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Capitolo 7

TENSOSTRUTTURA CEFALICA TCP

Nel cranio ci sono tre cavità ossee, all’interno di


ciascuna cavità troviamo due unità o-f: Blefarospasmo
Unità o-f Congiuntivite
– nella cavità orbitale abbiamo l’unità o-f della vista e Diplopia
stereognosia
vista e quella per la stereognosia; Strabismo
– nella cavità mastoidea abbiamo l’unità dell’udito Tinniti
e quella per la statokinestesia; Disfunzioni Unità o-f Eustachite
– nella cavità bucco-nasale abbiamo l’unità del unità o-f udito e
cefaliche Vertigini
statokinestesia
gusto e quella dell’olfatto. Malat. Ménière
Iposalivazione
Unità o-f Stomatiti
DATI: DISFUNZIONI DELLA TCP gusto e Riniti
olfatto
Il paziente, con l’alterazione della tensostruttura Sinusiti
cefalica, lamenta sensazioni anomale, che spesso
sono etichettate come psicosomatiche: senso di ten- Fig. 7.2. Disfunzioni delle unità o-f del capo.
sione al volto, occhi stanchi, offuscamento della
vista, problemi maxillofacciali, tinniti, otiti, sinusi-
ti, mal di testa, difficoltà a concentrarsi, disturbi
del sonno, squilibri del sistema vegetativo, ecc. del capo (Fig. 7.2): congiuntivite, diplopia, tinniti,
(Fig. 7.1). stomatiti, riniti.
La diagnosi del medico curante può essere: mio- La tensostruttura cefalica è diversa dalle altre,
pia, sublussazione temporo-mandibolare, cefalea in quanto la contenzione è attuata in prevalenza da
muscolotensiva, insonnia, depressione, disturbi tessuto osseo. Nelle tre cavità formate dalle ossa
dell’umore, ecc. craniche ci sono i principali organi di senso, che
Il fasciaterapeuta registra nella cartella i dati sono sensibili alle minime variazioni luminose,
come riferiti dal paziente, aggiungendo di seduta in sonore e chimiche. Questi organi sono detti anche
seduta le nuove sensazioni. telerecettori, in quanto percepiscono immagini,
Le unità o-f del capo, essendo comprese in cavi- suoni e odori lontani dal corpo.
tà ossee, vengono disturbate solo marginalmente Se aumenta anche di poco la tensione delle fasce
dalla tensostruttura cefalica formata dai piccoli o membrane di inserzione di queste unità o-f, c’è
muscoli del volto. Con lo studio degli apparti (foto- subito un’interferenza sulla capacità degli organi
recettore, meccanorecettore e chemorecettore) si recettoriali di percepire i piccoli stimoli esterni.
presenterà nei dettagli il trattamento degli organi

Ipotesi
La tensostruttura cefalica possiamo considerarla
Senso di tensione formata da due tensostrutture: una anteriore costi-
alla faccia, tuita dalla fascia superficiale della faccia (SMAS),
Tensostrut.
spasmi palpebre, e una posteriore costituita dalla fascia superficiale
Anomalie tic nervosi ....
del cranio (galea capitis).
tensostrut.
cefalica La tensostruttura anteriore (faccia) deve sincro-
Dolore craniale nizzarsi con i piccoli muscoli delle sei unità o-f
Dolore temporale
Ancoraggi
Dolore nucale
contenute nel volto. La tensostruttura posteriore
Dolore ... (galea capitis) deve sincronizzarsi con le tensioni
provenienti dal collo (riflessi tonici del collo per la
Fig. 7.1. Sensazioni collegate alla TCP. percezione della tridirezionalità).

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78 TRATTAMENTO DELL’UNITÀ ORGANO-FASCIALE

Scalpo o derma con il cuoio


capelluto

Tessuto connettivo lasso con il


retinaculum cutis superficiale

Galea capitis o fascia superficiale

Fascia temporale vista in


trasparenza

Ipoderma nucale

Padiglione auricolare

Fascia masseterica, in parte


ricoperta dalla parotide

Fig. 7.3. Galea capitis o fascia superficiale, fascia temporale o fascia profonda.

Il padiglione auricolare e anche il timpano55 sono innervati da tre nervi distinti, che trasportano sia impulsi
motori, sia afferenze sensoriali e sia stimoli neurovegetativi. Solo se queste afferenze arrivano al cervello
in modo coordinato, esse danno delle informazioni, altrimenti provocano dei disturbi. La manipolazione
della tensostruttura cefalica deve individuare i punti che alterano il tensionamento fisiologico delle fasce,
che convergono verso il timpano.
Quando si presenterà l’apparato meccanorecettore, si daranno le indicazioni per manipolare alcuni punti
del padiglione auricolare, in modo da stimolare i nervi periferici che interagiscono con i nervi interni.

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I nervi per la membrana del timpano provengono: dal nervo vago, dal nervo trigemino per lo strato cutaneo e per lo stato
mucoso da un ramo del nervo glossofaringeo. La ricca innervazione della membrana del timpano spiega la sua squisita sensibi-
lità ed i numerosi riflessi di cui essa può essere origine sia allo stato normale che in condizioni patologiche. (Testut 1987)

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TENSOSTRUTTURA CEFALICA TCP 79

Cuoio capelluto ancora in sede

Incisione del cuoio capelluto


sotto il muscolo occipitale

Superficial Muscular Aponeurotic


System (SMAS)

M. sternocleidomastoideo, dopo
aver tolto il tessuto adiposo

Tessuto adiposo sottocutaneo

M. trapezio, dopo aver tolto tutto


l'ipoderma

Tessuto adiposo bruno

Strato superficiale dell'ipoderma,


con lobuli adiposi compresi nel
retinaculum cutis

Fig. 7.4. Visione dell’ipoderma della regione retro-laterale del collo e scapola destra.

La tensostruttura della faccia è collegata con quella cranica, in quanto le tensioni dello SMAS interagisco-
no con quelle della galea capitis; ad esempio il muscolo frontale56 della galea capitis origina dal muscolo
orbicolare dell’occhio. La tensostruttura della faccia è collegata tramite la mandibola anche con la tenso-
struttura cervicale, in quanto le funzioni fonatorie, masticatorie e di deglutizione della mandibola sono inse-
parabili da quelle sinergiche della faringe e laringe.
Queste anticipazioni servono per capire perché sulle disfunzioni degli organi del capo sarà più utile il trat-
tamento delle catenarie di controllo (vedi “Parte II”).

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Il muscolo frontale inizia nella cute sopra la regione sovraccigliare e termina nella galea. Il m. frontale è antagonista dell’or-
bicolare dell’occhio, le cui fibre esso attraversa per la gran parte verticalmente. In questo modo esso può sollevare un po’ le
palpebre. (Benninghoff 1986)

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80 TRATTAMENTO DELL’UNITÀ ORGANO-FASCIALE

VERIFICA PALPATORIA E TRATTAMENTO ciale o strato membranoso dell’ipoderma o galea


DELLA TENSOSTRUTTURA CEFALICA capitis. I muscoli occipito-frontali sono compresi in
TCP questo strato intermedio dell’ipoderma. Questo
La tensostruttura cefalica è formata soprattutto strato è abbastanza consistente, in quanto deve resi-
dalla fascia superficiale e dai piccoli muscoli com- stere alle trazioni dei vari muscoli pelliciai del neu-
presi al suo interno. Essa è intimamente unita alla rocranio (occipito-frontali e auricolari) (Fig. 7.7).
fascia profonda e questa a sua volta è fusa in molti
punti con il periostio della scatola cranica e della
mascella. Le fasce e i muscoli del capo, nonostante
le loro aderenze, possono essere suddivisi in tre
Tensostruttura galea capitis
strati (Fig. 7.5):
LL
– muscoli compresi solo nella fascia superficiale; AP
– muscoli che originano dalle ossa e terminano
nella cute e fascia superficiale;
– muscoli compresi solo nella fascia profonda e
che originano e terminano sulle ossa.

