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Misura di una grandezza fisica

Misure dirette

Introduzione
In laboratorio abbiamo visto che non è possibile conoscere il valore esatto di una grandezza fisica tramite un
procedimento di misura ma solamente quello più attendibile. Diciamo quindi che una misura è sempre
affetta da una incertezza (o errore). Il termine incertezza è preferibile perché la parola errore può far
intendere che l’operatore abbia sbagliato la procedura di misura, tuttavia non sempre è così.

Possiamo suddividere le incertezze in due categorie:

1. Le incertezze casuali: incertezze che influenzano la misura in modo imprevedibile, a volte per
eccesso altre per difetto, e sono sempre presenti nel processo di misura;
2. Le incertezze sistematiche: sono incertezze che affliggono la misura sempre della stessa quantità
per eccesso o per difetto (errata taratura dello strumento, malfunzionamento dello strumento,
errore di chi esegue la misura, …)

Le incertezze sistematiche, se individuate, possono essere eliminate o ridotte sino a renderle trascurabili.

Le incertezze casuali non sono eliminabili perché imprevedibili e dipendono da molte variabili.

Scrittura di una misura sperimentale


A cause di queste incertezze la misura sperimentale non è un valore ma un intervallo. Se stiamo misurando
una grandezza fisica 𝑥 allora la misura sarà un intervallo che va da un valore minimo a un valore massimo
[𝑥𝑚𝑖𝑛 ; 𝑥𝑚𝑎𝑥 ]. Questa scrittura, tuttavia, non mette in evidenza il valore più attendibile.

Indichiamo con 𝑥 il valore più attendibile e con ∆𝑥 metà della larghezza dell’intervallo. Possiamo descrivere
l’intervallo [𝑥𝑚𝑖𝑛 ; 𝑥𝑚𝑎𝑥 ] con la scrittura 𝑥 = (𝑥 ± ∆𝑥). Il valore ∆𝑥 è l’incertezza della misura.

Come possiamo stimare le incertezze casuali?


Dato che le incertezze casuali avvengono a volte per eccesso, altre per difetto, cosa succede se misuriamo la
stessa grandezza fisica più volte? È ragionevole pensare che questi valori si distribuiscano intorno al valore
più attendibile e che questo coincida con il valor medio delle misure.

Affermiamo quindi che il valore più attendibile è il valor medio delle misure effettuate.

𝑥1 +𝑥2 +⋯+𝑥𝑛
Valor medio: 𝑥=
𝑛
Cosa possiamo afferma dell’incertezza?

Costruendo un istogramma delle misure ripetute si nota che il maggior numero dei dati si concentra attorno
ai valori centrali. Ciò significa che sono rare le misure che si discostano molto, in eccesso o in difetto, dal
valore medio.

Quando le incertezze delle misure sono dovute solo ad errori casuali, e il numero di misure è molto grande,
l’istogramma tende ad assumere una forma simmetrica attorno al valore medio e il suo profilo tende a
diventare una curva a campana chiamata curva di Gauss.

Nel caso di molte misure si può dimostrare che nell’intervallo definito da [ 𝑥 − 𝜎; 𝑥 + 𝜎 ] rientrano circa il
68% dei dati. La comunità scientifica ritiene ragionevole prendere come incertezza la larghezza di questo
intervallo, che chiamiamo scarto quadratico medio. Questo valore si può calcolare tramite la seguente
formula

(𝑥1 −𝑥)2 +(𝑥2 −𝑥)2 +(𝑥3 −𝑥)2 +⋯+(𝑥𝑛 −𝑥)2


Scarto quadratico medio: 𝜎=√
𝑛

Nel caso di poche misure, la distribuzione dei dati non è detto che segua la curva Gaussiana.

Scegliamo come valore più attendibile ancora il valor medio, come incertezza consideriamo l’intera
estensione delle misure.

Chiamiamo semidispersione la metà di questa larghezza e la associamo all’incertezza.

