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ACETABOLO
Fratture dell’Anello Pelvico
Interruzione della continuità dell’anello pelvico [Sacro " Ilio " Ischio " Sinfisi Pubica] derivante da
una frattura di una o più componenti della pelvi ossea o da una lesione di una o più strutture
capsulo-legamentose che uniscono tra loro le componenti ossee o da una combinazione di
entrambe le precedenti
L’anello pelvico è punto importante dello scheletro, di connessione tra parte superiore e inferiore:
la connessione tra il rachide e la pelvi garantisce la distribuzione fisiologica dei carichi fra la parte
superiore ed inferiore: Rachide " Bacino " Arti Inferiori
Si fa riferimento a:
- REGIONE ANTERIORE: Più sottile, piccola e quindi più soggetta a traumi
o Rami Pubici (Superiore/Ileopubico ed Inferiore/Ischiatico)
o Sinfisi Pubica
o Disco Fibrocartilagineo che unisce le due sinfisi
o A stabilizzare anteriormente l’anello: Legamenti Pubici Ant, Post, Sup, Inf
- REGIONE POSTERIORE: Molto più robusta, alta resistenza meccanica " È necessario un
trauma ad alta energia, con conseguenze cliniche piuttosto rilevanti
o Sacro
o Ossa innominate (per gli amici anca, mortaccisua che non capivo cosa fossero ste
robe immonde)
o tra loro: Articolazioni Sacroiliache
o Legamenti: Sacroiliaci Ant, Post, Sacro-Spinoso, Sacro-Tuberoso, Ileolombari
La presenza di una ricca vascolarizzazione locale e dei principali fasci neurovascolari rende
complessa la gestione di queste lesioni:
PLESSI SACRALI
****
VESCICA
UTERO
INTESTINO (ultima parte)
Epidemiologia:
Rare (3% di tutte le fratture)
Di solito:
- Pz giovani e ♂ (attività a rischio):
- MOSTLY traumi ad alta energia, con ISS* alto (24-48 pt), * ISS: INJURY SEVERITY SCORE:
spesso POLITRAUMATIZZATI Punteggio da 1 a 6 per lesioni delle
o Incidenti veicolari (soprattutto motoveicoli) diverse regioni corporee " Somma
o Grandi traumi autostradali con coinvolgimento di più della potenza al quadrato dei 3
autovetture valori più importanti: a2 + b2 + c2
o Investimenti di pedoni
o Cadute dall’alto, sul lavoro (30%)
o Traumi da schiacciamento (10%)
Mortalità:
Fratture semplici " 5%
Fratture complesse (associate a lesioni extrapelviche) " 80%
Fratture pelviche + Shock emorragico " 40%
Classificazioni:
A) YOUNG & BURGESS: # MECCANISMO TRAUMATICO
a. Compressione diretta sul piano SAGITTALE " Può determinare iniziale apertura di
disco fibro-cartilagineo e sinfisi (frattura OPEN BOOK) " POI (se la compressione è
maggiore) le connessioni tra ischio e sacro e le sacroiliache " Rottura legamenti
sacroiliaci anteriori " Rottura Legamenti sacroiliaci posteriori e quelli che
connettono le regioni posteriori dell’anello pelvico alle ultime vertebre lombari
b. Compressione diretta sul piano FRONTALE (LATERAL COMPRESSION) " Rottura Osso
Innominato " Frattura Branche o Ala Iliaca " Frattura regioni sacrali laterali
c. Sollecitazione sul piano VERTICALE " Interruzione Branche Ileo-Ischio-Pubiche e Art.
Sacroiliaca Post
N.B. Si tratta ovviamente di una schematizzazione, perché non è detto che il trauma
avvenga in una direzione pura.
