendono l’età regia.
Quinto Fabio detto Pittorino, romano figlio di Caio riferì nella sua storia dell’arrivo
di Eracle in Italia e di Lanoio: molto più tardi ti furono Romolo e Remo e la
Fondazione di Roma da parte di Romolo che per primo vi corre
Il primo storico latino
Il primo autore latino a scrivere un’opera su Roma e raccontare la storia di Romolo e
Remo fu Fabio Pittore intorno al 200 a.C. e le sue fonti furono il Timeo vissuto un
secolo prima, e gli annales pontificum che i pontefici iniziano a redigere solo nel V
secolo inoltrato. Secondo lo storico la leggenda dei gemelli allattati da una Lupa è
una leggenda greca antiromana risalente al periodo dell’espansione di Roma in Italia
meridionale poiché insiste su alcuni particolari disonorevoli della tradizione.
Secondo queste versioni infatti la nutrice che alleva i gemelli è una meretrice la
nascita della Lupa è legata ad un fratricidio cioè Romolo uccide remo e i romani per
assicurarsi una discendenza rubano moglie e figli ai sabini, ratto delle Sabine, e per
accrescere la popolazione danno asilo ad assassini schiavi fuggiti ladri e briganti
certo che tra la fine del quarto inizio del terzo secolo a.C. la leggenda dei gemelli
esisteva ed era accettata da Roma da Livio sappiamo che le 296 a.C. alcuni edili di
origine plebea dedicarono una statua di bronzo ai gemelli lo stesso anno gli edili
curuli gneo e quinto o Giu il mio citarono in giudizio alcuni usurai condannati poi
alla confisca da parte del patrimonio col denaro che le casse dello Stato ricavarono
furono costruite le porte di bronzo al tempio di Giove capitolino la statua dei gemelli
fondatori di Roma sotto le mammelle della Lupa le rappresentazioni di questa statua
ricorrevano anche sulle monete….
La teoria di Peter Wiseman
Lo storico Peter Wissman suppose che, lo sdoppiamento del fondatore in una coppia
di gemelli simboleggiasse la parità tra patrizia e plebei, raggiunta nel 367 a.C. grazie
alle leggi Lucianae-Sextae, con lo scopo di radicare nel passato le rivendicazioni dei
plebei. Questa teoria non è dimostrabile, ma allo stesso tempo non può essere
smentita concretamente. La più antica testimonianza conservata della leggenda si
trova su uno specchio fabbricato a Preneste, trovato a Bolsena dosabile 350 a.C. e il
325 a.C. anni decisivi che porteranno all’ascesa della plebe.
Riguardo le raffigurazioni presenti su questo specchio si è accesa una forte polemica
tra lo storico Wiseman e l’archeologo Carandini.
Secondo lo storico britannico questo specchio rappresenta la premessa della leggenda
dei gemelli e non la leggenda stessa. i due gemelli non sono Romolo e Remo ma due
divinità minori lares praesties, dei tutelari, di cui parla il poeta Ovidio nei fasti.
Secondo la leggenda le due divinità erano state generate da una ninfa del palatino e
dal Dio mercurio. l’archeologo Carandini invece crede che i gemelli siano proprio
Romolo Remo, e a contestato la teoria di wiseman a portando varie motivazioni, tra
le quali la non attestazione dell’allattamento dei Lari da parte di un animale e
l’evidente a supremazia del gemello di destra, rappresentato con la lancia,
inspiegabile nel rapporto dei Lari. A ogni modo, anche se la giuria di wiseman
sembra più probabile, la ricostruzione del…
La leggenda troiana sulla fuga di Enea in Italia, invece, si sviluppa nel VI secolo a.C.
