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Edward Kennedy Ellington nasce a Washington D.C. il 29 aprile del 1899, da Daisy
Nei suoi 75 anni di vita, di cui oltre 50 totalmente dedicati alla carriera musicale,
Ellington farà circa 20.000 concerti tra USA, Europa, Asia, Sud America e Africa.
Comporrà migliaia di brani, blues, suites, canzoni, concerti sinfonici e opere sacre,
pubblicando altrettanti dischi che venderanno decine di milioni di copie. Riceverà le più
alte onorificenze al mondo, tra cui la Medaglia Presidenziale della Libertà americana e
Il suo volto sarà impresso sui francobolli emessi da almeno quattro diversi stati sovrani.
Duke Ellington è senza alcun dubbio il più importante compositore americano del XX
secolo.
La famiglia Ellington appartiene alla piccola borghesia nera della capitale americana. La
madre Daisy, venerata da Duke, frequentò e completò gli studi fino alla high school: un
risultato straordinario per una donna afroamericana nata solo pochi anni dopo
1 Hasse, p. 15
l’abolizione della schiavitù. “Nessuno tranne mia sorella Ruth ha avuto una madre
Il padre J.E. fa il maggiordomo nella casa di un ricco medico e la famiglia gode di una
discreta agiatezza.
Ellington trascorre i suoi primi 24 anni a Washington. Inizia a studiare pianoforte con
una certa Sig.ra Clinkscales, ma in quegli anni sembra essere più interessato alle
Già a 15 anni inizia a frequentare i locali della città dove si esibiscono i musicisti
“Duke” (il Duca) per via della sua eleganza nel vestire e nel suonare il piano. Compone
il suo primo brano, “Soda Fountain Rag” e fonda le sue prime band. Nel 1918 sposa
Edna Thompson e un anno dopo nasce il loro primogenito Mercer. In quegli anni gli idoli
di Ellington sono James P. Johnson e Willie “The Lion” Smith, maestri e pionieri dello
Nel 1923 Duke Ellington arriva a New York come pianista nella band guidata dal
chitarrista Elmer Snowden. Quando Snowden lascia il gruppo, Ellington diventa il leader
di una nuova formazione che chiama “The Washingtonians” (con Bubber Miley alla
2 Ellington, p. 26
tromba) e inizia un ingaggio all’Hollywood Club (poi ribattezzato Kentucky Club) che
durerà fino al 1927. Nel 1926 Irving Mills diventa l’impresario della band che in
Con l’arrivo di “Tricky Sam” Nanton al trombone, Harry Carney al baritono, Wellman
Braud al contrabbasso e Johnny Hodges al sax contralto, quella che d’ora in poi sarà
nota come l’orchestra di Ellington acquisisce personalità e sonorità ben distinte rispetto
Grazie a Mills, Ellington ottiene un ingaggio al Cotton Club, il più prestigioso locale di
Harlem e culla del nuovo stile jungle. Quando non è impegnata a New York, l’orchestra
va in tour per gli Stati Uniti e nel 1932 Ellington e i suoi salpano per l’Inghilterra per
Duke sprofonda in una grave depressione. Superata la crisi, Ellington riprende la sua
attività a pieno regime, tra lunghi ingaggi in varie città degli USA, concerti alla
musical e film. Nel 1939 Ellington assume il compositore e arrangiatore Billy Strayhorn:
inizia una delle più solide e importanti collaborazioni nella storia del jazz. Tra le
innumerevoli composizioni di Strayhorn c’è anche “Take The ‘A’ Train” che diventerà la
concomitanza con la crisi generale delle big band. Il celebre concerto al Newport Jazz
Festival del 7 luglio 1957 riporta alla ribalta l’orchestra di Ellington che da quel momento
fino alla morte del suo leader vivrà un successo inarrestabile. Nel 1959 registra la
Gli anni ‘60 vedono la consacrazione di Ellington come icona mondiale della musica
riconoscenze. Il 16 settembre del 1965 il primo dei “Sacred Concert” viene eseguito
alla San Francisco’s Grace Cathedral. Tra il 1967 e il 1970 Ellington perde la moglie
Edna (con la quale era rimasto sposato per 52 anni nonostante si fossero separati già
nel 1928 dopo che Edna lo aveva ferito con un rasoio in una crisi di gelosia), il suo
braccio destro Billy Strayhorn e il suo solista per eccellenza, Johnny Hodges. Ma
Illinois University Center, Duke collassa. Il giorno dopo riprende il tour nel Midwest.
