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Parte II

TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE


APPARATO-FASCIALI

All’interno del tronco ci sono tre sequenze fasciali: Gli arti e il capo possono essere la sede di com-
la sequenza viscerale formata dalle pleure e perito- pensi provenienti dalle fasce del tronco e dalle fasce
neo (apparato respiratorio e digerente), la sequenza interne.
vascolare in sede retroperitoneale (apparato circola- Dagli arti e dal capo possono partire tensioni
torio e urinario) e la sequenza ghiandolare collega- che interferiscono con la peristalsi degli apparati
ta con l’apparato endocrino ed emopoietico. interni.
Questi apparati interni si distribuiscono in tutto Il trattamento per le disfunzioni degli apparati è
il tronco e quindi l’intervento terapeutico non è più dunque rivolto prima al tronco e poi ad eventuali
limitato ad un solo segmento, ma va esteso a tutta trazioni provenienti dalle estremità.
la parete anteriore e posteriore del tronco.

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Capitolo 8
LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f
E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI

Nella prima parte abbiamo presentato come si agi- (Fig. 8.6), che lavorano in sinergia con le due cate-
sce sui singoli segmenti del tronco per curare sen- narie postero-laterali, cioè poste lateralmente ai
sazioni anomale locali, che imitano spesso disfun- muscoli paravertebrali (LL).
zioni interne.
In questa seconda parte si prendono in conside-
razione le disfunzioni di specifici apparati. Gli
apparati interni sono dislocati all’interno di tutto il
tronco e quindi le verifiche palpatorie e il tratta- Catenarie
CP
mento si estendono a tutta la parete del tronco e agli controllo
arti. CL

LE CATENARIE TH
Catenarie
Nelle tensostrutture molto ampie i tensori di coper- del tronco
tura si incurvano sotto il peso della gravità, in LU AP, LL, OB
quanto devono sopportare forze tensive importanti.
In questo caso i tensori di copertura assumono la PV
forma della catenaria.
Il Treccani descrive così una catenaria. “In mec-
canica, la catenaria omogenea è la configurazione
di equilibrio che assume un filo flessibile e inesten- Fig. 8.1. Riunione delle tre tensostrutture del tronco.
sibile, omogeneo, soggetto al solo peso proprio, e
sospeso in due punti”.
La catenaria ha normalmente la curva in basso;
essa è una curva iperbolica, il cui andamento è Ci sono, poi, i tensori obliqui anteriori e poste-
quello di una catena sospesa, che ha la proprietà di riori, che nel loro insieme formano le catenarie
avere in ogni suo punto una distribuzione uniforme oblique (OB); queste forze oblique stabilizzano le
del peso. Nei ponti sospesi, le catenarie che sorreg- catenarie longitudinali (Fig. 8.2).
gono il piano viario hanno dei tiranti esterni alle Le catenarie anteriori e posteriori sono disposte
torri portanti, detti tensori distali. in parallelo a specifici rafforzamenti della fascia
Se noi riuniamo le tre tensostrutture del tronco muscolare (Fig. 8.5):
in un’unica tensostruttura longitudinale (Fig. 8.1), – i tensori antero-posteriori corrispondono, nella
allora i singoli tensori si allineano lungo le linee di parete anteriore del tronco, alla linea alba cervi-
maggiore tensione diventando quindi catenarie. cale, allo sterno e alla linea alba addominale;
Inoltre ogni singola catenaria deve essere sorret- nella parete posteriore del tronco ai legamenti
ta distalmente dai tensori dislocati negli arti sovraspinosi, che vanno dalla nuca al coccige;
(Fig. 8.4). – i tensori latero-laterali corrispondono, nella
Nella parete anteriore del tronco abbiamo due parete anteriore del tronco, alla linea di fusione
catenarie simmetriche antero-mediali, che lavorano delle tre aponevrosi dei muscoli larghi dell’ad-
in sinergia con due catenarie postero-mediali; tutte dome; nella parete posteriore alla fusione delle
quattro assieme garantiscono la tenuta in senso due lamine della fascia toracolombare;
antero-posteriore (AP). – i tensori obliqui formano le linee di congiunzio-
Sempre nella parete anteriore, ma in posizione ne fra i due precedenti tensori AP e LL; essi cor-
antero-laterale, abbiamo due catenarie simmetriche rispondono alle fibre dei muscoli obliqui.

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90 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Catenaria inversa mediale

Catenaria obliqua

Catenaria inversa laterale

Piano viario,che
corrisponde al contenuto
del tronco

Fig. 8.2. Ponte pedonale sospeso a due catenarie inverse.

Catenaria ante-medio
dell'emisoma destro

Catenaria obliqua
dell'emisoma destro

Catenaria latero-laterale
destra

Fig. 8.3. Dissezione della parete toracica anteriore destra, tolto il gran pettorale.

tensore an-me catenaria an-me catenaria re-me tensore re-me


tensore an-la catenaria an-la catenaria re-la tensore re-la

Fig. 8.4. Continuità delle catenarie longitudinali del tronco anteriore e posteriore con i tensori distali degli
arti inferiori.

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 91

Linea di fusione latero -laterale


dell'addome, che va verso l'area
latero-laterale del torace

Linea alba sovraombelicale, che


riassume le forze antero-mediali
dell'addome e del torace

Linea di fusione latero- laterale,


che si porta verso la spina iliaca
antero-superiore (an-la-cx)

Fibre oblique, che si portano da


intra-pelvi sinistra ad intra-coxa
destra

Fig. 8.5. Fascia della parete dell’addome che mostra le linee di fusione o catenarie.

Questa dissezione della fascia aponevrotica dell’addome mette in evidenza le linee di fusione57 delle fasce
dei muscoli larghi dell’addome. Di lato alla guaina del retto abbiamo il convergere di forze muscolari latero-
laterali, mentre lungo la linea alba convergono forze longitudinali.
L’andamento obliquo delle fibre muscolari più superficiali mantiene unite le due catenarie oblique.

