Sei sulla pagina 1di 14

RIASSUNTI FISICA:

La fisica è la scienza che ci permette di analizzare le proprietà fondamentali dei


fenomeni naturali e di determinare le leggi. Queste proprietà devono poter
essere osservate e misurare.

Il metodo sperimentale:
il metodo sperimentale è il processo di investigazione su cui si basa la
scienza, cioè il metodo con cui si arriva a conclusioni rigorose riguardo a
fenomeni naturali.
Galilei introdusse l’utilizzo di strumenti di misura per rendere le
osservazioni più accurate e oggettive possibile.
Per prima cosa si osserva il fenomeno; poi si individuano le grandezze
fisiche che lo descrivono misurate con strumenti specifici; si formulano
ipotesi delle relazioni tra le grandezze; si realizzano esperimenti e se
poi essi confermano l’ipotesi, questa diventa legge, altrimenti bisogna
riformulare le ipotesi.
Un principio è più generale di una legge non è per forza espresso da una formula
matematica.
Una teoria è invece un insieme di leggi che riguardano fenomeni simili.
Le grandezze fisiche:
Possiamo chiamare grandezza fisica qualunque proprietà di un sistema
fisico sulla quale possiamo applicare un’operazione di misura. Per
definire una grandezza è sufficiente indicarne il metodo di misura,
ovvero dare una definizione operativa, che consiste nella descrizione
degli strumenti da utilizzare e del procedimento da utilizzare per la sua
misura.
Un’unità di misura deve soddisfare due requisiti:
deve restare costante nel tempo e deve essere facilmente
riproducibile, per essere utilizzata quando necessario. Per esprimere
una misura facciamo seguire al numero ottenuto il simbolo dell’unità
prescelta.
Per esprimere la misura di qualsiasi grandezza la scelta dell’unità di
misura non è unica: si possono utilizzare multipli e sottomultipli, più
adatti alle dimensioni della grandezza da misurare
Grandezze fondamentali e derivate e dimensioni fisiche:
La misura di una grandezza fisica è diretta se può essere eseguita per
confronto con un campione di unità di misura. Tra le grandezze
misurabili direttamente se ne possono selezionare alcune chiamate
grandezze fondamentali e da cui derivano chiamate grandezze
derivate.
Il termine dimensioni ha un’eccezione particolare : due dimensioni
hanno le stesse grandezze fisiche se sono omogenee fra loro, ovvero
se possono essere misurate in rapporto alla stessa unità di misura o se
possono essere sommate e confrontate fra loro.
I sistemi delle unità di misura:
Il prima sistema in assoluto fu quello di Gauss, che mostrò che tutte le
grandezze della meccanica possono essere ricondotte a tre sole
grandezze fisiche: la lunghezza(l), la massa(m), e il tempo(t).
Le unità di misura scelte furono il centimetro(cm), il grammo(g) e il
secondo(s).
Nel 1960, poi, fu introdotto un sistema utilizzato adesso ovunque,
chiamato Sistema Internazionale (SI) dove le grandezze fondamentali
sono sette:

.
Notazione scientifica:
la scrittura di un numero in base alle potenze di dieci prende il nome di
notazione scientifica esponenziale. La potenza ha esponente positivo
se si tratta di numeri maggiori di 1 e negativo se si tratta di numeri
minori di 1.
L’ordine di grandezza di un numero maggiore di uno è la potenza di 10
che meglio approssima il numero stesso. Se il numero decimale che
precede la potenza di 10 è maggiore di 5, aumenta di uno la potenza; se
è minore, invece, non cambia.
Misure dirette e indirette:
Misurare indirettamente una misura vuol dire ricavarne il valore
attraverso una relazione matematica(formule geometriche o
attraverso leggi fisiche) che la lega ad altre grandezze, dopo aver
eseguito la misura di quest’ultime a partire da grandezze misurate
direttamente, mentre misurare direttamente una misura equivale a
confrontare una grandezza con un campione di misura omogeneo
assunto come unità di misura. (esempio: la misura della massa di un
corpo effettuata con una bilancia a bracci uguali; si esegue uguagliando
la massa incognita con un certo numero di masse campione)
MISURE DI AREA: si può misurare direttamente per confronto con un
campione di superficie. E’ più pratico però determinare la stessa area
indirettamente, misurando base e altezza e applicando le formule della
geometria.
MISURE Di VOLUME: il volume di un liquido può essere misurato in
maniera indiretta attraverso un cilindro graduato, invece il volume di un
solido dalla forma irregolare può essere misurato immergendolo nel
liquido contenuto dal cilindro graduato.
MISURE DI DENSITA’: per misurare la densità si determinano la massa e
il volume di un corpo e poi si calcola il rapporto fra le due grandezze. (d
—m/V).
Errori di misura:
Le operazioni però non ci danno il valore vero, ma ci consentono di
stimare il valore più attendibile.
Caratteristiche degli strumenti di misura:
I valori estremi di misura sono la portata e la sensibilità.
la portata o fondoscala di uno strumento di misura è il massimo valore
della grandezza che uno strumento è in grado di misurare. (quanto è
lungo lo strumento cm)
La sensibilità è invece il minimo valore che uno strumento è in grado di
apprezzare. (mm)
La prontezza è la velocità in cui noi abbiamo la nostra misura.
Una misura è invece precisa quando essendo ripetuta più volte nelle
stesse condizioni da valori molto vicini l’uno dall’altro. Uno strumento
preciso è quello che è di fronte a misure ripetute della stessa grandezza, al 99,9% ci
da misure uguali e quindi giuste(str.ideale). Invece lo str.reale per vari fattori
(granelli di polvere, inclinazioni) possono non fornire sempre lo stesso valore gli
strumenti. La prontezza è correlata alla velocità della misura che si ottiene. Più è
piccolo il tempo entro cui lo strumento misura, più è pronto lo strumento. Il
termometro al mercurio è il meno pronto perché si deve aspettare cinque minuti .

