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SEMINARIO DR.

RASCHI – ORTOPEDIA

TRAUMATOLOGIA

Frattura: perdita di continuità del tessuto duro conseguente ad un’azione traumatica violenta o non.

Classificazione —> causa, esposta o non esposta, sede scheletrica ed estensione del danno, direzione del piano di frattura,
dislocazione dei monconi ossei.

CAUSA: fratture accidentali da trauma, animale investito con frattura diretta o indiretta (indiretta è da contraccolpo), fratture da stress o
da fatica, fratture patologiche da considerare sempre anche queste ultime.

FRATTURE ACCIDENTALI: considerare che come si è rotto il femore, per contraccolpo può essersi rotto anche il bacino.

ESPOSTE O MENO: le esposte sono molto meno frequenti e qui si ha la lacerazione dei tessuti molli, i monconi possono fermarsi nel
sottocute o esporsi in modo completo dalla cute. Ci sono vari gradi di esposizione. Grado 1, 2 e 3 associabili tra loro perché qui si
intravede l’osso nel 2 e nel 3 grado l’osso è completamente esposto.

SEDE SCHELETRICA ED ESTENSIONE DEL DANNO


Fratture diafisarie, metafisarie e articolari. Si parla poi, per l’estensione, di fratture incomplete a legno verde negli animali giovani,
oppure fratture complete magari con schegge ossee. Localizzata la frattura. Si parla poi di fratture scheggiasse e comminute; schegge
quando c’è una scheggia unica in una frattura netta. Mentre se abbiamo una frattura con diverse schegge multiple allora quella è una
frattura comminuta (frantumi).

Il GATTO ha i segmenti ossei più dritti e squadrati.

DIREZIONE DEL PIANO DI FRATTURA

Dobbiamo, prima di entrare in chirurgia, ragionare sulle forze che si sono create nelle fratture e quindi alla forma della frattura. Fratture
trasverse, oblique e spiroidi (spiroidi se il gatto o il cane si incastra da qualche parte e si crea un danno).

DISLOCAZIONE DEI MONCONI

Fratture composte —> sappiamo già a livello chirurgico quale sarà il nostro approccio. In questa fase un conto è avere fratture
completamente dislocate ed un conto è avere fratture composte ove i monconi conservano la loro posizione anatomica fisiologica.

GUARIGIONE DELLA FRATTURA

Per far guarire una frattura serve STABILITA’ tra i monconi. Si raggiunge la stabilità come? Nell’uomo si usano molto i gessi in fratture
semplici e situazioni semplici; negli animali il gesso è l’ultima spiaggia, far guarire una frattura col gesso è molto complicato; non sono
da escludere gessi e fasciature simil-gesso ma è molto complicato. Tendenzialmente, se ci sono le condizioni, la gestione è chirurgica
nella frattura. La stabilizzazione può avvenire tramite una stabilizzazione interna o esterna. Esterna se si usano fissatori esterni ovvero
chiodi che dall’esterno vanno nei monconi interni, la fissazione interna o osteosintesi interna ove si usano una placca ortopedica con
viti a contatto con l’osso. Si usano strumenti per manipolare e avvicinare i monconi e altri strumenti per inserire placche, viti e
quant’altro. Nell’osteosintesi interna, l’elemento fondamentale è la vite e la placca. Sono viti ortopediche di acciaio medicale, leghe di
metalli che non danno reazione all’organismo, derivano dalla medicina umana, sono materiali molto robusti, biocompatibili e sono
molto fini rispetto a quelle normali per dare una tenuta opportuna nell’osso. Le placche servono per l’osteosintesi interna di varia
forma, lunghezza e larghezza per adattarsi alle varie ossa. Vite e placca sono il fulcro dell’osteosintesi interna. Serve uno strumentario
specifico per posizionare in modo corretto le viti con le placche. La placca crea un ponte sulla frattura, le viti fanno tenuta. Si formerà
così il callo e avremo la guarigione. Si possono usare anche chiodi centromidollari per determinare un allineamento all’osso. Le placche
si possono modellare in base alla forma dell’osso e renderle perfette per ogni porzione ossea. Con l’osteosintesi interna mettiamo la
massima stabilità e dal giorno dopo l’animale può iniziare a camminare si iniziano subito a produrre cellule e inizia la guarigione.
L’osteosintesi esterna è un altro modo per rendere stabile una frattura, sfruttando invece che una placca, un chiodo che è una vite che
si prolunga verso l’esterno ed una placca sostituita da una barra collegata al chiodo tramite morsetti ortopedici; è come una barra fuori
dalla cute. La fissazione esterna è la prima scelta in situazioni di lacerazione cutanea, ossa esposte, traumatismi molto sporchi ed
infetti. La fissazione esterna ha molti vantaggi biologici, è una noia nel post-operatoria e va controllata ogni 3-4 giorni e va medicata,
con l’osteosintesi interna ogni 20 giorni. Poi nel gatto cattivo l’osteosintesi esterna non si può mettere assolutamente.

