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Prof: Ceruti-Sedran
Libro: Riabilitazione Protesica VOL II di Preti
Definizione:
La protesi, come oggetto, si può definire come:
Riabilitazione estetica e funzionale di una parte anatomica mancante in toto o in parte
Per quanto riguarda la Disciplina protesica, questa viene ad essere composta su diversi step:
Partendo dalla anamnesi(per conoscere lo stato clinico del paziente) diagnosi si effettua lo
studio, progettazione e la realizzazione di corpi protesici valutando l’eventuale prognosi
strutturale del paziente (controllare il mantenimento nel tempo delle strutture residue e del
corpo protesico).
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Salute
Malattie sistemiche
Accessibilità alle cure
Trauma:
Carie: Le cui cause sono
o Cariorecettività
o Scarsa igiene orale
o Iposcialia
Sta aumentando poco per volta l’età media della popolazione, si stima che entro il 2050
l’comprenderà l’80% della popolazione totale.
Quindi un aumento di edentulismo totale renderà sempre piu necessario(soprattutto nelle
classi meno abbienti) l’utilizzo di protesi totali removibili
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Fattori predismopnenti: sono quei fattori inerenti alla vita del soggetto influenti dullo stato
disalute e sul cavo orale.
Alterazione della flora orale
Stato socioeconomico
Stato culturale (gli ignoranti pur di non spendere si fanno estrarre i denti)
Stile di vita
Patologie sistemiche
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Fattori predisponenti all’ edentulismo
AsseI:
Il numero di batteri cariogeni è significativamente più alto in presenza di patologia
sistemica
Con il passare degli anni il corpo tende a debilitarsi quindi si ha anche un peggioramento della
situazione parodontale è il caso della rarefazione dell’osso alveolare, si avrà anche
Diminuita vascolarizzazione, Diminuita capacità riparativa cellulare.
AsseII:
Lo stato sociale assume maggiore influenza in una fascia d’età < 40 anni
Il livello economico e l’etnia possono condurre a disparità nell’accesso alle cure
Lo STILE DI VITA puo ovviamente influire sull’edentulismo secondo queste VARIABILI
demografiche:
Carente apporto di vit. C
Fumo di tabacco
Alcool : fattore di rischio per la parodontite e caratteristico di pazienti che badano
poco all’igiene orale
Dieta ricca di zuccheri
Livelli di igiene orale
Livello culturale: che ifluisce sulle scelte che vengono prese con l’odontoiatra sul
destino dei denti
In italia si ha un edentulismo del 29,4 % nei pazienti con titolo di studo piu basso contro il 2,6
di chi ha un livello socio economico alto.
Anche la Zona di residenza(se rurale o urbana) influisce sull’accessibilità alle cure e quindi
favorisce l’edentulismo.
L’edentulismo è più frequente negli uomini che nelle donne
Tale riassorbimento si ha solo a livello dell’osso alveolare e non a livello dell’osso basale.
Si ha una differente modalità di riassorbimento osseo a seconda della storia clinica del
processo alveolare, quindi cosa gli è successo quando ancora c’erano i denti. Questo
riassorbimento avviene anche in seguito ad estrazione dentale ed è una condizione che non si
arresta mai.
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Sappiamo inoltre che la protesi totale può indurre un aumento del riassorbimento
osseo, tale velocità di riassorbimento può essere modulata con la perfetta rappresentazione
della protesi.
A livello del mascellare è bene riuscire a scaricare maggiormente il carico sul palato che è
composto solo da osso basale e cercare di caricare meno le creste alveolari aiuta a
ridurre il riassorbimento.
La mandibola tende a riassorbirsi in senso verticale nella regione posteriore mentre ha un
riassorbimento orizzontale in regione vestibolare anteriore. Questa si riassorbe 4 volte d più
rispetto alla mascella
La mascella: ha un rissorbimento orizzontale sul versante vestibolare lungo tutta l’arcata
Quindi il mascellare si riassorbe in senso centripeto mentre la mandibola in senso centrifugo
Protesi mobile:
o Infiammazione cronica con degenarazione in senso atrofico
della mucosa(alterazioni istologiche)
o Alterazioni delle strutture nervose
Tutto cio provoca una diminuzione della capacità sensitiva orale, avremo quindii una minore
discriminazione tattile e degli spessori (un dentato riconosce spessori di alcune decine di
micron contro gli 80 micron minimi di un edentulo) di ciò che si inserisce in bocca, inoltre si
riduce la capacità motoria.
“studiare l ‘ordine di inserzione di muscoli sul’apofisi geni ed in generale sulla mandibola”
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Un paziente con protesi totale attiva meno i muscoli e quindi va incontro alla riduzione della
forza muscolare e dell’efficienza masticatoria
efficienza masticatoria inferiore
ampiezza del ciclo ridotta,
Aumento del numero di cicli (o atti) masticatori necessari per sminuzzare correttamente
il cibo
Tutto cio comporta un tempo masticatorio aumentato,
Esistono alcune lettere che hanno una pronuncia “soffiata” emissione dei suoni labiodentali (f,v)
e linguo-dentali (s,t,d) compromessa.
La DVO è definita come la Relazione verticale tra mandibola e mascella, determinata alla
intercuspidazione dei denti (dimensione verticale del viso con i denti in occlusione)
Non avendo lo stop occlusale un paziente con edentulismo, se non viene trattato, si abitua ed
adatta il sistema ad una minore dimensione verticale. Questo si manifesta con alterazioni
estetiche e funzionalità facciali
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Bisogna però prestare attenzione al fatto che:
E’ possibile che i pazienti edentuli abbiano bisogno di dosi giornaliere raccomandate più alte per
molti nutrienti rispetto a soggetti sani, a seguito di problemi di salute già esistenti e che siano
quindi questi a determinare una riduzione nel sangue dei nutrienti e non sia invece la riduzione
della funzionalità masticatoria.
