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PRINCIPI BASE

Per capire come la manipolazione fasciale possa Le fasce muscolari ed interne sono talmente sot-
agire sulle alterazioni locomotorie e interne occorre tili che spesso vengono definite come tessuto con-
analizzare la struttura microscopica e macroscopica nettivo lasso. Esse non hanno la sola funzione di far
delle fasce esterne e degli organi interni (Fig. 1). scorrere le fibre muscolari l’una sull’altra, ma han-
Tutte le fasce, dal punto di vista microscopico, no soprattutto la funzione di interagire con il siste-
sono formate da cellule, da fibre e dalla sostanza ma nervoso.
fondamentale. Lo studio microscopico delle fasce L’endomisio e il perimisio agiscono sui fusi neu-
permette di capire come e dove agisce la manipola- romuscolari e sugli organi tendinei del Golgi, men-
zione fasciale. La MF agisce soprattutto sulla tre lo scheletro collagenico dei visceri attiva la rete
sostanza fondamentale che è plastica o deformabile neuronale neurovegetativa intramurale o enterica.
se assoggettata a sollecitazioni ed è malleabile o Nei muscoli volontari l’endomisio interagisce
modificabile se sottoposta a adeguate pressioni. sui fusi2, adattandosi allo stiramento dei muscoli
Dal punto di vista macroscopico le fasce posso- intrafusali, o attivando i fusi per stiramento.
no essere suddivise in superficiali (ipoderma o tela Nei muscoli involontari la fascia di contenzione
sottocutanea), profonde (o muscolare) e interne agisce sulla rete neuronale per stiramento fatto dal
(viscerale, vascolare e ghiandolare). La studio passaggio del cibo o del sangue, e agisce con effet-
macroscopico delle fasce permette di capire la loro to piezoelettrico sui gangli extramurali.
azione sull’eccitazione dei nervi muscolari (fusi Una tale complessità di funzioni può essere
neuromuscolari) e vegetativi (gangli). svolta solo dalla fascia, la quale ha delle fibre adat-
tabili (elastiche) e altre fibre inestensibili (collage-
niche). Queste fibre possono allungarsi ed accor-
STRUTTURA MICROSCOPICA DELLE ciarsi solo se sono immerse in una sostanza fonda-
FASCE mentale, la cui viscosità non sia troppo densa. In
Le fasce microscopiche dei muscoli volontari ed questo caso si parla di densificazione fasciale o
involontari sono quelle in diretto contatto con le alterazione dell’adattamento della fascia.
fibre muscolari; esse sono chiamate endomisio e Per capire che cosa si altera nelle fasce, occorre
perimisio per i muscoli volontari, mentre per i esaminare la loro composizione microscopica.
muscoli lisci sono definite con tanti nomi: tessuto Ogni fascia ha cellule fisse e cellule mobili. I
connettivo di sostegno, fasce di contenzione, siero- fibroblasti sono le cellule fisse specifiche per le
se, peritoneo viscerale, pleura viscerale, avventizia, fasce; essi secernono molecole di elastina e di tro-
guaina, capsula, ecc. pocollagene, la cui aggregazione forma le fibre di
collagene. Queste fibre si orientano in conformità
alla sollecitazione meccanica:
Cellule – fibre disposte in longitudinale in risposta allo
Plastica stiramento sul piano sagittale;
Microscopica Sost. fond.
Malleabile – fibre disposte in trasversale per la sollecitazione
Fibre latero-laterale;
Fascia – fibre disposte in spirale in risposta allo stira-
Superficiale mento obliquo.
Macroscopica Epimisiale
Profonda
Aponevrot. 2
Se i fusi neuromuscolari sono collegati con una fascia
Interna densificata, essi sono continuamente stirati e quindi si ha un
aumento continuo del tono basale. Questo spiega l’aumento
Fig. 1 Composizione istologica e anatomica delle dell’acetilcolina che è stato riscontrato in corrispondenza del
fasce. trigger points. (Stecco A. 2013)

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2 PRINCIPI BASE

M. obliquo esterno reciso incluso nella lamina


superficiale della fascia profonda

Linea di sezione laterale esterna del muscolo obliquo

Guaina del retto addominale o fascia aponevrotica


formata dalle aponevrosi dei tre muscoli addominali

Linea di sezione mediale interna del m. obliquo che


corrisponde alla fusione dei muscoli addominali

Fig. 2. Muscolo obliquo esterno di destra seziona-


to e ribaltato in alto.

Arcata costale visibile dopo aver tolto il muscolo obliquo


esterno

Muscolo obliquo interno sezionato lungo la cresta iliaca e


tirato medialmente

Muscolo trasverso in parte ricoperto da tessuto lasso di


scorrimento

Spina iliaca antero -superiore (SIAS)

Fig. 3. Muscolo obliquo interno sezionato e ribaltato

Le dissezioni anatomiche riportate in questo libro sono state fatte da Carla Stecco e Antonio Stecco pres-
so l’istituto di anatomia dell’università di Padova diretto dal prof. Raffaele De Caro.

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STRUTTURA MICROSCOPICA DELLE FASCE 3

Linea di fusione lungo la quale è stata recisa l'aponevrosi


del muscolo trasverso

Guaina posteriore del retto addominale formata dalle


aponevrosi dei muscoli trasverso e obliquo interno

Linea arcuata dove termina la guaina posteriore del retto


addominale

Fascia trasversale in parte unita al peritoneo parietale;


nonostante la loro trasparenza è visibile la loro forza di
contenzione dei visceri

Fig. 4. Fascia del m. trasverso e trasversale visibi-


li dopo asportazione del muscolo retto addominale.

M. obliquo esterno

M. obliquo interno

Cute e sottocute o fascia superficiale

M. trasverso

Fascia trasversale unita al peritoneo parietale

Fig. 5. Sezione completa della parete addominale


destra per evidenziare i tre strati muscolo-fasciali.

