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CENTRO STUDI SKALIA ASSOCIAZIONE CULTURALE

FESTA DELLA BEATA VERGINE DEL MONTE CARMELO


Un culto portato dai crociati a Scalea nel sec. XIII
festeggiamenti 15/16 luglio di ogni anno
Secondo tradizione, il culto della Vergine SS. del Monte Carmelo fu portato nel sec. XIII dai
crociati di Scalea, reduci dalle spedizioni degli Svevi di Federico II. Tale culto, crebbe nei
secoli che seguirono e, nel 1545, come si rileva da una lapide esistente nella sagrestia della
chiesa di S. Maria dEpiscopio, fu istituito un legato perpetuo per messe quotidiane. Ci fu
opera del Parroco Don Michele Giunti, il quale ricordato per la sua particolare devozione
alla Madonna e per la pratica delle virt evangeliche.
Il popolo
scaleoto
divenne
sempre
pi
devoto
alla
Beata
Vergine del Carmelo, tanto che il 30 settembre 1606 fu
data facolt di erigere la Confraternita dei Carmelitani.
Fr. Basilio Angussola, dottore in Sacra Teologia,
Procuratore ed umile Commissario Generale dellOrdine
dei Carmelitani, in virt da esso esercitato diede e concesse al Rev.do Tesoriere ossia
Rev.do Arciprete, la facolt di erigere la Confraternita dellOrdine della B. V. del Monte
Carmelo nella chiesa di Santa Maria dEpiscopio in Scalea, diocesi di Cassano, giusta la
norma indicata dai Sommi Pontefici. Fu altres concessa facolt di benedire lAbito del
medesimo Ordine e di imporlo a tutti i fedeli cristiani delluno e dellaltro sesso con tutte le
grazie, privilegi ed indulgenze concesse dai Sommi Pontefici alla sacra religione, fino ad
altra disposizione. Il documento istitutivo dellOrdine della Confraternita dei Carmelitani,
datato 30 settembre 1606 tuttora conservato nella Chiesa di Santa Maria dEpiscopio. Il
primo aprile dellanno seguente vi fu lindulgenza dal Pontefice Paolo V. Nella chiesa di S.
Maria dEpiscopio, sede della Confraternita, in quegli anni furono eseguiti importanti restauri
di decorazione barocca. Fu importata una pregevole statua da Napoli, che pi volte, per la

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sua bellezza stata chiesta dalla chiesa del Carmine di quella citt, ma il popolo di Scalea
ha sempre ricusato qualsiasi offerta in cambio della miracolosa immagine.
Anche la famiglia principesca degli Spinelli di Scalea, per attaccamento alla fede cristiana e
devota alla Vergine del Carmine, offr una grande tela alla chiesa di S. Nicola in Plateis, ove
fu installata al centro della parete, retrostante lAltare Maggiore. Nella vecchia tela
raffigurata la Vergine SS. del Carmine in mezzo a S. Nicola e S. Carlo Borromeo e ai suoi
piedi in ginocchio due giovanetti (i principi Spinelli) in abito principesco dellepoca. La tela,
verso gli anni 70, in cattive condizioni, stata tolta per essere restaurata e riposizionata. Al
posto della tela, dietro laltare, stata sistemata unimmagine raffigurante un Cristo.
Negli anni 1836 e 1837 accadde levento che segn lelezione della Vergine SS del Carmelo
a Patrona e Protettrice di Scalea. In tutto il Regno scoppi una terribile epidemia di colera
che fece moltissime vittime. Come risulta dai registri della chiesa S. Maria dEpiscopio,
morirono in un solo giorno quattordici persone. La media dei decessi per la durata del morbo
era di quattro morti al giorno. La popolazione di Scalea, vedendosi colpita cos duramente,
fece voto alla Madonna del Carmine: dopo lo scampato pericolo, i devoti, unitamente
allarciprete don Rodolfo Migliari con il Clero ed il Sindaco dott. Francesco Vigneri, si
recarono innanzi al notaio dr. Francesco Marsiglia il giorno del 7 marzo 1855, ed in presenza
dei dovuti testimoni, stabilirono di eleggere la Vergine SS. del Carmine, per grido e
consenso universale, Santissima Vergine Protettrice e Patrona principale della citt, in
segno di gratitudine per la grazia ricevuta, essendosi la stessa Vergine benignata a liberare
la cittadina dal ferocissimo morbo asiatico, che in quellepoca invase molti luoghi vicini.
Allatto dellelezione della Vergine SS del Carmelo quale Protettrice e Patrona di Scalea
seguirono degli obblighi sia da parte del Clero che dallente comunale. Il Clero assunse
lobbligo di celebrare in ogni mercoled dellalba una messa cantata in onore della sullodata
Vergine; Assunse altres lobbligo di celebrare una festivit alla Vergine medesima nel
giorno del 21 novembre di ogni anno, in gratitudine per aver nel 1852, ricevuto la grazia di
essere stati liberati da continue piogge che impedivano la semina.

