Spesso di un numero reale X non conosciamo tutte le cifre, ma solo un'approssimazione per difetto e un'approssimazione per eccesso. Ci pu
accedere, ad esempio, se X la
misura di una grandezza fisica ottenuta attraverso la lettura di uno strumento di misurazione o se X stato
precedentemente sottoposto a un
arrotondamento e noi non conosciamo il valore originale.
L'intervallo che ha per estremi l'approssimazione per difetto e l'approssimazione per eccesso viene detto intervallo di indeterminazione di X e
l'ampiezza di questo intervallo viene chiamata indeterminazione (o incertezza) di X: quanto pi piccola l'indeterminazione tanto meno indeterminata
(cio tanto pi precisa) la nostra conoscenza di X.
Consideriamo, per esempio, una bilancia con il quadrante ripartito in 65 divisioni uguali; ogni divisione rappresenti la
variazione di un chilogrammo, in modo che con la bilancia si possano misurare pesi di al pi 65 kg.
Supponiamo che la bilancia abbia la precisione di 1 kg, cio che la misura vera possa scostarsi al pi di 1 kg dalla misura
letta sul quadrante [negli esempi alla voce modello si gi considerata la
precisione di un termometro].
Se, pesando un oggetto, la tacca 44 quella pi vicina alla posizione finale dell'ago, possiamo concludere che il peso P
dell'oggetto (in kg) compreso tra 441=43 e 44+1=45:
43 P 45, cio: P [43, 45].
Nota: il simbolo "" viene usato come abbreviazione di "appartiene a" o "sta in" o " un elemento di" o ; una deformazione della lettera "E"
(iniziale di "elemento").
[43,45] l'intervallo di indeterminazione di P. L'indeterminazione 4543=2. Non conosciamo esattamente il numero P, ma conosciamo un'intervallo
ampio 2 che lo contiene.
Gli strumenti graduati sono in genere costruiti in modo che l'ampiezza di una divisione corrisponda alla sensibilit dello strumento, ossia alla minima variazione della
grandezza misurata che fa variare il valore indicato dallo strumento; in questi casi precisione e sensibilit possono essere considerati come sinonimi. Ma non sempre
cos: in alcuni casi al pi piccolo stimolo che lo strumento percepisce il valore indicato si modifica di pi di una divisione; un fenomeno analogo si verifica spesso con gli
strumenti in cui le misure sono espresse digitalmente: per misure di un certo ordine di grandezza alla pi piccola variazione le ultime cifre variano di molte unit (in questi
casi la precisione dello strumento pu essere molto maggiore, ossia molto peggiore, rispetto al valore che corrisponde alle variazioni della cifra pi a destra), mentre per
misure di altri ordini di grandezza lo stesso strumento si pu comportare in maniera opposta (l'ultima cifra scatta pi lentamente rispetto alle variazioni che lo strumento in
realt percepisce). In alcuni libri di testo viene usato il termine "sensibilit" al posto di quello di "precisione" anche nelle situazioni in cui non ad esso equivalente.
In fisica spesso si fa una distinzione tra misura precisa e misura accurata: una misura x con ideterminazione x di una grandezza x tanto
pi accurata quanto pi x vicino al valore esatto di x, tanto pi precisa quanto pi x piccolo. Questa distinzione rende conto del fatto
che, in una attivit di misurazione, possono essere presenti degli errori sistematici, dovuti ad un difetto di impostazione [ad esempio l'uso di
una bilancia ad ago in cui l'ago a riposo non posizionato su 0 o di una riga graduata in cui le divisioni sono pi ampie del dovuto], che
fanno s che le misure ottenute, per quanto "precise", siano comunque affette da uno scarto dal valore esatto. In questa voce, quando facciamo
degli esempi riferiti alla fisica, supponiamo sempre che si tratti di misure accurate, ossia che le approssimazioni siano effettive
approssimazioni del valore esatto. La figura a lato illustra metaforicamente il comportamento di apparati misuratori molto sensibili con
diversi gradi di precisione e accuratezza (i valori esatti sono il "centro" dei bersagli).
Di fronte alla percentuale 43.7%, sapendo che si tratta di un valore che stato arrotondato, possiamo dire
che il valore originale cade tra 43.65 e 43.75.
La precisione 0.05 (il valore originale pu al massimo variare di 0.05, in pi o in meno, da 43.7).
L'indeterminazione 0.1: questa l'ampiezza dell'intervallo in cui pu cadere il valore originale.
Di fronte al tempo 133 sec, sapendo che una misura troncata ai secondi, possiamo dire che la misura esatta,
in secondi, cade tra 133 e 134.
