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Introduzione
1. QUESTIONI GENERALI
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(Cfr. J. LIEBAERT, M. SPANNEUT, A. ZANI, Introduzione allo studio dei Padri della
Chiesa, Queriniana, Brescia 2012)
- I nostri due autori del testo (J. Liébaert e M. Spanneut) sono all’interno di un
fenomeno, relativo agli studi teologici, detto ressourcement. Tale movimento
di pensiero, sebbene nato negli anni ’30 del Novecento, si consolidò con la
stagione del Concilio Vaticano II di cui è innanzitutto una fonte, ma anche
successivamente un frutto maturo.
Nb. (La teologia andava ricondotta alle sue fonti bibliche e storiche, così da
ricondurre la riflessione e la vita della Chiesa ad un solido ancoraggio: la
parola di Dio, la centralità della salvezza operata da Gesù Cristo e l’unità tra le
Chiese frantumatasi nei secoli ma possibile nella sua ricomposizione. Questi
tre elementi pur riscoperti dalla teologia immediatamente pre-conciliare e
post-conciliare, tuttavia risultano ancora chiavi di operatività assolutamente
necessarie: per la stagione della nuova evangelizzazione contemporanea.)
- Occorre non dimenticare, infatti, che grazie all’incontro con la cultura del
momento (pur nella sua differenza talvolta radicale), il cristianesimo ‘venne
assunto’ all’interno delle categorie di pensiero: proprie del mondo filosofico e
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letterario pagano. Se la cultura greco romana fece spazio alla rivelazione
cristiana, il cristianesimo nascente dovette adattarsi alle categorie di pensiero
e di espressione retorico-letterarie del medesimo orizzonte culturale. In
questa vera e propria ‘osmosi’ il cristianesimo si ampliò: accrescendosi non
solo in dilatazione (numerica, istituzionale, liturgica…), ma soprattutto in
profondità di pensiero.
- Gli autori antichi pongono a servizio del mistero cristiano le migliori risorse
formali letterarie e retoriche di cui il mondo antico era maestro; ed è così,
coniugando profondità del contenuto con eccellenza della forma, che si
plasma la teologia.
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distanziare il mondo del religioso e del teologico evitando dagli orizzonti
della immaginazione e della possibile irrazionalità (misticismo,
spiritualismo, visionarietà), così proprio del paganesimo (sia nelle sue
realtà popolai sia in quelle più strettamente filosofiche). Per altro la fede è
spiegata attraverso un linguaggio ed una rivelazione scritta, ciò esclude,
inoltre, qualsiasi posizione puramente elitaria (cfr. ‘iniziazione esclusiva’ in
senso selettivo, propria dei culti misterici, o ‘intellettualismo elitario’,
proprio delle teosofie).
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distinzione dei libri biblici, operando la separazione tra canonici e no; a loro va
infatti ricondotta la composizione dei primi ‘canoni scritturistici’.
1 A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia
stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha
insegnato. Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è
fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie
con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne
e il sangue di Gesù fatto uomo. Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato
che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio
corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro. Da
allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti
quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore
dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso
luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a
imitare gesta così belle. Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane,
vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo
acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese
grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi. Alla fine coloro che hanno in abbondanza e
lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed
egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro
che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi. Ci raduniamo
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Apostolica dello pseudo-Ippolito Romano (cfr. più antica preghiera eucaristica2
) ed in Cirillo di Gerusalemme (cfr. catechesi battesimali e mistagogiche:
testimoni della liturgia di Gerusalemme della fine del IV sec.).
d. Infine sempre nella Chiesa dei padri si delinea la distinzione dei tre
ministeri ordinati (episcopato, presbiterato, diaconato); i Padri sono i primi a
commentare i diritti ed i doveri dei ministri e ad evidenziarne l’importanza
all’interno della vita ecclesiale.
Come si conosce già a proposito della storia della chiesa (età antica), sono molto utili
alcune suddivisioni didattiche: esse certamente risultano fruttuose anche in merito
allo studio della patristica. Si ricorda pertanto una suddivisione relativa alla storia
della Chiesa antica, in parallelo ad una possibile suddivisione didattica della
patristica. Essa è sufficientemente condivisa dagli attuali studiosi:
tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos,
creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti
nel giorno precedente quello di Saturno e l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo
apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria
considerazione.
