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SUPPLIMENTO al Num. 85 del Diario di Roma dei 23 di


Ottobre 1833. -

vITERno, 24 settembre. Sonovi alcune di quel Santo Levita si venerava nella Cappel
pubbliche festività nella Chiesa, le quali oltre la delle Reliquie del Palazzo Apostolico Quiri
il recar sommo onore, e vantaggio alla Religio nale; e dell'intero Corpo del Martire S. Cre
ne, in tal modo si riferiscono alle glorie del po scenziano di nome certo, ritrovato ed estratto
poli ed alle politiche e municipali rimembran li 24 maggio 1824 sotto il Pontificato di Leo
ze, che non potrebbero passarsi nei silenzio ne Papa XII di sa. me. dalla romana necropoli
senza recare onta e danno ai fasti nazionali, di Callisto. Questi preziosi pegni furono in Ro
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ed all'integrità della storia. Di simil natura si ma ricevuti, e quindi portati a Viterbo da S. E.
è quella testè celebrata in Viterbo, della qua Rma Monsig. Gaspare Bernardo Pianetti Vesco
le pe' suoi rapporti, prima di narrare lo spetta vo vigilantissimo della città, il quale dopo aver
colo, interessa far nota l'origine. esposta la sacra ampolla alla pubblica devozio
Quando nel 1831 un'orda di maniaci sor ne nella Chiesa Cattedrale, appunto dedicata a
presero la buona fede de popoli in varie pro S. Lorenzo siccome protettore principale di Vi
vincie dello Stato Pontificio, e ne conturbarono terbo e della intera diocesi, con pari zelo e
la pubblica quiete proclamando la ribellione, fervore si dedicò pure a promuovere il maggior
onde il Sommo Pontefice - dovette volgersi alle culto e venerazione dell'altro Martire S. Cre
popolazioni rimastegli ſedeli, ed eccitarle a far scenziano. Ed in proposito della solenne circo
argine al torrente rivoluzionario, che andava stanza della traslazione di questo monumento di
dilatandosi ; fra queste la città di Viterbo, capo Pontificia bontà dalla indicata Cattedrale alla
del patrimonio di S. Pietro, la quale si gloria Chiesa destinatagli della Visitazione delle RR.
di essere stata in ogni tempo attaccatissima e Monache Benedettine Cisterciensi , claustrali
devota alla Santa Sede Apostolica, ed al pater edificantissime per la regolare osservanza di per
no Pontificio Governo, rispose immediatamente fetta vita comune, la quale con sommo studio pro
all'invito dell'Augusto Sovrano, e rigettando ſessano, ebbe luogo la pomposa festività, di cui
con pari indignazione, che prudenza le voci andiamo a parlare.
de ribelli brandì le armi, si barricò contro le Un programma del sig. Commendatore
schiere che aspiravano ad invaderla, e fer Tommaso Conte Fani Ciotti Gonfaloniere, per
mò l'irruzione ne limiti del suo territorio, sonaggio rispettabilissimo per ogni titolo, ed
troncandole la via per dirigersi sopra Roma. in ispecie per lo impegno instancabile a tutela
LA SANTITA' DI NostRo SIGNoRE GREGO re le cose pubbliche, ed a promuovere la Re
RIO PAPA XVI, grata a sì belle prove di fe ligione e la gloria patria, non meno che una
deltà, di Religione e di coraggio, per un tratto erudita pastorale di questo esimio Vescovo ave
di sua impareggiabile clemenza volle dimostrare vano già prevenuto il pubblico di tanta celebri
a Viterbo la Sovrana sua soddisfazione, ed agli tà, ripromettendone l'incominciamento appena
altri privilegi e concessioni si degnò unire il ultimate le feste ricorrenti della inclita concit
dono d' una insigne ampolla, di forma rotonda tadina S. Rosa Vergine, che in quest'anno si
nella superficie, chiusa e suggellata con lamina sono pure vedute splendere di maggior pompa.