Quando si ha una frattura si devono considerare pro e contro. Bisogna mettersi in condizione di non far danni —> se in una certa parte
passa il nervo radiale si devono prendere tutte le precauzioni necessarie per non danneggiarlo sennò la zampa è persa.

GUARIGIONE DELLE FRATTURE

La guarigione con callo osseo è indiretta e riguarda il 90% delle fratture. Per guarigione diretta verso pochissime fratture, quelle che si
possono allineare perfettamente tra di loro e che non avranno alcuna scheggia né irregolarità —> contatto anatomico perfetto.
La dislocazione si ha maggiore a livello di fratture femorali perché qui è maggiore la componente muscolare che in 24 ore determina
contrazione e dislocazione più importante; questa però guarisce meglio rispetto ad una frattura di tibia distale per una maggiore
vascolarizzazione. Frattura distale nel toy è la più complicata. Una delle più semplici è frattura di femore, anche omero ma questo è più
difficile da lavorarci perché molto innervato e vascolarizzato.

NB: le viti vanno messe in modo adeguato, almeno 3 nel moncone prossimale e 3 nel moncone distale, mai una, 2 insomma, meglio
almeno 3. Il chiodo centromidollare non dà stabilità ma servono solo per l’allineamento.

La guarigione completa di una frattura si ha tra i 60 e i 90 giorni. Una RX di controllo si fa dopo 30 giorni dall’intervento, prima non ha
senso.

Nelle fratture comminute ogni singola scheggia non va toccata e si deve maneggiare l’osso come se fosse integro, ogni scheggia è
vascolarizzazione.

ORTOPEDIA

Tutto ciò che fa parte di interesse non chirurgico va con semeiotica e patologia chirurgica.

La parte non chirurgica si divide in settori anatomici, divisi in treno posteriore e anteriore (soprattutto articolare).

DISPLASIA D’ANCA
La displasia è una patologia dell’accrescimento, quindi nella pratica clinica non si può parlare di un cane di 5-6 anni che è displasico,
ma bisogna dire che il cane ha subito la displasia e ad oggi ha dei problemi derivanti da una patologia di invecchiamento
dell’articolazione.
PROTOCOLLO DI INDAGINE

Bisogna sempre seguire degli schemi logici, partendo da:


- Segnalamento
- Anamnesi
- Valutazione dell’andatura
- Valutazione in stazione
- Esame clinico completo dell’animale
- Esami diagnostica per immagini, che spesso è una conferma di ciò che ho valutato prima
Per quanto riguarda la visita, bisogna sempre affrontare problema a 360 gradi, quindi chiedere se vi sono stati traumi, anche se si ha
sospetto di displasia.
È importante, soprattutto con i cuccioli, relazionarsi con il proprietario mettendolo a proprio agio e non spaventandolo.
La valutazione dell’andatura segue la classificazione delle zoppie:
- I grado = appena percepibile
- II grado = con sottrazione dell’arto
- III grado = evidente, appoggio senza carico e solo per mantenimento dell’equilibrio
- IV grado = manca appoggio
In ortopedia, è sconsigliato visitare su tavoli di metallo classici ambulatoriali su cui animale scivola, si agita, e si rende impossibile
valutare l’articolazione.
Ecco che la visita viene condotta a terra, sul pavimento così che animale si tranquilla e lo si può visitare. Il cliente è più sereno e
gestisce meglio il cane.
La visita prevede:

