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Author(s): Ana Isabel Jimnez San Cristbal Reviewed work(s): Source: Zeitschrift fr Papyrologie und Epigraphik, Bd. 161 (2007), pp. 105-114 Published by: Dr. Rudolf Habelt GmbH, Bonn (Germany) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20191291 . Accessed: 26/11/2012 06:06
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105
Un
iniziato
sotto
un t?mulo
archeologici
a Cuma?*
ed epigrafici
Nel
nel Fondo Corr?ale di Cuma lo scavo di una d?lie grandi e rare tombe a concluso cassa o a capanna che sono state oggetto Si tratta di un'ampia d'indagine archeologica.1 c'erano quattro rettangolare formata da lastroni di tufo e coperta con lastre simili e inclinate. AU'interno a coltello.2 Il carattere monumentale nicchie di lastre di tufo disposte d?lia costruzione, che ricorda schiena ad una classe sociale appartenessero quello d?lie tombe etrusche, permette di supporre che i committenti se il sepolcro ? stato datato a partir? dal VI sec?lo a.C, il corredo funerario trovato di alto livello. Anche al suo interno ? del IV o III sec. a.C; una tale constatazione permette di ipotizzare che la tomba sia stata riutilizzata Sulla o dai Sanniti faccia o dai Romani.
la p?rete settentrio levigata d?lie due lastre che formavano tomba, un po' al di sopra del l?culo che si trova su questo lato, era stata incisa una iscrizione di una sola linea lunga 1,572 m. Le lettere, eleganti nella loro forma arcaica, lunghe in media 7 centi erano dipinte in rosso; tuttavia, gi? al momento metri e profonde 4 millimetri, d?lia scoperta restavano tracce d?lia colorazione. L'iscrizione deve essere datata sicuramente all'ultimo solo pochissime quarto nale d?lia del VI l'inumazione nostra se sappiamo che durante la sfortunatamente cremazione, quanto un iscrizione ad tipo specifico di sepoltura.4 sec. a.C.3 Anche il VI ed il V sec. a.C. a Cuma non resta?o tracce che possano tanto si praticava aiutarci a riferire la
interna e sostanzialmente
euboico
in dialetto
possiamo
trascri
La
in modo vn? ? testimoniata sporadico nel dialetto i?nico d?lia Magna Grecia.7 A livello sem?ntico, l'uso d?lia preposizione tm? invece di ?v si spiega con come qualcosa che ricopre i resti funerari e non come qualcosa che li il fatto che la tomba ? concepita i La del presenza segno per la iota muta ? presente nelle abitudini epigrafiche contenga. dell'epoca.8 Nella in genere, bara;9 in epigraf?a, invece, pu? denominare il luogo lingua comune K?ivr] significa, a ciascun cadavere in un ipogeo o tomba comune.10 Tenendo conto di questo significato si
h\)7T\) T8l K?,?V8l TOW81 ?,8VO? hVKX)6 soluzione di -o finale in -u nella preposizione
assegnato
*
11 presente ? stato redatto grazie en articolo al progetto di ricerca: HUM 2006-09403/FILO. y escatologia Cosmogon?a Vorremmo las religiones del Mediterr?neo oriental: il Prof. Alberto Bernab? procesos. semejanzas, diferencias, ringraziare e il Prof. Ennio il testo e supportato le nostre argomentazioni, Sanzi per la revisione italiana e della forma per av?re discusso di quanto al confronto scientifico andavamo elaborando. per la constante disponibilit? Sogliano ulteriori tombe 2 sopra. 3 Jeffery 1 Per Gabrici 1884, 352-356. a tetto o a schiena ign?rate tipica 1913, dagli 570 studiosi e fig. 213 ci sono argomenti dagli che scavi lasciano clandestini. e la quarta posta di traverso al di propender? per l'esistenza di
perch?
"prof?nate" disposte
che prevede
tre nicchie
longitudinalmente
1961
(19902),
240,
n? 7 considera
gli anni
525-500
a.C.
come
data probabile,
1989,17
n? 11.
