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Introduzione
La distribuzione dei salmi nelle diverse ore della Liturgia quotidiana
ha delle caratteristiche particolari. Preferire un salmo anziché un altro
cambia la teologia dell’ora. Infatti, lungo la storia sono stati utilizzati
criteri precisi che hanno determinato il contenuto teologico dell’ora
celebrata. Alcuni di essi sono stati accolti nella Regola di S. Benedetto1.
verso la sua distribuzione dei salmi, abbia messo in evidenza una plu-
ralità di sensi soteriologici del testo biblico che non sempre erano stati
presi in considerazione prima del suo lavoro. Nel suo disegno, i salmi
vengono letti sotto nuove prospettive, poiché vengono pregati in uno
specifico momento kairologico4. Considerati i salmi sotto quest’ango-
latura, sorgono in essi nuove interpretazioni promananti dal rapporto
teologico che il P. Notker stabilisce fra il loro contenuto letterario e
la tematica storico-salvifica dell’ora di preghiera nella quale essi sono
recitati.
Nel pensiero del nostro autore, l’anamnesi degli eventi pasquali nella
Liturgia delle Ore deve tenere conto, non solo dell’ora del giorno e del
momento della settimana, ma anche della forma letteraria dei salmi,
avendo cura allo stesso modo della struttura che genera l’insieme del-
la sua distribuzione, cosicché i salmi scelti siano letterariamente adatti
ad esprimere il mistero celebrato. Questo intreccio fra tematica bibli-
ca, forma letteraria, contenuto liturgico e memoriale rende attuale in
modo inatteso la massima di Gregorio Magno: Scriptura crescit cum
legente5. A ciò noi possiamo aggiungere, con il tremore che nasce quan-
do si modifica un testo patristico, che a causa della pluralità di sensi
che il mistero fa nascere nella celebrazione, la Scrittura cresce ancora di
più cum orante. Così, mentre il senso del testo si arricchisce attraverso
la preghiera e la sua teologia, la preghiera diventa Evento di salvezza in
un senso inatteso grazie al testo biblico e al suo concetto di memoriale.
Per rendere evidenti alcune delle caratteristiche peculiari del contri-
buto di Füglister, vogliamo fare poi un’analisi quadripartita: lo studio
dell’origine della diversità delle ufficiature contemporanee, la storia della
riforma dello schema salmico benedettino, la delimitazione dello scopo
teologico iniziale dell’autore all’ora di elaborarlo e, finalmente, il fonda-
mento teologico della distribuzione dei salmi da lui proposta. Quest’ul-
timo aspetto è ciò che fa di essa una proposta celebrativa del tutto origi-
nale, in particolare nei confronti della Liturgia romana delle Ore.
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Cf. DODP 19, in Thesaurus, 13-14, dove si rende ragione dell’esistenza di una
pluralità di liturgie monastiche, rese possibili grazie ad un indulto fatto dal Consilium
ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia il 29 dicembre 1968, poi esplicita-
mente permesso dalla CCDDS (8 luglio 1971): Diversæ formæ celebrationis admit-
tuntur, ut omnes communitates, secundum suam physiognomiam propriam et activita-
tes exteriores quas exercent, in fundo communi celebrationis Officii divini occurrere sibi
possint. Si noti che esse nonostante siano sorte “prima” del Thesaurus, si ammettono
come esplicitamente possibili anche “dopo” la sua pubblicazione. Risulta rilevante il
fatto che la diversità liturgica trova le sue ragioni nelle caratteristiche proprie di ogni
comunità e non nella norma data dal Thesaurus.
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Cf. infra la verifica della situazione contemporanea nei monasteri di lingua tede-
sca fatta nel nostro paragrafo, 2.3 “Codificazione creativa dinamica”. Si ricordi anche che
Il memoriale pasquale come principio strutturante 115
il DODP stabilisce limiti oggettivi alla creatività riassumibili in due aspetti: a) il testo li-
turgico oggettivamente determinato; b) la struttura di ogni singola ora e le esigenze della
comunità che determina la forma delle singole ore, anche in ciò che riguarda il numero
e la distribuzione dei salmi. Essi sono scelti in antecedenza secondo una forma stabilita:
(congregatio orantis) quæ sibi complacet in formis antecedenter statutis precari, exempli gra-
tia, quoad modum alternandi psalmos et lectiones, quoad numerum et distributionem psal-
morum [...], DODP 20, in Thesaurus, 14. In ogni caso, il cursus monastico deve essere
diverso da quello cattedrale (DODP 24, in Thesaurus, 16) al fine di preservare il carattere
monastico della celebrazione. Da questa esigenza di oggettività della distribuzione salmi-
ca, unita alla necessità di un cursus diverso da quello cattedrale, scaturisce la creazione dei
quattro schemi proposti dal Thesaurus, che determineranno successivamente la pluralità
celebrativa benedettina, alternativa alla romana (cf. nota 12 infra).
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Si veda il caso degli inni, diversi per ogni area linguistica, secondo le indicazio-
ni date in SC 93 [Concilium Vaticanum II, AAS 56 (1964) 123]. In questo caso, la
SC offre la possibilità di inserire nell’ufficio altri inni presi da raccolte innografiche (cf.
