Sei sulla pagina 1di 19

PONTIFICO ATENEO SANT’ANSELMO

FACOLTÀ DI TEOLOGIA

La liturgia delle ore monastica


Teologia, storia, spiritualità e pastorale

Studente: Giancarlo Mognetti ( Matricola 9790)


Professore: E. López-Tello

Roma
AA. 2014-2015
INDICE

INDICE ................................................................................................................... 1
INTRODUZIONE .................................................................................................. 2
CAPITOLO I. TEOLOGIA E STORIA ................................................................. 3
1.1 TEOLOGIA DELLA LITURGIA DELLE ORE ............................................. 3
1.2 DIMENSIONE STORICA ............................................................................... 5
CAPITOLO II. SPIRITUALITA’ DELLA LITURGIA DELLE ORE ................. 7
2.1 Fonte e culmine della vita cristiana .................................................................. 7
2.2 Preghiera allocentrica ....................................................................................... 8
2.3 Azione teandrica ............................................................................................... 8
2.4 Santificazione del tempo .................................................................................. 9
CAPITOLO III ..................................................................................................... 10
3.1 DIMENSIONE PASTORALE ....................................................................... 10
3.2 DIMENSIONE PRATICA ............................................................................. 13
3.2.1 Numero dei salmi e loro celebrazione ......................................................... 13
3.2.2 La musica e il canto ..................................................................................... 14
3.2.3 Il sacro silenzio ............................................................................................ 14
3.2.4 Preparazione dei laici .................................................................................. 15
CONCLUSIONE .................................................................................................. 16
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................. 17

1
Introduzione

Questo elaborato avrebbe la pretesa di approfondire un argomento


importantissimo e vitale per la vita della chiesa stessa, cioè vorrebbe studiare la
liturgia delle ore, ovviamente sappiamo che è un argomento vastissimo e per
questo ci dobbiamo limitare necessariamente a quattro temi fondamentali che
saranno divisi in tre capitoli. Le parti principali sono: la teologia e la storia di
questa forma liturgica, la dimensione spirituale dell’Opus Dei e infine la
dimensione pastorale, cioè come mettere in pratica le nozioni acquisite dai temi
precedenti, dunque fare vivi nella vita della gente, del popolo di Dio, questi
concetti.

Faremo quindi un viaggio tra le basi teologiche, per poi attraversare un


periodo storico che va dal I secolo d. C. fino all’ufficiatura cattedralica e
monastica dei IV sec. d. C., importante questo percorso perché ci permette di
capire che la liturgia delle ore ha avuto uno sviluppo graduale a volte sofferto, la
quale è andata sempre più migliorandosi fino al concilio Vaticano II. All’ultimo
posto approfondiremo la dimensione pastorale, cioè come aiutare la gente a
vivere la liturgia delle ore, come partecipare ad essa e avere un rapporto vero e
maturante con Dio, che dona la propria grazia nelle celebrazioni liturgiche.

2
CAPITOLO I

TEOLOGIA E STORIA

1.1 TEOLOGIA DELLA LITURGIA DELLE ORE

La liturgia delle ore è una preghiera della chiesa con una dimensione
pubblica la quale è una lode indirizzata a Dio fatta in determinati orari della
giornata, composta essenzialmente da salmi, i quali sono la componente più
espressiva del pregare cristiano, infatti essi sono considerati come la voce del
Cristo che prega il Padre, al quale si associa tutta la chiesa.1

La tradizione monastica ed essenzialmente quella benedettina guidata dalla


sapiente e equilibrata regola di san Benedetto, non ha mai smesso di far notare
che l’Opus Dei ha un ruolo fondamentale e principale nella vita e nella giornata
del monaco.2 San Benedetto è molto chiaro quando dice espressamente che
«nulla va preferito all’Opus Dei»3, e la chiesa ha assunto diligentemente questo
richiamo facendo si che la preghiera delle ore sia il suo primo compito
fondamentale, come preghiera pubblica e comunitaria.