Ci sono vari errori dovuti ai limiti dello strumento :


Errori di sensibilità:
l’errore di sensibilità di uno strumento di misura è l’incertezza sulla
misura dovuta alla sensibilità dello strumento.Errore che commetti
a causa della sensibilità. Se la sensibilità è molto elevata non siamo più
in grado di valutare un’incertezza. ESEMPIO: voglio misurare una penna
con un righello, che ha i cm come limiti di sensibilità. Misurando la
penna mi esce tra 5 e 6. Gli intervalli del righello sono di 1cm. Se si
prende un righello con i mm con i limiti vediamo la misura più precisa,
quindi eliminiamo l’errore. 5,5cm piu o meno 5,5cm.

Errore casuale:
l’errore casuale è l’incertezza sulla misura che dipende da fattori
imprevedibili. Questi possono alterare sia per eccesso che per difetto il
valore della grandezza misurata. Se misuri due volte la penna non
usciranno mai le stesse misure. Se lasci cadere una pallina e vuoi
cronometrare il tempo in cui cade e tocca terra, non possiamo misurare
perfettamente il tempo che ci impiega. Perché non possiamo azionare il
cronometro nell’istante preciso in cui cade la pallina. Quindi ci sarà
sempre un errore, che può essere ridotto ma non puo mai essere
eliminato.
Cos’è uno strumento tarato?
La taratura è un’operazione che permette di definire le caratteristiche
metrologiche di uno strumento, allo scopo di stabilirne la
precisione. La taratura viene solitamente eseguita una volta all’anno da
un ente certificato. Gli strumenti tarati possono essere analogici, quindi costituiti
da un equipaggiamento mobile quindi un’aghetto che si muove lungo la scala
graduata, E digitali che hanno un display alfanumerico
Media:
la media è un singolo valore numerico che descrive sinteticamente un
insieme di dati. Esistono varie tipologie di media che possono essere
scelte per descrivere un fenomeno. Somma di tutti i valori diviso il
numero dei valori che abbiamo.

Deviazione standard e semidispersione:


La semidispersione viene solitamente utilizzata quando le misure sono
poche. La semidispersione è il valore più alto meno il più basso diviso
2.
Ma quando i valori misurati sono numerosi è preferibile utilizzare la
deviazione standard. La deviazione standard è più sensibile ad
apprezzare anche lievi variazioni delle misure. Essa rappresenta l’errore
massimo attribuibile alla misura. (errore casuale)
La deviazione standard è la radice quadrata della varianza. (La varianza
è la media aritmetica dei quadrati degli scarti delle singole misure dal
valore medio).
Il valore che trovo con la semidispersione è l’errore massimo che
possiamo trovare.
Errori sistematici:
influenzano il risultato della misura sempre nello stesso senso e non
possono pertanto venire compensati facendo la media di più
misurazioni. Gli errori sistematici possono essere sempre determinati e
risulta così possibile apportare le opportune correzioni al risultato o
almeno individuare l’incertezza del risultato. Altera il valore della
grandezza misurata o per eccesso o per difetto. Può essere eliminato
sommando o sottraendo il numero al valore. Ad esempio l’errore
sistematico può dipendere dalle deformazioni dell’oggetto. Per
esempio il cronometro può essere che non si ferma perfettamente allo
0 ma anche all’1. Quindi ad ogni misura che eseguiamo dobbiamo
sottrarre 1 cosi si elimina l’errore sistematico.
L’errore sistematico avviene quando abbiamo adoperato un metodo di misura sbagliato o
strumenti malfunzionanti
ad es. un cronometro per riessere utilizzato deve essere riazzerato, ma se è rotto l’ago invece di
tornare a 0 si ferma a 1, bisogna eliminare l’errore sottraendo o sommando 1 alla misura ottenuta.

