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Corso di Laurea triennale in Scienze Biologiche - AA 2008-2009

2008 2009

FISIOLOGIA GENERALE

P f
Professor Vincenzo
Vi L
Lombardi
b di

1
Fi i l i studio
Fisiologia: t di d delle
ll ffunzioni
i id deglili organismi
i i viventi
i ti aii
vari livelli di organizzazione (molecolare,
cellulare tissutale
cellulare, tissutale, di organo e di sistema)

Fisiologia generale: studio delle funzioni in termini di


meccanismi generali comuni a tutte le specie
animali o a molte di esse

Fisiologia comparata: studio di come lo stesso problema


adattativo è stato risolto in maniera diversa dalle
diverse specie

Fisiologia umana: studio delle funzioni nella specie umana

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1. La relazione tra struttura e funzione

3
La struttura del muscolo striato dal tessuto alle molecole

Principali proteine nella miofibrilla

Proteina Posizione PM (*10-3) %

Miosina Filamento spesso 500 44

Actina Filamento sottile 42 22

Tropomiosina Filamento sottile 66 5

Troponina Filamento sottile 70 5

TnC 18

TnI 21

TnT 31

Titina Dalla linea Z alla linea M ~2000 10

Nebulina Filamento sottile 700 5

Proteina C Filamento spesso 135 2

Miomesina Linea M 170 4 2

α-actinina Linea Z 190 2


Relazione struttura funzione a livello subcellulare
(sarcomero)
Relazione tra forza tetanica isometrica e lunghezza del sarcomero in una fibra
muscolare La porzione discendente della relazione
mostra che la forza isometrica
diminuisce linearmente con la riduzione
del grado di sovrapposizione tra i
filamenti e quindi del numero di teste
attaccate all’actina.
Questo dimostra che le teste sono
generatori indipendenti di forza che
agiscono in parallelo nell’emisarcomero.

Definizione dell’unità funzionale del


muscolo per la generazione di forza e per
l’accorciamento

5
Relazione struttura-funzione a livello di tessuto (A) e a livello cellulare (B)

A B

6
Relazione struttura-funzione a livello molecolare
Il modello del working stroke per
rotazione della testa della miosina
(H.E. HUxley, 1969)

7
Il modello cristallografico del working stroke nella testa (porzione S1) della
miosina ((Rayment
y et al.,, 1993))

Una modifica conformazionale di pochi Å nel dominio catalitico (motore)


è amplificato dal braccio di leva nel dominio delle catene leggere 8
2. Omeostasi
• capacità
ità d
deglili organismi
i i di mantenere
t una relativa
l ti
stabilità interna.

• “La costanza dell’ambiente interno è la condizione


libera (Claude Bernard
della vita libera” Bernard, 1872)
1872).

• Negli organismi unicellulari l’omeostasi dipende


dalla presenza di una membrana cellulare
selettivamente permeabile

• Negli organismi pluricellulari l’omeostasi dipende da


meccanismi
i i di regolazione
l i a ffeed-back
db k
9
Feed-back negativo
(principio presente nei sistemi controllati)

L’omeostasi viene mantenuta grazie alla regolazione delle variabili mediante un sistema di
controllo che annulla gli effetti di eventuali perturbazioni. I recettori sono gli elementi che
segnalano gli effetti delle perturbazioni sulle variabili regolate. L’uscita dal recettore viene
sottratta dal segnale di riferimento per generare un segnale d’errore,
d errore, che viene amplificato e
inviato come funzione di forza al sistema controllato.

10
Esempio di feed-back negativo: controllo della pressione arteriosa

Le variazioni della PA sono registrate da diversi recettori che inviano afferenze al centro cardiovascolare
bulbare (sistema di controllo) dove avviene il confronto con il valore di riferimento e viene generato il segnale
di errore che agisce sugli effettori autonomi che regolano cuore e vasi sanguigni.
11
1. Membrana cellulare, diffusione e osmosi

Testi consultati:

D’Angelo Peres: Fisiologia: Molecole, cellule e sistemi


Randall: Fisiologia animale
Aidley: The physiology of excitable cells, Cambridge Univ. Press

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La membrana cellulare e l’omeostasi (costanza dell’ambiente interno)

La membrana è una barriera selettiva che separa l’ambiente


l ambiente intracellulare da
quello extracellulare, garantendo il mantenimento di un ambiente interno costante
e allo stesso tempo permettendo gli scambi di nutrienti, gas, energia e
informazioni necessari alla vita cellulare
cellulare.

Distribuzione dei principali elettroliti

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La membrana cellulare è costituita Alcune prove sperimentali
da un doppio strato lipidico in cui
sono inserite le proteine integrali
Esperimento di
Gorter e Grendel (1925)

L’area minima della superficie


occupata dal monostrato formato
dai lipidi estratti dalle membrane
di globuli rossi di mammifero acqua
è il doppio dell’area della superficie
delle cellule
cellule.

