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Le disfunzioni della sequenza vascolare riguardano – problemi circolatori del capo (catenarie di con-
l’apparato circolatorio (ACI) e l’apparato urinario trollo);
(AUN). – stasi circolatoria dell’arto superiore (punti cer-
L’apparato circolatorio comprende la grande e la niera e distali);
piccola circolazione e la pompa principale (cuore). – disfunzioni circolatorie dell’arto inferiore.
L’apparato urinario comprende il filtro del san- Per l’apparato circolatorio i punti delle cernie-
gue (reni) e il punto di raccolta dell’urina (vescica). re e dei tensori distali non hanno una funzione
All’interno della parete dei vasi, degli ureteri e del- tensiva, ma indicano dove ispezionare i polsi
la vescica c’è una rete neuronale che eccita per sti- arteriosi.
ramento i muscoli lisci. Il trattamento si attua sui cc e i cf collegati con
le guaine vascolari, che sono comprese fra le fasce
muscolari. La contrazione dei muscoli aiuta il ritor-
DATI: DISFUNZIONI DELLA SEQUENZA no del sangue. Se le fasce muscolari sono densifica-
VASCOLARE te, non aiutano il ritorno, ma ostacolano sia l’andata
Le disfunzioni della sequenza vascolare compren- che il ritorno del sangue.
dono quelle specifiche della circolazione sanguigna La verifica palpatoria si deve concentrare sui
e quelle dell’apparato urinario. punti dove ci sono i restringimenti fasciali attorno
Le disfunzioni dell’apparato circolatorio posso- alle guaine vascolari93.
no essere centrali o periferiche. Per disfunzioni Le disfunzioni dell’apparato urinario compren-
centrali si intendono quelle del cuore, aorta e vasi dono anche alcune disfunzioni degli organi collega-
compresi nel tronco. Le disfunzioni periferiche ti alla procreazione; per questo motivo esso è chia-
comprendono i problemi circolatori delle estremità: mato anche genitourinario. L’apparato circolatorio
capo, arto superiore e inferiore (Fig. 11.1). Il tratta- può essere coinvolto nel deficit dell’erezione, men-
mento delle disfunzioni centrali consiste nel deter- tre l’apparato endocrino è coinvolto nell’infertilità
minare la catenaria sofferente e poi nel ricercare al (oligospermia, sterilità). Quindi gli organi genitali
suo interno i punti più densificati. Spesso la soffe- possono essere collegati a più apparati.
renza circolatoria centrale è accompagnata da Il trattamento dell’apparato urinario segue le
disfunzioni del circolo periferico: indicazioni degli altri apparati: verifica palpatoria
delle tre catenarie dei lombi (reni) e della pelvi
(vescica e uretra); verifica palpatoria dei punti cer-
niera della coscia e dei tensori distali. Quasi sempre
sono coinvolti i tensori di ante-medio e di retro-
Angina pectoris, medio, in quanto le fasce retroperitoneali sono in
Apparato iperpressione, diretta continuità con le fasce dei muscoli mediali
circolatorio aritmie: tachicardia dell’arto inferiore.
arterite obliterante
stasi venosa
Disfunzioni
sequenza
vascolare Calcolosi renale,
ritenzione urinaria,
Apparato cistite, uretrite,
urinario
enuresi,
perdite urinarie
93
L’avventizia dei vasi è il rivestimento esterno costituito da
fibroblasti e da fibre collagene associate, orientate per la mag-
gior parte in senso longitudinale. La lamina esterna si fonde
Fig. 11.1. Disfunzioni più frequenti della sequenza gradualmente con il tessuto connettivo lasso situato intorno al
vascolare (ACI, AUN). vaso. (Baldissera F. 1996)
Trachea
Fascia retroperitoneale
addossata alle vertebre
Lo spazio sottoperitoneale94 del bacino comunica con gli spazi retroperitoneali, tramite una serie di fasce
e legamenti che accompagnano i seguenti vasi:
– legamento sacro-retto-genito-pubico, che corrisponde alla lamina dell’arteria iliaca interna;
– legamenti e ali del retto, che corrispondono alle lamine delle vene rettali;
– fascia prostato-peritoneale di Denonvillers, che corrisponde alla lamina dei vasi deferenziali e delle
vescicole seminali;
– legamento largo dell’utero, che corrisponde alla lamina che accompagna l’arteria uterina e ovarica;
– fascia ombelico-prevescicale, che corrisponde alla lamina che ingloba i vasi vescico-ombelicali.