“il possedere le risorse necessarie per la soddisfazione dei bisogni, della volontà e dei desideri
personali, per la partecipazione ad attività che attivano lo sviluppo personale, la
realizzazione di sé e il soddisfacente confronto con il prossimo( è il rapporto del soggetto con la
società), nei limiti delle capacità fisiche percepite”
5 contesti psicosociali:
1. una risposta emozionale a circostanze specifiche;
2. un impatto specifico di un evento (come potrebbe essere una malattia) in campo
sociale, emozionale, lavorativo e familiare
3. benessere personale;
4. un incontro tra aspettative ed esperienza
5. l’abilità di realizzare i bisogni personali
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3 gradi di QoL (Quality of Life):
1. Superiore: soddisfazione generale per il benessere di vita e personale;
2. Medio: le condizioni fisiche, le abilità funzionali, lo stato psicologico, le interazioni
sociali e i fattori economici; quindi fattori che non vanno ad incidere integralmente
con quelle che sono le proprie aspettative
3. Inferiore: stati patologici.
La deturpazione facciale e la perdita dei denti sono state riconosciute in questi documenti
come
disabilità fisiche e menomazioni gravi perché sono situate in zone difficili da mascherare e
nascondere e perché il volto ha forti significati simbolici legati all’identità interiore e alla
percezione di sé di ogni individuo.
Un individuo che soffra di una disabilità vivrà severe reazioni psicologiche, che possono
manifestarsi con ansia per repulsione e dolore, rabbia, tristezza e depressione.
Sensazioni simili alla condizione di lutto, come perdita dell’autostima, e necessità di
comunicazione, distorsione dell’immagine corporea.
Le protesi possono provocare importanti reazioni emozionali sia negative sia positive, che
possono avere un sostanziale impatto sulla QoL del paziente edentulo.
Sillabo di protesi:
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Per fare diagnosi e pianificare un trattamento bisogna seguire un percorso, questo prevede:
1. Raccolta di dati anamnestici sulle condizioni cliniche del paziente
2. Ragionamento da parte del clinico in base all’applicazione conoscenze cognitive e
metacognitive al fine di trovare una soluzione al caso del paziente. Tale processo
vienen definito processo a spirale. Tale ragionamento clinico ha un andamento
circolare ma ogni volta che torna su se stesso fa un passo avanti (come la spirale). Il
tutto parete dalla
raccolta dei dati,
piano di trattamento
trattamento
valutazione dei risultati
IL COLLOQUIO
La capacità di comunicare e di interagire con i pazienti tramite il dialogo è un aspetto
fondamentale, essenziale per costruire un rapporto di fiducia con il paziente stesso. Il
paziente deve percepire di essere coinvolto nelle decisioni relative alla pianificazione
del trattamento. Questo coinvolgimento, infatti, lo potrà spingere poi a una migliore
osservanza dei programmi di mantenimento, oltre che a una maggiore soddisfazione
rispetto al trattamento e quindi a una maggiore disponibilità a sottoporsi ad eventuali
trattamenti successivi. Eventuali materiali didattici, come modelli dimostrativi,
fotografie, libri, opuscoli, sequenze o immagini video possono aiutare molto la
comunicazione. Al paziente deve essere spiegata l’importanza di scambiarsi quante più
informazioni possibile e in questo senso è possibile utilizzare dei questionari per
raccogliere le informazioni sul paziente. In ogni caso, la responsabilità della verifica
finale delle informazioni ottenute mediante il questionario è sempre del dentista.
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aspettative.
Il paziente deve essere al corrente che tutte le informazioni fornite durante il
colloquio saranno considerate riservate.
ABITUDINI
Alcune abitudini del paziente, come ad esempio il bruxismo, possono essere
confermate mediante un esame clinico. Altre, come l’abuso di farmaci, che possono
essere sospettate nel colloquio iniziale, possono richiedere un’ulteriore indagine
accurata.
STORIA PERSONALE
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La professione del paziente, il suo status socio-culturale-economico, gli hobby, le
attività sportive e il suo atteggiamento verso le cure dentistiche possono influire
sulle diverse opzioni di pianificazione del trattamento. Le aspettative e l'atteggiamento
del paziente possono derivare da passate esperienze dentistiche, dall'atteggiamento di
amici, partner, famigliari o colleghi, dalla mancanza di conoscenze sulle moderne cure
e procedure odontoiatriche, oppure possono essere legate a un particolare background
socioeconomico o gruppo etnico.
Il suo status economico non deve però portare alla pianificazione di un piano di cura
"di seconda categoria", anche se può essere opportuno proporre al paziente più
opzioni con una certa differenziazione di costi. È bene valutare inoltre la disponibilità
del paziente a frequentare le sedute di cura e di mantenimento, che per alcuni pazienti
sono importanti anche in termini di tempo speso.
Il piano di trattamento ideale è dunque quello che ripristina la salute orale con il
minimo di interventi possibile, che soddisfa al meglio le necessità del paziente e che ha
il miglior rapporto costo-efficacia. Va ricordato che non sempre il piano di trattamento
ideale è quello più clinicamente avanzato.
RACCOMANDAZIONI
-- Prima di qualsiasi cura odontoiatrica protesica è indispensabile una diagnosi e una
pianificazione del trattamento. (Livello A)
--La pianificazione permette di determinare la sequenza degli interventi clinici più appropriati
al fine di conseguire gli obiettivi terapeutici concordati con il singolo paziente in base anche
alla sua motivazione, alle sue priorità ed alle sue aspettative. (Livello A)
--La diagnosi e la pianificazione devono basarsi sulla raccolta dell’anamnesi medica e
stomatologica, sull’esecuzione di un accurato esame obiettivo intra ed extra-orale eseguite
seguendo una procedura quanto più possibile standardizzata così da garantire la completezza
dell’indagine, suggerire la necessità di eventuali approfondimenti, consentire uniformità di
giudizio clinico, permettere una raccolta utile per attività di audit e servire come occasione e
formazione professionale permanente. (Livello A)
ESAMI
Qualunque approccio si scelga di adottare, è consigliabile che una documentazione più
ampia possibile integri la normale procedura.