57
L’aponevrosi del muscolo obliquo esterno, toccando il margine laterale del muscolo retto dell’addome, si divide in due fogliet-
ti, di cui l’anteriore passa in avanti al muscolo e di fonde interamente con l’aponeurosi del muscolo obliquo esterno, mentre l’al-
tro posteriore passa in addietro e si fonde a sua volta con l’aponeurosi del muscolo trasverso. (Testut 1987)

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92 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

punti
cerniera
punti re-la-sc
cerniera re-me-sc
an-la-sc
an-me-sc

tensori
tensori distali
distali re-la-ca
an-la-ca re-me-ca
an-me-ca

punti
cerniera punti
an-la-cx cerniera
an-me-cx re-la-cx
re-me-cx

tensori dist ali


an-la-t a tensori
an-me-t a distali
re-la-ta
re-me-t a

Fig. 8.6. Catenarie e tensori distali del corpo ante- Fig. 8.7. Catenarie e tensori distali del corpo poste-
riore. riore.

Nel corpo umano le forze tensive del tronco ven- – per la catenaria ante-latero abbiamo la spina
gono assorbite e disperse lungo linee precise, che iliaca antero-superiore e il processo coracoideo;
corrispondono ai punti di fusione dei muscoli piatti – per la catenaria ante-medio abbiamo in senso
(Figg. 8.5, 8.6). Lungo queste linee abbiamo dei caudale il pube e in alto il manubrio sternale;
punti elastici, formati dalle fasce, e ancoraggi fissi, – per la catenaria retro-latero abbiamo in basso la
formati dalle ossa e articolazioni. Questi ancoraggi tuberosità ischiatica e in alto l’acromion;
sono detti cerniere, in quanto permettono al corpo – per la catenaria retro-medio abbiamo il coccige
di trovare continui stati di equilibrio. e in senso cefalico il legamento nucale.
Se osserviamo la disposizione dei muscoli, che Dai punti cerniera partono i tensori distali, che
formano la catenaria ante-latero (Fig. 8.6) e la cate- sono formati dalle diagonali o somma delle forze
naria retro-latero (Fig. 8.7), notiamo che essi con- muscolari che originano dalla SIAS, pube, ischio e
traendosi formano delle forze latero-laterali (frecce coccige per l’arto inferiore; dall’acromion, spina
rosse). La catenaria, quindi, è la somma delle forze scapolare, clavicola e processo coracoideo per l’arto
di lateropulsione coinvolte nelle singole tensostrut- superiore.
ture. Le catenarie sono visibili a livello cutaneo anche
Lo stesso principio vale per le due catenarie nell’anatomia di superficie (Figg. 8.8, 8.9). Nella
mediane: esse riassumono le forze longitudinali, parete anteriore del tronco la catenaria di ante-
che vanno dallo sterno al pube e dal coccige al lega- medio è parallela alla linea alba. La catenaria di
mento nucale. ante-latero è parallela al rafe laterale del retto addo-
I puntoni o torri portanti, su cui si fissano le cer- minale e termina nella spina iliaca, da dove parte il
niere delle catenarie, sono le salienze ossee: tensore ante-latero dell’arto inferiore.

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 93

Reperi anatomici di superficie delle catenarie del tronco

Fig. 8.8. Catenarie an-me (blu), an-la (verde), intra Fig. 8.9. Catenarie re-me(blu), re-la (verde), extra
(giallo) che si continuano con il tensore distale di (giallo) che si continuano con il tensore distale di
ante-medio arto inferiore. re-la arto inferiore.

Nella parete posteriore del tronco la catenaria di


re-me re-me
retro-medio (Fig. 8.9) è parallela al legamento re-la re-la
sovraspinato, che termina sul coccige da dove parte
il tensore re-me dell’arto inferiore.
La catenaria retro-latero è parallela alla linea di er
er
fusione dei due foglietti della fascia toraco-lomba-
fa s

re, che termina di lato al sacro da dove parte il ten-


le

a a
br
ci

sore omonimo dell’arto inferiore. pr e


SE-GL v e rt e
Nella sezione trasversa del tronco, a livello SE-VI
della prima vertebra lombare (Fig. 8.10), sono ir SE-VA ir
evidenti queste linee di fusione delle fasce
muscolari:
– la catenaria ante-latero è lungo la linea di fusio- an-la
an-me an-me
an-la
ne dei muscoli obliqui e trasversi,
– la catenaria retro-latero è lungo la linea di fusio- Fig. 8.10. Sinergia delle catenarie AP, LL, OB ante-
ne dei foglietti della fascia toracolombare. riori e posteriori nel formare la cavità interna al tronco.

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94 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Le catenarie oblique sono sopra i muscoli intra- La densificazione fasciale è collegata all’acido
rotatori ed extrarotatori in quanto hanno una fun- ialuronico, il quale aumenta con l’esercizio fisico e
zione di congiunzione. viene riassorbito con il riposo. Se però la persona
La sinergia delle sei catenarie anteriori di destra non alterna le due attività, allora si creano gli effet-
e sinistra (AP, LL, OB) con le sei catenarie poste- ti del sovrauso; l’acido ialuronico ristagna nelle
riori forma la cavità del tronco, dove sono contenu- fasce e si aggrega, aumentando la propria viscosità.
te le tre sequenze apparato-fasciali. Tutto questo per la manipolazione fasciale corri-
sponde alla densificazione della fascia.
Da millenni gli antichi cinesi avevano costatato
I tensori distali che un disturbo interno poteva essere curato58 trat-
In un ponte in equilibrio, il peso della catenaria tando non solo punti del tronco, ma anche punti del-
portante viene distribuito in modo uguale fra i due le estremità.
tensori distali (Fig. 8.11, A). Recentemente si è sviluppata la reflessoterapia
Se in questo ponte sospeso (Fig. 8.11, B) si ha la podalica e della mano. A nostro avviso gli effetti
perdita della libertà da parte delle cerniere o si crea benefici di queste terapie sono dovuti al rilassamen-
una rigidità di un tensore, allora l’insieme non è più to delle fasce disposte lungo precise linee di forza,
in grado di trovare continui stati di equilibrio. che noi chiamiamo tensori distali.
Nell’uomo, se si densifica la fascia di una cate- Spesso si verifica anche il processo inverso: la
naria o di un tensore distale o di una cerniera, allo- sofferenza di un organo interno (colite, dismenor-
ra la parete del tronco e la peristalsi interna andran- rea) può creare uno spasmo nella parete addomina-
no incontro a disfunzioni. le, che si compensa nel punto cerniera, spostando
verso di sé la torre portante (Fig. 8.9, C). Lo sposta-
mento si compensa distalmente e così il paziente
può lamentare dei dolori al piede o alla mano, che
si risolvono solo con il trattamento della catenaria
Punto
cerniera
Punto
cerniera
in tensione.

