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1 MISURA DELLE GRANDEZZE FISICHE ED UNITA’ DI MISURA

LA MISURA DI UNA GRANDEZZA FISICA

Misurare una grandezza fisica significa confrontarla (parametrarla) con un’altra


della stessa specie, assunta come unità di riferimento, a cui si da il nome di
unità di misura.
La misura g della grandezza, viene espressa dal rapporto tra G (grandezza da
misurare) ed Ug (unità di misura per G):
G
g 
Ug

(Ad esempio se noi vogliamo misurare una lunghezza, bisogna confrontare la nostra
grandezza con l’unità di misura che per le lunghezze è il metro. Ovvero una certa
lunghezza è pari a tot volte un’unità di misura cioè quanti metri è.)

Questo rapporto può essere determinato mediante tre possibili tipi di misure:
o Misura diretta (o relativa) -
Confronto diretto fra grandezze fisiche ed unità, è possibile effettuarla
solo in rari casi, ad esempio per misurare una lunghezza.
o Misura indiretta (o assoluta) -
Si risale alla misura di G attraverso la misura di altre grandezze legate a
quella da misurare, bisogna però conoscere le relazioni che legano tra
loro le grandezze fisiche coinvolte nel processo di misura. Cioè ho una
relazione che lega alcune unità di misura e da questa relazione ricavo in
maniera indiretta la misura. Ad esempio se io conosco i lati di un
quadrato, visto che li ho già misurati, indirettamente io riesco a misurare
l’area.
o Misura con strumenti tarati –
Questa misurazione viene effettuata attraverso l’inserzione nel sistema di
una sonda sensibile, che provoca lo spostamento di un indice su di una
scala graduata oppure la variazione di stato di un’altra grandezza fisica
in modo da risalire alla prima.
Implica spesso l’implementazione di una catena di misura.
Quindi bisogna capire come è fatta una catena di misura per poter valutare
attraverso gli strumenti tarati una grandezza tipica delle macchine come una
temperatura, una velocità, una pressione, una portata, ecc. Questa misurazione
sarà possibile attraverso una sonda, un trasduttore che è sensibile alla
variazione della mia grandezza fisica che voglio misurare. È sensibile, cioè
significa che questa sua sensibilità me la mette a disposizione attraverso un
indicatore, che può essere una scala graduata o attraverso la variazione di una
grandezza fisica tipo una tensione elettrica, una carica elettrica, una corrente
che io poi devo in qualche modo valutare che è collegata ovviamente alla mia
misura. Per esempio un sensore di pressione che riesce a sentire la variazione
di pressione in un certo ambiente e mi da in uscita una variazione di corrente o
una variazione di tensione, proporzionale con una legge nota alla pressione che
sta variando (la pressione è la mia grandezza fisica che voglio misurare). Un
esempio di catena di misura che tutti abbiamo in case è contenuto nella bilancia,
dove vi sono degli elementi sensibili al nostro peso, forniscono un’informazione
di tipo elettrico ad una parte della catena di misura che ne riesce a verificare la
variazione e che poi fa una trasformazione di questo segnale, che è di tipo
analogico, in un segnale di tipo digitale che viene poi visualizzato sul display.

APPROSSIMAZIONE E CIFRE SIGNIFICATIVE –

Essenzialmente g è un valore numerico, risultato di un rapporto, bisogna allora


fare un certo discorso sulle cifre significative e sull’approssimazione numerica;
si dicono cifre significative di un numero tutte le cifre della sua notazione a
partire dalla prima cifra diversa da zero a sinistra. È sempre opportuno scrivere
i numeri che rappresentano i risultati di una misura con tutte le cifre significative
esatte, pertanto gli 0 (zero) a destra dell’ultima cifra vanno scritti solo se esatti!
Riguardo all’approssimazione derivante dalla presentazione dei risultati finali
dei calcoli, i valori vanno espressi con un numero di cifre significative pari a
quelle del dato che ne ha di meno.
L’adozione delle cifre significative dipende dalla mia risoluzione, se ad esempio
sto misurando la temperatura è la mia risoluzione è il grado centigrado, io non
dovrò mettere numeri dopo la virgola, se invece la mia risoluzione è al decimo
di grado centigrado dovrò mettere un numero dopo la virgola. Qui si vede se un
certo valore è misurato o è calcolato perché di solito chi fa i calcoli non si
preoccupa di questa cosa perché in uscita dal software, dal codice di calcolo in
genere ha un numero di cifre significative elevatissimo. Invece chi fa misure di
dati sperimentali deve star attento a tener conto di quale è la vera cifra
significativa che io devo riportare, cioè la devo riportare solo se è effettivamente
una cifra esatta, ovvero se ho il centesimo o il decimo lo devo riportare se no
non lo riporto.
Insomma è inutile mettere cifre significative dopo la virgola se non sono reali,
ovvero metter solo quelle che hanno un significato fisico.
SISTEMI DI UNITA’ DI MISURA (cap. 3 Doebelin)

Una stessa grandezza può essere espressa in varie unità di misure ad esempio
una pressione la posso esprimere in Pa, atm, bar, kg/cm^2…, logicamente
possiamo riportarci ad una o ad un'altra attraverso i vari fattori di conversione.
Logicamente conviene utilizzare per il calcolo delle diverse grandezze lo stesso
sistema di unità di misure ad esempio il sistema di unità di misura
internazionale, si ha così un sistema di unità di misura coerente.

