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Per il culto delle vere reliquie dei martiri

Author(s): Felice Grossi-Gondi


Source: Gregorianum , 1920, Vol. 1, No. 2 (1920), pp. 298-309
Published by: GBPress- Gregorian Biblical Press

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/23566383

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298 NOTE E DISCUSSIONI

* * *

Ed ora ci sia lecito tirare alcune conseguenz


1. La perfezione del primo e secondo grad
pria perfezione, ancorché l'anima non arrivi al
può benissimo essere termine, mettiam pure in
desima maniera che il sacerdozio, indipendente
può essere termine, benché sia verissimo che l'
sacerdozio e lo perfezioni.
2. Quando si dà la definizione della perfezi
la definizione di quella perfezione che si divide
perfezione che ai tre gradi è comune. La defini
ricavata da S. Tommaso, cioè « attività di cari
viglia al bisogno, perchè ottimamente si appl
che sono tre sorta di attività di carità. Se inve
finisse, ad esempio, « contemplazione od unione m
la definizione non si potrebbe applicare al prim
3. Quando si adducono i testi di S. Tommas
bligo della perfezione, bisognerà bene osserva
tende parlare della perfezione comune ai tre gr
del terzo grado. Altrimenti si correrebbe il ris
pensiero.
Ottavio Maechetti S. I.

Per il culto delle vere reliquie dei martiri.


Non è chi non sappia quanto spinosa sia la questione intorno
all'autenticità delle reliquie dei martiri dei primi secoli della Chiesa.
Contro di essa, oltre le difficilissime cii'costanze, in cui avvenne la
deposizione delle venerande spoglie, hanno pur congiurato le devasta
zioni barbariche dei cimiteri romani, l'ignoranza, la mal consigliata
devozione, l'amore del lucro, da cui nacque la mala pianta della falsifi
cazione, di che già levavano lamenti 8. Agostino e S. Gregorio Magno.
IIP. Ferrand Giovanni S. I. (1586 1672) nel suo eruditissimo la
voro sull'autenticità delle reliquie 1 ha ampiamente discusse le molte

1 Io. Fbrkandi Anicibnsis e Soc. I. Disquisititi reliquiario,, Lugduni, 1647.

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NOTE E DISCUSSIONI 299

cause, che hanno generato, in questa materia,


queste, una delle più comuni è l'omonimia, p
che un corpo appartenesse ad un martire, già
plice ragione, che sul loculo di rinvenimento
identico al suo. E poiché di corpi di defunti,
stesso nome, se ne rinvennero parecchi, cosi
medesimo martire si sono attribuiti vari corp
È noto anche che, dalla fine del sec. XVI in
cimiteri romani un numero grandissimo di corp
creduti come tali, e donati a varie città d'Italia
chiese ed oratori privati ne ebbero in si gran
delle grandi lipsanoteche. Per queste specialm
di compilare come l'inventario del ricco teso
una nota distinta dei singoli martiri, dei qual
tero o gran parte del corpo, cosa del resto
volle apporre a ciascun nome il giorno della s
di queste raccolte si procurò di avere reliquie,
di uno dei martiri, indicati in ciascun giorn
logio. Non è raro quindi di trovare alcune
private che, per ciascuno dei 365 giorni dell'an
di un martire.
Ma poiché tali raccolte di corpi di martiri sono quasi tutte po
steriori al riaprimento dei cimiteri, avvenuto, come si disse, sulla fine
del sec. XVI, quando cioè tutti, o quasi, i corpi di martiri conosciuti
erano stati trasportati nelle basiliche romane, nasce spontaneamente
la domanda come mai possano esse avere corpi o reliquie insigni dei
martiri più celebri. La spiegazione di un tal fatto, per quei casi, in
cui non si tratta di una piccolissima reliquia, di cui non intendo
affatto di parlare, ma di un corpo intero, o di una gran parte, si
presenta assai facile. Ricevuta che fu la grande quantità di tali re
liquie, che recavano scritto il nome proprio del martire, o quello appo
stogli, nel caso che sul loculo cimiteriale non vi fosse stato indicato,
nacque in molti il pio desiderio di sapere chi fossero questi martiri,
o almeno, quando se ne dovesse celebrare la festa. Si pensò che questi
martiri fossero certamente nominati nel martirologio, e però, niente
di più naturale che ricorrere ad esso per trovare il giorno, in cui si
festeggiasse. Così, alla lista dei nomi, si appose a ciascuno il giorno
della festa indicata dal martirologio, e per conseguenza si concluse
che il corpo, che si possedeva, era quel desso del martire, nominato
in tal giorno.