A
te n

ca v so
i portan
ti o c a t e n a ri a
re LE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI
torre portante

Nell’apparato locomotore abbiamo le sequenze


Piano viario Punto miofasciali, che sincronizzano l’azione delle unità
neutro miofasciali ipsodirezionali.
All’interno del corpo abbiamo tre sequenze
apparato-fasciali (a-f), che sincronizzano l’azione
delle unità organo-fasciali sinergiche.
Le sequenze a-f sono chiamate: viscerale (SE-
B VI), vascolare (SE-VA) e ghiandolare (SE-GL).
ca v
i portan
ti o c a t e n a ri a
Queste sequenze apparato-fasciali iniziano nel col-
torre portante

lo con le tre guaine (Fig. 8.12): vascolare (carotide,


giugulare), viscerale (faringe, laringe) e ghiandola-
Piano viario Punto
neutro re (tiroide, paratiroide). Queste tre fasce si prolun-
gano poi nel torace, lombi e pelvi assumendo varie
forme.
Le tre sequenze del collo si continuano anche
verso il capo suddividendosi in molti vasi, ghiando-
C le e strutture viscerali. Il collo quindi diventa il
ca v
i portan punto cerniera fra il capo, il tronco e le estremità.
ti o c a t e n a ri a
torre portante

Piano viario Punto


neutro
58
Dopo aver determinato quale canale o organo è colpito, sce-
gliere punti alle estremità al di sotto del ginocchio e del gomi-
to del canale implicato. Per esempio si scelga un punto della
mano (IC 4) per le malattie del volto, un punto della gamba
(S36) per le malattie dell’addome. Si può applicare questo
Fig. 8.11. Stato di equilibrio e di squilibrio dei ten- metodo a malattie che colpiscono il capo, la faccia e gli organi
sori e della catenaria di un ponte sospeso. interni. (“Manuale di agopuntura” 1979)

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 95

Sequenza a-f vascolare


La sequenza vascolare inizia nel collo con la guaina
vascolare e scende poi nel torace come fascia pre-
vertebrale, fissando l’aorta alla parete posteriore
del tronco. Nel torace questa fascia, accompagnan-
do l’arco aortico, si porta sul cuore per formare l’e-
picardio.
Fascia La fascia prevertebrale oltrepassa il diaframma
prevertebrale, attraverso lo iato aortico60, assieme ai nervi splancni-
Fascia alare
Guaina ci. A livello lombare forma le fasce retroperitoneali
vascolare
Fascia
e una parte della fascia renale. Più in basso si con-
Sequenza tinua con la fascia degli ureteri, fino a congiunger-
vascolare pretracheale,
Guaina si con la fascia vescicale. Tale fascia è unita alla
tiroidea guaina vascolare dell’arteria e della vena iliaca.
Sequenza
Ghiandolare Tutte queste fasce vascolari sono poste nell’area
retroperitoneale. In zona antero-mediana troviamo
il cuore (mediastino) e i residui vascolari del feto
Fascia bucco-fraringea (uraco, legamento rotondo del fegato).
Guaina viscerale La sequenza vascolare, in conseguenza di que-
Sequenza viscerale sta disposizione, risente maggiormente le tensioni
antero-mediali e retro-mediali (AP).
Fig. 8.12. Inizio delle tre sequenze apparato-
fasciali.
Sequenza a-f ghiandolare
Le ghiandole, che formano la sequenza ghiandola-
Nel capo prevale la funzione dei recettori o sequen- re, sono avvolte dalle fasce derivate dal setto tra-
za recettoriale (SE-RC). Questa sequenza compren- sverso. Queste strutture sono poco studiate, quindi
de tre apparati: fotorecettore (AFR), meccanorecet- ci dilunghiamo di più nella loro presentazione
tore (AMR) e chemorecettore (ACR). (Fig. 8.13).
In genere lo studio delle ghiandole è limitato
solo a quelle endocrine; mentre il fegato viene asso-
Sequenza a-f viscerale ciato all’apparato digerente e la prostata all’appara-
Le fasce interne maggiormente descritte nei testi di to urinario. Anche i reni61, pur non essendo inseriti
anatomia sono le pleure e il peritoneo. Queste due fra le ghiandole, hanno alcune funzioni regolate da
fasce sono derivate dal sacco celomatico e sono sta- processi ormonali62. Le fasce ghiandolari sono
te divise dal diaframma, quando questo è sceso dal- dislocate (Fig. 8.13) in sede mediana nel collo, nel
la zona cervicale a quello dorso-lombare. Esse torace, nei lombi e nella pelvi. Le catenarie oblique
restano in comunicazione tramite lo iato esofageo59, (OB) interagiscono maggiormente su questa
dove passa anche il nervo vago. sequenza apparato-fasciale.
Le fasce pleuriche avvolgono l’apparato respira-
torio; mentre le fasce peritoneali avvolgono l’appa-
rato digerente. Entrambe queste fasce sono dette 60
Tra i pilastri mediali c’è lo iato aortico delimitato da fasci
sierose, in quanto secernano il siero o liquido di tendinei. Attraverso di esso passa l’aorta e, dietro, il dotto
scorrimento interfasciale. toracico. Entro il pilastro mediale decorrono i nn. grande e
La sequenza viscerale ha varie aderenze lungo piccolo splancnico. Tra il pilastro intermedio ed il pilastro
laterale passa il tronco del simpatico. (Platzer W. 1979)
le pareti laterali del tronco (pleure parietali, colon
ascendente e discendente), quindi è più facile che
61
I reni sono i principali regolatori di acqua, elettroliti e acidi
basi nel sangue e in tutti i liquidi del corpo. Il riassorbimento
essa risenta le tensioni provenienti dalle catenarie e dell’acqua è regolato direttamente dall’ormone antidiuretico e
dai tensori latero-laterali (LL) dell’arto superiore e indirettamente dall’aldosterone. La renina è un enzima pro-
inferiore. dotto dal rene che scinde l’angiotensina, la quale stimola la
secrezione dell’aldosterone. (Taber 2007)
62
L’esame ha dimostrato che la bradicardia e la tiroidemega-
59
Attraverso lo iato esofageo, delimitato da fasci muscolari, lia sono spesso associate alla diminuzione della funzione
passano l’esofago ed i tronchi vagali anteriore e posteriore. renale. Infatti l’ipotiroidismo e le disfunzioni renali sono spes-
(Platzer W. 1979) so associate e reversibili. (El Tesr M. 2013)