Parametri fisici

Extracellular fluid

Cm/S = 10-6 F/cm2


Rm*S = 2 KΩ*cm2

Cm = ε0εrS/d
con: ε0 = 8.8
8 8*10
10-14 F/cm
εr (lipidi) = 5.7
d = ε0εrS/Cm = 50*10-8cm

cytosol

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La capacità elettrica della membrana, è quella attesa da
un doppio strato lipidico dello spessore di 50 Å
Criodecappaggio + microscopia elettronica

ne con en
Digestion oteolitici
nzimi pro
La digestione enzimatica con un enzima
proteolitico provoca la perdita progressiva di

D
particelle immerse nella membrana, messe in
evidenza con la tecnica del criodecappaggio

15
Le proteine si muovono nel doppio strato lipidico lezione_membrana_1_frap.mp4

Esperimento di recupero della fluorescenza in mioblasti trattati con una proteina


fluorescente in grado di legarsi alle glicoproteine di membrana
membrana.
La ricomparsa della fluorescenza in un’area circoscritta della membrana permette di
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definire la percentuale di glicoproteine mobili e la velocità con cui diffondono.
Trasporti nella membrana cellulare

Trasporti in forma libera Diffusione semplice

Diffusione facilitata Trasporti passivi

Migrazione nei canali


Trasporti mediati
Trasporto attivo primario Trasporti attivi
Trasporto attivo secondario

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Diffusione semplice
• causata dal moto browniano delle molecole in soluzione
• movimento
i t netto
tt da
d regioni
i i ad
d alta
lt concentrazione
t i verso regioni
i iab bassa
concentrazione
• il flusso netto (ds/dt) è proporzionale al gradiente di concentrazione
(dc/dx) e all’area (A) della superficie attraverso cui la sostanza diffonde

legge di Fick: ds dc
= −D ⋅ A ⋅
dt dx

dove D = cm2/s
d / è il coefficiente
ffi i t di diff
diffusione.
i
Nella membrana (spessore x = 50 Ǻ) dc/dx è dato da:
dc C2' − C1' β (C2 − C1 )
= =
d
dx x x
dove β= C’/C è il coefficiente di ripartizione olio-acqua.
Le sostanze possono attraversare le membrane mediante diffusione
semplice
li se sono solubili
l bili nello
ll strato
t t lilipidico
idi e l’l’equazione
i di Fi
Fick
k di
diventa:
t

ds β ⋅ ΔC
= −D ⋅ A ⋅ = − P ⋅ A ⋅ ΔC
dt x

dove P (= Dβ/x) = cm/s è il coefficiente di permeabilità della membrana


• non mostra saturazione con l’aumentare del gradiente
• non c’è competizione tra sostanze diverse (flussi indipendenti).

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Diffusione e trasporto Permeabilità agli anelettroliti

Permeabilità agli elettroliti


membrana sol. acquosa r (Å) a/i
PK 10-6 cm/s 21 cm/s 1.33/1.88
PNa 10-8 cm/s 16 cm/s 0.98/2.91
Pacqua 10-4 cm/s 32 cm/s
19
La velocità di permeazione
Caso in cui la sostanza penetra dentro la cellula

Le curve mostrano come cresce la Ci delle sostanze A, B….F che attraversano la membrana con
permeabilità decrescenti.
decrescenti La Ce è costante e la Ci iniziale è zero
zero. Le Ci crescono con legge
esponenziale: Ci,t = Ce• (1-e-t/τ) dove τ = V/(A*Px), V = volume della cellula, A = area della
membrana, Px = permeabilità alla sostanza x. La costante di tempo τ (il tempo necessario affinchè la
Ci abbia raggiunto il 63% del valore finale) è inversamente proporzionale a P e direttamente
proporzionale
i l all rapporto
t volume/superficie
l / fi i (V/A).
(V/A) SSostanze
t con P più
iù grande
d penetrano
t più

velocemente nella cellula. Cellule con rapporto V/A più piccolo permettono un più rapido esaurimento
delle differenze di concentrazione
Ruolo della dimensione e della forma della cellula
Esempio della cellula sferica: V= 4/3 π r3 A= 4 π r2 V/A= 1/3 r
Una cellula sferica con raggio 1 μm ha un rapporto V/A 100 volte più piccolo di una sfera con 20
raggio 100 μm e quindi una velocità di permeazione 100 volte più grande
Osmosi 2M 1M
Diffusione dell’acqua da una soluzione
glucosio
g glucosio
più dil
diluita
ita ad una
na sol
soluzione
ione più
concentrata (l’acqua segue il proprio
πV = nRT
Membrana semipermeabile
gradiente di concentrazione). In π= cRT
presenza di un g
p gradiente di acqua,
q , il Δπ = ΔcRT 3/2 M 3/2 M

movimento dell’H2O cambia il volume e glucosio glucosio


la pressione osmotica fino al Con: c= 1M e T= 273K:
raggiungimento dell’equilibrio osmotico
π= 1 mol/l • 0.082 l*atm/mol*K • 273K= 22.4 atm

CELLULE ANIMALI: CELLULE VEGETALI:


Variazione di volume (sistema a pressione La parete di cellulosa impedisce aumenti di volume;
costante)) in relazione alla osmolarità del mezzo l’ipertonicità
p del p
protoplasma
p è bilanciata da aumento
esterno. della pressione idrostatica.

