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Canto 8

Ascesa al III Cielo di Venere. Gli spiriti amanti (1-30)


Dante spiega che il mondo pagano credeva che la dea Venere diffondesse dal terzo pianeta la
tendenza all'amore sensuale, per cui gli antichi adoravano questa divinit e anche Dione e Cupido,
madre e figlio della dea. Essi identificavano con Venere l'astro che in certi periodi dell'anno appare
prima del Sole, in altri dopo di esso. Dante non si accorge di ascendere al III Cielo, se non per il
fatto che la bellezza di Beatrice accresciuta: poi vede varie luci (gli spiriti amanti) ruotare in
cerchio pi o meno veloci, simili a faville che si distinguono nella fiamma o a una voce modulante
che si sente insieme a una voce ferma. Le luci si avvicinano a Dante e Beatrice rapidissime, pi
veloci di qualunque folgore si sia mai vista sulla Terra. Quelle pi vicine a Dante intonano il
canto Osanna, in modo tale che il poeta ha sempre avuto il desiderio di sentire ancora quella
melodia.

Incontro con Carlo Martello (31-48)


Una delle anime (Carlo Martello) si fa pi vicina a Dante e dichiara di essere pronta, come gli altri
beati, a soddisfare ogni richiesta del poeta. Spiega che essi ruotano insieme all'intelligenza angelica
dei Principati, cui Dante stesso si rivolse con la canzone Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete, e
sono talmente pieni di amore che pur di compiacerlo sono disposti a fermarsi un poco. Dante si
rivolge con uno sguardo a Beatrice, che risponde con un cenno di assenso, quindi torna a parlare
all'anima e le chiede di presentarsi. La luce che avvolge il beato si fa assai pi splendente, tale la
gioia che egli prova nel rispondere a Dante.
Carlo Martello si presenta (49-84)
Il beato spiega di essere vissuto poco tempo sulla Terra, mentre se fosse rimasto l pi a lungo si
sarebbero evitati molti mali ora presenti. La sua gioia lo avvolge completamente di luce, rendendolo
inconoscibile a Dante che in vita lo am molto e con ragione: se lui fosse vissuto pi a lungo,
avrebbe ricambiato il suo affetto in modo adeguato. Egli si presenta come il signore atteso nella
terra di Provenza, solcata dai fiumi Rodano e Sorga, e in Italia meridionale, dove sorgono le citt di
Bari, Gaeta e Catona e dove scorrono i fiumi Tronto e Verde. Era gi stato incoronato re d'Ungheria,
la terra attraversata dal Danubio, e avrebbe regnato anche sulla Sicilia, dove l'Etna erutta per un
fenomeno naturale e non per la presenza del gigante Tifeo, se il malgoverno degli Angioini non
avesse scatenato la rivoluzione del Vespro. E se il fratello di Carlo Martello, Roberto d'Angi,
ponesse mente a questo, eviterebbe l'avara povert dei Catalani per non subire danni: bisogna che
lui stesso o altri pongano rimedio, per evitare che il regno di Napoli non subisca pi gravi
conseguenze. Roberto, pur discendendo da antenati di indole liberale, ha un'indole gretta e
meschina, per cui avrebbe bisogno di truppe che non badassero unicamente a intascare i guadagni.

Spiegazione sulle diverse inclinazioni umane (85-135)

Dante manifesta la sua gioia nel parlare con Carlo Martello, osservando che il beato la pu leggere
nella mente di Dio, il che rende il poeta anche pi lieto. Ora Dante chiede allo spirito di chiarirgli
come sia possibile che da un padre liberale nasca un figlio avaro. Carlo risponde dicendosi pronto a
illuminare Dante con la verit e spiega che Dio, che fa ruotare i Cieli del Paradiso, fa che la sua
Provvidenza diventi virt operante negli astri. Dio determina non solo le nature umane per la loro
essenza, ma anche per il loro fine nel mondo, per cui ogni cosa stabilita dalla Provvidenza si avvera
in base a un determinato scopo. Se non fosse cos, le influenze celesti sarebbero rovinose per gli
uomini, il che non possibile dal momento che le intelligenze angeliche che muovono i Cieli non
sono manchevoli, come non lo Dio. Carlo chiede a Dante se su questo punto necessiti di
un'ulteriore spiegazione, ma il poeta si dichiara soddisfatto. Carlo prosegue spiegando che l'uomo
sulla Terra deve soprattutto essere cittadino, cosa che trova Dante d'accordo, e ci richiede che gli
uomini svolgano diverse funzioni e mestieri, come argomentato da Aristotele. Dunque inevitabile
che l'indole degli uomini sia volta a volta diversa, per cui uno nasce legislatore (Solone) e un altro
re (Serse), uno sacerdote (Melchisedech) e un altro ingegnere (Dedalo). La virt dei Cieli opera
queste distinzioni, ma non distingue tra le varie casate: perci accade che Esa sia del tutto diverso
dal fratello Giacobbe, mentre Romolo ha un padre talmente umile che si favoleggia essere nato
da Marte. Se la Provvidenza divina non operasse in tal modo, i figli seguirebbero sempre le orme
dei padri e ci non sarebbe utile alla societ.

Gli uomini devono assecondare le inclinazioni (136-148)


Ora, afferma Carlo, Dante ha compreso perfettamente, ma vuole aggiungere ancora un corollario
alla sua spiegazione. Se la disposizione naturale trova l'ambiente intorno a s discordante per via
della sorte, gli effetti sono sempre negativi; e se gli uomini badassero di pi alle inclinazioni
naturali di ciascuno, avrebbero persone pi rette e adatte alla loro funzione. Invece il mondo,
conclude Carlo, forza a diventare monaco chi sarebbe nato per diventare guerriero, e costringe a
diventare re chi sarebbe portato alla vita religiosa, per cui il cammino degli uomini fuori dalla
strada tracciata da Dio.

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