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96 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

La sequenza ghiandolare oltrepassa il diafram-


ma in due modi: con una continuità diretta, formata
dal centro diaframmatico che unisce il pericardio
Adenoipofisi alla fascia glissoniana del fegato; con una continui-
tiroide tà indiretta tramite il forame della vena cava66, dove
paratiroidi
Fascia timo passa anche il nervo frenico.
mediastinica pericardio La continuità della fascia ghiandolare ci fa ipo-
tizzare che le informazioni fra le ghiandole non sia
solo ormonale (lenta e duratura), ma che ci sia
anche una trasmissione elettrica neurovegetativa
(veloce).
Esiste anche una trasmissione paracrina, infatti
durante l’evoluzione le ghiandole endocrine, per
poter comunicare in modo più diretto fra loro, si
sono unite due a due:
Fegato
Fascia surreni – l’adenoipofisi è salita nello sfenoide per unirsi
trasversale pancreas alla neuroipofisi;
reni
protata – la tiroide, inizialmente indipendente, si è unita
(utero) alle paratiroidi;
gonadi – il pancreas esocrino si è unito alle isole di Lan-
midollo
osseo gerhans (endocrino);
– la parte midollare del surrene si è unita alla par-
te corticale;
– la componente esocrina (spermatozoi) delle
gonadi si è unita alla componente endocrina
Fig. 8.13. Continuità delle fasce ghiandolari deri- (testosterone ed estrogeni);
vate dal setto trasverso. – il fegato ha una funzione sul sistema endocrino
(cateresi degli ormoni) ed ha una funzione eso-
crina (secrezione della bile).
All’interno del nostro corpo, tutte tre le sequen-
Il pericardio, in anatomia, è presentato assieme ze apparato-fasciali hanno un effetto coordinante
alle sierose (pleure), pur essendo derivato dal setto del tutto con la parte; ad esempio, durante il parto
trasverso. Il pericardio è la fascia che collega le la fascia trasversale (Fig. 8.14) coordina i movimen-
ghiandole del collo a quelle dei lombi. La continui- ti dei muscoli volontari della parete addominale con
tà della fascia tiroidea con quella timica e pericar- le contrazioni dei muscoli involontari della parete
dica è supportata anche da alcune anomalie, infatti dell’utero67.
in alcuni pazienti è stata trovata una forma ectopica L’utero è circondato dalla fascia trasversale di
di tiroide sotto il pericardio63; altre volte il timo sale contenzione che, in molti punti della cavità addo-
fino a dietro la tiroide. L’ipertiroidismo determina minale, si unisce alla fascia del muscolo trasverso.
alterazioni del ritmo cardiaco64. Mezosi65 si è spinto Questi punti di inserzione della fascia trasversale
a vedere il cuore come un organo endocrino, ma con quella del muscolo trasverso servono ad unifor-
senza specificare se è il muscolo cardiaco o il peri- mare la tensione del contenitore alle contrazioni
cardio a produrre gli ormoni. dell’utero.

63
L’analisi istologica di un tumore del pericardio ha eviden-
ziato che esso era un timoma composto da cellule epiteliali e 66
Nel centro tendineo c’è il forame della vena cava che serve
da linfociti di tipo T. (Gackowski A. 2012) al passaggio della vena cava e di un ramo del nervo frenico
64
Ipertiroidismo subclinico è spesso associato con fibrilla- destro. (Platzer W. 1979)
zione atriale, infarto cardiaco e patologie coronariche. L’opi- 67
Con le prime contrazioni regolari inizia il periodo di dila-
nione degli esperti riscontra un collegamento fra le aritmie e tazione del canale del parto. Durante il periodo espulsivo si ha
l’ipertiroidismo. (Carpi A. 2013) l’accorciamento della muscolatura dell’utero, mentre si ha la
65
I più importanti ormoni prodotti dal cuore sono i peptidi despiralizzazione dei fasci muscolari del collo dell’utero.
natriuretici che hanno un effetto antiproliferativo e vasodila- All’espletamento del parto partecipa anche la contrazione del-
tatore. Essi agiscono anche sulle disfunzioni cardio-renali. la muscolatura dell’addome, il cosiddetto “torchio addomina-
(Mezosi E. 2012) le”. (Benninghoff 1986)