• Palpazione bimanuale comparativa


o Apprezzare differenze tra i due arti
o Confidenza con il paziente
o Variazioni della muscolatura
o Tumefazioni ispessimenti
o Variazioni di colore
o Alterazioni o perdite di pelo
• Palpazione ed esame singolo arto
o Inquadrare sempre il soggetto, se stoico o iperattivo, dato che si rende difficile altrimenti effettuare una visita
oggettiva
• Esame del singolo arto
o Ispezione ravvicinata
o Palpazione
o Palpazione/pressione
o Mobilità articolare
Durante l’esame l’operatore lavora contemporaneamente con vista, tatto e udito.

La displasia d’anca è un difetto di conformazione e di sviluppo dell’articolazione coxo-femorale. Problema ereditario, non congenito,
poligenico, multifattoriale.

È la patologia ortopedica più frequente, ed una di quelle che crea un quadro sintomatologico significativo. Ha un impatto economico
notevole dato che va a interessare proprietario e allevatore.

Tutte le razze in realtà medio grandi sono colpite, e sono spesso legate a gestioni di allevamenti sbagliati.

L’articolazione d’anca è la più semplice nonostante la più importante: si tratta di una sfera che ruota all’interno di un acetabolo, e
avvolta da una massa glutea che sfrutta tutti i movimenti spingendo sul terreno. La capsula sinoviale permette movimenti fluidi grazie
appunto al liquido sinoviale presente in articolazione ➔ scorrimento perfetto di un giunto meccanico, con lubrificazione del movimento.
È possibile avere così un movimento continuo dell’articolazione senza usura.

La membrana sinoviale si trova all’interno della capsula ed è adibita a mantenere il liquido sinoviale della giusta composizione, così da
avere fluido il movimento articolare.

Il legamento rotondo funge da “cintura di sicurezza” durante le sollecitazioni e traumi maggiori.

La testa del femore sta in sede grazie alla perfetta simmetria tra testa del femore ed acetabolo. Il liquido che si crea tra le due superfici
è un microfilm che crea una tensione superficiale tale da non permettergli di uscire.

Per funzionare perfettamente: effetto ventosa con congruità articolare perfetta (alla rx).

- In un paziente sano la congruità è perfetta.

- Nel giovane patologico inizia un accrescimento alterato della conformazione perfetta tra acetabolo e testa, così che inizia a
crearsi un movimento: la capsula si deforma, dilata, si riempie di liquido poiché si infiamma, la testa del femore comincia a
presentare microlesioni, cos’ che la cartilagine inizia a consumarsi.
In casi molto gravi di displasia, si può avere lussazione e sublussazione del femore.
Nel cucciolo ci troveremo davanti alla lassità articolare, con incoordinazione e mancanza di movimenti armonici e fluidi

Infiammazione --> movimento --> dolore

- Nell’adulto, superato anno di età, non riuscendo più a compensare, si instaura un processo di artrosi a seguito di stress
meccanici per cui articolazione non era progettata: deformazione, rimodellamento, consumo. La capsula è dilata, spessa,
infiammata e grossa. La cartilagine non l’abbiamo più, l’osso prolifera per difendersi. In una prima fase, producendo molto
osso, l’organismo va a limitare il movimento dell’articolazione così che il cane ha una prima fase di sollievo. Si passerà poi ad
una situazione grave, quando scompenserà.
L’adulto all’andatura si presenta rigido-bloccato dati i processi compensatori.

Sia cucciolo che adulto vengono visitati per il dolore:

• Giovane
Lassità articolare ➔ Microfratture acetabolo dorsale ➔ Dolore
• Adulto
Modificazioni morfologiche ➔ Artropatia degenerativa ➔ Dolore

COME SI MANIFESTA?