4 Cf. Gabrici 1913,574. 5 Sogliano 1884,353; Buck 1955, n? 11;Landi 1979,228 n? 11.
" Dubois 1995, n? 18 raccoglie 1924,33; 1884,353. 947 Dubois Per questo b, d; Dion. la bibliograf?a 1995, n? 39,41. si veda, e. g., Od. 4. 297; 4.403; 14.474. e le diverse edizioni precedenti. 7Cf.Bechtel 8 9 Sogliano
E. g. PL Lg. XII
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A. /. Jim?nez
San Crist?bal
al di sopra del l?culo settentrionale.11 sono addossati alle pareti.12 La i letti funerari (cio? le K?lvai) in menzione di una K?ivr| 'letto sepolcrale' anche un'iscrizione della vicina Napoli.13 compare TOYTEI ? stato interpretato come avverbio o un determinante Il tema pronominale dimostrativo.14 iscrizione toota {keoxiv corrisponda 'giace'.16 Il punto pi? discusso dell'iscrizione la parola Xevoq, per la quale sono state ?, senza dubbio, tre spiegazioni diverse. Cos?, alcuni studiosi l'hanno interpretato come 'sarc?fago', altri corne proposte un antroponimo e altri, meno numerosi, corne un riferimento a un membro d'un gruppo religioso coito pertinente rivedere le interpretazioni possibili e cercare di stabilire il il suo valore in altri documenti e del termine ?Tjvo? tenendo presente letterari ed epigrafici, significato e senza le abitudini funerarie 1'atmosfera di fin Cuma naturalmente, dimenticare, questo religiosa t?pica nella condizione d'iniziato. Sembra dal VI sec?lo a.C. 3. II significato In greco il senso abituale attivit? diverse. Nell'inno vacche ? quello di h)v?c, a Hermes omerico non sorprende in una colonia eubea.15 In genere viene accettato che il h?rcu finale
della
nostra
del vocabolo
?T|vo?
il valore di Febo Apollo.17 Tuttavia, zato per la spremitura dei grappoli d'uva, e, per estensione, il luogo in cui si realizza questa attivit?.18 come tra il di quelli che interpretano Xr\v?q fa leva sulla similitudine Infatti, la posizione 'sarc?fago' un usato il nella L'esistenza d'un ed contenitore rito vendemmia.19 sepolcro sarc?fago implicherebbe che si troverebbe in per il sarc?fago di tipo h\v?q, ipotizzabile le abitudini funerarie cumane dei secoli VI e V a.C. ricordate. Dal punto di vista archeo il fatto che il presunto sarc?fago posto nella KA,?vr| non sia stato trovato durante lo scavo regolare la stessa sarebbe essere legato al fatto che la tomba sia stata riutilizzata nei secoli successivi all'incisione del cosa
vasca o madia di contenitore, che pu? essere usata per i Xr|vo? son? gli abbeveratoi in cui possono dissetarsi le pi? fr?quente di ?,r|vo? ? quello di tino, il recipiente utiliz
come che non presenta altri problemi 'sarc?fago' a al fatto che l'uso del sarc?fago forma di strigilato
10 11
Dubois
n? 27.
Si veda
anche
IG XII 1887,
5. 593,6.
Cf.
Sogliano Guarducci
353-354;
Roberts le salme
di deporre
in un banchetto
ultraterreno".
1913,572-573. 1995, n? 27, 1884, si veda ca. 400 354 anche a.C. sarebbe 1887, n? anche una forma d?rica, l'uso del digrafo giacch? 4 4 n? TOYTEI 1898, interpreta n? 11. 1994,122; si veda anche ?vcoo)6a -oucorne ? an?malo il femminile nelle di
Sogliano
arcaiche; epigrafi cos? anche Collitz-Bechtel owo?; 15 Bechtel 1924,168; Lejeune Dubois 1995, n? 19.
in un'altra
epigrafe:
1898, 4 n? 4; Ribezzo
si trova anche
1920, 82 n? 8; Dubois
in tre iscrizioni
probabilmente
di Delos
secondo sec?lo a.C: ID 3 1412, fra 22; ID 1417, A col. I 147; ID 1423 B fra col. II4.
18 Theoc. l'uva". In molti 7. 25; papiri 79. 25. 28; Diod. Sic. 3. 63. 4 (si veda significa PRein tino: PTeb "dove Tcaxe?xai X 887 onov oxocipiAri infra p. 109); Hsch. IV 583 fr. 1.7, III 1, 814 I 3,41 10, 12, a.C); PRyl (ca. 239-227 (= PFlor. 227. 257 PLond. II n?. 401, 13 (116-111 id.fr. si pesta 2.