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 97

ritoneali; queste loro volta si collegano ai grossi


vasi e all’apparato urinario;
– il mesoderma del setto trasverso69 forma le fasce
delle ghiandole del collo, il pericardio, il centro
frenico, la capsula glissoniana del fegato e le
fasce delle ghiandole lombari. Le gonadi, scen-
dendo in zona pelvica, portano con sé parte di
queste fasce (fascia trasversale).
Altri elementi dell’ectoderma e del mesenchima
formano:
fascia trasversale – i derivati del tubo neurale. Sistema nervoso
di inserzione centrale e periferico con le corrispondenti
aderente alla fascia
del m.trasverso e al meningi (pia madre e aracnoide);
diaframma – i derivati dalle creste neurali. Sistema nervoso
fascia trasversale
autonomo con i gangli paravertebrali, preverte-
di contenzione brali e gangli vegetativi dei nervi cranici (V,
aderente alla parete VII, IX, X);
dell'utero in crescita
– i derivati dalle tasche ectodermiche degli archi
faringei70. Recesso tubotimpanico e tromba
faringotimpanica (prima tasca), tonsilla palatina
(seconda tasca), epitelio delle ghiandole parati-
Fig. 8.14. Fasce uterine e fascia trasversale. roidi e del timo (terza tasca), corpo ultimobran-
chiale e tiroide (quarta tasca);
– i derivati epiteliali. Epiteli sensoriali di occhio,
Embriologia delle fasce interne orecchio, naso e pelle; epiteli ghiandolari esocri-
ni (ghiandole sudoripare, sebacee e mammarie);
Durante il periodo embrionale i tre foglietti germi-
epiteli ghiandolari endocrini (ipofisi o pituitaria,
nativi danno origine ai vari tessuti e organi:
cellule midollari della ghiandola surrenale, cel-
– il foglietto endodermico dà origine principal- lule del midollo osseo).
mente all’intestino e successivamente alle vie
respiratorie;
– il foglietto mesodermico dà origine all’apparato Continuità anatomica delle fasce interne
circolatorio e in parte all’apparato urinario; Nella sezione sagittale del corpo umano (Fig. 8.15)
– il foglietto ectodermico dà origine agli organi, si possono distinguere tre strati di fasce interne,
che mantengono il contatto con il mondo esterno parzialmente separate dal diaframma.
(sistema nervoso, ipofisi ed epiteli ghiandolari). La sequenza fasciale più interna (Fig. 8.15,
Il mesenchima o tessuto connettivo embrionale linea verde) è quella derivata dal sacco celomati-
forma, attorno agli organi derivati dai tre foglietti co; essa forma le pleure nel torace e il peritoneo
germinativi, tre sequenze fasciali: nell’addome. Queste due fasce, dette anche siero-
– il mesoderma della cavità celomatica intraem- se, formano la sequenza degli apparati viscerali
brionale forma due foglietti: il mesoderma (SE-VI); esse comunicano tramite lo iato esofa-
splancnico, che dà origine al peritoneo e alle geo, dove passa anche il nervo vago.
pleure viscerali o di contenzione; il mesoderma
somatico, che dà origine al peritoneo e alle pleu-
re parietali o di inserzione;
– il mesoderma intermedio68 dà origine alla guai- 69
Il setto trasverso è una spessa lamina di tessuto mesoder-
na vascolare del collo e a tutte le fasce retrope- mico che occupa lo spazio compreso tra la cavità pericardica
e il peduncolo del sacco vitellino. Sebbene il setto trasverso
durante la quarta settimana giaccia in corrispondenza dei seg-
menti cervicali, già alla sesta settimana il diaframma in svi-
68
Il sistema urogenitale può essere diviso in due apparati luppo è situato a livello dei somiti toracici. (Sadler T.W. 1990)
completamente divrsi: il sistema urinario e il sistema genitale. 70
Ciascun arco faringeo è formato da un asse di tessuto meso-
Questi due apparati si sviluppano da una cresta mesodermica dermico ricoperto esternamente da uno strato ectodermico e
comune (il mesoderma intermedio) posta lungo la parete internamente da epitelio di origine endodermica. (Sadler T.W.
posteriore della cavità addominale. (Sadler T.W. 1990) 1990)

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98 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Questo setto dà origine al pericardio e al centro


frenico del diaframma71. Sotto il centro frenico si
diparte la capsula glissoniana del fegato e la fascia
Forame v.. cava trasversale, entrambe derivate dal setto trasverso.
nervo frenico Nella parte posteriore del centro frenico c’è un’al-
tra area nuda, in cui troviamo le ghiandole surrenali.
Iato esofageo
Fascia
nervi vaghi Nella parte anteriore del centro frenico c’è il lega-
pleurica mento falciforme e il legamento rotondo del fegato72.
vascolare
pericardica Iato aortico La fascia trasversale spesso viene confusa con
nervi splancnici
la fascia del muscolo trasverso73; invece essa è una
fascia indipendente74, con al suo interno delle fibre
muscolari lisce75. La fascia trasversale si continua
Fascia in basso: nell’uomo con il cordone spermatico e
peritoneale
nella donna con i legamenti dell’utero (legamenti
Fascia Fascia largo e rotondo). Questa continuità delle fasce pel-
uraco vasc. retroperitoneale
viche interne permane (Fig. 8.16) anche in presenza
Fascia degli sfinteri anale e uretrale.
trasversale In anatomia le fasce interne e quelle muscolari
prendono nomi diversi a seconda se sono nella
regione posteriore, inferiore (perineo) e anteriore
della pelvi. I diversi nomi di queste fasce rendono
Fig. 8.15. Tre ordini di fasce interne del corpo umano. difficile la comprensione della loro continuità.
Con l’utilizzo di uno schema (Fig. 8.16) cerchia-
mo ora di mettere in evidenza la continuità delle
La sequenza fasciale più esterna (linea blu) è sequenze fasciali interne ed esterne.
quella derivata dal mesoderma intermedio; essa
forma le guaine vascolari e la fascia renale. Queste
Fasce interne
fasce, chiamate prevertebrali nel torace e retroperi-
toneali nei lombi, formano la sequenza degli appa- Peritoneo parietale
rati vascolari (SE-VA); esse sono in continuità attra- – Posteriore: forma la radice del mesenterio.
verso lo iato aortico, dove passano anche i nervi – Inferiore: forma il cavo rettouterino.
splancnici grande e piccolo. – Anteriore: ricopre il grande omento.
La sequenza fasciale intermedia (linea gialla) è
quella derivata dal setto trasverso; essa forma le 71 Il diverticolo epatico consiste di cellule che proliferano
fasce ghiandolari della tiroide e del timo che, trami- rapidamente e che penetrano nel setto trasverso che è il disco
te il pericardio e il centro frenico, si collegano alla mesodermico posto tra la cavità pericardica e il peduncolo del
fascia trasversale che avvolge il fegato e le altre sacco vitellino. I cordoni epatici penetrano nel setto trasverso.
ghiandole endocrine dell’addome e della pelvi. (Sadler T.W. 1990)
Attraverso il centro frenico passano la vena cava due“Ilstrati:tessuto cellulare di Bogros preperitoneale si divide in
72

uno strato superficiale o esterno che riveste la


inferiore e il nervo frenico di destra. Queste fasce fascia trasversale, detta fascia trasversale areolare di Richet,
formano la sequenza ghiandolare (SE-GL). uno strato profondo o interno che aderisce al peritoneo, detta
La sequenza fasciale meno conosciuta è quella fascia propria di Cloquet”. (Testut 1987)
ghiandolare; infatti nei testi di anatomia le fasce 73 “La fascia trasversale è interposta fra il muscolo trasverso
ghiandolari sono descritte come entità a sé stanti e e il peritoneo. Nella regione inguinale essa è più spessa e den-
sa, ed è rinforzata dall’aponevrosi del m. trasverso, ma portan-
si tralascia la loro continuità. dosi in alto verso il diaframma diviene sottile e si fonde col
L’embriologia dimostra che tutte le fasce ghian- rivestimento fasciale della superficie inferiore di questo
dolari sono derivate da un’unica massa mesenchi- muscolo (diaframma)”. (Testut 1987)
male: il setto trasverso. 74
“La fascia trasversale presenta tutti i caratteri anatomici
Nel collo dell’embrione, le tasche branchiali delle vere fasce. Essa, sopra al pube, è rinforzata da un lega-
sono comprese nel setto trasverso. L’adenoipofisi, mento: adminuculum lineae albae”. (Testut 1987)
quando si porta verso lo sfenoide, porta con sé la
75
Dal collo dell’utero si dipartono i legamenti cardinale, ret-
touterino, pubovescicale, contenenti fibre muscolari lisce.
fascia che l’avvolgeva nel collo. Questi retinacoli mantengono l’utero fissato al pavimento pel-
Anche la tiroide e il timo restano immersi nella vico e sono situati nel parametrio, cioè nel connettivo sottope-
fascia pretracheale derivata dal setto trasverso. ritoneale. (Helmut L. 1987)