Già Stesicoro nel vi secolo a.C., Timeo ed Ellenico Di Lesbo nel v secolo parlarono
della venuta in Occidente di Enea. Sui vasi greci di importazione e sui vasi etruschi,
imitazione di quelli greci, ricorre spesso la rappresentazione della fuga di Enea da
Troia, è la città a cui fa riferimento probabilmente è lavinum e non Roma virgola che
comparirà in una leggenda successiva. Al contrario, eh le statuette di terracotta
ritrovate a Veio virgola che prima si riteneva fossero state prodotte dagli stessi
abitanti nel quarto secolo a.C., recentemente è stato dimostrato che sono successive
all’occupazione di Veio da parte dei Romani, e che furono prodotti da quest’ultimi
per rivendicare la loro…
Sulla base di questi nuclei leggendari, trasmessi e rielaborati tramite i carmina
convivalia e le rappresentazioni teatrai, gli storici antichi hanno cercato di ricostruire
le origini di Roma, aggiungendo molti particolari e dati spesso folkloristici, presenti
in tutte le civiltà del mondo antico, come l’esposizione del neonato e il salvataggio da
parte di una fiera che lo nutre. Sicuramente la loro narrazione è stata profondamente
influenzata dalla storiografia greca, dalla contrapposizione tirannide/libertà
(Tarquinio d) Superbo sarà descritto con aggettivi tipici dei tiranni) e dal modello
della (ktisis), cioè della fondazione dal nulla da parte di un eroe, per togliere
dall’oscurità le origini di una città impartante.
La selezione degli antichi.
Gli stone antebi non hanne udlizzato njt i dao dh cu disponevane, ma hanno escluso
dalla tradizione letteraria molti dati, giunti fino a noi attraverso altre fonti, scegliendo
solo i dati funzionali alla ricostruzione storica, tesa a enfatizzare la continua e
inarrestabile ascesa di Rome. La storia leggendaria riguardo le origini di Rome per
molti secoli fu accettata in modo del tutto acritico, e gli storici antichi non vennero
mai
Messi in discussione.
Il contributo dell’archeologia.
Dopo l’unità d’Italia furono effettuati i primi scavi, condotti dall’archeologo
Giacomo Fon, nell’area del Foro romano e sul Palatino, e i ritrovamenti sembrarono
confermare in parte la tradizione.
Sotto il lapis mger, fu trovata un’iscrizione arcaica con la parola REX, databile al VI
secolo a.C, e sotto il tempio di Antonino e Faustina furono rinvenute venticinque
tombe, databili tra il X e il IX sec. A.C, che confermavano l’esistenza di un periodo
regio ma senza dare nessuna informazione su quanti e chi fossero stati tali re.
Con lo scoppio della I Guerra Mondiale gli scavi si interruppero e ripresero negli anni
cinquanta del secolo scorso
Gli scettici.
Quest’ultimi ammettevano che nella tradizione letteraria giunta fino a noi ci fosse un
nucleo con una base di verità, ma ritenevano che fosse molto difficile da dimostrare,
e che fosse quasi impossibile stabilire se una determinata notizia fosse stata o meno
tramandata correttamente senza interruzione della tradizione orale, soprattutto
considerando il vuoto cronologico tra MIII secolo, epoca in cui la tradizione colloca
la fondazione di Roma, e il IV secolo quando questa tradizione si formò.
L’analisi critica della tradizione.
E ovvio che nel corso dei secoli, la tradizione orale è stata modificata, amp iata e
renterprelata per vari scopi, e lo stesso Mommsen affermava che era fondamentale
analizzare i vari aspetti della tradizione: la tomazione is stratificzone e i possibili
contizonameni politoj, sociali, reigsie letcar.
Peraltro le informazioni certe, ricavate dagli scavi fino a quel momento, avevano
sempre smentito la tradizione. Secondo i dati archeologici, infatti, nell’EtA del
Bronzo e del Feno, nella zona dei colfi Albani non è mai esistita una città chiamata
Ala Longo, e la città di lavintom, che Bnea avrebbe fondato nel Xll secolo, in realtà
non era molto più antica di Roma
Archeologi e letterati.
Con la ripresa delle ricerche archeologiche, si pose il problema del confronto dei dati
archeologici con quelli letterari e la discussione si focalizzò intorno a due posizioni
antitetiche, una sostenuta da coloro che ritenevano possibile un incrocio delle due
fonti, come A. Carandin e A. Grandazza i quali affermavano che i dati archeologici
potessero confermare la tradizione letteraria;
l’altra da coloro che pensavano essendo univoco, potesse essere interpretato in van
modi e che fra tutte le interpretazioni possibili si tendesse a prediligere quella che
confermava la fonte letteraria, come
Le origini di Roma, la leggenda di Romolo e remo, i sette re
Data la mancanza di testimonianze scritte, dovuta all’incendio che ha colpito Roma
per mano dei Galli nel 390 a.C., è di 昀케 cile pronunciarsi sulle origini storiche della
città, che sono avvolte dalle leggende.