. ESAME EXTRAORALE L'esame extraorale deve includere:
Osservazione delle asimmetrie facciali, l’analisi del sorriso e
dell’andamento del piano incisale e del piano occlusale
La palpazione delle articolazioni temporomandibolari e delle
relative strutture, sia in statica che in dinamica
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La palpazione delle ghiandole linfatiche.
RACCOMANDAZIONI
E’ indicata routinariamente una visita parodontale basata anche sul sondaggio
parodontale, sul rilievo della mobilità dentale, sulla valutazione dell’igiene orale ed
eventualmente, quando indicato, sugli esami di laboratorio disponibili (Livello B)
E’ indicato routinariamente un esame della funzione masticatoria ed un’analisi
occlusale sia nella massima intercuspidazione che nei movimenti mandibolari di
lateralità e di protrusiva; una massima intercuspidazione non coincidente con
l’occlusione centrica (contatto tra denti antagonisti quando la mandibola è in posizione
condilare di relazione centrica) va sempre valutata anche in relazione a sintomi e segni
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presenti. Per la completezza dell’analisi sono indicati modelli diagnostici
correttamente montati con l’utilizzo di un arco di trasferimento (Livello B)
Il ricorso all’ortopantomografia può essere indicato solo come eventuale
approfondimento diagnostico alla luce di dettagli clinico-anamnestici. (Livello B)
Gli esami radiologici endorali sono indicati nei casi in cui rappresentino un utile
complemento per la diagnosi ed il piano di trattamento. La metodica utilizzata per la
radiografia endorale è la tecnica dei raggi paralleli. (Livello B
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. DIAGNOSI DELLE MALATTIE PARODONTALI
In considerazione del fatto che, quando è possibile, si dovrebbe raggiungere uno stato di
salute parodontale prima di ultimare i trattamenti protesici e restaurativi definitivi
particolare attenzione va dedicata alla diagnosi delle malattie parodontali (per riferimento
bibliografico, vedi “Progetto Diagnosi Parodontale” della Società Italiana di Parodontologia).
Le malattie parodontali sono patologie che interessano le strutture di supporto dei denti.
Vengono comunemente distinte in gengiviti e parodontiti. Le gengiviti interessano la gengiva
marginale e sono caratterizzate da arrossamento del margine gengivale, edema,
sanguinamento al sondaggio e, talvolta, ipertrofia gengivale. Sono completamente reversibili e
possono precedere una parodontite. Le parodontiti sono un gruppo di patologie
caratterizzate dalla distruzione dell’apparato di supporto dei denti; clinicamente si
manifestano con perdita di attacco e di osso, formazione di tasche e talvolta formazione di
recessioni.
Il segno patognomonico di parodontite è rappresentato dalla perdita di attacco. La distruzione
dei tessuti di sostegno dei denti causata da una parodontite è irreversibile. La diagnosi delle
malattie parodontali deve essere effettuata da tutti i dentisti su tutti i pazienti, applicando le
appropriate metodiche cliniche ed interpretando ed elaborando tutti i dati raccolti.
La visita parodontale si compone dei seguenti elementi: anamnesi, esame obiettivo, esami
radiografici, esami di laboratorio. L’anamnesi medica e dento-parodontale può far emergere
la presenza di una serie di fattori che influenzano l’insorgenza e la progressione delle
parodontiti. I fattori di maggiore interesse sono:
esposizioni ambientali quali il fumo e l’assunzione di alcuni farmaci (ciclosporine,
nifedipina, difenilidantoina);
malattie sistemiche come il diabete o altre patologie ereditarie o acquisite che
alterano la risposta immunitaria;
predisposizioni genetiche: le forme di parodontite ad insorgenza precoce presentano
un andamento a carattere familiare; alcuni polimorfismi (modificazioni) genetici
sembrano influenzare l’espressione clinica delle parodontiti;
modificazioni ormonali, quali quelle legate alla pubertà e alla gravidanza.
L’esame obiettivo si basa essenzialmente sull’osservazione ed ispezione dei denti e dei tessuti
gengivali e mucosi peri-dentali, sulla accurata valutazione dell’igiene orale del paziente e sul
sondaggio parodontale. L’osservazione e l’ispezione consentono di annotare la formula
dentale, la posizione degli elementi dentari, lo stato dei tessuti molli e ogni altra caratteristica
ritenuta rilevante per il processo diagnostico.
La valutazione dell’igiene orale è determinante per la diagnosi (rapporto relativo fra quantità
di placca batterica rilevata e gravità delle lesioni parodontali) e per la formulazione di un
corretto piano di trattamento, in cui le modificazioni delle abitudini igieniche del paziente
giocano un ruolo fondamentale. Il sondaggio parodontale è la manovra clinica essenziale per
la diagnosi delle malattie parodontali in quanto consente di eseguire la diagnosi differenziale
tra gengivite e parodontite, nonché di stimare la perdita di attacco che rappresenta il segno
patognomonico delle parodontiti.
Il sondaggio deve essere effettuato facendo scorrere la sonda lungo tutta la circonferenza di
ogni elemento dentale: questo è molto importante poiché le parodontiti possono causare
distruzioni di diversa entità nei diversi siti di ogni dente o causare lesioni solo su un sito di un
singolo elemento dentale. Le registrazioni nella cartella clinica, tuttavia, vengono effettuate in
posizioni standard (normalmente 6 siti per dente) che rappresentano convenzionalmente i
“siti parodontali”.
