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All’interno del tronco ci sono tre sequenze fasciali: Gli arti e il capo possono essere la sede di com-
la sequenza viscerale formata dalle pleure e perito- pensi provenienti dalle fasce del tronco e dalle fasce
neo (apparato respiratorio e digerente), la sequenza interne.
vascolare in sede retroperitoneale (apparato circola- Dagli arti e dal capo possono partire tensioni
torio e urinario) e la sequenza ghiandolare collega- che interferiscono con la peristalsi degli apparati
ta con l’apparato endocrino ed emopoietico. interni.
Questi apparati interni si distribuiscono in tutto Il trattamento per le disfunzioni degli apparati è
il tronco e quindi l’intervento terapeutico non è più dunque rivolto prima al tronco e poi ad eventuali
limitato ad un solo segmento, ma va esteso a tutta trazioni provenienti dalle estremità.
la parete anteriore e posteriore del tronco.
Nella prima parte abbiamo presentato come si agi- (Fig. 8.6), che lavorano in sinergia con le due cate-
sce sui singoli segmenti del tronco per curare sen- narie postero-laterali, cioè poste lateralmente ai
sazioni anomale locali, che imitano spesso disfun- muscoli paravertebrali (LL).
zioni interne.
In questa seconda parte si prendono in conside-
razione le disfunzioni di specifici apparati. Gli
apparati interni sono dislocati all’interno di tutto il
tronco e quindi le verifiche palpatorie e il tratta- Catenarie
CP
mento si estendono a tutta la parete del tronco e agli controllo
arti. CL
LE CATENARIE TH
Catenarie
Nelle tensostrutture molto ampie i tensori di coper- del tronco
tura si incurvano sotto il peso della gravità, in LU AP, LL, OB
quanto devono sopportare forze tensive importanti.
In questo caso i tensori di copertura assumono la PV
forma della catenaria.
Il Treccani descrive così una catenaria. “In mec-
canica, la catenaria omogenea è la configurazione
di equilibrio che assume un filo flessibile e inesten- Fig. 8.1. Riunione delle tre tensostrutture del tronco.
sibile, omogeneo, soggetto al solo peso proprio, e
sospeso in due punti”.
La catenaria ha normalmente la curva in basso;
essa è una curva iperbolica, il cui andamento è Ci sono, poi, i tensori obliqui anteriori e poste-
quello di una catena sospesa, che ha la proprietà di riori, che nel loro insieme formano le catenarie
avere in ogni suo punto una distribuzione uniforme oblique (OB); queste forze oblique stabilizzano le
del peso. Nei ponti sospesi, le catenarie che sorreg- catenarie longitudinali (Fig. 8.2).
gono il piano viario hanno dei tiranti esterni alle Le catenarie anteriori e posteriori sono disposte
torri portanti, detti tensori distali. in parallelo a specifici rafforzamenti della fascia
Se noi riuniamo le tre tensostrutture del tronco muscolare (Fig. 8.5):
in un’unica tensostruttura longitudinale (Fig. 8.1), – i tensori antero-posteriori corrispondono, nella
allora i singoli tensori si allineano lungo le linee di parete anteriore del tronco, alla linea alba cervi-
maggiore tensione diventando quindi catenarie. cale, allo sterno e alla linea alba addominale;
Inoltre ogni singola catenaria deve essere sorret- nella parete posteriore del tronco ai legamenti
ta distalmente dai tensori dislocati negli arti sovraspinosi, che vanno dalla nuca al coccige;
(Fig. 8.4). – i tensori latero-laterali corrispondono, nella
Nella parete anteriore del tronco abbiamo due parete anteriore del tronco, alla linea di fusione
catenarie simmetriche antero-mediali, che lavorano delle tre aponevrosi dei muscoli larghi dell’ad-
in sinergia con due catenarie postero-mediali; tutte dome; nella parete posteriore alla fusione delle
quattro assieme garantiscono la tenuta in senso due lamine della fascia toracolombare;
antero-posteriore (AP). – i tensori obliqui formano le linee di congiunzio-
Sempre nella parete anteriore, ma in posizione ne fra i due precedenti tensori AP e LL; essi cor-
antero-laterale, abbiamo due catenarie simmetriche rispondono alle fibre dei muscoli obliqui.
Catenaria obliqua
Piano viario,che
corrisponde al contenuto
del tronco
Catenaria ante-medio
dell'emisoma destro
Catenaria obliqua
dell'emisoma destro
Catenaria latero-laterale
destra
Fig. 8.3. Dissezione della parete toracica anteriore destra, tolto il gran pettorale.
Fig. 8.4. Continuità delle catenarie longitudinali del tronco anteriore e posteriore con i tensori distali degli
arti inferiori.
Fig. 8.5. Fascia della parete dell’addome che mostra le linee di fusione o catenarie.
Questa dissezione della fascia aponevrotica dell’addome mette in evidenza le linee di fusione57 delle fasce
dei muscoli larghi dell’addome. Di lato alla guaina del retto abbiamo il convergere di forze muscolari latero-
laterali, mentre lungo la linea alba convergono forze longitudinali.
L’andamento obliquo delle fibre muscolari più superficiali mantiene unite le due catenarie oblique.
57
L’aponevrosi del muscolo obliquo esterno, toccando il margine laterale del muscolo retto dell’addome, si divide in due fogliet-
ti, di cui l’anteriore passa in avanti al muscolo e di fonde interamente con l’aponeurosi del muscolo obliquo esterno, mentre l’al-
tro posteriore passa in addietro e si fonde a sua volta con l’aponeurosi del muscolo trasverso. (Testut 1987)
punti
cerniera
punti re-la-sc
cerniera re-me-sc
an-la-sc
an-me-sc
tensori
tensori distali
distali re-la-ca
an-la-ca re-me-ca
an-me-ca
punti
cerniera punti
an-la-cx cerniera
an-me-cx re-la-cx
re-me-cx
Fig. 8.6. Catenarie e tensori distali del corpo ante- Fig. 8.7. Catenarie e tensori distali del corpo poste-
riore. riore.
Nel corpo umano le forze tensive del tronco ven- – per la catenaria ante-latero abbiamo la spina
gono assorbite e disperse lungo linee precise, che iliaca antero-superiore e il processo coracoideo;
corrispondono ai punti di fusione dei muscoli piatti – per la catenaria ante-medio abbiamo in senso
(Figg. 8.5, 8.6). Lungo queste linee abbiamo dei caudale il pube e in alto il manubrio sternale;
punti elastici, formati dalle fasce, e ancoraggi fissi, – per la catenaria retro-latero abbiamo in basso la
formati dalle ossa e articolazioni. Questi ancoraggi tuberosità ischiatica e in alto l’acromion;
sono detti cerniere, in quanto permettono al corpo – per la catenaria retro-medio abbiamo il coccige
di trovare continui stati di equilibrio. e in senso cefalico il legamento nucale.
Se osserviamo la disposizione dei muscoli, che Dai punti cerniera partono i tensori distali, che
formano la catenaria ante-latero (Fig. 8.6) e la cate- sono formati dalle diagonali o somma delle forze
naria retro-latero (Fig. 8.7), notiamo che essi con- muscolari che originano dalla SIAS, pube, ischio e
traendosi formano delle forze latero-laterali (frecce coccige per l’arto inferiore; dall’acromion, spina
rosse). La catenaria, quindi, è la somma delle forze scapolare, clavicola e processo coracoideo per l’arto
di lateropulsione coinvolte nelle singole tensostrut- superiore.
ture. Le catenarie sono visibili a livello cutaneo anche
Lo stesso principio vale per le due catenarie nell’anatomia di superficie (Figg. 8.8, 8.9). Nella
mediane: esse riassumono le forze longitudinali, parete anteriore del tronco la catenaria di ante-
che vanno dallo sterno al pube e dal coccige al lega- medio è parallela alla linea alba. La catenaria di
mento nucale. ante-latero è parallela al rafe laterale del retto addo-
I puntoni o torri portanti, su cui si fissano le cer- minale e termina nella spina iliaca, da dove parte il
niere delle catenarie, sono le salienze ossee: tensore ante-latero dell’arto inferiore.