Queste fasce evidenziano la continuità della sequenza vascolare, che si porta dalla zona retroperitoneale
a quella sottoperitoneale e paravescicale. Queste fasce interne sono in comunicazione con le fasce
muscolari, tramite il canale adduttorio e la membrana otturatoria.
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Lo spazio sottoperitoneale è in comunicazione, a livello del grande e del piccolo forame ischiatico e a livello del foro ottura-
torio, con le due regioni glutea e otturatoria. Le raccolte purulente o emorragiche originate in questo spazio possono invadere
la regione glutea o la radice della coscia. Il tessuto cellulo-adiposo sottoperitoneale del bacino, che contiene numerose fibre
muscolari lisce, si dispone addensandosi attorno ai vasi e con ciò forma le lamine fibrovascolari. (Testut 1987)
La prima verifica
SE-VA catene
palpatoria si ACI AP
tronco tronco
attua sulle tre
catenarie
anteriori e
posteriori del
tronco.
Qualsiasi
catenaria può
interferire sulla
circolazione
degli organi
catenarie catenarie interni.
an-me-th re-me-th Se risulta rigida catenaria catenaria
lu e pv lu e pv 2 quella antero- an-me-th re-me-th
an-me-lu re-me-lu
an-la-th re-la-th
posteriore, allora an-me-pv re-me-pv
lu e pv lu e pv la si tratta.
ir-th, lu, pv er-th,lu,pv
Fig. 11.6. Vasi interni del tronco rapportati Fig. 11.7. Trattamento della catenaria AP
agli organi che vanno ad irrorare. per disfunzioni circolatorie interne del tronco.
Se risultano più
ACI LL sensibili i cf LL, ACI OB
tronco allora il tronco
trattamento verte
su questi punti.
Se la verifica
palpatoria trova
ir o er, allora si
trattano i punti
della catenaria
obliqua.
Fig. 11.8. Trattamento della catenaria LL, Fig. 11.9. Trattamento della catenaria
in presenza di disfunzioni circolatorie OB, se alla verifica palpatoria risulta den-
interne. sificata.
catenaria catenaria
Arteria occipitale
la-cp 2 an-me-cp 1
Arteria e vena temporale superficiale La distribuzione an-la-cp 2 an-me-cp 3
an-la-cp 3 ACI an-cp 3
circolatoria capo
periferica del catenaria
capo è disposta ir-cp 2
secondo le tre ir-cp 3
catenarie:
an-me, re-me e
Arteria vena latero-laterale.
faciale
Arteria carotide Le tre catenarie
interna
Arteria vertebrale del capo per
Arteria carotide l’ACI non hanno
comune una funzione di
controllo, ma
servono solo per
ricercare le
densificazioni,
che ostacolano cerniera
la circolazione an-me-cl
A. tiroidea inferiore del collo e del an-cl
Arteria succlavia che dà origine a: capo.
arteria tiroidea inferiore,
cerniera cerniera
a. vertebrale, a. cervicale ascendente re-me-cl an-la-cl
re-cl la-cl
Fig. 11.10. Arterie e vene principali, che Fig. 11.11. Punti principali delle catenarie
dalla cerniera del collo salgono al capo. del collo e del capo.
Nel cranio come nel resto del corpo, arterie e – arteria pericardicofrenica, che fornisce di sangue
vene hanno andamento parallelo. Spesso i movi- il pericardio e decorre parallela al nervo frenico;
menti delle arterie contribuiscono a far refluire il – arteria tiroidea inferiore, che irrora la parte infe-
sangue nelle vene adiacenti. Arterie e vene spesso riore della tiroide.
prendono il nome delle aree del corpo in cui si L’arteria carotide comune è compresa con la
ramificano. vena giugulare nel fascio vascolonervoso del collo.
L’arteria brachiocefalica è il più grosso dei rami A livello della quarta vertebra cervicale si divide in
dell’arco aortico; si divide nelle arterie carotidi carotide esterna ed interna, e in questo punto di
comuni e nell’arteria succlavia destra. L’arteria suc- divisione si formano:
clavia sinistra ha origine direttamente dall’aorta.
L’arteria succlavia, fuoriuscendo al disopra della – il seno carotico, che funziona come pressocetto-
prima costa, può venire compressa quando il brac- re (controllo della pressione);
cio viene trazionato in basso e in dietro, se le sue – il glomo carotico, che funziona come chemiore-
guaine non sono elastiche. cettore (controllo del pH ematico).