Esistono anche modalità di registrazione “semplificata” dei rilievi clinici effettuati con il
sondaggio. Una di queste modalità è il “Periodontal Screening and Recording” (PSR), messo a
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punto dall’Accademia Americana di Parodontologia; il sondaggio si effettua con una sonda
parodontale semplificata (la sonda della OMS). L’applicazione corretta del PSR consiste
nell’effettuare un esame obiettivo completo di tutte le superfici di tutti gli elementi dentali; da
un punto di vista pratico la bocca viene suddivisa in sestanti: in ogni sestante viene
memorizzato e registrato solo un valore (codice) che rappresenta il valore di maggiore gravità
per quel sestante.
Il rilievo della mobilità dentale completa l’esame obiettivo. Gli esami radiologici endorali
devono essere effettuati nei casi o nelle zone in cui rappresentano un complemento utile
all’esame obiettivo e permettono di acquisire nuove informazioni per la diagnosi e/o il piano
di trattamento. E’ importante ricordare che l’esame radiografico è un esame invasivo e deve
essere limitato ai casi di effettiva necessità. La metodica utilizzata è la radiografia endorale
periapicale effettuata con la tecnica dei raggi paralleli. Gli esami di laboratorio possono
essere un utile complemento alla diagnosi nei casi in cui le informazioni cliniche raccolte
facciano emergere la presenza di parodontiti gravi, parodontiti ad insorgenza precoce,
parodontiti associate a patologie sistemiche o altre forme di patologia parodontale avanzate
e/o inusuali. Gli esami di laboratorio oggi disponibili includono: 1) esami microbiologici per la
ricerca dei batteri responsabili delle malattie parodontali; 2) esami ematologici per lo studio
del numero e della funzionalità dei polimorfonucleati e dei linfociti; 3) esami per individuare
la suscettibilità genetica alla parodontite.
CARTELLA CLINICA
Le informazioni raccolte durante il colloquio, gli esami e le indagini svolte devono essere
registrate; gli eventuali modelli in gesso, le radiografie e la corrispondenza devono essere
conservati. Deve essere conservata anche la documentazione relativa al trattamento proposto,
unitamente ai consigli e alle raccomandazioni fornite, oltre al consenso informato. Una
cartella odontoiatrica ideale dovrebbe essere redatta in forma leggibile e:
registrare tutta l'anamnesi medica/dentale/sociale pertinente;
segnalare eventuali reazioni avverse a prodotti e/o materiali utilizzabili in ambito
odontoiatrico;
registrare le condizioni dentali, parodontali, occlusali e di igiene orale del paziente;
registrare il motivo della visita da parte del paziente;
registrare i trattamenti effettuati;
includere le radiografie e la corrispondenza;
contenere una nota accurata di eventuali reclami e i provvedimenti presi;
registrare le mancate visite e le conseguenze relative;
fornire dettagli dei colloqui avuti con il paziente, compresi i trattamenti che il paziente
rifiuta o ai quali non collabora;
fornire un mezzo per identificare il paziente;
indicare i richiami periodici per i pazienti.
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Sul documento deve essere riportata anche la durata della sua validità. Un piano di
trattamento scritto è particolarmente adatto per i trattamenti lunghi o complessi, mentre può
essere superfluo per gli interventi semplici e di mantenimento.
Il piano può essere suddiviso in varie fasi, dove ogni fase clinica deriva da quella
precedente. Alla fine di ogni fase va fatta una rivalutazione documentabile che può
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anche portare ad una revisione e /o modifica nel quadro generale della cura
precedentemente stabilito. Il piano può essere diviso in fasi anche per ragioni di
carattere economico. Le fasi devono essere pianificate secondo una sequenza
appropriata, mirando, almeno inizialmente, ad eliminare le sintomatologie dolorose e i
disagi e a controllare la patologia in atto. Dopodiché, è possibile valutare la risposta del
paziente. Questa valutazione dovrebbe includere sia gli aspetti funzionali, biologici,
estetici e prognostici nonché l'osservazione della risposta alle istruzioni riguardo
l'igiene orale.
Possono esserci anche dei casi in cui la prognosi di taluni aspetti del trattamento è
incerta, nel qual caso è buona norma interrompere il trattamento ed analizzare i
progressi dopo qualche tempo. In generale, si può affermare che una verifica
sistematica dei progressi compiuti è auspicabile in qualsiasi ciclo di cura, in questo
modo è possibile verificare il successo o l’insuccesso del piano di trattamento e
l’efficacia del trattamento stesso, rilevarne le carenze, individuarne i motivi e adottare
le misure correttive.
CONCLUSIONE
Seguendo una strategia di pianificazione della cura odontoiatrica aumentano le probabilità di
ottenere un risultato positivo, con soddisfazione di tutte le parti interessate. Il piano di
trattamento mira a garantire un netto miglioramento della salute e un beneficio per il
paziente. I pazienti inoltre dovrebbero comprendere ed accettare che il successo del
trattamento dipenderà in larga misura dal loro successivo impegno nel mantenimento di
un’adeguata salute orale. La pianificazione dei trattamenti non è una scienza esatta, bensì
un'arte sostenuta dall'esperienza clinica e filtrata dalla conoscenza scientifica.
RACCOMANDAZIONI
--Si concorda sull’importanza della comunicazione con il Laboratorio Odontotecnico durante
tutte le fasi del trattamento (Livello A)
--La comunicazione deve fornire il progetto protesico clinico e tutti gli elementi utili per lo
svolgimento tecnico del lavoro protesico (Livello B)
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Rimovibile: che puo avere un appoggio dentale e/o mucoso oppure ancora puo essre
sostenuta da impianti
Protesi fissa: puo essere fatta sia su denti naturali sia supportata da impianti
Protesi maxillo-faciale: che va a sostituire strutture craniche ed eventuali difetti intra ed
extra-orali
Esistono dei principi protesici comuni che sono validi per tutti i tipi di protesi, questi
devono essere rispettati perche:
1. profilassi e mantenimento della salute delle strutture residue
2. corretta funzione ed integrazione ed incorporazione della riabilitazione
protesica
3. Durata nel tempo dei manufatti
Durante la masticazione è importante la Zona neutra: zona in cui le forze orizzontali della
lingua dirette verso l’esterno sono neutralizzate dalle forze delle guance dirette verso
l’interno. Si puo parlare di zona neutra sia negli elementi anteriori, sia in quelli posteriori
Eè importante nella realizzazione di una protesi che sia essa fissa sia mobile, venga rispettata
la zona neutra e non venga occupata impropriamente dal corpo protesico, per evitarne la
dislocazione del corpo stesso, per evitare che lingua e guancie vengano pizzicate, ed inoltre
per evitare che si formino dei ristagni di cibo.