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Il sindaco si obblig a corrispondere al Clero


la tenue elemosina di sei ducati, mentre alla
nostra epoca, verso gli anni 70 la somma fu
di 150.000. Attualmente la somma con la
quale il Comune patrocina la festa si aggira
attorno ad una decina di migliaia di euro;
ulteriore obbligo del Sindaco pro tempore e
di tutti quelli che sarebbero seguiti nei secoli,
fu quello di offrire in nome del popolo della Vergine SS. nel d del suo Patrocinio il 16 luglio
di ciascun anno, un Cero votivo ed un manipolo composto di spighe di grano, rami di ulivo
e teneri virgulti di viti, in riconoscenza, nonch in tributo e fedele sudditanza, come principale
Patrona e Protettrice della citt, onde benedire e rendere ubertosa la raccolta di queste
speciali derrate.
Con latto di elezione la chiesa della Vergine SS. ebbe un Procuratore ed infine si stabil di
fare ogni anno una sontuosa festa per il trionfo della Madonna, proporzionalmente alle
offerte ricevute, restando obbligo in ciascun anno di ritenere il quinto per un oggetto
necessario e di esclusiva appartenenza della Cappella del Carmine.
Da allora la statua della Madonna ritenuta miracolosa e
venerata solennemente. Il 26 dicembre del 1883 il
Procuratore Generale dellOrdine Carmelitano, Fr, Angelo
Savini riconferm il pio sodalizio Carmelitano di Scalea,
dando facolt al Rev. Sig. Sac. Arciprete [] ed ai suoi
successori di benedire il S. Abitino (scapolare) e di imporlo
ai fedeli con le connesse indulgenze, inoltre il 17 luglio 1885
Papa Leone XIII invi allArciprete Migliari il seguente
telegramma: Arciprete Migliari Scalea. Santo Padre di
tutto cuore impartisce benedizione apostolica al pio
sodalizio dei figli di Maria del Carmine. Il Cardinale Iacobini.
Nel 1887, in data 9 luglio, il Vescovo di Cassano Ionio Mons.
Antonio Pistocchi da Cerchiara Calabra, ammirato della edificante vita della venerabile
Confraternita, indirizz al Caro Arciprete Migliari il decreto di elevazione della Confraternita
al titolo di Arciconfraternita e, lo stesso Sommo Pontefice Leone XIII lanno dopo, il 10
luglio 1888 Ad Perpetuam Rei Memoriam rendeva privilegiato lAltare della Cappella
marmorea della celeste Protettrice e Patrona di Scalea.
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Nel primo centenario della proclamazione ufficiale di Maria SS. del Carmine Protettrice di
Scalea, furono organizzati grandi festeggiamenti e fu solennemente incoronata dal Capitolo
Vaticano il 16 luglio 1955.
Il popolo scaleoto commemor questo evento, donando alla Vergine una corona doro
tempestata di smeraldi ed altre pietre preziose. La corona fu ricavata con loro, offerto dalla
popolazione, che si fuse nella Piazza Maggiore De Palma alla presenza delle autorit civili
e religiose con una singolare e suggestiva cerimonia. Nei momenti pi difficili della vita, il
cittadino scaleoto che ha stretto al petto il miracoloso abitino, stato premiato dalla Celeste
Patrona, che con infinita piet ha eseguito la grazia richiesta, e non pochi sono stati quelli
che si sono rivolti a Lei, trovandosi in difficolt nelle trincee ed altrove durante gli ultimi
conflitti mondiali.
Oggi il culto si ripete secondo gli accordi
presi nel 1855, in seguito allelezione di
Santa Patrona e protettrice di Scalea. La
festa si tiene nei giorni 15 (vigilia) e 16 luglio
di ogni anno. La processione parte dalla
Chiesa di S. Maria dEpiscopio (chiesa
madre) e si snoda le vie principali del paese.
Nella processione uso di tanti devoti di
Scalea portare in testa i c.d. ex voto (o cinte), cio fasci di candele sistemate in un
castelletto o telaio ligneo di forma cubica, cilindrica o a barchetta, addobbata con nastri, fiori,
campanelli e palline. Altri seguono con cesti riempiti di basilico, segno di regalit,
coincidente

col

fatto

che

laccezione basilico deriva

dal

latino basilius che

significa regale. Si racconta anche che


questo uso sia nato per effetto del fatto che
in seguito ad un periodo di siccit il basilico
fu lunica pianta a resistere, facendo cos
pensare ad un miracolo della madonna.
Altra caratteristica il baldacchino di colore
bianco segno di religiosit, mentre fino a
qualche anno fa si usava farlo seguire da
uno stendardo, al quale i devoti appendevano dei soldi come offerta. Oggi vi anche luso
secondo il quale i devoti appendono oggetti in oro alle mani della madonna.

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La festa religiosa completata poi dalla festivit civile con una fiera, animazioni musicali
che si tengono in P.zza A. Moro e fuochi dartificio. Ogni 21 novembre poi i fedeli scaleoti
ripetono la festa con la processione della Vergine SS. in gratitudine per esser stati liberati
dalle piogge che impedivano la semina nei campi.

Fonti bibliografiche
- Opere, Carmine Manco, a cura di Alfonso Mirto, ed. Salviati, 2007;
- Scalea e il suo dialetto tra cultura e tradizioni, di Carmelina Stummo, ed. Salviati;

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