1. Il sacro costituisce il vertice. La gestione del sacro d vita a religioni profetiche e cosmiche.
Religioni cosmiche: vede nel cosmo il luogo della manifestazione del sacro. Il sacro regge il cosmo per terminare
con le forme dominanti del potere politico. Tipico delle religioni politeiste. Monarca.
Religioni profetiche: il principio dellordine non il cosmo ma dio. Tutto deve essere in armonia con lui. Tipico
delle religioni monoteiste. Il sacro coincide con la divinit.
Criterio dellelezione divina: nella sosta sul Sinai il Signore ha detto a Mos quali erano le norme per avere
un monarca corretto. C anche un criterio interno insito nel criterio dellelezione, perch bisogna scegliere un
monarca tra i fratelli, cio che apparterr al popolo eletto. Il re deve evitare donne, accumulo di cavalli e
ricchezze, come nelle monarchie vicino-orientali (arabe). Concezione giudaica dei rapporti profetici e sacerdotali
sintetizzati nellimmagine di Samuele e nel potere monarchico sintetizzato da Saul fondatore della monarchia e
Salomone immagine della decadenza monarchica.
Lunzione con lolio stabilisce la regalit del sovrano e che simboleggia, lo spirito del signore che viene
trasmesso al nuovo re.
Capitolo secondo
1. I vangeli sinottici stabiliscono la base della divisione tra potere spirituale e politico. Per comprendere il
punto di vista di Ges, necessario fare un ex cursus nella Giudea di quel periodo. Dopo il 6 secolo D.C.
la Palestina era diventata una provincia romana. Posta di fronte al problema del giudaismo ( religione
monoteistica) Roma aveva applicato il principio secondo il quale ogni nazione aveva il diritto di
osservare le leggi ancestrali che costituivano la base dei vari popoli entrati a far parte dellimpero. Ma
aveva riconosciuto la possibilit di seguire la loro religione mostrando tolleranza in cambio di una lealt
verso limpero. Questa posizione fu percepita con esiti opposti, portando a lottare contro limpero
romano. La costituzione dei 12 apostoli facendo ricorso alle 12 trib disraele ha in s un significato
politico e simbolico, pur non volendo. Il popolo doveva essere guidato da persone umili e non
appartenenti allaristocrazia.
3. Paolo:
Paolo un romano e fariseo, non a caso il suo pensiero dominato dalla legge. E quindi la sua posizione mostra
lealismo politico tipico del farisaismo. Egli per da una rappresentazione diversa del rapporto tra sacro e potere,
che ruota intorno alle comunit da lui fondate, dette infatti paoline. La sua fede in Cristo intrinsecamente
politica, perch si basa sulla fondazione di gruppi di seguaci legati dalla fede in Cristo. Un nuovo tipo didentit
affermata dal rito del battesimo. La novit sta nellideologia che fa lapostolo:
i seguaci di Cristo hanno il loro politeuma (lorganizzazione speciale data nelle grandi citt nuove agli stranieri
protetti, che avevano propri capi e assemblee e godevano di una certa autonomia religiosa e amministrativa) in
Cielo, quindi non si parla di uno stato terreno ma celeste.
Di fronte a questioni importanti i cristiani non devono lasciarsi giudicare dai pagani, perch costituiscono un
politeuma a s stante. Le comunit di Cristo vivono ne l mondo senza identificar visi con esso a differenza della
setta di Qumran, sono una forma di aggregazione non identificabile n con un luogo o un gruppo sociale
predeterminato.
Platonismo: idea dellanima straniera
Esodo israeliano: idea del popolo migrante
Questa concezione paolina trover forma in vari testi successivi. Ci che fonda il cristiano in qualit di politico
la sua appartenenza al politeuma, ogni autorit Proviene ed ordinata da Dio. In questordine sussistono tre
livelli:
Secondo Paolo bisogna obbedire allautorit, ma sempre e comunque a Dio. Egli riconosce lorigine divina del
potere politico.
4. La regalit di Cristo
Per mettere in luce la regalit di Cristo, la tesi sostenuta da Filoramo parte mettendo in luce lannuncio salvifico
di Ges. La nozione che Dio re e in quanto tale governa Israele centrale nelle scrittura ebraiche e si spiega con
gli adattamenti del concetto di regalit divina nelle vicine culture. Nei libri di Samuele si ritiene che la regalit
divina escluda la monarchia umana come forma di governo. In ogni caso necessaria lunzione per stabilire
monarchia davidica. Ne consegue che la casa davidica non soppianta il governo di Dio, secondo un modello
teocratico. Con i profeti emerge una concezione escatologica, si attende la fine dei tempi, attesa dal momento che
Dio vi eserciter il suo giudizio, soltanto allora regner la pace. Lannuncio gesuano trova espressione nelle
parabole dove viene presentato come una grandezza che ha gi iniziato ad essere ma deve ancora compiersi.
Questo annuncio concerne la sovranit di un Dio che giudica, ma perdona allo stesso tempo. Nel periodo
pasquale lannuncio gesuano fu interpretato in vari modi. Nei vangeli sinottici la predicazione di Ges ha
costituito un fattore significativo della tradizione, in autori come Paolo si tende a parlare di regno di Cristo.
Nella riflessione paolina il Cristo risorto, finch non abbia posto i nemici ai suoi piedi. il tema della regalit di
Cristo che pur avendo sconfitto Satana, gli ha lasciato potere dazione. Fino alla fine del mondo la vera signoria
quella di Cristo.
Apocalisse: il testo che pi degli altri esprime la concezione teocratica del regno di Dio, che si oppone, per
mezzo dellagnello, ai regni terrestri.
Erik Peterson ha reinterpretato la regalit di Cristo nel celebre Libro degli angeli. Il problema che P. affronta
come collegare la sovranit di Dio con la vita politica. Per P. questa dimensione teologico- politica rappresentata
dalla liturgia ( servizio imposto dalla legge ai cittadini pi ricchi per pagare opere pubbliche). La liturgia terrena
della comunit cristiana imita le liturgie della citt celeste come anticipazione della verit, che si manifester solo
alla fine dellumanit e di tutte le sue manifestazioni politiche. il luogo dove si decide il destino teologico
politico della comunit e il suo rapporto con lo stato e sfera politic.
5. La critica antimillenaristica1
Il messianismo con la sua variante millenarista si presenta sempre nella storia del cristianesimo, giocando sul tema
della parousia. Questa continuit si spiega per la capacit di questa teologia di racchiudere e realizzare un aspetto
importante ovvero lavvento sulla terra, che coincide con lo sconfiggimento del male.
Egesippo: attende un regno celeste e angelico. Il suo arrivo confermato dagli apostoli. Bene presto assume
caratteri paradisiaci, diventando un luogo extramondano di premio per i giusti, in altre parole il paradiso, dove
destinata ad ascendere lanima del fedele cristiano.
Origene: la dove Cristo regna sulle anime, si afferma la autobasileia2. In questo modo u concetto privato di ogni
realt spazio- temporale e ricondotto ad una realt atemporale e spirituale.
Eusebio: Da un punto di vista dogmatico, Eusebio assume pienamente la posizione di Origene. Come Origene
egli parte dall'idea fondamentale dell'assoluta sovranit (monarchia) di Dio. Lidea di Eusebio trova espressione
nella svolta costantiniana. La sovranit di Costantino, immagine terrestre della sovranit di Dio, ne realizza su
questa terra gli scopi salvifici. Di conseguenza lattesa millenaristica perde di senso, e trova nel regno terreno la
sua possibilit di realizzazione. Si tratta di una interpretazione che si ripresenter nella storia del cristianesimo.
1 Millenarismo: la convinzione che debba realizzarsi una "nuova" alleanza tra Dio e gli uomini, che si
concretizzerebbe in un reale rinnovamento di questo mondo.
2 Il potere sovrano.
Capitolo terzo
Messianismo ebraico: promuove la monarchia davidica . In quanto tale veicola come concezione del potere
lunzione , secondo lideologia diffusa in Oriente
Messianismo cristiano: la signoria di Cristo si compir solo con la parousia.
Dal punto di vista bibliografico e storico, lavori che si occupino del messianismo sono assenti. Una risposta
collegata alla natura del fenomeno: lattesa del ritorno del messia. L a possibilit che egli si presenti non pu
essere delegata a profeti o santi, chi si proclamato messia si presentato come un Cristo. Ma c anche il rischio
che la storia sia affollata da cristiani che si dicono messia, a tal punto da rendere difficile limpresa.
1. Messianismo
Il giudaismo dei tempi di Ges ha costituito era accomunato da una difficolt a riconoscere in un determinato
personaggio il messia, da questo punto di vista il movimento dei seguaci ebrei di Ges ha costituito una rottura
radicale nel momento in cui ha riconosciuto in un predicatore della Galilea il messia. Si potrebbe definire il
cristianesimo nascente come il primo impostante movimento messianico giudaico che sopravvive alla morte del
suo messia. Questa fede diventa lelemento decisivo di rottura che mette in moto il processo di costruzione di una
identit diversa. Il nuovo testamento traccia diverse concezioni della figura messianica nelle diverse correnti del
giudaismo.
Epoca maccabaica: rinascita di attese messianiche, caratterizzate da un messia escatologico. Una figura dotata
di caratteri sovrumani, come nel Libro di Daniele.
Settari di Qumran: elaborano una concezione di un duplice messia, regale e sacerdotale.
Libro di Enoc: la concezione del messia come figlio delluomo. Un personaggio celeste, creato prima degli
angeli, alla ricerca di una figura salvatrice in grado di affrontare il male radicato negli angeli.
Questa concezione messianica presente nel nuovo testamento, vuole il messia un discendente della casa di Davide.
Ges non si chiama mai direttamente figlio di David, anche perch D. lo definisce suo signore che siede alla
destra del padre.
Quanto a Paolo, egli si concentra sul valore salvifico della sua morte, introducendo un messianismo soteriologico
( idea di salvezza) .
Linflusso messianico prevalente quello legato allimmagine del figlio delluomo:
-
A questa concezione del messia come personaggio celeste la tradizione cristiana aggiunge due importanti novit:
-
In quanto figlio delluomo rimette i peccati. Egli una figura preesistente che si riveler alla fine dei
tempi.
La sua dimensione celeste fondata sulla figliolanza divina, quindi una creatura divina.
II : lattesa tipica del messianismo ebraico, ma con valenza diversa. L attesa restaurativa, in cui ci si aspetta che
restauri la gloria del passato e utopica, in cui il messia dovr inaugurare un ordine nuovo del mondo. Il
Cristianesimo ha fuso queste due tendenze.
Una caratteristica della fede cristiana la possibilit di unidentificazione con il Cristo come modello divino
che realizza nel contempo, attraverso lincarnazione, la passione, la morte e la resurrezione un percorso ideale
capace di divinizzarsi. Essere un alter christus stato il percorso che uomini hanno scelto per ottenere la
perfezione esemplata su quella di Cristo. Il messianismo cristiano risiede nella logica dellincarnazione, nella
possibilit di seguire un modello umano- divino di signoria. Una caratteristica importante la separazione tra
attesa ed evento. I tentativi di tradurre questattesa, chiesa cattolica ( utilizzo politico del tema della regalit) e
chiesa protestante ( identificazione tra regno e potere mondano) si sono rivelati disastrosi, perch non hanno
rispettato questa logica.
Periodi di effervescenza messianica:
-
Fasi di crisi:
Religioni :
XII secolo
Riforma Luterana
Espansione coloniale
Secolarizzazione del messianismo
La tradizione ortodosso- bizantina: assenza di figure messianiche, tranne per i bogomili, un caso dubbio poich
la fonte ereticale. Eutimio, monaco del monastero costanipolitano, scrive nel 1050 ai fedeli per metterli in
guardia da questi pseudo cristi. Anche se risulta dubbia, questa notizia ci ricorda la prima forma di auto
proclamazione messianica. I casi pi conosciuti sono quelli di Tanchelmo ed Eudo della stella.
Tanchelmo compare allinizio del XII secolo, il contesto in cui si trova quello della riforma di papa Gregorio
VII. La lotta contro gli abusi e la corruzione degli ecclesiastici promossa dal pontefice suscit rivolte e contribu a
diffondere un sentimento anticlericale. Tra i ceti che accolsero la riforma per affermare la propria posizione
sociale ed economica vi erano i mercanti in fase di ascesa commerciale. I mercanti avevano polemizzato contro la
riduzione di libert nelle attivit commerciali causate dal potere vescovile. Tanchelmo, notaio alla corte di Roberto
II e conte delle Fiandre nel 1110 cominci la sua predicazione, attaccando il clero e vestito da monaco inizi ad
attirare le folle. Egli convinse il popolo a non versare pi le decime alla chiesa poich finivano appunto in mani
indegne . tanchelmo guadagnava sostenitori e cominci a muoversi protetto da una guardia armata. Egli si
autoproclam messia e diede inizio ad un culto al cui centro vi era lui stesso, e ricevette ricchezze dai fedeli.
Tanchelmo era seguito da 12 uomini, come gli apostoli, e una donna che rappresentava la Vergine. Fond ad
Anversa un regno, ma fu ucciso da un prete nel 1115.
Eudo della stella: trentanni dopo in Bretagna, Eudo fond una sua chiesa. La novit consisteva nel fatto che ai
fedeli venivano attribuiti nomi nuovi. Eudo scelse per s figlio di Dio. Egli si spostava con i suoi seguaci
saccheggiando, uccidendo e rapinando. I seguaci costituivano una corte, vivevano nel lusso estremo. Nel 1148 fu
imprigionato nella cattedrale di Reims, per eresia.
Bockelson o Giovanni di Leida: periodo della Riforma, anabattismo Munsteriano. Bockelson approfitt della
morte di Jan Matthys per assumere il comando assoluto. Istitu un nuovo governo della citt, formato da 12
anziani e da se stesso. Venne promulgato un codice giuridico per cui ogni trasgressione veniva punita con la
morte. A forza di intimidazioni istitu la poligamia. B. fu proclamato profeta. Nonostante non tutti i cittadini
fossero convinti, diede fondo alle sue tattiche per dimostrare la sua eccezionalit, cercando di giustificare il lusso
in cui viveva. Il suo ruolo messianico si fondava su una teoria relativa alle tre epoche:
-
David Joris: convinto di vivere alla fine dei tempi non aveva inclinazioni per il millenarismo messianico, come i
precedenti messia, ed era convinto della validit delle esperienze spirituali di contro a molti anabattisti. Nel 1536
riceve una lettera da Anneke Jans che lo esortava a credere nella sua funzione messianica. A seguito di visioni egli
si convince di essere il messia e si proclama il terzo Davide che deve portare a compimento la missione del re
dIsraele e di Ges. Joris costituisce il modello di vita per i suoi seguaci. La sua missione diffondere lamore, la
sopportazione e lascolto.
In futuro grazie al potere della chiesa non ci furono pi se non di rado, rivendicazioni di auto proclamazione
messianica se non nel caso emblematico di Lazzaretti , importante per capirlo il suo testo del 1876, il libro dei
sette sigilli, che diviso in due parti:
-
la prima costituisce una lotta con Dio, per cui il L. riceve la rivelazione di essere il Cristo della parousia e
si rende conto di essere laspetto umano di Dio. Per svolgere il compito egli rinuncia ad un impero
terrwstre chiedendo al suo posto una santa milizia.
La seconda parte costituisce il suo sacrifico per salvare lumanit.
Capitolo quarto
1. Il contesto politico religioso
La natura politica delle pi antiche comunit cristiane poteva essere percepita come destabilizzante e pericolosa.
Per capirlo dobbiamo focalizzarci sui rapporti tra politica religione e sacro.
Per esempio il rapporto tra la religione pubblica (r.p.r.) dellimpero romano e i vari culti con cui in contatto. Nel
mondo romano la religione era pubblica in quanto apparteneva alle strutture istituzionali attraverso le quali la res
publica governava. Perci il governo romano si sentiva responsabile in campo religioso solo nei confronti del
cittadino romano. Ma questa religione non veniva imposta a nessuno. Coloro che non erano romani non dovevano
necessariamente adorare le divinit romane. Lindividuo non aveva una religione indipendente dalla comunit di
appartenenza e poich nella vita di un cittadino maschio si potevano dare pi ruoli sociali, la r.p.r. oltre a essere
comunitaria era anche intrinsecamente plurale, perch veniva praticata a tutti i livelli della societ. Questo
complesso sistema di religione politica era stato definito in funzione della sua theologia politica volta a svolgere
una funzione di solidariet sociale. Con lannessione delle province romane, aumentarono anche i culti. I romani
mostrarono tolleranza nellaccettazione di nuovi culti. Questo processo di integrazione fu favorito
dallinterpetatio romana (divinit assimilate a quelle romane anche se le somiglianze probabilmente erano molto
superficiali, questo in modo da facilitare la comprensione del lettore romano) fino a quando la crisi del III secolo
modific la costituzione della classe dirigente, che di contro alla centralit del potere dellimperatore sottrasse alle
strutture religiose la sua base finanziaria e sociale privandola di alimentare la macchina templare. Ci diede avvio
ad una religione pi autonoma, il cristianesimo.
Ma allora perch se Roma era tollerante, non toller la diffusione del Cristianesimo che si concluse con le
persecuzioni?