Questo indica che l’essenza della liturgia delle ore è una preghiera pubblica
ed ecclesiale, cioè fatta in nome della chiesa e di tutta la chiesa. Essa è una
preghiera di lode a Dio, cioè manifesta la proprietà ascendente della liturgia,
perché è un innalzarci a Dio ma allo stesso tempo rivela la dimensione
discendente della liturgia perché è un opera di Dio, cioè quando la chiesa prega

1
Cf. R. GERARDI, «Liturgia delle ore», in Dizionario teologico enciclopedico, ed. L.
Pacomio - L. Padovese - R. Fisichella - I. Sanna, Piemme, Casale Monferrato 1993, 584.
2
Cf. Direttorio per la celebrazione dell’Opus Dei. Principi teologici e celebrativi
fondamentali della liturgia delle ore monastica. Ed. E. Lisi, La scala 1978, 15.
3
G. MAGNO, Vita di San Benedetto e la regola, Città Nuova, Roma 1999, 191.

3
Dio agisce in ogni individuo che si associa ad essa ed egli dona la sua grazia
santificando l’uomo stesso.4

La liturgia delle ore sia monastica sia quella che si svolge fuori da un
ambiente prettamente monastico è composta da due tempi forti nell’arco della
giornata: le lodi e i vespri. Oltre a queste ci sono l’ufficio delle letture, l’ora
terza, sesta, nona e la compieta che chiude la giornata. In generale possiamo dire
che le principali “ore” hanno al loro interno un versetto di introduzione, poi un
inno adatto al tempo che si celebra, dei salmi che sono in numero variabile, la
lettura breve, pause di silenzio, responsorio breve, antifona al benedictus,
intenzioni di preghiera, il Padre nostro e l’orazione conclusiva con la
benedizione.5

La liturgia delle ore è organizzata essenzialmente per essere un dialogo tra


Dio e l’uomo e soprattutto un dialogo filiale tra il padre e il figlio, il quale si
espande da una dimensione verticale Padre-figlio ad una orizzontale cioè, il
rapporto di carità tra i fratelli. L’opus Dei è vera preghiera e non vuoto ritualismo
quando è capace di trasmettere l’amore ricevuto da Dio ai fratelli, quindi la
liturgia delle ore assomiglierà alla sacra Eucaristia ed anzi sarà un suo
prolungamento nell’arco della giornata. Essa è composta da momenti di sacro
silenzio fruttuosi per assorbire e meditare ciò che si è pregato, vi è presente anche
la dimensione sonora come segno di solennità e di maggior coinvolgimento ed è
composta da segni, cioè degli atti in cui i celebranti manifestano la presenza di
Dio e del suo figlio: il Cristo. La liturgia delle ore perciò è un tempo forte per il
monaco ma anche dovrebbe esserlo per ogni cristiano, perché entrambi sono

4
Cf. A. CUVA, La liturgia delle ore. Note teologiche e spirituali. Edizioni Liturgiche,
Roma 1975, 4-6.
5
Cf. P. A. MURONI, Il mistero di Cristo nel tempo. La celebrazione cristiana. Urbaniana
universtity press, Roma 2014, 247-262.

4
chiamati a pregare incessantemente (Lc 18,1), per saldare, fortificare sempre più
il rapporto con Dio e con i fratelli.6

1.2 DIMENSIONE STORICA

Affronteremo in questa seconda la parte storica riguardante la liturgia delle


ore, e prenderemo in esame un lasso di tempo che va dal primo secolo fino al
quarto secolo d. C. questo perché è il periodo di gestazione di questa forma di
preghiera liturgica. Questa epoca comprende uno sviluppo della liturgia delle ore
che va dall’acquisizione di caratteristiche fondamentali della preghiera ebraica
fino alla formazione della preghiera monastica e cattedralica.