B) TILE: # STABILITA’
A. Fratture di tipo A " Anello Pelvico stabile:
B. Fratture di tipo B " Interruzione completa anello pelvico: parzialmente instabile –
Viene persa la stabilità rotazionale (sul piano assiale), ma non quella verticale, es: Open
book
C. Fratture di tipo C " Completamente instabili: perdita stabilità rotazionale + Verticale
(Vertical Shear: interruzione completa di tutta la parte posteriore dell’anello pelvico,
compresi i legamenti che stabilizzano l’anca al sacro e alle vertebre lombari)
Setting Ospedaliero
- Allertamento del TRAUMA TEAM (Anestetista – Chirurgo Generale – Ortopedico –
Infermiere di PS) e delle figure accessorie (Chirurgo Vascolare, Urologo, Neurochirurgo)
- Richiedono stretta osservazione clinica in terapia intensiva o comunque uno stretto
monitoraggio per le prime 24-36 h, perche il problema principale in questi pz è
l’EMORRAGIA ACUTA (osso fratturato sanguina abbondantemente e ossa del bacino sono
molto vascolarizzate + strutture vascolari importanti a stretto contatto con osso, es:
Iliache); spesso, se politraumatizzati, vanno direttamente in sala rossa (sezione di
radiologia + sala operatoria)
2 scenari clinici e
livelli di
valutazione
diversi:
Pz
EMODINAMICAME
NTE STABILE
Pz
EMODINAMICAME
NTE INSTABILE "
PRIMA DI TUTTO:
STABILIZZAZIONE
PZ secondo criteri
ATLS: ATLS
considera instabile
il pz con: PA < 90
mmHg, Frequenza
Cardiaca > 120
bpm, segni di
vasocostrizione
cutanea, livello di
coscienza alterato
e/o respiro corto.
Ruolo iniziale dell’ortopedico:
- Riallineamento ed immobilizzazione provvisoria degli arti con evidente frattura
- Valutazione stabilità della pelvi " Manovre di Lelly: si esercita una compressione o una
sollecitazione diretta in senso anteroposteriore, che può rendere evidente una mobilità
preternaturale che indica la presenza di una lesione del bacino
- Valutazione pz per fratture esposte, lesioni tegumentarie, emorragie macroscopiche
degli arti, deficit neurologici (se pz è collaborante)
o Deficit neurologici a carico del plesso lombosacrale
o Ecchimosi, contusioni, abrasioni in regione pelvica o perineale, ematoma scrotale
(sospetto problema sull’anello pelvico anteriore > Tile B), ai fianchi, alle radici degli
arti
o Sangue nel meato uretrale (sospetto problema bacino) ed in regione anale,
vaginale
o Ferite in regione perineale, testicolare, alle natiche
o Dismetria, deformità degli arti inferiori o extrarotazione di un arto, es:
Accorciamento di un arto (sospetta instabilità verticale del bacino > Tile C)
o Mobilità preternaturale nell’effettuare una cauta compressione antero-posteriore
o medio-laterale della pelvi
- La prima indagine da effettuare è una TC TOTAL BODY per cercare spandimenti ematici in
sede addominale ed endopelvica, nonché tutte le lesioni associate (fratture e lesioni
parenchimali sono spesso presenti); permette ricostruzioni 3D, su tutti e 3 i piani; la TC può
mostrare anche rotture vescicali, sacrale, fratture ultime lombari. In pz critici non
spostabili, prima RX e poi TC secondo tipo di organizzazione logistica dell’ospedale
- Se la TC esclude sanguinamento toracico o addominale, un’anemizzazione ed
un’ipotensione persistenti devono essere considerate, fino a prova contraria, di
provenienza PELVICA (80% venosa, quindi più facilmente arrestabile, 20% arteriosa)
- Esplorazione RETTALE e VAGINALE x escludere lesioni della mucosa che possano
comunicare con la frattura pelvica rendendola, se presenti, una frattura esposta (a rischio
infezione – gli organi interni contengono flora batterica)
- CATETERIZZAZIONE VESCICALE x valutare presenza di lesione della vescica e dell’uretra
(facilmente lesionabili per posizione proprio dietro sinfisi)
Si fanno due tagli in corrispondenza della cresta iliaca e poi c’è un trucchetto, una volta
arrivati sull’osso si infila un filo di Kirschner facendolo scorrere in corrispondenza del
tavolato interno, sentendo l’osso con la punta del Kirschner lo si fa camminare tra l’osso e il
muscolo ileopsoas. Invece sulla parte esterna si fa camminare un altro filo tra il tavolato
esterno e il gluteo; in questo modo si vengono a determinare due direzioni come se fossero
due rette che formano un angolo verso l’esterno, il chirurgo punta la fish del fissatore sulla
cresta iliaca e la dirige come se stesse seguendo la bisettrice di questo angoloàsei certo di
aver inserito la vite nel tavolato; non è infrequente sbagliare perché l’ala iliaca può essere
spessa o molto sottile, si può fare l’errore di mettere la vite fuori o dentro e ci si rende
conto che non regge ma “balla”. In genere si mettono due viti, si sta distanti dalla spina
iliaca anterosuperiore dove decorre il nervo cutaneo femorale che innerva la regione
laterale della coscia, si rimane 4-5 cm dietro dove la cresta iliaca è anche più spessa.