Fig. 8.8. Catenarie an-me (blu), an-la (verde), intra Fig. 8.9. Catenarie re-me(blu), re-la (verde), extra
(giallo) che si continuano con il tensore distale di (giallo) che si continuano con il tensore distale di
ante-medio arto inferiore. re-la arto inferiore.
a a
br
ci
Le catenarie oblique sono sopra i muscoli intra- La densificazione fasciale è collegata all’acido
rotatori ed extrarotatori in quanto hanno una fun- ialuronico, il quale aumenta con l’esercizio fisico e
zione di congiunzione. viene riassorbito con il riposo. Se però la persona
La sinergia delle sei catenarie anteriori di destra non alterna le due attività, allora si creano gli effet-
e sinistra (AP, LL, OB) con le sei catenarie poste- ti del sovrauso; l’acido ialuronico ristagna nelle
riori forma la cavità del tronco, dove sono contenu- fasce e si aggrega, aumentando la propria viscosità.
te le tre sequenze apparato-fasciali. Tutto questo per la manipolazione fasciale corri-
sponde alla densificazione della fascia.
Da millenni gli antichi cinesi avevano costatato
I tensori distali che un disturbo interno poteva essere curato58 trat-
In un ponte in equilibrio, il peso della catenaria tando non solo punti del tronco, ma anche punti del-
portante viene distribuito in modo uguale fra i due le estremità.
tensori distali (Fig. 8.11, A). Recentemente si è sviluppata la reflessoterapia
Se in questo ponte sospeso (Fig. 8.11, B) si ha la podalica e della mano. A nostro avviso gli effetti
perdita della libertà da parte delle cerniere o si crea benefici di queste terapie sono dovuti al rilassamen-
una rigidità di un tensore, allora l’insieme non è più to delle fasce disposte lungo precise linee di forza,
in grado di trovare continui stati di equilibrio. che noi chiamiamo tensori distali.
Nell’uomo, se si densifica la fascia di una cate- Spesso si verifica anche il processo inverso: la
naria o di un tensore distale o di una cerniera, allo- sofferenza di un organo interno (colite, dismenor-
ra la parete del tronco e la peristalsi interna andran- rea) può creare uno spasmo nella parete addomina-
no incontro a disfunzioni. le, che si compensa nel punto cerniera, spostando
verso di sé la torre portante (Fig. 8.9, C). Lo sposta-
mento si compensa distalmente e così il paziente
può lamentare dei dolori al piede o alla mano, che
si risolvono solo con il trattamento della catenaria
Punto
cerniera
Punto
cerniera
in tensione.
A
te n
ca v so
i portan
ti o c a t e n a ri a
re LE SEQUENZE APPARATO-FASCIALI
torre portante
63
L’analisi istologica di un tumore del pericardio ha eviden-
ziato che esso era un timoma composto da cellule epiteliali e 66
Nel centro tendineo c’è il forame della vena cava che serve
da linfociti di tipo T. (Gackowski A. 2012) al passaggio della vena cava e di un ramo del nervo frenico
64
Ipertiroidismo subclinico è spesso associato con fibrilla- destro. (Platzer W. 1979)
zione atriale, infarto cardiaco e patologie coronariche. L’opi- 67
Con le prime contrazioni regolari inizia il periodo di dila-
nione degli esperti riscontra un collegamento fra le aritmie e tazione del canale del parto. Durante il periodo espulsivo si ha
l’ipertiroidismo. (Carpi A. 2013) l’accorciamento della muscolatura dell’utero, mentre si ha la
65
I più importanti ormoni prodotti dal cuore sono i peptidi despiralizzazione dei fasci muscolari del collo dell’utero.
natriuretici che hanno un effetto antiproliferativo e vasodila- All’espletamento del parto partecipa anche la contrazione del-
tatore. Essi agiscono anche sulle disfunzioni cardio-renali. la muscolatura dell’addome, il cosiddetto “torchio addomina-
(Mezosi E. 2012) le”. (Benninghoff 1986)
caudale
ca
vo
le re
g a tto u te ri n o io
fa m e va
s c n t o p r o p r i o d e l l' o
ia
d ia v e s c i c a l e re
fr a e ri o
mm up Fasce muscolari o
d ia a u r o g e n i ta l e s
re fascia profonda
fr a
mm f e ri o
a u r o g e n i ta l e i n
fa s o
c ia
p d ine
e r in e e n
fa
sc a l e , c e n tr o t Fascia superficiale
ia
sup
e r f . C ol l e s
Fig. 8.16. Continuità anatomica delle fasce superficiali, profonde e interne della regione pelvica.
Guaina viscerale
fascia laringo- Guaina
faringea vascolare
Rami unità o-f va-cl Nervi
unità o-f vi-cl
primari splancnici
del vago Epicardio e toracici
per: fasce per:
Pleure di
esofago, prevertebrali v. azigos,
contenzione e
stomaco unità o-f va-th aort a,
di inserzione
intestino cuore
unità o-f vi-th
Fascia Lombari:
Rami renale e reni
Peritoneo
sacrali retroperitoneale ureteri
sovramesocolico
per: unità o-f va-lu
unità o-f vi-lu
colon Pelvici:
retto vescica
Peritoneo
ano Fascia vasi AI
sottomesoc.
unità o-f vescicale e
vi-pv sottoperitoneale
unità o-f va-pv
Fig. 8.18. Sequenza a-f viscerale e nervi dal SNC. Fig. 8.19. Sequenza a-f vascolare e nervi dal SNC.
realtà questi plessi sono formati dai gangli extra- La sequenza vascolare è formata dalle fasce e
murali, dove si gettano le poche fibre nervose del guaine retroperitoneali, al cui interno troviamo il
vago. plesso carotideo, il plesso cardiaco, il plesso aortico,
Quindi la sequenza viscerale è formata dalle il plesso renale e il plesso vescicale (Fig. 8.19). Tutti
fasce (pleuro-peritoneali) e dai gangli e plessi intra- questi plessi sono raggiunti dal primo ramo dei nervi
ed extramurali compresi nei visceri: plesso farin- splancnici che, oltrepassando i gangli paravertebrali
geo, esofageo, gastrico, duodenale, intestinale, del senza prendere sinapsi82, stimola la contrazione dei
colon ascendente, del retto. Questi gangli formano vasi. La sequenza di gangli vascolari retroperitoneali
il vero sistema parasimpatico; mentre il vago, con i forma il sistema ortosimpatico. Questo sistema regola
suoi rami primari che si impiantano direttamente su la diversa motilità dei vasi lungo tutto l’apparato cir-
questi gangli, è il nervo che conduce impulsi ecci- colatorio, infatti dal ventricolo sinistro il sangue pas-
tomotori provenienti dal cervello. sa all’aorta con una pressione di 15 cm mercurio,
Il nervo vago81, i nervi splancnici e i frenici nel- mentre dal ventricolo destro il sangue passa all’arte-
la loro parte terminale si dividono in un ramo pri- ria polmonare con una pressione di 5 cm mercurio.
mario, che si getta direttamente sulle pareti dei Nei piccoli capillari la pressione è ancora minore, in
visceri, dei vasi e delle ghiandole, e in un ramo quanto, per la legge di Bermoulli, la maggiore veloci-
secondario, che si getta sui gangli prevertebrali, tà fa diminuire la pressione contro le pareti.