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 99

Peritoneo parietale, mesentere Peritoneo parietale, g. omento


Fascia trasversale, surrene Fasce interne Fascia trasversale prevescic.
Fascia retroperitoneale Uraco
Fascia otturatoria iliaca Fascia m. trasverso
Fascia medio gluteo cefalo Fascia m. obliquo int.
Fascia grande gluteo Fascia obliquo esterno
Fascia superf. glutea Fascia superf. Scarpa
retro ante

caudale

ca
vo
le re
g a tto u te ri n o io
fa m e va
s c n t o p r o p r i o d e l l' o
ia
d ia v e s c i c a l e re
fr a e ri o
mm up Fasce muscolari o
d ia a u r o g e n i ta l e s
re fascia profonda
fr a
mm f e ri o
a u r o g e n i ta l e i n
fa s o
c ia
p d ine
e r in e e n
fa
sc a l e , c e n tr o t Fascia superficiale
ia
sup
e r f . C ol l e s

Fig. 8.16. Continuità anatomica delle fasce superficiali, profonde e interne della regione pelvica.

Fascia trasversale Lamina media


– Posteriore: fascia di Treitz e Toldt con davanti – Posteriore: fascia del medio gluteo, del pirifor-
il pancreas e dietro i surreni e il ganglio celia- me, ecc.
co. – Inferiore: diaframma urogenitale inferiore con il
– Inferiore: legamento rotondo dell’utero e tonaca muscolo bulbocavernoso.
vaginale del testicolo. – Anteriore: fascia del muscolo obliquo interno e
– Anteriore: fascia ombelico-prevescicale che guaina del retto addominale.
sopra l’ombelico si unisce al l. rotondo.
Lamina superficiale
Fascia vascolare – Posteriore: fascia del grande gluteo e sfintere
esterno dell’ano.
– Posteriore: fascia retroperitoneale con la fascia
– Inferiore: fascia del perineo e del muscolo tra-
degli ureteri e la capsula renale.
sverso superficiale del perineo.
– Inferiore: fascia vescicale con i legamenti pubo- – Anteriore: fascia del muscolo obliquo esterno e
vescicali. piramidale.
– Anteriore: uraco o legamento vescico-ombelica-
le medio, unito alle arterie ombelicali.
Fascia superficiale
Lo studio dettagliato di questa fascia lo facciamo
Fasce muscolari
con la presentazione dei sistemi nella terza parte di
Lamina profonda questo libro.
– Posteriore: fascia otturatoria e del muscolo qua-
drato dei lombi e iliaco.
– Inferiore: diaframma urogenitale superiore con I gangli vegetativi extramurali
il muscolo elevatore dell’ano. Nei testi di anatomia e di fisiologia si mette il nervo
– Anteriore: fascia del muscolo trasverso dell’ad- vago al centro del sistema parasimpatico, anche se
dome. poi si constata che esso modifichi solo marginal-

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100 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

Nervi Nervi Nervi


Nelle fasce, che collegano le unità o-f del seg-
Impulsi
splancnici frenici vaghi dal SNC mento pelvico o del segmento lombare, troviamo
altri gangli preposti alla gestione motoria di organi
Unità o-f con diversa funzione (Fig. 8.17, C). Ad esempio, la
AORTA MACO vi-lu
FEGATO STO fascia retto-vescico-prostatica contiene gangli che
B
Gangli extram. coordinano gli automatismi dell’unità viscerale con
RENI CREAS ODENO
in serie quella vascolare e ghiandolare della pelvi.
PAN DU per unità o-f
LU Lo stesso compito è svolto dal piccolo omento,
Gangli extramu.
teso fra l’unità viscerale e ghiandolare dei lombi.
Diaframma mesocolico
in parallelo Lungo ciascuna sequenza apparato-fasciale tro-
PV per sequenza viamo una catena di gangli extramurali posti in
D parallelo alle unità o-f. Questi gangli gestiscono
VESCICA OSTATA ESTINO
PR INT
Gangli extram. l’intervento in successione delle unità o-f viscerali,
di connessione vascolari e ghiandolari (Fig. 8.17, D).
fra unità o-f
URETRA GONADI RETTO
Tutta questa peristalsi è autonoma, cioè gestita
C
Fascia completamente dalle tensioni che il cibo, il sangue
peritoneale e gli ormoni attuano sulle pareti dei visceri, dei vasi
e dei dotti78. Infatti, tutti i gangli sono uguali, ma è
Gangli intramur.
Auerbach, Meis. la struttura fasciale che determina i diversi tipi di
Sequenza Sequenza Sequenza A impulsi nervosi. Le fasce, per poter eccitare i gangli
v ascolare ghiandolare v iscerale compresi al loro interno, devono avere delle inser-
zioni in modo da tendersi, ma non spostarsi dalla
Fig. 8.17. Schema dell’innervazione vegetativa
delle sequenze apparato-fasciali.
loro sede79.
La peristalsi interna deve adattarsi alle esigenze
esterne e quindi durante l’evoluzione si è resa
necessaria una connessione nervosa dal cervello
verso i gangli extramurali. In presenza del cibo lo
mente la peristalsi76 e che esso sia poco distinguibi- stomaco deve preparare la digestione, secernendo
le dalle fibre ortosimpatiche77. più succhi gastrici. In presenza di un pericolo il
Cerchiamo allora di vedere come intervengano i cuore deve pompare più sangue nei muscoli. In
nervi vegetativi provenienti dal sistema nervoso vista dell’accoppiamento tutto il sistema endocrino
centrale. deve aumentare l’attività.
All’interno delle pareti dei visceri, dei vasi e dei Dai nuclei neurovegetativi dell’encefalo si for-
condotti ghiandolari abbiamo la rete neuronale e i marono delle connessioni nervose per le tre sequen-
gangli intramurali, che provvedono alla contrazione ze fasciali interne.
dei muscoli lisci a livello segmentario (Fig. 8.17, A). La sequenza viscerale (pleure, peritoneo) è rag-
Nella rete neuronale troviamo i gangli di Auerbach giunta dai primi rami del nervo vago e tramite il
per i muscoli lisci e di Meissner per la secrezione midollo spinale dai nervi sacrali (Fig. 8.18). Nei
della mucosa. testi di anatomia si trova spesso scritto che il nervo
Nelle fasce, che collegano fra loro gli organi che vago forma i plessi polmonari80, gastrici, ecc.; in
formano l’unità o-f, abbiamo i gangli vegetativi
intra- ed extramurali (Fig. 8.17, B). Ad esempio, i
gangli dei legamenti gastrici coordinano i movi- 78
Ciascun gruppo di gangli risponde ad una specifica stimo-
menti dello stomaco in sincronia con quelli del car- lazione. Ad esempio alcuni gangli scaricano solo se stirati in
dias e del piloro. senso laterale e non scaricano impulsi se sono solo compressi.
(Kunze et al. 2000)
79
I gangli enterici trasformano lo stiramento in impulso ner-
76
È stata ammessa una capacità intrinseca degli organi inter- voso, solo se le strutture in cui sono contenuti sono ancorate.
ni a contrarsi, anche quando sia assente l’innervazione estrin- Questa meccanotransduzione trasforma lo stiramento mecca-
seca, infatti si è osservato il ripristino della peristalsi e della nico in segnale elettrico. (Bianchi 2007)
secrezione gastrica anche dopo vagotomia bilaterale; in tal 80
Il nervo vago forma davanti e dietro alla biforcazione della
senso l’innervazione parasimpatica sarebbe essenzialmente trachea i plessi polmonari anteriore e posteriore. La parete
regolatrice. (Chiarugi 1975) bronchiale contiene un plesso nervoso con elementi gangliari
77
La porzione addominale del vago è formata dai rami che disseminati che ricorda il plesso mienterico di Auerbach. Il
seguendo l’esofago raggiungono lo stomaco. A partire dallo vago raccoglie stimoli dal polmone che conduce al centro
stomaco i rami del vago non si distinguono più da quelli respiratorio, nucleo posto nel midollo allungato, dal quale ori-
dell’ortosimpatico. (Benninghoff G. 1986) ginano le fibre motrici del vago stesso. (Benninghoff 1986)