La prima leggenda è quella di Fabio Pittore, che parte dal Dio Marte e arriva poi ad
Amulio e Numitore, quindi ai gemelli. Ma questa leggenda non è l’unica.
LA LEGGENDA DI ROMOLO E REMO:
La più accreditata è quella che lega i gemelli alla 昀椀 gura di Enea, tramandata da
storici quali Tito Livio, Varrone, Plutarco in epoca Augustea, per nobilitare i natali di
Roma, che in realtà sono stati molto meno mitici di quanto il racconto ci abbia fatto
credere, ma siccome Roma era ormai diventata una potenza conquistatrice degna di
nota, era necessario fornirle un passato altrettanto glorioso.
Enea fugge da Troia insieme a suo 昀 椀 glio Ascanio, suo padre Anchise e sua
moglie Creusa e dopo varie peregrinazioni approda nel Lazio. Qui viene in contatto
con gli Aborigeni di re Latino, padre di Lavinia, promessa sposa di Turno. Enea scon
昀 椀 gge turno e dopo aver sposato la giovane fonda la città di Lavinio. Circa 30
anni dopo Ascanio, 昀 椀 glio di Enea, fonda la città di Alba Longa e dopo varie
generazioni nascono Amulio e Numitore. Numitore ha una 昀 椀 glia, Rea Silvia,
sacerdotessa di Vesta e custode del focolare sacro della reggia di Alba Longa, la
quale, unitasi con Marte, dà vita a due bambini. Amulio caccia Numitore e fa
disperdere i due gemelli, che vengono allattati da una lupa, e per questo motivo
vengono chiamati Romolo e Remo, in riferimento alle mammelle della lupa, e poi
trovati e allevati dal pastore Faustolo e sua moglie Acca Larenzia. Solo Numitore è a
conoscenza dei due bambini, procura loro di nascosto il cibo e pare venissero
condotti anche a Gabii per imparare a scrivere.
Entrambi diventano valorosi e audaci e riescono a riportare sul trono di Alba Longa il
nonno Numitore, il quale dà loro il permesso di fondare una nuova città nelle
vicinanze del Tevere, ma siccome sono gemelli, spetta agli dei, attraverso la lettura
degli auguri, scegliere quale dei due avrebbe dovuto fondare la città, darle il nome e
governarla dopo la fondazione. Remo si reca sull’Aventino, mentre Romolo sul
Palatino: Remo vede sei uccelli prima, ma Romolo ne vede il doppio dopo: fatto sta
che la vittoria va a Romolo. Ottenuta la benedizione possono avere inizio le imprese
di Romolo:
La prima impresa: Roma sceglie il Palatino come luogo per la fondazione della
sua città: è vicino al Tevere, la sua sponda pianeggiante verso l’isola Tiberina rende
facili i traghettamenti e ai suoi piedi la ninfa Iuturna, sorella di Turno, ha fatto dono
di una sacra fonte. Per poter avviare la costruzione della città deve conquistare il
colle, quindi scaglia una lancia sul Palatino e si dice che una volta con 昀 椀 ccata
questa si sia trasformata in un albero: segno che gli dei sono d’accordo sul luogo di
fondazione. A questo punto Romolo è consapevole di non avere la sapienza su 昀케
ciente per la fondazione della città, quindi chiede aiuto agli etruschi. Il 21 aprile (del
753 a.C., secondo quello che ha detto in epoca
tarda Varrone, dies natali di Roma), Romolo esce dalla casa in cui è cresciuto sulla
cima del Palatino, il tugurium Faustoli, e si unisce ai Palilia (i pastori del Palatino
celebrano il 21 aprile i riti in onore di Pales, una divinità né maschio né femmina, per
puri 昀椀 care uomini, greggi e ovili. La festa si chiama Parilia, da parere = partorire,
perché questo è il periodo in cui
partoriscono le capre). Il tugurium viene ben presto soppiantato dalla casa romuli, 昀
椀 ancheggiata dalla dimora dei culti di Marte e di Ops (noi abbiamo conferma