Alla fine di marzo viene ricoverato al Columbia-Presbyterian Hospital per un cancro allo
stadio terminale. Muore il 24 maggio 1974, un mese dopo aver compiuto 75 anni.
SWING LOW: I PIONIERI DEL BASSO
Nei primi anni del ‘900 erano numerosi i contrabbassisti attivi a New Orleans. Molti fra loro
musicale formale. I musicisti di New Orleans erano impiegati nelle numerose sale da ballo della
città, frequentate per lo più da bianchi, nelle quali si ballava “una fusione di danze inglesi, come
innestarono in modo potente le danze caraibiche, alcune delle quali erano a loro volta fusioni di
I neri di New Orleans in genere organizzavano le proprie feste in case private o in sale affittate
per l’occasione.
In entrambi i contesti venivano impiegate le cosiddette string bands, ovvero piccoli complessi
composti da chitarra, violino, contrabbasso e spesso uno o più strumenti a fiato, in genere
clarinetti, tromboni e cornette. Queste piccole orchestre, composte per lo più da musicisti
Accanto alle orchestrine da ballo vi era una ricchissima tradizione di marching bands e brass
bands che si è perpetuata fino ai giorni nostri e che è legata a un’altra tradizione di New
Orleans, quella della second line: le parate improvvisate in cui la marching band attraversava le
1 Zenni, 2012, p. 54
vie della città in occasione di matrimoni e funerali erano (e spesso sono tuttora) accompagnate
Il leggendario bassista Milt Hinton ricorda come, in queste bande di ottoni e percussioni, il ruolo
del basso fosse svolto essenzialmente dalla tuba o dai tromboni bassi.
Ma questa distinzione tra il contrabbasso come strumento “da sala da ballo” e la tuba come
strumento “da esterno” era probabilmente molto meno netta di quanto possa apparire. Lo
dimostra il fatto che molti bassisti di quell’epoca suonavano entrambi gli strumenti a seconda
delle necessità e continuarono a farlo fino alla fine degli anni ‘30.
La tradizione degli studi sulle origini del jazz ha spesso identificato come prima vera band di
jazz quella capitanata dal leggendario cornettista Buddy Bolden a New Orleans.
Non esistono registrazioni attribuibili a Bolden e abbiamo una sola fotografia che ritrae la sua
Non è possibile stabilire una data esatta per la nascita del jazz (tralasciando la discutibile teoria
che la fisserebbe alla prima incisione della Original Dixieland Jazz Band di Nick La Rocca e
Tony Sbarbaro nel 1917); allo stesso modo, non è possibile individuare il momento esatto in cui
A partire dagli anni ‘20, il contrabbasso cominciò a imporsi sempre più sulla tuba in
concomitanza con uno slittamento dello stile musicale verso una condotta più rilassata,
Il suonatore di tuba doveva avere una grande agilità tecnica e una grande resistenza per poter
sostenere la band e incalzare gli spettatori nelle interminabili serate danzanti. In quella fusione
tra musica da banda militare, danze francesi e caraibiche e ragtime, la tuba fungeva da motore
ritmico e armonico dell’orchestra. Il tubista suonava in genere la fondamentale e la quinta
dell’accordo sul primo e terzo movimento di ogni battuta e prendeva fiato sul due e sul quattro.
Il contrabbasso invece permetteva una maggiore agilità, ad esempio nei passaggi cromatici, e
non essendo legato ai cicli di respirazione poteva sostenere variazioni ritmiche più lunghe e
complesse.
I contrabbassisti di New Orleans svilupparono in quegli anni un intero arsenale di tecniche che
Il pizzicato è una tecnica da sempre presente nella letteratura classica per contrabbasso, ma la
tecnica utilizzata dai contrabbassisti di New Orleans è molto più vigorosa e percussiva e spesso
risulta difficile distinguerla dalla tecnica più squisitamente New Orleans dello slap.