La liturgia delle ore è una forma di preghiera che non nasce ex nihilo, ma ha
assunto particolarità e forme dalla cultura giudaica precedente, cioè prendendo i
salmi e gli orari, quindi gli usi e costumi, che essenzialmente si usavano nel
tempio di Gerusalemme. Abbiamo diverse testimonianze che ci permettono di
approfondire lo sviluppo storico di questa forma liturgica. Nel primo secolo
abbiamo Giuseppe Flavio che pur non essendo cristiano ci narra come la
preghiera del mattino e della sera aveva un posto privilegiato nell’ambiente
giudaico.7

Inoltre abbiamo le Didachè, un libro catechetico datato tra l’80-130 d.C. il


quale ci spiega che il padre nostro era recitato tre volte al giorno.8 Nel terzo
secolo abbiamo Clemente di Alessandria il quale stabilisce un rapporto tra

6
Cf. Direttorio, 14-53.
7
Cf. A. ELBERTI, La liturgia delle ore in occidente. Storia e liturgia, edizioni
dehoniane, Roma 1998, 102.
8
Cf. J. PINELL, Liturgia delle ore, Anàmnesis 5, Marietti, Casale Monferato 1990, 55.

5
nascita del giorno e la celebrazione della preghiera, egli riporta nei suoi
Stromata, che alcuni hanno l’abitudine di pregare a terza, sesta e nona, tre
momenti che corrispondono alla suddivisone della giornata di lavoro nel mondo
greco-romano. Egli vede nel numero ternario dei tempi della preghiera un segno
della divinità9, inoltre sottolinea per primo il valore escatologico delle veglie
notturne, e testimonia di preghiere fatte prima, durante e dopo i pasti10.

Un altro autore dello stesso secolo, Tertulliano conferma l’origine civile e


profana delle preghiere di terza, sesta e nona, ma le sacralizza con diverse
citazioni bibliche (At), fondando la loro identità, sugli avvenimenti vissuti dagli
apostoli: terza-discesa dello S. Santo, sesta rivelazione fatta a Pietro circa la
vocazione dei pagani alla salvezza, nona guarigione del paralitico alla porta bella
del tempio. Successivamente si aggiunge anche l’orario della passione di Gesù, e
con la conseguenza protrazione del digiuno fino a nona. La liturgia delle ore
viene vista come un sacrificio spirituale.11

Origene ci fa notare nel suo libro de Oratione che egli è fedele alla pratica
ebraica tardiva ove era usato pregare 3 volte al giorno, in più associa questo alla
preghiera cristiana aggiungendo le veglie. Inoltre Cipriano nel trattato La
preghiera del signore, sottolinea l’importanza delle tre ore diurne di preghiera,
vedendo che le lodi sono orazione mattutina, celebrazione della risurrezione di
Cristo, sole di giustizia. Egli insiste sulla preghiera continua iniziando con le
veglie e orando durante tutta la giornata, per questo motivo è stato aggiunto il
vespro e lodi.12

La preghiera della giornata è considerata come sacramentum, perché sono


ore in cui esse ci guidano all’incontro con il Signore, Cristo è sole di giustizia si

9
Cf. J. PINELL, Liturgia delle ore, 57.
10
Cf. A. ELBERTI, La liturgia, 113.
11
Cf. A. ELBERTI, La liturgia, 115.
12
Cf. A. ELBERTI, La liturgia, 124.

6
sostituisce al dio sole romano e quindi si prega rivolti ad oriente, come aspetto
escatologico della preghiera cristiana.13

Di fondamentale importanza abbiamo anche il Diario di viaggio di Egeria,


la quale nelle diverse tappe del suo viaggio dall’Egitto alla Mesopotamia,
descrive la liturgia officiata in quei luoghi, principalmente per quella delle ore
celebrata tutti i giorni prima che il gallo canti con inni e salmi e soprattutto la
domenica ha un carattere più solenne e questa liturgia è celebrata da tutta la
comunità.14

Nel secolo IV abbiamo Eusebio di Cesarea il quale sottolinea il valore delle


lodi e del vespro, celebrandoli con gioia. Nello stesso secolo la liturgia delle ore
si organizza in modo sistematico in due blocchi, l’ufficiatura cattedrale che nasce
nei centri urbani e l’ufficiatura monastica che fiorisce nei monasteri, la quale è
molto più lunga e sobria rispetto alla precedente.15