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4 PRINCIPI BASE

fibroblasti ristagni cataboliti


Fisse adipociti ... Sovrauso reazioni infiammat.
CELLULE
macrofagi
Mobili linfociti ... deficit liquidi
Dismetabol. ialuronidasi
Cause di
f. collagene densificaz.
Struttur f. elastiche
Matrice riorientamento delle
extracellul. FIBRE Traumi
fibre collagene
delle fasce fibronectina
Adesive laminina
gelatificazione della
Freddo sostanza amorfa
a. ialuronico
GAGnon a. condoitin.
SOSTANZA
FONDAMEN. Fig. 7. Cause determinanti la densificazione fasciale.
dermatansolf.
GAGsolf cheratansolf.

Fig. 6. Composizione istochimica della fascia.


si ha la sensazione che all’improvviso ci sia uno
scorrimento migliore4.
Quando la densificazione della fascia è presente
da lungo tempo, allora si parla di fibrosi5, ossia di
Le fibre possono disporsi nelle varie direzioni una disposizione anomala delle fibre collagene. In
solo se la sostanza fondamentale è fluida (Fig. 6). A questo caso la manipolazione deve essere più inci-
determinare la consistenza della sostanza fonda- siva in modo da creare non solo il calore, ma anche
mentale è soprattutto l’acido ialuronico, che in base una locale infiammazione, che a sua volta permetta
a varie sollecitazioni può diventare più o meno den- l’asportazione delle fibre esuberanti e il rimodella-
so o viscoso. mento delle nuove fibre collagene.
Le cause che determinano la densificazione Nelle fasce interne si possono instaurare proces-
della sostanza fondamentale sono soprattutto il si riparativi fibrotici e aderenze conseguenti a trau-
sovrauso, i dismetabolismi, i traumi e il freddo mi e ad interventi chirurgici.
(Fig. 7). Le variazioni nell’elasticità delle fasce interne in
Il sovrauso di un segmento corporeo determi- genere si compensano nelle fasce di inserzione sul-
na nelle fasce dei muscoli il ristagno di cataboliti, la parete del tronco. In questo caso la manipolazio-
che lentamente modificano la consistenza dell’a- ne, elasticizzando la fascia del contenitore, permet-
cido ialuronico3. Anche l’esposizione al freddo, te una migliore compensazione nelle fasce ivi con-
ripetuta e prolungata di un segmento corporeo, tenute.
può modificare il ricambio della sostanza fonda- Prima di passare all’esame macroscopico delle
mentale. fasce del tronco, esaminiamo un’immagine micro-
I fibroblasti, se sono immersi per lungo tempo scopica della parete addominale (Fig. 8).
in una sostanza fondamentale densificata, creano Nella sezione trasversa troviamo in alto l’epider-
fibre collagene con orientamento anomalo; questo mide (A) e subito sotto il derma (B).
processo evolve verso la fibrosi della fascia. Lo strato più abbondante è formato dal tessuto
La densificazione della fascia corrisponde alla adiposo solcato dai retinacula cutis superficiali (C)
modifica della fluidità dell’acido ialuronico, cioè
esso diventa più gel. La manipolazione fasciale, tra-
mite l’attrito, crea un calore locale che permette il 4
Alcune terapie con la manipolazione del tessuto connettivo
passaggio da gel a sol. Mentre si manipola la parte, creano un calore che permette alla fascia di passare da uno
stato gel ad uno stato sol (Juhan, 1987). Un improvviso cam-
bio nella consistenza dell’acido ialuronico si osserva quando
lo si sottopone ad un aumento progressivo della temperatura.
3
Gli strati di tessuto connettivo lasso fra le fasce è stato stu- (Matteini P et al. 2009)
diato con particolare attenzione alla composizione istochimi- 5
I fibroblasti producono e degradano le proteine della matri-
ca dell’acido ialuronico. L’acido ialuronico se si densifica, o se ce extracellulare con un effetto indiretto sulla sua consisten-
il tessuto lasso interfasciale altera la sua densità, allora viene za. Essi possono anche trasformarsi in miofibroblasti con
compromessa la funzionalità della fascia e dei muscoli con- modifica dell’elasticità della matrice. Questi cambiamenti dei
nessi. Questo fenomeno può spiegare il dolore miofasciale. fibroblasti può alterare la viscosità del tessuto connettivo.
(Stecco C. 2011) (Grinnell, 2008)

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STRUTTURA MICROSCOPICA DELLE FASCE 5

strato super. cellule adipose


retinacolo sup.

s. intermedio vera fascia s.


SUPERFIC. fibre elastiche

s. profondo tessuto lasso


retinacolo prof.

capo strato SMAS


strato profondo
ANATOMIA
DELLA tronco tre lamine
PROFONDA sovrapposte
FASCIA
arti fascia aponevr.
fascia epimisiale

viscerale pleure
peritoneo

INTERNA vascolare fasce


retroperitoneali
Fig. 8. Esame istologico di una sezione della pare-
ghiandolare fasce derivate dal
te addominale (vedi testo). setto trasverso

Fig. 9. Tavola riassuntiva delle fasce macrosco-


piche.