2 I diaconi gli presentino l'offerta ed egli, imponendo le mani su di essa insieme con tutti i presbiteri, rendendo grazie
dica: "Il Signore sia con voi". Tutti rispondano: "E con il tuo spirito". "In alto i cuori". "Sono rivolti al Signore".
"Rendiamo grazie al Signore". "È cosa buona e giusta".
E quindi prosegua: "Ti rendiamo grazie, o Dio, per mezzo del tuo diletto figlio Gesù Cristo, che negli ultimi tempi hai
inviato a noi come salvatore, redentore e messaggero della tua volontà; egli è il tuo Verbo inseparabile, per mezzo del
quale hai creato tutte le cose e fu di tuo gradimento; che hai mandato dal cielo nel seno di una vergine e, accolto nel
grembo, si è incarnato e si è manifestato come tuo figlio, nato dallo Spirito Santo e dalle Vergine. Per compiere la tua
volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le mani nella passione per liberare dalla sofferenza coloro che
confidano in te. Mentre si consegnava liberamente alla passione per distruggere la morte, spezzare le catene del
demonio, calpestare l'inferno, illuminare i giusti, fissare la norma e manifestare la risurrezione, preso il pane ti rese
grazie e disse: "Prendete, mangiate, questo è il mio corpo che sarà spezzato per voi". Allo stesso modo fece col calice
dicendo: "Questo è il mio sangue che sarà, versato per noi. Quando fate questo, fatelo in memoria di me". Ricordando
dunque la sua morte e la sua risurrezione, ti offriamo il pane e il calice e ti rendiamo grazie per averci fatti degni di
stare alla tua presenza e di renderti culto. E ti preghiamo di inviare il tuo Spirito Santo sull'offerta della santa Chiesa.
Unendo in una sola cosa, dona a coloro che partecipano dei santi misteri la pienezza dello Spirito Santo per confermare
la loro fede nella verità, affinché ti lodiamo e ti glorifichiamo per Gesù Cristo tuo figlio, per il quale gloria e onore a te
con lo Spirito Santo nella tua santa Chiesa ora e nei secoli dei secoli. Amen.
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‘PADRI PRE-NICENI’ (50 dc -325 dc) *
*Data ipotizzata del primo testo patristico ‘apostolico’ (cfr. ‘Didachè’
contemporanea alla ‘Prima Lettera di Paolo ai Tessalonicesi’) sino alla data
del concilio di Nicea.
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‘PADRI POST-NICENI’ (325 dc - 560 dc) *
* Dalla data del concilio di Nicea sino alla Regula Sancti Benedicti (S.
Benedetto tradizionalmente muore nel 547 dc)
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I Lett. di Paolo ai Tessalonicesi: Papiro 46
(175-225 dc)
Regula: codice Sangallese 914 (760-780 dc)
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- Occorre ricordare che almeno per i primi quattro secoli, se rimane molto
evidente l’impianto politico sociale dell’impero romano (con la sua
marcata impronta occidentale), tuttavia fu l’Oriente il protagonista di una
vera e propria opera di colonizzazione culturale delle terre mediterranee
ed europee, segnate dalla presenza dell’imperium romano. Basti ricordare
innanzitutto la presenza ‘universale’ della lingua greca come lingua
veicolare e culturale sia del NT, sia dei ‘primi padri’ (sino a metà del terzo
secolo sia a Roma sia in Asia minore le comunità cristiane pregano in greco
e le prime traduzioni latine della Scrittura sorgono in Africa del nord solo
alla fine del secondo secolo: cfr. Veteres Latinae). Ancora, occorre
menzionare le influenze massicce in Occidente delle religioni orientali (cfr.
il culto del sole di origine siriaca, la religiosità egiziana di Iside ed Osiride, la
sensibilità frigia -accanto alla Bitinia- per Cibele ed il culto di Mitra: di
origine iraniana).
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greco. Tuttavia il cristianesimo, pur non perdendosi nel ‘sincretismo di
moda’, non sceglie né il settarismo e né le derive eterodosse, se non in
piccole parti (cfr. gnosticismo).
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a. Matrice greco-romana.
Appartengono a questo primo ambito:
(1) Lettera ai Corinti di Clemente di Roma (96-98 dc)
(2) le sette Lettere di Ignazio di Antiochia (107dc -?-).