CAPITOLO II

SPIRITUALITA’ DELLA LITURGIA DELLE ORE

2.1 Fonte e culmine della vita cristiana

La liturgia delle ore è e deve essere fonte di spiritualità, cioè essa è fonte di
vita cristiana incamminando l’uomo verso una via di santità e perfezione
evangelica.16 Essa dovrebbe essere armonizzata nella vita totale del cristiano17,
cioè non dovrebbe esserci ipocrisia in lui, una scissione tra la dimensione orante

13
Cf. A. ELBERTI, La liturgia, 124.
14
Cf. A. ELBERTI, La liturgia, 170-176.
15
Cf. P. A. MURONI, Il mistero, 233-234.
16
Cf. A. CUVA, La liturgia delle ore. Note teologiche, 51.
17
Cf. A. M. ROGUET, Liturgia delle ore. Il nuovo breviario. Ancora, Milano 1971, 103.

7
e quella vissuta dopo la preghiera. Quindi questa forma di preghiera è
fondamentale per un progresso nella vita spirituale e di fede del cristiano. Essa
deve essere vissuta con senso di responsabilità e con una partecipazione attiva,
cioè che abbia in odio il ritualismo e il rubricismo, ma che possa cambiare
veramente il cuore dell’uomo. 18

2.2 Preghiera allocentrica

Essa è un alimento per una spiritualità religiosa autentica, educando al


riconoscimento del primato di Dio su tutto e tutta la vita del cristiano, applicando
nell’arco della giornata momenti precisi di preghiera che simboleggiano il
pregare senza stancarsi (Lc 18,1). Essa ci permette di decentrarci e poter fare un
salto dall’egoismo all’allocentrismo. Questa forma di preghiera inoltre ci fa
vedere, valorizzare il tempo e soprattutto ci permette di viverlo come storia della
salvezza, utilizzando il nostro tempo come una celebrazione di essa,
considerandolo come ciò che realmente è: un dono. Si celebra il tempo, offrendo
a Dio tutta la nostra esistenza con le gioie, i successi ma anche con le miserie e i
dolori. La liturgia delle ore permette di santificare tutto il giorno, facendo del
tempo un dialogo sincero con Dio.

L’opus Dei è inoltre un motore spirituale per la nostra vita concreta,


associata all’Eucaristia, ci permette di motivare le nostre azioni e indirizzarle
verso il fine ultimo che è la salvezza personale e quella degli altri. Una
celebrazione delle “ore” ci permette di purificare le nostre intenzioni e affidarci
completamente a Dio in ogni problema.19

2.3 Azione teandrica

La liturgia delle ore è espressamente liturgia, un’azione teandrica ove si


dispiega, attua attraverso Cristo la salvezza dell’uomo, non è un insieme di

18
Cf. A. CUVA, La liturgia delle ore. Note teologiche, 51-53.
19
Cf. J. ALDAZÁBAL, «Preghiera di tutta la comunità», in La lode delle ore. Spiritualità
e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández – P. Tena, Libreria
editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996, 14-33.

8
preghiere che siamo tenuti a recitare.20 Essa è un continuo richiamo al dovere di
lodare Dio senza stancarsi, vivere in una completa unione a lui, ove si attua la
santificazione dell’uomo con il rispetto dovuto a questa pratica liturgica. Questa
santificazione si attua nella liturgia delle ore con una partecipazione attiva,
attraverso la comprensione dei gesti che si compiono, con la salmodia
correttamente eseguita, letture chiare della sacra scrittura. Importantissime sono
le letture e le preghiere che sono vera fonte di vita cristiana.21 La liturgia delle
ore è un prolungamento dell’Eucaristia ed è un perfetto strumento di
santificazione dell’uomo, per il suo fatto di introdurre il credente nell’esperienza
di comunione con il mistero di Cristo.22

2.4 Santificazione del tempo

La liturgia è una santificazione del tempo, perché lo scandirsi delle ore della
giornata regola questa forma liturgica, e si innesta nella storia della salvezza
dell’uomo, che viene santificato quando sa accogliere l’azione e la presenza di
Dio nella propria vita.23

