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Introduzione alla teologia

Seconda lezione:
La teologia al Concilio
e secondo papa Francesco
Concilio Vaticano II
«La sacra teologia si basa come su un fondamento perenne sulla parola di Dio scritta,
inseparabile dalla sacra Tradizione; in essa vigorosamente si consolida e si ringiovanisce
sempre, scrutando alla luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le sacre
Scritture contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio, sia
dunque lo studio delle sacre pagine come l'anima della sacra teologia» [ Dei Verbum, n. 24].

«I teologi sono […] invitati, nel rispetto dei metodi e delle esigenze proprie della scienza
teologica, a sempre ricercare i modi più adatti di comunicare la dottrina cristiana agli uomini
della loro epoca» [Gaudium et spes, n. 62].

«Ed essi (i candidati al sacerdozio) imparino a cercare la soluzione dei problemi umani alla
luce della rivelazione, ad applicare le verità eterne alla mutevole condizione di questo mondo
e a comunicarle in modo appropriato agli uomini contemporanei».[ Optatam totius, n. 16].
Concilio Vaticano II
• La teologia (Optatam totius, 16)

16. Le discipline teologiche, alla luce della fede e sotto la guida del magistero della
Chiesa (31) siano insegnate in maniera che gli alunni possano attingere
accuratamente la dottrina cattolica dalla divina Rivelazione, la penetrino
profondamente, la rendano alimento della propria vita spirituale (32) e siano in grado
di annunziarla, esporla e difenderla nel ministero sacerdotale.
Con particolare diligenza si curi la formazione degli alunni con lo studio della sacra
Scrittura, che deve essere come l'anima di tutta la teologia (33). Premessa una
appropriata introduzione, essi vengano iniziati accuratamente al metodo dell'esegesi,
apprendano i massimi temi della divina Rivelazione e ricevano incitamento e
nutrimento dalla quotidiana lettura e meditazione dei libri santi (34).
Concilio Vaticano II
Nell'insegnamento della teologia dogmatica, prima vengano proposti gli stessi temi biblici.
Si illustri poi agli alunni il contributo dei Padri della Chiesa d'Oriente e d'Occidente nella
fedele trasmissione ed enucleazione delle singole verità rivelate, nonché l'ulteriore storia
del dogma, considerando anche i rapporti di questa con la storia generale della Chiesa
(35). Inoltre, per illustrare quanto più possibile i misteri della salvezza, gli alunni imparino
ad approfondirli e a vederne il nesso con un lavoro speculativo, avendo san Tommaso per
maestro (36). Si insegni loro a riconoscerli sempre presenti ed operanti nelle azioni
liturgiche (37) e in tutta la vita della Chiesa. Infine, imparino a cercare la soluzione dei
problemi umani alla luce della rivelazione, ad applicare queste verità eterne alle mutevoli
condizioni di questo mondo e comunicarle in modo appropriato agli uomini contemporanei
(38).
Parimenti tutte le altre discipline teologiche vengano rinnovate per mezzo di un contatto
più vivo col mistero di Cristo e con la storia della salvezza. Si ponga speciale cura nel
perfezionare la teologia morale, in modo che la sua esposizione scientifica, più nutrita della
dottrina della sacra Scrittura, illustri la grandezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il
loro obbligo di apportare frutto nella carità per la vita del mondo.
Concilio Vaticano II
Così pure nella esposizione del diritto canonico e nell'insegnamento della storia
ecclesiastica si tenga presente il mistero della Chiesa, secondo la costituzione
dogmatica « De Ecclesia » promulgata da questo Concilio. La sacra liturgia, che è da
ritenersi la prima e necessaria sorgente di vero spirito cristiano, venga insegnata
come è prescritto negli articoli 15 e 16 della costituzione sulla sacra liturgia (39).
Tenendo opportuno conto delle condizioni delle varie regioni, gli alunni vengano
indirizzati a meglio conoscere le Chiese e comunità ecclesiali separate dalla Sede
apostolica romana, affinché possano contribuire al ristabilimento della unità tra tutti i
cristiani, secondo le prescrizioni di questo Concilio (40).
Vengano anche introdotti alla conoscenza delle altre religioni più diffuse nelle singole
regioni, affinché meglio riconoscano ciò che, per disposizione di Dio, vi è in esse di
buono e di vero, imparino a confutarne gli errori, e siano in grado di comunicare la
piena luce della verità a coloro che non la possiedono.
Concilio Vaticano II
La teologia deve:

1) riferirsi principalmente alla Scrittura


2) trovare i modi più adatti per comunicare la verità agli uomini e alle
donne di oggi
3) tenere conto delle mutevoli condizioni della storia
Commissione teologica internazionale,
Teologia oggi: prospettive, principi e
criteri, 29.11.2011.
Papa Francesco e la teologia /1

«La Chiesa, impegnata nell’evangelizzazione, apprezza e


incoraggia il carisma dei teologi e il loro sforzo nell’investigazione
teologica, che promuove il dialogo con il mondo della cultura e
della scienza. Faccio appello ai teologi affinché compiano questo
servizio come parte della missione salvifica della Chiesa. Ma è
necessario che, per tale scopo, abbiano a cuore la finalità
evangelizzatrice della Chiesa e della stessa teologia e non si
accontentino di una teologia da tavolino»
(Evangelii gaudium, 133).
Papa Francesco e la teologia /2

«3. È giunto ora il momento in cui questo ricco patrimonio di approfondimenti e


di indirizzi, verificato e arricchito per così dire “sul campo” dal perseverante
impegno di mediazione culturale e sociale del Vangelo messo in atto dal Popolo
di Dio nei diversi ambiti continentali e in dialogo con le diverse culture, confluisca
nell’imprimere agli studi ecclesiastici quel rinnovamento sapiente e coraggioso
che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa “in uscita”.
L’esigenza prioritaria oggi all’ordine del giorno, infatti, è che tutto il Popolo di Dio
si prepari ad intraprendere “con spirito”[19] una nuova tappa
dell’evangelizzazione. Ciò richiede «un deciso processo di discernimento,
purificazione e riforma»[20]. E in tale processo è chiamato a giocare un ruolo
strategico un adeguato rinnovamento del sistema degli studi ecclesiastici. Essi,
infatti, non sono solo chiamati a offrire luoghi e percorsi di formazione qualificata
dei presbiteri, delle persone di vita consacrata e dei laici impegnati, ma
costituiscono una sorta di provvidenziale laboratorio culturale in cui la Chiesa fa
esercizio dell’interpretazione performativa della realtà che scaturisce dall’evento
di Gesù Cristo e che si nutre dei doni della Sapienza e della Scienza di cui lo
Spirito Santo arricchisce in varie forme tutto il Popolo di Dio: dal sensus fidei
fidelium al magistero dei Pastori, dal carisma dei profeti a quello dei dottori e dei
teologi.
E ciò è d’imprescindibile valore per una Chiesa “in uscita”!

(Veritatis gaudium, 3).


Papa Francesco e la teologia /2

«Tanto più che oggi non viviamo soltanto un’epoca di cambiamenti ma un vero e
proprio cambiamento d’epoca[21], segnalato da una complessiva «crisi
antropologica»[22] e «socio-ambientale»[23] nella quale riscontriamo ogni giorno di
più «sintomi di un punto di rottura, a causa della grande velocità dei
cambiamenti e del degrado, che si manifestano tanto in catastrofi naturali
regionali quanto in crisi sociali o anche finanziarie» [24]. Si tratta, in definitiva, di
«cambiare il modello di sviluppo globale» e di «ridefinire il progresso» [25]: «il
problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare
questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino strade»[26].
Questo ingente e non rinviabile compito chiede, sul livello culturale della
formazione accademica e dell’indagine scientifica, l’impegno generoso e
convergente verso un radicale cambio di paradigma, anzi – mi permetto di dire –
verso «una coraggiosa rivoluzione culturale»[27]. In tale impegno la rete mondiale
delle Università e Facoltà ecclesiastiche è chiamata a portare il decisivo contributo
del lievito, del sale e della luce del Vangelo di Gesù Cristo e della Tradizione viva
della Chiesa sempre aperta a nuovi scenari e a nuove proposte»
(Veritatis gaudium, 3).
Papa Francesco e la teologia /2