LL
OB
M. occipitale
Galea M. frontale
capitis AP
Fascia Mm. auricolari
superficiale Mm. orbicolari
SMAS Tensostruttura
dell'occhio OB
faccia SMAS
della bocca ...
FASCE Corrugatore sopracciglio
F. osteo- Fig. 7.7. Tensostruttura della galea capitis.
cefaliche Elevatore dell'ala nasale
cutanea
Zigomatico, buccinatore

M. temporale
F. profonda M. massetere
Nell’uomo questi muscoli del pannicolo carnoso
Mm. pterigoidei
hanno una funzione ben precisa. Essi devono man-
Fig. 7.5. Fasce cefaliche analizzate a strati. tenere la galea in una tensione basale perfetta, in
modo che essa possa recepire gli spostamenti del
capo nello spazio e le tensioni provenienti dai
muscoli degli occhi e del collo. Infatti la galea capi-
Analizziamo gli strati delle fasce del cranio per tis è la membrana che collega i muscoli posteriori
evidenziare come la galea capitis sia isolata fra due del collo con i muscoli degli occhi e della faccia.
strati di connettivo lasso, che la rendono indipen- Sotto la galea capitis c’è un altro strato di connetti-
dente nei suoi spostamenti. Sotto il cuoio capelluto vo lasso e sotto ancora c’è la fascia epicranica, che
troviamo un piccolo strato di tessuto connettivo las- forma il periostio della testa. La fascia epicranica,
so immerso nel retinaculum cutis superficiale arrivata sopra il muscolo temporale, diventa fascia
(Fig. 7.6). Subito sotto troviamo la fascia superfi- profonda muscolare.
La palpazione della galea capitis consiste nel
trovare l’area aderenziale, che si è creata fra il cuo-
io capelluto (cute) e la fascia profonda.
I muscoli pelliciai del volto fanno leva sulla
derma: cuoio capelluto
fascia superficiale o strato membranoso, per sincro-
[
retinaculum super: connettivo lasso
Ipoderma fascia superficiale: galea capitis nizzarsi fra loro e per muovere il derma su cui van-
retinaculum cutis: connettivo lasso no a terminare. Il connettivo lasso superficiale, ste-
periostio esterno: fascia epicranica so sopra i muscoli pelliciai, è molto scarso (Fig. 7.7).
osso: cranio I muscoli della faccia (SMAS) e quelli del cranio
formano due tensostrutture in parte indipendenti e
in parte interagenti l’una sull’altra e interagenti con
Fig. 7.6. Analisi degli strati delle fasce craniche. i muscoli del collo.

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TENSOSTRUTTURA CEFALICA TCP 81

Verifica palpatoria e trattamento della TCP

TCP
tensori
AP

punti ancoraggi
prossimali re-cp 2
an-me-cp 1 re-me-cp 1
punti an-la-cp 1 re-me-cp 2
principali an-me-cp 2
an-me-cp 2 an-me-cp 1
an-la-cp 2 an-cp 2
ir-cp 2

Fig. 7.8. Verifica palpatoria dei punti principali e Fig. 7.9. Trattamento e verifica palpatoria dei punti
prossimali per definire il tensore (da G. Chiarugi e collegati al tensore antero-posteriore (AP) (da G.
L. Bucciante, Istituzioni di anatomia dell’uomo, vol. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata).
2, Piccin Nuova Libraria, 1983, modificata).

TCP TCP
tensori tensori
LL OB

ancoraggi ancoraggi
re-la-cp 1 er-cp 1
re-la-cp 2 er-cp 2
ir-cp 1
an-la-cp 2 ir-cp 2
an-la-cp 1
la-cp 2

Fig. 7.10. Trattamento e verifica palpatoria dei pun- Fig. 7.11. Trattamento e verifica palpatoria dei pun-
ti collegati al tensore latero-laterale (LL) (da G. ti collegati al tensore obliquo (OB) (da G. Chiarugi
Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata). e L. Bucciante, l.c., modificata).