La liturgia delle ore permette inoltre di trovare un prolungamento nella


preghiera personale, e quest’ultima deve essere sostenuta da una preghiera
liturgica quindi non essenzialmente privata, cioè deve rifarsi a ciò che si è
acquisito partecipando all’eucaristia e all’Opus dei. La celebrazione delle lodi e
dei vespri sono tempi forti, assieme alle altre ore minori, che donano fermento e
forza per una preghiera personale più vera libera e sentita. Inoltre la liturgia delle
ore consente di estendere questo tempo forte a tutta la giornata e quindi a tutta
l’esistenza dell’uomo, così da ottenere una forte saldatura, una fusione tra

20
Cf. P. A. MURONI, «La riforma del breviario», Rivista di pastorale liturgica 306
(2014) 3-11.
21
Cf. A. CUVA, La liturgia delle ore. Note teologiche, 51-54.
22
Cf. M. AUGÉ, Spiritualità liturgica, San Paolo, Milano 1998, 86.
23
Cf. P. CHIARAMELLO, «Liturgia delle ore ed eucaristia: tempo festivo e tempo
feriale», Rivista di pastorale liturgica 306 (2014) 12-16.

9
preghiera e azione, pervadendo ogni azione del soggetto che viene ispirata dalla
grazia di Dio. La liturgia delle ore quindi è un ottimo mezzo per avere unità con
Dio. L’opus dei dovrebbe essere una preparazione e un prolungamento
dell’Eucaristia, centro di diffusione ai fratelli della grazia ricevuta al momento
della comunione.24

La preghiera salmica quindi diviene un sacrificium laudis, come


l’Eucaristia, che è sorgente e culmine di tutta la vita ecclesiale, essa si esprime
nella lode, supplica, azioni di grazie, anche se l’eucaristia per sua natura è l’apice
della vita della chiesa.25

Il tempo che noi utilizziamo per la celebrazione della liturgia delle ore non
è una fuga dal mondo, è vero che si lasciano le azioni abituali per entrare in una
dimensione contemplativa, che è e deve essere breve, ma la preghiera che si
compie è un rappresentare tutta l’umanità e portarla davanti al padre attraverso il
Cristo.26

CAPITOLO III

3.1 DIMENSIONE PASTORALE

In questo ultimo capitolo vorremmo prendere ciò che abbiamo approfondito


prima e metterlo in pratica, cioè trovare situazioni concrete ove poter attualizzare
il discorso teologico e spirituale poc’anzi citato. Questa dimensione pratica è
fondamentale perché ci permette di vivere la spiritualità e la teologia.

24
Cf. M. AUGÉ, Spiritualità liturgica, San Paolo, Milano 1998, 52-60.
25
Cf. P.A. MURONI, «La liturgia delle ore: prospettive future», Ecclesia orans 26
(2009), 163-188.
26
Cf. J. PINELL, Liturgia delle ore, 209.

10
Per prima cosa noi crediamo che sia fondamentale una attenzione a quello
che si fa, soprattutto noi non recitiamo il breviario, ma lo celebriamo, dobbiamo
essere consapevoli che esso deve portarci ad una partecipazione attiva e sensata
di quello che facciamo per evitare qualsiasi vuoto ritualismo, che è sterile e
sterilizzante la vita spirituale. Quindi bisogna porre attenzione alla preghiera,
perché essa è sacramento della vita orante di Cristo che pregava con i salmi. La
chiesa con l’utilizzo dei salmi è pienamente consapevole di usare la stessa
modalità di preghiera che usava Gesù, è quindi un ridare voce alla preghiera di
Cristo. La chiesa quindi diventa conscia di pregare il Padre come fece il Figlio, e
prega ancora oggi attraverso il figlio che è l’unico mediatore tra Dio e l’uomo.
Perciò dobbiamo fare nostri i salmi, assimilarli attraverso l’opera feconda dello
Spirito Santo. I salmi devono diventare la nostra preghiera, devono essere un
grande offertorio27, come l’incenso che sale al padre dopo che è stato bruciato dal
carbone, e lo stesso succede in noi, i salmi salgono a Dio dopo che sono entrati
nella mente e attraverso il cuore sale a Dio l’offerta profumata della nostra vita.