Xr\v6q
50, 54,73 (ca. 170 a.C.); SB XVI 13038. 3 (s. I a.C); PAberd 66. 4 (21 d.C); PSI 918.4 (38-39 d.C); POxy. 502.36-37
d.C); PMerton 17 (s. II d.C); Gignac n? 871; 54. 14-15 14-15, d.C); cf. Mayser 1934,87; 19 Kaibel 1890, quello di tino o pressa, 1981,39; Preisigke 1925-1931 1905, s.v. 493; s.v. Xnvo?. Dubois 1995, 51-52. Nel N. T. A,t|vo? ha il senso di sarc?fago
(164
a.C),
Collitz-Bechtel 19886
cf. Bauer-Aland
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vasca
? ben testimoniato nell'et? per la spremitura dell'uva imp?riale.20 La forma d?rica Xcxvo? con e e da Siracusa in epigrafi provenenti dalla Macedonia valore di sarc?fago compare specialmente e ellenistico, i termini databili nel medesimo storico21. Nel periodo greco classico invece, periodo son? e il sarc?fago pensa che il 0r|Kri, A,?pvoc?; soprattutto aop?c22. Dubois frequenti per nominare valore
si trovi documentato di A,r|v?c come 'sarc?fago' gi? nel V sec?lo a.C. in un passo di Ferecrate23, e che ritorni nel II s. d.C, il testo del in una spiegazione di Frinico l'atticista che sembra glossare In ogni caso, il passo di Ferecrate resulta essere una testimonianza c?mico.24 isolata, anche se la attestata ha segnalato ? ben dai Turcan di A,r|v?c come nozione 'sarc?fago' lessicografi posteriori.25 giustamente l'inizio del con forma di Xrjv?c ? documenta tra la fine del II sec. e che l'adozione del sarc?fago un ? stata motivata dal fatto che il ?,r|vo? era oramai diventato III s. d.C., e sicuramente come sepolcro con un particolare In Diodoro s?mbolo che pote va essere utilizzato significato religioso.26 e poi in Cornuto si trova l'eco di esegesi stoiche che mettono in relazione la leggenda di Dioniso Zagreo con le diverse fasi della vendemmia annuale: lo smembramento del dio figli della Terra come i Titani, pesta?o l'uva; le membra di Dioniso raccolte da Rea.27 Uno i contadini, del dio al momento smembrato il vino scolio ? paragonato i alia raccolta; sua crat?re la nel recupera int?grit? di Alessandria attesta
di Clemente
del III sec?lo per i fedeli del dio, almeno dall'inizio In ogni caso, Frinico prova che il simbolismo di rinascere. funerario della Xr|v?c non stesso luogo in cui ogni inumare nel nello studiosi Facendosi moderni.29 tino, degli il grappolo dalla d'uva (in greco, che ?oipix;30), i fedeli di Dioniso speravano di rinascere
di pestare i grappoli, stando nei tini intonavano un e questo prova che l'allegoria non era dai Titani, a sarc?fago si del tino in cui Dioniso smembrato
si voglia attribuire a queste interpretazioni allegoriche, o no da questa simbologia come sarc?fago, motivata rinvia ad un concreta, cumana. Inoltre, sembra difficile tardo e soprattutto molto posteriore all'iscrizione cr?dibilit? ?r|vo? abbia avuto il significato di sarc?fago gi? nel VI sec?lo a.C. e che un
Tuttavia, prima dell'occupazione tra il X^v?q tale ipotesi. Per la possibilit? di una lontana parentela come quelli da Milato, di vasca, cf. Perrot-Chipiez 1894,454.
21 InMacedonia: IG X 2. 1, 524, 525, 544, 557, 561, 562, 563, 565, 566, 573, 579, 583, 597, 598, 602, 608, 618, 894, 1000; cf. Robert 1974,235, n. 356; in Siracusa: IG XIV 150,5.
22 Si veda, ad esempio, Plu. Is. et Os. 362 C; Varr. ap. Aug. Civ. Dei. 18, 5; Pollux 10, 150 oopo? ? sin?nimo di ?nvo?, cf. Daremberg-Saglio 23 Pherecr. Fr. 1911,1072. 5.