La stabilità occlusale nei tre piani dello spazio dipende dalla complessa trasmissione
dell’insieme di forze statiche e dinamiche e non solo dall’intercuspidazione.
Principio di proporzione:
il rapporto tra la superficie occlusale ed il suo supporto deve essere consona
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I movimenti mandibolari durante la masticazione e non:
La mandibola si muove su 3 piani dello spazio, questi movimenti sono stati tracciati da
Posselt.
Che ha costruito due tracciati uno sul piano saggittale dove si raggiunge la massima
protrusione, apertura e chiusura.
L’altro tracciato è stato fatto sul piano frontale dove si vedono le massime lateralità DX e SX.
Grazie alla “sommatoria di questi due tracciati” si possono evidenziare tutti i movimenti
mandibolari possibili.
Contatti occlusali
La posizione di un contatto occlusale in un determinato momento della funzione può essere
conosciuta, ma la posizione in cui si svilupperà il contatto nell’istante successivo non è
prevedibile.
Definizioni:
Occlusione centrica(CO)o posizione di massima intercuspidazione (ICP):
posizione mandibolare in cui si ha il maggior numero di contatti tra la superficiocclusali dei
denti antagonisti.
Dato che la mandibola si apre si un asse cerniera bisogna ricordare che è necessario durante
la masticazione tenere conto di eventuali contatti sul piano orizzontale, e se cambia la
dimensione verticale cambierà la dimensione orizzontale
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La funzione fonetica:
La funzione fonetica è un'altra funzione fondamentale da rispettare, durante l’azione
fonatoria i denti non si devono mai toccare e deve essere presente uno spazio fonetico tra di
loro, questo varia in genere tra i 2-4 mm.
Quindi in fase di progettazione della protesi totale è importante con i valli provare la misura
dello spazio fonetico, per fare cio e necessario:
Determinare la dimensione verticale
Determinare il closing speaking space (spazio fonetico
La funzione estetica:
Per avere una buona integrazione bisogna tenere conto di tante variabili:
Sostegno dei tessuti molli
DVO
Fisisonomia del viso
Fisognomia
Personalità
Nel rapporto tra gli elementi delle arcate dentarie i contatti occlusali possono essere divisi in:
1) contatti occlusali statici,
2) contatti occlusali dinamici.
I contatti occlusali statici si manifestano quando le arcate dentarie sono nella massima
intercuspidazione dentale. Quando la massima intercuspidazione avviene tra arcate
protesizzate, dove il rapporto mandibolo cranico sia stato ricercato con la relazione centrica,
questa prende il nome di occlusione centrica. I contatti occlusali dinamici sono quelli che si
verificano quando la mandibola è in movimento, ovvero nei movimenti eccentrici di
protrusione e di lateralità. Il tipo di contatti dinamici dipende dagli schemi occlusali delle
arcate dentarie.
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Raccomandazione
-In posizione di massima intercuspidazione che in occlusione centrica è comunque
fondamentale il massimo numero di contatti dentali tra le arcate. (Livello B)
c) - in protrusione
nessun contatto sui posteriori.
È il tipo di schema occlusale naturale più frequente nei giovani e nelle persone che non
abbiano sofferto segni di usura sugli elementi dentali anteriori. Il contatto occlusale nei
movimenti eccentrici è sostenuto dal canino seguito, man mano che questo si usura, dagli altri
elementi anteriori.
Il primo premolare è considerato l’ultimo dente del settore anteriore.
La guida anteriore in funzione di gruppo è di solito, e per lo più, la conseguenza dell’usura del
canino. La disclusione prende anche il nome di “occlusione mutuamente protetta” poiché, in
massima intercuspidazione, il carico grava prevalentemente sugli elementi posteriori favoriti
da un’elevata estensione della superficie radicolare. Nelle lateralità, invece, il carico è
assorbito dagli elementi anteriori, favoriti dalla loro vantaggiosa ubicazione nel sistema di
leva di III classe. La realizzazione tecnica di un lavoro protesico con occlusione a guida
anteriore è, relativamente alle altre, la più semplice. È comunque altamente raccomandabile,
in caso di riabilitazioni protesiche, la conoscenza dei valori dell’angolo dell’eminenza. La guida
anteriore dovrebbe essere sufficiente a garantire la disclusione posteriore nei movimenti
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eccentrici. Sarebbe errato pensare alla disclusione in termini di sicurezza (tanto maggiore,
tanto meglio). Una guida anteriore esagerata può diventare pericolosa: in natura i pazienti con
dentatura in II classe - seconda divisione (tipicamente con una marcata guida anteriore),
presentano frequentemente disturbi funzionali e riscontri anatomo-patologici a livello
dell’articolazione temporo-mandibolare.
Raccomandazione:
-Nelle riabilitazioni protesiche, quando possibile, la disclusione rappresenta il modello
occlusale di scelta. (Livello B)
b) - lato bilanciante
nessun contatto;
c) in protrusione
contatto tra i denti anteriori superiori e i denti anteriori inferiori;
nessun contatto posteriore.
Questo tipo di occlusione viene normalmente chiamato “funzione di gruppo” e può anche
essere determinato da circoscritti gruppi di elementi dentali; il contatto, cioè, può non
interessare necessariamente tutti gli elementi del lato lavorante.
