Matias Aug
1
Le sigle pi frequentemente ricorrenti sono: IGMR = Institutio generalis Missalis Romani (diverse
edizioni); OLM = Ordo lectionum Missae, Editio typica altera (21.01.1981); SC = Sacrosanctum
Concilium (4.12.1963); CEI = Conferenza episcopale italiana.
2
Una bibliografia abbondante e una sintesi delle diverse opinioni si trova in V. Raffa, Liturgia
eucaristica. Mistagogia della messa: dalla storia e dalla teologia alla pastorale pratica , CLV-Ed.
Liturgiche, Roma 2003, pp. 348-374 (nuova edizione ampiamente riveduta e aggiornata secondo leditio
typica tertia del Messale Romano).
3
Cf. B. Capelle, Le Kyrie de la messe et le pape Glase, in Revue bndictine 46 (1934) 126-144; Id.,
Le pape Glase et la messe romaine, in Revue dhistoire ecclsiastique 35 (1939) 22-34; Id., Luvre
liturgique de S. Glase, in Journal of Theological Studies 52 (1951) 129-144; Id., Innocent Ier et le
canon de la messe, in Recherches de Thologie ancienne et mdivale 19 (1952) 5-16; Id.,
Lintercession dans la messe romaine, in Revue bndictine 65 (1955) 181-191; tutti questi studi si
possono trovare riuniti in Id., Travaux liturgiques de doctrine et dhistoire, vol. 2, Abbaye di Mont Csar,
Louvain 1962.
4
Cf. P. De Clerck, La prire universelle dans les liturgies anciennes. Tmoignages patristiques et textes
liturgiques, Aschendorf, Mnster Westf. 1977. Unampia sintesi di questa importante opera si trova in F.
DellOro, La preghiera universale nelle liturgie latine antiche, in Rivista Liturgica 67 (1980) 683-
726. Si veda anche P. De Clerck, Prire universelle et appropriation de la Parole, in La Maison-Dieu
153 (1983) 113-131; Id., Les prires dintercession. Les rapports entre Orient et Occident, in La Maison-
Dieu 183/184 (1990) 171-189.
5
Apologia I, 65,1, in Giustino, Apologie, a cura di G. Girgenti, Rusconi, Milano 1995, p. 167, cf. anche
67,5.
Deprecatio Gelasii. stato notato che i testi della Deprecatio lasciano pi spazio alla
menzione delle situazioni umane e delle disposizioni personali degli oranti. Finalmente,
Gregorio Magno (590-604) avrebbe eliminato le varie intenzioni e lasciato solo il
ritornello Kyrie eleison, pi Christe eleison, come semplice acclamazione. Ladozione
della Deprecatio Gelasii potrebbe spiegare la presenza, in alcuni formulari di messe dei
pi antichi Sacramentari (la raccolta di Verona e il Gelasiano antico), di una seconda
orazione prima della preghiera sulle offerte; poteva infatti trattarsi di unoratio post
precem, preghiera sacerdotale che concludeva la Deprecatio.
Capelle nota, inoltre, che la preghiera dei fedeli non era un rito specificamente
romano, ma lo si trovava dappertutto, in Occidente e in Oriente. Il parallelismo pi
impressionante, secondo lo studioso, la preghiera dei fedeli dei libri II e VIII delle
Costituzioni apostoliche, dove troviamo larticolazione: pro oremus ut, che ricorda
la struttura delle Orationes sollemnes del venerd santo della liturgia romana, unica
testimonianza della preghiera dei fedeli che sarebbe rimasta nel libri romani.
Secondo De Clerck, che mette in discussione alcuni elementi della tesi di
Capelle, nella liturgia romana esisteva certamente una preghiera, che egli chiama
universale, tra il vangelo e loffertorio, rimasta fino al secolo VI, quando sarebbe
sparita per la concorrenza della litania processionale che precedeva la messa. Il Kyrie,
sorto per come pezzo autonomo, sarebbe divenuto lacclamazione finale aggiuntiva
della litania. Nei giorni nei quali non si celebrava la litania, tale acclamazione avrebbe
conservato la sua naturale autonomia; scomparsa definitivamente la litania, il Kyrie
avrebbe ricuperato stabilmente la sua indipendenza.
