Sei sulla pagina 1di 4

Cosa intendiamo per storia? domanda apparentemente semplice ma sfuggente.

Sono emerse una serie


di sollecitazioni che hanno fatto riferimento al ruolo della narrazione nella storia, al ruolo della
testimoninza diretta e al ruolo della memoria, quindi la storia come trasferimento della memoria. Storia
e storiografia le intendiamo in una maniera quasi interscambiabile. Un elemento che emerso ieri è che la
storia è il racconto di fatti ed eventi, su cui ritorneremo domani. per qunto rigurda storia e storiografia,
una cosa è il linguaggio parlato, l'altra è un uso più preciso e tecnico. Se si parla di storia nel linguaggio
corrente si sente ad usarla per intendere storiografia. Vi è una differenza tra i fatti accaduti e la
narrazione dei fatti. C'è un differenza tra il processo del divenire che riguarda le forme della vita umana
(istituzioni o forme artistiche etc.). Vi è una differenza tra questa dimensione processuale del divenire e il
resoconto su quel divenire, che non è più un processo, ma qualcosa che fissa il processo, lo blocca e lo
ripercorre in una forma narrativa, è un racconto, una spiegazione. Vuole ambire ad essere una
comprensione del processo. Questi due ordini di discorso sono su due piani radicalmente diversi. Se
riflettiamo aul fatto che l'accadere di una pandemia è cosa diversa dal suo racconto, anche se esso non è
distante, possiamo parlare addirittura di testimone oculare all'evento. Nel momento in cui egli riporta
l'evento o lo scrive, può anche riportrlo in forma grafica, comunque ne da una rappresentazione in cui si
perde il processo, nella sua forma narrattiva si parla di storiografia e non più di storia. Questa distinzione
tra ciò che accade e il discorso su ciò che accade prende molte forme diverse a seconda delle culture
anche linguistiche in cui emerge questa distinzione. Pensiamo a come questa distinzione sia stata
concepita nella cultura latina. in tedesco la distinzione è tra geschische e historie, in cui il primo indica il
processo, gli accadimenti nel loro accadere, non come sono stati trattati. Dobbiamo pensare
all'accadimento nel suo farsi, nella sua processualità. Dunque gli eventi storici nel suo farsi, in tedesco
vengono indicati con il termine gesgiche, sostantivo che vuol dire appunto accadere, quindi la storia
intesa come accadere degli avvenimenti. La radice è la stessa di happen. Historie è un termine che
immediatamente non ha una derivazione, ha una derivazione greca, i tedeschi poi lo prendono dal
francese e quindi da una lingua neolatina e indica appunto il riportare gli avvenimenti, che si possono
riportare in molte forme. NOn necessariamente deve essere oper adi una storico. La storiografia come
disciplina che studia è historie e questo è un elemento fondamentale che dobbiamo tenere presente
perchè in nietasche quest adistinzione è fondamentale. Quando nietzsche scrive la fonte inattuale la
scrive focalizzandosi su un problema pedagogico del proprio tempo e la storia di cui parla è historie e
contrappoen alla gesische e il rapporto tra historie e gesische. Lo spunto che lo muove scrivere il testo è
un polemica sulla didattica della storiografia. Questa distinzione tra i fatti nel loro accadere e nel modi in
cui sono riportati è una distinzione che troviamo molto chiara nella cultura di lingua tedesca. l'itliano su
questo ci aiuta poco perchè troviamo i significati tutti sotto la parola storia, che copre un ambito molto
più ampio rispetto alle distinzioni che si trovano nella lingua tedesca. In latino la storia è historìa, la
radice greca è id che significa vedere, quindi essere li direttamente ad assistere agli eventi. L'idea greca di
storia è storia di cui si è testimoni diretti e quindi essendo testimoni diretti se ne può parlare. Quando
usiamo storia intendiamo gli accadimenti nel loro farsi. Quando parliamo di storiografia intendiamo gli
accadimenti cosi come ci sono stati riportati. Questo fa nascere una serie di questioni. Quando
intendiamo la storia come historie, come accadimento nel loro farsi, non si pone il problema della
narrazione, dell'oggettività, della selezione etc. ma se ne pongono altre e completamente diverse. Da
questa distinzione derivano tutta una serie di conseguenze per la filosofia della storia, che può essere
intesa come filosofia del processo (ciò che accade) o come filosofia di ciò che è narrato relativamente
all'accaduta, quindi come filosofia della conoscenza storica. Cosa intendiamo quindi per filosofia della
storia e per filosofia della storiografia? dove storia indica unicamente un accadere. Che tipo di problemi
filosofici emergono per quanto riguarda la filosofia della storia? Più iniziamo ad articolare le domande
sulla storia più emergono i presupposti ipliciti sull'idea della storia. Ci sono molti modi per ragionare sulla
storia. Ragionare sul processo è possibile. è possibile rivenire nei fatti che accadono indipendentemente
da quali siano questi fatti, una struttura? i testi di kant danno una risposta a questa domanda. Se
pensiamo per ipotesi che possa esserci una struttura nell'accadere storico allora tutta una serie di
implicaizoni diventano possibili, tra cui l'historia magistrae vitae. è chiaro che se c'è una struttura, se io la
conosco, è chiaro che c'è una guida per la mia azione, che mi da una chiave di comprendione e di
decisione perchè mi consente di decidere come agire nel presente, se sono a conoscenza della struttura.