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delle origini: una letteratura che assume dei modelli biblici, ma li altera con
intento amplificativo, settario, sino a toccare l’eterodossia.
- All’interno di questo panorama letterario e vitale si delinea poi il cammino
che la Chiesa dei primi due secoli dovette affrontare. Infatti in seguito al
diffondersi e a formarsi delle prime strutture ecclesiali (catechesi,
predicazione orale e scritta, distinzione ministeriale, organizzazione della
comunità e liturgia), la Chiesa degli inizi inizia a combattere una triplice
‘battaglia noetica’ per prendere le distanze dal giudaismo (cfr. Ignazio di
Antiochia), dall’ellenismo (Giustino) e dalla gnosticismo (Ireneo di Lione).
Tali primi frutti di pensiero sono approfonditi dai ‘primi teologi’;
particolarmente tre sono ritenuti i più notevoli fra i ‘primissimi’, causa la
loro influenza successiva e profondità di pensiero: Tertulliano, Origene e
Cipriano.
3.1. COME…
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- Sono da evitarsi due possibili derive: a. il letteralismo (il quale misconosce il
progresso della riflessione dogmatica e pertanto potrebbe sopravvalutare la
riflessione credente della Chiesa del passato), b. la strumentalizzazione del
dato antico (ovvero semplicemente riportando nella prassi ecclesiale
contemporanea soluzioni, nate in altri contesti culturali).
3. 2. QUALI…
Il nostro corso di studio si soffermerà, almeno per il presente corso, sui
seguenti ‘Testimoni’ di cui si studierà almeno qualche pagina significativa (cfr.
Tx).
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Tuttavia occorre ricordare sia la nozione di ‘padre della chiesa’ (CFR. J.
LIEBAERT, M. SPANNEUT, A. ZANI, Introduzione…, 11-13) sia la principale e
schematica suddivisone didattica della patristica. Quanto siamo andati
dicendo, infatti, si può comprendere meglio se non si dimentica un orizzonte
generale di riferimento, orizzonte costituito dai dati che seguono.
Definizioni di PADRI:
- autori della antichità (a)
- qualità di dottrina (b)
- carattere esemplare della vita (c)
- approvazione successiva della tradizione (d)
Suddivisioni didattiche:
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può essere interessante chiedersi i limiti cronologici della patristica.
* Classicamente la patristica inizia con la metà del primo secolo dc. Nel 50 dc
infatti, contemporaneamente al più antico scritto del NT (prima lettera ai
tessalonicesi di Paolo), si colloca anche il nucleo più antico del padre
apostolico più arcaico la Didachè.
* Oggi la riflessione posticipa le date. Infatti se si intende per ‘padre’ colui che
compone la sua teologia a partire da una forte esperienza ecclesiale e
spirituale, e che costruisce una riflessione servendosi essenzialmente del testo
scritturistico come punto di partenza, allora si può suggerire che alcuni grandi
figure del ‘900 (soprattutto del mondo della Ortodossia) sono pienamente
collocabili nell’ambito patristico.
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* Ancora è possibile scorgere come ultimo padre della chiesa di Occidente
Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) e la scuola cistercense. Quest’ultimo
infatti, nel suo metodo di indagine teologica, e nella sua produzione letteraria
è profondamente ancorato al metodo patristico a lui precedente, pur essendo
egli un epigono della teologia monastica del XII secolo.
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Isidoro di Siviglia (560 - 636) Beda il
Venerabile (673 - 735)
(1090 - 1153)
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* Infine occorre ricordare che la tradizione della chiesa cattolica ha posto in
particolare rilievo due gruppi di quattro padri ciascuno, chiamandoli Dottori
della chiesa di Oriente e Dottori della chiesa di Occidente. Essi sono i
rappresentanti più significativi delle due tradizioni teologiche; tradizioni
legate alle due lingue principali della patristica: il latino ed il greco. Anche se si
ritrovano testi dei padri scritti anche in siriaco, in copto ed in armeno.
Queste otto figure nelle loro suddivisioni canoniche (oppure anche combinati
insieme), talvolta decorano i pennacchi delle cupole delle chiese maggiori,
oppure parti significative dell’aula liturgica, come segno della ‘grande
tradizione’ che unicamente alla Scrittura sostiene la fede e la liturgia.