• Giovane = Infiammazione acuta


▪ Andatura sul posteriore incerta (poco stabile)
▪ Scarsa resistenza (si siede spesso)
▪ Riluttanza al movimento (pigro e svogliato)
• Adulto = Artrosi
▪ Rigidità nei movimenti
▪ Dolore a freddo (difficoltà quando si alza)
▪ Dolore dopo lo sforzo (non si vuole più muovere)

Il giovane salirà le scale saltellando a due a due; l’adulto invece sale ponendo un arto alla volta, prima il sano e facendo molta
attenzione nei movimenti dato il dolore.
PERCORSO DIAGNOSTICO

1) Osservazione andatura
2) Test clinici
1. Boxy hips
2. Bunny hoping
3. Stand test
3) Esame fisico sull’animale
1. Test di abduzione ed extrarotazione
2. Test di estensione
3. Test di sublussazione

ATTEGGIAMENTI PARTICOLARI

1) Boxy hips

TEST CLINICI

1) Bunny hopping, per grave sublussazione delle anche e tentivo di compensazione dell’algia;
2) Stand test, si fa alzare l’animale in posizione eretta per valutare se e quanto dolore ha;

L’esame fisico sull’animale sveglio consta di:

- Test di abduzione ed extrarotazione (abdurre=aprire) = test fondamentale per vedere se animale ha male all’anca
- Test di estensione
- Test di sublussazione

La valutazione radiografica del cane adulto può essere fatta in quanto esame ufficiale per certificazione di esenzione o del grado di
displasia, oppure come esame di controllo per sospetto clinico di artropatia degenerativa secondaria a displasia.

Un’anca normale ha:

- Testa ed acetabolo che devono disegnare due cerchi concentrici.


- Il collo deve essere ben disegnato, snello e staccato dalla testa.
- Il ciglio anteriore deve abbracciare bene la testa e le due linee non devono essere divergenti.
- Testa e acetabolo devono essere congruenti con le due linee che non devono divergere.
- Il centro della testa deve cadere medialmente al ciglio dorsale dell’acetabolo.

VALUTAZIONE CLINICA E RADIOGRAFICA DEL CUCCIOLO

• Visita clinica standard


• Radiografie “preventive” o precoci in sedazione
• Test clinici in sedazione
• Età da 4 a 7 mesi --> abbiamo la possibilità di valutare e diagnosticare le forme displasiche così da gestire il problema e
anche eliminarlo. Fuori da questa finestra temporale abbiamo perso le anche.
• Test clinici
o Boxy hips
o Bunny hopping
o Clunking hips
o Stand test
• Esame fisico sull’animale sveglio
o Test di abduzione ed extrarotazione
o Test di estensione
o Test di sublussazione
• Esame fisico sull’animale anestetizzato
o Segno di Ortolani / Barlow = valutare se la testa del fenomeno, facendo movimenti di apertura e chiusura, sta dentro
l’acetabolo oppure entra ed esce. Scatto in abduzione sta a significare che testa rientra nell’acetabolo, mentre lo
scatto in adduzione esce (lussa).
Gli angoli matematici di deformità dell’acetabolo che vengono raccolti servono per la gestione chirurgica.
L’angolo di riduzione è compreso tra la verticale e l’asse del femore nella posizione corrispondente alla riduzione
della testa del femore
L’angolo di sublussazione è compreso tra la verticale e l’asse del femore nelle posizione corrispondente alla
sublussazione della testa del femore.
La misurazione viene effettuata con un goniometro ortopedico apposito (AS e AR);
o Segno di Bardens = legato alla lassità articolare, forzando il trocantere fuori dall’acetabolo, questo entra e esce;
o Test di compressione assiale
o Angoli di riduzione e sublussazione
▪ Angolo di riduzione: compreso tra la verticale e l’asse del femore nella posizione corrispondente alla
riduzione della testa femorale.
▪ Angolo di sublussazione: compreso tra la verticale e l’asse del femore nella posizione corrispondente alla
sublussazione della testa femorale.

La misurazione dell’angolo di sublussazione è legato alla conformazione del margine acetabolare dorsale; mentre l’angolo d riduzione è
legato alla lassità articolare.

L’indice di distrazione (DI), solitamente compreso tra 0,4 e 0,7% ha un 57% di probabilità di displasia.

DI = AB/r

Quando facciamo la radiografia, basta una proiezione ventro-dorsale? No, perché mi dice solo che ho una lassità articolare. Quindi ho
bisogno di integrare il mio studio radiografico con altre tre proiezioni:

- Rana = se mettendolo in tale posizione le testi femorali tornano in sede


- Distratta = si posiziona distrattore tra le gambe e si applica pressione così che si crea la lassità massima di distrazione
(ottengo l’indice di distrazione = DI)
In ortopedia, sono state fatte delle curve in base a studi mondiali su tutte le razze esistenti, da poter utilizzare per vedere se il
nostro indice di distrazione è patologico o meno.
- DAR = serve per studiare il bordo acetabolare dorsale, cioè quello che serve al cane per camminare (com’è la superficie
d’appoggio) --> rx tangenziale al bordo acetabolare dorsale. Si valuta il “triangolo” che indica il tetto, appoggio del femore.
Nelle forme displasiche si consuma completamente anche acetabolo e il triangolo si deforma. Un cucciolo in condizioni di
degenerazione grave non ha grandi potenzialità in chirurgia.

GESTIRE LA DISPLASIA – Linee guida nei cani in accrescimento

è necessario un inquadramento clinico e radiografico, per soggetti tra 4 e 7 mesi. Il grado di lassità articolare o degenerazione precoce, sono fattori
chiave per la scelta della gestione del cucciolo:

- Integratori alimentari
- Gestione del peso
- Fisioterapia
- Sinfisiodesi
- Osteotomie correttive periacetabolari

CHIRURGIA DEL CUCCIOLO

DPO = duplice osteotomia pelvica (GOLD STANDARD) --> permette di correggere la rotazione e quindi quanto acetabolo avvolge la
testa del femore. L’angolo di sublussazione serve a sapere di quanto ruotare il femore. Si effettua un’osteotomia a livello dell’ileo e del
pube e rotazione. Si applica una placca per far ruotare il segmento osseo.

A fine guarigione il bacino si modella completamente e la placca viene lasciata in sede, anche se
potrebbe essere tolta.

Esistono dei criteri di inclusione ufficiali da seguire per vedere se animale può essere sottoposto a tale
intervento chirurgico.

Perché si ha una limitata finestra temporale (4-7 mesi)?

1) L’osso quando cresce perde elasticità e si perde rotazione, che diventa più complicata
2) La cartilagine di consuma

Si tratta di una chirurgia specialistica abbastanza complicata ma di invasività relativa per il cane, in quanto non tocchiamo l’articolazione
--> la correggiamo indirettamente, andando a agire sull’ileo. La fascia glutea viene spostate e retratta, facendo attenzione ad alcuni vasi
e nervi (es. nervo gluteo). Si individua la porzione ossea, la si isola e la si palpa per individuare la porzione dell’ileo. Si esegue
un’osteotomia con una sega oscillante facendo attenzione al nervo sciatico e la branca dell’arteria iliaca. Fatto il taglio osseo si applica
la placca che è fatta a gradino (step di rotazione), con angolo che va da15 a 30°. Si fissa la placca con viti seguendo la procedura di
ostesintesi interna (come fossimo di fronte a frattura trasversa dell’ileo). Fissata la placca si ha la correzione finale.

Quando l’articolazione è persa si applica la protesi d’anca.


GESTIRE LA DISPLASIA – Linee guida nei cani adulti

A livello clinico si deve inquadrare il soggetto: valutare il temperamento, lo stile di vita e le sue condizioni di salute. L’approccio diventa
non più matematico, come nel cucciolo, ma multimodale.

• Paziente non chirurgico


Anti-infiammatori, in base a stato di salute alimentare
Integratori alimentari
Gestione del peso
Fisioterapia

• Paziente chirurgico
Protesi d’anca
Ostectomia del femore

CHIRURGIA NELL’ADULTO

FHO (=Ostectomia del femore) = avendo un blocco artrosico, con dolore per contatto continuo della testa durante i movimenti, si
rimuove la testa del femore con sega oscillante o scalpelli chirurgici (la testa del femore si evidenzia tramite dei retrattori). Il taglio
viene fatto secondo dei tagli ben precisi e descritti nei libri di chirurgia specifici.

