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08/05/2015
una
rivascolarizzazione
della
testa
del
femore
attraverso
dei
fori
che
vengono
fatte
nellosso
per
favorire
lapporto
vascolare
verso
la
parte
mediale,
eventualmente
inserendo
anche
degli
innesti
ossei.
Fratture
della
diafisi
femorale
Sono
dovute
a
traumi
importanti,
importante
fare
attenzione
ai
tessuti
molli
circostanti,
valutando
le
condizioni
generali
del
paziente.
Pu
trattarsi
di
una
frattura
chiusa
o
di
una
frattura
esposta
(interruzione
dei
tessuti
molli,
con
rischio
di
infezioni).
Quando
c
una
frattura
esposta
con
perdita
di
sostanza
non
possiamo
inserire
dei
mezzi
di
sintesi
a
causa
della
infezione
soprastante,
per
cui
si
utilizza
un
fissatore
esterno,
con
delle
fiches
(viti)
perpendicolari
alla
frattura,
che
vanno
a
ponte
sulla
frattura,
che
sono
collegate
da
un
corpo
esterno
che
mantengono
allineati
i
frammenti
della
frattura
e
permettono
di
trattare
linfezione
a
livello
cutaneo.
importante
considerare
la
scomposizione
della
frattura,
che
dipende
dallazione
dei
fasci
muscolari
che
sinseriscono:
Nella
parte
posteriore
dei
condili
femorale
si
inserisce
il
gastrocnemio,
per
cui
se
si
ha
una
frattura
diafisaria
a
questo
livello
il
frammento
distale
sar
dislocato
posteriormente
dove
ce
il
fascio
vascolo
nervoso,
se
vengono
coinvolti
gli
extrarotatori
la
parte
prossimale
del
femore
sar
dislocata
anteriormente,
mentre
i
flessori
che
si
inseriscono
distalmente
sposteranno
la
parte
distale
posteriormente.
Sono
fratture
importanti
quindi
si
potr
avere
shock,
lesioni
vascolari
e
neurologiche,
e
altre
complicanze
tardive
dovute
allimmobilit
protratta.
Trattamento
miniinvasivo,
con
un
chiodo
endomidollare
quando
possibile
perch
consente
di
preservare
la
struttura
periostale
che
fornisce
una
guida
di
vascolarizzazione
con
precoce
guarigione,
e
che
mantiene
anche
lematoma
di
frattura.
In
questo
caso
si
avr
stabilit
immediata
e
carico
parziale
immediato.
Nelle
fratture
pi
complesse
e
scomposte
necessario
utilizzare
una
sintesi
con
placche
con
esposizione
pi
ampia
del
sito
di
frattura,
riduzione
diretta
dei
frammenti
con
delle
pinze
di
riduzione.
Il
callo
osseo
inizialmente
ipertrofico
per
poi
rimodellarsi.
Il
chiodo
va
rimosso
non
prima
di
sei
mesi,
meglio
dopo
un
anno.
Questi
chiodi
sono
bloccati
prossimalmente
e
distalmente
con
delle
viti
trasversali
per
evitare
la
rotazione
dei
frammenti.
I
fori
delle
viti
traversali
possono
essere
rotondi
o
ovali.
Quelli
rotondi
sono
fori
statici,
per
cui
si
mette
la
vite
e
il
chiodo
rimane
fermo;
nel
foro
ovale
si
inserisce
la
vite
al
centro
e
il
chiodo
ha
una
possibilit
elastica,
con
possibilit
della
frattura
di
riassestarsi
con
il
carico.
Fratture
sovracondiloidee,
che
lasciano
integre
il
massiccio
intercondiloideo.
Fratture
condiloidee,
che
possono
interessare
un
solo
condilo
o
entrambi.
Trattamento
Nellimmediato
bisogna
ridurre
la
frattura
mettendo
in
trazione
larto.
Bisogna
posizionare
un
filo
di
tensione
che
pu
essere
transepicondiloideo,
quando
la
frattura
non
interessa
i
condili,
oppure
transtuberositario
della
tibia
quando
la
frattura
interessa
i
condili;
la
trazione
lungo
lasse
del
femore
serve
per
cercare
di
ridurre
i
frammenti
e
favorire
il
ritorno
vascolare,
evitare
dei
problemi
di
compromissione
vascolo-nervosa
e
preparare
anche
le
strutture
cutanee
allintervento.
Successivamente
si
utilizzano
delle
placche
anatomiche
specifiche
per
ogni
segmento
osseo,
per
aiutare
a
ridurre
la
frattura.
Lapproccio
laterale,
andando
ad
incidere
e
a
divaricare
la
fascia
lata.
Si
utilizzano
delle
viti
interframmentarie
che
si
posizionano
prima
dellintroduzione
della
placca,
per
mantenere
una
riduzione
al
livello
dei
frammenti.
Complicanze:
mal
allineamento,
artrosi,
rigidit
articolari
(molto
frequenti).
Fratture
di
rotula
La
rotula
si
rompe
quando
vi
un
trauma
diretto.
Possono
essere
di
vari
tipi:
trasverse,
marginali,
verticali,
comminute,
oppure
delle
lesioni
osteocondrali,
o
distacco
del
tendine
rotuleo
o
del
tendine
quadricipitale.
Si
avr
emartro
perch
siamo
nella
cavit
articolare.
La
riduzione
si
fa
a
cielo
aperto,
facendo
unincisione
longitudinale
al
centro
della
rotula
e
utilizzando
delle
pinze
da
riduzione,
e
poi
occorre
fare
una
sintesi.
La
sintesi
consiste
in
un
cerchiaggio
dinamico:
si
passano
due
fili
di
kirschner
longitudinalmente,
al
centro
dal
punto
di
vista
dello
spessore
della
tibia,
a
un
terzo
e
a
due
terzi;intorno
a
questi
due
fili
metallici
si
esegue
un
cerchiaggio
con
un
filo.
Questo
sistema
consente
una
mobilizzazione
immediata
ed
una
riduzione
dei
frammenti
migliore.
I
fili
di
kirschner
vengono
poi
ribaltati
introducendo
le
estremit
nei
tessuti
molli
perirotulei,
in
modo
che
non
diano
fastidio.