Hsch. d.C,
Lo
stesso 1904,
valore n? 242,
si
legge
forse
su una 19122,
tabella n? 4,
di defixione 1992,
19; W?nsch
19; Gager
Tremel 2004, n? 61,19. troughs'); 26 Turcan 1966,62-65,532-534; 27 Diod. Sic. 3. 62. 6; Corn. ND
Pailler 30 (62,
1995,38-39. 10s Lang, 274 Ramelli), cf. Eisler 1925, 230-231; Jeanmaire 1951, 372, 377
378; Nilsson
1312-1315. (//. 6.135-137): 28 Schol. 11,64,7 29 30 Botrys
1916, 192-193;
In termini Heraclit. in Clem. Al. Alleg. Protr. canzone
1949, 224-225,
di vendemmia
1949, pigiata
Simon
1962,
1427.
Si veda
anche
AP
d'una
bacchica
funerario
ha suggerito Dioniso
interessanti in Nonn. D.
considerazioni 18.7,12,41.
a De Ruyt
1936,169.
? il nome
di Stafylo
che accompagna
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A. I. Jim?nez
San Crist?bal
come l'interpretazione 'sarc?fago' un testo c'? il che del "sotto l?culo" poco probabile questo potesse essere oggetto perch? tipo la possibilit? d'una iscrizione tombale;31 inoltre, egli considerava inverosimile che con ?T|vo? si volesse a un tino dionisiaco collocato nella nicchia sottostante al letto funerario e con funzione fare riferimento credeva di Xr)v?cov, un'iscrizione dubbio A cio? luogo in cui trova posto di tal carattere e di tali misure. di ?,r|vo? come lettura come la ?,r|vo?. Nemmeno in questo In vista di tutte queste difficolt? e conviene, che caso sarebbe stata posta in l?gico mettere le altre proposte.
del sia sparito durante parecchi secoli, ad eccezione romana. nell'et? riapparire imp?riale critico D'altra del sec?lo scorso Ribezzo parte, gi? all'inizio tal valore
controverso
passo
di Frinico,
per
sembra
tomba, l'interpretazione i casi, si riferirebbe al defunto il fatto che ?T|vo?, in entrambi sepolto in loco. Un tale uso mostra Cuma che locale di sarebbe conforme all'epigrafia epigr?fico esempi paralleli nei quali il nome in un'iscrizione del defunto appare iscritto sul letto funerario o klin?. Ad esempio, incisa sulla faccia in comune interna di alcuni blocchi sec?lo di tufo leggiamo simile molto a.C.32 Un'iscrizione nella vicina e in un'altra Ae|??%apic; Kpixo?oA,ec a quella cumana, sebbene posteriore entrambe (IV-III si datano sec. a.C), al VI ? stata
all'interno
pertanto, riconsiderare alluderebbe ad un presunto oggetto 'sarc?fago', deposto come antroponimo o come denominazione di un iniziato hanno 'sarc?fago'
rinvenuta
di Napoli:33
il latino Lenus.35 Invece in alia nostra epigrafe cumana) appare documentato posteriore femminile Ambracia, Afjvoc.36 Per superare questa 1'antroponimo gi? nel IV sec?lo a.C. ? attestato essere un errore invece di si che fosse all'inizio difficolt?, pens? Afjvo? A?voc,37 oppure che dovesse di Arivayopri?,38 inteso come ipocoristico congetture oggi ritenute non pi? valide. Pi? real?stica, invece, sembra nella mete Molpi, incisa che in alcune iscrizioni rinvenute di collegare Xryv?c con Ar|va?o?, un antroponimo la possibilit? in un'epigrafe Per esempio, della legato al culto dionisiaco.39 regione di Olbia appare intimamente dei il padre del presidente del collegio sacerdotale del V sec. a.C. con Arjvoc?o? si denomina E ancora pi? che porta un nome 'dionisiaco'.40 su uno specchio e datata intorno al 500 a.C.:41 interessante risulta un'altra iscrizione di Olbia
fig. 211
e 212
rispettivamente;
Dubois
1995,
n? 17a-b.
33 Dubois
KA-e?vTi K^auo?ou
1995, n? 27 (IG XIV n? 788; CIG n? 5835). Si veda anche nella zona di Licia CIG n? 4246, 4250 (f)] u?OT|
? Kai f) 8[e]?i? ?), 4264; cf. Hoffmann 1898,4 n? 4.