dall’archeologia di questo, perché sono stati trovati fondi di capanne sul Palatino e la
più antica è datata al IX secolo a.C., di forma ovale, probabilmente il tugurium
Faustoli, soppiantata poi nella metà del VIII secolo a.C., in corrispondenza con il dies
natali della città, da due capanne più piccole, probabilmente la casa Romuli e quella
che ospita i culti di Marte e Ops). Nei pressi della sua abitazione compie un sacri 昀
椀 cio e necessita di una nuova benedizione per de 昀椀 nire il perimetro della città,
chiamata Roma quadrata perché il Palatino ha già naturalmente una forma
quadrangolare. Questo perimetro prende il nome di “pomerium”, benedice la città e
signi 昀椀 ca “dietro le mura”, che di li a poco vengono costruite”. Dà ora vita ai riti
di fondazione e poi traccia il sulcus primogenius con l’aratro, una fossa che gira
attorno alla città e che segna il percorso che le mura devono seguire, interrotto solo
nei punti in cui andavano collocale le porte. Il solco viene tracciato in senso
antiorario e una volta concluso Roma sacri 昀 椀 ca il toro e la vacca che ha
aggiogato. A questo punto inizia la costruzione delle mura vere e proprie, al termine
della quale viene compiuto un rito di fondazione: il sacri 昀椀 cio di una bambina,
sepolta con il suo corredo. L’archeologia riporta alla luce proprio questo corredo, e
decreta che sia stato deposto tra il 775 e il 750 a.C., proprio in prossimità del 753 a.C.
La fascia di cinta consacrata rappresenta l’itinerario che i Luceri percorrono durante i
Luperacalia.
Gli altri colli sono occupati da altre popolazioni, il Quirinale, ad esempio, presenta un
villaggio sabino, di guerrieri (sono stati trovati armi, elmi e un carro da guerra), in
contrapposizione con gli insediamenti pastorali del Palatino.
La seconda impresa: Romolo la compie insieme insieme al sabino Tito Tazio,
essi istituiscono il Foro e i culti di Vesta. Tra il Palatino e il Campidoglio si trova una
valle, continuamente inondata dal Tevere e inabitabile, perfetto luogo d’incontro per
le varie comunità. L’area viene resa agibile rialzando il suolo di almeno due metri
con un riempimento di terra che risale al 750 – 700 a.C. Accanto alla piazza, ma
subito fuori dalle mura, viene eretto il santuario di Vesta, divinità del fuoco
domestico (Vulcano era la divinità del fuoco della guerra, anch’esso venerato nel
Foro nel Volcanal), dopo aver ottenuto il permesso da parte degli dei, sempre
attraverso i segni. Romolo ottiene anche l’autorizzazione per poter
costruire in quel luogo la casa del re con i culti di Marte, Ops e dei Lari e la dimora
delle vestali. Il re di Roma scende dalla cima del Palatino, dove si trovava la sua
prima casa, per vivere nella zona bassa. Vesta era il focolare di tutti e le vestali
avevano il compito di accudire il focolare e fare in modo che non si spegnesse mai.
Come per le mura anche qui viene trovata traccia di un sacri 昀 椀 cio umano: una
bambina con il suo corredo funebre. La dimora regia cambia nel corso dei secoli e
intorno al 650 -600 a.C. viene ricostruita e al 600 a.C. risale l’ultimo sacri 昀椀 cio.
Nel VI secolo a.C. questo luogo cambia completamente perché i Tarquini erano re
più laici, che scelsero di vivere fuori dal tempio di Vesta, ma nelle vicinanze, appena
fuori del muro di limite del santuario, presso una delle porte della cinta romulea.
Questa casa presenta un passaggio segreto sotterraneo che collega la casa con il
santuario di Vesta: si tratta probabilmente della casa dei Tarquini. Creazione del
Tempio di Giove Feretrio sul Campidoglio.