La tecnica dello slap consiste nel sollevare la corda per poi farla schioccare sulla tastiera
Tale tecnica era già stata utilizzata in ambito classico da Niccolò Paganini e da Bartok nel suo
La tecnica utilizzata dai bassisti di New Orleans si differenzia dalla tecnica classica in quanto
aggiunge spesso un ulteriore effetto percussivo, ottenuto colpendo la tastiera con il palmo della
La complessità della tecnica e le sue numerose varianti possono creare delle ambiguità nella
2 Booker, p. 11
Schuller distingue tra quello che chiama pluck, ovvero la stessa tecnica utilizzata da Paganini e
Bartok, dallo slap vero e proprio che include anche la percussione della mano sulla tastiera,
Booker4 e Stokes5 utilizzano il termine snap pizzicato o “pizzicato alla Bartok” per indicare il
semplice schiocco della corda sulla tastiera e il termine slap per indicare le numerose variazioni
ritmiche ottenute dalla percussione sulla tastiera della mano destra o sinistra.
Per evitare di appesantire le trascrizioni, mi limiterò a indicare con la dicitura slap le parti in cui
questa tecnica viene utilizzata, marcando con una “x” le note percussive; mentre utilizzerò la
Non è chiaro quando e perché la tecnica dello slap sia diventata una firma dello stile di New
realizzarono questa transizione in modo soddisfacente. Se molti tubisti neri avevano ricevuto
una seppur minima infarinatura di tecnica e teoria musicale militando nelle fila delle bande
militari, quasi nessuno aveva una preparazione tecnica adeguata sul contrabbasso.
Sempre secondo Duvivier, i contrabbassisti neri iniziarono ad utilizzare delle tecniche non
convenzionali come appunto lo slap per sopperire con l’energia fisica alla scarsa confidenza
con lo strumento. Inoltre, per ottenere il volume richiesto per sostenere un’intera orchestra, i
3 Schuller, p. 345
4 Booker, p. 12
5 Stokes, 2012
contrabbassisti usavano corde di budello montate con un’action particolarmente alta che
Anche i bassisti più navigati erano spesso costretti a fasciare i polpastrelli della mano destra
con del nastro telato adesivo per resistere alle lunghissime serate di lavoro nelle ballroom.
Per far sì che lo slap della corda sulla tastiera fosse perfettamente a tempo era necessario
anticipare con precisione il beat: i bassisti che non avevano un pieno controllo della tecnica
tendevano ad anticipare troppo e di conseguenza a “tirare avanti” sul tempo, come si dice in
gergo.
I contrabbassisti creoli avevano in molti casi ricevuto un’educazione di tipo classico sullo
strumento e alcuni di loro, come Albert Glenny (1870-1958), disdegnavano la tecnica dello slap
utilizzata dai bassisti “neri” ma si convinsero ad apprenderla solo per poter continuare a
lavorare.
L’uso dello slap sparì quasi del tutto con l’avvento del be-bop, rimanendo associato ad uno stile
Tra i pionieri del contrabbasso di New Orleans ricordiamo Bill Johnson, Chester Zardis, Steve
Brown, John Lindsay, Joe Kinneman, Papa Joe Joseph, Al Morgan, August Lanoix.
6 http://www.artofslapbass.com/new-orleans-string-bass-pioneers/
Il fatto che la quasi totalità dei bassisti arrivasse da New Orleans, rafforza la teoria che indica la
Tra il 1910 e il 1920, oltre mezzo milione di afroamericani migrò verso le città del Nord in cerca
di lavoro. La meta principale per molti di loro era Chicago che in breve divenne la prima vera
“capitale nera” degli Stati Uniti. Al seguito delle decine di migliaia di afroamericani del Sud,
attratti dalle opportunità offerte dalla Windy City, migrarono anche moltissimi musicisti di New
Orleans. Proprio a Chicago, la nuova musica proveniente dal Sud subì un’evoluzione che la
portò ben presto a divenire un fenomeno nazionale e poi globale. Lo stesso termine jazz, o
meglio la sua variante arcaica jass, fu usata per la prima volta proprio a Chicago, mentre a New
Orleans veniva ancora usato il termine ragtime. I musicisti arrivati nella fredda metropoli del
Nord si stabilirono principalmente nel South Side e iniziarono a suonare nei numerosi locali e
speakeasy 8 della città. Coloro che a New Orleans suonavano ancora a livello amatoriale
dovettero conformarsi agli standard elevati e alla spietata concorrenza del music business
chicagoano. Ciò ebbe dei riflessi anche nell’evoluzione del ruolo del contrabbasso. Sempre
secondo Hinton, citato da Goldsby, fu a Chicago che la tuba cedette definitivamente il ruolo di
strumento primario della sezione ritmica al contrabbasso. La tuba era infatti troppo “rumorosa”,
specie per i club più piccoli dove spesso venivano assunti soltanto un pianista e un
contrabbassista per accompagnare solisti e cantanti. Anche per questo motivo lo stile slap
7 Shipton, p. 181
8 Locali clandestini, spesso gestiti dalla Mafia in cui, durante il Proibizionismo, si poteva consumare alcool
di contrabbando e assistere a spettacoli musicali e di cabaret.
