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Che cosa significa tarare uno strumento?

La taratura vuole evidenziare le caratteristiche di uno strumento sia in termini di errore sistematico, sia in
termini di variabilità casuale cioè la taratura è la procedura principe per qualificare e capire la bontà di
funzionamento di uno strumento.
Come si fa a capire quanto uno strumento sia valido? Confrontando le sue indicazioni con dei valori noti
delle grandezze che lui sta misurando.

EMANUELA:
La taratura è quella operazione che permette di conoscere l’errore sistematico e di conseguenza anche di
correggerlo.
Per poter conoscere l’errore sistematico si deve confrontare l’uscita dello strumento con il valore noto della
grandezza di ingresso permettendo di mettere in luce eventuali errori sistematici.
La taratura serve per stimare gli errori sistematici e permette di eliminarli in fase di utilizzo dello strumento.
La taratura può essere realizzata in due modi a seconda dei valori noti delle grandezze in ingresso:

Il valore noto della grandezza in ingresso sia realizzato attraverso opportuni campioni materiali
Sia misurato mediante strumenti di riferimento

Nel caso della bilancia , il valore noto della grandezza in ingresso viene realizzata attraverso un campione
materiale ovvero massa campione che viene poggiata sul piattello della bilancia e si confronta il valore della
massa con l’indicazione dello strumento

Confronto dello strumento da tarare con uno strumento campione, per fare questo confronto va
sottoposto lo strumento da tarare e lo strumento campione alla stessa grandezza di ingresso.
Si possono tarare soltanto strumenti di misura, cioè quei dispositivi che forniscono un’indicazione di
misura.

La procedura di taratura serve non solo a trovare la retta di taratura ma anche a stimare l’incertezza di
taratura per cui la procedura si compone di sessioni di test per conoscere la risposta dello strumento in
funzione dell’ingresso e per determinare l’incertezza di taratura.
In particolare:

• Sessione di ripetibilità
• Sessione di linearità

La sessione di ripetibilità serve per valutare uno dei contributi dell’incertezza di taratura perché consiste nel
ripetere la misura un certo numero di volte in corrispondenza di un punto del campo di misura, che in
genere è un punto a metà del campo di misura o in corrispondenza di un punto di lavoro/interesse dello
strumento.
Si da in ingresso allo strumento quel valore noto e si ripete la misura in genere 10 volte per valutare il
contribuito di ripetibilità.

Si calcola la deviazione standard o la differenza fra valore minimo e massimo delle misure effettuate,
questo contributo è uno dei contributi all’incertezza di taratura e tiene conto di:

• variabilità ambientale
• variabilità dello strumento stesso
• tutti quei fattori che possono concorrere a far variare la misura nel momento in cui si fa la taratura

La sessione di linearità consiste nel sottoporre lo strumento a unna serie di valori della grandezza di
ingresso e vedere corrispondentemente le uscite, in genere si fanno 10 misure, in salita e in discesa nel
campo di lavoro dello strumento.
Con la sessione di linearità si riesce ad ottenere la retta di taratura che permette poi nell’utilizzo dello
strumento di misura di eliminare l’errore sistematico, ma in questa sessione è possibile ricavare un
contributo di incertezza che combinato con gli altri e andrà a determinare l’incertezza di taratura, chiamato
contributo di linearità.
Normalmente si trova una retta di regressione ai minimi quadrati quindi si fa riferimento ad un modello
lineare però non è detto che lo strumento abbia un comportamento lineare. (i punti sperimentali
potrebbero deviare dalla linearità) Si semplifica con un comportamento lineare però poi bisogna tenerne
conto nel calcolo dell’incertezza.
Per tenerne conto si osserva il massimo scostamento dei punti sperimentali rispetto alla retta di taratura
(non è una distanza ma è la differenza tra l’ordinata del punto sperimentale e l’ordinata del corrispondente
punto sulla retta di taratura )

70.0

60.0

50.0
T termocoppia [°C]

40.0

30.0

20.0

10.0

0.0
0 10 20 30 40 50 60 70
T campione [°C]

Si valuta la distanza massima dell’ordinata del punto sperimentale.