La liturgia delle ore dovrebbe essere assunta come una preghiera di tutti i
cristiani e non solo dei religiosi, e deve farsi comunione, creare un cuor solo nei
partecipanti il quale è il frutto della celebrazione delle ore, così come
dell’eucaristia. L’opus dei potrebbe essere, se vissuta bene una preghiera ove
ognuno porta al padre la preghiera degli altri che gli stanno accanto, quindi deve
esserci vita fraterna vera.28

Quando celebriamo la liturgia delle ore, la nostra mente deve concordare


con la nostra bocca, come ci dice san Benedetto nella regola, dobbiamo mettere
in quello che celebriamo la passione, cioè il Patos, collegando la nostra
interiorità con il nostro celebrare affinché questo modo corretto di pregare possa
cambiare la nostra vita, purificando il nostro cuore. Abbiamo il compito di

27
Cf. F. GOMIERO, «Celebrare con arte la liturgia delle ore», Rivista di pastorale
liturgica 306 (2014) 23-33.
28
Cf. F. GOMIERO, «Celebrare con arte la liturgia delle ore», 23-33.

11
svolgere la celebrazione in modo serio e giusto nei confronti di Dio, della Chiesa
e dei nostri fratelli. Le parole, quindi i salmi che pronunciamo non sono parole
vane, ma rendono reale ciò che pronunciamo, Dio le ascolta e le mette in pratica.
Come fare questo? Innanzi tutto dobbiamo preparaci alla liturgia delle ore,
magari andando un po’ prima, fare qualche minuto di adorazione e poi lasciare
fuori dalla chiesa qualsiasi nervosismo, creando le condizioni per l’instaurarsi di
un silenzio interiore, cioè abbandonandoci alla provvidenza di Dio.29

I monaci benedettini fanno la cosiddetta statio, cioè questa breve sosta


davanti alla porta della chiesa, ove tutta la comunità in fila indiana aspetta di
entrare nella casa di Dio prima della messa al vespro e a compieta, ciò permette
al monaco di prendere coscienza piena di quello che farà poco dopo, è un tempo
di preparazione per essere ben predisposti alla celebrazione della liturgia.

La liturgia deve essere inserita nel progetto globale della vita cristiana, essa
deve far emergere il rapporto indissolubile tra fede, azione e liturgia. L’impegno
quotidiano deve essere permeato dallo spirito della liturgia, ed ovviamente il
momento forte cioè quello della celebrazione liturgica, manifesta la dimensione
ecclesiale dell’uomo, quindi la celebrazione della liturgia non deve essere una
parentesi, ma un momento di riflessione, pentimento e ripresa con maggior
slancio nell’amore verso Dio e i fratelli. 30

29
Cf. A. ALTISENT, «Pregare con pace, con amore, nella verità», in La lode delle ore.
Spiritualità e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández – P.
Tena, libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1996, 179-184.
30
Cf. D. SARTORE, «Liturgia», in Dizionario di pastorale giovanile, ed. M. Midali - R.
Tonelli, Elle di ci, Leumann 1989, 521-528.

12
3.2 DIMENSIONE PRATICA

3.2.1 Numero dei salmi e loro celebrazione

La liturgia delle ore è notevolmente cambiata durante i secoli, e ha dovuto


inculturarsi nelle diverse popolazioni, tempi storici, e avvenimenti, perciò per
obbedire al comando di pregare sempre senza stancarsi la chiesa ha voluto dare
seguito alle direttive del Concilio Vaticano secondo pregando non con un numero
elevato di salmi, ma con un numero adeguato per poter permettere sia ai monaci
sia ai sacerdoti e sia ai laici di poter gustare e capire cosa celebrano, quindi è
prevalsa la dimensione qualitativa della celebrazione a scapito di quella
quantitativa.