collegati con i sistemi. I reni eliminano più o meno liquidi in base alla
pressione sanguigna83; questo è possibile in quanto
81
Il nervo vago è il nervo più importante del sistema parasim-
patico. Il nome gli deriva dal suo vagabondare nelle cavità
toraciche e lombari. Il vago è costituito da vari gruppi di fibre:
82
“I nervi splancnici attraversano i gangli paravertebrali sen-
somatomotrici per la muscolatura striata della faringe, visce- za far sinapsi: alcune fibre fanno sinapsi nei gangli preverte-
romotrici per la muscolatura liscia dell’intestino, eccitomotri- brali, mentre altre terminano nei gangli intramurali”. (Ben-
ci per le ghiandole, inibitrici per la muscolatura del cuore, ninghoff 1986)
sensitive somatiche e viscerali per l’orecchio. Il nervo emerge 83
“La pressione arteriosa è una variabile controllata in modo
con 10-18 radicole che, confluendo in un tronco unico, attra- omeostatico. L’organismo possiede sensori in grado di attuare
versano il forame giugulare. (Bennighoff 1986) risposte di compenso”. (Baldissera 1996)
Fascia Nervo
pretracheale ipoglosso
unità o-f gl-cl per:
parotide
tonsille
Pericardio e tiroide
centro frenico
unità o-f gl-th
Centro urinario
Frenici circolatorio
per:
Fascia pericardio, Mesencefalo
glissoniana e centro Ponte Centro respiratore
del Treiz frenico, digerente
unità o-f gl-lu
Bulbo
fegato,
pancreas,
Midollo spin. Centro emopoiesi
surreni, N. vago
Fascia gonadi, Il primo ramo
trasversale prostata del n. vago si
per gonadi N. frenico
utero getta sui gangli
unità o-f gl-pv microscopici
Nn. splancnici
dei visceri
Il primo ramo
dei nervi
splancnici
si getta sui
Fig. 8.20. Sequenza a-f ghiandolare e nervi dal gangli Il primo ramo
SNC. microscopici del n. frenico si
dei vasi e getta sui gangli
dei reni delle ghiandole
L’inserimento del terzo nervo vegetativo è possi- – nervi splancnici, che originano dai nuclei urina-
bile solo se si tralascia la vecchia visione antagonisti- ri e cardioregolatori del ponte-bulbo, per scen-
ca fra il sistema parasimpatico e l’ortosimpatico. L’e- dere poi lungo il midollo spinale e fuoriuscire a
videnza ha già scalfito la visione antagonistica89 e in livello toracico e lombare91; si portano poi con il
parte anche la visione inibitoria e dilatatoria90. primo ramo sulla parete dell’aorta addominale e
Riassumendo diciamo che dai centri autonomici sui reni, e con il ramo secondario si gettano sul
del tronco dell’encefalo (Fig. 8.21) originano tre ganglio celiaco e mesenterico;
nervi vegetativi: – nervi frenici che nascono, assieme al nervo
– i nervi vaghi, le cui fibre parasimpatiche nasco- glosso-faringeo, dai nuclei salivatori e ambigui
no dai nuclei del bulbo preposti alla stimolazio- del tronco encefalico, ed escono a livello della
ne della peristalsi gastrointestinale; scendono terza, quarta e quinta vertebra cervicale; si por-
poi nel tronco, suddividendosi in due ordini di tano poi con il primo ramo direttamente sui
fibre: fibre dirette ai gangli intramurali dell’ap- gangli del pericardio e del centro frenico, men-
parato respiratorio e digerente, e fibre per i gan- tre con il ramo secondario si gettano sul ganglio
gli prevertebrali; celiaco.
89
“Non sembra giustificato considerare le due componenti 91
Nel torace il grande nervo splancnico fornisce rami all’aor-
vegetative in antagonismo fra loro. I due sistemi indifferente- ta, alla vena azygos e al dotto toracico. Nell’addome si risolve
mente possono dare risposte sia eccitatrici sia inibitrici” (Bor- in tre ordini di rami: i superiori vanno al ganglio celiaco, i
tolami 2004) medi si gettano nel plesso celiaco, gli inferiori, che costitui-
90
Il sistema ortosimpatico non può creare dilatazione dei scono la parte principale del nervo, discendono nel plesso
vasi, esso può solo aumentare l’attività già presente.” (Guyton renale che sta attorno all’arteria renale. (Chiarugi 1975)
1980)