Si creano delle suture tra glutei e vasto laterale per facilitare la cicatrizzazione, che una volta avvenuta simula insieme ai muscoli
un’articolazione. La forza di tenuta si ha per sutura tenomuscolare. La camminata non sarà perfettissima, ma il cane non avrà più
dolore. Chirurgia effettuata anche nell’uomo quando si ha fallimento della protesi d’anca o quando nel terzo Mondo non si hanno fondi
per effettuare la protesi.

Durante la chirurgia fare sempre attenzione al nervo sciatico, primo che permette l’appoggio corretto del piede nella camminata nel
cane. Lesioni a questo nervo compromettono definitivamente la deambulazione dell’animale.

Protesi d’anca = come in medicina umana, si sostituisce cavità acetabolare e la testa femorale, che permette di riprendere totalmente la
propria attività. Dall’altra parte abbiamo i costi elevati di chirurgia e la difficoltà di gestione dell’animale (3000-4000 euro contro 700
dell’FHO). Non legata al peso, come la FHO.

DISPLASIA AL GOMITO

Come succedeva nelle anche, abbiamo un’alterata conformazione dell’articolazione. In questo caso abbiamo interazione di: omero, radio
e ulna. La prima manualità che si fa per valutare il gomito di un cane è fletterlo ed estenderlo. Si valuta assieme il dolore calcaneo.

La prima cosa che si manifesta è la rigidità dell’articolazione: nel cucciolo per infiammazione, nell’adulto per artrosi (avremo di fronte un
cane si stende a terra iperestendendo arti e facendosi scivolare sul pavimento.

Si riscontra frequentemente a livello radiologico, ma meno a livello clinico (capacità compensatoria dei cani molto elevata ➔ effetto
iceberg). Succede spesso di fare rx per altri problemi e riscontrare problemi al gomito.

Animale in stazione sposta il peso, mentre in deambulazione dà il colpo di testa per sottrarre peso all’arto.

Tutte le razze medio grandi sono colpite. Per quanto riguarda: terranova, bovari, pastori o retriever si arriva ad una diffusione del 30%.

Attualmente non esiste alcuna terapia che risolve completamente il problema, al contrario di ciò che possiamo fare con la displasia
dell’anca.

Anatomicamente nel gomito identifichiamo:

- Processo coronoideo mediale ulnare


- Processo anconeo ulnare
- Congruenza radio-ulnare

La prima patologia che crea displasia del gomito è la frammentazione del processo coronoide (80% delle displasie). Oltre a questo, con
equa distribuzione, vengono:

- Non unione del processo anconeo


- Incongruenza articolare radio-ulna
- Osteocondrosi dissecante

In radiologia la frammentazione coronoide è quella che si vede peggio (serve esperienza visiva per abituare occhio alla conformazione
dell’osso). L’ostreocondrosi è l’alterazione della cartilagine che diventa patologica e il suo strato sub-condrale va in necrosi per
ischemia) e automaticamente si stacca: si crea flap cartilagineo. Colpisce sempre nel 90% dei casi a livello de condilo mediale
dell’omero.
Insorgenza dai 4 ai 10 mesi, in cui abbiamo la fase acuta infiammatoria giovanile. Nel cucciolo si crea questa grave ectasia per la
presenza del frammento a livello del gomito. Dopo i 12 mesi si crea osteoartrosi. Un gomito osteoartrosico non si fletterà più.

Il chirurgo tra 4 e 10 mesi può pulire articolazione e limitar ei danni che si creano per la displasia. Superati i 12 mesi il chirurgo perde
gran parte della funzione, che passa nelle mani della terapia medica.

