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Materiali porosi
I materiali si distinguono secondo la classificazione IUPAC in base alla dimensione dei pori in:
Microporosi: diametro dei pori < 2 nm
Mesoporosi: 2 nm < diametro dei pori < 50 nm
Macroporosi: diametro dei pori > 50 nm
La porosità conferisce al materiale particolari proprietà, dovute agli elevati volumi e superfici
specifiche che si generano. I materiali microporosi sono utili per la loro elevata superficie specifica,
in quanto possono avvenire reazioni gas-solido in superficie (vedi zeoliti, intrinsecamente
microporosi)
Adsorbimento
FISICO
Fenomeno ASPECIFICO
Adsorbente ed adsorbato mantengono la propria
identità chimica
Fenomeno REVERSIBILE
Fenomeno esotermico (calore prossimo a quello
di condensazione)
Aspecifico: il legame dovuto a interazioni secondarie non dipende dalla coppia adsorbente-
adsorbato. Può essere instaurato per vari adsorbenti a parità di adsorbato.
Specifico: il legame è dovuto a interazioni chimiche, dipende dalla specie che attacca.
Nell’adsorbimento chimico è necessaria una reazione chimica, selettiva rispetto a una data specie.
Questo NON permette di ricoprire totalmente la superficie dell’adsorbente, poiché le reazioni
avvengono in dei siti specifici.
Reversibile: si può avere un desorbimento alterando solo un parametro fisico. Il desorbimento
chimico invece può avvenire solo rompendo il legame (irreversibile).
Il calore liberato nell’adsorbimento fisico è quello di condensazione, poiché le molecole,
adsorbendo cedono energia cinetica e potenziale. Nella microporosimetria si sfrutta
l’adsorbimento fisico perché permette di ricoprire tutta la superficie e permette di rimuovere
l’adsorbato.
Adsorbimento fisico
Le molecole in fase gassosa colpiscono la superficie del solido.
La molecola impattante viene adsorbita, rilasciando una quantità
specifica di calore.
La molecola adsorbita può successivamente desorbire, se riceve
energia sufficiente.
In condizioni di equilibrio ed a pressione costante e temperatura
costante, la velocità di adsorbimento è pari alla velocità di desorbimento, ed il grado di
ricoprimento della superficie solida è costante.
Il fenomeno dipende da pressione e temperatura:
- Al crescere di T, diminuisce l’adsorbimento perché aumenta l’energia delle molecole
- Al crescere di P, aumenta l’adsorbimento, perché le molecole sono schiacciate sulla superficie.
Il potenziale di adsorbimento dipende dalle caratteristiche della superficie:
superfici perfettamente piane e lisce sono dette «equipotenziali», non c’è preferenza di
attacco;
curve o rugosità aumentano o diminuiscono il potenziale di adsorbimento.
In generale i modelli teorici NON tengono conto delle irregolarità superficiali, ma in media sono
presenti sia asperità, sia profondità.
Superficie specifica
Tecniche microporosimetriche
Tecnica volumetrica: la quantità adsorbita si deduce dalla differenza tra la pressione di
immissione e la pressione all’equilibrio (dall’equazione di stato dei gas, noto il volume
libero della camera di analisi).
Tecnica gravimetrica: la quantità adsorbita si deduce dall’aumento di peso del campione,
misurato con una microbilancia.
Classi di isoterme
È possibile classificare le isoterme in sei categorie IUPAC:
I. Materiali microporosi (ads. limitato ad un monostrato) oppure
chemisorbimento. (nel caso basta fare la prova di
desorbimento e vedere se c’è parte di adsorbato mancante)
II. Materiali non porosi o macroporosi.
III. Adsorbimento con interazioni deboli .
IV. Materiali mesoporosi (condensazione nei capillari e isteresi).
V. Materiali mesoporosi ed interazioni deboli.
VI. Adsorbimento multistrato su materiali non porosi / non
omogenei.
Guardando la forma dell’isoterma è possibile stabilire quanto è poroso il materiale. Se la natura
dei pori è mista, l’isoterma sarà un misto di queste 6 fondamentali.
Equazione di Langmuir
Si basa su tre ipotesi:
1. La superficie del materiale contiene un numero costante di siti di adsorbimento
equivalenti. (superficie omogenea e equipotenziale di adsorbimento)
2. Ogni sito è in grado di interagire con una molecola.
3. Le molecole di gas adsorbito non interagiscono tra loro (assenza di interazioni laterali).
Modello di Langmuir– derivazione cinetica
Si definisce grado di ricoprimento θ (frazione di superficie occupata) il rapporto tra la quantità
adsorbita a una certa pressione e la quantità adsorbita per formare un monostrato (che per
un’isoterma di tipo I è praticamente pari alla quantità massima adsorbita).
È possibile descrivere la cinetica di adsorbimento e quella di desorbimento come:
Cinetica di adsorbimento:
Cinetica di desorbimento:
All’equilibrio le due velocità sono uguali:
Equazione di Langmuir
q = quantità adsorbita
qm= quantità adsorbita per formare un monostrato
p = pressione
b = coefficiente di affinità
Plottando p/q in funzione di p i punti sperimentali sono disposti su una retta. Il fitting è più
semplice. Se il fitting non è una retta allora siamo sicuri che non segue il modello di Langmuir.
Mediante una regressione lineare è possibile ricavare b e qm.
Isoterma di tipo II
Tipica di materiali macroporosi (o non porosi)
Adsorbimento multistrato
La q adsorbita diverge perché a prel prossima a 1
(pressione di condensazione) l’azoto comincia a
condensare nella camera di analisi (il che sembra rivelare
erroneamente una quantità adsorbita molto alta).
Quest’isoterma può essere modellata (in un suo tratto)
tramite l’equazione BET.
Vale per macroporosi e non porosi. La molecola, nel caso di
assenza di pori, vede la particella su cui si poggia come piatta. Allo stesso modo se si poggia in
un macroporo. Per questo l’interpretazione è la stessa.
Per valutare la porosità di un solido macroporoso non userei l’adsorbimento di gas, ma
l’intrusione a mercurio. Tuttavia la tecnica ad adsorbimento di gas la posso usare come
conferma e posso vedere se oltre ai macropori ci sono anche micro/mesopori.
Equazione BET
Dovuta a Brunauer, Emmet e Teller. Ipotesi alla base del modello:
Adsorbimento multistrato.
Superficie uniforme.
Il calore di adsorbimento del primo strato è maggiore di quello degli strati successivi.
Il calore di adsorbimento degli strati successivi è pari al calore di liquefazione.
Le molecole di adsorbato di uno stesso strato non interagiscono tra loro (assenza di
interazioni laterali).
Isoterma di tipo IV
Tipica dei materiali MESOPOROSI.
Adsorbimento multistrato.
Fenomeni di condensazione capillare.
C’è la presenza di un’ISTERESI la cui forma dipende da
forma e tortuosità dei pori.
Condensazione capillare
La condensazione capillare produce la liquefazione del vapore
all’interno dei mesopori a pressioni minori della tensione di
vapore del liquido.
Man mano che si procede con l’adsorbimento, il raggio dei pori
all’interno del campione diminuisce (per i layer di azoto
adsorbiti per fare multistrato).
Ad un certo punto il raggio sarà talmente piccolo da creare
un’occlusione, formando un menisco: l’equazione di Kelvin
mostra che la pressione del vapore in equilibrio con il liquido è minore della pressione di
saturazione.
La forma
dell’isteresi
Dalla forma dell’isteresi è in teoria possibile ottenere ulteriori
informazioni sul tipo di porosità: