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Ipotesi
La tensostruttura cefalica possiamo considerarla
Senso di tensione formata da due tensostrutture: una anteriore costi-
alla faccia, tuita dalla fascia superficiale della faccia (SMAS),
Tensostrut.
spasmi palpebre, e una posteriore costituita dalla fascia superficiale
Anomalie tic nervosi ....
del cranio (galea capitis).
tensostrut.
cefalica La tensostruttura anteriore (faccia) deve sincro-
Dolore craniale nizzarsi con i piccoli muscoli delle sei unità o-f
Dolore temporale
Ancoraggi
Dolore nucale
contenute nel volto. La tensostruttura posteriore
Dolore ... (galea capitis) deve sincronizzarsi con le tensioni
provenienti dal collo (riflessi tonici del collo per la
Fig. 7.1. Sensazioni collegate alla TCP. percezione della tridirezionalità).
Ipoderma nucale
Padiglione auricolare
Fig. 7.3. Galea capitis o fascia superficiale, fascia temporale o fascia profonda.
Il padiglione auricolare e anche il timpano55 sono innervati da tre nervi distinti, che trasportano sia impulsi
motori, sia afferenze sensoriali e sia stimoli neurovegetativi. Solo se queste afferenze arrivano al cervello
in modo coordinato, esse danno delle informazioni, altrimenti provocano dei disturbi. La manipolazione
della tensostruttura cefalica deve individuare i punti che alterano il tensionamento fisiologico delle fasce,
che convergono verso il timpano.
Quando si presenterà l’apparato meccanorecettore, si daranno le indicazioni per manipolare alcuni punti
del padiglione auricolare, in modo da stimolare i nervi periferici che interagiscono con i nervi interni.
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I nervi per la membrana del timpano provengono: dal nervo vago, dal nervo trigemino per lo strato cutaneo e per lo stato
mucoso da un ramo del nervo glossofaringeo. La ricca innervazione della membrana del timpano spiega la sua squisita sensibi-
lità ed i numerosi riflessi di cui essa può essere origine sia allo stato normale che in condizioni patologiche. (Testut 1987)
M. sternocleidomastoideo, dopo
aver tolto il tessuto adiposo
Fig. 7.4. Visione dell’ipoderma della regione retro-laterale del collo e scapola destra.
La tensostruttura della faccia è collegata con quella cranica, in quanto le tensioni dello SMAS interagisco-
no con quelle della galea capitis; ad esempio il muscolo frontale56 della galea capitis origina dal muscolo
orbicolare dell’occhio. La tensostruttura della faccia è collegata tramite la mandibola anche con la tenso-
struttura cervicale, in quanto le funzioni fonatorie, masticatorie e di deglutizione della mandibola sono inse-
parabili da quelle sinergiche della faringe e laringe.
Queste anticipazioni servono per capire perché sulle disfunzioni degli organi del capo sarà più utile il trat-
tamento delle catenarie di controllo (vedi “Parte II”).
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Il muscolo frontale inizia nella cute sopra la regione sovraccigliare e termina nella galea. Il m. frontale è antagonista dell’or-
bicolare dell’occhio, le cui fibre esso attraversa per la gran parte verticalmente. In questo modo esso può sollevare un po’ le
palpebre. (Benninghoff 1986)
LL
OB
M. occipitale
Galea M. frontale
capitis AP
Fascia Mm. auricolari
superficiale Mm. orbicolari
SMAS Tensostruttura
dell'occhio OB
faccia SMAS
della bocca ...
FASCE Corrugatore sopracciglio
F. osteo- Fig. 7.7. Tensostruttura della galea capitis.
cefaliche Elevatore dell'ala nasale
cutanea
Zigomatico, buccinatore
M. temporale
F. profonda M. massetere
Nell’uomo questi muscoli del pannicolo carnoso
Mm. pterigoidei
hanno una funzione ben precisa. Essi devono man-
Fig. 7.5. Fasce cefaliche analizzate a strati. tenere la galea in una tensione basale perfetta, in
modo che essa possa recepire gli spostamenti del
capo nello spazio e le tensioni provenienti dai
muscoli degli occhi e del collo. Infatti la galea capi-
Analizziamo gli strati delle fasce del cranio per tis è la membrana che collega i muscoli posteriori
evidenziare come la galea capitis sia isolata fra due del collo con i muscoli degli occhi e della faccia.
strati di connettivo lasso, che la rendono indipen- Sotto la galea capitis c’è un altro strato di connetti-
dente nei suoi spostamenti. Sotto il cuoio capelluto vo lasso e sotto ancora c’è la fascia epicranica, che
troviamo un piccolo strato di tessuto connettivo las- forma il periostio della testa. La fascia epicranica,
so immerso nel retinaculum cutis superficiale arrivata sopra il muscolo temporale, diventa fascia
(Fig. 7.6). Subito sotto troviamo la fascia superfi- profonda muscolare.
La palpazione della galea capitis consiste nel
trovare l’area aderenziale, che si è creata fra il cuo-
io capelluto (cute) e la fascia profonda.
