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A cura di Michele Pazzaglia

IL CALIBRO
Dispense integrative al libro di testo
Classi 1°
IIS Baldelli Città di Castello

METROLOGI
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Prima di entrare nel dettaglio sul funzionamento del calibro, vediamo dei
concetti fondamentali non solo per l’utilizzo del calibro ma per tutti gli
strumenti di misura:
. Campo di Indicazione
. Campo di Misura
. Accuratezza
. Precisione
. Incertezza della misura
. Sensibilità
. Risoluzione

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Campo di Indicazione e misura ( range) : è dato dall’intervallo Valore Max - Valore Min di valori
che lo strumento è in grado di misurare.
PORTATA: massimo valore misurabile

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Proviamo a capire in maniera semplice la differenza fra i due termini:
supponiamo di avere una bilancia che possa pesare al massimo 200kg
e che come pesata minima abbia 5 kg. Quindi se ad esempio pesassi un
corpo con massa 2Kg la bilancia non si muoverebbe.
In maniera analoga, se pesassi un corpo con massa 400 Kg, la bilancia
200 Kg non darebbe una lettura corretta perché oltre i 200 Kg non riesce a
pesare. Quindi:
Portata = valore max misurabile = 200Kg
Campo di misura = Valore Max -Valore Min = 200 - 5 = 195 Kg
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Accuratezza : esprime di quanto si scosta la misura dal valore vero o di riferimento. Si può migliorare
facendo frequenti tarature.

Precisione: variabilità che ottengo dai dati di misure ripetute. Se eseguo dieci misure dello stesso pezzo
e ottengo dieci misure diverse ho poca precisione, se ottengo dieci misure uguali ho ottima precisione.

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INCERTEZZA : intervallo di valori entro cui si trova il valore vero (es 5mm ± 0,03mmm).

SENSIBILITÀ: il più piccolo valore leggibile da uno strumento.

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ERRORE
Non esistono misurazioni perfette, nella realtà, tutte le misure che vengono effettuate si
portano dietro delle imperfezioni dovute a fattori operativi, strumentali e ambientali.
Operativi: l’operatore con un posizionamento non corretto dello strumento può generare
errore (es. obliquo/perpend. )
Pressione eccessiva: premendo troppo si può deformare l’oggetto da misurare
Presenza di sporco: lo spessore dei residui altera la misura
Errore di Parallasse: l’operatore legge lo strumento di misura in posizione non corretta.

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Cos’è un calibro a corsoio? E a cosa serve?

Il calibro è uno strumento utilizzato per le misure di lunghezza. È stato


inventato nel 1631 dal francese Pierre Vernier, che perfezionò l’invenzione
del nonio, la parte graduata e scorrevole che consente di leggere le misure
più piccole dell’unità (quindi nel nostro caso del millimetro).
Il calibro a corsoio si utilizza per
misurare larghezze, profondità, distanze tra facce piane e per misure di
diametri; più in generale il calibro serve a misurare la distanza tra due
punti in direzione parallela all’asse del calibro.

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L’unità di misura del calibro Vernier è fornita nel sistema


metrico, quindi millimetri e nel sistema
anglosassone, pollici, oppure in entrambe; vedremo nel
seguito un esempio dei tre casi.Il calibro presenta, inoltre
una risoluzione decimale, ventesimale, cinquantesimale
e centesimale. Questo significa che il calibro decimale
consente di leggere fino ai decimi di millimetro, cioè una
cifra dopo l’unità (XXX,Y), il calibro ventesimale legge
fino a 1/20 di millimetro, cioè 0,05 mm, per esempio
XXX,YZ, dove Z è 0 o 5; il calibro cinquantesimale legge
fino a 0,02 mm e l’ultimo tipo, il centesimale, fino a 1/100
mm, cioè 0,01 mm.

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Parte fissa Corsoio

Come è fatto il calibro a corsoio?

Il calibro a corsoio è costituito da due parti, due


regoli graduati che scorrono in direzione assiale
uno sull’altro, dotati di appendici, dette becchi,
utilizzate come riferimenti, o battute, per la
distanza dei punti da misurare.
La parte dove è incisa la graduazione principale,
cioè le varie tacche che suddividono il campo di
misura, è detta “parte fissa” o “corpo“, mentre la
parte mobile che ospita il nonio è chiamata
“corsoio“: da qui il nome di calibro a corsoio.