Le unità di misura per una grandezza fisica, possono essere quante se ne


vogliono, basta che siano omogenee alla grandezza da misurare.

G = g1 UG1 = g2 UG2 = … … = gn UGn

Pertanto il prodotto della misura per la rispettiva unità di misura prescelta è


invariante rispetto alla grandezza assegnata. Ad esempio se misuriamo una
distanza, questa è fisicamente la stessa cosa sia che venga misurata in metri
[m], sia che venga misurata in pollici [inch], un foglio unificato A4 ha le
dimensioni di 210 mm x 297 mm, e di 8.27’’ x 11.69 ‘’ (i doppi apici, oppure la
sigla in.denotano l’unità pollice che equivale a 25,40 mm ).
Dovendo misurare n grandezze fisiche è necessario adottare altrettante unità di
misura il cui insieme costituisce un sistema di unità di misura.
Le n unità di misura potrebbero essere scelte indipendenti l’una dalle altre,
conviene però sceglierne un numero limitato, indicate come unità fondamentali
e poi derivare da queste tutte quante le altre, che verranno dette unità derivate,
le unità derivate devono avere origine sempre come rapporto tra unità di base
coerenti.
Un sistema di misura siffatto, si dice coerente e le unità che lo costituiscono si
dicono coerenti.
Usare delle unità coerenti, è una necessità dettata dalla convenienza, ad
esempio se misuro aree risultato di un prodotto fra lunghezze espresse in metri
e in pollici, dovrò usare un fattore correttivo K per “comparare” la misura:

[m2] Area = a [m] x b [in] x k [m/in]

Se le unità di misura fondamentali prescelte sono spazialmente e


temporalmente invariabili, il sistema siffatto si dice sistema di unità di misura
assoluto.
Generalmente si scelgono le unità fondamentali in numero di tre, nel S.I
sistema internazionale, le unità fondamentali sono quelle della lunghezza, della
massa e del tempo (anche se, come vedremo successivamente, per descrivere
completamente tutti i fenomeni ne sono necessarie sette):

o Metro [m]
o Chilogrammo [kg]
o Secondo [s]
o
S.I significa “Systéme International d’unite” (sistema internazionale delle unità) che nel 1954
è stato concordato in sede internazionale e che è stato adottato dalla ISO (International
Standardizing Organisation), nella raccomandazione R31 del novembre 1956, viene poi
pubblicato come norma sperimentale CNR- UNI 1003-74 nell’aprile del 1974 per adeguamento
della ISO 1000-1973 ed alle direttive CEE.
Attualmente l’uso del S.I è obbligatorio per legge dello Stato (D.P.R 802 del 12.08.1982
“Attuazione della direttiva CEE 80/181 relativa alle unità di misura), ed è reato utilizzare unità non
S.I, è autorizzato l’impiego di unità differenti da quelle legali solo nei settori della navigazione
marittima ed aerea e nel trasporto ferroviario qualora altre unità siano contemplate da accordi o
convenzioni internazionali che vincolano l’Italia oppure la CEE.

Esisto tuttavia altri sistemi di unità di misura che ancora vengono utilizzati in qualche settore.

o Sistema tecnico S.T, dove si adottano come unità il metro [m] per le lunghezze, il
kilogrammo forza od il kilopond [kgforza] [kilopond] per le forze (nel S.T non esiste i concetto di
massa, è sostituito da una unità derivata), ed il secondo [s] per il tempo.

o Sistema C.G.S , dove si adottano come unità: centimetro [cm], il grammo [g], ed il
secondo [s].

o Sistema Anglosassone , dove di adottano il piede [ft] per le lunghezze, la libbra [lb] per la
forza, il secondo [s] per il tempo.

Vediamo adesso come dalle unità fondamentali del S.I vengono definite le unità derivate, all’uopo
si adottano le relazioni che valgono per le grandezze fisiche, il concetto base del sistema
internazionale è che basandosi sulla coerenza, le conversioni fra le differenti unità non
avvengono mai con fattori differenti dall’unità, ad esempio 1N = 1 kg x 1 m/s2 (definizione di forza
dalla seconda legge di newton), 1 Pa (Pascal) = 1N/1 m2.
Le unità fisiche non possono essere né addizionate e né sottratte, ma soltanto moltiplicate, divise
o elevate a potenza tramite delle equazioni dimensionali, i simboli delle grandezze S.I. si
denotano in carattere corsivo senza posporre segni di punteggiatura (secondo si indica con “s”
non “sec.” oppure “s.”).

STRATEGIE GENERALI DI PROVA – DECALOGO

1 – BRAVURA ED ESPERIENZA DELO SPERIMENTATORE.


