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IL CITOSCHELETRO

Complesso dinamico di strutture sottili per collegare organelli di membrana. Formato da 3 subunità monomeriche:
 FILAMENTI INTERMEDI: stabilizzano cellula, strutture fibrose resistenti alla tensione, elementi principali citoplasma e
nucleo, più stabili e meno solubili degli altri componenti del citoscheletro, non presentano polarità, tessuto-specifici,
bastoncini resistenti e flessibili (8-10nm), 70 geni che formano 75 proteine filamento diverse
o protofilamenti (subunità proteiche arrotolate l’una sull’altra):
1. Abbondanza di alfa-eliche nel dominio centrale fiancheggiate da entrambi i lati da domini della testa e
della coda piccoli e globulari (estremità ammino e carbossi terminale) resistenza alla trazione
2. Nella struttura terziaria 2 proteine dei filamenti intermedi si avvolgonoDIMERO
(superavvolgimento). Si formano legami idrofobici tra le 2 catene di superavvolgimento cerniera di
leucina.
3. Tetrameri sono la forma stabile più piccola, gruppo di riserva. No polarità. Nei tetrameri le code dei
dimeri si proiettano verso l’esterno e le teste carbossi-terminali interagiscono con i domini a
bastoncino estremità identiche
4. Se le subunità sono identiche: OMODIMERO. Se le subunità sono diverse: ETERODIMERO.
o Assemblaggio:
1. 8 tetrameri si associano in una unità non strettamente compatta
2. Si allineano formando filamento immaturo
3. Filamento si compatta a formare filamento denso e maturo (fenomeno di compattazione legato a
fosforilazione e defosforilazione dei domini di testa e di coda dei superavvolgimenti)
o Strutture specializzate:
 LAMINA NUCLEARE: nel nucleo delle cellule, irrobustiscono faccia interna della membrana nucleare
per proteggere cromatina, costituiti da proteine del gruppo delle lamine A,B,C. Si disaggregano e
ricostituiscono a ogni divisione mitotica plastici
 CHERATINA: negli annessi cutanei, eterodimeri obbligati (subunità I (28 geni) e subunità II (26 geni)).
Localizzate nel citosol delle cellule epiteliali, componenti essenziali dei complessi di adesione cellulare
(desmosomi ed emidesmosomi)adesione tra cellule epiteliali adiacenti e con matrice extracellulare
sottostante. Mutazioni: epidermolisi bollosa simplex
 DESMINA: essenziale per funzione dei muscoli, omodimeri in tutti e 3 i tipi di tessuto muscolare, no
strutture filamentose, fa parte del costamero (lega apparato contrattile delle cellule muscolari con
membrana plasmatica e matrice extracellualare). Mutazioni: distrofie muscolari
 MICROTUBULI: organizzazione e mantenimento della forma e polarità, responsabili del movimento, guidano trafficking,
trasporto intracellulare e trasporto degli organelli (trasporto richiede energia)
o Costituiti da 2 subunità  e - tubulina (40% omologhe) che formano dimero stabile a forma di 8. Allineate
fronte e retro quindi distinzione tra le 2 estremità. Entrambe legate a GTP ma idrolisi GTP solo nella -
tubulina. Scambio GTP-GDP cruciale per l’assemblaggio di dimeri: se GTP è legato a entrambe le
subunitàfavorita polimerizzazione. Se - tubulina idrolizza GTP a GDP cambia conformazione e favorisce
depolimerizzazione
o Assemblaggio: assemblaggio microtubuli richiede compenso proteico a differenza di quello dei filamenti
intermedi. Formati da 2 subunità proteiche (dimeri di tubuline  e ) instabili che si dissociano facilmente.
Alcuni si assemblano a formare oligodimeri (6-12 dimeri) che agiscono come nuclei a promuovere la
formazione di protofilamenti 13 profilamenti si associano a formare una struttura tubulare (MICROTUBULO-
25nm di diametro). Questi tubi sono i siti di nucleazione per l’allungamento del microtubulo. Hanno
un’estremità positiva (cappuccio di molecole - tubulina) e una negativa (cappuccio di molecole -tubulina).