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Per fare chiarezza spendiamo qualche parola


sul nonio (o verniero, dal nome di Vernier
che ne perfezionò la definizione). Il nonio è
una parte del calibro dotata di una riga
graduata utilizzata per valutare le frazioni
dell’unità di misura. Per esempio nel caso di
calibro ventesimale (1/20 mm) la lunghezza
del nonio è di 39 mm e ogni tacca
corrispondente a numero intero indicato nel
nonio ha una lunghezza di 39/10 mm.

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Come si usa il calibro a corsoio?


Il calibro a corsoio funziona, come detto, per la misura di 3 tipi di lunghezze: dimensioni
esterne (larghezza, lunghezza, spessore, distanza tra 2 superfici, diametro esterno), dimensioni
interne (diametro interno, distanza interna tra 2 superfici) e profondità (profondità di fori, cave,
sedi,..).
La parte mobile, il corsoio, scorre sulla parte fissa quando i becchi sono allontanati fino a toccare
le superfici da misurare. Lo scorrimento avviene attraverso una rotella o una leva con una molla,
detta leva frizionata, che ne blocca la posizione al valore misurato; inoltre, è spesso presente nella
parte alta del calibro e principalmente per quelli a rotella anche una vite di chiusura, che serve ad
assicurare la posizione del corsoio e, quindi, a fissare il valore misurato. Spesso, infatti, le misure
sono realizzate in posizioni scomode e la riga graduata non è visibile: attraverso la vite di chiusura
si assicura che il valore misurato non cambi quando il calibro è portato davanti agli occhi per la
effettuare lettura.

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Prima di misurare una dimensione con il calibro è necessario considerare la portata dello strumento,
ossia la massima dimensione misurabile con lo stesso calibro Vernier. Sostanzialmente, la parte fissa dello
strumento dove è riportata la riga graduata ha un valore massimo in millimetri o pollici di fine corsa, che
rappresenta proprio la massima distanza di apertura dei becchi; in alternativa la portata può essere
espressamente indicata tramite incisione o stampaggio sul corpo stesso del calibro.
Il secondo passo è identificare che dimensione si vuole misurare, che, come detto, può essere una
dimensione esterna, una dimensione interna o una profondità:
1. se la dimensione è esterna si devono utilizzare i becchi principali, ossia quelli che hanno le superfici
piane rivolte verso l’interno;
2. se la dimensione è interna si devono utilizzare i becchi della parte superiore, ossia quelli che hanno
le superfici piane rivolte all’esterno dello strumento;
3. se la misura è di una profondità, allora si deve utilizzare l’asta uscente dalla parte bassa del calibro a
corsoio.

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MISURA DI DIMENSIONI ESTERNE


Come accennato in precedenza, il calibro Vernier universale assolve anche la funzione di misura di
dimensioni esterne.
La prima operazione da fare per misurare un pezzo è quella di aprire i becchi dello strumento facendo
scorrere il corsoio sul corpo fisso in modo da avere lo spazio sufficiente per “abbracciare” la zona sotto
indagine. L’operazione successiva è quella di stringere i becchi fino a quando le superfici dei becchi
stessi e dell’oggetto da misurare sono parallele; in realtà con il calibro si misurano anche oggetti di
forma circolare, ellissoidale o altro. Vediamo alcuni casi di posizionamento dei becchi corretti e altri
assolutamente sbagliati:

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MISURA DI DIMENSIONI INTERNE


La misura di dimensioni interne con il calibro Vernier universale si effettua utilizzando
i becchi superiori, cioè quelli che mostrano le superfici parallele rivolte verso l’esterno.
In questo caso i becchi vanno inseriti all’interno del foro o tra le due superfici parallele da
misurare.

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MISURA DI PROFONDITA’
Le misure di profondità sono realizzate utilizzando l’asta agganciata al corsoio del calibro,
che spostato verso l’esterno fa uscire l’asta dal corpo fisso dello strumento.
La misura di profondità si realizza appoggiando la parte inferiore piana del calibro su una
superficie a sua volta piana che funge da riferimento; poi si spinge verso il basso il corsoio fino
a quando l’estremità dell’asta non raggiunge la seconda superficie di riferimento.

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Nota: la superficie rossa e la superficie


verde devono essere parallele e in
contatto con i componenti del calibro in
modo da evitare errori di misura.
Nell’immagine seguente sono
rappresentate due situazioni che
conduco a una condizione di misura
errata: mancanza di contatto dell’asta
con la superficie e mancato parallelismo
tra battuta dello strumento e superficie
di riferimento.