Si ha una gestione diversa tra cucciolo e adulto:

- Cucciolo
Visita clinica
Esame Rx
 Prevenzione ed eliminazione della patologia (4-7mesi)
- Adulto
Visita clinica
Esame Rx
 Cure sintomatiche palliative

LINEE GUIDA NEI CANI ADULTI

1. Terapia medica:
Terapie con anti-infiammatori
Infiltrazioni intrarticolari
Integratori alimentari
Gestione del peso
Fisioterapia
2. Terapia chirurgica:
Artroscopia con pulizia
Protesi di gomito ancora non è così sviluppata, come per l’anca (non si fa)

Un cucciolo che zoppica è sempre un’urgenza in ortopedia (capire perché zoppica!).

FRAMMENTAZIONE DEL PROCESSO CORONOIDEO MEDIALE

Atteggiamento tipico: camminata sulle uova, leggero valgismo di polso (piede a papera), barcolla, gonfiore e ectasia dell’articolazione.

Alla rx, un FCP si evidenzia con un aumento della radio-opacità. La TAC è il gold standard che permette di visualizzare correttamente
un FCP. Dibattuta se la sensibilità sia maggiore della TAC o dell’artroscopia.

La radiopacità è aumentata perché si ha aumento della vascolarizzazione per nuova formazione ossea (sclerosi/artrosi).

Alla FCP seguono:

- Incongruenza articolare
- Sclerosi ossea semilunare
- Margini irregolari processo coronoideo

La chirurgia a questo punto si esegue ponendo animale in decubito laterale e poggiando gomito interessato sul tavolo operatorio. Si
esegue un’incisione mediale, si divarica con divaricatori Gelpi, si visualizza l’articolazione aiutandosi con dissezione smussa. Si esegue
pulizia chirurgica, si lavano i frammenti e prima di chiudere ci assicuriamo di aver tolto tutti i frammenti.

Parliamo di mini-artrotomia ➔ base della gestione del cucciolo.

Si associa una coronoidectomia subtotale, utilizzando uno scalpello, applicato alla base del coronoide: ostectomia e asportazione della
zona alterata. in questo modo si evita problematiche successive e ripresentazione del problema.

Per farla si individua la zona cartilaginea ulnare malacica.

Nell’adulto, l’intervento chirurgico non ha senso dato che ormai si è instaurata l’artrosi.

L’intervento comunque limiterà i problemi, e non li annullerà: si toglie il principale insulto infiammatorio che andava a velocizzare la
degenerazione dell’articolazione (limitiamo avanzamento patologia in fase giovanile).

L’intervento può essere eseguito anche in artroscopia, con impiego di pinzette che puliscano l’articolazione. Ha come vantaggi la
minore invasività, incisione più breve, e una maggiore attenzione al dolore del cane nel post-operatorio (ridotta infiammazione).

OSTEOCONDROSI DISSECANTE

La cartilagine nella porzione del condilo mediale dell’omero va incontro a necrosi profonda, con esfoliazione della parte superficiale e
morte cellulare, per alterazione della vascolarizzazione dello strato subcondrale. Si crea un flap cartilagineo che si distacca.
In sede artroscopica si va ad effettuare courettage per stimolare la cicatrizzazione e guarigione della lesione. Si cruenta di nuovo per
stimolare la vascolarizzazione. Quando a forza di toccare, inizia ad uscire sangue dall’articolazione allora la vascolarizzazione si è
riattivata: pian piano si formerà un tessuto cicatriziale (fibrocartilagineo) che andrà a tappare il flap. Quando parliamo di pulizia
chirurgica stimoliamo organismo per ripartire a guarire.

LE PATOLOGIE DEL GINOCCHIO

Basi anatomiche del ginocchio:

- Rotula = osso sesamoide essenziale per l’inserzione del quadricipite prossimalmente e del tibio-rotuleo distalmente. Tutto ciò
permette la flessione e estensione della gamba senza che si abbiamo degenerazione dell’articolazione.
- Troclea femorale, costituita da labbro interno ed esterno, in cui scorre perfettamente come in un binario la rotula.
- Legamenti crociati, che mantengono stabilità dell’articolazione ogni volta che poggiamo arto a terra (a seguita della spinta
data sul terreno per camminare).
- Legamenti collaterali mediale e laterale, danno stabilità al ginocchio durante la torsione.
- Menischi, cuscinetti fibro-cartilaginei che limitano l’attrito della tibia sulla cartilagine, così che l’articolazione si consumino il
meno possibile.