La precisione 1 (il valore esatto pu al massimo variare di 1, in pi, da 133).
L'indeterminazione 1: questa l'ampiezza dell'intervallo in cui pu cadere il valore esatto.
Nel caso di valori esatti, ad esempio se so che x=3.2 esattamente (cio che x=3.2000), posso dire che l'indeterminazione 0. Infatti l'intervallo che
contiene solo 3.2 l'intervallo [3.2, 3.2], che ha ampiezza 0.
Invece di x [x1, x2] si scrive anche x = m , dove m il valore a met dell'intervallo [x1,x2] e (epsilon) la
sua semiampiezza, cio: m = x1, m+ = x2.
Con questa notazione nel caso dei quattro esempi precedenti posso scrivere: P = 441, percentuale = 43.70.05,
tempo = 133.50.5, x = 3.20.
Nota. A volte viene usato il termine errore al posto di quello di precisione. Ad esempio, nel caso che in una misurazione si ottenga 372 cm, invece di dire che la misura
37 cm ha una precisione di 2 cm, si pu sentir dire che "ha un errore di 2 cm". Questo, dal punto di vista matematico, scorretto in quanto l'errore la differenza
ValoreApprossimato ValoreEsatto.
Supponiamo per es. che LunghezzaEsatta = 36.24000 cm (anche se sappiamo
che a rigore non ha senso parlare di lughezza esatta di un oggetto). In questo caso 37
cm una approssimazione per eccesso, ossia con un errore positivo: Errore = (3736.24000) cm = 0.76000 cm.
Se invece LunghezzaEsatta = 37.48000 cm, 37 cm sarebbe una approssimazione per difetto, ossia con un errore negativo: Errore = (3737.48000) cm = 0.52000
cm.
Di fronte a 372 cm potremmo invece dire che l'errore al pi di 2 cm (in valore assoluto). In altre parole la precisone una valutazione del valore assoluto massimo
dell'errore.
Si tenga comunque presente che molti fisici usano il termine "errore" al posto di quello di "precisione", e usano questo secondo termine per indicare quella che i
matematici chiamano "precisione relativa", ossia il rapporto tra precisione e valore approssimato del numero (vedi le considerazioni sulla "indeterminazione relativa"
svolte poco sotto). In questo, come in molti altri casi, dal contesto che dobbiamo capire come i termini "errore" e "precisione" sono usati.
Come faccio a eseguire operazioni tra numeri che conosco solo in modo approssimato?
I procedimenti che si impiegano per affrontare queste situazioni vengono chiamati metodi di calcolo approssimato. Abbiamo gi visto qualche
esempio di calcolo approssimato nel caso particolare dei
calcoli mentali: arrotondati a 1 o 2 cifre i dati iniziali, si eseguono i calcoli su queste
approssimazioni e si prende il risultato arrotondato a 1 cifra: 768426 800400 = 320000 300 000.
Abbiamo introdotto qualche considerazione pi generale discutendo come
definire le operazioni tra numeri reali.
x1 x x2
e
y1 y y2
=>
Es.: Un campo di forma triangolare ha lati le cui misure in metri sono a=46, b=38, c=51. Sappiamo che si tratta approssimazioni con la precisione di 1
(metro), cio che, ad essere pi rigorosi: a[45,47], b[37,39], c[50,52]. Che cosa possiamo concludere sul perimetro del campo?
a+b+c[45+37+50,47+39+52] = [132,138], cio: 132 m perimetro 138 m
Possiamo anche scrivere: perimetro = 135 3 m
0 x1 x x2
e
0 y1 y y2
=>
132
135
138
+++++++
|||
3
3
x1y1 xy x2y2
Es.: Ho a disposizione i seguenti dati: la popolazione P della citt X di 89 mila abitanti e il 37.2% di essa ha pi di 50 anni.
Qual il numero A degli abitanti con pi di 50 anni?
Si tratta di dati arrotondati, cio:
P [88.5 mila, 89.5 mila], percentuale [37.15, 37.25]. Quindi:
A = Ppercentuale [88.5 mila 37.15%, 89.5 mila 37.25%] =
= [32.87775 mila, 33.33875 mila]
Posso dire che A tra 32 mila 800 e 33 mila 400. Poich si tratta di un intervallo contenuto nell'intervallo che corrisponde
all'arrotondamento a 33 mila (vedi figura a lato), per essere pi sintetici, pur perdendo qualche informazione, posso
arrotondare A con 33 mila.