che sono addossati alla vera fascia superficiale o


lamina intermedia (D).
Sotto lo strato membranoso dell’ipoderma tro- – la fascia interna che comprende ben tre sequen-
viamo lo strato di connettivo lasso di scorrimento ze fasciali.
(E), i cui retinacula cutis profondi sono disposti in Vediamo nei particolari queste tre fasce.
obliquo. La lamina superficiale della fascia profon-
da avvolge il muscolo obliquo esterno (F) e questo La fascia superficiale, distesa su tutto il nostro
è separato dall’obliquo interno da un leggero strato corpo, è strutturata in tre strati (Fig. 9):
di tessuto connettivo lasso (G). Il muscolo obliquo – lo strato esterno ha lobuli adiposi compresi nel
interno (H) è isolato dal muscolo trasverso da un retinaculum cutis superficialis, le cui trame col-
altro strato di connettivo lasso. La lamina profonda lageniche sono disposte quasi perpendicolar-
della fascia profonda avvolge il muscolo trasverso mente6;
(I) e lo isola dalla successiva fascia trasversale (L), – lo strato intermedio forma la vera fascia super-
da non confondere con quella del m. trasverso. ficiale, in quanto è costituito da lamine di tessu-
Un altro piccolo strato di tessuto connettivo las- to connettivo disposte orizzontalmente;
so separa la fascia trasversale del peritoneo parieta- – lo strato profondo ha lobuli adiposi il cui spes-
le (M) o sierosa di inserzione. sore varia in base al peso della persona. Questi
Questa immagine microscopica spiega molto lobuli sono compresi nel retinaculum cutis pro-
bene l’importanza dello scorrimento fra i vari stra- fundus, le cui trame collageniche sono molto
ti di muscoli che formano la parete di contenzione oblique. Lo strato profondo, essendo più lasso,
degli organi interni. permette un maggior scorrimento fra la fascia
superficiale e quella profonda. Questa confor-
mazione della fascia superficiale varia nel capo,
STRUTTURA MACROSCOPICA DELLE nel tronco e negli arti.
FASCE La fascia profonda muscolare ha una confor-
Dal punto di vista anatomico possiamo descrivere mazione diversa nel capo (presente solo nei musco-
tre fasce fondamentali (Fig. 9): li masticatori), nel tronco (trilaminare) e negli arti
– la fascia superficiale, che indicherebbe solo lo (aponevrotica ed epimisiale).
strato membranoso compreso fra i due retinacu-
la cutis, ma per convenzione o per uso comune
comprende tutto l’ipoderma;
– la fascia profonda, che per convenzione com- 6
Mentre il tessuto adiposo superficiale ha una rete di setti
prende anche l’epimisio, l’endomisio e altre ben orientata verticalmente e l’adipe è formato da piccoli
strutture collageniche collegate con l’apparato lobuli, lo strato profondo di tessuto adiposo è meno struttura-
locomotore; to e con lobuli più grossi. (Kelley D. 2000)

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6 PRINCIPI BASE

La fascia profonda non comprende solo i musco-


li, ma essa si insinua con i setti intermuscolari fino linee rosse:
alle ossa; qui forma il foglietto esterno del perio- sequenze
di ante e
stio, che a sua volta si continua sulle capsule artico- retro del
lari e su molti legamenti interossei. piano
Collegate alla fascia profonda, sono pure le sagitt ale
guaine vascolari e nervose, formate da più strati di
lamine, in modo da permettere ai vasi e ai nervi di
scorrere al loro interno in forma telescopica.
La fascia interna, dal punto di vista macrosco-
pico, è formata:
– dalle pleure-peritoneo, che assieme formano la
sequenza fasciale viscerale (vedi parte seconda);
– dalle guaine dei vasi e dei reni, poste in zona
retroperitoneale, che assieme formano la sequen- linee verdi:
za vascolare; sequenze
di medio,
– dalle fasce che dalla base del cranio scendono ante-latero
sulla tiroide, timo, pericardio, centro frenico, e latero
capsula glissoniana, capsula surrenalica fino del piano
alla fascia trasversale; tutte assieme formano la front ale
sequenza ghiandolare;
– dalle meningi o dura e pia madre.
Fig. 10. Sequenze miofasciali preposte al controllo
posturale.
Fisiologia delle fasce
In fisiologia le tre fasce svolgono compiti diversi.
La fascia superficiale sembra formata solo da
tessuto adiposo, in realtà essa assorbe circa l’ottanta Le sequenze miofasciali partono dal capo, cen-
per cento dell’innervazione vegetativa periferica. tro percettivo della tridirezionalità, e scendono nel
Questa innervazione parte dai gangli paravertebrali e tronco e arti.
si porta in periferia assieme ai nervi periferici. Quan- Nei quadrupedi esse hanno la stessa valenza per
do il midollo è sezionato, come nel caso di un para- i quattro arti; mentre per l’uomo solo le sequenze
plegico, viene meno la sensibilità cutanea, ma non dell’arto inferiore formano un tutt’uno con le
l’innervazione vegetativa. Tramite questa innervazio- sequenze del tronco. In effetti per mantenere la sta-
ne i tessuti degli arti inferiori possono continuare ad zione eretta i muscoli del tronco e dell’arto inferio-
essere irrorati dal sangue, dal tessuto adiposo e linfa- re devono sincronizzarsi sia per la postura statica,
tico. A volte, come si è visto in un paziente paraple- sia per gli spostamenti nei piani sagittali, frontali e
gico, la stimolazione della fascia superficiale non è orizzontali.
percepita immediatamente, ma dopo un po’ essa sca- Le sequenze dell’arto superiore sono meno sin-
tena un dolore diffuso e profondo. Questo permette di cronizzate con il tronco. Infatti i muscoli dell’arto
ipotizzare che l’input afferenziale dei nervi vegetativi superiore dell’uomo svolgono soprattutto gesti
conduca anche alcuni segnali dolorifici. motori a catena cinetica aperta.
La fascia profonda generalmente nelle tavole Le spirali partono dalle mani e dai piedi, in
anatomiche è tolta per poter evidenziare i singoli quanto la gestualità di queste estremità esige l’adat-
muscoli. In questo modo è come se noi togliessimo tamento dei muscoli prossimali, in modo da asse-
ad una macchina la carrozzeria con l’albero di tra- condare il gesto motorio (Fig. 11). Nei retinacoli del
smissione; questo non permetterebbe al motore di carpo e del talo la fascia superficiale si unisce a
spostare la macchina. Nell’apparato locomotore ci quella profonda, e anche nel palmo della mano e
sono tre organizzazioni motorie che si sono evolute nella pianta del piede. Questo determina la trasmis-
in tempi diversi. Dall’unità miofasciale, che gesti- sione di tutte le variazioni direzionali delle estremi-
sce il movimento segmentario, si è passati alle tà lungo le spirali. Le fibre collagene endofasciali
sequenze miofasciali, che gestiscono la postura disposte in spirale sono come i fili di una marionet-
corporea (Fig. 10), e infine alle diagonali e spirali ta, che adattano la contrazione dei muscoli prossi-
mf, che organizzano il gesto motorio. mali in funzione di quelli distali. I fusi neuromu-