Ma è possibile che la struttura ci sia ma che sia ignota. è possible che la struttura sa tale agli occhi di un
essere superiore ma che non sia comprensibile all'occhio dell'uomo. La struttura del processo è cosa
diversa dal resoconto dei fatti, riguarda proprio ciò che avviene se manifesta degli ementi di comunanza
che ci diano una chiave di comprensione, che diventa molto presto una questione che impatta sulle
possibilità umane di agire nella sotira, domanda che si pone qualsiasi sia la visione di storia che abbiamo.
è una domanda relativa alla filosofia della storia. La storia si fa grazie all'azione dell'uomo o nonostante
l'azione dell'uomo o contro l'azione degli uomini? questi problemi sono slegati dalla storiografia, sono
questioni che si pongono su un piano che è quello degli accadimenti. Quando ragionamo sugli
accadimenti ci sono due tipologie di approcci, di cui una di questa la vedremo con nietzche ossia lo
storicismo l'altra modalità di rapportarsi ai fatti storici è lo strutturalismo cioè la capacità di individuare
una caratteristica, a prescindere dalla distanza temporale. Levi strauss quando parla delle strutture
familiari dice che in tutte le culture sono state introiettate determinate culture familiari. Lo
strutturalismo azzera la dimensione del tempo e sicuramente c'è una selezione che riguarda l'oggetto
che costituisce la costante: ciò che viene trovato in culture diverse. Lo storicismo afferma invece che
nulla può essere compreso se non è calato nel suo tempo, se non è compreso a partire delle coordinate
storiche. Questo a livello filosofico ha delle ricadute che diventno presto la possbilità di comprendere
l'essenza del fenomeno solo raccontandone la sua storia, la sua genesi. La storia diventa il fenomeno.
Nietzsche ha come obiettivo polemico lo storicismo, in cui avviene che il fenomeno diventa la sua storia .
Se dobbiamo spiegare chi siamo a qualcuno, qualcosa della nostra identità, tendenzialmente possiamo
dire siamo nati nell'anno x, ho studiato qui etc e sono arrivato a questo punto del mio percorso. In
questo caso spieghiamo la nostra identità con la nostra storia. Un altro modo è presentare una serie di
caratteristiche che sul piano linguistico sono aggettivi, io sono intelligente, sono una persona generosa
etc., che sono dei tratti che diventano qulificanti della nostra identità indipendentemente dalla nsotra
storia. La distinzione tra la visione storicista e strutturalista è chiaro che possono avere dei punti di
contatto. è chiaro che presentandoci possiamo dire io sono una persona generosa perchè nella mia vita
ho sempre incontrato persone generose. Le caratteristiche possono essere radicate nella nostra storia, ci
sono delle curiose commistioni tra storicismo e strutturalismo. Nella filosofia della storia un autore
fondamentale è giambattista vicoo, in cui ritrovimo questa commistione. Ci sono delle struttura eterne,
costanti, che sono comuni a molte culture diverse al di là del tempo e delle distanze spazialiche fanno
riferimento ad una natura comune dell'umanità che tende a riprodurre certe strutture
indipendetemente dalle culture in cui si trova a svilupparsi. Ci sono delle forme si commistione possibili
ma è più semplice ragioare sulla base della distinzione tra le costanti ( la possibilità di individuarle o
meno) e l'idea che la spiegazione di un evento ce lo da la sua storia (quest è la via dello storicismo). Dal
punto di vista dello storicismo non fa problema che aristotele non cogliesse il problema morale della
schiavitù perchè nella cultura in cui vive questo è considerato normle. Sarebe anti storico addebitare ad
aristotele la mancata reazione di aristotele alla schiavitù. lo strutturalismo cerca di essere fuori dalla
storia. L'obiezione tipicamente struttralista è che seneca riesce a cogliere il problema della schiavitù
ponendosi fuori dalle sue condizioni storiche. Ognuno di questi due approcci ha i suoi punti di forza e i
suoi punti di debolezza. Le critiche di nietzsche sono centrate sulla possibilità di cogliere il processo e di
non fissarlo su una visione che lo sclerotizza, gli toglie tutti gli elementi di vitalità. Che problemi filosofici
si pongono nel caso ragioniamo sulla filosofia della storia e sulla filosofia della storiografia? si pongono
problemi radicalmente diversi, perchè l'uno riguarda la conoscenza dei fatti accaduti e l'altra è legata
all'agire umano. La contrapposizione tra gesische e historie contrappone la distinzione tra res geiste e tra
historia rerum. Lo storicismo è un possibile filosofia della storia tra le tante. Si pone una questione di
metodo se la storiografia viene intesa come una disciplina che riguarda la conoscenza. Tutte le domande
che ci poniamo dal punto di vista di filosofia della storiografia sono domande di epistemologia, come ad