IGLH 178, in Liturgia Horarum, vol. 1, 73, così come Concilium Vaticanum II, SC
38, AAS 56 (1964) 110). Forse è bene domandarsi quali siano i criteri per introdurre
un inno nella Liturgia delle Ore, poiché i monasteri (e altri gruppi ecclesiali) tendono
a includere composizioni di diverso genere fra le loro raccolte innodiche, mentre la
IGLH stabilisce che non siano ammessi in esse canti popolari, a causa di una mancan-
za di adeguamento teologico rispetto al momento celebrativo. Pur essendo possibile
in qualche caso una lettura teologica comune attraverso i salmi, per ragioni evidenti,
gli inni sono esplicitamente esclusi da quest’analisi giacché studieremo unicamente la
distribuzione dei salmi nella Liturgia delle Ore.
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(Thesaurus 36, nn. 7-16) o la presenza dell’inno Te decet laus dopo la proclamazione
del Vangelo nelle Vigilie, cf. RB 11, 9-10, ed. R. Hanslik (CSEL 75), 64; vedi anche
Thesaurus, 36 (n. 14) così come Ib., 63; per ciò che concerne la posizione dell’inno
all’inizio dell’ora, essa è una possibilità («Prænotanda» 4 e 5, in Thesaurus, 21) che,
insieme ad altre, observari possunt. Invece, per quanto riguarda il numero di ore di
ogni giorno, cf. DODP 25-26, in Thesaurus, 16-18. La struttura della preghiera che
genera ogni giorno il numero di ore e il modo di celebrarli è in funzione dello sche-
ma scelto. Dobbiamo ricordare anche in questo caso che il Thesaurus ammette certe
variazioni in quanto frutto delle necessità di una determinata comunità (DODP 25,
con la condizione stabilita sempre in DODP 25, in Thesaurus, 17: minuere Horas
celebrationis, secum non trahit minutionem temporis orationi dandi, nedum qualitatis
eius. In questo caso, si chiede il miglioramento della qualità della preghiera e, se pos-
sibile, l’aumento del tempo dedito ad alcune forme specifiche di essa. Naturalmente,
questo incremento temporale deve avvenire senza unire due ore per non disturba-
re il principio della veritas horarum. Il documento, invece, lascia aperto il modo di
realizzare questo principio, offrendo così spazio a nuovi ambiti di espressione e di
preghiera. Nessuna delle edizioni approvate dalla CCDDS ha contemplato come
possibile l’apertura a forme alternative di pratiche celebrative a partire da un testo
base considerato come una fonte di risorse: non è forse arrivato il momento di im-
boccare anche questa strada?).
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Cf. Thesaurus, 40-57 dove si trovano i quattro schemi dell’ufficiatura mona-
stica approvati dalla Confederazione Benedettina (CCDDS Prot. n. CD 1415/76
del 10 febbraio di 1977: quattuor schematibus psalterii [...] libenter confirmat), con la
possibilità di adattarli alla recita di una o due ore minori, anziché tre (Thesaurus, 47-
48). Si aggiunga a questi lo schema della RB con o senza l’ora Prima (Thesaurus, 549).
168 Eduardo López-Tello García
Appendice
Lodi 92 99 97 96 46 95 98
3 62 89 35 75 142 50
29 100 64 56 5 63 91
AT AT AT AT AT AT AT
146-147 134 116 149 148 145 150
Sommario
N. Füglister, nella sua distribuzione salmica, unisce teologia biblica,
aspetti liturgici ed evento soteriologico. L’anamnesi degli eventi pasqua-
li diventa in lui il criterio che determina quale sia il salmo più adatto
ad ogni singolo momento kairologico. Per mostrare queste singolarità,
si costata oggi l’esistenza di diverse ufficiature in uso e si trova la ra-
gione delle loro differenze nelle varie distribuzioni salmiche. Inoltre,
il lavoro di Füglister s’inquadra nella storia della riforma della Liturgia
delle Ore benedettina e come frutto della sua docenza all’Ateneo di
Sant’Anselmo. Alla base dei motivi che lo spinsero a proporre il mistero
di Cristo come kairós liturgico della Nuova Alleanza, si trova il bisogno
di vivere in autenticità la vocazione benedettina. Infine si enucleano le
caratteristiche teologiche delle Ore dello Schema “B”, che si basa in una
coincidenza tra forma letteraria ispirata e memoriale.
Abstract
In his proposal for the weekly psalter, N. Füglister combines bi-
blical theology, liturgical dimensions and soteriological events. The
anamnesis of the paschal events is the criterion that determines which
is the most suitable psalm to be prayed in every single salvific moment.
In order to show this, I will verify the present existence of various psal-
mic distributions grounded on the different ways of placing the psalms
in the single moments of prayer. I will also contextualize the work of
Füglister in the history of the reform of the Benedictine Psalter and
in his work at the University of Sant’Anselmo. It will be shown that
he established the mystery of Christ as the liturgical kairós of the New
Covenant because of his desire to live out the Benedictine vocation
authentically. Finally I will study the theological characteristics of the
single Hours of Scheme “B”, based on a synthesis between inspired
literary form and memorial.