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STRUTTURA MACROSCOPICA DELLE FASCE 7

funzione gestisce i sistemi


motoria periferici (linfatico, cute)
Superfic.
funzione crea l'ambiente per
Spirali nervosa le afferenze esterocettive

funzione gestisce la coordinazione


FISIO. motoria delle unità mf e sequenze
DELLA Profonda
FASCIA funzione crea l'ambiente per
nervosa le afferenze propriocettive

an-me-di funzione gestisce la peristalsi


motoria intramurale ed extramurale
Interna
funzione crea l'ambiente per
nervosa le afferenze intracettive

Fig. 12. Fisiologia delle tre fasce principali.

Le fibre collagene endofasciali quindi, attivando


colonie recettoriali specifiche, inviano al cervello
an-me-pe informazioni già codificate. I meccanorecettori
sono tutti uguali in qualsiasi parte del corpo; solo la
loro associazione con specifiche fibre collageniche
Fig. 11. Spirali miofasciali preposte al gesto motorio. permette ai loro impulsi di assumere un significato
direzionale (Fig. 12).
Le fasce interne hanno, come tutte le altre
fasce, vari ancoraggi, una dimensione fissa ed un’e-
scolari, quando sono stirati dalle fibre collagene lasticità entro determinati parametri. Gli ancoraggi,
spiraliformi, coordinano il gesto motorio. o mesi di inserzione, permettono lo stiramento sen-
I movimenti in spirale partono dal piede e dalla za lo spostamento. La dimensione fissa fa sì che
mano e sono gestiti da fibre collagene comprese nel- ogni fascia segnali con il dolore le variazioni impor-
la fascia aponevrotica; questa fascia è extramuscola- tanti (infiammazione) del volume dell’organo che
re e si collega con i sottostanti muscoli nei retinaco- contiene. L’elasticità predeterminata di ogni fascia
li articolari. Ad esempio, la spirale an-me-pe inizia fa sì che essa si allunghi e si accorci per asseconda-
dai retinacoli degli estensori, dove originano alcuni re i movimenti fisiologici dell’organo e nello stesso
muscoli del piede. Essa salendo si porta in re-la-ta, tempo attivi la rete neuronale ad essa collegata.
per portarsi poi in an-me-ge; qui il retinacolo patel- Questo permette alle fasce interne di agire nell’or-
lare si collega con le fibre muscolari provenienti dal ganizzazione motoria peristaltica degli organi e
vasto laterale del quadricipite. Questa spirale sale degli apparati. Il tubo digerente, i condotti ghiando-
alla coscia (re-la-cx), dove le fibre aponevrotiche lari e i vasi sono circondati da muscoli lisci, la cui
vengono sostituite dalle fibre muscolari del grande contrazione è determinata dalla rete neuronale
gluteo. Proseguendo in senso prossimale troviamo intramurale. Questa rete viene attivata per stira-
che il grande gluteo origina dall’aponevrosi toraco- mento della fascia che, avendo una dimensione fis-
lombare, che è in continuazione con il gran dorsale sa e delle inserzioni sulla parete del tronco, può
opposto7. Nel tronco la fascia aponevrotica spirali- svolgere questa funzione.
forme forma una continuità fra le fibre muscolari
superficiali poste in serie.
Fisiologia dei muscoli striati e lisci
Esaminiamo la funzione della fascia profonda nel
7
Le strutture anatomiche dell’anca e della pelvi interagiscono coordinare le unità motorie delle unità miofasciali
con la fascia toracolombare. Questo permette un effettivo (muscoli striati) e la fisiologia delle fasce interne sui
sistema integrato fra la colonna vertebrale e l’arto inferiore. muscoli lisci.
Studi elettromiografici dimostrano che la contrazione del
grande gluteo si attiva in coppia con il gran dorsale opposto
La fisiologia dei muscoli volontari (striati)
soprattutto durante i movimenti di torsione del tronco. (Vlee- dell’apparato locomotore e dei muscoli involontari
ming A. et al 1995) (lisci) degli apparati interni è presentata nei testi di

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8 PRINCIPI BASE

I fusi neuro-muscolari Scoordinazione fra


vengono attivati per le unità motorie di
fascia profonda Fascia profonda
muscoli striati stiramento passivo e densificazione una unità m-f (CC).
per impulsi del SNC Alterato potenziale
(circuito alfa-gamma) lungo la sequenza
Interazione Alterazione
miofasciale miofasciale Scoordinazione nella
La rete neuronale nv
di una unità o-f viene rete neuronale di un
fascia interna Fascia interna
muscoli lisci attivata per stiramento distrazione organo interno (TCL).
e per impulsi del SNC Alterato potenziale in
con il vago, frenico, s. una sequenza a-f

Fig. 13. Fisiologia della contrazione dei muscoli Fig. 14. Disfunzioni dell’apparato locomotore e
striati e dei muscoli lisci involontari. degli organi interni conseguenti alla densificazione
fasciale.