Sogliano 1884, 354-355; Roberts 1887, n? 177; Hoffmann 1898, 4 n? 4; Ruesch 1911; Gabrici 1913, 572ss., fig. 213; Landi 1979, n? 11;Arena 1989,17 n? 11. Schwyzer 1923, n? 791; Buck 1955, n? 11; Jeffery 1961 (19902),238,240,n?7; 35 CIL IV 9127.
36 Afjva 37 Sogliano 38 Hoffmann 39 Secondo Arjva?o? derivato SEG sarebbe 17 n? 304, n? 307 dai s. III a.C; Fraser-R?nne coloni con corinti scarsa 1957, 113-114 n? 2, n? 5. Secondo K?hler 1891, 150 l'antroponimo stato portato 1884,354-355 1898,4 Hoffmann da ra n? 4. 1907, Af|vaia e Afjva 1021, Afjvo? e collegato con il mese sarebbero di Anvaicov forme cf. Fick abbreviate 18942,299, del vecchio s.v. Af|vaio?; e fr?quente cf. anche nomine n. 51. atico dal Peloponneso.
34
accoglienza.
40 Dubois
41 Dubois
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teonimo appare legato al tino in forza di un'etimologia dai vincoli serrati che uniscono Dioniso col vino.49 Dioniso venne insegn? la coltivazione chiamato Leneo.50
delle del nome proprio Ariva?o? procede da ?rjvai, una denominazione 'baccanti', L'etimologia nome mese le feste Lenee di Dioniso,51 il del inven?ale dalla quale derivano anche Ar|vaia: Arjvauov: e sacro il al nel quale hanno luogo queste celebrazioni,52 dedicato dio.53 Tanto Arjvatov: promontorio come son? comune ati?state i bene I testi pi? nella fin derivati dall'et? antica. suoi Xfjva? lingua parole antichi, due frammenti di Eraclito, suggeriscono inoltre uno stretto l?game di vocaboli come ?fjvai o
42 Infatti si trattadel OF 564 nell'edizione dei frammenti orfici di Bernab? 2005. 43West 1983,156-157 (= 1993,167); Seaford 1987,77; Versnel 1990,140; Dubois 1996, n? 92, p. 143ss.; Dettori 1996,
301; Burkert 1998, 396-397; si veda anche Lada-Richards 1999, 34-36. Cf. altri esempi in connessione con l'orfismo:
PGurob 30 (OF 578); PSoc. Ital. 850 (OF 310); Clem. Al. Prot. 2. 17. 2. Per i vincoli di Dioniso
Rapsodie si veda cf. OF 309, anche Tortorelli Ghidini Zamora 358ss.; 1975, orfiche, con specchi, e una pisside una danza bacchica di avorio databile augustea rappresentano uno specchio Titano cf. Simon che offre a Bacco alia presenza dei Cureti, 1962, 1421ss.; 2000, 314-326. al V 1976, in torno Ker?nyi
e lo specchio nelle
Due sec. d.C. rilievi di et? un 66 B; esibisce fig.
265-266,
145
1996, 143ss.; Dettori 1996, 301; Burkert 1998, 396-397; Jim?nez San Crist?bal
ev?i o e??v son? s.v. ben euhan, documentad s.v. euhoe. in riferimento Per le fonti al culto orfiche di Dioniso, D. ad
varianti E. Bacch.
Aristoph.
Lys.
Th.
si veda:
18. 260
(OF 577 I);Harp. Lex. 117 Keaney (OF 577 X); Orph. H. 49. 1, 54. 5, 11. Cf. West
in un'iscrizione anche compare che 591) attesta l'esaltazione 280. 4" Dubois 1996,119 n? 70 cita ilMare anche Nero: esempi e.g. SEG 30, altri svincolati 883 da legami a.C); dionisiaci, IOSPEI2 33 di Perinto comporta (OF 661) indicazioni cf. Wankel rituali per onorare il grido. Sul grido, 1976,1142;
Henrichs
prospicente IV a.C). 47 Orph. H. 50 tit, 5; Orph. H. 52, 2, cf. Ricciardelli di Dioniso in ordine alfab?tico anche appare disposti 1302,13. 48 Frisk 19732, s.v. ?flvai; Chantraine 1968,
settentrionale
(ca. 400
dalle a.C);
cita CIRB
situate
nella
zona 16 (s.