«Si fa oggi sempre più evidente che «c’è bisogno di una vera ermeneutica
evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gli uomini, non di una sintesi ma di
una atmosfera spirituale di ricerca e certezza basata sulle verità di ragione e di
fede. La filosofia e la teologia permettono di acquisire le convinzioni che
strutturano e fortificano l’intelligenza e illuminano la volontà… ma tutto questo è
fecondo solo se lo si fa con la mente aperta e in ginocchio. Il teologo che si
compiace del suo pensiero completo e concluso è un mediocre. Il buon teologo e
filosofo ha un pensiero aperto, cioè incompleto, sempre aperto al maius di Dio e
della verità, sempre in sviluppo, secondo quella legge che san Vincenzo di Lérins
descrive così: “annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate ”
(Commonitorium primum, 23: PL 50,668)»
(Veritatis gaudium, 3).
Papa Francesco e la teologia /3

«La seconda parola è INCOMPLETEZZA. Dio è il Deus semper maior, il Dio che ci
sorprende sempre. Per questo dovete essere [uomini] dal pensiero incompleto,
cioè aperto e non chiuso e rigido. La vostra fede apra il vostro pensiero. Fatevi
guidare dallo spirito profetico del Vangelo per avere una visione originale, vitale,
dinamica, non ovvia. E questo specialmente oggi in un mondo così complesso e
pieno di sfide in cui sembra trionfare la “cultura del naufragio” – nutrita di
messianismo profano, di mediocrità relativista, di sospetto e di rigidità – e la
“cultura del cassonetto”, dove ogni cosa che non funziona come si vorrebbe o
che si considera ormai inutile si butta via.
La crisi è globale, e quindi è necessario rivolgere il nostro sguardo alle convinzioni
culturali dominanti e ai criteri tramite i quali le persone ritengono che qualcosa
sia buono o cattivo, desiderabile o no. Solo un pensiero davvero aperto può
affrontare la crisi e la comprensione di dove sta andando il mondo, di come si
affrontano le crisi più complesse e urgenti, la geopolitica, le sfide dell’economia e
la grave crisi umanitaria legata al dramma delle migrazioni, che è il vero nodo
politico globale dei nostri giorni»
(Discorso alla Comunità della Civiltà Cattolica , 9 febbraio 2017).
Papa Francesco e la teologia /4

«In effetti, come teologi provenienti da vari contesti e latitudini, voi siete
mediatori tra la fede e le culture, e prendete parte in questo modo alla missione
essenziale della Chiesa: l’evangelizzazione. Avete, nei confronti del Vangelo, una
missione generatrice: siete chiamati a far venire alla luce il Vangelo. Infatti vi
ponete in ascolto di ciò che lo Spirito dice oggi alle Chiese nelle diverse culture
per portare alla luce aspetti sempre nuovi dell’inesauribile mistero di Cristo, in cui
«sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» ( Col 2,3).  E poi
aiutate i primi passi del Vangelo: ne preparate le vie, traducendo la fede per
l’uomo d’oggi, in modo che ciascuno possa sentirla più vicina e sentirsi
abbracciato dalla Chiesa, preso per mano lì dove si trova, e accompagnato a
gustare la dolcezza del kerigma e la sua intramontabile novità. A questo è
chiamata la teologia: non è disquisizione cattedratica sulla vita, ma incarnazione
della fede nella vita.»
(Discorso alla Commissione Teologica Internazionale , 29 novembre 2019).
Papa Francesco e la teologia /sintesi

a) primato dell’evangelizzazione
b) Essere in contatto con i nuovi scenari
c) Necessità di un pensiero aperto
d) Tradurre la fede per l’uomo d’oggi

Vocazione della teologia: incarnazione della fede


nella vita
Esame

L’esame si svolgerà nei mesi di gennaio e di


febbraio del 2023, in forma orale. Ci saranno
in totale 20 domande.
Domande lezioni 1-2
Quali sono le due definizioni classiche di "teologia"? (1/20)

Che cosa dice il Vaticano II sulla teologia? (2/20)

Papa Francesco e la teologia (3/20)


Cosa posso leggere in questa
settimana?

http://www.treccani.it/enciclopedia/teologia/

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