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82 TRATTAMENTO DELL’UNITÀ ORGANO-FASCIALE

Modalità di trattamento del tensore antero-posteriore

Fig. 7.12. Verifica palpatoria del cf an-me-cp 2, 1. Fig. 7.13. Trattamento del cf an-me-cp 1.

Paziente supino Paziente supino


Essendo i cf an-me-cp 1 e an-me-cp 2 molto vicini, Se risulta sensibile solo un cf, allora si utilizza la
spesso con i polpastrelli sono palpati in contempo- punta del dito indice sormontato dal dito medio, in
ranea. modo da attuare una selezione più fine del punto,
Se risultano sensibili entrambi, allora si attua il loro senza stancare troppo le dita.
trattamento simultaneamente. La manipolazione mira allo scorrimento dei tessuti
La manipolazione per la tensostruttura si limita ai e quindi non deve scorrere sopra la pelle, ma ade-
muscoli della faccia, mentre con gli apparati agirà rire perfettamente ad essa. Questo evita escoria-
anche sulle cartilagini del naso. zioni della cute del viso.

Se risultano densificati, si trattano anche i corrispondenti punti di ancoraggio posteriori

Fig. 7.14. Trattamento del cf re-me-cp 2. Fig. 7.15. Trattamento del cf re-me-cp 1.

Paziente prono con le mani sotto il mento Paziente prono con le mani sotto il mento
I due primi punti di retro-medio-capo sono sulla Il trattamento della galea capitis si attua con la noc-
galea capitis. ca dell’indice di una mano, mentre l’altra tiene fer-
Per svolgere la sua funzione la galea capitis deve ma la testa del paziente. I due cf di re-me-cp sono
scorrere liberamente sulla fascia epicranica, quindi lungo una linea immaginaria, che dalla fronte va
l’operatore deve sentire sotto la sua nocca lo scor- verso la protuberanza occipitale; il trattamento può
rimento fra i due tessuti. estendersi anche un po’ di lato, se la verifica palpa-
toria riscontra densificazioni più estese.

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TENSOSTRUTTURA CEFALICA TCP 83

Modalità di trattamento del tensore latero-laterale

Fig. 7.16. Verifica palpatoria del cf an-la-cp 2, 1. Fig. 7.17. Trattamento del cf an-la-cp 1.

Paziente supino con il capo ruotato Paziente supino


Per individuare meglio il punto posto sotto l’arcata Questo punto è sopra l’arcata zigomatica, dove
zigomatica, è utile chiedere al paziente di aprire e convergono le trazioni antero-laterali dei muscoli
chiudere la bocca. Una volta stabilito con precisio- masticatori. Per i muscoli del volto si mira anche
ne il punto, non serve molta pressione ma una mira all’interazione fra la fascia e i fusi neuromuscolari,
precisa alle piccole densificazioni, che si sono cre- e all’interazione fra tensione fasciale e attivazione
ate in questo crocevia di fasce e di legamenti. dei gangli neurovegetativi degli organi del capo.

Se risultano densificati, si trattano anche i corrispondenti punti di ancoraggio posteriori

Fig. 7.18. Trattamento del cf re-la-cp 2. Fig. 7.19. Trattamento del cf re-la-cp 1.

Paziente supino con la testa girata di lato Paziente supino con la testa girata di lato
Il trattamento di questo punto è attuato con la noc- Nella parte superiore della bozza frontale, dove ter-
ca dell’indice; per facilitare la pressione di questo mina la parte anteriore del muscolo temporale, tro-
dito la mano deve essere chiusa a pugno con il pol- viamo il punto re-la-cp 1. La galea capitis in questa
lice stretto in mezzo alle dita. Solo se la galea capi- zona deve scorrere sopra la fascia temporale. Il
tis è libera di scorrere in tutte le direzioni sopra il muscolo temporale, essendo inserito con alcune
cranio, essa diventa un centro recettoriale, altri- fibre sul cranio e con altre sulla fascia sovrastante,
menti è una fonte di dolore. diventa un tensore della fascia profonda.

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84 TRATTAMENTO DELL’UNITÀ ORGANO-FASCIALE

Modalità di trattamento del tensore obliquo

Fig. 7.20. Trattamento del cc ir-cp 2. Fig. 7.21. Trattamento del cc ir-cp 1.