La taratura in salita e in discesa lo si fa perché all’inizio molti strumenti di misura (in particolare quelli
analogici) hanno internamente degli attriti di primo distacco dell’indice o degli ingranaggi con dei piccoli
giochi che vanno recuperati prima che l’indice comincia a muoversi.
All’aumentare della grandezza in ingresso per un certo tratto quella di uscita resta nulla quindi l’indice non
si muove non avendo ancora superato l’attrito di primo distacco oppure ancora non si recuperano tutti i
giochi interni.
Ad un certo punto invece comincia a muoversi l’indice e quindi si avranno dei punti che si addensano
intorno ad una retta che comincia a salire. Quando si torna indietro , i giochi devono essere recuperati
all’indietro per cui diminuendo la grandezza di ingresso, la grandezza in uscita per un certo tratto rimane
costante, dopo di che comincia a diminuire.
Questo fenomeno è chiamato fenomeno della mobilità per cui esiste una differenziazione tra la retta in
salita e quella in discesa , per mettere in evidenza questo effetto bisogna procedere effettuando delle
misure in salita e delle misure in discesa.

Stima dell’incertezza di taratura:

Bisogna tenere in conto vari contributi:

• Il contributo dell’incertezza del campione (generalmente trascurabile) anche chiamato contributo


procedurale perché dipende dalla procedura che si segue, nella procedura è inclusa la scelta del
campione di riferimento, volendo si può ridurre questo contributo scegliendo dei campioni più
accurati a scapito del maggior costo. Viene riportata nel certificato di taratura dello strumento o del
campione materiale, in genere riportata come incertezza estesa con fattore di copertura pari a 2,
quindi per tarare lo scarto tipo si deve dividere tale incertezza estesa per 2 (fattore di copertura )
• Il contributo della risoluzione detto contributo strumentale legato alla risoluzione dello strumento
di misura. La risoluzione è la più piccola variazione della grandezza di ingresso che produce una
variazione in uscita. Se Ris. è l’intervallo che corrisponde alla risoluzione, l’incertezza dovuta alla
risoluzione si valuta presupponendo che in corrispondenza con questo intervallo è presenta una
distribuzione rettangolare.
• Incertezza di linearità ottenuta tramite la sessione di prova (prova di linearità) che mi permette di
determinare la retta di taratura dove si trova il massimo scostamento dei punti rispetto alla retta di
taratura utile per calcolare questo contributo di linearità. Si utilizza lo scostamento massimo Smax
dei punti sperimentali rispetto alla retta di taratura , presupponendo una distribuzione di tipo
rettangolare , di semi ampiezza pari allo scostamento massimo.
• Incertezza di ripetibilità ottenuta tramite la sessione di prova, quella di ripetibilità ottenuta come
deviazione standard delle misure ripetute. Si sistema come deviazione standard delle misure
ripetute.

L’incertezza di taratura calcolata fa riferimento al campo di misura sottoposto a taratura


e nelle condizioni sperimentali specificate.

La taratura è la procedura principe per rendere utilizzabile uno strumento , sia perché viene
eliminato l’errore sistematico e sia perché si capisce quanto valga la sua incertezza di misura.

La taratura porta anche la riferibilità delle misure.


La riferibilità significa che il campione con cui ho tarato il mio sistema , è stato tarato con un
campione che a sua volta ha portato con una linea ininterrotta di tarature fino al campione
nazionale.

Non posso fidarmi solo delle tarature perché fra una taratura e l’altra c’è un intervallo troppo
lungo.

Devo verificare frequentemente che il mio strumento non abbia perso le caratteristiche di
precisione (incertezza di misura) che aveva la taratura , questa modalità si chiama verifica
metrologica. Questa verifica è un controllo molto rapido del mio strumento attraverso il confronto
con un campione (da banco) che ha come valore nominale mc, io confronto la misura del mio
strumento m con mc e devo verificare che la loro differenza, che chiamo errore, in valore assoluto
sia minore o uguale del valore massimo ammissibile.

