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Ravel è considerato, insieme con Satie e Debussy, il principale compositore francese degli inizi del

Novecento, e senza dubbio il più conosciuto a livello internazionale. La sua musica è quasi esclusivamente
per orchestra e pianistica e si distingue per il suo carattere funzionale misto ad armonie, con un andamento
sempre scorrevole. Questi suoi tratti si riferiscono a schemi compositivi e a modelli propri della tradizione
preromantica e che provengono dal suo interesse verso i clavicembalisti francesi e dalla musica spagnola e
russa. Ravel aveva una concezione essenzialmente artigianale del lavoro artistico e diceva sempre: “Per
sapere il proprio mestiere è necessario apprendere il mestiere degli altri”. Studiò al Conservatorio di Parigi
dal 1887 al 1905, dove Fauré e André Gédalge furono i suoi maestri rispettivamente per la composizione e
per il contrappunto. Era molto riservato e i rapporti con altri artisti furono solo di collaborazione
professionale. Non coprì incarichi istituzionali e visse solo del mestiere di compositore. Partecipò anche alla
prima guerra mondiale come volontario nell’esercito francese. La sua attività compositiva terminò nel 1933
a seguito di una malattia al cervello che gli costò la vita. Ravel è da tutti definito come una sorta di seguace
di Debussy e non c’è dubbio che egli abbia esercitato su di lui un influsso. Ma in realtà, lo stile di Ravel è
ben distinto da quello di Debussy, soprattutto per il rigore della costruzione formale, i disegni melodici
delineati e non velati come in Debussy. L’orchestrazione di Ravel è molto diversa. Le linee melodiche infatti
vengono strumentate senza nessuno sforzo per evitare i raddoppi e mettendo in contrasto fra loro gruppi
strumentali di timbro molto diverso. Il risultato è una brillante sontuosità coloristica dell’orchestra con la
tendenza ad una raffinata varietà timbrica. Ne sono un esempio la ‘’Rapsodia spagnola’’ o la ‘’mattinata del
Gracioso’’. Ravel si occupò anche della trascrizione orchestrale di sue composizioni e di opere altrui, come
di Schumann, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Satie, Debussy. Alcune, come ‘’Quadri di un’esposizione’’ di
Musorgskij, raggiunsero vasta popolarità. Le sue opere pianistiche sembrano nate come materia per
l’orchestrazione, soprattutto per la vasta gamma di effetti coloristici e di tocco, o per le sfumature che
presentano. Tali lavori si devono considerare come autentiche e definitive creazioni, che si prestano
perfettamente alla versione orchestrale. Altro tratto distintivo dell’arte di Ravel è il gusto per certi schemi e
modelli formali della musica del Seicento e del Settecento, che si manifesta sin dalle sue prime
composizioni pianistiche quali il “Minuetto antico” e la “Pavana per una infante defunta”. Lo schema
formale di quest’ultimo pezzo è costituito da un tema principale, presentato tre volte, alternato a due
episodi su nuovo materiale melodico (ABACA). La tendenza di Ravel ad un ideale ritorno al passato è
evidente nella suite per pianoforte Le tombeau de Couperin, “In memoria di Couperin”, una serie di sei
raffinatissimi brani che adottano strutture compositive tipicamente settecentesche. Ciascun brano è
dedicato alla memoria di un compagno del compositore caduto in guerra. Tra i lavori da camera, non molto
numerosi, ve ne sono alcuni che hanno conseguito un posto permanente nel repertorio concertistico
moderno. Il Quartetto per archi in fa magg., composto nel 1902-1903 quando Ravel frequentava ancora il
Conservatorio, rivela l’influsso di Franck e del suo maestro Fauré. Segue la struttura in quattro tempi del
tradizionale quartetto tardoromantico. Utilizza il principio ciclico ottocentesco; sia il tempo lento che il
finale richiamano il primo, strutturato in forma-sonata. Questo procedimento è adottato anche nella Sonata
per violino e violoncello: due temi del primo movimento ricorrono nei successivi tre movimenti. Questo
lavoro si caratterizza inoltre per le difficoltà tecniche della scrittura affidata ai due strumenti, in particolare
al violoncello. Nella Sonata per violino e pianoforte Ravel mira ad accentuare i contrasti tra i due strumenti.
Il violino ha spesso funzione di accompagnatore, mentre al pianoforte viene affidata la linea melodica.
Molto interessante è il secondo movimento, che si avvale di un ritmo di blues scandito dal pianoforte, con
accordi che richiamano il suono della chitarra o del banjo, mentre il violino si esibisce in delicati glissando.

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