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di
misure elettriche
Tipologie di strumenti
Strumenti analogici
Uno strumento di misura analogico è uno strumento di misura nel quale il segnale d'uscita e/o visualizzazione è una
funzione continua del misurando. Esso misura la relativa grandezza fisica senza soluzione di continuità e, in caso di
variazione di valore, lo visualizza in modo intuitivo.
Ciò che caratterizza lo strumento in analogico è il tipo di presentazione della visualizzazione o la forma del segnale
d'uscita, non la tecnologia usata per realizzare lo strumento. Ad esempio, esistono micrometri a vite in cui la lettura si
esegue tramite un indicatore a movimento progressivo, che scorre su una scala stampata sullo strumento (da cui trattasi di
strumento analogico), come esistono dei micrometri in cui la lettura si esegue su totalizzatori meccanici (da cui trattasi di
strumenti digitali, sebbene non facciano uso di elettronica).
Strumenti digitali
Uno strumento di misura digitale è uno strumento di misura nel quale il valore misurato si presenta direttamente sotto
forma di numero.
Ciò che caratterizza lo strumento in “digitale” è il formato del valore visualizzato o del segnale d'uscita, non la tecnologia
usata per realizzare lo strumento. A titolo d'esempio si può ricordare che esistono orologi a bilanciere con quadrante
analogico in cui la lancetta dei secondi nella maggior parte dei casi si muove con dei totalizzatori meccanici con
movimento a scatto (da cui trattasi di strumenti digitali per l'indicazione dei secondi, sebbene non facciano uso
d'elettronica).
Struttura
Gli strumenti indicatori analogici possiedono un equipaggio mobile che, quando è attraversato dalla
corrente elettrica è sollecitato da una coppia motrice che dipende dal valore dalla corrente
medesima e da una coppia antagonista, che si oppone alla coppia motrice, e che cresce in funzione
dall'angolo di deviazione. Quando si raggiunge l'equilibrio tra le due coppie (coppia motrice e
coppia resistente) l'equipaggio mobile (indicatore) si arresta e la deviazione raggiunta (l'angolo che
l'indicatore ha percorso) è una funzione univoca del valore della grandezza che si voleva misurare.
Per cui gli strumenti indicatori sono muniti di una scala graduata in vario modo (scala uniforme,
scala uniforme a zero centrale, scala quadratica, scala ticonica, ecc.) sulla quale si può leggere
direttamente il valore della grandezza da misurare.
Portata degli strumenti
La portata è una caratteristica importante ed è la massima grandezza che un determinato strumento può misurare
correttamente. In caso di superamento di tale limite lo strumento si può guastare oppure restituire una misura errata.
Per evitare una tale eventualità la scala dello strumento è di solito costruita in modo che il valore massimo misurabile
sia leggermente minore rispetto al punto di massima elongazione dell'indice dello strumento. Le portate degli
strumenti sono unificate: 1,0 - 1,2 - 1,5 - 2,0 - 2,5 - 3,0 - 4,0 - 5,0 - 6,0 - 7,5 - 8,0 o suoi multipli e sottomultipli decimali.
Classe
La classe è un valore numerico che indica il grado di precisione di uno strumento. A causa di caratteristiche costruttive
(montaggio non perfettamente eseguito, taratura imperfetta, ecc.) o fisiche (conduttori non perfettamente cilindrici,
materiali metallici impuri ecc.) uno strumento non fornisce mai il valore esatto di una grandezza, ma ne approssima il
valore con una certa precisione. La differenza tra il valore esatto e il valore misurato dallo strumento si chiama errore
strumentale. Il rapporto tra l'errore strumentale e il valore esatto, in percentuale, è detto classe di precisione dello
strumento. In base alle normative vigenti, il costruttore deve mettere, ben in evidenza, sui propri strumenti, la classe e
deve garantire che lo strumento non superi il limite consentito. Tali norme prevedono che gli strumenti possano avere
una delle seguenti classi di precisione: 0,05 - 0,1 - 0,2 - 0,3 - 0,5 - 1,0 - 1,5 - 2,5 - 5,0 (in percentuale).
Risoluzione
La risoluzione è la più piccola unità di grandezza che uno strumento può rilevare. Nel caso di strumenti per misure
elettriche, il potere di risoluzione si ricava nel modo seguente:
Strumento analogico
La più piccola quantità misurabile è data dalla differenza di due tacche contigue. Per poter aumentare la risoluzione,
alcuni strumenti di grande pregio (classe molto piccola - 0,1 o 0,2), hanno al posto della comune scala una scala di tipo
speciale chiamata "scala ticonica". Questa scala permette, grazie a righe orizzontali e diagonali, di aumentare la
risoluzione senza causare un eccessivo affollamento di tacche. Ovviamente il valore della risoluzione è legato al valore
della classe, in quanto è impossibile ottenere un potere di risoluzione minore dell'errore percentuale commesso sulla
misura.