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S. Agata Militello: Chiesa dei Quattro Dottori (sec. XII)
Tuttavia, tale punto ‘singolare’ di partenza fece sì che i testi del Migne
contengano errori testuali (dovuti all’accumularsi delle correzioni dei codici,
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causa le molteplici trascrizioni amanuensi dei testi). Pertanto la collezione del
Migne, pur essendo un’edizione universale, non può essere considerata
scientificamente corretta o ‘critica’.
La Patrologia Latina, abbreviato in PL, è una vastissima raccolta di scritti dei Padri della Chiesa e di altri
scrittori ecclesiastici in lingua latina, realizzata tra il 1844 e il 1855 dall'abate francese Jacques-Paul Migne.
Comprende complessivamente 221 volumi inclusi gli indici. Viene solitamente indicata come Migne.
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Nonostante l'assenza di un apparato critico rappresenta uno strumento fondamentale per lo studio
dei Padri della Chiesa, le opere dei quali vengono solitamente citate dagli studiosi cattolici in base a tale
edizione. Consiste in una serie di ristampe di vecchie edizioni, spesso contenenti anche errori, ma contiene
anche dei testi per i quali non esistono altre edizioni moderne e per questo è utilizzata anche da studiosi
del Medio Evo allo stesso modo della Monumenta Germaniae Historica. Le opere coprono un periodo di
circa 1000 anni, dagli scritti di Tertulliano fino a Papa Innocenzo III, per un totale di 217 volumi. I primi 73
volumi, da Tertulliano a Gregorio di Tours furono pubblicati tra il 1844 e il 1849, i volumi dal 74 al 217,
da Papa Gregorio I a Innocenzo III, furono pubblicati tra il 1849 e il 1855. L'ultimo scritto risale al 1216,
Migne in realtà avrebbe voluto includere anche documenti da questa data fino al periodo della Riforma
protestante, ma era un lavoro troppo grande. Del periodo successivo al 1216 ci si limitò ad includere alcuni
documenti o commenti. Gli indici furono pubblicati tra il 1862 e il 1866. Le lastre di stampa originali furono
distrutte in un incendio nel 1868, ma con l'aiuto della casa di stampa Garnier furono di ricostruite, e nuove
edizioni furono realizzate all'inizio degli anni 1880. Tuttavia queste nuove edizioni non corrispondono
esattamente alle precedenti, sia per qualità che per ordinamento, per cui si preferisce, quando è possibile,
fare riferimento alle edizioni originali.
Lo stesso Migne curò tra il 1856 e il 1858 la pubblicazione della Patrologia Greca (PG). La Patrologia
Greca (titolo completo: Patrologiae cursus completus: sive bibliotheca universalis, integra, uniformis,
commoda, oeconomica, omnium SS. Patrum, doctorum scriptorumque ecclesiasticorum sive latinorum sive
graecorum, qui ab aevo apostolico ad tempora Innocentii III anno 1216 pro latinis et ad concilii florentinii
tempora (ann. 1439) pro graecis floruerunt. Recusio chronologica omnium quae exstitere monumentorum
catholicae traditionis per quindecim priora ecclesiae saecula. Series graeca, abbreviato in PG) è una
vastissima raccolta di scritti dei Padri della Chiesa e di altri antichi scrittori in greco ellenistico o in greco
medievale. Si tratta di 161 volumi realizzata tra il 1856 e il 1866 dall'abate francese Jacques Paul Migne. La
raccolta include sia Padri orientali che autori occidentali che scrissero prima che la lingua latina divenisse
predominante in occidente nel III secolo. Per esempio ci sono gli scritti normalmente conosciuti come quelli
dei Padri Apostolici come le Lettere di Clemente e il Pastore di Erma, Eusebio, Origene e i Padri
Cappadoci, San Basilio Magno, Gregorio Nazianzeno e Gregorio di Nissa. I 161 volumi furono rilegati in
modo da formare complessivamente 166 volumi (i volumi 16 e 87 furono divisi in 3 parti e il volume 86 in 2)
Un importante volume finale non fu mai pubblicato perché le piastre di stampa furono distrutte da un
incendio nel 1868 al momento della stampa[1] La prima edizione contenente soltanto le traduzioni latine
degli originali, 81 volumi, fu realizzata tra il 1856 e il 1861. La seconda edizione contiene invece il testo
greco con la traduzione latina, 166 volumi, fu realizzata tra il 1857 e il 1866. Il testo è scritto nel seguente
modo, in ogni pagina c'è una colonna in greco e una colonna in latino che corrisponde alla traduzione del
testo greco. Nei casi in cui l'originale greco è stato perso, per esempio nel caso di Ireneo, i frammenti del
testo greco sono intercalati con la traduzione latina. In un caso, l'originale è conservato solo in lingua
siriaca e tradotto in latino. Abbastanza spesso sono riportate in latino anche informazioni sull'autore. Le
prime edizioni non avevano indice, questo fu aggiunto dal greco Scholarius sotto forma di una lista di autori
e soggetti nel 1879 e poi come indice completo ad Atene nel 1883. Nel 1912 le edizioni Abud Frates Garnier
pubblicarono un volume di indice curato da Ferdinando Cavallera. Viene solitamente indicata come
"Migne". Nonostante l'assenza di un apparato critico rigoroso e completo rappresenta uno strumento
fondamentale per lo studio dei Padri della Chiesa, dei quali le opere vengono solitamente citate dagli
studiosi cattolici in base al Migne.