La terza impresa: di Romolo riguarda l’abitato dei Quiriti. Viene riordinato il
tempo e istituito un calendario della durata di dieci mesi, legato alla gravidanza della
donna; viene riordinato lo spazio, diviso in rioni, 27 presenti prima di Romolo, ai
quali ne aggiunge altri 3, per un totale di 30; vengono riordinati gli uomini,
organizzati in 3 tribù: Ramnes, Tities e Luceres (Latini, Sabini ed Etruschi).
A questo punto avviene la violazione da parte di Remo, che con un atto sacrilego
scavalca le mura costruite da suo fratello, venendo quindi punito con la morte. Questo
è il primo atto di difesa della città di Roma.
Romolo regna circa 40 anni, poi viene assunto in cielo dopo una tempesta per
apparire a Proculo Iulio, antico compagno d’armi e primo rappresentante della Gens
Giulia. Proprio in quell’occasione Romolo gli rivela il futuro glorioso di Roma e
chiede di essere venerato sul monte Quirinale con il nome di Quirino.
Non si sa se Romolo sia esistito realmente, per alcuni è una 昀椀 gura inventata, nata
dall’identi 昀 椀 cazione posteriore con il dio Quirino per costruire un fondatore
mitico come quello greco. È possibile comunque che Romolo sia esistito realmente e
sia stato il capo di alcune bande in migrazione provenienti dal Lazio. Per altri la sua
昀椀 gura è semplicemente stata rivestita di signi 昀椀 cati mitologici.
Per gli storici moderni Roma non sarebbe stata fondata né da Romolo, né in un
giorno preciso, perché nulla nasce dal nulla, ma si sarebbe formata gradualmente, in
un arco di tempo lungo. Roma avrebbe dunque origini molto meno affascinanti di
quanto narrano le leggende, nate proprio per nobilitare un inizio primitivo e oscuro.
A Romolo segue Numa Pompilio, fondatore delle istituzioni religiose, introduce il
culto di Giano e i primi collegi sacerdotali (ponte 昀椀 ci, auguri, aruspici e vestali).
Riforma anche il calendario di Romolo, dividendo l’anno lunare in 12 mesi di 355
giorni.
Tullo Ostilio conquista Alba Longa.
Anco Marzio promuove le prime mura della città, il primo ponte sul Tevere e fonda
la colonia di Ostia. Questi quattro re alternano latini e sabini.
I TRE RE ETRUSCHI
Gli Etruschi sono giunti lungo le rive del Tevere a metà del 600 a.C., stabilendosi nel
Vicus Tuscus, ai piedi del Palatino, al loro presenza è dimostrata dal ritrovamento di
numerosi vasi di bucchero e di iscrizioni in lingua etrusca. Nel VI secolo a.C. (600 –
500 a.C.) inizia una nuova dinastia regia, composto da Tarquinio Prisco, Servio
Tullio e Tarquinio il Superbo. La presenza etrusca è dunque certa e lo dimostrano:
Moltissimi vasi di bucchero;
Ma gli Etruschi hanno introdotto importanti innovazioni soprattutto in ambito urbano
e proprio al VI secolo si colloca la vera e propria “fondazione” della città.
A Tarquinio Prisco si attribuisce la boni 昀椀 ca delle aree acquitrinose, e quindi la
palude pontina. A Roma si veri 昀椀 ca il prosciugamento e quindi la pavimentazione
della valle del Foro. La costruzione della Cloaca Massima;
A Servio Tullio si deve l’introduzione di nuove tecniche di costruzione in pietra, che
hanno permesso la creazione di una cinta muraria. Sono in realtà due le cinte murarie
che si succedono: la prima databile al VI secolo, che viene parzialmente distrutta in
occasione della presa di Roma da parte dei Galli del 390 a.C., che viene poi
ricostruita, dando vita ad una nuova cinta muraria intorno al 378 a.C. Appaiono anche
nuovi templi in pietra (che sostituiscono quelli costruiti in legno). Servio Tullio ha
anche organizzato la città di Roma: al posto delle tre tribù di carattere etnico,
Ramens, Tities e Lucres, vengono create le tribù territoriali e i cittadini vengono
ripartiti in base al loro domicilio:
4 tribù urbane;
10 tribù rustiche distribuite nell’ager Romanus, che vanno aumentando il loro
numero con le conquiste nel corso del tempo.