Mentre nel caso delle addizioni e in quello delle moltiplicazioni (tra numeri positivi) l'approssimazione per difetto [per eccesso] del risultato la
somma o il prodotto delle approssimazioni per difetto [per eccesso] dei dati di partenza, nel caso delle sottrazioni e delle divisioni occorre operare
"incrociando" approssimazioni per difetto e per eccesso dei due dati di partenza.
Ci accade perch sottrarre equivale ad addizionare l'opposto [ trasformare differenza somma] e dividere equivale a moltiplicare per il reciproco
[ trasformare rapporto prodotto], e il passaggio all'opposto e al reciproco invertono la relazione d'ordine tra i numeri:
x1 x x2
=>
- x2 -x -x1
Es.: Se A = 1.52, cio A [1.3, 1.7], posso concludere che A = 1.52, cio A [1.7, 1.3].
Es.: La temperatura in C nella localit W in un certo giorno ha avuto come valore minimo m=12 e come valore massimo M=24. Sapendo che
queste misure hanno la precisione di 1, come possiamo approssimare l'escursione termica, cio Mm? Dobbiamo calcolare Mm, cio M+(m).
23M25
23M25
e
=>
e
=>
11m13
-13-m-11
10 = 23 + -13 M + -m 25 + -11 = 14
0 < x
x x
=>
1
1
1
x
x
x
2
1
al crescere di x il valore
di 1/x diminuisce
Es.: So che vale la relazione B=kA, dove k=1.9 (valore arrotondato). Voglio trasformare la relazione nella forma A=hB. Come posso approssimare h?
1
B=kA <=> A=B
k
1
1
1
1.85k1.95 => 0.512= h= = 0.540
1.95
k 1.85
Es.: In una pubblicazione dell'ISTAT si trova che il Lussemburgo, nel 1990, aveva popolazione P di 381 mila abitanti, densit D di 147 ab./km2 e
superficie S di 3 mila km2. Per trovare con pi precisione la superficie possiamo usare gli altri due dati, e ricorrere alle strategie messe a punto per e
1/x:
P
D = S
=>
P
1
S = - = PD
D
380500 P 381500
146.5 D 147.5
=>
=>
380500 P 381500
1
1
1
147.5
D
146.5
=>
380500
1
381500
2579.6 = P = 2604.0
147.5
D
146.5
=>
=>
a
a
x1 x x2
al crescere di x l'output cresce
Es.: ho la consegna di tagliare da un pezzo di metallo un cubetto dal volume di 10 cm3; tollerato un errore del 2%, cio il volume del cubetto che
ottengo pu variare in valore assoluto al pi del 2% da 10 cm3; con che precisione devo realizzare gli spigoli del cubo?
10 cm3 = 10000 mm3; 2% 10000=200; siano V il volume in mm3 e L lo spigolo in mm; ho V=L3 e L=V1/3;
9800 = 10000200 V 10000+200 = 10200 => 21.3997= 98001/3 L 102001/3 = 21.6870
quindi devo regolare la macchina con cui tagliare il metallo in modo da essere sicuro che L sia compreso tra questi due valori.
Nota. Se opero sia con dati approssimati che con dati esatti, i procedimenti visti sopra si semplificano.
Ad esempio se so che un oggetto ha peso P = 871 g, cio 86g P 88g, posso concludere che 6 oggetti uguali ad esso hanno peso complessivo Q =
6P con 866g Q 886g.
Non altro che un caso particolare di:
(0 x1 x x2 e 0 y1 y y2) => x1y1 xy x2y2 con y1 = y2 = 6.
Spesso, quando si ha a che fare con dati arrotondati, si usano dei procedimenti pi pratici, ma meno rigorosi, usati pi volte anche da noi, in altre
voci.
Illustriamoli con alcuni esempi.
Tre parti percentuali di un totale, arrotondate, sono: 41.3%, 5.28% e 12.1%. Quanto vale la parte percentuale complessiva?
41.3 + 5.28 + 12.1 = 58.68, ma non posso dire che la percentuale complessiva 58.68%: mentre la seconda percentuale era arrotondata ai centesimi, la
prima e la terza erano arrotondate ai decimi; non posso quindi ottenere un valore preciso fino ai centesimi.
Quindi arrotondo il risultato con la precisione peggiore fra quelle degli addendi, cio, in questo caso, ai decimi: 58.68 58.7%.
Non posso, per, a rigore, dire che 58.7 un arrotondamento a 3 cifre significative del risultato, in quanto questo non sta esattamente tra 58.65% e
58.75%.
Con il procedimento rigoroso avremmo infatti trovato l'intervallo di indeterminazione:
[41.25+5.275+12.05, 41.35+5.285+12.15] = [58.575, 58.785]
Devo eseguire il calcolo tra valori arrotondati: 13.70.096/2.45. Con la CT ottengo: 0.53681633. Ovviamente non ho 8 cifre significative.
