Densità di un materiale
Il concetto di densità è piuttosto intuitivo: la densità si definisce come rapporto tra la massa di un
oggetto ed il suo volume, e generalmente si esprime in g/cm3. Il significato del risultato di
quest’operazione è però meno scontato: che informazione otteniamo dal calcolo della densità di
un materiale? Inoltre… la massa è un concetto chiaro, ma cosa intendiamo per volume? Infine… da
cosa dipende la densità di un materiale? I materiali, come stiamo imparando, sono più complessi
di quanto sembri, e così anche il concetto di densità può essere declinato in vari modi, per
adattarsi alla loro complessità.
Dall’ideale al reale
Misure di densità
Conoscere la densità di un materiale può essere importante per tante ragioni… …ma quale densità
ha senso misurare?
Dipende dall’applicazione:
• La densità teorica (cristallografica) è un riferimento assoluto, utile ad esempio a chi lavora con
materiali monocristallini
• La densità reale (apparente, nel caso di materiali porosi) è utile ai progettisti per stimare il peso
del prodotto finale
• La densità assoluta è utile, ad esempio, nelle operazioni di sinterizzazione di materiali (dove
l’obiettivo è ottenere porosità nulla)
• Densità reale, apparente e teorica sono importanti nel caso di solidi porosi, per stimare la natura
e l’estensione della porosità
IMPORTANTE: dalla misura delle densità è possibile ricavare il volume dei pori (aperti e chiusi).
Vediamo un esempio di procedure per la misura di queste tre densità, secondo la norma UNI
11060: «Beni culturali - Materiali lapidei naturali ed artificiali - Determinazione della massa
volumica e della percentuale di vuoti»
Metodo picnometrico
La misura della densità assoluta si effettua tramite un picnometro:
Si macina il campione fino ad ottenere una polvere fine (si distrugge tutta la porosità)
Si pesa il picnometro vuoto con il tappo (mp)
Si inserisce il campione all’interno, si tappa e si pesa di nuovo (m 1 = mp + mc)
Si aggiunge un opportuno liquido densimetrico fino a riempire completamente il
picnometro e lo si pesa (m2 = mp + mc + mL)
Conoscendo il volume Vp del picnometro è possibile calcolare la
densità come:
m1 – mp = massa campione;
Vp *ρliquido = massa di tutto il liquido che il picnometro può contenere
m2 – m1 = massa di tutto il liquido che il picnometro può contenere meno la massa del liquido che
occupa un volume pari a quello del campione
Vp *ρliquido – (m2 – m1) = massa del liquido che occupa un volume pari a quello del campione
Esercitazione
Il metodo picnometrico per il calcolo della densità assoluta è ovviamente valido anche per
materiali non porosi:
Effettuare una misura con un picnometro artigianale su oggetti a scelta (es. monete, viti,
ecc) e determinarne la densità apparente.
La misura dev’essere ripetuta 5 – 7 volte.
Riportare i dati (m1, m2, mp, Vp) in forma tabellare e determinare media e scarto tra le
misure. Produrre un breve report dell’esperienza (corredato di fotografie).
Suggerimenti:
Prestare attenzione a dimensionare bene l’esperimento (bisogna ad esempio trovare il
giusto rapporto tra volume del picnometro e volume del campione da inserire)
Misurare bene il volume del picnometro
Considerare anche la sensibilità della bilancia ed il suo fondo scala
N.B. il liquido densimetrico non deve essere un solvente per il campione
Materiali porosi
Materiali porosi
Porosità: è una proprietà dei materiali che ne indica la quantità di «vuoti». Può essere misurata ed
espressa come: Vp/Vm
Vp = volume dei pori; Vm = volume del materiale
La porosità può essere:
I materiali si distinguono secondo la classificazione IUPAC in base alla dimensione dei pori in:
Porosimetria
La porosimetria permette di ottenere informazioni sulla porosità aperta (accessibile) all’interno di
un campione. È una tecnica che ci permette di valutare il volume dei pori, la loro forma e
distribuzione.
La tecnica consiste nell’iniettare all’interno dei pori un liquido, e misurare:
la pressione necessaria
Il volume iniettato
Da questi dati si ottengono informazioni circa la porosità del campione.
IMPORTANTE: affinché la tecnica funzioni, la quantità intrusa nei pori deve essere funzione della
SOLA PRESSIONE! È necessario quindi utilizzare un liquido che non bagni il campione e non entri al
suo interno (eliminando i possibili effetti di risalita capillare). Il liquido più utilizzato è il mercurio: si
parla pertanto di porosimetria ad intrusione di mercurio.
Bagnabilità: un liquido bagna un solido se la goccia si apre molto sulla superficie (es. acqua sul
pavimento). Un solido non è bagnabile se le gocce si chiudono in sfere (es mercurio). Ha a che
fare, nel caso dell’acqua, con l’idrorepellenza.
Teoria
Il mercurio penetra nei pori secondo una relazione che lega la pressione
applicata ΔP alle dimensioni del poro. Tale relazione è detta equazione di
Washburn:
γ: tensione superficiale del mercurio
rp: raggio del poro
θ: angolo di contatto tra mercurio e campione
A rigore, l’equazione vale se i pori sono cilindrici (questa è una forte
approssimazione)
Esecuzione della prova
1) Il campione è posto in una provetta di analisi detta
“penetrometro”, che viene montata sul porosimetro.
2) All’interno del penetrometro viene fatto il vuoto.
3) Il penetrometro viene riempito di mercurio.
4) Applicando una pressione, il mercurio penetra nei pori.
5) All’aumentare della pressione applicata, il mercurio penetra in
pori sempre più piccoli
Parametri misurati
Dall’equazione di Washburn è possibile calcolare il
raggio dei pori del campione in funzione della
pressione applicata, se si misurano:
1. Pressione
2. Angolo di contatto θ
Sarebbe necessario misurare anche la tensione superficiale γ, ma in genere questo valore è
tabellato. È possibile misurare anche il volume intruso in funzione della pressione per avere
informazioni sulla distribuzione dei pori
Modalità di prova
La prova può essere eseguita secondo tre modalità:
Scanning mode: la pressione viene fatta variare linearmente con il tempo e la misura del volume
viene effettuata ad intervalli regolari
Equilibration time:
Curva di porosimetria
L’informazione restituita dallo strumento è
rappresentata da una curva cumulativa che riporta il
volume dei pori in funzione della pressione applicata
al campione, o – dato più significativo – del diametro
dei pori. Si noti che la curva presenta isteresi: in
generale i punti relativi alla prova di intrusione non
corrispondono a quelli relativi alla prova di
estrusione. L’isteresi ci dà informazione sulla
geometria dei pori.
N.B.: è buona norma fare 2 prove consecutive sullo
stesso campione. Se le curve di isteresi sono le
stesse, il campione non si è danneggiato. (Ripetibiità)
Più i pori sono piccoli, più tempo ci vuole per raggiungere l’equilibrio. Al variare della modalità di
esecuzione della prova i risultati possono variare anche sensibilmente: è consigliabile
standardizzare la procedura. (scanning mode serve per farsi un’idea della porosità. Set rate è più
accurato poiché si aspetta che il mercurio entri nei pori)