ERRORE DI PARALLASSE:
solamente se si guarda dall’alto la misura sarà corretta, mentre se si
guarda da un lato, o da sinistra o da destra inclinandolo, si vede la
proiezione. L’errore di parallasse: bisogna porsi davanti allo strumento perché
l’ago se lo guardiamo da un lato o a destra o sinistra ci sembrerà o più avanti o un
po’ più indietro sembrando leggermente distante dalla scala graduata. Quindi
bisogna far coincidere l’ago sulla scala graduata.

ERRORE MASSIMO:
Si fa con la semidispersione; misurando tutte le misure bisogna
prendere la misura maggiore meno quella minore e fare tutto diviso
due.

L’errore assoluto:
Se la grandezza è stata misurata poche volte si assume come errore
assoluto la differenza fra il valore massimo e il valore minimo ottenuti.
Errore assoluto combacia con la sensibilità quando abbiamo una sola
misurazione. Errore maggiore che puoi commettere.
Errore assoluto = errore relativo x la media.
Errore relativo:
E’ il rapporto tra l’errore assoluto e il valore medio della misura-
Er =Eass: Vmed .
L’errore relativo in genere è un numero puro, infatti ci permette di
confrontare anche misure in cui non sono necessari campioni
omogenei, e in genere è un numero piccolo. Ci interessa sapere qual è
l’errore più basso.
Si può usare la percentuale.
Errore percentuale: errore assoluto per 100.
Rappresentazione di dati sperimentali:
Prendiamo tantissime misure x e y (500,1000…)
Equazione retta: y-k per x (k coefficiente angolare)
Direttamente proporzionali: y/x =k quando il rapporto è costante sono
direttamente proporzionali

Indirettamente proporzionali: x per y= k. E. y= k/x Iperbole


equilatera

dobbiamo fare prima il grafico x/y


La formula base sarebbe y--x+un numero
I valori si mettono in tabella.
All’aumentare di uno aumenta anche l’altro- direttamente
proporzionale. (P—MxG)

(D—V/M) se aumenta la massa, il volume diminuisce--- quindi sono


indirettamente proporzionali.
Se le misure sono indirettamente proporzionali sul grafico ci sarà
sempre un’iperbole equilatera.
PROPAGAZIONE DEGLI ERRORI:
la propagazione degli errori si verifica nelle misure indirette. Per
esempio per misurare l’area A di un tavolo di lati l1 e l2 si applica la
formula A=l1l2. Poiché le misure l1 e l2 sono affette da errore , anche
quella di A lo è: si dice che gli errori l1 ed l2 si propagano ad A.
Dalla teoria degli errori discendono due semplici regole per ricavare
l’errore di una misura indiretta.
ERRORE SULLA SOMMA O DIFFERENZA DEI VALORI MISURATI:
se M=M1 più M2 oppure M=M1 meno M2 allora l’errore assoluto su M è
uguale alla somma degli errori assoluti sui singoli termini.
ERRORE SUL PRODOTTO O QUOZIENTE DEI VALORI MISURATI:
se M=M1 per M2 oppure M=M1/M2 allora l’errore relativo su M è uguale
alla somma degli errori relativi sui singoli fattori.

Se devo confrontare due errori con metodi di misure diverse, devo confrontare con
la formula dell’errore relativo, che mi dice quale tra queste due misure è la migliore.
Le misura che otteniamo poi sono numeri puri e la più piccola è quella più precisa.
L’errore relativo percentuale si fa moltiplicando l’errore relativo x 100. . In questo
modo, con la percentuale, è più semplice confrontarli.
GRANDEZZE LINEARMENTE PROPORZIONALI:
Si usa per fare le misurazioni con l’errore assoluto. Aggiungo l’errore
assoluto e trovo la misurazione all’interno della retta.
LA GRANDEZZA NON PASSA PRT L’ORIGINE MA PER UN PUNTO
QUALSIASI.
Al posto del punto mettiamo dei rettangoli.
Quando ho più misurazioni—per ogni misurazione facciamo i quadrati e
dovremmo vedere che la retta deve venire in mezzo a tutti i quadrati.
ESEMPIO:
PROPAGAZIONE DEGLI ERRORI:
se devo confrontare delle misure omogenee(stesse grandezze).
Quando dobbiamo confrontare due strumenti o metodi di misura
diversi e gli errori sono assoluti non riusciamo a capire qual è il migliore.
FORMULE DELLA PROPAGAZIONE DEGLI ERRORI: si riferisce alle
misure indirette.

