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Incertezze

Come abbiamo visto, in fisica tutti i valori numerici delle grandezze sono il risultato di una
misurazione. Pertanto tali valori sono intrinsecamente affetti da una incertezza che ha origine nel
processo di misura.
Si potrebbe pensare che l’incertezza possa essere ridotta a piacere, e anche eliminata. Tuttavia
questo non è corretto dal punto di vista concettuale: in effetti, è impossibile rimuovere tutte le
fonti di incertezza. L’incertezza è quindi ineliminabile e va sempre indicata insieme al valore
numerico della grandezza e alla sua unità di misura.
Scriveremo quindi che la grandezza Q è q ± ∆q volte l’unità di misura Q, il che vuol dire che il
valore numerico q è noto con una incertezza ∆q.
Letteralmente, questo significa che tale valore potrebbe essere compreso nell’intervallo che va da
q-∆q a q+ ∆q.

Incertezza in una misura diretta


Supponiamo che la grandezza di cui riportiamo il valore sia stata ottenuta mediante una singola
misura diretta, ossia confrontandola con una grandezza dello stesso tipo. Per esempio, la misura
di una lunghezza è diretta se la lunghezza è misurata confrontandola con la lunghezza di un metro
o di un righello graduato.

In tal caso, è chiaro che il metro o il righello hanno delle tacche regolari (numerate o meno) e che
la minima distanza tra due tacche adiacenti è la minima lunghezza che lo strumento è in grado di
misurare. Questa è la sensibilità dello strumento.

Se allora misuriamo una lunghezza con un righello avente la sensibilità di 1 mm, è chiaro che
potremo dire che la lunghezza misurata ha un certo valore, che è noto fino al millimetro e non
oltre.

Per esempio, possiamo dire che lo spigolo di un oggetto è lungo 9.4 cm ma non possiamo dire che
è di 9.42 cm perché non possediamo alcuna informazione sui decimi di millimetro. In realtà,
tenendo conto che vi è incertezza non solo sulla posizione dell’estremo destro ma anche
sull’allineamento dello zero, è buona norma assumere come incertezza della misura la sensibilità
dello strumento. Pertanto diremo che lo spigolo dell’oggetto misurato è lungo L= 9.4 ± 0.1 cm.
Incertezza in più misure dirette
Se si effettuano più misure dirette della stessa quantità, possono capitare due cose diverse: la
prima è che tutti i valori ottenuti siano identici, la seconda è che invece i valori ottenuti varino tra
una misura e l’altra.

Nel primo caso l’identità tra i valori ottenuti indica semplicemente che stiamo usando uno
strumento con una sensibilità insufficiente. Per esempio, se cerchiamo di misurare la lunghezza di
un foglio di carta in formato A4 con un centimetro da sarta (che ha la sensibilità di 0.5 cm) è
chiaro che otterremo sempre lo stesso risultato, ossia 30.0 cm.

Se invece la sensibilità dello strumento è sufficiente, ossia lo strumento è adeguato, i valori della
grandezza ottenuti da misure diverse saranno generalmente diversi tra loro. Per esempio, se
dessi un righello con una sensibilità di mezzo millimetro a un gruppo di N studenti e chiedessi loro
di misurare la stessa lunghezza, gli N valori che riporterebbero sarebbero dispersi in un certo
intervallo, delimitato da un valore minimo e un valore massimo.

In questo caso, la migliore stima della grandezza da misurare è data dalla media aritmetica dei
diversi valori ottenuti in diverse misure:
q + q + q ... + q N
q= 1 2 3
N
mentre l’incertezza può essere espressa dal semiscarto massimo, ossia dalla quantità
 q − qmin 
∆q =  max 
 2 
Per cui alla fine il risultato è indicato nella forma
 q − qmin 
Q = q ±  max  Q = q ± ∆q Q
 2 
Nel caso di un numero molto elevato di misure, la media aritmetica è ancora la migliore stima del
valore “vero” della grandezza misurata, però l’incertezza può essere considerevolmente minore
del semiscarto; tuttavia la trattazione di questi casi richiede alcune conoscenze di statistica che
sono al di là del livello di questo modulo.

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