2018/19
Modulo 1 – Prof. Argirò Università degli Studi di Torino
Interferometro di Michelson-Morley
Mattia Pavese, Gruppo 18
e-mail: mattia.pavese@edu.unito.it
Inviato 20/06/2019
Obiettivi misura
Obbiettivo dell’esperienza è effettuare una serie di misurazioni basate sul fenomeno dell’interferenza da lamina sottile
prodotta in un interferometro di Michelson-Morley. Nella prima parte dell’esperienza si vuole misurare la lunghezza d’onda
del fascio di luce coerente (laser) irradiante l’interferometro, confrontandolo successivamente con un valore di riferimento.
Nella seconda parte dell’esperienza si procede invece alla misura dell’indice di rifrazione di una piccola lastra di vetro
inserita nell’apparato sperimentale, verificando se il valore ottenuto ricada nel range noto. Si caratterizza infine la
dipendenza dell’indice di rifrazione dell’aria dalla pressione del fluido stesso.
tenga presente che anche in questo caso è stata introdotta Parte 3. n aria in funzione della pressione.
un’ incertezza su N ma, dato il minor numero di frange lette,
l’incertezza associata è di ±1 frangia. Anche nell’esecuzione Elaborazione dei dati sperimentali
di questa parte dell’esperienza il conteggio è stato eseguito
ogni volta da una persona differente al fine di evitare Il set di dati sperimentali relativi alla terza parte
l’introduzione di errori sistematici. Tramite la formula dell’esperienza è consultabile in appendice, in tab.3. Anche
in questo caso l’incertezza assegnata sulla lettura di N è di
(𝟐𝒕 − 𝑵𝝀)(𝟏 − 𝒄𝒐𝒔𝜽) ±1 frangia, mentre l’incertezza sui valori di pressione è di
𝒏=
𝟐𝒕(𝟏 − 𝒄𝒐𝒔𝝑) − 𝑵𝝀 ±0,1 bar ovvero ±0,1*105 Pa ( le misure in bar sono state
opportunamente espresse in Pascal per operare in maniera
si ricava l’indice di rifrazione del vetro a partire dalle consistente con il SI). Graficando il numero di frange contate
grandezze misurate: ϑ è l’angolo, avente un’incertezza di al variare della pressione a diversi valori della
±0,1° o, trasformando opportunamente, ±0,0017 rad; N è il sovrappressione otteniamo quello che sembra essere il
numero di frange contate, a cui si è detto viene assegnata grafico di una retta. Per verificarlo, interpoliamo i dati
un’incertezza di ±1 frangia; t è lo spessore del vetro, secondo una funzione lineare y=a+kx, dove k = dN/dp è il
misurato tramite un calibro digitale, e risultante essere coefficiente angolare della retta. Il risultato ottenuto è
t = (5,67±0,01) mm ; λ è la lunghezza d’onda della luce raffigurato in fig.1. Si ottiene il seguente valore del
incidente, considerata come costante senza errore (si parametro k=dN/dp:
utilizza il valore di riferimento di 632,8 nm fornita dal dN/dp = (2,424 ± 0,166)*10-4 Pa-1
costruttore). Si ottengono, per ognuna delle tre misurazioni
effettuate, i seguenti valori di n: Conclusioni e commenti
n1 = 1,474 ± 0,042
Trovato il valore di dN/dp è possibile, tramite questo,
n2 = 1,540 ± 0,048
ricavare il coefficiente angolare della forma funzionale
n3 = 1,506 ± 0,045
lineare che governa la variazione dell’indice di rifrazione
Si procede allora alla verifica della compatibilità tra i valori
dell’aria in funzione della pressione. Si ha infatti:
ottenuti, in maniera analoga a quanto fatto nella prima
parte dell’esperienza. Si ottengono i seguenti valori della 𝒅𝒏 𝒅𝑵 𝝀
variabile Z: 𝒏(𝒑) = 𝒏(𝟎) + 𝒑 = 𝒏(𝟎) + 𝒑
𝒅𝒑 𝒅𝒑 𝟐𝒅
Z12 = 0,115
Z23 = 0,149 dove λ è la lunghezza d’onda della luce incidente, pari a
Z13 = 0,037 632,8 nm e d è lo spessore della cameretta contenente
Come si osserva, i valori della variabile Z ottenuti sono tutti l’aria, pari a d = 3 cm. Si considerano entrambi questi valori
ben al di sotto del valore critico 1,96. La compatibilità fra i privi di errore in quanto forniti dai costruttori. Il valore n(0)
valori sperimentali di n è allora provata e si procede al è il valore dell’indice di rifrazione quando la pressione
calcolo del valore medio, con errore calcolato tramite dell’aria è identicamente nulla: possiamo assumere questo
semidispersione: identicamente uguale al valore dell’indice di rifrazione del
nm = 1,507 ± 0,078 vuoto, ovvero a 1. La legge lineare si può allora scrivere:
Conclusioni e commenti 𝒅𝑵 𝝀
𝒏(𝒑) = 𝟏 + 𝒑
𝒅𝒑 𝟐𝒅
Non avendo un valore di riferimento con cui confrontare il
valore di n ottenuto si può semplicemente affermare che il con dn/dp = (dN/dp)*(λ/2d). Questo vale, propagando
valore sperimentale ricade all’interno del range noto di n opportunamente l’errore:
per materiali vetrosi, pari a 1,5 ÷ 1,9. dn/dp = (2,553 ± 0,175)*10-9 Pa-1
e la forma funzionale descrivente il comportamento di n può
scriversi:
𝒏(𝒑) = 𝟏 + (𝟐, 𝟓𝟓𝟑 ± 𝟎, 𝟏𝟕𝟓) ∗ 𝟏𝟎−𝟗 𝒑
Esperienza 1 2
Università degli studi di Torino, corso di laurea in Fisica
Esperimentazioni II corso B A.A. 2018/19
Modulo 1 – Prof. Argirò Università degli Studi di Torino
Appendice
d [µm] sd[µm] N sN
25,25 0,05 80 3
25,4 0,05 80 3
25,2 0,05 80 3
angolo[°] sangolo[°] N sN
5 0,1 22 1
5 0,1 24 1
5 0,1 23 1
Esperienza 1 3
Università degli studi di Torino, corso di laurea in Fisica