Si mettono due viti da una parte e due dall’altra (credo intenda a destra e sinistra nds), si
blocca il fissatore con i morsetti, si chiude la frattura e si bloccano i morsetti.
2) C-CLAMP: Adatto per una LESIONE POSTERIORE (es: Apertura delle Sacroiliache) – No in
fratture comminute del sacro o frammentazioni eccessive anello pelvico : in caso di frattura
sacrale frammentata si rischia di schiacciare la frattura e determinare una compressione
neurologica.
Se l’emorragia non risponde al tamponamento intrapelvico, è probabile che siano presenti delle
LESIONI ARTERIOSE (20%), di solito dai rami dell’ A. Iliaca Interna, in particolare l’A. Glutea Sup e
le Pudende. Se l’emorragia non risponde al trattamento, si ha indicazione all’ANGIOGRAFIA con
EMBOLIZZAZIONE SELETTIVA.
Epidemiologia:
3 persone su 100.000 / anno – 10% delle fratture della regione pelvica
Picco bimodale: 20-40 anni (alta energia) e > 65 anni (bassa energia)
Mortalità: < 1% giovani, 6% anziani (molto più contenuta rispetto a grandi traumi della pelvi)
Classificazione:
1) della Zona della Colonna Anteriore
2) della Zona della Colonna Posteriore: più frequente, es: urto con il femore in flex
3) dei Rami Ischiopubici che uniscono le due zone
Approccio al pz:
1. Regole ATLS se trauma ad alta energia e lesioni associate: trattare per prime situazioni più
minacciose per la vita
2. Mobilizzazione in asse
3. Contenimento pelvico se associata instabilità pelvi
Diagnosi:
- RX PELVI in proiezione
1) AP
2) Otturatoria obliqua 45° (x valutare colonna anteriore e parete posteriore acetabolo)
3) Iliaca obliqua 45° (maggiore visibilità colonna posteriore e parete anteriore)
Trattamento: Di solito le fratture del Ciglio Acetabolare sono in genere trattate conservativamente,
mentre per quelle con interessamento del Muro Acetabolare Ant o Post c’è sempre indicazione
chirurgica.
(1) CONSERVATIVO
In caso di:
Frattura stabile composta (non si spostano nel tempo)
Anziano osteoporotico (QUI tenuta della sintesi interna non è garantita)
Gravi comorbidità (controindicano procedura chirurgica, es: Pz cardiologici con ASA 4 o
3 sono ad alto rischio anestesiologico)
(2) CHIRURGICO
In caso di:
Frattura SCOMPOSTA
Anca Instabile con rischio di lussazione o sublussazione della testa del femore
(soprattutto della parete Post o Sup dell’acetabolo – comportano instabilità articolare –
oppure verso l’interno: scomposizione intrapelvica)
È importante valutare presenza di una sublussazione della testa del femore: prima si parlava di
“deformità ad ali di gabbiano” (= presenza di un doppio profilo dell’acetabolo visibile all’RX),
ma oggigiorno questi segni sono superati dagli esami TC.
Infatti in alcuni casi si potrà dominare tutta la frattura dall’esterno (es: accessi dalla
parte post dell’acetabolo); in caso di fratture complesse sarà necessario dominare
la frattura dall’interno (quindi dalla pelvi) con doppio accesso chirurgico per creare
un’esposizione tale da poter eseguire osteosintesi con placche e viti.