Sia la teoria di B. Capelle che quella di P. De Clerck, di cui abbiamo dato una
brevissima sintesi, hanno dei punti deboli messi in rilievo da diversi autori e ripresi,
recentemente, da V. Raffa, secondo cui la notizia sulla preghiera dei fedeli trovata nelle
Apologie di Giustino e meno chiaramente nella Tradizione apostolica, ha una sua
propria spiegazione. Al tempo di Giustino non esisteva ancora a Roma una preghiera
eucaristica stabilizzata, capace di albergare anche le intercessioni. Il testo della
Tradizione apostolica, a parte che ormai non accettata da tutti la sua rappresentativit
della tradizione romana, menziona una preghiera dei fedeli a proposito di una
celebrazione che non si sa fino a che punto rifletta la prima parte della messa. Delle
altre testimonianze citate non si pu escludere che si riferiscano alle intercessioni del
canone della messa6. Da parte sua, per, A. Nocent e altri autori affermano che la
preghiera universale o dei fedeli e le intercessioni anaforiche sono due realt molto
differenti: la preghiera universale propone (enuncia) delle domande, mentre le
intercessioni elencano le intenzioni per le quali si offre il sacrifico eucaristico. Le due
preghiere quindi hanno potuto coesistere senza porre dei problemi particolari7.
Per quanto riguarda la Deprecatio Gelasii, K. Gamber, che ne ha pubblicato i
testi, A. Chavasse e altri hanno provato che essa non aveva come risposta il Kyrie, ma:
Dicamus omnes: Domine exaudi et miserere, o anche: Praesta Domine praesta8. Ci sono
altri elementi nella storia della preghiera universale sui quali gli autori divergono.
Bastano per questi pochi segnalati per farsi carico della problematica.
Le prime manifestazioni in favore della restaurazione o ripristino della preghiera
universale sono degli anni 50 del secolo scorso9, per attorno al 1960 che gli studi di
6
Cf. Raffa, Liturgia eucaristica, cit., pp. 352-368.
7
Cf. A. Nocent, La prire commune des fidles, in Nouvelle Revue Thologique 86 (1964) 948-964
(qui p. 963).
8
Cf. A. Chavasse, A Rome, au tournant du Ve sicle, additions et remaniements dans lOrdinaire de la
Messe, in Ecclesia Orans 5 (1988) 25-44.
9
Cf. B. Opfermann, Um die Erneuerung des Frbittengebetes in der Messfeier, in Bibel und Liturgie
18 (1951) 243-248; P.-M. Gy, Signification pastorale des prires du prne, in La Maison-Dieu 30
J.-B. Molin fanno delle proposte concrete al riguardo[10]. Le proposte del Molin
poggiano sulla sopravvivenza della preghiera dei fedeli nelle cosiddette prires du
prne medioevali. Agli inizi del secolo X, troviamo un invito rivolto al popolo, dopo il
sermone delle domeniche e feste, a pregare per diverse intenzioni. Questo costume si
diffuso nel corso del Medioevo; lo troviamo attestato in parecchie diocesi di Francia,
Inghilterra, Germania e anche dItalia. Nei paesi di lingua francese, le suddette
preghiere si chiamavano appunto prires du prne (prne: cancellata che separava il
coro dalla nave). V. Raffa afferma per che nessuna prova esiste sul fatto che queste
preghiere del sermone siano, almeno nellambito della messa, la continuazione
presbiterale della preghiera universale antica della liturgia papale[11].
Come abbiamo visto, le opinioni degli studiosi sullorigine e gli sviluppi della preghiera
dei fedeli non sempre combaciano. In ogni modo, c un certo consenso per quanto
riguarda lesistenza nella messa romana dei primi sei secoli di una preghiera per
intenzioni varie. Il Concilio Vaticano II ha raccolto il desiderio espresso a pi riprese da
diversi studiosi ripristinando lantica preghiera dei fedeli o preghiera universale. In un
lungo e documentato studio, F. DellOro afferma che in realt il contesto nel quale
stato realizzato il ripristino di questa preghiera fondamentalmente quello caratterizzato
dallo sviluppo dellOrdo missae romano in area franco-germanica e che pertanto
corrisponde alla seconda fase dello sviluppo della preghiera dei fedeli, cio quella che
va dal secolo IX/X in poi[12].