Raccomandazioni
-Una ricostruzione protesica con l’occlusione in funzione di gruppo è solitamente indicata
ogni qualvolta non sia possibile restaurare una guida anteriore, come nel caso di morso
aperto, terza classe scheletrica, marcata edentulia anteriore.
-La sua realizzazione tecnica non può prescindere dalla conoscenza dei valori dell’angolo
dell’eminenza.
a) - lato lavorante
contatto uniforme tra i versanti interni delle cuspidi vestibolari superiori e i versanti esterni
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delle cuspidi vestibolari inferiori;
b) - lato bilanciante
contatto tra cuspidi linguali dei denti superiori,
versante interno e cuspidi vestibolari dei denti inferiori,
versante interno;
c) in protrusione
contatto simultaneo sia tra i margini incisali dei denti anteriori, sia tra le cuspidi dei denti
posteriori.
Questo tipo di modello occlusale, dai contatti costanti, sia in massima intercuspidazione così come
nei movimenti eccentrici, presenta un livello estremamente elevato di difficoltà nella realizzazione
tecnica. La contemporanea distribuzione dei contatti sul versante lavorante e su quello bilanciante,
così come in protrusione, dovrebbe favorire la stabilità della protesi totale evitando, in qualsiasi
movimento eccentrico, destabilizzanti concentrazioni laterali del carico. Tuttavia, nel momento in
cui del cibo si dovesse interporre tra le arcate, il carico masticatorio potrebbe non risultare più
equamente distribuito. Da cui il detto “enter food exit balance”.
Raccomandazioni:
-In natura, lo schema dell’occlusione bilanciata bilaterale non esiste; eventuali contatti
bilancianti vengono definiti “interferenze” e come tali eliminati. Un’occlusione dal contatto
simultaneo, sia degli elementi del lato lavorante sia del lato bilanciante, è l’espressione di
parafunzioni marcate che abbiano distrutto qualsiasi possibilità di guida da parte degli
elementi anteriori. (Livello B)
-Attualmente questo tipo di occlusione trova esclusiva applicazione in protesi totale anche se,
viste le difficoltà tecniche, nel lato bilanciante si considera sufficiente il contatto reciproco tra
un solo molare superiore e uno inferiore. (Livello B)
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Incorporazione compensatoria: è il processo meduante il quale la protesi integra le
strutture residue dell’apparato stomatognatico.
Ritenzione: resistenza opposta alle forze che tendono ad allontanare in direzione verticale la
protesi dalle creste edentule
La ritenzione è dovuta ad uno strato sottile di saliva tra mucosa e sup-interna della protesi.
I fattori che vanno ad influenzare l aritenzione sono:
coesione: forza fisica che mantiene coese le molecole di un materiale
adesione superfiiciale: forza di attrazione tra moolecole diverse
tensione superficiale: forza che mantiene la continuita di superficie di un liquido( è
legata alla forza di coesione delle molecole di superficie:
pressione atmosfeica: pressione dell’atmosfera esercitata sulle superfici
Maggiore è l’estensione della protesi, maggiore sarà la ritenzione del corpo protesico,
maggiore sarà la precisione di riproduzione delle creste edentule da parte del corpo protesico,
maggiore sarà la ritenzione perché aumentando lo strato di saliva che si interpone diminuisce
la ritenzione.
Talvolta il biofilm di saliva ha funzione ritentiva sia al di sotto del corpo protesico mantiene
una funzione ritentiva anche a livello del fornice e delle guance.
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che vi sia una superficie protesica sufficiente a scaricarli, questo permette di ridurre la forza
per unità di superficie con la quale viene caricato la sottostruttura ossea-mucosa.
Nel mandibolare:
1. regione anteriore della mandibola linguale
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Anatomia del paziente edentulo:
Arcata Mascellare
I frenuli sono delle pliche fibromucose, alcune sono anche delle inserzioni muscolari
Papilla interincisiva
Solitamente sono situati in 3 zone, uno mediano e 1 o 2 laterali
Fornice: porzione che si trova tra le guance, la cresta alveolare
Palato: diviso in duro e molle,
Duro:corrisponde ai processi palatini delle ossa mascellari piu una
piccola regione posteriore di tipo fibroso molto resistente
Molle: questo non deve essere coperto perché provocherebbe
dislocazione protesica o lesioni a livello del palato stesso
Per individiare correttamente la zona di passaggio tra palato duro e palato molle
(postdam area di sigillo posteriore della protesi mascellare) si prende un impronta
funzionale facendo pronunciare la lettera A al paziente. Per evitare questa procedura
si potrebbe valutare il punto di passaggio da palato duro a palato molle come le fovee
palatine 1-2 mm posteriore ad esse.
Tuberosità mascellare: detto anche tubera(plurale) tuber(singolare). Attorno al
tuber si viene a definire il solco pterigomascellare
A livello delpalato troviamo delle aree che vengono chiamate Zone di shroeder
che sono costituite da tessuto adiposo ghiandolare che non va compresso, potrebbero
infatti dare fastidio al paziente
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Rafe palatino: è una zona piu sottile rispetto a quella delle rughe e quindi non deve
essere compresso, questo si trova nella zona mediale del palato
Rughe palatine: fungono da ritenzione
Arcata Mandibolare
Nella zona porteriore la contrazione del massetere puo portare a schiacciare le strutture
contro la cresta alveolare delineando quella che è la zona masseterina. Tale zona deve quindi
essere rispettata en no occupata dalla protesi, bisogna quindi nei pazienti che hanno questa
zona particolarmente evidente informare l’odontotecnico.