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300 NOTE E DISCUSSIONI

In tal modo i martiri, specialmente più cele


o più corpi, o almeno raddoppiate o moltipli
Ognuno intende quanto questo ingenuo error
alle vere reliquie dei martiri, e come tenda
tamente.

Fra i diversi esempi di tali ingenue identificazioni, gioverà re


carne uno, forse non conosciuto, ma che merita di essere rilevato, per
una pubblicazione di qualche anno fa ', che torna a ribadire un errore,
che ormai, dopo gli studi fatti di quest'ultimi cinquant'anni, e le
gravi ammonizioni dell'autorità ecclesiastica, non dovrebbe più rinno
varsi nel campo dell'archeologia cristiana.
Fra gli anni 1594-1611, fu portata alla chiesa del Gesù di Na
poli una grande quantità di corpi di martiri, avuti in dono da di
verse persone, e che si dicono extracta auctoritate Apostolica, vigore
brevium fei. recordationis Pauli V ex cimiteriis (sic) mentionatis in
istrumentis desuper confectis manu publicorum notariorum in eis
descriptorum (p. 169). Tutti questi corpi, dopo varie collocazioni,
ebbero una definitiva sistemazione, nelle pareti laterali all'altare di
S. Francesco De Geronimo della chiesa del Gesù nuovo ; ordinati in
due grandi armadi, a cinque ordini, e chiusi in piccole urne e busti
Presso di essi « pendono in due quadri due pergamene coi nomi dei
martiri, coll'indicazione del posto delle loro reliquie e del giorno della
loro festa » (p. 162). Queste due pergamene dovettero essere redatte
« nella ricognizione canonica del 1681 ; certamente sono anteriori
all'a. 1693 » (p. 170). Ciò che sorprende, in queste liste di nomi,
pubblicate nel predetto libro, in due prospetti inseriti fra le pp. 170,
171, è il giorno della festa, apposta a ciascun nome di martire. Tale
apposizione non fu certamente fatta dall'autorità ecclesiastica, della
quale non si riporta nessun documento in proposito ; ma da qualche
persona privata. Si legge infatti in capo di una delle due liste : « In
dice de' nomi di quelli Santi, li corpi de' quali, o parte di quelli,
si conservano nelle statue e cassette di questo reliquiario del lato
dell'Evangelio3 con li giorni de' mesi nelli quali venera la santa
Chiesa il loro martirio per quanto se n'ha potuto avere notitia ».
Donde mai avrà il pio anonimo tratte queste notizie intorno al giorno

1 Prevete G. S. I., Martirio, tombe, miracoli dei SS. Ciro e Giovanni,


Napoli, 1916. Le citazioni di pagine, che adopererò nel testo, si riferiscono
a questo lavoro.
2 Si noti quindi che non si tratta qui di piccolissime reliquie.
3 E nell'altra si dice: « dal lato dell'epistola ».

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NOTE E DISCUSSIONI 301

della festa? Non certo dalle autentiche delle


costume d'indicarveio. E anche se HI fosse, n
non per quei martiri o santi che sono nominati n
per quelli, i corpi dei quali si vennero scop
poi, trattandosi di martiri ignoti alle fonti ag
nel facsimile di due pagine del documento, c
corpi (pp. 166, 167), compilato, con molta dili
siastica di Napoli di quel tempo, sebbene si de
le ossa di ciascun martire, non è punto segna
giorno della festa. Le determinazioni pertanto de
ai nomi dei martiri, sono opera affatto privata d
a tale scopo si è servito dell'omonimia, con m
rologio o nei noti leggendari agiografici. A co
minare con qualche attenzione le singole dat
martiri nelle due liste predette.
In queste pertanto i nomi dei martiri sono
dine alfabetico, nè secondo i mesi e giorni de
loro festa ; ma a seconda dell'ordine dei posti
grandi armadi predetti. È facile però raggru
condo il giorno della festa di ciascuno. Seguen
terio fra i corpi dei martiri, ivi riposti, si trove
A) Varii gruppi di martiri, assai celebri, i
tamente stati tolti dai cimiteri romani, pare
fine del sec. XVI o inizi del XVII ; quando
stati trasportati a Napoli, come asserisce il do
Tali sono :
1° Alcuni dei notissimi martiri greci, sepolti nel cimitero di Cal
listo, cioè Eusebio, Neone, Maria, Martana, festeggiati al 2 dicembre,
secondo il martirologio romano, e segnati sotto il medesimo giorno
nelle due liste predette. I corpi però dei martiri Neone e Maria 2
erano almeno fin dai tempi di Leone IX (1049-1054) nella chiesa di
S. Agata dei Coti in Roma \
2° S. Emerenziana, la cui festa ricorre ai 22 di gennaio, secondo
il martirologio romano, e, colla medesima data, segnata nelle liste pre