prese il sopravvento perché permetteva di creare un sostegno ritmico anche in assenza di una
batteria. E inoltre, come ricorda Hinton, il cimitero di Chicago era a più di 20 km dal centro della
Tra i contrabbassisti che nei primi anni ‘20 si trasferirono a Chicago c’era anche Bill Johnson il
quale fondò, insieme a King Oliver, la Creole Jazz Band nella quale suonava principalmente il
banjo per via delle limitazioni imposte dalle tecniche di registrazione in uso al tempo.
In sostanza, il processo era simile a quello che permetteva la riproduzione dei dischi sul
vibrazioni a un ago di acciaio che le incideva direttamente su un disco di cera dal quale si
sarebbe ricavata la matrice metallica per stampare i dischi a 78 giri.9 Strumenti come il
escluso dalle registrazioni in studio, mentre il batterista doveva limitarsi a suonare degli “effetti”
rumoristici usando i piatti e i woodblocks. Ci furono dei grossi problemi anche per registrare le
performance di Jelly Roll Morton in piano solo, perché il gran maestro della musica di New
Orleans aveva l’abitudine di battere il tempo con i piedi in maniera piuttosto energica. Inoltre, lo
studio di registrazione doveva essere mantenuto alla giusta temperatura affinché la cera della
matrice fosse abbastanza morbida da essere incisa senza però sciogliersi. Tutte queste
limitazioni hanno sicuramente influito, insieme alla scarsa familiarità dei musicisti dell’epoca con
9 Shipton, 402
10 Zenni, 99
la pratica del lavoro in studio, sulla qualità delle registrazioni e sulla diffusione della nuova
musica fuori dai confini degli Stati Uniti. Del resto, una ripresa fedele degli strumenti bassi era
l’ultima delle preoccupazioni per i fonici e i discografici dell’epoca. I grammofoni su cui venivano
suonati quei 78 giri non erano in grado di riprodurre i registri più gravi. I musicisti europei che
erano rimasti affascinati dalle primissime registrazioni di jazz cercarono di emulare quel feeling
così innovativo e contemporaneo riproducendo quello che ascoltavano sui dischi. Possiamo
solo immaginare la sorpresa dei musicisti americani che per primi viaggiarono nel Vecchio
Continente quando scoprirono che i loro emuli europei cercavano di riprodurre una condotta
musicale che poco aveva a che fare con la realtà della musica dal vivo. Il suono avvolgente del
contrabbasso e la ricchezza degli accenti ritmici disegnati dal set completo della batteria si
Nel 1925, Victor e Columbia furono le prime compagnie discografiche ad utilizzare il nuovo
limitazioni tecniche dell’epoca, registrare una musica che fosse più fedele al modo in cui veniva
suonata dal vivo. E soprattutto, la musica su disco si arricchì del vitale contributo ritmico e
Nel febbraio del 1927, l’orchestra di Jean Goldkette registra per la Victor “My Pretty Girl”, un
pezzo che ebbe un notevole successo in quegli anni. Al contrabbasso c’è uno dei pionieri del
Nella parte centrale del tema, Brown suona con lo slap un pattern a metà strada tra una rhumba
e una habanera. Un’ulteriore conferma di quelle influenze latine e caraibiche nella musica di
Sull’ultimo chorus del brano, Brown si ritaglia anche un piccolo spazio “solistico” mentre i fiati
In “My Pretty Girl” il basso è registrato sorprendentemente bene per gli standard dell’epoca e
l’impatto che la “hit” di Goldkette ebbe sul pubblico e sui musicisti diede il via a una sorta di
“rivoluzione del basso”. Steve Brown divenne un idolo per Wellman Braud, il quale non perdeva
un’occasione per andare ad ascoltare dal vivo il suo suono possente e il suo swing travolgente.