di piombo iscritta d'antichissimi caratteri, conte Nel meriggio del giorno 8 corrente il tuonar
mente porzione de'carboni, grasso e sangue del dell' artiglieria, ed il giulivo suono de sacri
glorioso S. Lorenzo Martire, la quale, da remo bronzi di tutte le Chiese della città annunziaro
tissimi tempi, collocata sopra l'urna della testa no il principio delle nuove feste. Il Tempio
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della Cattedrale era magnificamente ornato , e attesa l'affluenza del forastieri, e la magnificen
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in mezzo della gran Cappella del Sagramen za delle funzioni e degli spettacoli. Il lodato
to sorgeva grandioso ed elegante basamento, sul Eiio sig. Cardinale, i quattro Prelati Vescovi
quale poggiante eol dritto braccio in lapide riqua co nominati Capitoli e Clero secolare, Monsig.
drata ( in cui si vedono scolpite negli angoli Delegato Apostolico Gennaro Sisto, l'Eccino Ma
varie palme, e leggesi il nome LOCVS CRE gistrato Comunale con tutta la Corte in piena
SCENTIANI, quale fu rinvenuto sul coperchio ceremonia, il Tribunale di prima istanza con
del sepolcro nella indicata Catacomba semigia tutti i Ministri, il sig. Assessore Legale e la
cente) vedevasi la statua del Santo . Essa ven Curia rivestiti delle rispettive toghe, ed attri
nc modellata, ed eseguita in cera dal R. P. Va buti, lo Stato maggiore della truppa Civica, al
lentino di S. Maria Romano, Carmelitano Scalzo la cui testa era l'ottimo e bravo Colonnello sig.
assai valente nell'arte della scultura, sul dise. Commendatore Conte Giulio Zelli Pazzaglia, e
gno dell'egregio pittore sig. Antonio Bianchi, l'uffizialità delle armi del Carabinieri e di Li
e rappresentante il giovane minore di sei lustri nea in bell' ordine dall' Episcopio si recarono
dell'altezza di palmi otto, siccome si rilevò dalla ri al Tempio, dove i Militari di ogni arme pre
cognizione delle sacre ossa ottimamente conser stavano servizio e decoro. Fu regolare, ampio
vate ad onta dell' edace tempo per tanti seco e imponente il consesso, che tra immensa folla
li, le quali possibilmente ricomposte nelle sue di popolo assistè alla solenne Messa pontificata
parti erano situate dentro la statua medesima dall' Elio Porporato, cui fece eco la musica
vestita riccamente di tunica bianca, e di manto del ch. sig. Maestro Cavazza, ed all'orazione
eremisi brillante, di romano costume. Ai piè gia encomiastica del M. R. P. Luigi da Bagnaia Cap
cevano quasi trofeo vari ordigni di tormento, ai puccino Oratore noto a tutta Italia.
quali eroicamente resistevano i Martiri, e l'am Alle ore quattro pomeridiane, dopo cantati
polla del sangue testimonio incontrovertibile del i secondi Vespri, incominciò la solennissima pro
sofferto martirio. Eleganti ornati decoravano mae cessione, che riuscì oltremodo dignitosa ed edifi
stevolmente la bella mole, ed il Tempio intero cante. L' apriva un drappello di militari, do
riſulgeva per la copia delle faci e de' cristalli, po i quali procedevano gli Orfani del Con
e per la splendidezza degli apparati. Nella sera i servatorio della Divina Provvidenza i seguiva
primi Vesperi in musica furono eseguiti da nu no undici numerose Confraternite coi propri sten
neroso stuolo di professori e di abilissimi di dardi e ricche insegne, cui succedevano die
lettanti, in mezzo ad una folla di devoti uditori: ci copiose Corporazioni di Regolari i quindi ver
vi pontificò l'Eio sig. Card. Giuseppe Maria Velzi niva un Turiferario con incensiere fumigante,
Vescovo di Montefiascone e di Corneto, coll'assi il quale precedeva la Croce del Clero Secolare,