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 101

SEQUENZA SEQUENZA SEQUENZA SEQUENZA


VISCERALE VISCERALE VASCOLARE VASCOLARE
con gangli con nervi con gangli con i nervi
extramurali dal SNC dal SNC
extramurali
nelle fasce
nelle fasce

Guaina viscerale
fascia laringo- Guaina
faringea vascolare
Rami unità o-f va-cl Nervi
unità o-f vi-cl
primari splancnici
del vago Epicardio e toracici
per: fasce per:
Pleure di
esofago, prevertebrali v. azigos,
contenzione e
stomaco unità o-f va-th aort a,
di inserzione
intestino cuore
unità o-f vi-th
Fascia Lombari:
Rami renale e reni
Peritoneo
sacrali retroperitoneale ureteri
sovramesocolico
per: unità o-f va-lu
unità o-f vi-lu
colon Pelvici:
retto vescica
Peritoneo
ano Fascia vasi AI
sottomesoc.
unità o-f vescicale e
vi-pv sottoperitoneale
unità o-f va-pv

Fig. 8.18. Sequenza a-f viscerale e nervi dal SNC. Fig. 8.19. Sequenza a-f vascolare e nervi dal SNC.

realtà questi plessi sono formati dai gangli extra- La sequenza vascolare è formata dalle fasce e
murali, dove si gettano le poche fibre nervose del guaine retroperitoneali, al cui interno troviamo il
vago. plesso carotideo, il plesso cardiaco, il plesso aortico,
Quindi la sequenza viscerale è formata dalle il plesso renale e il plesso vescicale (Fig. 8.19). Tutti
fasce (pleuro-peritoneali) e dai gangli e plessi intra- questi plessi sono raggiunti dal primo ramo dei nervi
ed extramurali compresi nei visceri: plesso farin- splancnici che, oltrepassando i gangli paravertebrali
geo, esofageo, gastrico, duodenale, intestinale, del senza prendere sinapsi82, stimola la contrazione dei
colon ascendente, del retto. Questi gangli formano vasi. La sequenza di gangli vascolari retroperitoneali
il vero sistema parasimpatico; mentre il vago, con i forma il sistema ortosimpatico. Questo sistema regola
suoi rami primari che si impiantano direttamente su la diversa motilità dei vasi lungo tutto l’apparato cir-
questi gangli, è il nervo che conduce impulsi ecci- colatorio, infatti dal ventricolo sinistro il sangue pas-
tomotori provenienti dal cervello. sa all’aorta con una pressione di 15 cm mercurio,
Il nervo vago81, i nervi splancnici e i frenici nel- mentre dal ventricolo destro il sangue passa all’arte-
la loro parte terminale si dividono in un ramo pri- ria polmonare con una pressione di 5 cm mercurio.
mario, che si getta direttamente sulle pareti dei Nei piccoli capillari la pressione è ancora minore, in
visceri, dei vasi e delle ghiandole, e in un ramo quanto, per la legge di Bermoulli, la maggiore veloci-
secondario, che si getta sui gangli prevertebrali, tà fa diminuire la pressione contro le pareti.
collegati con i sistemi. I reni eliminano più o meno liquidi in base alla
pressione sanguigna83; questo è possibile in quanto
81
Il nervo vago è il nervo più importante del sistema parasim-
patico. Il nome gli deriva dal suo vagabondare nelle cavità
toraciche e lombari. Il vago è costituito da vari gruppi di fibre:
82
“I nervi splancnici attraversano i gangli paravertebrali sen-
somatomotrici per la muscolatura striata della faringe, visce- za far sinapsi: alcune fibre fanno sinapsi nei gangli preverte-
romotrici per la muscolatura liscia dell’intestino, eccitomotri- brali, mentre altre terminano nei gangli intramurali”. (Ben-
ci per le ghiandole, inibitrici per la muscolatura del cuore, ninghoff 1986)
sensitive somatiche e viscerali per l’orecchio. Il nervo emerge 83
“La pressione arteriosa è una variabile controllata in modo
con 10-18 radicole che, confluendo in un tronco unico, attra- omeostatico. L’organismo possiede sensori in grado di attuare
versano il forame giugulare. (Bennighoff 1986) risposte di compenso”. (Baldissera 1996)