Strumento digitale
La più piccola quantità misurabile è data dal valore fisico associato ad 1 bit. La risoluzione è quindi data dal bit meno
significativo dello strumento. Ad esempio se un determinato strumento digitale sta segnando un valore di 225, la
risoluzione risulta essere 1. Allo stesso modo, se lo strumento sta segnando un valore 225,0 la risoluzione è 0,1.
Amperometro
L'amperometro è uno strumento per la misura dell'intensità della corrente elettrica che percorre una sezione di un
conduttore. Il suo nome deriva dall'unità di misura della corrente, l'ampere,il cui simbolo è A, che a sua volta ha questo
nome in onore del fisico e matematico francese André-Marie Ampère.
Amperometro ideale
Esistono vari strumenti per misurare la corrente che passa in una sezione di conduttore, basati sulla
misurazione del campo magnetico generato dalla corrente (misuratori magnetoelettrici), del riscaldamento
indotto in una resistenza campione (misuratori termici), della tensione indotta su una resistenza campione
(misuratori elettrostatici o voltmetrici).
L'amperometro ideale è un bipolo la cui resistenza è nulla e che misura la corrente che passa in un ramo di un
circuito. Essendo a resistenza nulla la sua inserzione in serie a qualsiasi ramo del circuito non altera in alcun modo il
funzionamento del circuito medesimo; l'amperometro ideale si comporta infatti come un cortocircuito. Malgrado
(ovviamente) non esistano amperometri ideali nella realtà, ha una notevole importanza teorica e nella simulazione
dei circuiti.
Amperometro magnetoelettrico
Gli amperometri magnetoelettrici misurano la corrente attraverso una misurazione indiretta del campo magnetico
generato da essa. Il primo tipo di amperometro è stato proprio magnetoelettrico: il galvanometro di Deprez-
d'Arsonval.
Amperometro elettromagnetico
La bobina fissa di questo strumento può essere costituita da una sola spira, permettendo di raggiungere portate
dirette di oltre 100 ampere, o di molte spire di filo di piccola dimensione se invece la portata dell'amperometro non
è molto elevata.
L'autoconsumo (ovvero la potenza assorbita dall'amperometro) di questi strumenti è in generale molto piccolo.
Molto spesso questi amperometri possiedono un commutatore per eseguire il cambio di portata senza
interrompere il circuito dove sono installati.
In genere questi amperometri hanno portate che variano da un minimo di 0,5 ampere ad un massimo di 200
ampere.
Voltmetro
ll voltmetro è uno strumento per la misura della differenza di potenziale elettrico tra due punti di un circuito, la cui
unità di misura è il volt con simbolo V. L'unità di misura possiede questo nome in onore del fisico italiano Alessandro
Volta. Insieme all'amperometro, wattmetro, varmetro, frequenzimetro, cosfimetro (o fasometro) e altri, è uno
strumento per misurare le grandezze elettriche.
Un altro parametro non meno importante è la tensione di isolamento. Di un voltmetro occorre conoscere anche il
tipo di tensione misurata: tensione continua, tensione alternata e in quest'ultimo caso se è solamente sinusoidale o
anche a forme d'onda diversa.
Multimetro
Un multimetro (pronuncia multìmetro, conosciuto anche come multitester o semplicemente tester) è uno strumento
di misura di grandezze elettriche che integra diverse funzioni, definite "campi di misura", in un'unica unità. Si presenta
come una scatola dotata di una finestra di lettura (quadrante analogico a indice mobile oppure display digitale), uno o
più comandi posti sul pannello frontale e almeno due boccole elettriche a cui collegare le sonde di misura (cavetti di
diverso colore, terminanti con puntali ad impugnatura isolata).
Multimetro Multimetro
digitale analogico
Multimetro Misure
Nella versione più semplice un multimetro consente perlomeno la misurazione delle seguenti grandezze:
• Tensione continua e alternata
• Corrente continua
• Resistenza elettrica
• Corrente alternata (non sempre presente nei multimetri super economici)
Le altre funzioni che si possono trovare in un multimetro sono:
• Misura dei veri valori efficaci e di picco di tensioni e correnti alternate anche in presenza di forme d'onda distorte;
• Misura di capacità elettrica e (più raramente) di induttanza;
• Misura di frequenza;
• Test di continuità, con segnale acustico quando c'è continuità elettrica nel tratto di circuito in esame;
• Prova di diodi (conduttanza diretta ed inversa) e di transistor (misura di guadagno hFE);
• Misura di correnti elevate mediante shunt esterni o pinze amperometriche;
• Misura di temperatura con sensore interno allo strumento o per mezzo di sonde esterne (termocoppie o termistori);
• Oscillatori e rilevatori di media frequenza per interventi su apparecchi radio;
• Un basilare oscilloscopio, solo nei modelli digitali high-end a microprocessore dotati di display grafico a matrice di
punti;
Multimetro Tipologia
Digitali, mostrano il valore misurato su display a sette segmenti, in tecnologia LED, LCD o fluorescente.