Paziente supino con il capo girato di lato Paziente supino


Il punto principale di questo tensore è davanti la Il punto si localizza nella parte laterale del soprac-
radice dell’elice, nella depressione superiore che si ciglio. Anche questo punto può essere mobilizzato,
forma aprendo la bocca. Durante il trattamento più che manipolato profondamente.
occorre sempre chiedere al paziente se il punto è Tutti i muscoli della faccia, essendo compresi nella
pungente e se risveglia irradiazioni o sofferenze fascia superficiale, sono trattati per ricreare lo scor-
simili ai suoi sintomi. rimento più che per ridurre la fibrosi.

Se risultano densificati, si trattano anche i corrispondenti punti di ancoraggio posteriori

Fig. 7.22. Trattamento del cc er-cp 2. Fig. 7.23. Trattamento del cc er-cp 1.

Paziente supino con il capo girato di lato Paziente supino


Questa zona deve essere ispezionata con cura, in Il punto si trova direttamente sopra la pupilla. L’ope-
quanto è collegata ai piccoli muscoli tensori della ratore manipola la fascia con la nocca dell’indice,
galea capitis. Il trattamento della tensostruttura regolando la sua pressione in base alla sopporta-
mira a ricreare una tensione fisiologica delle fasce zione del paziente. La forza di compressione deve
di copertura e non agisce per le disfunzioni specifi- essere tale da non provocare nessun dolore in una
che degli apparati recettoriali. persona sana.

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TENSOSTRUTTURA CEFALICA TCP 85

Schema trattamento della tensostruttura cefalica TCP

DATI
Cefalea con senso
Cefalea con peso nella sommità
di sbandamento
TCP del capo e senso di sbanda-
mento

TCP TCP TCP IPOTESI


tensore tensore tensore Quale tensore è densificato?
AP? LL? OB?

tensore tensore tensore 1a VERIFICA PALPATORIA


AP LL OB La prima palpazione evidenzia il
an-me-cp 2 an-la-cp 2** ir-cp 2* tensore LL e poco quello obliquo

prossimale prossimale 2a VERIFICA PALPATORIA


an-la-cp1 ir-cp 1 La seconda palpazione confer-
la-cp 2 *** ma solo le tensioni latero-laterali

ancoraggi 3a VERIFICA PALPATORIA


LL La terza palpazione indirizza sui
re-la-cp ** corrispondenti ancoraggi poste-
riori

an-la-cp 2 TRATTAMENTO ANTE


la-cp 2 bi La manipolazione si limita ai
re-la-cp sn punti emersi dalla griglia

senso di TRATTAMENTO RETRO


testa più Se il risultato non è positivo, nel-
leggera la seduta successiva si può
effettuare un trattamento globale

Fig. 7.24. Diagramma per il trattamento della tensostruttura cefalica.

Case report
Pietro è un signore di 76 anni, che soffre da 5 mesi di cefalee associate a sbandamenti (Fig. 7.24). Riferisce
che nel passato ha avuto degli episodi di mal di testa, ma non così forti e continui come negli ultimi mesi.
La verifica motoria del collo evidenzia una minore escursione articolare nei tre piani dello spazio, ma i
movimenti non sono dolorosi e non provocano giramenti di testa. Si passa, quindi, all’esame palpatorio dei
tensori della tensostruttura cefalica. Il tensore latero-laterale (an-la-cp 2**) è il più sensibile. La verifica
del cf prossimale non rivela nulla di particolare e allora si ispeziona il cc vicino, che risulta molto sensibi-
le (la-cp 2***). Sempre con il paziente supino si ispezionano i corrispondenti ancoraggi posteriori, che
risultano sensibili solo a sinistra: cf re-la-cp 1, 2**. Durante il trattamento di la-cp 2 bi, il paziente sente
risvegliarsi il suo peso alla testa. Facilmente la tensione unilaterale degli ancoraggi posteriori creava affe-
renze distorte, provocando il senso di sbandamento.

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