Tutti i cittadini vengono attribuiti ad una tribù, dove vengono domiciliati e devono
pagare le loro imposte.
Se prima le tribù romane erano organizzate in curie, con Servio Tullio si inserisce un
nuovo sistema basato su ricchezze e domicilio, implicante un census, cioè un
censimento di tutti i cittadini presenti sul territorio e dei loro beni. Vengono distinte 5
classi di cittadini:
Classe 1 capitale di almeno 100.000 assi;
Classe 2 capitale di almeno 75.000 assi;
Classe 3 capitale di almeno 50.000 assi;
Classe 4 capitale di almeno 25.000 assi;
Classe 5 capitale di almeno 11.000 assi.
Nascono così anche i comizi centuriati e una nuova organizzazione militare:
Ogni classe di cittadini è divisa in centurie (gruppi di 100 uomini), di cui metà deve
servire nell’esercito come effettivi (17 – 46 anni), l’altra metà nella riserva (47 – 60
anni); armamento e vettovagliamento a loro carico. Sono esclusi dal servizio militare
coloro che hanno un censo inferiore a 11.000 assi (detti capite censi, cioè posseggono
solo la loro testa) e gli schiavi, i liberti, i cittadini privati dei diritti civili. Il servizio
militare è un diritto e un dovere dei cittadini attivi e i diritti e doveri variano in base
alla ricchezza. Si ottengono così 193 centurie.
Tarquinio il superbo sale al potere con la forza, contrastando la volontà dei patres e
facendo leva sull’appoggio del popolo, avvicinandosi molto alla 昀 椀 gura di un
“tiranno”, sul modello greco. Impedendo anche la sepoltura di Servio Tullio
commette una grande offesa e un sacrilegio. In seguito altri sui comportamenti hanno
accentuato il suo accostamento alla 昀 椀 gura del “tiranno” e vengono denunciati
come atti tirannici:
La creazione di una guardia del corpo armata;
L’odio nei confronti dell’aristocrazia e il disprezzo del pubblico;
Il desiderio di stringere legami con altre famiglie, anche straniere;
esercita il potere il Praetor maximus, forse proprio Orazio Pulvillo, che ha dedicato il
tempio sul Campidoglio a Giove Capitolino.
La cacciata degli Etruschi non ha comunque reso Roma sicura rispetto ai popoli con
昀 椀 nanti. Tutto il V secolo a.C. è caratterizzato da una serie di guerre per il
consolidamento del territorio.
494 - 445 a.C. -< le di 昀케 coltà interne a Roma e la secessione della plebe
Dopo la cacciata dei Tarquini da Roma i patrizi si sono assicurati svariati privilegi e
hanno creato un’élite da cui hanno escluso i plebei (piccoli proprietari terrieri,
artigiani e commercianti che abitano l’Aventino, dove si trova l’emporium, e che
sono esclusi dall’ingresso in Senato, consentito solo dai gradi consolari). La plebe si
trova in gravi condizioni a causa di cattivi raccolti e carestie, debiti, un rallentamento
dell’attività economica. Esaminando i Fasti si sa che tra il 509 e il 486 a.C.ci sono 12
consoli plebei (uno dei quali è Spurio Cassio), questo probabilmente anche perché nel
494 a.C. si veri 昀 椀 ca la secessione della plebe: i plebei ri 昀 椀 utano in massa
l’arruolamento nell’esercito e si ritirano sull’Aventino. Il patriziato corre un pericolo
perché viene privato dei lavoratori manuali, ma anche lo Stato rischia la formazione
di un’alleanza con i nemici di Roma, siccome molti plebei sono di origine straniera.
La crisi viene superata grazie all’intervento di Menenio Agrippa, che favorisce un
accordo: i plebei possono nominare ogni anno due magistrati (poi diventeranno
quattro), i tribuni della plebe, provvisti di diritto di veto alle decisioni dei consoli
qualora queste siano lesive per la plebe
493 - 444 a.C. -< assedio e conquista di Corioli
493 a.C. viene conquistata Corioli dopo un breve assedio, grazie al valore di Gneo
Marcio, detto Coriolano. Gli abitanti di Corioli, durante l’assedio, vengono a sapere
che i Volsci di Anzio stanno accorrendo in aiuto con una numerosissima armata,
quindi aprono le porte della città per lanciarsi sui Romani, che li respingono e
appro 昀椀 ttano della città aperta per irrompere e saccheggiarla.