Ho una tolleranza con riferimento a un livello di fiducia, sulla base della precedente taratura, si
sono identificati due intervalli che considerando il livello di fiducia mi portano a fissare U e quindi
una zona di conformità.
Se la successiva taratura non conferma l’incertezza ma porta ad una incertezza maggiore, a parità di
livello di fiducia se l’incertezza tipo è maggiore ho una zona di conformità ridotta.
Io mi sono accorto in corrispondenza della taratura che U è aumentata ma non so da quale istante.
Il problema sorge che a differenza di prima con quel livello di fiducia adottato prima, se l’incertezza
estesa è aumentata, non riesco più a garantirlo; quindi, mi sono assunto dei rischi superiori a quelli
che ritenevo, poiché la decisione sul rischio è di tipo strategica perché significa correre rischio di
reclami, problemi, resi, perdita di immagine.
Motivo per cui spesso si effettuano delle campagne di richiamo, andando ad evitare di costringere i
clienti a reclamare.
La verifica metrologica è estremamente più rapida!
Per evitare il rischio si effettuano delle verifiche metrologiche che insieme con la taratura
realizzano la conferma metrologica.
NB: L’incertezza di misura del mio strumento anche se io la verifico in maniera completa ad
intervalli , deve sempre essere garantita altrimenti corro il rischio di non essere sicuro di quello che
ho fatto, cosa particolarmente grave.

Poiché anche nella taratura ci sono degli effetti casuali , essendo l’incertezza di taratura una stima
porta con se una piccola variabilità casuale.
Per evitare che la variabilità casuale dei risultati di taratura, piccola che sia c’è sempre, mi crei
problemi, nella realtà si utilizza il risultato dell’incertezza di taratura attraverso l’attribuzione del
mio strumento a una classe di precisione, che rappresenta l’incertezza in percentuale rispetto al
fondo scala! Allora posso dire che quando gli strumenti vengono sottoposti a taratura,
(il fondo scala è il massimo valore che posso misurare)

Misure dinamiche:
Devo considerare una situazione dinamica quando quello che succede non dipende solo dalla
grandezza ma da come essa varia.
Ad esempio io vorrei che l’indicatore del mio strumento di misura segua come posizione angolare
lo stesso andamento del mio sistema , in modo variabile proporzionalmente all’ingresso con la
stessa proporzionalità con cui quando l’ingresso è costante l’uscita mi indicava la grandezza.

BANDA PASSANTE:
Per un sistema reale di misura che deve misurare un ingresso variabile, si introduce il concetto di
banda passante, cioè un intervallo di pulsazioni e anche di frequenze a meno di una costante,
all’interno del quale la funzione di trasferimento non si discosta da quella ideale, più di una
quantità che io ritengo accettabile. La funzione di trasferimento di un sistema del primo ordine
dipende dalla costante di tempo in cui entrano caratteristiche geometriche, fisiche, chimiche del
mio sistema per il mio sistema di misura ha una costante di tempo e di conseguenza una funzione
di trasferimento.
Il livello di scostamento dall’idealità dipende dal tipo di applicazione che sto affrontando, quanto
più è critica ovvero un’approssimazione che potrebbe provocare danni ad es. alla qualità dei
prodotti, mi costringe ad accettare degli scostamenti dall’idealità (modello che io applico) BASSI.
Se l’ingresso è sinusoidale con una pulsazione minore di quella limite, non ho distorsioni in
ampiezza ma un ritardo relativo alla costante di tempo.
Una condizione di questo tipo comporta che il ritardo potrebbe non essere un problema, dipende
ovviamente dall’applicazione, ma potrebbe esserlo in applicazioni in cui applicazioni di controllo,
sicurezza o ambiti tenuti sotto osservazione, le azioni di controllo a causa del ritardo non siano
coerenti con quel che è necessario.

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