1056,1,1.
2000, Leneo,
ad
loc.
cf. Apollod.
In un epigramma (AP 9, 524, 12) con parecchi epiteti n? 244, F 133; Suid. X 457; Zonar. FGrHist. p.
s.v. Xfjvai.
1999,11-43. 3. 63. 4; cf. Diod. Sic. 4. 5. 1. 5. Si veda anche St. Byz. p. 413,14 s.v. Ariva?o?* ?y v ?iovuaoi) ?v ?ypo??,
?nb xfj? ?tivo?; Suid. a 273 ? Aiovuao?. rcap? xo aeieaBai ?v x i Xr\v(oi. 51 E.g. Aristoph. Ach. 1154-1155; PL Prt. 321 ?; Plu. Fr. 71a, 71b Sandbach; Orph. H. 54. 9; Hsch. ? 1887; Suid. X 456.
In riferimento 52 Noto al certame in gi? testi o agone fin leneo si veda: Aristoph. Op. Dubois SIG3 504; Ach. si veda 1996, 1029 n? 99. (334/3-331/0 1953,37-39. a.C); Schol. in Aristoph. Ach. 202,204; Phot. s.v. 504; Apollod. anche Plu. Hist. Fr. lia. 17 Ariva?o?, Sandbach. cf. Dubois 1996,119. Anvecov ? letterari al 450 da Esiodo, in Olbia: D. Epigr?ficamente
documentato 53 E.g.
in torno
a.C. a.C);
Anva?ov;
21,10,7;
?fjvaiov.
Cf. Pickard-Cambridge
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A. I. Jim?nez
San Crist?bal
e lenai la troviamo anche nel titolo tra baccanti La stessa relazione Xr\v?x?,(u con i culti misterici.54 una e che potrebbe rubrica che risale alio stesso Teocrito, delYIdillio 26 di Teocrito: AHNAI H BAKXAI, e non con nel quale i fedeli erano chiamati culto di Dioniso in questo modo riferirsi ad un particolare nomi comuni.55 E in un frammento di Posidonio ? ancora sin?nimo Afjvai il paragone delle Afjvai con le baccanti e suggeriscono riflettono la relazione tra il verbo ?,r|va'i?co e lo smembramento di Dioniso, mito centrale della teogonia orfica.57 Due glosse di e lenai e dimostrano di Esichio la sfera sem?ntica baccanti pertanto che tale l?game non equiparano Strabone, il vocabolo di Alessandria venne meno si mette nel corso dei in relazione secoli.58 La voce Ar|vi? si traduce come baccante con A,r|vo?, 'tino', secondo quello che gi? nell'antichit?, leggiamo, e inoltre in per esempio, (II?I sec. a.C), un'eco d'iniziati dionisiaci.56 del quale si pu? ritrovare in Alcuni scoli a dei testi di
Clemente
che dei ?rjvai nome comune almeno di Diodoro col cio? Siculo. Senza tino, Arivaiov) Ar|vaia, gi? nell'opera ^rvvo?, di Ribezzo adesso riprendere l'antica interpretazione dimenticare tutti questi dati, possiamo che indico, cumana denomi la possibilit? che l'espressione sebbe ne senza troppo successo, ?r|vo? nell'iscrizione nasse un iniziato, un seguace di un culto bacchico.60 come equi Il nome ?T|vo? sarebbe stato utilizzato valente maschile tal valore in altri
il l?game antico della corroborano questi esempi tanto le nonch? conessioni del termine principale
famiglia
lessicale
singolare di baccanti, Xfjvai. Non ci sono esempi paralleli d'un maschile ?T|vo? con un essere ma attenuata tra aile difficolt? conessioni testi, questa grazie pu? frequenti e Arjva?o?, corne ricordato. Pertanto, quello che era in realt? un nome comune, h\v?q, Xr\v?q, afjvai una denominazione ha potuto essere considerato adatta a un fedele di alla dionisiaca, legato religiosit? Dioniso. a Cuma gi? alla fine del VI sec?lo di Ribezzo l'esistenza di culti misterici implicherebbe L'ipotesi una sua se una ha validit? si che un'altra iscrizione che funeraria datata poco a.C, pensa possibilit? zona: di la orfici nella 450 a.C), (ca. prova presenza tempo dopo
Fr.