medicina come conseguente degli impulsi nervosi Le fasce interne non possono andare incontro al
provenienti dal sistema nervoso centrale. Per i sovrauso in quanto esse lavorano in modo indipen-
muscoli volontari l’impulso nervoso centrale è pre- dente dalla volontà. Inoltre queste fasce non sono
ponderante, poi esso viene modulato dall’interazio- soggette a traumi fisici e termici in quanto la pare-
ne fra i fusi neuromuscolari e l’elasticità dell’impal- te del tronco le isola e le mantiene ad una tempera-
catura fasciale dei muscoli stessi (Fig. 13). tura costante.
Per i muscoli lisci l’impulso nervoso centrale è L’unica alterazione che si può instaurare nelle
marginale, infatti è la rete neuronale enterica che fasce interne è la distrazione, cioè la trazione non
determina l’attivazione dei muscoli lisci in seguito fisiologica. Questo stiramento anomalo avviene in
allo stiramento dell’impalcatura fasciale dei visceri, due modi:
dei vasi e dei dotti ghiandolari. I nervi vaghi, freni- 1) per distensione improvvisa, dovuta ad infiam-
ci, splancnici conducono le informazioni provenien- mazione di un viscere o di un vaso; la distensio-
ti dal talamo e che modificano l’omeostasi interna in
ne improvvisa provoca un dolore profondo e
funzione delle necessità del mondo esterno.
indefinito che viene recepito da specifici nervi
Nell’apparato locomotore le fibre muscolari
afferenti non vegetativi;
striate sono organizzate all’interno di un’unità mio-
2) per trazione continua di un punto di legamento;
fasciale.
essa interferisce sulla normale peristalsi in
Nell’internistica le fibre muscolari lisce sono
riunite all’interno di un’unità organo-fasciale. quanto altera il lume del viscere o vaso. Questa
In entrambi i casi è la fascia che gestisce l’atti- trazione non viene segnalata dal dolore profon-
vazione temporale e spaziale dei fusi e dei neuroni do in quanto è troppo debole per attivare i noci-
enterici. cettori; essa spesso è silente o viene evidenziata
Se le fasce interagiscono con la contrazione dei da sensazioni di malessere a livello della parete
muscoli volontari e con l’attivazione dei muscoli del tronco (tensostruttura). Con il passare del
lisci, di conseguenza l’alterazione delle fasce modi- tempo la trazione anomala si compensa lungo la
fica sia la coordinazione del movimento muscolo- sequenza fasciale interna, determinando lo
scheletrico che la peristalsi interna. scompenso della peristalsi di un intero apparato
La fascia muscolare esterna si altera in seguito (sequenza apparato-fasciale).
al sovrauso e ai traumi fisici, chimici e termici.
Questa alterazione consiste nel passaggio della
sostanza fondamentale (acido jaluronico) da fluido Fisiologia delle diagonali
(sol) a viscoso (gel o densificazione). I centri di coordinazione (CC) sono centri vettoria-
La conseguente minor adattabilità della fascia li unidirezionali e quindi intervengono o solo per
profonda determina la scoordinazione fra le unità un’unità mf o all’interno di una sequenza ipsodire-
motorie di un’unità miofasciale o di una sequenza zionale.
miofasciale. Le articolazioni sono mosse in modo I centri di fusione (CF) sono la risultante di mol-
anomalo e quindi i recettori periarticolari, venendo te forze localizzate nei punti di aderenza di più
trazionati in modo non fisiologico, diventano algo- fasce e per questo motivo essi possono intervenire
recettori (Fig. 14). in molte direzioni e in altre funzioni.

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STRUTTURA MACROSCOPICA DELLE FASCE 9

re-la an-la, ir re-la ...


+ la an-me

th an-la gesto motorio


dove il cf di th
lateroflessione ante-latero-th
per la sinergia di destra va in
lu delle due
diagonali
avanti assieme lu
ad an-la-pv
omolaterali sinistro

pv re-la, er pv
re-me an-la, ir
an-me
Fig. 15. Movimento sul piano frontale per la siner-
gia delle due diagonali omolaterali di an-la e re-la. Fig. 17. Associazione dei cf lungo le spirali per
attuare i gesti motori.

Se i cf di retro-latero torace (th), lombi (lu), pel- ante-latero e ante-medio della pelvi del lato opposto
vi (pv) del lato sinistro del corpo (Fig. 15) lavorano (Fig. 17). Nel tronco le spirali di ante-latero e ante-
in sinergia con i cf di an-la-th, lu, pv dello stesso medio lavorano assieme e in sinergia con l’intraro-
lato, allora il tronco si lateroflette sul piano fronta- tazione; le spirali di retro-latero e retro-medio lavo-
le. rano assieme e in sinergia con l’extrarotazione.
Le diagonali an-la e re-la controlaterali (antago- Mentre si accorcia la spirale che va dal torace
niste) riportano il tronco nella posizione iniziale anteriore di destra alla pelvi anteriore di sinistra, si
(eretta). allunga la spirale che va dalla pelvi posteriore di
Se si contraggono solo i cf della diagonale di an- sinistra alla spalla opposta. I lombi diventano il
la-th, lu, pv di destra, allora essi determinano il perno che permette questi movimenti opposti.
movimento di schema del tronco in ante-latero (Fig. La sinergia dei quattro cf del torace (an-la-th e re-
16). La contrazione dei cf di re-la-th, lu, pv di sini- la-th di destra e sinistra) provvede a mantenere aperta
stra (antagonisti) determinano il ritorno del tronco la cavità di questo segmento in senso latero-laterale
nella sua posizione di partenza. (Fig. 18). La sinergia di tutti i cf anteriori e posteriori,
Vediamo ora l’intervento dei cf in spirale: se una disposti lungo le diagonali (catenarie) di ante-latero e
persona vuole ad esempio prendere la cinghia del retro-latero, provvede a mantenere aperta l’intera
sedile dell’auto, allora lavorano i cf del torace di cavità del tronco in senso latero-laterale. Idem per i cf
ante-latero e ante-medio di destra assieme ai cf di di an-me e re-me (antero-posteriore).

re-la re-la
re-la + la + la

an-la th th
la sinergia
delle quattro
schema di diagonali di
ante-latero lu lu ante-latero e
retro-latero
verso destra
antagonista forma le
cavità interne
allo schema
di retro-latero pv pv
di sinistra
an-la an-la
Fig. 16. Spostamento del tronco nello schema Fig. 18. Sinergia delle quattro diagonali del tronco
intermedio fra ante e latero e ritorno nella direzione che contribuiscono a formare le cavità in senso
opposta. latero-laterale.