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I calibri, a seconda della loro sensibilità possono darci misure


diverse dei decimali. Vediamo come si classificano e cosa ci
permettono di misurare:

Divisioni del nonio Sensibilità

DECIMALE 10 1:10=0,1 mm

VENTESIMALE 20 1:20= 0,05 mm

CINQUANTESIMALE 50 1:50 = 0,02 mm

CENTESIMALE 100 1:100= 0,01 mm

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Decimale
9 mm 10 parti 0,9 mm 0,1 mm
semplice

Decimale
19 mm 10 parti 1,9 mm 0,1 mm
doppio

Percorso A • La metrologia 1
Lo 0 e il 10 del nonio sono allineati perfettamente con un trattino della scala fissa, il quale individua
ra in millimetri: si tratta allora di un numero intero. In questo caso lo 0 del nonio coincide con la grad
8 mm dell’asta fissa: dunque la misura è 8,00 mm.

Lettura con nonio ventesimale semplice

2 Area 1 • La misurazione e i materiali


Ventesimale
39 mm 20 parti 1,95 mm 0,05
doppio

Cinquante-
49 mm 50 parti 0,98 mm 0,02
simale

Schema riepilogativo delle caratteristiche dei vari tipi di nonio

Ecco come si procede nel rilevamento di una misura con il nonio ventesimale, quello di solito più adop
Si effettua la lettura sulla scala fissa millimetrica in corrispondenza dello 0 del nonio: se quest’ultimo co
esattamente a una tacca millimetrica, allora la lettura è terminata e la misura è intera; se invece lo
nonio non corrisponde perfettamente a una tacca della scala millimetrica fissa, vuol dire che la misura
cimale. Il suo valore sarà pari ai millimetri (letti sulla scala fissa) che precedono lo 0 del nonio + il
della tacca (è unica) del nonio che corrisponde precisamente a una tacca millimetrica fissa.

ESEMPI DI MISURAZIONE CON IL NONIO VENTESIMALE

Esempio 1
Lo 0 e il 10 del nonio sono allineati perfettamente con un trattino della scala fissa, il quale individua la
ra in millimetri: si tratta allora di un numero intero. In questo caso lo 0 del nonio coincide con la gradu
8 mm dell’asta fissa: dunque la misura è 8,00 mm.

Lettura con nonio ventesimale semplice

2 Area 1 • La misurazione e i materiali


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1. Lettura nel sistema internazionale (metrico mm)

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La lettura della lunghezza misurata viene effettuata in due fasi:

1) nella prima si leggono i millimetri interi a sinistra dello 0 del nonio (la linea
blu sul 22 nell’esempio di slide 29);

2) si leggono poi i decimi di millimetro, cercando quale asta del nonio coincide
con quella della parte fissa. Nel nostro caso la coincidenza avviene in
corrispondenza della prima linea dopo il 5 (ovvero 11 tacche dopo lo 0)

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5 0.55 0.6 0.65 0.7 0.75 0.8 0.85 0.9 0.95 1

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Lettura nel sistema anglosassone (pollici)

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Un cenno al calibro digitale

Sempre più diffusi sono i calibri digitali, dove il risultato della misura è mostrato su un display che
tipicamente ha risoluzione di 0,01 mm. Oltre al display sono presenti alcuni tasti che consentono
l’accensione e lo spegnimento della schermo (all’interno dello strumento c’è una batteria a
bottone che lo alimenta), l’azzeramento o settaggio dello zero in qualsiasi posizione e, infine,
anche il salvataggio delle misure per i modelli più avanzati.

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ESERCITAZIONE

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Esempi Di Misurazione Con Il Nonio Decimale

Esempio 1
Lo 0 e il 10 del nonio sono allineati perfettamente con un trattino della scala fissa, il
quale individua la misura in millimetri: si tratta allora di un numero intero. In questo
caso lo 0 del nonio coincide con la graduazione 3mm dell’asta fissa: dunque la misura
è 3,00 mm.
Esempio 2
Lo 0 del nonio è posto tra due tratti della scala fissa: pertanto la misura è decimale.
Immediatamente a sinistra dello 0 del nonio si legge il tratto della scala fissa: 10
mm. Quindi s’individua il tratto del nonio che coincide con un tratto della scala
fissa, nel nostro caso la decima tacca dopo lo zero (ovvero sia il 5). Il risultato della
misura è: 11 mm + 0,5 mm = 11,5 mm.

0 1 2 3 4 5 6 7
0 0 0 0 0 0 0

0 5 100 1/20
=
0,05
DOMANDE
GRAZIE
DELL’ATTENZIONE

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