1 Non intendo di esaminare tutte e intere le due liste, che contengono


138 nomi, poiché parmi sufficiente allo scopo il saggio che ne presento.
2 Formando però questi un gruppo cogli altri, è molto probabile, per
non dir certo, che anche i corpi degli altri venissero tolti nel medesimo tempo.
1 Db Rossi G. B., Borna sotterranea, vol. III, p. 200. Quivi il eh. ar
cheologo dice che tali reliquie sono ancora venerate nella predetta chiesa.

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302 NOTE E DISCUSSIONI

flette. Il corpo di questa Santa fu rinvenuto n


drati, insieme a quello di S. A^ese, sotto l'al
mentana, e quivi lasciato '.
3° S. Abdon, segnato tanto nel martirologio,
lista, sotto il 30 luglio. Il suo corpo, insieme co
pagno S. Sennen, sarebbe stato, fin dal sec. IX
silica di S. Marco, secondo il Bartolini *, dove
simo autore asserisce, furono rinvenuti nel 18
4° S. Aniceto, papa, ai 17 aprile, nel martir
Secondo la lezione più autorevole del Liber Pon
sepolto iuxta corpus B. Petri in Vaticano \ Nè
degli altri dei papi dei primi due secoli, sepol
notizia di rinvenimento, salvo forse di quello
5° S. Valentino, notato nel martirologio ai 1
lista al medesimo giorno, è il celebre martire
suo corpo fu, verso la fine del sec. XITI, trasferit
risulta da un'iscrizione del tempo di Nicola IV
6° S. Valeriano, di cui la lista, come il mart
giorno festivo ai 14 aprile, non è altri dal
cilia, il cui corpo fu portato, insieme a quelli
di Tiburzio, dei papi Lucio ed Urbano, da Pa
notissima in Trastevere s, e fu rinvenuto cog
drati nel 1599 ed ivi lasciato7.
7° SS. Gordiano ed Epimaco, festeggiati ai 10 di maggio, tanto
secondo il martirologio, che secondo la pergamena. Basterà per i loro

1 Boldetti, Osservazioni sopra i sagri cimiteri etc., Roma, 1720, p. 684 ;


Jubaru Fl. S. I., Sainte Agnès, Paris, 1907, p. 332.
' Parto lini. Gli Atti della passione dei martiri... Abdon e Sennen,
Roma, a. 1859. Vedi ivi il decreto di ricognizione che emanò il Card. Vi
cario di Roma 1*8 agosto 1856.
3 Secondo un'altra lezione del medesimo libro, sarebbe stato deposto in
cymiterio Callisti. Ma il cimitero di Callisto non esisteva ancora ai tempi
di papa S. Aniceto. Ad ogni modo, il corpo di lui sarebbe stato tolto da
questo cimitero e traslocato nella cappella del palazzo Altemps ai principi
del sec. XVII, dove ancora si venera.
* De Rossi G. B., Bull. Crist., 1878, p. 86.
5 Marucchi, Il cimitero e la basilica di S. Valentino, Roma, 1890,
p. 135, nota 2\
e Liber pontificalis, II, p. 56.
■ 7 Bosio A., Historia Passionis B. Caeciliae etc., Romae, a. 1600, p. 158.
Si noti che il corpo di S. Valeriano fu trovato intero, come risulta dalla
descrizione fattane.