B) LE ‘EDIZIONI CRITICHE’
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Con tale termine si intendono, invece, le pubblicazioni che riportano i testi dei
Padri (solitamente un’opera sola, o una collezione di opere, simili per genere
letterario - ved. sermoni omiletici, produzione poetica, trattati esegetici… -),
con una precisione testuale massima. L’editore infatti, pur partendo dal testo,
come è giunto a noi dalla tradizione manoscritta, corregge (emendatio) il
testo alla luce della serie dei manoscritti che lo hanno tramandato (stemma
codicum). L’edizione critica, dunque, possiede un livello di scientificità assai
elevato, anche se talvolta può presentare il testo solo in lingua originale
solitamente greco o latino: senza alcuna traduzione in lingue moderne. Tali
edizioni con la loro suddivisione in capitoli, e paragrafi, secondo i criteri scelti
dall’editore, rimangono il punto di riferimento autorevole, per le citazioni
scientifiche.
Spesso sorge la difficoltà, tuttavia, di ‘conoscere’ le varie edizioni critiche delle
opere del medesimo autore, già pubblicate. È proprio dello studioso, dunque,
l’avventura di:
a. addentrarsi dentro la selva delle edizioni,
b. quindi il discernimento su quale, di queste edizioni, possa essere la
migliore per la citazione: talvolta infatti non sempre l’edizione più recente
è la più accurata filologicamente.
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- Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum (Vienna 1866 ss.), CSEL.
- Corpus Christianorum. Series latina (Turnhout 1953 ss.), CCL.
- Corpus Christianorum. Series graeca (Turnhout 1977 ss.), CCG.
- Corpus Christianorum. Continuatio Medievalis (Turnhout 1966 ss.), CCM.
- Die griechischen christlichen Schriftseller der ersten drei Jahrhunderte,
(Leipzig-Berlin 1897 ss.), GCS
24
- Sources chrétiennes, (Paris 1941 \ 534 voll.), SC.
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produzione e dei principali nodi teologici del singolo padre, rimandando ad
una lettura personale dei testi (che per motivi di spazio non vengono
solitamente riportati).
- Vi infine sono i dizionari (o dell’intera ‘collezione dei Padri’ o di un ‘singolo
autore’) dove vengono riportati, in ordine alfabetico, i singoli Padri oppure le
più importanti voci dell’autore patristico. I dizionari sono utili per una visione
complessiva e per una consultazione immediata, tuttavia possono essere
talvolta un po’ sommari, abbreviare molto i titoli e le descrizione delle opere,
e spesso si servono di un linguaggio un po’ cifrato. Tali opere poi possono
offrire una certa disparità all’interno di una visione che vorrebbe essere
uniforme: ciascuna voce, infatti, è curata in modo originale da un singolo
studioso.
DIZIONARI
27
- DÖPP S., GEERLINGS W. (a cura), Dizionario di Letteratura Cristiana Antica
(edizione italiana a cura di Noce C.), Città Nuova, Roma 2006.
28
- BOSIO G., DAL COVOLO E., MARITANO M., Introduzione ai Padri della Chiesa
(5 voll), SEI, Torino 1990 ss.
29
- SIMONETTI M., PRINZIVALLI E., Storia della letteratura cristiana antica, EDB,
Bologna 2010.
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