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Muscoli maticatori:
imparare morfologia ed inserzione dei muscoli masticoatori:
Incorporazione compensatoria
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1.Profilo psicologico
E’ importante per noi come si pone il paziente nei confronti
Dell’edentulia perché per il paziente potrebbe essere un periodo molto delicato della
propria vita
Dell’odontoiatra dell’odontoiatra
Della riabilitazione Protesica(la soluzione del problema) questa puo infatti non
essere accettata dal paziente
2. Profilo socio-culturale
Quale importanza il paziente da ai propri denti andando ad indagare quali sono i
motivi della perdita degli elementi naturali, e per poter capire quale sarà la compliance
del paziente stesso
Quale peso dia il paziente alla necessità di una riabilitazione
Che cosa il paziente sia disposto ad affrontare per una buona riabilitazione,
perche questo ci permette dia vere un idea su quello che sarà il quadro prognostico del
paziente che potrà variare in base al suo profilo psicologico
3. Anamnesi generale
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4.Storia – Anamnesi odontoiatrica e protesica
Questa è dfondamentale e ci da un informazione di quanto il paziwnte potrà adatarsi
ad un eetuale protesi mobile totale
Precedenti affezioni di tipo stomatologico (traumi tumori terapie radianti
Causa della perdita dei denti
Epoca dell edentulia
5.Anamnesi Protesica
Tipo di riabilitazioni precedenti: Fissa –Mobile, Parziale- Totale
Tempo intercorso tra comparsa di edentulia e prima riabilitazione
Ribasature
Utilizzo di polvere o paste adesive
Impressioni soggettive sulle protesi precedenti
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Esame obbiettivo:
Tale esame deve essere effettuato sua sulla vecchia protesi che all’interno del cavo
orale edentulo
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Esame RX: un ortopantomografia non servirebbe a nulla se non per inserire eventuali
impianti, oppure portebbe servire se devo scegliere se fare una protesi fissa o una
protesi mobile. Quindi la mpanoramica potrebbe essere utile solo per vedere lo
spessore della struttura mandibolare per essere sicuri che questa non sia troppo
sottile (se lo fosse applicare una protesi mobile potrebbe provocarne una ffrattua).
Una volta si faceva anche una laterolaterale ma al gg di oggi non si usa più
Analisi funzionale
2. Tuber che si trova nella porzione distale della cresta alveolare e puo distinguersi
in:
o Ipotrofico: questo può essere talmente grave da presentare una completa
aplasia dellla tuberosità che risulta completamente piatta
o Ipertrofico: maggiormente favorevole perché puo aumentare la stabilità del
corpo protesico, in realtà non si tratta di un aumento del volume in seguito
all’edentulismo bensì ad un tuber che geneticamente era già così. Nel caso in
cui si ha un iprtrofia bilatelare diventa un problema perche 1 sola ipertrofia ci
da maggior ritenzione ma 2 ipertrofie con 2 sottosquadi potrebbero inpedirci
di avere un asse di inserzione corretto del corpo protesico.
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3. Palato duro: Esistono 3 morfologie piu frequenti del palato sono:
o Ogivale: con palato particolarmente profondo, questo viene
detto palato Ritentivo, in verità questo non è ritentivo ma da molta stabilità
o Intermedia: questa è la più frequente
o Piatta: con palato più piatto , questo viene definito un palato adesivo
4. Foveae palatine : queste sono le zone di sbocco delle ghiandole salivari minori che
sono situate nel palato duro. Non hanno alcuna funzione prognostica nella protesi
mascellare ma vengono utilizzati come punti di repere
8. Torus palatini: Sono delle esostosi situate in corrispondenza del rafe palatino, a
possono presentarsi anche a livello mandibolare, se questi si presentano di grosse
dimensioni. Questi
2. Regione buccinatoria o buccal schelf che e una zona di supporto primario che si
trova tra linea obliqua esterna e cresta alveolare.
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4. Regione miloioidea zona della mandibola in cui si inserisce il muscolo miloioideo,
durante la visita bisogna valutare questa zone perché potrebbe essere dolente o avere
una morfologia seghettata, in questi casi non dovrà essere compressa dal corpo
protesico.
5. Regione masseterina, qui si trova l’unghia del massetere ovvero la zona in cui il
buccinatore viene compresso dall’ inserzione del massetere
6. Regione sublinguale anteriore questa e una zona molto difficile da rilevare perché si
ha l’ inserzione di molti muscoli come il miloioideo e genioglosso, inoltre si ha lo
sbocco delle ghiandole salivari da non comprimere e coprire altrimenti si potrebbe
avere un blocco del flusso salivare o accumulo di essa al di sotto del corpo protesico.
In questa zona si ha anche la presenza del frenulo e questa zona del pavimento orale
risulta essere molto mobile,
E importante che questa regione non venga compressa, nel caso contrario potrebbe
dislocare la protesi.
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Cisti: che eventualmente con la consulenza di un chirurgo si dovrà rimuovere
Morfologia delle ossa mascellari: necessario valutare lo spessore dell’osso
per capire, se è possibile inserire degli impianti per fare un overdenture.
Una volta si facevono delle laterolaterali per poter valutare la classe
scheletrica e decidere in base a questa come montare i denti
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Saliva della quale valutiamo la quantità, se è piu o meno viscosa
Aspettative del paziente: sono sempre da segnare e da mettere in bilancio cosa si aspetti il
paziente
Creste alveolari
forma mascellare/ mandibolare: bisogna valutare le formare perche la mascella si
riassorbe in senso centripeto mentre la mandibola in senso centrifugo
Linea miloioidea, se seghettata puo essere dolente e quindi va esclusa dlla protesi
Palato molle: quello atendina è il peggiore
Mucosa orale
Frenuli
Lingua
Controllo neuromuscolare: abilità del paziente ad adattarsi al sistema protesico, piu si è
vecchi piu questo è difficile, si verificheno delle maggiori problematiche in pazienti con
parkinson o con alzheimer
Relazione intermascellare
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A torino utiliziamo la tecnica di Gerber, utilizzando un articolatore Arcon condylator (a
valori semiindividuali) ed utilizziamo l’arco faciale di Gerber.