Classificazione Lussazioni:
Trattamento:
È necessario procedere alla riduzione il prima possibile (entro 6-8h): infatti più l’anca resta lussata,
più aumenta il rischio di:
- Necrosi avascolare della testa del femore " Tardive: Artrosi ed Incongruenza articolare
- Stiramento N. Sciatico " Paralisi dei muscoli innervati [NdR: Quadricipite Femorale, Grande
Adduttore, M. Posteriori della Gamba, M. Anteriori e Laterali, M. Intrinseci del Piede] : la
paralisi può recedere molto lentamente e non sempre in modo completo
Per ridurre la lussazione si possono utilizzare diverse tecniche; se associata frattura di acetabolo il
trattamento è molto spesso chirurgico.
In tutti i casi È NECESSARIO SEDARE IL PZ, in modo da avere max rilassamento muscolare
(articolazione grande, coperta, avvolta ed attivata da molti muscoli grandi e potenti " una volta
contratti per il dolore, è molto difficile vincerli nella manovra di riduzione).
Complicanze:
Epidemiologia:
10-30 casi per 100.000 abitanti/anno
Doppio picco: Giovani uomini, POI donne in senescenza (maggior osteoporosi)
Una delle poche URGENZE ORTOPEDICHE – In ⅓ dei casi sono associati ad altre lesioni, dato che
spesso i traumi sono ad alta energia " Politraumi; non dobbiamo però dimenticare che una frattura
scomposta anche per una banale caduta può provare un’esposizione (in genere meno grave, 1° o
2° grado).
Nel 75% dei casi sono h: DITA – GAMBA – RADIO DISTALE – CAVIGLIA x minor copertura dei t. molli
Altre classificazioni " Classificazione OTA 2010: Punteggio di severità (1-3) a diversi fattori: pelle,
muscoli, vasi, contaminazione, perdita di osso – Più alto il punteggio, più severo il trauma
Valutazione locale:
- Ispezione circonferenziale dell’arto
- Bilancio lesionale provvisorio: grado di esposizione, grado di contaminazione, perdita di
sostanza cutanea/muscolare/ossea , ischemia distale
Necessario documentare la condizioni del pz (vestiario, quanta diafisi è uscita dalla ferita…)!
- Insieme alla terapia antibiotica si dovrebbe fare anche una PROFILASSI TETANICA – A chi?
o Pz non vaccinati o con > 10 anni da ultimo richiamo e ferita gravemente
contaminata " IgG antitetano e dose di richiamo vaccinale
o In pz con vaccinazione o richiamo > 10 anni, ferita non gravemente contaminata "
Dose vaccinale di richiamo
o In pz con vaccinazione o dose di richiamo < 10 anni " Nessuna azione
- Le dimensioni, la sede e il tipo di lesione dei diversi tessuti può non essere indicativa del
reale danno subito dai t. molli " La reale zone of injury si può rendere manifesta solo dopo
alcuni giorni " Quando posizioniamo fissatori o viti dobbiamo tenerci distanti dalla ferita,
perché è possibile che quella zona vada in necrosi e sia necessario rioperare
o Esecuzione di fotografie seriate nel tempo:
Consente di avere un’idea dell’andamento della ferita nel tempo
Consente di evitare che vi sia necessità di scoprire nuovamente la ferita per
permettere a più specialisti di visionarla
Permette di quantificare in modo oggettivo la lesione anche ai fini medico-
legali
Esame Clinico: Importante valutazione accurata degli arti, anche le zone a monte e a valle della
lesione esposta, soprattutto in pz non collaborante: qui, se pz è incosciente e politraumatizzato, è
alta la possibilità di disconoscere altre fratture oltre quella esposta!
Trattamento Chirurgico:
Il trattamento di questi pz varia in funzione dei FATTORI LOCALI DELLA FRATTURA e delle
CONDIZIONI GENERALI DEL PAZIENTE " In funzione di come sta il malato dobbiamo decidere:
- Se fare un trattamento chirurgico UNICO E DEFINITIVO oppure se farne IN PIÙ TEMPI
- Se le lesioni sono particolarmente GRAVI: se STABILIZZARE PROVVISORIAMENTE lesioni
con Fissatore Esterno, rimandando il trattamento definitivo in seconda battuta quando la
situazione locale è migliorata [N.B. Non si possono mettere placche o chiodi se presente
un’infezione, perché andrebbe a favorirne la persistenza], oppure decidere di AMPUTARE
un arto perché ritenuto non salvabile.