(1952) 125-136.
che, come vedremo pi avanti, nei documenti posteriori la terminologia ha continuato a
essere diversificata: preghiera comune, universale o dei fedeli[15].
Nove mesi dopo la promulgazione di SC, lIstruzione della Sacra Congregazione dei
RitiInter Oecumenici (26.09.1964), preparata per incarico di Paolo VI dal Consilium,
contiene, al n. 56, alcune norme pratiche e provvisorie per lapplicazione di SC 53. Tre
anni dopo, lIstruzione Eucharisticum Mysterium (25.05.1967) della Sacra
Congregazione dei Riti e del Consilium stabilisce, al n. 28, che nelle messe domenicali e
festive anticipate alla sera del giorno precedente si celebri la messa indicata nel
calendario per la domenica o per il giorno festivo, senza affatto omettere lomelia e
lorazione dei fedeli.
Il Consilium pubblic alcune norme corredate di modelli per la preparazione della
preghiera universale. Stampate prima pro manuscripto, il 13 gennaio 1965, nel
fascicolo: De oratione communi seu fidelium. Eius natura, momentum ac structura.
Criteria atque specimina ad experimentum Coetibus territorialibus Episcoporum
proposita, di pp. 32; in seguito nel volume: De oratione communi seu fidelium. Natura,
momentum ac structura. Criteria atque specimina Coetibus territorialibus Episcoporum
proposita, Typis Polyglottis Vaticanis, Citt del Vaticano 1966, pp. 102. Questultima
edizione si distingue da quella pro manuscripto soltanto per i 54 schemi disposti
secondi i tempi liturgici. Scopo del sussidio era di educare le assemblee eucaristiche a
questa nuova forma di preghiera introdotta nella liturgia della messa[16].
Da segnalare ancora che nel sussidio: Cantus, qui in Missali Romano desiderantur,
iuxta instructionem ad exsecutionem Constitutionis de sacra liturgia recte ordinandam
et iuxta ritum concelebrationis, Typis Polyglottis Vaticanis, Citt del Vaticano 1965,
pubblicato dalla Sacra Congregazione dei Riti e dal Consilium, ed entrato in vigore il 7
marzo 1965, sono proposti alcuni toni per il canto della preghiera dei fedeli[17].
Aggiungiamo ancora che il gruppo di esperti del Consilium, incaricato della revisione
delle litanie dei santi, notava che lultima parte delle litanie dei santi corrispondeva alla
preghiera universale. Si proponeva, quindi, che nelle messe in cui si dicono le litanie,
lultima parte delle stesse tenga il posto della preghiera universale, presentando
intenzioni che riguardino sia il bene della Chiesa e del mondo, sia le persone e le cose
per le quali si compie il rito, cio i battezzati nella veglia pasquale, gli ordinandi, la
chiesa o laltare che vengono dedicati, ecc.[18].
Nel primo schema della cosiddetta messa normativa, si diceva che la preghiera dei
fedeli era un elemento strutturale e stabile della celebrazione, da non omettersi in
nessuna celebrazione, neppure nei giorni feriali e, in forma opportunamente adattata,
neppure nelle messe private[19].
Come si sa, la messa normativa stata presentata e celebrata ad experimentum nel
corso del Sinodo dei vescovi del 1967. Dopo questa dimostrazione, sono stati rivolti ai
padri sinodali alcuni quesiti su questa messa. Nelle risposte dei padri, troviamo la
seguente osservazione un po particolare sullargomento di cui ci occupiamo:
2. Osservazioni sulla liturgia della parola:
e) La preghiera universale non sembra necessaria in tutte le messe; si potrebbe fare dopo
la comunione[20].
La proposta non ha avuto un seguito.