Dopo avere posizionato sia la forchetta che la farfalla all’interno di valli, bisogna eliminare la
cera del vallo mascellare che sporge al di sopra della farfalla , fatto questo la DVO è mantenuta
dalla punta del perno in modo tale che in occlusione l’unico punto di contatto sia il perno
presente al centro della farfalla che tocca sulla forchetta, si ottiene così un tripode di appoggio
formato dal perno e i due condili.
Tale condizione è necessaria per permettere in movimenti di protrusiva e lateralità che
verranno eseguiti nella successiva registrazione intraorale
Metodo statistico:
dice cha tale asse è 13mm avanti al trago percorrendo la linea esterna che unisce il trago e il
canto esterno (corrisponde circa alla zona di naso tra la linea bipupillare)
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Metodo palpatorio:
si pone il mignolo sulla cute nella fossetta pretragica facendo fare dei movimenti di apertura e
chiusura cercando di percepire il polo laterale del condilo
Una volta trovato l’asse cerniera, questo viene segnato sulla cute, a questo punto si posiziona
l’arco faciale fissandolo alle punte della forchetta e puntando i suoi puntatori che si chiamano
matite a livello della zona cutanea sulla quale abbiamo segnato l’asse cerniera.
La posizione del paziente deve essere in queste manovre in Relazione centrica questa è la
massima retrusione non forzata che la si ottiene facendo deglutire e dopo l’atto deglutitorio la
psizione occupata dalla mandibola dovrebbe essesre la relazione centrica.
LA regola dell’orologio:
E’ un metodo utilizzato per capire se abbiamo correttamente segnato l’ asse cerniera, questa
si valuta facendo aprire e chiudere ripetutamente la bocca al paziente e, se le matite
rimangono dove le avevamo puntate in origine allora abbiamo trovato l’asse cerniera.
Se invece le matite si muovono, in base al loro movimento bisognerà fare una correzione della
loro posizione
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parallela possibile al piano occlusale, questo lo si fa grazie ad un asta che si trova sull’arco
faciale
A questo punto si invita il paziente a fare il movimento di massima protrusione a bocca chiusa.
Effettuando questo movimento le matite tracceranno sulla carta millimetrata il tracciato
TCS(tracciato condilare saggittale) che ci permette di mettere in rapporto tra il condilo e
l’eminenza articolare.
Tutta questa operazione viene riprodotta 3 volte e dai 3 disegni si ricava un tragitto medio, a
questo punto si misura l’angolo che si forma tra il TCS e il piano occlusale descritto da
una linea orizzontale della carta millimetrata. Tale angolo in condizioni fisiologiche
dovrebbe variare da 15-60°.
Registrazione Intraorale
Questa registrazione puo cominciare non appena abbiamo valutato la registrazione
extraorale.
Questa ci permette di valutare se i movimenti sono fatti dal paziente in modo normale o
patologico andando a disegnare l’Arco Gotico e ci permette una posizione corretta della
mandibola rispetto al mascellare: tale posizione viene definita terapeutica
Per fare questa registrazione si deve colorare la forchetta con un pennarello blu o nero e si
fa effettuare la massima protrusione e la massima lateralità destra e sinistra al nostro
paziente, il perno della farfalla strisciando sul piano della forchetta toglierà il colore del
pennarello disegnando l’arco gotico che ha una forma simile ad una freccia stilizzata.
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In questo modo si riecse ad individuare l’apice dell’arco gotico ed a questo punto si deve
colorare tuta la forchetta ad eccezione dell’ apice dell’arco.
Dopo aver fatto tutto cio si rimette la forchetta in bocca al paziente e si fanno ripetere
numerose aperture e chiusure che andranno ad indentificare un punto che indica la posizione
neuromuscolare del paziente che potrebbe corrispondere o meno all’apice dell’arco gotico.
A questo punto si prende un dischetto di pexiglass forato e lo si posiziona sulla forchetta con
posizione differente in base alla distanza tra centro neuromuscolare ed apice dell’arco:
Se il punto dell’apice dista tra 0,5 ed 1 mm: si posiziona il disco con il foro al centro
dell’apice dell’arco
Se il punto dista più di 1 mm si fissa il dischetto di plexigalss forato con il foro che sia
una media tra l’apice del arco gotico ed il centro neuromuscolare
A questo punto si fa chiudere il paziente in modo che il perno vada dentro al buco e lo si lascia
in questa posizione detta “posizione di comfort “ per qualche minuto.
Se il paziente provasse sconforto sarà necessario riposizionare il dischetto in plexiglass
cercando un'altra posizione di comfort .
Una volta trovata la posizine corretta si bloccano i valli tra loro con delle chiavi in gesso e si
rimuove il tutto dalla bocca del paziente, da qui andremo a montare i denti
Una volta prese entrambe le registrazioni, si deono riportare i dati sull’articolatore, queso lo si
fa sostituendo le matite dell’arche faciale di gerber con delle puntine metalliche che si fissano
all’articolatore.
Una volta fissate l’arco faciale all’articolatore, le puntine metalliche dovranno cadere nell asse
cerniera dell’articolartore.
Nel caso di asimmetrie la corrispondenza dell’asse cerniera registrato nel paziente e quella
dell’articolatore non corrisponderanno, bisognerà quindi riuscire a posizinare le due puntine
equidistanti dall’asse cerniera del’articolatore.
Aquesto punto si fissano i modelli in articolatore mettendo pram l’inferiore e poi, prima di
fissare il superiore, si devono inserire tra i valli le chiavi in gesso che ci daranno la corretta
posizione che corrisponde al rapporto mascellare-mandibolare.
Si devono infine ripristinare le altezze corrette di DVO aggiungendo la cera che avevamo tolto
ai valli e si tolgono dai valli forchetta e farfalla.
L’ultima operazione da da effettuare consise nel traciare 2 linee per lato come riferimento
della posizione reciproca tra modello superiore ed inferiore.
A questo punto si vanno a provare i due valli in bocca per essere certi che le linee
corrispondano effettivamente. Saremo coì sicuri di aver riprodotto fedelmente la situazione
orale all’interno dell’articolatore.
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