Allungamento e accorciamento dei microtubuli per aggiunta o rimozione di dimeri avviene in entrambe le
estremità ma l’assemblaggio è più rapido all’estremità positiva. Comportamento di crescita/accorciamento
continuo = instabilità dinamica
o Alcuni microtubuli sono più complessi e costituiti da doppietti (assonemi di ciglia e flagelli) o triplette (corpi
basali di ciglia, flagelli e centrioli). Il tubulo A è formato da 13 protofilamenti, i tubuli B e C da 10-11
o La maggior parte dei microtubuli viene a formarsi in centri specializzati (MTOC), più comune è il CENTROSOMA
formato da una coppia di centrioli (organelli a forma di cilindro disposti ad angolo retto l’uno rispetto all’altro
costituiti da 9 triplette di microtubuli circondati da materiale pericentriolare (-TURC))
o -TURC complesso ad anello composto da -tubuline ripiegate ad elica o ad anello, si legano a tubuline  e  e
sono le componenti che nucleano i microtubuli. La crescita dei microtubuli inizia quando gli anelli della -
tubuline iniziano a fungere da nuclei di polimerizzazione dei dimeri  e  tubuline
o PROCESSO DEL TREADMILLING: Nel caso in cui nessuna estremità sia stabilizzata i dimeri di tubulina vengono
aggiunti al polo positivo e persi al polo negativo. La lunghezza resta costante ma i dimeri sono in continua
mutazione
o MAP (proteine associate al microtubulo): più importanti dineina (trasporta nella direzione negativa) e
chinesina (trasporta nella direzione positiva del microtubulo). Una proteina motrice lega sia il carico sia il
microtubulo (dominio di testa, luogo in cui viene utilizzato ATP), e li trasporta attivamente in una direzione
mentre l’altra non si lega al microtubulo. Lo scambio tra proteine motrici determina la direzione verso cui si
muove il carico. Una volta che lo stimolo viene rimosso le proteine del polo positivo sono di nuovo attive e
trascinano i granuli in direzione opposta e li disperdono nel citoplasma. Fondamentali per movimenti di
organuli e vescicole nel citoplasma.
o ORIENTAMENTO DEI MICROTUBULI E FORMA DELLA CELLULA: i microtubuli si trovano principalmente nelle
regioni citoplasmatiche coinvolte nei cambiamenti di forma e sono collegati alla motilità attraverso ciglia e
flagelli di cui sono i principali componenti.
1. ASSONE: microtubuli orientati nella stessa direzione
2. CELLULE EPITELIALI: microtubuli orientati in modo parallelo e decorrono dalla parte superiore della
cellula (+) a quella inferiore (-)
3. ERITROCITA UMANO MATURO: microtubuli con polarità mista disposti in bande circolari alla periferia
4. FIBROBLASTO: microtubuli disposti con estremità – centralmente e + vicino alla periferia
o L’asse delle ciglia e dei flagelli è detto assonema (9+2: 9 doppietti di microtubuli disposti ad anello in periferia,
una coppia di microtubuli al centro, raggi proteici che collegano i doppietti tra loro e con i 2 microtubuli al
centro, bracci di dineina che collegano ogni doppietto a quello adiacente). Con la loro motilità possono avere
ruolo di spinta o trazione:
1. CIGLIA: sono tante per ogni cellula (300), 2-20m, movimento a remo con direzione di spostamento
perpendicolare rispetto all’asse del ciglio. Strutture mobili che si proiettano dalla superficie libera di
alcuni epiteli (trachea, tube di falloppio), richiedono ATP per il movimento, movimentano sostanze
sulla superficie
2. FLAGELLI: uno o pochi per cellula, 10-200 m, movimento ondulatorio con spostamento nella stessa
direzione dell’asse del flagello, responsabili del movimento della singola cellula, richiedono ATP
(protozoi, spermatozoi, batteri)
Particolare organulo presente in corrispondenza dell’impianto del ciglio o del flagello è il corpuscolo basale o
blefaroblasto. L’estremità meno dei microtubuli sono ancorate in un MTOC chiamato CORPO BASALE che si
trova all’estremità citoplasmatica di queste strutture
 MICROFILAMENTI: l'unità costitutiva dei filamenti di actina è la proteina monomerica actina (actina G), una proteina
globulare con testa e coda (fenomeno reversibile). Un microfilamento è composto da due filamenti di actina intrecciati
tenuti insieme da legami laterali e longitudinali che danno molta resistenza, diametro di 7 nm, polarità strutturale
(estremità +: a spina, estremità -: a punta). Sono coinvolti in ruoli di sostegno e movimento (movimento generato dai
filamenti di actina diverso da quelli dei microfilamenti).