Allora arrotondo il risultato al numero di cifre pari al pi piccolo tra i numeri di cifre significative dei vari termini che ho moltiplicato o diviso.
L'idea che, nel fare una moltiplicazione o una divisione, l'ordina di grandezza dei fattori determina solo l'ordine di grandezza del risultato mentre il valore delle sue cifre (cio
la mantissa) dipende solo dalle cifre (cio dalle mantisse) dei fattori:
35.20.02 e 3522 hanno come risultati 0.704 e 704, che hanno le stesse cifre.
In altre parole il fatto che 3.52 abbia una indeterminazione di 0.01 (arrotondamento ai centesimi: mezzo centesimo in pi o in meno) e quello che 352 abbia una indeterminazione di 1
(arrotondamento alle unit: mezza unit in pi o in meno) incidono allo stesso modo sulla precisone dei risultati:
quello che conta l'indeterminazione relativa dei fattori, ossia l'entit della indeterminazione rapportata alla entit del numero: 0.01 su 3.52 equivale a 1 su 352, cos come 0.01 su 0.02
equivale a 1 su 2.
Un modo migliore per esprimere la "regola pratica" sarebbe quello di dire che l'indeterminazione relativa del risultato pari circa alla somma delle indeterminazioni relative dei
fattori (o alla indeterminazione maggiore fra le due, quando l'altra "trascurabile"). Su questo si torner in una successiva sezione.
Si noti che l'indeterminazione relativa quella che caratterizza l'accuratezza di una misurazione indipendentemente dall'unit di misura scelta: (441)
kg equivale a (4400100) g, e 1/44 equivale a 100/4400.
Nel nostro caso i tre numeri hanno rispettivamente 3, 2 e 3 cifre significative; il minimo tra questi 2; quindi arrotondo il risultato a 2 cifre:
0.53681633 0.54.
Non posso, per, a rigore, dire che 0.54 un arrotondamento a 2 cifre significative del risultato, in quanto questo non sta esattamente tra 0.535 e 0.545.
Con il procedimento rigoroso avremmo infatti trovato l'intervallo di indeterminazione:
[13.650.0955/2.455, 13.750.0965/2.445] = [0.53098, 0.54268]
Nel caso della moltiplicazione tra i dati arrotondati 3.7 e 0.341 se approssimassi il risultato 1.2617 di 3.70.341 a 1.2, l'arrotondamento a 2 cifre (tante quante quelle di 3.7, il dato
con approssimazione peggiore), perderei molta informazione; infatti dal calcolo rigoroso dell'intervallo di indeterminazione avrei [3.650.3405, 3.750.3415] = [1.242825, 1.280625],
ossia 1.26 2.
Ci accade perch il dato approssimato con meno cifre aveva (vedi il precedente "") una indeterminazione relativa di 1 su 37, mentre arrotondare il risultato a 1.2 sarebbe prendere
una indeterminazione di 1 su 12, che molto peggiore. In tal caso, volendo, possiamo arrotondare a 1.26, che sarebbe come prendere una indeterminazione di 1 su 126.
Entrambe le scelte possono avere delle motivazioni: 1/37 sta tra 1/12 e 1/126.
L'area di un quadrato arrotondata a 3 cifre 3680cm2. Voglio trovare la misura del lato. Facendo la radice quadrata con la CT ottengo: 60.663004,
ma non posso dire che questa la misura del lato in cm.
Allora arrotondo il risultato a tante cifre quante erano le cifre significative del valore di partenza. Nel nostro caso il valore iniziale aveva 3 cifre
significative, quindi: 60.663004 60.7.
Non posso, per, a rigore, dire che 60.7 un arrotondamento a 3 cifre significative del risultato, in quanto questo non sta esattamente tra 60.65 e 60.75.
Infatti con il procedimento rigoroso avremmo trovato l'intervallo di indeterminazione:
[3675, 3685 ] = [60.6217, 60.7042]
Nota 1. Prima di eseguire calcoli approssimati, conviene verificare se possibile eseguire trasformazioni algebriche che semplifichino i calcoli:
per calcolare 2.6660.111/4 invece di operare usando approssimazioni di 2.666 e 0.111 si pu osservare che il primo termine uguale a 2 e
2/3, ossia 8/3, e che il secondo uguale a 1/9, e trasformare 2.6660.111 in 81/(39) = 8/27, e fare 8/27/4 2/27 ( 0.074074074).