Per avere una preghiera in grado di trasformare la nostra vita, dobbiamo


tenere conto che la preghiera è un colloquio con Dio stesso, ove egli agisce in
noi, e in secondo luogo la preghiera deve costituirci una comunità, cioè una unità
che prega il padre. Ognuno dovrebbe intervenire e partecipare in base ai diversi
ministeri assunti, per esempio, schola cantorum, lettori, ecc31.

Quindi riducendo il numero dei salmi non diminuiremo la lunghezza della


preghiera ne avremo una menomazione della qualità, perché si faranno opportune
pause di silenzio, letture fatte da persone che siano in grado di capire cosa
leggono e di trasmetterlo agli altri tramite una proclamazione della parola di Dio
scandita e seria. Si possono aumentare le parti adatte ad essere cantate e
sviluppare bene e in modo armonico la liturgia. Importante è anche che non si
uniscano due o più ore liturgiche assieme perché falsificano la santificazione del
tempo che opera la liturgia delle ore perché la norma cardine è che le ore siano

31
Cf. A. ALTISENT, «Pregare con pace, con amore, nella verità», in La lode delle ore.
Spiritualità e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández – P.
Tena, libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1996, 57-63.

13
pregate nella loro verità cioè le lodi allo spuntare della luce del giorno che
simboleggia il Cristo e i vespri devono essere celebrati al calare della sera, i quali
sono un segno della passione e morte di Cristo32.

3.2.2 La musica e il canto

La tradizione monastica ha particolarmente a cuore il canto come modo di


salmeggiare, esso è un elemento essenziale e possiamo dire mistagogico per
entrare veramente nel dialogo con Dio. Il canto, se eseguito bene, favorisce la
preghiera, la incrementa e le da intensità. La musica e il canto non sono mezzi
esclusivamente estetici ed esterni, ma permettono di dare maggiore solennità alla
preghiera, e aiutano l’uomo a far sgorgare la lode dal profondo del proprio cuore.

Quindi si può usare l’organo come mezzo di accompagnamento e il canto


gregoriano come strumento che da una maggiore intensità alla preghiera,
ovviamente per poter sviluppare la liturgia delle ore in questo modo, c’è bisogno
di una preparazione adeguata dei partecipanti, la quale è impegnativa e richiede
del tempo, ma è grazie a queste fatiche che la preghiera viene rafforzata, perché
proprio nelle prove di canto si forma una comunità che si lega nella preghiera,
che cresce insieme33.

3.2.3 Il sacro silenzio

Di fondamentale importanza è la valorizzazione del silenzio da porsi in atto


alla fine di ogni salmo e letture, e in ogni momento che può essere opportuno
usarlo. Esso permette una migliore assimilazione di ciò che si è celebrato, questo
silenzio dona grandi benefici perché si prende maggiore consapevolezza della
grandezza della liturgia delle ore, come opera in cui Dio stesso opera in noi
attraverso il Cristo e lo spirito Santo che «intercede con insistenza in noi con
gemiti inesprimibili»34.

32
Cf. Direttorio per la celebrazione dell’Opus Dei, 42-44.
33
Cf. Direttorio per la celebrazione dell’Opus Dei, 45-46.19.
34
Rom 8,26-27.

14
Ovviamente esige l’utilizzo del buon senso per armonizzare il sacro silenzio
nella liturgia, si dovranno evitare paure troppo lunghe che acconsentano al sonno
più che alla contemplazione, tutto sta nella giusta regolazione di ogni parte la
quale deve fungere da cerniera con le altre.35

3.2.4 Preparazione dei laici

La preparazione dei diversi personaggi che partecipano alla celebrazione e


che quindi concelebrano non è facile cosa, ma possiamo dire che ciò che deve
animare la preghiera è la gioia, qualsiasi sia la funzione ecclesiale, tutto deve
essere permeato dall’agape, perché la celebrazione diventi un godimento
spirituale e non una penitenza. In questo modo l’esercizio della liturgia delle ore
diverrà da sé più fluida e partecipata, quindi l’importante è infondere gioia,
allegria nei partecipanti i quali possano sentirsi accolti e infondere la carità anche
al di fuori della chiesa36.