o POLIMERIZZAZIONE DELL’ACTINA:
1. FORMAZIONE DI UN NUCLEO dal legame di 3 proteine di actina
2. FASE DI ALLUNGAMENTO: vengono aggiunti ulteriori nuclei (accrescimento nell’estremità positiva,
importante per proteine motrici che si legano)
3. FASE STAZIONARIA: tasso di aggiunta monomeri= tasso di disassemblaggio
Anche i filamenti di actina vanno incontro a treadmilling. (il treadmilling è più probabile per i filamenti di
actina che per i microtubuli perché molti più filamenti di actina hanno esposte le estremità meno)
o PROTEINE CHE LEGANO L’ACTINA (300 raggruppate in 6 classi):
1. PROTEINE CHE LEGANO MONOMERI: controllano il numero dei molti monomeri di actina disponibili
per la polimerizzazione (timosina 4 (si lega ai monomeri di actina in rapporto 1:1 e impedisce ai
monomeri di polimerizzarsi anche se il monomero è legato ad ATP) e profilina (si lega in un rapporto
1:1 con i monomeri di actina ma impedisce al monomero soltanto di legarsi all'estremità meno di un
filamento di actina, quindi un monomero legato alla profilina può ancora aggiungersi all'estremità più)
2. PROTEINE DI NUCLEAZIONE: stabilizzano i gruppi di subunità per facilitare la formazione di nuclei di
actina (ARP2/3)
3. PROTEINE DEL CAPPUCCIO: inibiscono l'allungamento dei filamenti di actina legandosi all'estremità
più e meno dei filamenti. Possono anche impedire l'accorciamento dei filamenti inibendo la perdita
dei monomeri all'estremità per evitare la polimerizzazione/depolimerizzazione incontrollata
dell’actina e permette alle cellule di sviluppare un'altra concentrazione di monomeri senza rischiare
che si attacchino casualmente a filamenti esistenti. Quindi rende indipendente la crescita dei filamenti
di actina dalla concentrazione di monomeri presenti nel citosol (CapZ e gelsolina)
4. PROTEINE DI DEPOLIMERIZZAZIONE: facilitano la rapida decomposizione dei filamenti (cofilina, ADF)
5. PROTEINE DI TAGLIO: tagliano i filamenti di actina per tutta la loro lunghezza
6. PROTEINE DI COLLEGAMENTO: formano legami tra filamenti di actina, sono organizzate in tre gruppi a
seconda di come legano i filamenti di actina
o Le cellule usano i filamenti di actina alle proteine motrici associate per essere spinto tirate avanti. La
migrazione delle cellule inizia quando una cellula spinge una porzione della sua membrana plasmatica verso
l'esterno. La forza di spinta deriva dalla polimerizzazione dei filamenti di actina. La polimerizzazione dei
filamenti di actina vicini alla membrana plasmatica è coordinata da altre proteine
1. FILIPODIO: tipo di actina che spinge la membrana (gruppi sottili e paralleli di filamenti con la stessa
polarità, Con i poli negativi che puntano verso il citosol e i poli positivi che puntano verso la
membrana plasmatica)
2. LAMELLIPODIO: tipo di actina che forma reti ramificate di filamenti tenuti insieme da proteine diverse
dai filipodi. Causano distorsioni ampie e relativamente poco profonde della membrana plasmatica
3. COMPLESSI DI INTEGRINE: si assicurano che la membrana torni in posizione. I raggruppamenti più
spessi sono le fibre di stress che contengono proteine motrici che permettono alle singole proteine di
scorrere l'una sull'altra accorciando le fibre
o PROTEINE MOTRICI: LA MIOSINA (18 famiglie, quelle più espresse sono le diverse forme di miosina II distint in