Le patologie principali che colpiscono i ginocchi:

- Incompetenza del legamento crociato anteriore --> La rottura fa sì che ginocchio sublussi e ceda (manca stabilità)
- Lussazione di rotula mediale e laterale --> Difetti di rotula

Le due patologie danno due zoppie completamente diverse: animale salta il passo per lussazione della rotula, mentre cede il ginocchio
per incompetenza del crociato.

Si parla di incompetenza e non di rottura perché nell’uomo questo tipo di lesione ha eziologia traumatica, nel cane invece la maggior
parte ha base genetica (80-90%). Essendo genetica, nel 15-20% dei casi si manifesta anche sull’altro ginocchio (bilaterale).

Un cane con incompetenza, su base genetica, la manifestazione è cronica progressiva, con zoppia di 1-2grado. Nell’uomo, su base
traumatica, si ha una manifestazione acuta e zoppia di 3 grado. Nel cane, il legamento inizia piano a rompersi.

Gestione clinica LCA:

- Valutazione dell’andatura e stazione = quando animale sta fermo scarica in punta, mentre a deambulare si rende evidente il
cedimento dell’arto e perdita della spinta. Se bilaterale è difficile capire cosa c’è che non va.
- Visita clinica = muovere la zampa, se non la appoggia bene ha qualche problema. Si esegue flessione ed estensione del
ginocchio.
- Visita clinica in sedazione e rx = test del cassetto, con cui si va a testare il legamento. Se dita ben posizionate, sublussa in
avanti articolazioni al test. Lo studio radiografico evidenzia come segno principe è la sublussazione della tibia anteriormente.
- Proposte terapeutiche

La gestione, a meno che non ci siano particolari problemi, è di tipo chirurgico.

Se pensiamo ad una gestione conservativa:

- Rapido incremento dell’osteoartrosi (menischi lavorano tre volte tanto)


- Zoppia cronica o sporadica
- Rischio di abuso di FANS o altro
- Insoddisfazione della gestione (proprietario/veterinario)

Se non c’è niente che ci blocca, pensare alla gestione chirurgica, chw porta ad una ripresa maggiore del 90% (perdita meccanica di
solo il 5%):

- Conservazione articolazione
- Ripresa della normale andatura
- Limitato uso di FANS
- Soddisfazione del proprietario (>95%)

Parlando sempre di approccio multimodale, questo include:

- Diete specifiche e gestione del peso


- Fisioterapia
- Limitazione attività motoria
- Parafarmaci !?
- Terapie farmacologiche (a bisogno)
La gestione chirurgica può essere di due tipi:

1) Extracapsulare = si agisce all’esterno dell’articolazione utilizzando fili in nylon che vengono fatti passare nella porzione della
favella e si inseriscono cranialmente sulla cresta della tibia ➔ vanno a simulare legamento (danno tenuta). Se superiamo i
20kg o soggetti molto attivi, il 30% rischia il fallimento della tecnica chirurgica.
2) Tecniche biomeccaniche (TPLO =livellamento del piatto tibiale) = Al posto di andare a ricostruire la tensione del legamento
crociato, facciamo si che questo anatomicamente non si più necessario. La tibia normalmente è inclinata che fa si che
ginocchio ogni volta che appoggia scivola più avanti. Allora portiamo piatto tibiale in avanti parallelo al terreno così che non
si tratti più di un piano inclinato. In questo modo ogni volta che il cane spinge, il ginocchio non scorre più. Temporaneamente
si pone una placca dato che effettuiamo un’osteotomia. Induciamo una frattura e si effettua un’osteosintesi interna mediante
placca (serve un mese) ➔ gold standard.
Applicazione dai 3kg ai 90kg e ritorno alla normale deambulazione nel 90% dei casi.
I costi sono maggiori sia per veterinario che proprietario.

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