Ladesione ai singoli culti era guidata da criteri sociali e locali, per cui quando qualcuno entrava a far parte di una
qualunque associazione religiosa continuava a partecipare alla vita pubblica (feste, rituali..). ma da evitare erano le
pratiche come la magia o divinazione, perch ritenute destabilizzanti per il potere politico.
2. il contesto giuridico
Diritto romano
Ius (dir. Umano)
Ius publicum
Ius privatum
Se i cittadini si rifiutavano di rispettare i culti pubblici potevano essere costretti allobbedienza con misure
poliziesche. Ius publicum
Per quanto riguarda lo ius privatum, dal punto di vista giuridico cera il divieto di adunanze segrete e divieto di
pronunciare carmina . In ogni caso latteggiamento di Roma fino ad allora non fu persecutorio, dobbiamo
aspettare la met del III secolo, e cio una situazione di profonda crisi dellimpero, per vedere messa in atto, prima
con Decio e poi con Valeriano, la prima vera persecuzione contro i cristiani.
negare lesistenza dellimperatore, visto come un mancato lealismo politico, anche perch i cristiano rifiutano di
partecipare alla vita pubblica, creando problemi di coesione sociale. L A Diogneto , un testo che fa emergere
unimmagine di comunit religiosa, destinata a grande successo. Infatti la loro condotta di vita scaturisce dallidea
che il loro politeuma, celeste, quindi non essendo terrena come se non sinserissero nellordine politicoreligioso dellimpero romano. Questo testo respinge le accuse fatte da Celso.
Tertulliano L Apologetico difende i cristiani dalle accuse di Celso, dicendo che i cristiani pregano per la
salvezza dellimperatore, ci dimostra il loro lealismo politico, e la distinzione tra lunica fonte dautorit Dio e
lautorit terrena, limperatore. Inoltre i cristiani pregano per la pace dellimpero perch ne va anche della loro
pace.
Il problema che si pone ed in ci Tertulliano daccordo con Celso, che i cristiano vengono meno ai loro doveri
di cittadini e da qui cominciano le persecuzioni.
4. Origene
Quando Origene scrive a met del III secolo il Contro Celso, la situazione mutata e ormai esiste una chiesa
strutturata gerarchicamente, con a capo un vescovo e d il clero. Come giudicare il rifiuto dei cristiani di fare i
soldati? O. non legittima il fatto che i cristiani possano fare i soldati ma costruisce unalternativa. La chiesa pu
partecipare alla difesa dellimpero. I cristiani formano un esercito della devozione. Educando cristianamente i
cittadini essi rendono benefici e promettono la Gerusalemme celeste.
Capitolo quinto
Valutazione del modo in cui il rapporto tra sacro e potere si riconfigurato in ambito cristiano come effetto della
svolta costantiniana e del riconoscimento del Cristianesimo come religione. In particolare valuteremo la politica di
Eusebio il primo scrittore che abbia teorizzato i rapporti tra il nuovo sacro cristiano e la nuova forma di potere
incarnata nellimperatore cristiano.
Con Costantino limpero torna a essere governato da un unico imperatore. Costantino inaugura la separazione tra
Oriente e Occidente, Una differenza non solo linguistica, ma culturale e politica che culminer nella creazione
della Chiesa ortodossa e della Chiesa Cattolica Romana. Impero bizantino cio l' Oriente riuscir conservare una
sua unit fino al 1453 quando ci sar la presa di Costantinopoli da parte di Maometto, quanto all' impero romano
con le invasioni barbariche ci sar l'istituzione di nuovi Stati nazionali sorgono cos i regni romano barbarici in
Oriente il monoteismo diventa la concezione pi appropriata per un impero che aspira conservare l' unit mentre
in Europa avviene il contrario la religione cristiana prende il posto della religione politeista. In Oriente con il
Concilio di Nicea nel 325 Costantino riesce a subordinare il potere spirituale a quello temporale. Quindi il potere
spirituale viene desacralizzato. Questo peculiare rapporto tra due poteri fissato dal concetto di armonia tra potere
spirituale e potere temporale. Ma se la chiesa viene subordinata in che termini possiamo parlare di armonia o
sinfonia? Tornando al concetto della civitas peregrina Il corpo dei cristiani coincide con l' impero, quanto all'
imperatore diventa l'immagine del Cristo diventando il dio in terra, il capo legittimo di un corpo di cristiani
ormai identificato con impero. In questa prospettiva egli svolge le funzioni di sacerdote, cio di mediatore del
sacrificio per cui ne consegue la posizione subordinata della Chiesa.