(B 1995;
14 D.-K.;
587,
656
Fr.
50 Marcovich
Betegh anche Plu. Is. et Os. 362 (si veda e a riferimenti di parole celati, etimologici 2003. 105-111 ;Brisson testo 26, Fr. tit., cf. Gow 370, 36, ad loc. 10, 3,
problem?tica Casades?s 1997, 145-146; 2002, a quelli che si leggono nel PDerveni
l'identificazione
Forse (B 15 D.-K.). tra Ade e Dioniso 104. Eraclito XIII 4-10, fa ricorso
di nel a
cf. Bernab?
10. Per
altri esempi
in cui
lenai
designa
il corteo
dionisiaco
d?lie
baccanti
o d?lie
si veda AP Schol.
9, 248; Al.
in Clem. anche
Marcovich,
cf. Bernab?
2002b
con bibliograf?a.
Schol.
in Clem.
Al.
Protr.
199,
Si veda
Schol.
1920,
82 n? 8. Si veda
anche
Festugi?re
16 "sous
tombale,
initi? du dieu". 61 Dubois 1995,52 n? 19 (OF 652). Per l'interpretazione orfica, cf. Turcan 1986; Jim?nez San Crist?bal, in stampa.
62 Cos? nella laminetta di Hipponion OF 474 (ca. 400 a.C.) e in altre pi? brevi procedenti da Pella e Aigai (Acaia) OF
496 b-3, di et? ellenistica, cf. Pugliese Carratelli 1993,30-31,2001,65-66; Bernab?-Jim?nez, 2001,211-212.
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Un
iniziato
Ill
divinit?,
con la l'identificazione questa qualit? corne i di culti misterici si deduce da fondamentale per seguaci questi soteriologica in si il ha laminette di laminette orfiche. due Thurii saluta fedele che alcune espressioni d?lie Cos?, sua mentre nella lamina di Hipponion il vero privilegio dei la di alla condizione morte,64 raggiunto 9eo? con sono nominalmente la divinit? alla Dioniso ? di anche devoti: quale quello paragonarsi ?ocK%oi l'attesa Il fedele nel rituale di Bacco orfico Ad Inoltre, il dio, a sua volta, ? ?ocK%ioc, come il suo fedele. ? lo stesso ?ocKxoc, mentre ? fr?quente la caratterizzazione dei sacerdoti con qualificativi propri della il termine vvKxinoXoq, 'che vaga di notte, nottivago', che in Eraclito esempio, chiamati una denominazione caratteristica di Dioniso
la qualit?
richiesta
a uno
stato di beatitudine
Bacco.65
divinit?
principale.
designa gli officianti, designa Dioniso Zagreo in un frammento dei Cretesi di Euripide;66 gli officianti
orfici, in alcune occasioni, con le corna di toro.68 Tenendo vengono ?ouicoXoi,67
le ?rjvai della sfera bacchico-orfica col termine Xr|vo? e la presente i legami che uniscono cumana sec. a.C, non sembra attestata cultuale della del di orfici nell'atmosfera meta V presenza prima di ?,r|vo? abbia finito con lo scegliere un che il defunto per cui fu incisa l'iscrizione illogico congetturare la condizione in modo simboliche tale da rivendicare d'iniziato termine dalle profonde connotazioni giunto esperto a identificarsi scrivesse propio in maniera con Dioniso Leneo. Non credo necessario err?nea Afjvo? invece di Ar)va?o?. al dio nella tradizione pu? fornire pensare che un incisore poco L'alternanza degli epiteti Bock%o?69 e una valida
prova della flessibilit? e non che designa gli iniziati orfici.71 ?ocK%ioc quello ?ocK%oc femminile caratterizzare le l'esistenza Inoltre, ?ijvai per dell'aggettivo seguaci di Dioniso pu? av?re reso pi? facile la preferenza per un qualificativo maschile corne ?,r|vo? che esprimesse con una maggiore con Bacco. chiarezza a livello formale l'identificazione ? il termine D'altra
indistintamente
di questo iniziato ad una cerchia cultuale orfica simile a parte, la possibile appartenenza testimoniata dall'iscrizione del di ?poca leggermente quella posteriore, pu? anche ???a%%?D|jivoc, trovare una giustificazione nel fatto che la famiglia lessicale di ?fjvai risulta legata alia tradizione orfica in momenti diversi e in molti degli esempi che abbiamo analizzato; cos?, l'antroponimo Leneo in una
delle iscrizioni di Olbia del V sec?lo a.C e negli inni orfici databili probabilmente tra il II ed il III sec.