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102 TRATTAMENTO DELLE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI

SEQUENZA SEQUENZA Corteccia cerebrale Corpo calloso


GHIANDOLARE GHIANDOLARE
con gangli con nervi Cervelletto Talamo
dal SNC Ipotalamo
extramurali
nelle fasce

Fascia Nervo
pretracheale ipoglosso
unità o-f gl-cl per:
parotide
tonsille
Pericardio e tiroide
centro frenico
unità o-f gl-th
Centro urinario
Frenici circolatorio
per:
Fascia pericardio, Mesencefalo
glissoniana e centro Ponte Centro respiratore
del Treiz frenico, digerente
unità o-f gl-lu
Bulbo
fegato,
pancreas,
Midollo spin. Centro emopoiesi
surreni, N. vago
Fascia gonadi, Il primo ramo
trasversale prostata del n. vago si
per gonadi N. frenico
utero getta sui gangli
unità o-f gl-pv microscopici
Nn. splancnici
dei visceri
Il primo ramo
dei nervi
splancnici
si getta sui
Fig. 8.20. Sequenza a-f ghiandolare e nervi dal gangli Il primo ramo
SNC. microscopici del n. frenico si
dei vasi e getta sui gangli
dei reni delle ghiandole

l’aorta addominale e i reni sono compresi nella stes-


sa fascia retroperitoneale.
La sequenza ghiandolare è formata dalle fasce
derivate dal setto trasverso e al loro interno ci sono
i plessi tiroideo, pericardico, epatico, surrenalico e Fig. 8.21. Innervazione dei gangli microscopici
genitale (Fig. 8.20). Questi plessi con i loro gangli degli apparati da parte dei nervi vago, frenico e
formano il sistema vegetativo adenosimpatico, dove splancnici.
terminano i primi rami del nervo frenico, che non
solo ha fibre motorie, ma anche molte fibre vegeta-
tive84.
L’interazione fra il nervo frenico e il centro dia- ga perché il nervo frenico sia composto da due
frammatico85 permette di vedere in modo diverso il separati gruppi di fibre: un gruppo per l’innerva-
nervo frenico. Il diaframma è formato periferica- zione del centro frenico e un gruppo per l’innerva-
mente da fibre muscolari86, ma la sua parte centrale zione della regione costale87.
forma una fascia in diretta continuità con il pericar- A livello cervicale il nervo frenico si anastomiz-
dio e la capsula glissoniana del fegato. Questo spie- za con il vago e con il ganglio stellato88.
A livello lombare il nervo frenico non si ferma
al diaframma, ma si distribuisce anche al ganglio
84
Il nervo frenico di un topo presenta all’analisi microscopica celiaco. Con queste caratteristiche il nervo frenico
circa 700 assoni, di cui circa 275 sono fibre motorie mieliniz- può essere inserito fra i nervi vegetativi autonomi.
zate e 123 non mielinizzate. Inoltre molte fibre sono connesse
con la catena simpatica cervicale. (Langford L.A. 1983)
85
Il centro frenico non è un muscolo respiratorio, ma uno 87
Il nervo frenico è composto da due differenti nervi. Anche
sfintere gastrointestinale, infatti la stimolazione dei suoi mec- nel midollo spinale ci sono due nuclei diversi: uno motorio e
canorecettori determina la distensione dell’esofago e non la uno vegetativo. (Pickering M. 2002)
contrazione dei muscoli. (Pickering M. 2002) 88
Il ganglio cervicotoracico (stellato) riceve rami comunican-
86
Lo studio istologico del diaframma ha mostrato solo 10 fusi ti bianche ed emette rami anastomotici per il nervo frenico,
neuromuscolari in tutta la sua estensione. (Duron et al. 1978) vago e ricorrente. (Benninghoff 1986)

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LE CATENARIE, LE SEQUENZE a-f E I GANGLI VEGETATIVI EXTRAMURALI 103

L’inserimento del terzo nervo vegetativo è possi- – nervi splancnici, che originano dai nuclei urina-
bile solo se si tralascia la vecchia visione antagonisti- ri e cardioregolatori del ponte-bulbo, per scen-
ca fra il sistema parasimpatico e l’ortosimpatico. L’e- dere poi lungo il midollo spinale e fuoriuscire a
videnza ha già scalfito la visione antagonistica89 e in livello toracico e lombare91; si portano poi con il
parte anche la visione inibitoria e dilatatoria90. primo ramo sulla parete dell’aorta addominale e
Riassumendo diciamo che dai centri autonomici sui reni, e con il ramo secondario si gettano sul
del tronco dell’encefalo (Fig. 8.21) originano tre ganglio celiaco e mesenterico;
nervi vegetativi: – nervi frenici che nascono, assieme al nervo
– i nervi vaghi, le cui fibre parasimpatiche nasco- glosso-faringeo, dai nuclei salivatori e ambigui
no dai nuclei del bulbo preposti alla stimolazio- del tronco encefalico, ed escono a livello della
ne della peristalsi gastrointestinale; scendono terza, quarta e quinta vertebra cervicale; si por-
poi nel tronco, suddividendosi in due ordini di tano poi con il primo ramo direttamente sui
fibre: fibre dirette ai gangli intramurali dell’ap- gangli del pericardio e del centro frenico, men-
parato respiratorio e digerente, e fibre per i gan- tre con il ramo secondario si gettano sul ganglio
gli prevertebrali; celiaco.

89
“Non sembra giustificato considerare le due componenti 91
Nel torace il grande nervo splancnico fornisce rami all’aor-
vegetative in antagonismo fra loro. I due sistemi indifferente- ta, alla vena azygos e al dotto toracico. Nell’addome si risolve
mente possono dare risposte sia eccitatrici sia inibitrici” (Bor- in tre ordini di rami: i superiori vanno al ganglio celiaco, i
tolami 2004) medi si gettano nel plesso celiaco, gli inferiori, che costitui-
90
Il sistema ortosimpatico non può creare dilatazione dei scono la parte principale del nervo, discendono nel plesso
vasi, esso può solo aumentare l’attività già presente.” (Guyton renale che sta attorno all’arteria renale. (Chiarugi 1975)
1980)

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