L'operazione ideologica compiuta da Eusebio ormai dovrebbe esserci familiare e cio la necessit da parte del
sovrano di giustificare la sua essenza divina. Eusebio vede come inconciliabile il rapporto tra divino e umano
perch l'uomo anche se aspira all'assimilazione a Dio, lo pu fare solo entro i limiti creaturali. Questo comporta
una desacralizzazione dell imperatore. Il sacro se c' deve venire dall'alto e deve essere frutto di una
consacrazione. Dunque la funzione di Cristo diventa decisiva e l'imperatore diventa un alter Christus. La Fonte
del potere dell'imperatore non Dio, quanto il Logos, immagine che l'imperatore deve cercare di imitare. Infatti ne
La vita di Costantino, scritta da Eusebio, l'imperatore Costantino appare come un imitatore di.
Nel discorso per il trentennale Eusebio tende a sottolineare la differenza tra il grande re ovvero dio l'unico vero
detentore della sovranit e il figlio il Logos, ovvero limitazione di Dio. Poi c il padre che l'unico vero sovrano
da cui dipende tutta la creazione. Adesso per la concezione di Eusebio non in linea con il Concilio di Nicea,
infatti l'imperatore il garante della legge cosmica con la differenza che adesso la legge identificata nel Cristo.
L'imperatore deve farsi carico della salvezza dei suoi sudditi. La fonte del potere dell'imperatore e l'elezione. Il
Logos svolge la funzione di collante della realt cosmica, questo collante si carica di valenza politica poich
prevede:
- esistenza dell unico Dio e del suo logos
- l'esistenza dell'unico imperatore cristiano
Secondo la concezione di Eusebio il regno del Padre governato dal Logos, che crea l'impero terreno e
l'imperatore a immagine di quello paterno. L'imperatore il delegato del regno del Padre in terra. In quanto
immagine di Dio, ha il compito di liberare l'umanit dai demoni, conducendoli alla via del culto.
Capitolo sesto
1.Ambrogio
In Occidente a partire dal decreto di Tessalonica del 380 si opera la svolta decisiva che porta la religione cattolica
ortodossa a diventare religione di stato. In Occidente a partire dal decreto di Tessalonica del 380 si opera la svolta
decisiva che porta la religione cattolica ortodossa a diventare religione di stato. Ambrogio tende a vedere
nell'imperatore cristiano il braccio secolare al servizio dei fini superiori della Chiesa. Egli a Milano nel 385-86
rifiuta l'ordine imperiale di restituire delle chiese a vescovi ariani. Per questo motivo invia una lettera a Teodosio
in cui lo minaccia di scomunica e introduce in questo modo un simbolo della supremazia del potere ecclesiastico.
La Chiesa deve imporre la sua supremazia soprattutto nei confronti della arianesimo. All'epoca in cui Ambrogio
a Milano esistono due chiese la Chiesa ortodossa e quella dei Vescovi filo ariani. Al potere vi era Valentiniano II.
La madre era favorevole al partito Ariano. Lo scontro si accende quando Valentiniano desidera che la Basilica
della porta posta presso le mura della citt sia lasciata come tempio per il culto Ariano. Dopo vari scontri con
Ambrogio, alla fine Valentiniano cede, ma la lotta si riaccende nel 385 perch questa volta si pretende che la
nuova Basilicata venga posta all'interno della citt ma viene confiscata nella Domenica delle Palme.
Il 23 gennaio del 386 l'imperatore accorda a tutti gli ariani l'uguaglianza con i cattolici e ordina che le chiese
dell'impero vengano messe a disposizione. Ci porta Ambrogio ad una dura reazione e scrive una lettera
all'imperatore, rivendicando l'autonomia delle cose ecclesiastiche. Per supportare il suo ragionamento fa
riferimento a un esegesi di Matteo, dicendo che ala Chiesa competono le cose di Dio, mentre all'imperatore la
riscossione del tributo.
L' ara della Vittoria era l'altare nel quale senatori giuravano fedelt agli di. Di conseguenza la salvezza dello
Stato dipendeva dal culto a queste divinit l'altare era stato collocato d'Augusto nel 29 avanti Cristo, Costanzo II
nel 357 lo aveva rimosso, fu ricollocato nella sede originaria da Giuliano l'Apostata e nuovamente rimosso da
Graziano,il figlio di Valentiniano I in ci suggestionato D'Ambrogio, all'interno di una serie di provvedimenti
miranti l'eliminazione dei culti pagani. Simmaco aveva compiuto il tentativo di far ripristinare l'altare della
vittoria ma con scarsi risultati perch Ambrogio lo diffida dal ripristinare culti pagani incompatibili con la fede
cristiana. L'invito di A. che il cristianesimo prende il posto di quella religione politica che stata la religione
dell'Impero Romano e quindi si apre il concetto della nuova teologia politica.