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NOTE E DISCUSSIONI 303

corpi rimandare agli Ada SS. 1 dei PP. Boll


simo giorno, per vedere quante città se li con
che venissero, secondo l'anonimo, portati a N
medesimi Ada SS., pubblicati nel 1680, cioè p
supposto trasporto a questa città, lo ignorano
8° SS. Felicissimo, Agapito, Gennaro, Vincen
e suddiaconi di S. Sisto II. Dell'errore della list
per Felicissimo, e nell'assegnare a tre di questi il
dirò più sotto. Quanto ai corpi, è difficile il d
sportati 1 ; ma sorprende come mai dall'anoni
tificare le spoglie dei due ultimi, mentre è no
al luogo della loro sepoltura, se cioè nel cimi
sieme con i SS. Felicissimo ed Agapito, come vuo
(1,125), o invece con S. Sisto, nel cimitero di
voglia asserire la celebre iscrizione di S. Dama
Se dunque le spoglie di questi martiri non e
romani nel sec. XVII, come mai da essi sarebb
Napoli, secondo attesta il documento, più vol
anche che per cimiteri si volessero intendere
Roma, supposizione questa, che è affatto inv
mento del sec. XVII, come mai tutte queste c
sciate spogliare, ad un medesimo tempo, dei loro
e senza contrasti, senza che a noi, si vicini d
notizia 4 ?

1 Acta SS. Mensis Maii, ad diem 10, p. 553 e segg. Recentemente, nel
cimitero dei SS. Marcellino e Pietro, è stata rinvenuta dal dott. Iosi una ta
voletta marmorea coll'iscriz. EC CORPORA SCOR GORDIANI ET EPI
MACHI. Questa iscrizione, certamente medioevale, scoperta nel predetto ci
mitero, che non è quello della via Latina, dove i martiri furono tumulati,
è un esempio delle tante fabbricazioni, perpetrate dal sec. IX in poi, contro
le vere reliquie dei martiri.
* Acta SS., ai 6 d'agosto. Secondo una lettera quivi citata (p. 127) no
tàbiles (reliquiae) di S. Agapito sarebbero state trasportate a Lovanio nel
l'anno 1636.
3 Vedi Db Rossi G. B., Roma sotterranea, vol. II, p. 95 e segg. Vedi
anche Bonavenia G. S. I. in Nuovo Bull. Crist., a. 1910, p. 227 e segg.
* Nelle liste sono notati anche otto corpi delle martiri compagne di
S. Orsola. Nel documento si dice che una reliquia fu donata dal p. Acqua
viva Generale alla chiesa del Gesù di Napoli, venuta ex variis Germaniae
ecclesiis. Potrebbe essere quindi che quei corpi venissero di Colonia ; sebbene
sia assai difficile che sotto il nome di una reliquia si possano intendere
otto corpi !

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304 NOTE E DISCUSSIONI

B) Reliquie di martiri che non sono mai stati a R


1° 8. Neone, martire di Nicomedia, festeggiato
secondo il martirologio e secondo la lista.
2° Il gruppo dei martiri Severiaqg, Acindino, Cr
martirizzati a Nicomedia, la festa dei quali è segna
martirologio e dalla liste, ai 20 di aprile.
3° S. Papio, martirizzato in Alessandria, il cui a
stivo è dato comunemente dai precitati documenti
4° S. Vittore, che per errore della lista, o della
S. Vittoria, la cui festa è da entrambi assegnata ai
martirizzato a Ravenna.
5° S. Vito, martire della Lucania, la cui festiva ricorrenza è in
dicata dall'uno insieme e dall'altro documento ai 15 giugno.
6° Alcuni corpi dei SS. Innocenti, la cui Testa viene dalle liste
e dal martirologio assegnata ai 28 dicembre. Basterebbe solamente
questa identificazione per dimostrare, ad evidenza, con quale ingenuità
il pio anonimo, autore delle due pergamene, abbia assegnato i giorni
festivi dei martiri, i corpi dei quali furono da Roma recati al Gesù
di Napoli. E appena necessario di ricordare come in essi si debbano
invece riconoscere dei bambini, sepolti nei cimiteri romani, ai quali è
dato, negli epitaffi, assai spesso il nome d'Innocenti, come lo attestano
iscrizioni, senza numero, e che è inutile qui citare.
Dopo tale enumerazione nasce spontanea la domanda come mai
possano essere capitate nella predetta chiesa tali reliquie, et quidem
come venute dai cimiteri romani.
C) Nelle liste si contengono inoltre parecchi errori di date e di
nomi :

1° La festa di S. Fermo martire è segnata in esse ai 3 di feb


braio. Ora nel martirologio vi sono parecchi martiri e santi di questo
nome, ma nessuno di essi è festeggiato in questo giorno.
2° Nessun S. Teofilo è notato nel martirologio ai 18 febbraio, che
è pure il giorno assegnatogli per la festa dalle liste. Invece ai 28
del medesimo mese è nel martirologio notato un S. Teofilo. Ora questo
S. Teofilo ha per compagno un S. Macario, che notano le liste esat
tamente ai 28 del detto mese. La data dunque del 18 febbraio è
errata.