 Approntare una dettagliata descrizione delle misure prima di iniziare
un’indagine sperimentale.
 Realizzare un ipotesi (un modello fisico e/o matematico semplificato) di
quello che sarà misurato, basandolo ad esempio su di una dettagliata
analisi bibliografica della fenomenologia. Questa cosa è molto importante
ad esempio per la scelta della catena di misura piu adatta.
 Individuare i parametri decisivi, porsi le giuste domande può essere
decisivo per il successo di una campagna sperimentale

2 – ESSENZIALITA’ DEL RUOLO DELLO SPERIMENTATORE E SUA


POSIZIONE PRIVILEGIATA NELLA STRUTTURA INDUSTRIALE.
 Il test delle macchine (sia in produzione che in acquisto/vendita o in
esercizio) è una delle attività più estese (se non la prevalente)
dell’ingegnere meccanico.
 Il test ed il tempo impiegato per essi sono costosi, la capacità di ridurre
questi costi è fonte di grande apprezzamento.
 Assicurarsi che i sistemi meccanici siano efficienti e perfettamente
controllabili durante gli stessi test.

3 – ASSICURAZIONI.
 Assicurarsi che i parametri di similitudine rimangano costanti durante
prove comparabili.
 Assicurarsi riferimenti certi, ad esempio le condizioni standard
(all’esterno).

4 – PRUDENZA.
 Procedere dal semplice al complesso.
 Prima di procedere ad una analisi dettagliata di un flusso di dati
sperimentali, controllare i valori medi.
 Capire il comportamento caratteristico di un sistema di misura in
condizioni semplici.
 Non divulgare dati con eccessiva precipitazioni senza prima una verifica.

5 – VERIFICA.
 Sempre durante test preliminari, e, se possibile durante test definitivi,
realizzare delle verifiche ripetitive in sezioni non di controllo prelevando
dati significativi, semmai metterli in relazione alle grandezze misurate.
 Durante le attività di test realizzare rapidamente grafici bruti con le grandezze
controllate e con quelle da verificare studiarne le rispondenze.

6 – CONTROLLO DEGLI ERRORI.


 Realizzare un esauriente controllo di accuratezza (errori sistematici e accidentali) della
catena di misura, e tener presente ciò nell’interpretazione dei dati. (Questa misura è
affetta da un errore quindi il risultato di una misura sperimentale non è un numero
esatto, ma sarà un numero piu’ la banda di oscillazione dell’errore. In genere quando si
diagramma i risultati sperimentali deve essere sempre presente la rappresentazione
grafica della banda di errore che sta a significare quanto è l’incertezza della misura).
7 – PAZIENZA.
 Non fidarsi della tecnica di misura o dell’esperimento sulla base di una sola misura.
 Prove ripetute riveleranno errori accidentali, ma soltanto differenti approcci sperimentali
possono evidenziare la complessità del fenomeno e dei meccanismi.

8 – ESTENSIONE DEI RISULTATI.


 Controllare attentamente prima di estendere la significatività della misura.
 Assicurarsi che la lettura della/e sonda/e sia adatta al prevedibile campo di
applicazione.

9 – APPLICAIZONE DEI RISULTATI DELLE PROVE.


 Adattare i dettagli del modello alle capacità di risoluzione delle tecniche di misura
adottate e viceversa.
 La spremitura dei dati è la virtù dello sperimentatore arguto ma la significatività dei
risultati di prova non dovrebbe essere esagerata.

10 – PRESENTAZIONE DEI RISULTATI.


 Preparare un report dei risultati sperimentali e criticarli.
 Controllare ed evidenziare la rispondenza delle risposte rispetto alle domande iniziali
(cfr. 3^parte del punto 1).
 Accennare future domande sperimentali e/o teoriche.

MISURA DIRETTA

Si intende per misura diretta il confronto della grandezza oggetto della misura
con un’altra detta campione della stessa specie.
Sussistono le seguenti necessità:

o Stabilire quando due grandezze sono uguali oppure quando una è


multipla o sottomultipla dell’altra secondo un certo valore (valore della
misura)
o Disporre di campioni dell’unità di misura per operare il confronto.

Esempi di misura diretta possono essere la misura delle dimensioni lineari


(lunghezze in metri) e la misura di pesi (in kg).

MISURA INDIRETTA

Si ha quando la grandezza G da misurare è una funzione completamente nota


di altre grandezze fisiche x,y,t e valga tra la loro misura una relazione del tipo:

g = g (x, y, …, t)
Allora la G è detta grandezza derivata delle x,y,z.
Si richiede che la dipendenza di G da x,y,z sia sufficiente a schematizzare
completamente il fenomeno. Nella pratica ciò non avviene quasi mai, essendo
elevato in genere il numero di grandezze che ne influenzano un’altra durante un
fenomeno fisico, pertanto una qualunque schematizzazione di un fenomeno,
sempre trascura alcune influenze.
Esempio di questo metodo possono essere le misure di aree e volume di figure
geometriche di cui siano note le dimensioni lineari.

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