𝑥𝑚𝑎𝑥 −𝑥𝑚𝑖𝑛
Semidispersione: ∆𝑥 =
2

In linea generale è sconsigliato effettuare una singola misura per stimare una grandezza fisica. Tuttavia, se
non ci sono le condizioni per effettuare misure ripetute o non lo riteniamo necessario, possiamo utilizzare
come incertezza la sensibilità dello strumento. Questa non è una regola rigida, lo sperimentatore è
chiamato di volta in volta a chiedersi se questa scelta sia la miglior opzione possibile e se tiene conto di
tutti i fattori che possono influenzare la misura.
Come capiamo se una misura è “buona”?
Una incertezza “grande” o “piccola” non ci permette di capire la bontà della misura. La qualità della misura
dipende dal valore dell’incertezza in relazione alla misura della grandezza fisica.

La misura 𝑙 = (62,0 ± 0,1) 𝑐𝑚 è una buona misura? Cosa dire invece di 𝑙 = (25 ± 10) 𝑐𝑚 ?

Per rendere più oggettivo il concetto di “bontà” della misura è utile calcolare a quale percentuale
corrisponde l’incertezza in rapporto alla misura.

Definiamo l’incertezza relativa come il rapporto tra incertezza e misura

∆𝑥
Incertezza relativa: 𝜀=
𝑥

e l’incertezza relativa percentuale 𝜀% come

∆𝑥
Incertezza relativa percentuale1: 𝜀% = 𝑥
∙ 100

Per distinguere meglio le due incertezze, d’ora in poi, ci riferiremo a ∆𝑥 con il termine di incertezza assoluta.

Riassumendo, una misura sperimentale viene indicata con

𝑥 = (𝑥 ± ∆𝑥) u.m.; 𝜀% = ___%


Dove
• 𝑥 è il valore rappresentativo (per misure ripetute il valor medio)
• ∆𝑥 è l’incertezza assoluta e viene scelta in base al numero di misure
o Misura singola: sensibilità dello strumento (solo se ritenuta ragionevole dallo
sperimentatore)
o Misure ripetute con n < 10: semidispersione
o Misure ripetute con n > 10: scarto quadratico medio
• u.m. è l’unità di misura della grandezza fisica
• 𝜀% è l’incertezza percentuale e viene indicata per indicare la bontà della misura

Tralasciare uno di questi elementi significa avere una informazione parziale.

1
Questa definizione non è nient’altro che il valore dell’incertezza espresso in percentuale rispetto alla misura
∆𝑥: 𝑥 = 𝜀% : 100
Misure e approssimazioni

Come vanno scritte le misure di grandezze fisiche? Con quante cifre?


Le approssimazioni vanno effettuate solamente alla fine delle operazioni, dopo aver determinato le
incertezze.

1. Eseguo le operazioni di misura ed effettuo gli eventuali calcoli nel caso di misure indirette
2. Stimo le incertezze
3. Approssimo l’incertezza ad una sola cifra significativa (la prima cifra a sinistra diversa da zero)
4. Approssimo il valore più attendibile alla stessa cifra decimale dell’incertezza.

Esempi

a) Da una serie di misure di tempo ottengo un valor medio 𝑡 = 1,53248 … 𝑠 e una incertezza di ∆𝑥 =
0,087643 … 𝑠.
Prima approssimo l’incertezza ad una cifra significativa (in questo caso la seconda cifra decimale)
∆𝑥 = 0,09 𝑠. Successivamente approssimo la stima della misura alla stessa cifra dell’incertezza;
quindi, scriviamo 𝑡 = (1,53 ± 0,09) 𝑠
b) Da una serie di misure di pressione ottengo un valor medio 𝑃 = 101354,6742 … 𝑃𝑎 e una
incertezza di ∆𝑥 = 26,01284 … 𝑃𝑎.
Prima approssimo l’incertezza a ∆𝑥 = 30 𝑃𝑎 e successivamente il valor medio 𝑃 = 101350 𝑃𝑎; la
stima è 𝑃 = (101350 ± 30) 𝑃𝑎
Misure indirette
Una misura indiretta è una misura ottenuta tramite calcoli con misure dirette e/o indirette.

Come si stima l’incertezza di una misura indiretta? Dipende dal tipo di calcolo che coinvolge le grandezze.
Vediamo i casi più frequenti con cui avremo a che fare.

Somma e sottrazione di grandezze


Supponiamo di avere due grandezze fisiche con relative incertezze. Le possiamo indicare con (𝐴 ± ∆𝐴) e
(𝐵 ± ∆𝐵). Cosa succede se sommiamo queste due grandezze fisiche? Che incertezza avrà la grandezza data
dalla somma delle due? Individuare l’incertezza significa individuare in quale intervallo sarà compresa la
misura indiretta.