esempio la questione del metodo, dell'oggettività, della selezione etc. è possibile una storiografia intesa
come scienza? se abbia il livello di una conscenza scientifica o meno. Cosa distingue i fatti storici dai fatti
non storici? quali sono le ragioni per cui certi avvenimenti entrano di diritto nella storia e certi no? non
perchè non siano accaduti ma perchè non hanno quello statuto. Il problema di chi fa la storiografia è di
nuovo un problema di filosofia della storiografia. Il problema della causalità si pone in entrambi gli
ambiti. La questione della durata ha ricevuto molta attenzione nell'ambito storiografico. è un oroblema
tipicamente di metodologia storiografica. Quelle della filosofia della storiografia sono tute questioni
metodologiche, epistemologiche, legate alla conoscenza, alla conoscenza oggettiva e all'individuazione di
leggi o cause a seconda di quanto vogliamo essere stringenti a questa nozione di scienza. La questione
dei mondi possibili, esplorata da leibniz. Sono possibili altre storie? la sfera di possibilità che latre storie
potrebbero considerare. L'accadere della storia è possibile o necessario? la struttura della storia è
necessaria o possibile? IL passo di aristotele ''compito del poeta............alcibiade''. La questione
affrontata da aristotele è quella dell'ordine della storia. è possibile rinvenire un ordie nella storia? può
essere indicato come ordine o come senso della storia. Il senso è qualcosa di molto ampio, ppuò
coomprendere una direazione, ma può esserci un senso della storia indipendentemente dal chiarimento
di quale sia la direzione. Sono tutte questione a cui una riflessioni sullla storia dal punto di vista filosofico
deve dare risposta. Questa risposta la da aristotele nella poetica, in un testo che dunque non tratta di
storia ma di testi letterari, quindi testi che sono basati sulla finzionalità. Nella nostra cultura abbiamo una
divisioe tra cio che è accaduto veramente e ciò che ci siamo immaginati. La distinione tra i fatti
immaginati da chi scrive un opera lettraria e i fatti che ono accaduti è uno dei capisaldi su cui ragioniamo.
Questa distinzione è messa in crisidall visione di hidden white ma aristotele ragiona gia su questo punto
per dire che l'operazione autenticamente filosofica è quella del poeta. Nella storia non c'è nulla di
filosofico. Compito del poeta non è dire le cose avvenute ma quelle che possono avvenire, l'ambito della
possibilità, il problema delle storie possibili secondo due criteri aristotelici, ossia verosimiglianza e
possibilità. Lo storico e il poeta non si distingono per questioni formali ma perchè l'uno dice le cose che
sono avvenute, l'altro le cose che possono avvenire. La poesia è più filosofica e seria della storia perchè
la poesia dice gli universali, la storia i particolari. Per aristotele a storia è una sequenza di accadimenti
particolari in cui non è ppossibile rinvenire leggi universali, on c'è una direzione ne un senso e quindi di
questo materiale non si da una conoscenza che sia scientifica perchè ogni conoscenza per aristotele è
basata su principi universali. Non si da nua conscenza storica ch epossa arrivare a quella dimensione di
universalità. La poesia per aristotele dice gli universali. è universale che une persona di un certo tipo
capiti di fare cose di un certo tipo: in qualsiasi storia ci venga raccontata anche finzionale noi simao in
grado di dire dopo una stima del carattere come un certo personaggio si comporterà. Il partiolare è cosa
fece e subì alcibiade. il particolare èqualcosa il cui orizzonte è strettamente limitato a quel momento. Il
slato dal particolare all'universale non si da secondo aristotele il che spiega perchè non abbia dedicato
un opera alla storia, perchè si tratta per lui di un argomento privo di interesse perchè on consente dal
punto di vista filosofico di articolare dei principi universali. Per aristotele la storia non ha un senso e una
direzione. Nella riflessione occidentale ci sono diverse visioni che focalizzano la storia come problema,
non perchè la storia sia interessante in quanto passato. I filosofi che ci hanno rflettuto non sono mossi
dalla volontà di capire cosa sia accaduta, lavoro dello storico. La riflessione filosofica è rivolta al futuro
perchè se c'è un ordine e una struttura allora abbiamo la possibilità di cogliere le linee di evoluzione nel
futuro ed è qui la radicale distinzione tra loperazione dello storiografo e del filosofo della storia. A pag 14
del testo di pomian eglil parla del fatto che i filosofi guardano il passato come specchio per riflettere sulle
linee evolutive che si ripresentano nel futuro. Per questa operazione pomian propone il nomem di
pronosofia. La filosofia della storia è una forma di sapienza del tempo che consente di guardare avanti
avnedo analizzato le strtture degli accadimenti presupponendo che vi sia continuità.

Potrebbero piacerti anche