Lindsay, il cui stile vigoroso può essere ascoltato nelle registrazioni con la band di Jelly Roll
Meno di due anni dopo, il 7 luglio del 1928, Johnny Dodd e la sua Washboard Band registrano
“Bull Fiddle Blues” con Bill Johnson al contrabbasso. Johnson dichiarò in più di un’occasione di
aver “inventato” lo slap quando durante un tour ruppe il suo arco e che questa soluzione
d’emergenza finì per diventare il suo marchio di fabbrica ispirando molti altri contrabbassisti.
Sebbene sia difficile avvalorare storicamente questa affermazione, grazie a “Bull Fiddle Blues”
Johnson rimarrà negli annali del jazz per il primo vero “solo” esteso di contrabbasso. Nel corso
del brano, Johnson utilizza tutt’e tre le principali tecniche bassistiche di New Orleans:
accompagnamento all’arco, pizzicato e slap. Intorno a 1:57, Johnson suona un intero chorus
Il “solo” di Johnson consiste in un walking bass eseguito con lo slap con alcune minime
variazioni sincopate. Siamo ben lontani dai virtuosismi che Jimmy Blanton sfoggerà nelle
registrazioni dei primi anni ‘40 con Ellington. Tuttavia, “Bull Fiddle Blues”11 rimane una pietra
Se Chicago fu il posto in cui il jazz aveva assunto una sua identità adulta e indipendente, New
Tra i musicisti originari di New Orleans che si trasferirono a New York, troviamo Pops Foster e
Wellman Braud.
Come ricorda nelle sue memorie il chitarrista e banjoista Danny Barker, ancora “nel 1930, Pops
Foster e Wellman Braud erano gli unici due contrabbassisti a New York” 12.
Pops Foster (1892 -1969), considerato uno dei padri del contrabbasso jazz, arrivò a New York
nel febbraio 1929 (quasi tre anni dopo Braud) per suonare con la band del pianista panamense
11 Bull fiddle era uno dei soprannomi del contrabbasso nello slang di New Orleans.
12 Shipton, p. 182
Luis Russel. Foster fu colui che, più di altri, raccolse e sviluppò l’eredità di Steve Brown. Studiò
il violoncello da ragazzo (forse a questo è dovuta la sua intonazione superiore alla media dei
bassisti dell’epoca) e suonò anche la tuba con Dewey Jackson a St. Louis prima di trasferirsi a
New York. Suonò con tutti i più grandi jazzisti dell’epoca: King Oliver, Sidney Bechet, Louis
Braud prima e Foster poco dopo, furono i veri pionieri del contrabbasso nelle orchestre di New
York. Nel giro di pochi anni, tutti i bandleader della città si convinsero che la tuba era ormai uno
strumento del passato e che il futuro della musica da ballo era nelle mani dei contrabbassisti.
Non bisogna dimenticare che fino agli anni ‘40 il jazz è stato essenzialmente musica per
danza13.
Nei primi anni ‘20, a New York si suonava ancora in uno stile molto vicino al ragtime, ma ben
lontano dal modo in cui veniva suonato e danzato a New Orleans. L’andamento ritmico era
sostanzialmente “in due”, con la tuba che marcava gli accenti forti.
“Il jazz di New Orleans oscillava in equilibrio tra sensibilità in due e in quattro e la varietà di stili
Il legame tra jazz e danza non è mai a senso unico. “La scrittura e l’improvvisazione jazzistica
sono influenzate dalla danza: il fox-trot e il charleston, in cui i danzatori ballano separati figure
brevi, dai passi corti e frammentati, determina la ritmica frenetica degli arrangiamenti di Don
Redman per Henderson [...] veri sgambetti architettati per mandare a gambe all’aria tutte
13 Zenni, 2007
14 Zenni, 2012, p.159
insieme le migliaia di persone che affollavano il Roseland Ballroom di New York. Alla fine degli
anni ‘20 iniziò però ad affermarsi il lindy hop, danzato in coppia, con figure fluide e complesse,
perfino acrobatiche: ecco che allora le orchestre -complici i bassisti arrivati da New Orleans,
come John Lindsay, Wellman Braud e Pops Foster- si orientano verso una ritmica sciolta, in
contrabbasso nei pezzi swinganti in stile lindy hop come Washington Wobble o Jubilee Stomp.
A questa tendenza dovranno adattarsi anche altri bassisti, come John Kirby, che entrò
nell’orchestra di Fletcher Henderson come basso tuba ma poi prese lezioni di contrabbasso da
Braud e Foster per adattarsi al nuovo stile, diventando infine uno dei più influenti specialisti