Pu essere utile (per economizzare spazio, ricordare pi facilmente i valori, posticipare il problema di come approssimare, ) conservare il pi a
lungo possibile rappresentazioni esatte dei risultati:
cacolando direttamente 15 / 2 / 5 ottengo 0.8660254, trasformandolo in (15/5)/2 e poi in 3/2 esprimo in forma pi compatta il risultato.
Se si deve calcolare il valore approssimato di un termine che contiene pi di due numeri conviene calcolare i valori intermedi senza arrotondamenti e
arrotondare solo il risultato finale, per evitare di accumulare troppi errori di arrotondamento:
se si vogliono esprimere delle parti di un totale pari a 280 in 360-esimi per poterle rappresentare su un diagramma a settori circolari possiamo
moltiplicare ogni dato per il fattore di proporzionalit k=360/280 (che posso calcolare una volta per tutte e memorizzare nella CT). Se un dato 192 gli
viene associato il settore ampio 192k = 246.86, che posso arrotondare a 247; se invece avessi prima arrotondato k = 360/280 = 1.285 a 1.29 e
avessi moltiplicato i dati per questo valore avrei ottenuto nel caso del nostro dato 1921.29 = 247.68 ottenendo l'arrotondamento 248.
Se si deve calcolare il valore di un termine che contiene pi numeri noti solo in modo approssimato si possono comporre i procedimenti (o le "regole
pratiche") relativi alle varie operazioni che intervengono in esso. Qui vedi come puoi effettuare questi calcoli con R. In particolare illustrato il calcolo
del volume di un parallelepipedo aventi dimensioni troncate ai millimetri 3.1, 4.6 e 5.4; si ottiene che il volume (in cm3) cade in [77.004, 82.27],
intervallo ampio 5.716; possiamo prendere: volume = 803 cm3.
Nota 2. Il simbolo di eguaglianza "=", oltre che per indicare
equazioni in senso stretto (e
assegnazioni o
sostituzioni), viene usato anche
per indicare equazioni che sono vere solo in senso approssimato.
Ad esempio scrivendo 20/3=6.67 intendiamo dire che 20/3 ha come valore arrotondato 6.67, non che vale esattamente 6.67, cio che 20/3 =
6.67000.
In questi casi al posto di "=" si pu usare "" o " " (che si legge " approssimativamente uguale a"). Ma questo simbolo usato anche quando non si
sa stimare la precisione dell'approssimazione; ad esempio se scrivo: popolazione 1.5 milioni non intendo necessariamente dire che 1.5 milioni un
arrotondamento del valore della popolazione, ma che la popolazione "circa" 1.5 milioni (potrebbe anche essere, ad es., pi di 1.6 milioni).
Si usano anche notazioni come: x=3.20.1. Ci non significa "x=3.2+0.1 o x=3.20.1": come abbiamo visto, si tratta di un'abbreviazione per:
3.20.1x3.2+0.1.
Notiamo, ancora, che se per la misura di due grandezze dispongo delle seguenti approssimazioni: x=3.20.1 e y=3.30.1, non posso concludere che le
grandezze sono diverse. Potrebbero essere uguali in quanto gli intervalli [3.20.1,3.2+0.1] = [3.1,3.3] e [3.30.1,3.3+0.1] = [3.2,3.4] non sono separati
ma hanno l'intervallo [3.2,3.3] in comune.
Per fare un altro esempio, se vogliamo verificare "sperimentalmente"
il teorema di Pitagora, misurati a, b e c, non possiamo trovare che
2 2 2
esattamente a +b =c , ma dobbiamo accontentarci che gli esiti delle misurazioni non contraddicano il teorema, nel senso che gli intervalli di
indeterminazione di a2+b2 e di c2 abbiano un intervallo in comune.
Nota 3. Per aumentare la precisone degli strumenti misuratori di lunghezze spesso si usa il nonio. Vedi
Nota 4. Come si visto, per calcolare quanto vale F(h) se conosco h in modo approssimato, ad esempio se so che h1 h h2, e se so che F cresce in
tale intervallo, posso approssimare F(h) con [F(h1), F(h2)]; se so che F decresce posso approssimare F(h) con [F(h2), F(h1)]. Invece, per calcolare in
modo approssimato F(h) quando h varia un un intervallo in cui F non crescente o decrescente, devo tener conto dell'andamento della funzione. Vedi il
seguente
esercizio 3.4.
Nota 5. A volte viene usato il termine tolleranza per indicare la precisione con cui stata effettuata una certa operazione fisica (ad es. un taglio
effettuato o il peso di un oggetto).
Esercizi:
altri collegamenti
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