Grandezze scalari e vettoriali: esistono grandezze, come il tempo, in cui basta avere
un numero che definisce completamente la grandezza, chiamata grandezza scalare.
Per lo spostamento invece abbiamo bisogno di un numero che si chiama modulo, di
una direzione (che è una retta) e un verso (che è la freccia) Possiamo rappresentare
questa grandezza quindi con un vettore la cui lunghezza è proporzionale al modulo,
la direzione che è data dalla retta e il verso dalla freccia. Per conoscere una
grandezza vettoriale devo conoscerli tutti e 3 qst elementi.
Es. sulla distanza: Se una persona si perde ma sa di aver percorso una distanza di 5
km da un luogo a un altro, bisogna controllare tutti i punti(luoghi) che si trovano in
una circonferenza di raggio di 5 km. Se questa persona conosce anche la direzione, si
può limitare la ricerca di questa persona in due punti. Se si conosce anche il verso su
quella direzione, si conosce del tutto la grandezza vettoriale.

VETTORE SPOSTAMENTO: il vettore spostamento, che permette di


individuare la posizione finale A di un punto di movimento rispetto alla sua
posizione iniziale O, è il segmento orientato da 0 ad A. Tale vettore è
completamente definito una volta assegnati la sua lunghezza la sua direzione e il
suo verso. La lunghezza del segmento OA è chiamata anche modulo del vettore
spostamento.( indicata con s)

Per rappresentare graficamente un vettore spostamento si usa una freccia: la


direzione della freccia e il suo verso devono riprodurre la direzione e il verso dello
spostamento mentre la lunghezza della retta dev’essere direttamente
proporzionale al modulo dello spostamento.
TRAIETTORIA E PUNTO MATERIALE DI UN OGGETTO:
qualsiasi oggetto ha un’estensione: la sua massa è distribuita in un certo volume.
Quando l’oggetto si muove non tutti i suoi punti si muovono nello stesso modo:
ognuno segue una sua traiettoria. Una traiettoria è quindi la linea continua
formata dall’insieme di tutte le posizioni che un punto in movimento occupa in
istanti successivi.

Se visto da lontano un motoscafo appare come un punto sulla superficie del mare
e le diverse traiettorie della prua, dell’elica e delle sue altre parti diventano
indistinguibili: il motoscafo può essere ritenuto un punto materiale. Si definisce
quindi punto materiale qualsiasi oggetto dotato di massa le cui dimensioni siano
piccole in confronto allo spazio in cui si muove. Il punto materiale è una
rappresentazione semplificata di un oggetto reale, ovvero di un modello che
permette di visualizzare più facilmente il moto d’insieme dell’oggetto.

La parola vettore vuol dire portatore o trasportatore e dalla metà dell’ottocento il


termine viene usato per indicare grandezze caratterizzate non solo dal valore
numerico ma anche da un verso e da una direzione come lo spostamento la
velocità e la forza. Per precisare la lunghezza X è necessario specificare anche
qual è il suo verso. Le direzioni sono infinite perché sono infinite le rette che
passano per O. La direzione è la caratteristica comune di tutte le rette che sono
tra loro parallele mentre il verso fornisce la direzione di come viene percorsa la
retta rispetto ad un sistema di riferimento.
GRANDEZZE SCALARI: LA MASSA LA TEMPERATURA E IL TEMPO
VETTORIALI: VELOCITA’ ACCELLERAZIONE E MOVIMENTO.
SOMMA DI SPOSTAMENTI: sommando due spostamenti aventi la stessa
direzione e lo stesso verso si ottiene uno spostamento nella stessa direzione e
nello stesso verso, con modulo uguale alla somma dei moduli.

SOMMA DI VETTORI
Due vettori qualsiasi, purché rappresentino grandezze omogenee, si sommano con le
stesse regole che valgono per gli spostamenti: il metodo punta-coda o lì equivalente
regola del parallelogramma.

PRODOTTO FRA UNO SCALARE E UN VETTORE


Un vettore può essere moltiplicato per un numero. Il risultato è un vettore di modulo
differente. Se lo scalare moltiplicato è negativo, allora il vettore che si ottiene ha
anche verso opposto rispetto al vettore di partenza.
Un vettore moltiplicato per un numero può cambiare modulo e verso ma non
direzione. Cambia direzione se il numero è negativo. L’operazione di divisine fra un
vettore e un numero equivale al prodotto fra il vettore e il reciproco del numero.
DIFFERENZA DÌ VETTORI
Si può eseguire la differenza di due fattori a e b sia con il metodo punta coda sia con
la regola del parallelogramma applicata alla somma di a e –b.

Potrebbero piacerti anche