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10 PRINCIPI BASE

STRUTTURA MICROSCOPICA DEL


gangli intramurali
SISTEMA VEGETATIVO all'interno di ogni
Le tecniche di manipolazione fasciale, presentate unità organo-f
nella prima e seconda parte di questo libro, agiscono
sul contenitore per ripristinare la funzione dei gangli
microscopici del sistema vegetativo. Questi gangli, visceri
vasi
assieme alla rete neuronale intramurale, formano il
sistema metasimpatico8. Tale sistema è formato da
tanti neuroni quanti quelli del sistema nervoso cen- rete neuronale
intramurale di
trale ed è il vero motore dei visceri, dei vasi e delle gangli extramurali ciascun organo
ghiandole. Spesso la rete neuronale, che forma i ples- posti nelle fasce ghiand. (plessi Auerbach)
che uniscono
si di Meissner e di Auerbach (Fig. 19), è confusa con le tre unità o-f di
i gangli enterici o intramurali9. I gangli intramurali, una cavità
compresi nella fasce di contenzione, sono ammassi
di più neuroni vegetativi che gestiscono la peristalsi
di ciascuna unità o-f. Questi gangli sono posti in
Fig. 19. Gangli microscopici posti in parallelo a
parallelo a ciascuna unità o-f cioè all’interno dell’u- ciascuna unità o-f e in parallelo fra le unità o-f di un
nità o-f (intraunità). Ci sono poi dei gangli microsco- segmento.
pici extramurali (Fig. 19) compresi nelle fasce, che
collegano fra loro le unità o-f (interunità) di ciascuna
cavità corporea (torace, lombi, pelvi).
Riassumendo, la parte microscopica del sistema vi che hanno la capacità di assorbire energia come
vegetativo è formata da: degli accumulatori e di scaricarla in modo massivo
in base alla loro conformazione e alla necessità
– rete neuronale intramurale, formata da neuroni peristaltica dell’unità o-f nella quale sono inseriti.
collegati fra loro dal plesso di Auerbach e di La fisiologia degli organi interni quindi è deter-
Meissner; minata dal sistema vegetativo o autonomo.
– gangli enterici intramurali, formati da ammassi Durante i nostri trattamenti su pazienti con
di neuroni compresi nelle fasce di contenzione disturbi di origine neurovegetativa, abbiamo costa-
(intra-unità) di ciascuna unità o-f; tato che le disfunzioni legate alla peristalsi rispon-
– gangli extramurali, posti nelle fasce che collega- devano alla modifica della tensione del contenitore;
no fra loro le tre unità o-f (inter-unità) comprese mentre le disfunzioni dei sistemi (allergie, dermati-
in ciascun segmento corporeo. ti, ...) non si modificavano.
La rete neuronale intramurale scarica gli impul- Le disfunzioni della peristalsi riguardano gli
si nervosi in seguito allo stiramento; questo si rea- organi interni10, le cui pareti contengono i gangli
lizza per un effetto piezoelettrico, cioè la rete neu- sensibili allo stiramento (gangli intramurali). Se la
ronale trasforma lo stiramento in una scarica elet- parete del tronco è rigida, essa non si adatta alle
trica che va ad attivare i muscoli lisci. variazioni del volume del contenuto e questo fatto
I gangli microscopici intramurali di ciascuna impedisce lo stiramento delle pareti dei visceri e
unità o-f sono piccoli ammassi di neuroni vegetati- l’attivazione dei gangli intramurali. Infatti quest’ul-
timi, per essere stirati, devono essere impiantati in
una fascia estensibile con uno spazio libero che le
8
Comprendiamo nel metasimpatico quell’esteso complesso
permette di espandersi.
di fibre a costituzione plessiforme, con ganglietti microsco-
pici nei punti nodali, contenuto nella parete dei visceri (cuo-
re, intestino, stomaco, esofago, vescica, utero); ganglietti STRUTTURA MACROSCOPICA DEL
costituiti da poche cellule si trovano pure nel connettivo SISTEMA VEGETATIVO
interstiziale di molte e forse di tutte le ghiandole. I Neuroni
del metasimpatico sono dunque in rapporto materiale diretto Dopo aver costatato l’importanza dei gangli enteri-
col tessuto nel quale sono contenuti. Questi ganglietti sono ci, abbiamo ipotizzato una suddivisione del sistema
in connessione con fibre tanto simpatiche che parasimpati-
che. (Chiarugi G. 1975)
9
Nella compagine dei visceri si trovano numerosi gangli 10
La capacità dello stomaco di sapere cosa contiene e rispon-
terminali, piccoli o piccolissimi. Questi ultimi rappresentano dere di conseguenza spiega senza dubbio perché i chirurghi
una parte dei plessi nervosi che si estendono in ogni organo e potevano sezionare impunemente il nervo vago per il tratta-
sono situati negli involucri (gangli extramurali) o all’interno mento delle ulcere, prima che fossero introdotti gli H-bloccanti.
degli organi (gangli intramurali). (Helmut L. 1987) (Ghershon M.D. 2003)