Valutazione della possibilità di SALVATAGGIO dell’arto:
Al di là degli score, i tentativi di salvare lesioni esposte di grado severo spesso sono inutili.
L’AMPUTAZIONE di un arto con ausilio di protesi consente al pz un recupero del suo stato di salute
e della funzionalità dell’arto stesso che è molto più rapido rispetto al salvataggio: i tentativi di
recupero e salvataggio di lesioni di III grado B o C con ampie perdite di sostanza sono lunghissimi
(medicazioni settimanali, interventi ripetuti di pulizie, coperture, trasposizione muscolare di lembi,
problematiche economiche per impossibilità di lavorare, aspetti psicologici…), con rischio di
andare incontro ad osteomieliti non controllabili (la cui soluzione è comunque l’amputazione) o
esitanti in arti completamente non funzionali (deficit neurologici, muscolari, articolari) – N.B. Pz
con arto denervato hanno rischio maggiore di traumi, sia per assenza di mobilità che di sensibilità.
TRATTAMENTO CHIRURGICO ORTOPLASTICO: DEBRIDEMENT
Il debridement chirurgico eseguito precocemente (prime 6 h, non oltre le 24h) rappresenta lo
strumento più efficace per la PREVENZIONE delle INFEZIONI.
L’accuratezza di esecuzione è più importante della tempestività!
Obiettivo: Rimozione di tutti i t. contaminati e non vitali compresi cute, sottocute, osso, muscoli –
A volte il debridement dell’esposizione richiede l’estensione dell’incisione cutanea per poter
raggiungere tutte le parti contaminate MA N.B. NON compromettere la successiva ricostruzione
dei t. molli (utile presenza Ch. Plastico).
Si articola in 2 o 3 tempi:
1) Fuori sala, durante il primo soccorso (PS, Ambulanza, per strada): vedi prima – Lavare
immediatamente la ferita con litri di salina e coprirla immediatamente con materiale
sterile, POI entro le 6 h portare il pz in S.O.
2) In Sala Operatoria: 1° Campo Sterile:
a. Lavaggio dell’arto con almeno 7-10 L di salina senza antisettici; utile lavaggio
pulsato a bassa pressione o a caduta (x evitare di spingere corpi estranei ancora
più all’interno)
b. Adeguata esposizione ampliando opportunamente lesioni cutanee per raggiungere
zone contaminate
c. Asportazione t. necrotici e corpi estranei
d. Pulizia canale endomidollare
e. Asportazione frammenti di frattura non connessi a periostio o a muscolo MA N.B.
a PRESERVARE FRAMMENTI ARTICOLARI!
RICOSTRUZIONE T. MOLLI
Non accordo unanime in letteratura sulla tempistica di
ricostruzione – In genere 7-10 gg dal trauma ed IN
CONCOMITANZA CON TRATTAMENTO OSSEO
DEFINITIVO.
Nelle fratture esposte di tipo Gustilo IIIb o III C con
perdita di sostanza può essere eseguita una ricostruzione
dei t. molli mediante lembo libero, lembi rotazionali o
innesti liberi (microvascolari).
Quando è possibile procedere in acuto all’immediata sintesi definitiva (PLACCHE e CHIODI) di una
frattura esposta?
1- Condizioni generali buone: NO POLITRAUMA, NO POLIFRATTURATO
2- ESPOSIZIONE ha estensione LIMITATA: puntiforme o con limitato danno t. molli (Gustilo I,
II e a volte anche III A)
3- NO GRAVI CONTAMINAZIONI
4- T. MOLLI BUONI: la pelle garantisce adeguata copertura con possibilità di chiusura diretta
o con flap; NO grande mortificazione t. molli " No estensione demarcazione zone di necrosi
5- NO PERDITA / LIMITATA PERDITA T. OSSEO
QUINDI la problematica delle fratture esposte è trovare il momento opportuno per fare interventi
ricostruttivi; quando si eseguono interventi in secondo tempo non dobbiamo aspettare troppo,
soprattutto nelle regioni articolari, ma nemmeno troppo presto perché c’è il rischio che la zona sia
ancora infetta.