Nel caso di una somma, la nuova grandezza fisica sarà compresa tra un valore minimo dato da

(𝐴 − ∆𝐴) + (𝐵 − ∆𝐵) = (𝐴 + 𝐵 − ∆𝐴 − ∆𝐵) = (𝐴 + 𝐵 − (∆𝐴 + ∆𝐵))

e un valore massimo

(𝐴 + ∆𝐴) + (𝐵 + ∆𝐵) = (𝐴 + 𝐵 + ∆𝐴 + ∆𝐵) = (𝐴 + 𝐵 + (∆𝐴 + ∆𝐵))

Questo significa che la somma delle grandezze fisiche ha una incertezza assoluta data dalla somma delle
incertezze assolute.

In maniera simile si può dimostrare che questo accade anche per la sottrazione di grandezze fisiche.
Possiamo riassumere questa proprietà dicendo che l’incertezza assoluta di una somma o differenza di
grandezze fisiche è data dalla somma delle incertezze assolute.

Moltiplicazione di una grandezza per un numero


Data una grandezza fisica con incertezza, cosa succede se la moltiplichiamo per un numero 𝑘?

Possiamo ragionare in maniera analoga all’addizione. La nuova grandezza fisica sarà compresa tra un valore
minimo

𝑘 ∙ (𝐴 − ∆𝐴) = 𝑘𝐴 − 𝑘 ∙ ∆𝐴
e un valore massimo

𝑘 ∙ (𝐴 + ∆𝐴) = 𝑘𝐴 + 𝑘 ∙ ∆𝐴
Significa che la nuova grandezza fisica ha una incertezza assoluta pari a 𝑘 ∙ ∆𝐴.

Moltiplicazione e divisione di grandezze con incertezza


La derivazione delle incertezze per la moltiplicazione e la divisione risulta essere più complicata. Ci
limitiamo qui a darne le regole. (Lo studente interessato a un contenuto avanzato può trovare una
dimostrazione in appendice.)

Nel caso di moltiplicazione e divisione di grandezze fisiche, si calcola l’incertezza relativa come somma
delle incertezze relative, successivamente si calcola l’incertezza assoluta come ∆𝒙 = 𝜺𝒓 ∙ 𝒙 (formula
inversa della definizione di incertezza relativa)
Ecco le regole, in sintesi, per la propagazione degli errori.
Appendice

Incertezza nel caso di moltiplicazione di grandezze con incertezza


Discutiamo il caso di moltiplicazione. La grandezza indiretta sarà compresa tra un valore minimo di

(𝐴 − ∆𝐴) ∙ (𝐵 − ∆𝐵) = 𝐴𝐵 − 𝐴 ∙ ∆𝐵 − 𝐵 ∙ ∆𝐴 − ∆𝐴 ∙ ∆𝐵
e un valore massimo di

(𝐴 + ∆𝐴) ∙ (𝐵 + ∆𝐵) = 𝐴𝐵 + 𝐴 ∙ ∆𝐵 + 𝐵 ∙ ∆𝐴 + ∆𝐴 ∙ ∆𝐵
Il prodotto ∆𝐴 ∙ ∆𝐵 è notevolmente più piccolo degli altri termini e quindi trascurabile.

L’incertezza del prodotto risulta allora essere ∆(𝐴𝐵) = 𝐴 ∙ ∆𝐵 + 𝐵 ∙ ∆𝐴. Che significato ha questa scrittura?
Non è una semplice somma di incertezze assolute. La relazione assume un significato più immediato se
calcoliamo l’errore relativo dividendo la misura per 𝐴𝐵:
∆(𝐴𝐵) 𝐴∙∆𝐵 𝐵∙∆𝐴 ∆𝐵 ∆𝐴
𝐴𝐵
= 𝐴𝐵
+ 𝐴𝐵
= 𝐵
+ 𝐴

Il termine a sinistra è l’incertezza relativa del prodotto delle grandezze e il termine a destra è la somma delle
incertezze relative di 𝐴 e 𝐵.

Abbiamo scoperto che sono le incertezze relative a sommarsi: l’incertezza relativa del prodotto è data dalla
somma delle incertezze relative. Questa regola è di più facile memorizzazione rispetto a quella delle
incertezze assolute. Inoltre si può dimostrare che rimane valida anche per la divisione.

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