3° Nelle liste viene segnata ai 9 di agosto la festa dei Santi Vin


cenzo, Gianuario e Feliciano. Nessuno di questi tre è ricordato nel
martirologio di questo giorno. Il quale li indica invece tutti e tre al
6 del medesimo mese. Evidentemente il 6 è stato mutato in 9. A

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NOTE E DISCUSSIONI 305

controprova di quest'errore si noti, che l'a


martiri, di cui lio sopra ragionato, cioè S.
nella lista ai 6 di agosto. Il nome poi di Fel
del vero nome di questo martire, che è Fel
4° E di queste storpiature di nomi ricorr
pure non si debbano ad errori di stampa. Ta
di Pretestato ; Aimachio invece di Almachio ; G
Timoreo per Timoteo ; Afroniano per Apronia
5° Il martirologio segna agli 8 febbraio la
e Paolo. Nelle liste invece a Paolo è assegna
l'8 ottobre. Ma a questo giorno il martirol
S. Ciriaco. Pare dunque che qui sia occorso u
ma del mese.
6° Dei moltissimi Santi col nome di Felice nessuno è commemo
rato ai 31 ottobre; mentre proprio questo giorno è assegnato dalle
liste ad un martire omonimo, di cui la chiesa del Gesù di Napoli
avrebbe le reliquie.
Le cose fin qui osservate, sopra il modo come furono redatte le liste,
esistenti nelle pergamene delle pareti laterali dell'altare di S. Fran
cesco De Geronimo, dimostrano assai chiaramente quale fiducia pos
sano esse meritare, rispetto all'identificazione delle reliquie, ivi con
servate.

* * *

Vengo ora ad un esempio particolare, che m


importanza di essere esaminato, cioè all'identificaz
fatta delle reliquie di un S. Giovanni ', che erano
dell'armadio dal lato dell'epistola, per quelle di S.
compagno del celebre S. Ciro, martiri insieme di Ale
Tutte le prove di tale identificazione riposano su
lista dei corpi, che sono nel reliquiario, del lato d
al nome di S. Giovanni è notato come festivo il 3
medesimo giorno che, nella lista del lato dell'eva
canto al nome di S. Ciro.

1 Queste reliquie, secondo il documento predetto (p. 172, tavola), con


sistunt in brachiis, cruribus, spina, costis. Item in maxillis continentibus tres
molas ac totidem dentes. Si tratta quindi di una parte assai notevole di un
corpo umano.
8 Infatti nel documento ufficiale sono del tutto separati questi due mar
tiri. Di S. Ciro si parla al f. 42, e di S. Giovanni al f. 49 (p. 172,173).

u Gregorianum „ - anno I (1920), vol. I. 20

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306 NOTE JE DISCUSSIONI

Il lettore, che ora conosce il sistema tenut


tare a ciascun Santo il giorno della festa, potr
meriti una tale identificazione.
Ma, a dimostrare con maggiore evidenza, se pure è possibile, come
essa non possa in alcun modo sostenersi, è da ricordare brevemente _
la storia delle reliquie di questi due insigni martiri di Alessandria.
Senza riprendere qui in esame la tarda relazione 1 del trasporto
dei corpi dei predetti martiri da Alessandria a Roma 2, suppongo qui
che essa sia veramente avvenuta, e che le preziose reliquie, dopo
essere state per qualche tempo depositate, presso una tal Teodora in
Trastevere, venissero collocate in un ipogeo sulla via Portuense, là
dove poi sorse la chiesetta di S. Cyrus Ablas, nella lingua del volgo
trasformato in S. Passera, e tuttora in possesso del Capitolo di S. Maria
in via Lata 3.
Una seconda tradizione, vivacemente contestata per lungo tempo
dai canonici del predetto Capitolo vorrebbe che in un dato tempo, a
tutti ignoto, le reliquie di questi due martiri dall'ipogeo della via
Portuense fossero state trasportate nella chiesa urbana di S. Angelo
in Pescheria.
L'A. ammette come indubitabile questa seconda tradizione, con
argomento 4, egli dice, d'ineluttabile valore (p. 157), e sostiene che
dalla chiesa di S. Angelo in Pescheria una piccola parte delle pre
ziose spoglie sarebbero state recate a Monaco di Baviera, e in gran
parte a Napoli, al Gesù Nuovo (p. 122).
Ma contro questa conclusione ecco sorgere una gravissima difficoltà.
Negli Acta SS. dei PP. Bollandisti ai 31 di gennaio, parlandosi dei
SS. Ciro e Giovanni, è riferito un documento, che reca la data del
16 aprile 1590. In esso si dice che mons. Minuzio de Minutiis, con
facoltà di Sisto V, estrasse ex coemeterio Sancti Callisti, quod est
infra ecclesiam Sancti Sebastiani ad Catacumbas... nonnulla ossa et
reliquias sanctorum martyrum, specialiter inter haec, corpora Sahcto
et:'k Cyki et Iohahnis, animo et intentione eas deferendi ad partes