Poco tempo prima a Roma si è veri 昀椀 cata la secessione della plebe sull’Aventino
e il mancato raccolto ha rincarato il prezzo del grano e la necessità, dunque, di
importarlo.
491 a.C. Coriolano si oppone alla diminuzione del prezzo del grano alla plebe, che
lo prende in odio, viene citato in giudizio, ma sceglie di andare in esilio presso i
Volsci, dove trama per portarli a scontrarsi nuovamente con Roma.
489 a.C. riesce anche a riconquistare Corioli e arriva quasi a Roma, pronto a
combattere contro la sua stessa patria, ma vinto dalle suppliche di sua madre e sua
moglie ritira l’esercito. Egli, dopo Tarquinio il Superbo, è il secondo cittadino
romano a porsi contro la sua patria.
I Fasti dicono ancora che dal 485 al 470 a.C. nessun plebeo riesce ad accedere al
consolato, probabilmente perchè si veri 昀椀 ca in questo periodo una serrata patrizia,
infatti dal 471 a.C. la plebe inizia ad organizzarsi in assemblee popolari, chiamate
concilia plebis (*), convocate dai tribuni, che iniziano a prendere decisioni in
autonomia.
Dal 470 al 461 a.C. solo un plebeo riesce ad arrivare al consolato, probabilmente in
seguito a lotte interne: alla 昀椀 ne di questo periodo il tribuno in carica
chiede esplicitamente delle leggi scritte che 昀椀 ssino i limiti del potere consolare e
il patriziato è costretto a cedere.
Tra il 451 e il 450 a.C. non vengono eletti né consoli, né tribuni e si forma un collegio
di dieci magistrati straordinari, eletti, che si dedicano alla redazione di un codice di
leggi, le Leggi delle XII tavole, fonte di tutto il diritto pubblico e privato, per
assicurare l’uguaglianza dei diritti tra tutti i cittadini.
Vengono sottoposte ai comizi centuriati e sono le prime leggi votate – Lex rogata-
riportate su 12 tavole di bronzo, a 昀케 sse nel Foro e imparate a memoria dai giovani
romani per quattro secoli. Esse 昀椀 ssano:
I diritti privati dei cittadini, come la proprietà e la famiglia;
La relazione tra cittadini e giustizia;
Lo statuto del cittadino: si distingue tra ricchi (assidui) e poveri (proletarii) e si
vieta il matrimonio tra patrizi e plebei.
Nel 449 a.C., con la salita al potere dei consoli Valerio e Orazio, si votano tre leggi,
dette Leggi Valeriae-Horatiae, che trasformano la costituzione romana in patrizio-
plebea:
Si riconosce e conferma l’inviolabilità dei tribuni, chiunque li colpisca viene
maledetto;
Si riconosce l’autorità delle decisioni prese dai concilia plebis;
I patrizi rinunciano alla sovranità consolare, non si può creare nessuna nuova
magistratura senza appellarsi al popolo.
Nel 449 a.C., con la salita al potere dei consoli Valerio e Orazio, si votano tre leggi,
dette Leggi Valeriae-Horatiae, che trasformano la costituzione romana in patrizio-
plebea:
392 a.C. Roma respinge un’incursione dei Volsinesi 390 a.C. i Romani
interrompono le ostilità perché vengono scon 昀椀 tti dai Galli sul 昀椀 ume Allia.
327 a.C. scoppia un con 昀氀 itto a Napoli: la parte osca della città si trova con i
Sanniti, quella greca con i Romani. Napoli chiede aiuto a Roma, che accorre.
321 a.C. La prima parte della guerra è favorevole ai Sanniti. Mentre l’esercito
romano si sposta da Capua a Benevento, alcune spie sannite travestite da pastori lo
indirizza verso una gola montuosa, dove vengono intrappolati. Alla 昀椀 ne i Sanniti
lasciano andare i Romani, ma imponendo loro la subjugatio, il passaggio sotto il
giogo: due lance con 昀椀 tte a terra, una