L’arteria succlavia passa, girando in fuori, tra il La carotide esterna forma l’arteria temporale
m. scaleno anteriore e medio per portarsi nella superficiale, l’arteria facciale e altre arteriole.
regione laterale del collo; se la guaina non è mobile Il complesso venoso della testa è formato anche
rispetto ai tessuti circostanti, crea la sindrome dello da numerosi plessi e seni:
scaleno. – i plessi sono formazioni di vasi anastomizzati e
L’arteria succlavia e la vena succlavia sono in cisterne, che defluiscono nelle vene giugulari;
connessione con la fascia subclaveare e danno ori- – i seni sono canali a sezione circolare con lacune,
gine ai vasi della sequenza ghiandolare: che decorrono nello spessore della dura madre
– arteria toracica interna, che fornisce rami per il encefalica; a loro afferiscono le vene del cervello,
timo e per il mediastino; del cervelletto, del ponte e del midollo allungato.
arto
Arteria succlavia La manipolazione ACI superiore
Vena succlavia dei punti cerniera
Arteria ascellare anteriori sono
Vena ascellare molto utili per
liberare le guaine
Arteria brachiale vascolari.
Vena cefalica
Vena basilica
Le disfunzioni
Arteria radiale circolatorie dell’arto
Arteria ulnare superiore iniziano
cerniera
nel trigono degli an-la-sc 1,2
Vena basilica scaleni (an-la-sc) o per il trigono
scaleno e per
Vena cefalica sotto il piccolo stretto claveare
pettorale cerniera
(an-me-sc). an-me-sc 1,2
per la sindrome
Arco arterioso piccolo pettorale
Arco venoso cerniere
palmare re-la-sc e
re-me-sc
Fig. 11.12. Arterie e vene dell’arto supe- Fig. 11.13. Punti cerniera per la prima
riore, verifica palpatoria.
Dopo il trattamento
ACI dei punti cerniera
si ispezionano i
punti muscolari,
cominciando dal
an-me-sc cc me-hu e me-cu. la-ca, loggia estensori
cerniera radiali carpo, vene e
guaina vascolare arterie radiali
ACI
arto arto
superiore superiore
Fig. 11.14. CC del braccio, che hanno Fig. 11.15. CC dell’avambraccio, che
specifici rapporti con le guaine vascolari hanno specifici rapporti con le guaine
(da G. Chiarugi e L. Bucciante, Istituzioni vascolari (da G. Chiarugi e L. Bucciante,
di anatomia dell’uomo, vol. 2, Piccin Nuo- l.c., modificata).
va Libraria, 1983, modificata).
Vena femorale
Arteria femorale Si possono trovare
ostruzioni dirette
nella parte
antero-mediana e cerniera
Arteria tibiale post. trazioni indirette an-la-pv 2 per
arteria iliaca
Vena tibiale post. dai cf retro-latero e cc an-cx per
arteria femorale
Arteria tibiale ante. re-me-cx
Vena tibiale ante. re-la-cx
tensione
Arto emostatica
inferiore della coscia
Arco venoso dorso
Arcata arteriosa
Fig. 11.16. Arterie e vene dell’arto inferio- Fig. 11.17. Punti cerniera per la verifica
re. palpatoria.
an-cx o cerniera
Dopo il trattamento
che agisce sulla dei punti cerniera,
arteria femorale si ispezionano
me-cx che traziona i punti mediali
in prossiale la della coscia
membrana vast.
ed eventualmente
ir-cx che agisce la-ta agisce sulla
sulla arteria quelli opposti.
femorale profonda loggia dei peronieri
e vasi peronieri
ACI
arto
ACI inferiore arto
inferiore
Fig. 11.18. CC delle coscia e ginocchio, Fig. 11.19. CC della gamba, che hanno
che hanno una connessione diretta con le una connessione indiretta con le guaine
guaine vascolari (da G. Chiarugi e L. Buc- vascolari (da G. Chiarugi e L. Bucciante,
ciante, l.c., modificata). l.c., modificata).
Fig. 11.20. Palpazione del polso carotideo. Fig. 11.21. Palpazione del polso radiale.
Fig. 11.22. Palpazione del polso femorale. Fig. 11.23. Palpazione del polso tibiale posteriore.
96
L’arterite temporale è un’infiammazione cronica, relativamente comune, delle arterie temporale, occipitale od oftalmica,
identificata su campioni patologici per la presenza di cellule giganti. Essa causa un ispessimento dell’intima, con restringimen-
to e infine occlusione del lume. La causa è sconosciuta. (Taber 2007)
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Polso piccolo e debole per ipovolemia, polso ampio e intermittente per ansia o febbre, polso alternante per insufficienza ven-
tricolare, polso bigemino (pulsus bigeminus, trigeminus) per disordini del ritmo, polso paradosso per asma bronchiale o versa-
mento pericardico, ecc. (Seidel H. 1991)
Fig. 11.24. Trattamento del cc me-ge, per la mem- Fig. 11.25. Trattamento della loggia degli esten-
brana vastoaduttoria. sori.