3. Antigiudaismo di Ambrogio: Nel 388 a Callinico per istigazione del vescovo era stata incendiata la sinagoga e
di tutti gli edifici valentiniani. l'imperatore Teodosio aveva ordinato al vescovo di ricostruire il tutto ma Ambrogio
riesce a ritirare l'ordine e concedere l'impunit totale al vescovo e alla comunit cristiana. Anche in questo caso
Ambrogio introduce il tema della scomunica che utilizzer se l'imperatore non seguir il suo consiglio. Ambrogio
definisce la dimensione politica e religiosa, e l'azione dei monaci rientra nella sfera religiosa ed di competenza
del vescovo.
4. Agostino di Ippona
Agostino di Ippona seguendo la scia di Ambrogio si pone in contrasto con Marco Terenzio Varrone che aveva
sostenuto l'ideologia della teologia tripartita:
- mitica
- filosofica
- politica
con cui gli antichi avevano cercato di sistematizzare il loro approccio agli dei. si trattava di una forma filosofica
di riflessione sulla complessa natura del divino. Ma all'epoca di Agostino si era impiantata una vera e propria
teologia cristiana. Al cuore della polemica con Varrone c' un problema di fondo, c' il controllo e la
ricollocazione del potere del sacro e dei processi di sacralizzazione. Posto che i confini tra sacro e profano
cambiano. In la citt di Dio, Agostino parla della secolarizzazione della religione romana secolarizzando le
valenze mitiche, rituali e politiche da una parte e dall'altra tenta di assegnare le antiche funzioni sacrali a una
chiesa che stava diventando una chiesa di Stato. Per fare ci Agostino elabora la famosa concezione delle due
civitates due cose pubbliche legate da amor sui (coloro che vivono secondo luomo) e amor dei (coloro che
vivono secondo Dio). I primi sono destinati alla perdizione, i secondi al premio eterno. La citt degli uomini
terrena quella di Dio celesta. La civitas peregrina sono i credenti in cammino verso la citt di Dio.
La chiesa una comunit che abbraccia anche i peccatori. Ma non intesa da Agostino in termini di gerarchia, n
ruota intono al vescovo di Roma. La chiesa la comunit dei pur, solo in essa possibile essere salvati.
Questi testi inaugurano linizio della monarchia pontificia. Il contesto non pi quello dellimpero romano in via
di cristianizzazione, ma quello dei regni romano barbarici.
Formula di Papa Gelasio: tra IV e V secolo, si prende atto dellavvenuta sacralizzazione del potere ecclesiastico,
mediatore necessario per la funzionalit dell potere politico.
Dictatus papae di Gregorio VII: la teorizzazione pi radicale del concetto gelasiano.
Il testo di Gelasio in netta contrapposizione con la concezione della chiesa doriente in cui il potere politico,
lunico vero potere sacro. Nella lettera che Gelasio scrive allimperatore Anastasio nel 494, egli fa presente che vi
sono due poteri: lautorit consacrata dai vescovi e il potere regale. Non si tratta di due poteri distinti dal momento
che i vescovi devono rendere conto di fronte a Dio anche per gli stessi re e devono farsi carico della salvezza della
loro anima. Lauctoritas secondo la concezione tradizionale romana, la fonte del potere, ed lunica forma
sacra, nel senso che discende da Dio; ma anche il potere del sovrano proviene da Dio, per privo di ogni aura
sacrale. Il papa ha come strumento la salvezza che lo rende superiore a qualsiasi altra autorit politica. In pi il
vescovo diventa il vicario di Cristo in terra al pari dellimperatore doriente.
Il Quarto trattato di Gelasio rafforza ancora di pi questa ideologia, anzi dice che soltanto il Cristo riunisce in s
Re e pontefice; ci conferma limportanza del papa di presiedere alle cose religiose, mentre il potere del sovrano
residuale e pu essere sottratto in qualsiasi momento, se necessario.