1 Di essa ha dottamente trattato il p. Sinthern, Der Römische Ah


bacyrus in Geschichte, Legende und Kunst in « Kömische Quartalschrift »,
a. 1908.
2 II martirologio, per errore, li suppone martirizzati in Roma.
3 Vedi Cavazzi Mr L., La diaconia di S. Maria in via Lata. Koma, 1908.
* L'argomento è che il capitolo di S. Angelo in Pescheria nelle lezioni
del 3 febbraio e nell'Oremus affermava d'avere i sacri corpi di S. Ciro e
S. Giovanni !

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NOTE E DISCUSSIONI 307

Germaniae. L'A. (p. 160) taccia di errore il M


nomi Ciro e Giovanni, nominati in questo docum
di un'altra coppia di martiri omonimi, e, ri
martiri Alessandrini, afferma che, appunto
parte minore fu inviata a Monaco di Baviera
Gesù di Napoli (p. 161). Evidentemente qui l
che ha sopra asserito a p. 122; non potendos
due medesimi corpi sieno andati in Baviera
al medesimo tempo e da S. Angelo in Pesc
S. Sebastiano. A conciliare la cosa non rimar
ad una terza traslazione da S. Angelo in P
S. Sebastiano. Ma su quale fondamento ? Ques
sarebbe potuto avvenire, se non nel medioevo
dei martiri erano dai cimiteri suburbani portati
e non dalle basiliche urbane ai cimiteri. Il vero è che il documento
dell'a. 1590 cade in quel tempo in cui, soppresso il monastero di
S. Sebastiano da circa quattro anni da Sisto V, la chiesa e il sotto
stante cimitero passarono in mano di persone inesperte, che vennero
tratte in inganno da gente, desiderosa di lucro. A quest'epoca mede
sima infatti si riferiscono altri documenti, oggi riconosciuti per falsi,
usciti dalla stessa officina '. Il documento quindi citato negli Ada SS.
fu dovuto redigere, sorprendendo la buona fede di coloro, che desi
deravano reliquie di martiri. E a rendere la cosa anche più manifesta
basterà il riflettere, che, appena dopo 18 anni da codesta invenzione,
che si sarebbe fatta dei corpi dei SS. Ciro e Giovanni nella cata
comba di S. Sebastiano, quando cioè la notizia ne era ancora freschis
sima in Roma, i canonici di S. M. in via Lata intrapresero, nel 1608,
gli scavi nella chiesa di S. Passera sulla via Portuense, per ritrovare
appunto i medesimi corpi! Come è ciò possibile? Ma c'è di più.
Le venerande reliquie di questi due martiri insigni sarebbero state
donate a D. Porzia Cigala, duchessa de Cardinale e principessa di
Satriano, dal Card. Sforza ; perchè li facesse avere al P. Antonio Ci
gala, fratello della duchessa, il quale poi li donò alla chiesa del Gesù
di Napoli (p. 167-169). Ora il Card. Francesco Sforza fu titolare
appunto della diaconia di S. Maria in via Lata per ben 29 anni,
cioè dal 1588 al 1617. Come mai avrebbe egli donata alla duchessa
Cigala quei corpi, che sapea ricercati diligentemente dai canonici del
suo titolo, di cui fu munifico patrono?
1 Vedi Grossi Gondi F., Il monastero eli S. Sebastiano in Catacumbas
in « Civiltà Cattolica », a. 1919, voi. 3, p. 145.