Analogici, in uso da molto più tempo, la lettura è data da un indice che si sposta sopra una scala graduata
(galvanometro).
Palmari, molto maneggevoli, non hanno necessità di disporre di alimentazione esterna in quanto hanno al loro interno le
batterie necessarie per l'alimentazione del circuito di misura. Nel caso dei multimetri analogici, l'alimentazione è
necessaria solo per la misurazione della resistenza elettrica o per le funzioni aggiuntive, in quanto la misura di corrente e
tensione avviene sfruttando l'energia del circuito in esame.
Portatili e Da banco, sono usati prevalentemente in un posto fisso di lavoro, avendo necessità di un'alimentazione
elettrica esterna per funzionare; questi ultimi hanno generalmente prestazioni superiori e la possibilità di essere collegati
in rete con altri strumenti tramite bus IEEE-488, ed essere gestiti da computer
Multimetro
La bontà di un multimetro si può valutare anche dalla sua impedenza o resistenza in ingresso, ovvero quanto il
multimetro va a "caricare" il circuito in esame. Questa impedenza, misurata in ohm/volt, è funzione dell'intervallo su
cui è impostato il multimetro: per esempio, se dichiarato per 20 kΩ/V avrà resistenza in ingresso per 100 V di 2 MΩ.
Un multimetro per uso elettronico o radioelettrico deve avere come minimo resistenza in ingresso di 20 kΩ/V data la
piccola entità dei segnali in gioco e la generalmente alta impedenza dei circuiti in esame: un'impedenza più bassa
carica maggiormente il circuito in esame rendendo meno affidabile la lettura.
La sicurezza dell'utilizzatore è fondamentale: la presenza di doppio isolamento e di protezione degli ingressi aiuta a
evitare problemi o lesioni all'utilizzatore e danni allo strumento in caso di utilizzo errato. I multimetri sono divisi in
varie categorie, identificate con numerazione romana, in cui una numerazione più elevata indica uno strumento
adatto a misure su circuiti aventi tensioni e potenze maggiori. Una suddivisione di questo tipo però si presta ad alcuni
equivoci in quanto un multimetro conforme, per esempio, alla CAT II e adatto per misure fino a 1 000 V non è migliore
di un multimetro conforme alla CAT III ma adatto a misure solo fino a 600 V. Tanto più alta è la categoria, tanto più il
multimetro è sicuro. I puntali, semplici contatti attraverso i quali connettere il multimetro al circuito in esame, devono
essere pienamente compatibili con la categoria del multimetro in uso, oppure di categoria superiore.
Particolare della impedenza dello strumento ICE utilizzato per il
Supertester 680R da 20.000 ohm/volt.
Multimetro digitale: Composizione dello strumento
Boccole per inserzione dei puntali: sono poste nella parte bassa
del tester, possono essere 3 o 4 in funzione del tipo di
strumento, il puntale nero va collegato alla presa denominata
"COM" che stà per comune.
Il puntale rosso va collegato alla presa adatta in funzione della
misura che si vuole eseguire (Volt-Ohm-Prova diodi, A corrente
bassi valori, 10A corrente massima 10 Ampere).
Sullo strumento sono anche riportate le tensioni massime per
cui l'isolamento è garantito (fra i due puntali) e le correnti
massime, nonché la disposizione delle protezioni di
sovracorrente (fusibili).
I simboli riportati sulle boccole sono i seguenti:
Multimetro digitale: Composizione dello strumento
Multimetro digitale: Misure con il multimetro digitali
Misure in tensione
Per i semiconduttori è possibile verificare il buon funzionamento delle giunzioni sia che si tratti di un diodo che di un
transistor.
Quasi tutti i tester hanno un provadiodi che verifica il verso di conduzione del diodo, il tutto spesso collegato ad un
segnale acustico.
Nel caso della prova di un diodo, lo strumento usa una scala per
la misura della resistenza, in pratica si comporta come un
generatore e misura la corrente che scorre, in questo caso nel
diodo.
Se il diodo funziona correttamente si verifica la condizione della
figura a sinistra.
Il diodo condurrà solo se polarizzato direttamente, mentre
nell'altro caso non condurrà.
Se lo strumento è molto sensibile o il diodo è di pessima
qualità, con la polarizzazione inversa sarà possibile, usando una
scala adatta alla misura di resistenze molto alte, misurare la
corrente di fuga (corrente inversa) del diodo.
Multimetro digitale: Misure con il multimetro digitali
Prova di semiconduttori
Prova condensatori
La prova di un condensatore si può fare con qualsiasi tester che misura la resistenza.
E' una prova banale che permette di vedere solamente se il condensatore è in cortocircuito.
Si fa settando il tester sulla scala di misura in Ω più bassa e collegando i puntali del tester sui reofori del condensatore
(che deve essere con un terminale non collegato).
Se il condensatore è in corto la sua resistenza sarà molto bassa, altrimenti sarà altissima.
Alcuni tester sono dotati di misura condensatori e induttanze.
In tal caso verrà rilevato il valore del componente analizzato.