I muscoli pelliciai del volto fanno leva sulla
derma: cuoio capelluto
fascia superficiale o strato membranoso, per sincro-
[
retinaculum super: connettivo lasso
Ipoderma fascia superficiale: galea capitis nizzarsi fra loro e per muovere il derma su cui van-
retinaculum cutis: connettivo lasso no a terminare. Il connettivo lasso superficiale, ste-
periostio esterno: fascia epicranica so sopra i muscoli pelliciai, è molto scarso (Fig. 7.7).
osso: cranio I muscoli della faccia (SMAS) e quelli del cranio
formano due tensostrutture in parte indipendenti e
in parte interagenti l’una sull’altra e interagenti con
Fig. 7.6. Analisi degli strati delle fasce craniche. i muscoli del collo.
TCP
tensori
AP
punti ancoraggi
prossimali re-cp 2
an-me-cp 1 re-me-cp 1
punti an-la-cp 1 re-me-cp 2
principali an-me-cp 2
an-me-cp 2 an-me-cp 1
an-la-cp 2 an-cp 2
ir-cp 2
Fig. 7.8. Verifica palpatoria dei punti principali e Fig. 7.9. Trattamento e verifica palpatoria dei punti
prossimali per definire il tensore (da G. Chiarugi e collegati al tensore antero-posteriore (AP) (da G.
L. Bucciante, Istituzioni di anatomia dell’uomo, vol. Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata).
2, Piccin Nuova Libraria, 1983, modificata).
TCP TCP
tensori tensori
LL OB
ancoraggi ancoraggi
re-la-cp 1 er-cp 1
re-la-cp 2 er-cp 2
ir-cp 1
an-la-cp 2 ir-cp 2
an-la-cp 1
la-cp 2
Fig. 7.10. Trattamento e verifica palpatoria dei pun- Fig. 7.11. Trattamento e verifica palpatoria dei pun-
ti collegati al tensore latero-laterale (LL) (da G. ti collegati al tensore obliquo (OB) (da G. Chiarugi
Chiarugi e L. Bucciante, l.c., modificata). e L. Bucciante, l.c., modificata).
Fig. 7.12. Verifica palpatoria del cf an-me-cp 2, 1. Fig. 7.13. Trattamento del cf an-me-cp 1.
Fig. 7.14. Trattamento del cf re-me-cp 2. Fig. 7.15. Trattamento del cf re-me-cp 1.
Paziente prono con le mani sotto il mento Paziente prono con le mani sotto il mento
I due primi punti di retro-medio-capo sono sulla Il trattamento della galea capitis si attua con la noc-
galea capitis. ca dell’indice di una mano, mentre l’altra tiene fer-
Per svolgere la sua funzione la galea capitis deve ma la testa del paziente. I due cf di re-me-cp sono
scorrere liberamente sulla fascia epicranica, quindi lungo una linea immaginaria, che dalla fronte va
l’operatore deve sentire sotto la sua nocca lo scor- verso la protuberanza occipitale; il trattamento può
rimento fra i due tessuti. estendersi anche un po’ di lato, se la verifica palpa-
toria riscontra densificazioni più estese.
Fig. 7.16. Verifica palpatoria del cf an-la-cp 2, 1. Fig. 7.17. Trattamento del cf an-la-cp 1.
Fig. 7.18. Trattamento del cf re-la-cp 2. Fig. 7.19. Trattamento del cf re-la-cp 1.
Paziente supino con la testa girata di lato Paziente supino con la testa girata di lato
Il trattamento di questo punto è attuato con la noc- Nella parte superiore della bozza frontale, dove ter-
ca dell’indice; per facilitare la pressione di questo mina la parte anteriore del muscolo temporale, tro-
dito la mano deve essere chiusa a pugno con il pol- viamo il punto re-la-cp 1. La galea capitis in questa
lice stretto in mezzo alle dita. Solo se la galea capi- zona deve scorrere sopra la fascia temporale. Il
tis è libera di scorrere in tutte le direzioni sopra il muscolo temporale, essendo inserito con alcune
cranio, essa diventa un centro recettoriale, altri- fibre sul cranio e con altre sulla fascia sovrastante,
menti è una fonte di dolore. diventa un tensore della fascia profonda.
Fig. 7.20. Trattamento del cc ir-cp 2. Fig. 7.21. Trattamento del cc ir-cp 1.
Fig. 7.22. Trattamento del cc er-cp 2. Fig. 7.23. Trattamento del cc er-cp 1.
DATI
Cefalea con senso
Cefalea con peso nella sommità
di sbandamento
TCP del capo e senso di sbanda-
mento
Case report
Pietro è un signore di 76 anni, che soffre da 5 mesi di cefalee associate a sbandamenti (Fig. 7.24). Riferisce
che nel passato ha avuto degli episodi di mal di testa, ma non così forti e continui come negli ultimi mesi.
La verifica motoria del collo evidenzia una minore escursione articolare nei tre piani dello spazio, ma i
movimenti non sono dolorosi e non provocano giramenti di testa. Si passa, quindi, all’esame palpatorio dei
tensori della tensostruttura cefalica. Il tensore latero-laterale (an-la-cp 2**) è il più sensibile. La verifica
del cf prossimale non rivela nulla di particolare e allora si ispeziona il cc vicino, che risulta molto sensibi-
le (la-cp 2***). Sempre con il paziente supino si ispezionano i corrispondenti ancoraggi posteriori, che
risultano sensibili solo a sinistra: cf re-la-cp 1, 2**. Durante il trattamento di la-cp 2 bi, il paziente sente
risvegliarsi il suo peso alla testa. Facilmente la tensione unilaterale degli ancoraggi posteriori creava affe-
renze distorte, provocando il senso di sbandamento.