Fig. 11.26. Trattamento del cc re-cx. Fig. 11.27. Trattamento del cc la-ta.
Paziente disteso sul fianco Paziente prono con la gamba flessa in fuori
I grossi vasi che irrorano l’arto inferiore sono posti I vasi compresi nella guaina dei muscoli peronieri
nel canale adduttorio, che è coperto dalla membra- possono soffrire in presenza della densificazione
na vastoaduttoria (Fig. 11.18). Questa fascia è in fasciale. La manipolazione del cc la-ta, rendendo
continuità con la banderella arciforme della fascia più scorrevole la fascia muscolare, toglie il laccio
lata. Quest’ultima è a sua volta tensionata in senso emostatico, che indirettamente agisce sulla sotto-
posteriore dal grande gluteo. Ecco, quindi, spiegato stante guaina vascolare. In presenza di flebiti della
il perché la manipolazione posteriore può essere vena safena o di grosse vene varicose, si tratta la
utile nel caso di sofferenza circolatoria mediale fascia muscolare diametralmente opposta alla
dell’arto inferiore. sede sofferente.
Case report
Un impresario di 42 anni presenta una sofferenza circolatoria di tutto l’arto inferiore destro (Fig. 11.28).
Da circa otto mesi il paziente deve camminare con le stampelle, in quanto se carica sull’arto destro ha la
sensazione che la gamba scoppi. Si ipotizza la sofferenza della SE-VA e in particolare dell’apparato circo-
latorio dell’arto inferiore. La verifica palpatoria delle catenarie di controllo ante e retro evidenzia una sen-
sibilità dei cf an-me-pv 2* bi. Si passa alla verifica palpatoria dei punti cerniera dell’arto di destra, dove
sono sensibili i punti me-cx**, re-me-cx*. I punti distali sono tutti sensibili, in conseguenza della soffe-
renza circolatoria. I punti del tronco e della cerniera, trovati con la palpazione, indirizzano il trattamento
sul tensore an-me, partendo dalla coscia e ginocchio. Il cc me-ge è molto duro e sensibile. Durante il trat-
tamento di questo punto, il paziente ha l’impressione come se si aprisse una chiusa lungo i vasi sanguigni.
Subito dopo il trattamento, il paziente riesce ad appoggiare il piede per terra senza avere la sensazione che
la gamba scoppi.
o rt o
– punto in cui gli ureteri penetrano nella pelvi,
si m
– a livello della giunzione con la vescica.
pa
ti c
Disfunzioni Le disfunzioni dell’apparato urina-
o
rio riguardano le alte vie urinarie (pielonefriti,
p ar
as
malattie renali e perirenali) e le basse vie urinarie pa
im
(cistiti, prostatiti, uretriti, disuria, enuresi, inconti- t ic
n er
o
nenza, ecc.). vo pu
de
nd o Sfintere interno
L’urina contiene normalmente il 95% di acqua e v olo
ntario
il 5% di composti organici (urea, creatina, ecc.) o di Sfintere esterno
composti minerali (cloruri, calcio ecc.). In molte
patologie questi composti variano, causando: acidi- Fig. 11.29. Innervazione della vescica da parte del
tà elevata, alcalinità, proteinuria, ecc. sistema nervoso vegetativo.
Un adulto elimina circa 1500 ml d’urina al gior-
no, ma ci sono disfunzioni in più (poliuria) e in
meno (oliguria). L’urina permette l’espulsione dei
residui del metabolismo e di altre sostanze tossiche, sa98, anche perché non è del tutto chiaro il mec-
mantenendo così la pressione osmotica e l’equili- canismo di inibizione. Come può infatti il plesso
brio acido-basico normali. pudendo di origine parasimpatica eccitare la con-
trazione del muscolo detrusore della vescica e
Innervazione vegetativa Il riflesso della min-
contemporaneamente inibire il muscolo sfintere?
zione è coordinato dalle fasce: quando il volume
Normalmente i nervi conducono solo impulsi
di urina supera circa i 300 ml, viene stirata la
eccitomotori e non inibitori, quindi riesce difficile
fascia perivescicale che a sua volta eccita la rete
capire come lo stesso plesso possa eccitare alcuni
neuronale intramurale che, nell’animale e nel bam-
muscoli ed inibirne altri.