0.9% NaCl

0.6% NaCl
Zea mays
root cell

1.4% NaCl

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Turgore plasmalisi
Osmolarità e tonicità

Osmolarità: equivale al numero di particelle nell’unità


di volume, non tiene conto delle caratteristiche di
permeabilità della membrana.
Tonicità: tiene conto della effettiva p
permeabilità della
membrana ai diversi soluti

Una soluzione è isotonica con una data cellula quando


ne mantiene invariato il volume
è ipotonica se il volume cellulare aumenta
è ipertonica se il volume cellulare diminuisce

Un soluto cui la membrana è permeabile


non determina la tonicità del mezzo,
ma solo effetti osmotici transitori

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Volume osmoticamente inerte (b)

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Effetti osmotici permanenti e transitori in un a fibra muscolare

etanolo xilosio

Il soluto permeabile si
distribuisce all’equilibrio
secondo l’equazione:
q

Ci,t = Ce (1-e-t/τ)

dove τ = V/(A*P
( x)
glicerolo urea
V = volume della cellula
A = area della membrana
Px = p
permeabilità alla sostanza x

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Diffusione anomala (trasporto facilitato)
• Permeabilità inaspettatamente elevata per la presenza di proteine carriers che permettono il passaggio di
sostanze
t che
h non possono diffondere
diff d lib
liberamente
t attraverso
tt lla membrana
b
• Il movimento è secondo gradiente
• Saturazione quando la sostanza raggiunge elevate concentrazioni a causa del numero finito di proteine
carriers
• L’interazione con il carrier è specifica
• Sostanze con caratteristiche affini competono per lo stesso carrier: KM (D-glucosio) = 0.007M; (L-glucoso) =
7M; KM (D-arabinoso) = 1.5M

La specificità dell’interazione degli zuccheri con il carrier è evidente dai valori di KM che sono minimi per il
destrosio e crescono passando dagli aldoesosi (glucosio, mannosio, galattosio) agli aldopentosi (xilosio,
arabinosio, ribosio, lixosio), e dalle forme D alle forme L. Il grado di inibizione reciproca dipende dall’affinità del
carrier per lo zucchero, così in presenza di destrosio il trasporto di tutti gli zuccheri risulta fortemente inibito,
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mentre il trasporto di destrosio risulta fortemente inibito dal mannosio, inibito in misura minore da galattosio,
xilosio e arabinosio e indifferente alla presenza dei due chetosi sorbosio e levulosio.
Cinetica del trasporto facilitato
La velocità con cui il glucosio viene trasportato dal carrier specifico segue una cinetica di saturazione
descritta dall’equazione
q di Michaelis Menten,, in cui Vmax è il trasporto
p massimo e KM, la concentrazione
di glucosio alla quale la velocità di trasporto è ½ Vmax, è una stima dell’affinità del carrier per il glucosio

v0 = k3 [SA]; Vmax = k3 [A0] [A]=[A0]-[SA]

Modello
ode o de
del ca
carrier
e mobile:
ob e lee molecole
o eco e ca
carrier
e ssi Modello del flip
flip-flop:
flop: la proteina trasportatrice,
trasportatrice ancorata alla
legano alla molecola da trasportare su un versante membrana ha un carattere bistabile, esiste cioè in due stati in cui i
della membrana, migrano sul versante opposto, siti di legame per la molecola da trasportare sono esposti 26
dove liberano la molecola trasportata. alternativamente sui due versanti opposti della membrana.
Trasporto del glucosio

Le diverse isoforme delle g glucosio-permeasi


p sono adattate alla funzione delle cellule:
l’isoforma presente nelle cellule nervose ha una KM bassa: nell’ambito fisiologico della glicemia il
trasporto di glucosio nelle cellule nervose è sempre vicino al massimo, le cellule nervose non devono
essere sensibili alle variazioni della glicemia;
l’isoforma delle cellule β del p
pancreas ha una KM elevata: nell’ambito fisiologico
g della gglicemia il
trasporto di glucosio varia significativamente, le cellule β secernono insulina (ormone
ipoglicemizzante) in funzione della concentrazione extracellulare di glucosio.

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La membrana è la struttura responsabile del potenziale transmembranario

assoplasma: K+, A-

liquido di perfusione: K+, SO4=

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