Capitolo settimo
Il potere ecclesiastico ha sempre cercato di dominare la sfera politica, ma in epoca moderna avviene un
cambiamento nel soggetto cristiano, una crisi. Il potere politico ottiene una progressiva autonomia, liberandosi
della legittimazione del potere ecclesiastico. In questo processo, Machiavelli, rovescia il punto di vista agostiniano
che aveva visto nel modello romano, un modello idolatrico e rivaluta la funzione pubblica e politica della
religione civica romana, che sar determinante in quanto giunger fino ai giorni nostri. Si fa strada il concetto di
assolutismo, come nel caso del Re Sole. La centralit e autonomia dello stato moderno hanno messo in ombra il
potere ecclesiastico.
J.J. Rosseau: indebolisce, come Hobbes e Spinoza il senso della dualit tra i poteri, dando potere al popolo pi che
al sovrano, attraverso il trasferimento di sacralit. In ogni caso, la rivoluzione francese decisiva nello stabilire i
rapporti tra sacro e politico. Il potere religioso viene privato di ogni capacit dinflusso sulla vita politica. Adesso
il nuovo profeta lo scrittore e la nuova religione il progresso, lumanit.
movimento politico perch si fonda sullautonomia dellindividuo, fa uso di forme pacifiche di propaganda e
coesiste con le varie religioni tradizionali e ideologie politiche. Di contro la religione politica, si distingue perch
sacralizza il movimento stesso, non accetta coesistenza con altri movimenti, usa la violenza come arma legittima
per affermare la propria fede e nega lautonomia dellindividuo a favore del primato della comunit sacra. Queste
ideologie sono molto vicine allattuale concetto di sacro. Parlando delle due religioni, dal confronto emerge che la
prima, siscrive attorno al concetto di individuo e alla sua libert e la seconda, la comunit politica e le sue
necessit.
Capitolo ottavo
1. Il ritorno della ierocrazia.
Il concilio Vaticano I stabilisce linfallibilit pontificia. Questo tipo di struttura, come unica depositaria del potere,
entra in collisione con tutte le forme di potere politiche, come dimostra la storia. Bisogner aspettare il Concilio
Vaticano II per assistere ad una svolta. La costituzione Gaudium et Spes , uno dei principali documenti del
Concilio Vaticano II e fu promulgata dal papa Paolo VI l'8 dicembre 1965, l'ultimo giorno del Concilio. Il nome
Gaudium et spes deriva dalle prime parole latine del testo, che significano: la gioia e la speranza. Nella Gaudium
et spes i padri conciliari posero l'attenzione della Chiesa sulla necessit di aprire un proficuo confronto con la
cultura e con il mondo. Di conseguenza si affronta anche il problema della comunit politica e dellattivit che la
deve caratterizzare, valutata sulla base di una visione improntata ala fatto che la crescita delluomo appartiene ad
un ordine diverso dallaccumulo delle ricchezze, ma derivi dal bene comune. Simpone un autorit politica che sia
capace di orientare verso il bene comune. La chiesa ha un importante funzione simbolica, ognuno deve poter agire
secondo la propria coscienza e mai contro di essa. A questo proposito, la chiesa strumentalizza la libert interiore,
ovvero la coscienza, del credente, rivendicando il proprio potere. In pratica, ritenendosi la chiesa unica depositaria
della Verit, lunica in grado di poter definire i confini sacri della vita, imponendosi come regola di condotta.
Cardinale Biffi: rilettura date a Cesare la frase vuole affermare che la sfera politica deve stare allinterno di
un quadro etico, ma non ha un potere assoluto, non onnipotente, e porta con se il limite intrinseco del peccato.
Giovanni Paolo II, nella dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae, ha fissato lasimmetria tra i due poteri, con
la frase date a Dio quel che di Dio. Per mantenere il proprio potere la chiesa , attraverso lobbedienza, ha dato
inizio a un grande atto di sottomissione. Il grado di obbligatoriet conosce vari livelli:
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La tradizione cristiana ha costruito il proprio codice dellobbedienza su modello gesuitico, disposto ad obbedire
alla volont del Padre e a rinunciare alla propria, fino alla morte. Giovanni Paolo II ha rafforzato questo concetto
attraverso il tribunale della coscienza. Ma cos la retta coscienza? E chi lo decide? Questo domanda implica
come risposta il discernimento degli spiriti, cio lesigenza dellindividualismo religioso, quindi libert di
religione e lesigenza dell obbligo che il singolo ha nei confronti di una verit che si pone come fondamento del
vincolo comunitario. La chiesa si oppone allindividualismo tipico della societ moderna.