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Allievo: Papasergio Bruno

In origine gli strumenti a corda venivano suonati attraverso un “plettro” che pizzicava le corde, uno
di questi strumenti era il Saltèrio utilizzato principalmente dagli Egiziani ed Ebrei.
Nel VI secolo A.C. durante i suoi studi sulle relazioni matematiche fra i toni musicali, Pitagora usò
un semplice strumento a corda, il monocordo, che consisteva in una cassetta rettangolare di legno
che fungeva da cassa di risonanza e sulla quale veniva tesa una corda in budello.
Questo strumento era dotato di un ponticello mobile, con la funzione di dividere la corda in varie
lunghezze, ognuna delle quali poteva vibrare liberamente ad una differente frequenza, anche in
questo caso la corda veniva azionata da un plettro.
Altra componente essenziale del pianoforte moderno fu la tastiera pensata in origine per l’organo a
canne.
Fu grazie a Ctesibio, che nel III° secolo a.C. inventò un nuovo strumento chiamato Hydraulos.
Questo fu un modello di organo idraulico funzionante ad aria sulla base del principio dei vasi
comunicanti. Egli costruì il primo somiere (parte intermedia che invia l’aria alle canne) e gli si deve
anche il merito di aver adattato la prima tastiera ad un gruppo di otto o dieci canne.
L’Hydraulos era dotato di più registri azionabili e di una tastiera estesa di circa due ottave.
Erone di Alessandria costruì invece un organo nel quale le valvole che immettevano aria nelle
canne erano controllate da tasti incerneriati riportate successivamente nella loro posizione originale
per mezzo di molle.
Le tastiere che venivano applicate non erano come quelle che conosciamo oggi bensì si trattavano
di tiranti o larghe stecche azionabili attraverso le mani, inizialmente erano tastiere diatoniche e solo
nel XIII° secolo vennero introdotti i semitoni cromatici.
Fonti scritte dichiarano che nel trecento risale il primo brano organico per tastiera le cui leve erano
state trasformate in tasti sottili da permettere un virtuosismo parecchio limitato.
Primitivo sistema di tasti derivanti dall’organo, fu applicato al monocordo tra l’VIII° ed il XII°
secolo d.C. L’innovazione che permise tale applicazione, fu la sostituzione del cavalletto con la
tangente.
Molto diffusa era anche la ghironda, costituita da una cassetta a forma di parallelepipedo con varie
corde sfregate da una ruota di legno coperta di pece ed azionata a manovella.
I due cantini posti nella parte centrale dello strumento erano controllati da una tastiera cromatica.
E’ all’inizio del XV° secolo che cominciò il periodo d’oro in campo musicale e il monocordo si
trasformò in clavicordo.
E’ possibile che l’invenzione del clavicordo possa essere derivata proprio dall’applicazione della
tastiera all’idea costruttiva su cui si basavano sia il monocordo che l’organistrum.
Il meccanismo del clavicordo era abbastanza semplice. Vi era una piccola lama in ottone chiamata
tangente inserita perpendicolarmente alla leva che prolunga il tasto ed aveva la duplice funzione di
ponte per determinare l’altezza della nota e di percussore per produrre la nota stessa.
Al fine di ottenere che la corda vibrasse solo alla destra della tangente (la parte del ponticello), la
parte sinistra della corda era avvolta con una striscia di feltro con funzione di smorzatore.
Alle origini dello strumento, una corda veniva usata per produrre più di una nota. Vi erano di solito
più tasti che corde, al massimo quattro tasti per corda.
In seguito il numero di corde fu aumentato e i clavicordi avevano due tasti per corda.
Nel 1725 si ebbe il primo clavicordo slegato avente un tasto per ciascuna corda.
Molte caratteristiche essenziali del pianoforte moderno sono state ereditate dal clavicordo che infatti
possedeva corde metalliche, un meccanismo di percussione, un meccanismo di smorzamento e una
tavola armonica indipendente.
Lo strumento esprimeva una buona dinamica ma tuttavia l’intensità del suono prodotto non era alta.
Fu così che con l’aumento delle corde e della loro lunghezza, una tavola armonica di maggior
superficie, e l’utilizzo di meccanismi sempre più complessi si arrivò alla produzione di note più
intense e veloci.

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