[10]
Cf. J.-B. Molin, Loratio fidelium, ses survivances, in Ephemerides Liturgicae
73 (1959) 310-317; Id., Comment redonner pleine valeur aux prires du prne, in
Paroisse et liturgie 42 (1960) 285-300; Id., Enqutes historiques, in J.-B. Molin - T.
Maertens ,Pour un renouveau des prires du prnes, Apostolat liturgique, Bruges 1961,
pp. 11-44; Id., Les prires du prne en Italie, in Ephemerides Liturgicae 76 (1962)
39-42; Id.,Loratio communis fidelium au moyen ge en Occident du X au XV sicle,
in Miscellanea liturgica in onore si S.E. il Cardinale Giacomo Lercaro, vol. 2, Descle,
Roma 1967, pp. 313-468.
[11]
Cf. Raffa, Liturgia eucaristica, cit., p. 367 in nota.
[12]
Cf. F. DellOro, La preghiera dei fedeli: tradizione o innovazione?, in Rivista
Liturgica 74 (1987) 9-70.
[13]
Cf. F. Gil Helln (ed.), Constitutio de Sacra Liturgia Sacrosanctum
Concilium (Concilii Vaticani II Synopsis), LEV, Citt del Vaticano 2003, pp. 158-159.
[14]
Cf. A. Bugnini, La riforma liturgica (1948-1975). Nuova edizione riveduta e
arricchita di note e di supplementi per una lettura analitica, CLV-Ed. Liturgiche 1997,
p. 77.
[15]
Raffa preferisce la denominazione preghiera dei fedeli, pi idonea a distinguere
questo genere da quello della preghiera presidenziale, la quale potrebbe definirsi, a un
titolo pi particolare, preghiera universale e comune in quanto viene formulata dal
presidente a nome di tutti e della comunit presente. Cf. Raffa, Liturgia eucaristica, cit.,
pp. 369-370.
[16]
Cf. Bugnini, La riforma liturgica, cit., pp. 126 e 253.
[17]
Cf. ibid., p. 131.
[18]
Cf. ibid., p. 326.
[19]
Cf. ibid., p. 341.
[20]
Cf. ibid., p. 351.
[21]
La problematica che riguarda le messe per gruppi particolari stata affrontata
dalConsilium nel 1968. Tra le proposte vi troviamo la seguente: c) Preghiera dei fedeli:
pu essere adattata, ma non manchino mai le intenzioni universali (Bugnini, La
riforma liturgica, cit., p. 427).
[22]
Nocent, La prire commune des fidles, cit., p. 950.
[23]
A. Nocent, Storia della celebrazione dellEucaristia, in Anmnesis 3/2, Marietti,
Casale M. 1983, p. 222.
[24]
Cf. De Clerck, Prire universelle et appropriation, cit., pp. 113-131.
[25]
Cf. Raffa, Liturgia eucaristica, cit., pp. 370-371.
[26]
Bugnini, La riforma liturgica, cit., pp. 805.
[27]
Pi documentazione la si pu trovare nello studio di M. Sodi, La preghiera
universale o dei fedeli nella normativa dei libri liturgici, in Rivista Liturgica 74
(1987) 82-102.
[28]
Cf. P. Sorci, Significato teologico della preghiera dei fedeli, in Rivista Liturgica 74
(1987) 71-81.
[29]
Cf. DellOro, La preghiera universale nelle liturgie latine, cit., p. 726.
[30]
Cf. A. Catella, Preghiera dei fedeli e le Quattro Tempora, in Rivista Liturgica 74
(1987) 114-123.
[31]
Cf. De Clerck, La prire universelle dans les liturgies, cit., p. 269.
[32]
V. Raffa, Preghiera dei fedeli - Invocazioni - Intercessioni, in Rivista Liturgica 74
(1987) 124-141, dopo una concisa descrizione della natura, importanza e struttura della
preghiera dei fedeli nella messa e delle invocazioni alle lodi e delle intercessioni
ai vespri nella Liturgia delle Ore, sottolinea gli elementi che sono in comune e quelli
che sono propri a ciascuno, sia nel contesto del libro liturgico in cui sono inseriti e sia
anzi principalmente nella stessa azione liturgica. Conclude con alcune osservazioni
pratiche degne di attenzione e di intelligente valutazione.