35
Cf. Direttorio per la celebrazione dell’Opus Dei, 18.
36
Cf. A. ALTISENT, «Pregare con pace, con amore, nella verità», in La lode delle ore.
Spiritualità e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández – P.
Tena, libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1996, 32-33.

15
CONCLUSIONE

A questo punto siamo arrivati alle conclusioni, luogo in cui dobbiamo


ridurre a pochi concetti ciò che abbiamo appreso nelle pagine precedenti. La
liturgia delle ore è un opus Dei, un opera di Dio in noi, egli può operare in noi se
siamo presenti a ciò che facciamo, a ciò che celebriamo. La liturgia delle ore non
è un insieme di preghiere più o meno lunghe, ma è la vita della chiesa stessa che
fa le stesse azioni che compieva Cristo quando era sulla terra. Egli pregava il
padre con i salmi, e noi oggi preghiamo i salmi con Cristo il quale è il mediatore
tra il padre e noi.

Questa forma di preghiera liturgica ha una dimensione comunitaria che era


ben visibile nei primi secoli dopo la morte di Cristo e che poi è venuta a mancare.
Oggi abbiamo il dovere di riprenderla, anche perché la liturgia delle ore è un
prolungamento dell’Eucaristia ed è anche una sua preparazione.

Quindi diventa importante una educazione alla celebrazione, per compiere


una partecipazione attiva la quale si fonda sulla comprensione della teologia che
spiega e condensa i concetti.

16
BIBLIOGRAFIA

FONTI

Direttorio per la celebrazione dell’Opus Dei. Principi teologici e celebrativi


fondamentali della liturgia delle ore monastica. Ed. E. Lisi, La scala 1978.

MAGNO, G. Vita di San Benedetto e la regola, Città Nuova, Roma 1999.

STUDI:

ALTISENT, A. «Pregare con pace, con amore, nella verità», in La lode delle ore.
Spiritualità e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández –
P. Tena, Libreria editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996, 179-184.

ALDAZÁBAL, J. «Preghiera di tutta la comunità», in La lode delle ore. Spiritualità


e pastorale, ed. J. Aldazábal - A. Altisent – P. Farnés – R. Grández – P. Tena,
libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 1996, 14-33.

AUGÉ, M. Spiritualità liturgica, San Paolo, Milano 1998, 86.

ELBERTI, A. La liturgia delle ore in occidente. Storia e liturgia, edizioni


dehoniane, Roma 1998.

CHIARAMELLO, P. «Liturgia delle ore ed eucaristia: tempo festivo e tempo


feriale», Rivista di pastorale liturgica 306 (2014) 12-16.

CUVA, A. La liturgia delle ore. Note teologiche e spirituali. Edizioni Liturgiche,


Roma 1975.

GERARDI, R. «Liturgia delle ore», in Dizionario teologico enciclopedico, ed. L.


Pacomio - L. Padovese - R. Fisichella - I. Sanna, Piemme, Casale Monferrato
1993, 584.

GOMIERO, F. «Celebrare con arte la liturgia delle ore», Rivista di pastorale


liturgica 306 (2014) 23-33.

MURONI, P., A. Il mistero di Cristo nel tempo. La celebrazione cristiana.


Urbaniana universtity press, Roma 2014.

——— «La riforma del breviario», Rivista di pastorale liturgica 306 (2014) 3-
11.

17
——— «La liturgia delle ore: prospettive future», Ecclesia orans 26 (2009), 163-
188.

PINELL, J. Liturgia delle ore, Anàmnesis 5, Marietti, Casale Monferato 1990.

ROGUET, A., M. Liturgia delle ore. Il nuovo breviario. Ancora, Milano 1971.

SARTORE, D. «Liturgia», in Dizionario di pastorale giovanile, ed. M. Midali - R.


Tonelli, Elle di ci, Leumann 1989, 521-528.

18

Potrebbero piacerti anche