d.C72 E altrettanto dimensione che collega si pu? dire dei citati frammenti di Eraclito, tradizionalmente ricondotti ad una e ovviamente raccolta dallo scoliasta di Clemente di Alessandria orfica,73 deH'etimologia il verbo alio di smembramento mito centrale delle Dioniso, espressamente ?,r)va??co
quale si veda Pugliese Carratelli 1976,235-248 (= 1990,403-419); Jim?nez San Crist?bal 2005,100-117. 64 OF 4SI Ge?? ?y?voi) ?? avOpamou; OF 488 o??ie Kai uaKapiax?, 0eo? ?' eani ?vxi ?poxoio. 65 OF cf. 414, 16. Si vedano anche le lamine di Pelinna (OF 485-486) nelle quali Dioniso viene chiamato BOck%io?, Ricciardelli 1992,30; Pugliese Carratelli 1993,62-64,2001,114-120; Bernab?-Jim?nez 2001,100.
66 Heraclit. 67 PGurob 68 61-73; S. Fr. Fr. 25, 87 Marcovich; cf. Hordern Taie E. Ba. E. Cret. 2000,139. anche in un crat?re di Thurii, compare rappresentazione et Rom. Io. Plu. Aet. Grae. 299 B. 743; Lyr. 5; cf. Ker?nyi 1976, fig. 114; B?rard 1976, Fr. 472,11 Kannicht (OF 567).
63 Sul
si veda
(E. Ba. 623, 1020, Hipp. 560s, IT 164, IA 1061; S. OT 211) sia
(OF 485-486); S. Ant. 154; E. Ba. 67,195,225, 366, 528, 605,
632, 998, 1124, 1145, 1153, 1189, Cyc. 519, 521, Ion 716, 77 953; Antiph. 234 K.-A.; Ar. Ach. 263, Th. 988. Si vedano le varianti Bock^b?oc in S. OT 1105; Hdt 4. 79; e BocKxeuc in S. Ant. 1121. Per i dati epigrafici si veda la discusione su Dioniso
BaKxeu?, Bock%?io? Bock%io? e Boik%o? in Graf 1985,285-291 e il libro recente di Jaccottet 2003, con indici.
71 Heraclit. Fr. 87 Marcovich; E. Cret. Fr. 472, 15Kannicht; PL Phd. 69c (OF 576); laminetta di Hipponion OF 474,
15-16; PI. Phd. 69c.
72 Ricciardelli
73 Heraclit. Fr.
2000, XXXI.
87 Marcovich, cf. n. 54.
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112
A. I. Jim?nez
San Crist?bal
teogonie teogonica
orfiche. orfica
come ?rjvo?
non si de ve dimenticare che nella tradizione all'inizio, un valore simb?lico ne che permette di giustificare specifico che non solo indica parlante locale), ma rimanda anche alia
concludere defunto
d'un
sarc?fago. dicendo che ?T|vo? risulta una designazione in altri esempi dell'epigrafia (fatto abituale
d'iniziato,
in alcune
d'un culto orfico, probabilmente laminette orfiche, il defunto non scrive an?nimo f?sico ma che rinunzia come
di chi giace nella tomba del Fondo Corr?ale. il nome proprio perch? questo non ha nessuna al simbolo del vivere mondano dell'anima liberata.74 La e prende similitudine un di
indicazione
il fedele abbia voluto rivendicare anche ?T|vo? col teonimo Ar)va?o? induce a pensare che alla sua morte la propria identificazione col dio. II fatto che sia questa iscrizione sia l'epigrafe funeraria cumana evidenzino la n?cessita avvertita dal defunto iniziato di distinguersi dai non iniziati dopo la morte ? alia credenza che proprio la morte dovuto sicuramente significa per gli iniziati Yincipit della nuova e vera vita. Senza dubbio, un'altra analizzata. buona ragione che giustifica la monumentalit?, l'accuratezza e dell'iscrizione
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