bino piccolo, causa la contrazione dei muscoli lisci
Il meccanismo miogeno, che regola la distensio-
e lo svuotamento della vescica. Nell’uomo adulto ne della parete degli ureteri e dell’uretra, corrispon-
si sviluppa il controllo volontario: la distensione de allo stesso meccanismo che abbiamo visto
della parete vescicale eccita le fibre afferenti sen- nell’intestino. Quando l’urina arriva nell’uretra,
soriali che trasmettono l’informazione al midollo dilata la parete fasciale e questo eccita la rete neu-
e al cervello. Il sistema nervoso centrale può ini- ronale del metasimpatico. I neuroni intramurali
bire o assecondare il riflesso della minzione in fanno contrarre la muscolatura liscia a monte e per
quanto gestisce lo sfintere uretrale esterno tramite riflesso si rilassa quella a valle. Questo meccani-
il nervo pudendo (Fig. 11.29). Questo sfintere è smo spinge avanti l’urina e viene interrotto a livello
collocato all’interno dei muscoli striati: muscolo
trasverso profondo del perineo che circonda l’ure-
tra a spirale, elevatore dell’ano e muscolo pubo-
coccigeo. 98
La sezione delle fibre del plesso ipogastrico simpatico, e del
Nei testi di fisiologia si spiega la minzione parasimpatico sacrale danno risultati, ora vantati come ottimi,
ora giudicati come estremamente insoddisfacenti. Da questi
come la conseguenza di impulsi parasimpatici e risultati possiamo dire che le attuali scarse conoscenze sulla
ortosimpatici inibenti e facilitanti. L’innervazio- disposizione e suddivisione delle fibre simpatiche e parasim-
ne da parte del sistema vegetativo è controver- patiche è indefinita. (Testut L. 1987)
La verifica
SE-VA palpatoria si AUN
attua nelle tre
catenarie
anteriori,
facendo poi il
confronto con le
tre catenarie
posteriori
Fig. 11.31. Verifica palpatoria della SE-VA Fig. 11.32. Se risultano solo catenarie del-
in quanto spesso sono presenti disfunzioni la pelvi allora AUN. Trattamento catenaria
ACI e AUN. AP e tensori distali.
Se la verifica
palpatoria trova
AUN sensibili le AUN
catenarie latero-
laterali del
tronco, allora si
trattano i cf ante-
latero e retro-
latero
Le catenarie
catenarie catenarie oblique si catenarie catenarie
an-la-lu re-la-lu continuano ir-lu, pv er-lu, pv
an-la-pv re-la-pv
nella gamba: cerniere cerniera
cerniera cerniera intra intra con ir-cx er-cx
an-la-cx re-la-cx an-me e me-cx re-la-cx
extra con re-la
tensori tensori tensori
an-la-ta tensori an-me-ta
re-la-ta re-la-ta
Fig. 11.33. Trattamento catenaria latero- Fig. 11.34. Trattamento catenaria obliqua.
laterale.
Fig. 11.35. Trattamento del cf an-me-lu 2. Fig. 11.36. Trattamento del cf an-me-pv 2.
Fig. 11.37. Trattamento del cc ir-cx. Fig. 11.38. Trattamento del cf an-me-ta 1.
Fig. 11.39. Trattamento del cf re-me-lu 1. Fig. 11.40. Trattamento del cf re-me-pv 1.
Fig. 11.41. Trattamento del cf re-me-cx. Fig. 11.42. Trattamento del cf re-me-pe 1.
alternare TRATTAMENTO
ir-lu, er-lu Si manipolano i punti segnati
pv, ir-cx... nella griglia in alternanza
Case report
Luca ha 26 anni e da otto mesi soffre di fitte in zona vescicale, che si ripetono più volte al giorno (Fig. 11.43).
L’ecografia e l’urologo non hanno evidenziato nulla. In precedenza il paziente ha avuto degli episodi tran-
sitori di lombalgia con dolori al coccige. Sei anni prima è stato operato al legamento crociato del ginocchio
destro. La verifica palpatoria per l’apparato urinario evidenzia la catenaria obliqua del tronco (ir-pv p
bi***, er-lu bi**, er-pv bi*). La verifica palpatoria dei punti cerniera riscontra sensibili ir-cx maggiormen-
te a destra. I punti distali del talo sono poco sensibili, mentre è sensibile il cf an-me-ge 1 dx**. Il tratta-
mento di questi punti viene attuato in alternanza fino alla loro completa fluidificazione.
Dopo un mese il paziente telefona per riferire che le fitte in zona vescicale non si sono più presentate.