stenza degl'Illini e Rini Monsigg. Fortunato Maria portata da un Suddiacono vestito di tonacella,
Ercolani Vescovo di Civita Castellana, Orte e Gal che era seguito dagli ordini del Chierici e dal
lese, Niccola Belletti Vescovo di Aquapenden Seminario Vescovile. Incedevano poi i Sacerdoti
te, Gaetano Baluffi Vescovo di Bagnorea, già semplici, ed i Benefiziati vestiti di dalmatica i
invitati per questa faustissima circostanza dal no il Collegio de' Parrochi in pluviale, ed i tre
stro amantissimo Vescovo anch'esso presente, Capitoli delle Collegiate in pianeta, tutte di cº
lore rosso proprio del rito ; indi i Rii Cano
oltre i quattro Capitoli de Canonici, e tutto il
nici della Cattedrale in abito privilegiato, vestiti
Clero secolare della città ; il quale quiudi alter
nativamente salmeggiò tutta la notte, sino alla se egualmente di pianeta con mitra, di che sºnº
guente mattina, innanzi alle sacre Reliquie. condecorati per loro distintivo dalla munificen
Il giorno 9, destinato alla traslazione della za di più Sommi Pontefici. Avevano poi luogo
sacra spoglia, sarà memorabile per lunga epoca i Cantori della Cappella, i quali alternavanº »
eoi concenti melodiosi degli strumenti, cantici SSio Sagramento i lodati Monsignori Vescovi,
ed inni analoghi alla funzione : dopo i quali, e le dignità più distinte del Clero Viterbese.
preceduta da altri due Turiferari, susseguiva, Ma non possono omettersi i nomi dei valenti
portata a spalle di sedici uomini vestiti di sac Oratori, che in varie ingegnose fogge dissero
co rosso, la grandiosa macchina, d'invenzione e le lodi del Santo, delle cui speciali gesta tan
lavoro dell'abilissimo artefice signor Angelo Pa to ci è pure avara la storia. Essi furono i MM.
pini, sopra cui era collocata la statua del Cor RR. signori D. Francesco Marzi Maestro di Uma
po del Santo Martire. Ai quattro angoli di quel nità, D. Luca Ceccotti Maestro di eloquenza,
la procedevano, tenendo altrettanti fiocchi quasi Canonico D. Filippo Fratellini Professore di Fi
cooperatori al trasporto, gl' Illini e Riiii quat losofia nel Ven. Seminario, ed i Rii signori D.
tro Vescovi, e quindi l'Eino e Riho sig. Card. Crispino Gasparelli e D. Francesco Gaesi Cano
Velzi, tutti in veste pontificale. Facevano ap nici della Cattedrale. -

presso corteggio in eguale ordine, dopo il lo Il giorno del 15, vigilia dell' ottava della
dato Monsignor Delegato Apostolico, tutte le traslazione, furono pur cantati i primi solenni
Autorità amministrative, civili e militari con ma Vesperi a piena orchestra, avendovi pontificato
gnifico arredo, e le schiere de'soldati. Lo splen S. E. Rina Monsig. Pianetti Vescovo di questa cit
dore di tanti lumi, lo sparo continuato de'can tà, dopo i quali si udi l'orazione panegirica dell'
noni, il suono festivo delle campane, le tapez Illino e Rfino Monsig. Vicario Generale D. Fran
zerie d'ogni sorta su i balconi e le porte, i cesco Spalletti, e previo il canto del Tantum
fiori e le verdure sparse, la gran folla non in Ergo ad egual musica, dal medesimo Prelato
terrotta lungo le vie che percorreva la sacra venne data la trina benedizione coll'Augustissi
pompa, l'aspetto di devozione e di gioia che mo Sagramento. La mattina del giorno 16 alle
animava ogni volto, imprimevano in ciascuno la ore 10 la stessa E. S. Riina pontificò la solen
maraviglia, ed un'idea indelebile di tanta ce - ne messa, a cui pure assistè l' Illino Magistra
remonia. In apposite stazioni arrestavasi la mo to civico, con la musica del sig. Tommaso Go.
le , ed allora con preci e benedizioni l'Eiho ri Maestro della Filarmonica Viterbese. Il M.