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308 NOTE E DISCUSSIONI

E la difficoltà torna la medesima, anche s


parte il documento del 1590, sopra citato, e
i predetti corpi andassero a Napoli dalla chi
scheria, per intromissione del Card. Francesc
che il Cardinale non avea nessuna giurisdizi
deste reliquie le avrebbe avute, poniamo pu
di S. Angelo in Pescheria o prima degli scav
nici del suo titolo di S. Maria in via Lata, in
prima, come mai avrebbe egli permesso a qu
le ricerche delle spoglie dei SS. Ciro e Giova
sapeva di averli egli donati alla Cigala ? Se d
concesso a questa signora tali reliquie, per l
spese sostenute dai canonici per rinvenirle ?
tuto qualificarle per le reliquie di detti Santi
la controversia fra i due Capitoli, chi di lor
Ma, contro l'ipotesi ultima, che cioè sareb
da S. Angelo in Pescheria a Napoli i predett
cumento, riferito dall'autore (p. 169) e da m
si dice che le reliquie dei martiri recate a Na
cimiteriis (sic). Ora, se nel sec. IX, si potevan
sione intendere le basiliche di Roma, ciò non
documento del sec. XVII. Perchè mai il Card. Sforza non avrebbe in
vece indicata alla duchessa Cigala la chiesa di S. Angelo in Pescheria,
come luogo, da cui avea tolto le reliquie dei SS. Ciro e Giovanni?
A porre il suggello alle cose dette viene per ultimo l'argomento,
tratto dalle notizie sicure, che per ventura ci sono rimaste intorno
al primo rinvenimento delle spoglie dei martiri predetti.
S. Cirillo d'Alessandria (f 444) nell'omelia, pubblicata dal Car
dinal Mai (P. G., 77, 1101), a proposito della traslazione, che egli
fece dei due martiri Ciro e Giovanni da Alessandria a Menouthi, dice
che gli avanzi di essi giacevano in un medesimo sepolcro sv évi tótcw,
e, poiché erano mescolati insieme, in modo da non poter capire chi
fosse l'uno e chi l'altro, li prese necessariamente insieme, li portò e
depose nella chiesa degli Evangelisti : £~sì Ss àSiaxprrx yjv zòc >sitj/ava,
où yàp yjv Sisyvwapisva oacpw; zi; piv oóto;, ti; Ss èxsìvo;, àvayxa£{o;
àtzcpÓTspx ffo'X'XaßovTs; u.sTyyayoo.sv xai Ts0si'xau.sv sv r?j tmv Eòayys
"AizzS'yj sxxXyiffta... zrl.
Al contrario, i corpi dei due martiri predetti sono stati portati
a Napoli, divisi l'uno dall'altro, come apparisce dal documento sopra

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NOTE E DISCUSSIONI 309

citato 1 ; e furono collocati, in due separate cu


armadi. E l'unica ragione per riunirli insieme
non è stata altra che l'indicazione del 31 genn
di amendue. Ora noi, per le cose dette precedent
valore si possa dare a tale data, seritta accan
ed ingenuo autore delle due liste. Ogni argom
per poter concedere un qualsiasi grado di pr
ficazione. Cosi s'intenderà quanto prudenteme
dei Riti, ad una domanda, fatta nel 1871 dal
il Card. Riario Sforza, di aggiungere, nelle l
turno dell'ufficio dei detti martiri, per la s
che il corpo di S. Ciro riposava nella chiesa d
spose negativamente ; perchè « Sua Santità i
deva prendere la responsabilità di dirimere un
permettere che nella VI lezione dell'ufficio s
poli è il corpo di S. Ciro ». Cosi M.r Bartolini, po
in una lettera al Card. Riario Sforza citata da
(cfr. p. 319). Dal 1870 non è intervenuto nes
vore della questione, anzi i documenti, messi
l'autore, la risolvono in senso del tutto contrario
recentissima del corpo di S. Giovanni Edessen
ben altro processo ecclesiastico, alla maniera
molto, per i corpi dei SS. Vittore e Satiro a M
serena luce della verità.

Felice Grossi-Gondi 8. I.

1 P. 305, nota 2.
! Grossi Gondi S. I., Principi e Problemi di critica agiografica, Roma, 1919,
p. 191.

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