muscolari e non muscolari). Sono dotate di più subunità (catene leggere catene pesanti) organizzate in tre
domini strutturali:
1. DOMINIO MOTORE: si lega all’actina e all’ATP ed è responsabile dell’idrolisi ad ADP per generare forza
contrattile (catena pesante)
2. DOMINIO REGOLATORE: fa da leva quando la miosina scorre sul filamento di actina
3. DOMINIO DELLA CODA: determina quali proteine si possono legare a ogni miosina
Durante un ciclo contrattile la miosina si muove verso uno dei poli dei filamenti e questo richiede che al sito di
legame del nucleotide sia legato ATP e ciò richiede l'idrolisi. Quando avviene questa idrolisi le miosine tirano i
filamenti e la cellula si schiaccia in avanti e segue il disassemblaggio il riciclaggio di proteine legate alla coda
o i microfilamenti intervengono nella stabilizzazione della forma cellulare, nella contrazione, nell'emissione di
processi citoplasmatici utili per il movimento e la fagocitosi e nella citodieresi
o I microfilamenti sostengono i microvilli e costituiscono una struttura reticolare alla loro base. I microvilli sono
proiezioni citoplasmatiche digitiformi che si trovano nella regione apicale delle cellule di epiteli come quello
intestinale e renale, 3000 per cellula. Il microfilamenti possono anche formare dei reticoli tridimensionali
quando interagiscono con le altre peculiari proteine che legano l'actina che possono allungare ed accorciare i
microvilli e impedire l'intasamento della superficie
o In microfilamenti formano le stereociglia degli epiteli sensoriali: sono microvilli specializzati che si trovano
nelle cellule capellute (ogni cellula capelluta del vestibolo presenta sulla superficie apicale un singolo
chinociglio, un'ultra struttura di un ciglio posta ad un'estremità, e un fascio di stereo ciglia di lunghezza
decrescente) responsabili della percezione di stimoli sensoriali a livello del dell'orecchio interno (macula
dell’utricolo). L'estremità delle stereociglia sono immerse in uno strato spesso e gelatinoso, la membrana
otolitica, la cui porzione esterna è stipata di strutture calcificate note come otoliti
o Glicocalice: strato di carboidrati che ricopre la superficie cellulare. Ha funzione di protezione della superficie
cellulare da danni meccanici e chimici, riconoscimento cellula-cellula, interazioni cellula-ambiente esterno,
mediazione risposta infiammatoria. Il complesso formato da microvilli e glicocalice prende il nome di orletto a
spazzola
Funzioni:
1. Sostegno e stabilizza forma
2. Resistenza meccanica
3. Movimenti cellulari

A conferma dell'importanza del citoscheletro vi sono malattie dovute a mutazioni dei filamenti cito scheletrici e anche farmaci
che agiscono per turbando la sua struttura e funzione: i farmaci della classe taxolo si legano ai microtubuli alterando la
funzionalità del fuso mitotico e determinando un blocco della proliferazione cellulare (carcinoma ovarico e mammario). La
colchicina l'effetto opposto e provoca il disassemblaggio dei microtubuli (gotta: la distruzione del citoscheletro dei microtubuli
blocca la migrazione dei globuli bianchi responsabili dell'infiammazione associata alla malattia)

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