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STRUTTURA MACROSCOPICA DEL SISTEMA VEGETATIVO 11

è sproporzionata la quantità di nervi e gangli asse-


ortosimpatico gnata al sistema ortosimpatico (nervi splancnici e
Distinzione fibre pregan.corte tutti i gangli para e prevertebrali) rispetto a quella
anatomica parasimpatico
fibre preg. lunghe
riservata al parasimpatico, ridotta quasi solo al ner-
vo vago13.
ortosimpatico Dal punto di vista fisiologico la distinzione
Divisione stimola, costringe
Distinzione basata sull’antagonismo non sempre è rispettata.
del sistema fisiologica parasimpatico
autonomo Questa incongruenza si nota non solo nell’innerva-
inibisce, dilata
zione delle ghiandole sudoripare14, ma anche nell’in-
ortosimpatico nervazione dei vasi15. Il Bortolami (2004) dice che
Distinzione adrenergico
chimica parasimpatico non c’è nessuna giustificazione per considerare le
colinergico due componenti del SNA fra loro antagoniste. I due
sistemi possono mandare impulsi inibitori o eccita-
Fig. 20. Parametri su cui si basa la medicina per tori in modo indistinto.
suddividere il sistema autonomo in orto e parasim- Dal punto di vista biochimico la distinzione fra
patico. le due componenti del sistema vegetativo basata sui
mediatori colinergico e adrenergico non regge di
fronte all’evidenza. I neuroni pregangliari sono
colinergici tanto nel simpatico che nel parasimpati-
autonomo diversa da quella proposta nei vari testi co (Guyton). Solo dopo i gangli prevertebrali e
tradizionali di anatomia e fisiologia. paravertebrali abbiamo diversi mediatori chimici16.
Ad esempio, nel capitolo riguardante il sistema Inoltre, dal punto di vista istologico, i neuroni e i
nervoso autonomo (SNA) del testo di Fisiologia uma- gangli para e orto sono uguali17,18.
na del Guyton A.C. troviamo scritto: “Il sistema ner- Tradizionalmente i gangli paravertebrali o cate-
voso autonomo si compone di due sezioni distinte, la na del simpatico e i gangli prevertebrali sono defi-
simpatica e la parasimpatica. I motivi di tale divisio- niti come gangli ortosimpatici19. Questa definizio-
ne sono i seguenti. Anzitutto, la distribuzione anato-
mica delle fibre nervose è diversa nelle due sezioni.
In secondo luogo, gli effetti delle due sezioni sui vari 13
Il nervo vago forma da solo il 90% di tutte le fibre
organi sono spesso antagonisti. In terzo luogo, le parasimpatiche. (Guyton A.C. 1980)
sostanze secrete dalle terminazioni nervose sono di 14
Malgrado il fatto che le fibre che innervano le ghiandole
solito diverse nei due sistemi.” (Fig. 20). sudoripare siano da un punto di vista anatomico simpatiche,
esse possono essere considerate fisiologicamente come
I principi, su cui si basano gli studiosi per suddi- parasimpatiche. (Guyton A.C. 1980)
videre il sistema nervoso autonomo in orto e para- 15
Forse la più importante funzione del sistema simpatico è
simpatico, offrono parecchi punti di contestazione. quella di controllare i vasi sanguigni di tutto il corpo. La
Dal punto di vista anatomico, la distinzione fra maggior parte dei vasi si restringe per stimolazione del
orto e parasimpatico, basata sulla lunghezza degli simpatico, ma alcuni, per esempio le coronarie, si dilatano.
assoni, non può reggere11 in quanto non solo il vago (Chiarugi G. 1975)
si getta con alcuni rami direttamente sulle pareti 16
È da notare che il numero delle fibre che escono da un
dei visceri, ma anche alcuni nervi splancnici vanno ganglio simpatico (postgangliari) sono molto più numerose di
quelle che vi arrivano (pregangliari), con un rapporto di 1/30.
direttamente sulle pareti dei vasi e dei reni12. Inoltre (Chiarugi G. 1975)
17
Nei plessi periferici le fibre simpatiche e parasimpatiche non
possono essere anatomicamente distinte. (Chiarugi G. 1975)
11
Sfortunatamente, la maggior parte delle persone divide 18
Per Langley il sistema nervoso enterico non deve essere
ancora il sistema nervoso autonomo in due parti: Langley usò considerato né simpatico né parasimpatico. Il rif lesso
la somiglianza degli emissari cranici e sacrali per definire una peristaltico coordina la contrazione a monte e il rilassamento
di queste parti sistema parasimpatico, e quella degli emissari a valle e questo costringe i contenuti intestinali verso la
toracico e lombare per definire l’altra sistema simpatico. direzione anale. (Ghershon M.D. 2003)
Secondo Langley, la differenza fondamentale tra i due sistemi 19
Le due divisioni del sistema nervoso autonomo (SNA) sono
era di tipo anatomico, basta sulla sede d’origine dei nervi pre- la divisione simpatica o toracolombare e la divisione
gangliari, e niente di più. (Ghershon M.D. 2003) parasimpatica o craniosacrale. La divisione simpatica consiste
12
I nervi splancnici passano attraverso i gangli paravertebrali nelle catene appaiate di gangli su ciascun lato della colonna
senza prendere sinapsi; alcune fibre prendono poi sinapsi nei vertebrale, nelle loro connessioni (rami comunicanti) con i
gangli prevertebrali, mentre altre si gettano direttamente nelle segmenti toracici e lombari del midollo spinale, nei nervi
pareti dei vasi (Benninghoff G. 1986). Nel torace il nervo splancnici e nei gangli celiaci e mesenterici con i loro assoni
grande splancnico fornisce filuzzi all’aorta, alla vena azygos per gli effettori viscerali. La divisione parasimpatica consiste
ed al dotto toracico. (Chiarugi G. 1975) in alcune fibre. (Taber 2007)

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12 PRINCIPI BASE

Ad esempio, la termoregolazione svolge non


Neurotrasmettitore colinergico pregangliare: acetilcolina
solo la vasodilatazione o vasocostrizione periferi-
ca, ma anche trasferisce il sangue dal centro alla
periferia e viceversa. La sinergia fra più apparati è
gestita dai gangli prevertebrali. Questa ipotesi è

n. frenici
n.