Pontificante quasi affidava alla tutela dell'incli R. P. Maestro Gio. Battista Marrocci Reggente
to Martire l'intera città Pervenuta tutta la pro de Conventuali, con molta eloquenza, pronunziò
cessione alla Chiesa della Visitazione, appena l'ultimo encomio del glorioso Martire. Nel po
collocato il sacro Corpo sopra l'altare, il so meriggio alle ore 5 coll'assistenza del lodato
lenne Te Deum, e quindi la benedizione con la Illmo Magistrato, si cantò il solenne Te Deum,
preziosa ampolla del Sangue, posero fine in quel ed il Tantum Ergo in musica, dopo il quale il
giorno alla funzione. Nella sera fu vago lo spet lodato zelantissimo Pastore comparti all'affolla
tacolo della illuminazione generale della città, to popolo la trina Eucaristica Benedizione. Mella
e dopo l' un' ora di notte, per maggior diletto sera poi ſu chiusa la solenne festività con una
del pubblico, fra concettose sinfonie della ban ingegnosa illuminazione nella sublimità della
da civica, nella piazza del Comune venne in torre altissima del Comune, che presentava da
cendiato un copioso fuoco d'artifizio. lungi l'aspetto di una cuspide di pagoda cinese
L' amore della brevità non permette se non sospesa nell'aria. I fuochi d'artifizio colassù in
che di accennare le solenni funzioni, che con cendiati produssero un effetto veramente magico,
tinuarono, specialmente la sera, nella stessa chie simulando i tuoni, le folgori, e le più strane
sa della Visitazione durante l'ottavario, in cui, luminose meteore nella regione delle nubi : e
affluendo sempre il popolo, si cantò a scelta così il complesso della sacra pompa e degli spet
musica l'Inno de Martiri e il Tantum ergo, tacoli fu ammirato grandemente da genti forastiere,
e vi dettero successivamente la benedizione del e dagli abitanti, ai quali resterà sempre viva
la memoria da tramandarsi alla più tarda po ne lasciandole nella stessa esposizione , col
sterità.
proseguire altro sacro ottavario, il quale ebbe
“ L'onore poi della Religione non permetten. termine ieri sera, celebrato con analoghe fun
do di trasandare la parte più essenziale, che zioni, e discorsi morali nel dopo pranzo , che
interessa totalmente la gloria del Santo, e che vi hanno recitati vari Eccclesiastici di questa
ha fatto aumentarne la pubblica devozione, con città. Continuo fu il concorso dei devoti indi
viene almeno dare un cenno delle moltiplici vi geni e forestieri, che affluendo quotidianamen
sibili grazie operate da Dio a sua intercessione te e in ogni ora di ciascun giorno, porgevano
in questa medesima circostanza a prò di ogni argomento di somma edificazione e commoveva
ceto e condizione di persone che lo hanno in no sino alle lagrime chiunque li riguardava
vocato. Di esse si hanno irrefragabili prove ne' con quale pietà nel Tempio si raccomandava
molti voti, tributi, e negl' istrumenti di umane no al patrocinio del Santo pei loro bisogni,
infermità in tanta copia già lasciati appesi all' e gli prestavano culto con fede veramente vi
Ara santa, su cui si veneravano le auguste Re va, la quale pur troppo non è sì frequen
liquie, e che tuttogiorno sopravvengono anche «te a vedersi negli attuali infelicissimi tem
da diversi paesi. Questi luminosi effetti della pi. Intanto S. Crescenziano, novello compatro
efficace protezione dell'invitto Martire di Gesù no della città di Viterbo, non lascerà di riguar
Cristo hanno talmente accesa di fervore, e riem dare propizio questa popolazione, intento a di
pita di fiducia la massa del popolo fedele, che fenderla da qualunque sciagura che le sovra
si rese impossibile di collocare nella custodia stasse. Voglia Egli così intercedere a tutto il
già preparata le Sacre Spoglie, come erasi de mondo la vera felicità, e quella quiete fisica e
stinato di fare la sera del 16 del corrente ; ed
morale che da gran tempo ei manca, illuminan
do le menti sul vero pregio della tranquillità ter
invece si dovette appagare la pubblica devozio , rena ed eterna ! -

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