suffragata dal fatto che i gangli prevertebrali non


sp
gangli paravertebrali

sono presenti nei cordati inferiori, ma sono ben svi-


lan

n. vaghi
luppati solo negli omeotermi.
cn
ici

Occorre anche rivedere la funzione dei nervi


fegato provenienti dal sistema nervoso centrale; ad esem-
pio, il nervo vago non termina solo sulla parete dei
visceri, ma ha anche dei rami che vanno ai gangli
prevertebrali. Pure i nervi splancnici terminano
sempre con due rami principali: uno per i gangli
celiaco prevertebrali e uno per la parete dei vasi22 (Fig. 21).
reni I rami, che vanno alle pareti dei visceri e dei
ganglio vasi, modificano la peristalsi degli apparati in fun-
prevertebrale intestino zione degli elementi percepiti dagli organi di senso.
I rami, che vanno ai gangli, servono invece per
modulare la funzione degli apparati in base alle
Diversi nervi e neurotrasmettitori postgangliari
necessità dei sistemi interni ed esterni.
Fig. 21. Gangli vegetativi paravertebrali e preverte- Sugli apparati agiscono, quindi, tre impulsi neu-
brali. rovegetativi (Fig. 22):
– quelli originati dai gangli microscopici extra-
murali,
– quelli provenienti direttamente dal cervello tra-
ne non corrisponde alle loro connessioni e alle loro mite il primo ramo dei nervi vago, splancnici e
funzioni; infatti: frenici;
– i gangli paravertebrali mandano alla fascia – quelli modulati dai gangli prevertebrali.
superficiale impulsi adrenergici (ortosimpatici) I gangli macroscopici sono contenuti nelle fasce
e colinergici (parasimpatici), prevertebrali23 e quindi non possono risentire lo sti-
– i gangli prevertebrali sono raggiunti da fibre ramento delle fasce di contenzione dei visceri o dei
nervose provenienti dal vago20, dai nervi splanc- vasi e nemmeno la compressione proveniente dal
nici e dal frenico (Fig. 21); contenitore.
– dai gangli prevertebrali partono molti assoni21, La manipolazione, quindi, può agire sui gangli
che vanno ad innervare i visceri, i vasi e le para e prevertebrali solo tramite le afferenze con-
ghiandole. Solo dopo i gangli prevertebrali dotte dai nervi vegetativi provenienti dalla fascia
abbiamo diversi neurotrasmettitori (adrenalina, superficiale (“Parte III” di questo libro).
acetilcolina, serotonina, ecc.). I gangli paravertebrali sono collegati tramite i
Quindi questi gangli macroscopici non sono nervi periferici alla fascia superficiale e quindi ai
ortosimpatici, ma sono piccoli cervelli che gestisco- sistemi cutaneo, adiposo e linfatico.
no le funzioni degli apparati interni in sinergia con
le richieste dei sistemi esterni, posti nella fascia
superficiale che è a contatto con l’ambiente.
22
Il n. grande splancnico nel torace fornisce rami all’aorta,
alla vena azygos e al dotto toracico; nell’addome si getta subi-
20
Negli essere umani vi sono soltanto circa duemila fibre to nel corrispondente ganglio celiaco. Il piccolo splancnico si
nervose pregangliari nel nervo vago, di contro vi sono oltre un risolve nell’addome in tre ordini di rami: i superiori vanno al
centinaio di milioni di neuroni nell’intestino tenue. Tale dispa- ganglio celiaco, gli inferiori discendono nel plesso renale.
rità indica che la maggioranza dei neuroni presenti nell’appa- (Chiarugi G. 1975)
rato gastrointestinale non riceve alcun input dal sistema ner- 23
Il ganglio cervicale superiore è applicato sulla fascia pre-
voso centrale. (Ghershon M.D. 2003) vertebrale e con l’intermezzo di questa, sul muscolo lungo
21
È stato notato che il numero delle fibre che escono da un della testa; è in rapporto in avanti col fascio nerveo-vascolare
ganglio simpatico (postgangliari) sono molto più numerose di del collo. Il tronco del simpatico toracico incrocia i nervi
quelle che vi arrivano (pregangliari). (Rapporto 1 a 30) (Chia- intercostali ed è coperto dalla pleura parietale. (Chiarugi G.
rugi G. 1975) 1975)

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STRUTTURA MACROSCOPICA DEL SISTEMA VEGETATIVO 13

sottomucosa: plesso Meissner


rete neuronale
mienterica: plesso di Auerbach
per ciascuna unità of
gangli in
g. intramurali parallelo vi-cl, th, lu, pv; va-cl, Tensostrut.
lu, pv, gl-cl, th, lu, pv
Gangli
gangli in fra unità o-f: piccolo
microscopici
parallelo omento, membrana
broncopericardica,
g. extramurali
gangli per sequenze
gangli in
serie orto, para, adenosim. Catenarie
nervi dal SNC: vago

catena dei gangli con rami


pregangliari comunicanti
g. paravertebrali
bianchi e postgangliari
grigi per i nervi periferici
Gangli Quadranti
macroscopici cervicali
raggiunti dal
g. prevertebrali stellato 2° ramo dei
celiaco n. vago, frenico
mesenterici

Fig. 22. Nuovo schema del sistema nervoso autonomo o vegetativo.

La manipolazione della fascia superficiale, po ha una sua utilità, infatti un segnale profondo
modificando le alterazioni di questi sistemi perife- non avrebbe senso, per il fatto che nessun animale
rici, manda impulsi afferenziali ai gangli paraverte- potrebbe agire sulle fasce profonde. Mentre un pru-
brali e a cascata ai gangli prevertebrali. rito o un dolore a livello della parete del tronco
L’innervazione sensoriale degli organi interni è induce l’animale al grattamento e così facendo
localizzata solo sulle fasce di inserzione collegate modifica le tensioni esterne ed interne che distur-
con la parete del tronco24. Questa strategia del cor- bano la peristalsi.

24
Il peritoneo viscerale non contiene fibre nervose afferenti.
Il dolore viscerale è causato dallo spasmo muscolare, ischemia
e conseguente coinvolgimento del peritoneo parietale. Il peri-
toneo parietale è innervato segmentariamente dai nervi spina-
li che innervano i muscoli sovrastanti. (Baldissera F. 1996)

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