La gengivostomatite cronica felina( gscf) è una condizione patologica che
colpisce il cavo orale del gatto e della quale ancora ci sono molti punti da chiarire: tra le possibili cause eziologiche sono stati considerati i batteri della placca dentale, virus( calicivirus, immunodeficienza, leucemia, herpes virus etc) o anormali reazioni del sistema immunitario. In tempi più recenti , l 'isolamento di Haemobertonella Henselae nel cavo orale aveva fatto assumere al microrganismo un' importanza nella eziologia della stomatite: attualmente il suo ruolo è stato decisamente ridimensionato. Un' altro microrganismo ,secondo uno studio del febbraio 2013, sembra possedere le caratteristiche per essere considerato un possibile agente patogeno : si chiama Tannerella Forsythia. Per quanto riguarda la patogenesi si ritiene che la gengivostomatite sia la risultante di una intolleranza alla placca batterica da parte del sistema immunitari presente nel cavo orale che produce una serie di sostanze atte a uccidere i batteri ma che, al contempo, sono in grado di instaurare un processo infiammatorio in grado di danneggiare il tessuto mucogengivale e osseo. La presenza dei batteri e virus sopra menzionati è in grado di perpetuare la patologia. Sintomi: la gscf colpisce indifferentemente gatti di ogni età sesso e razza anche se , sembra, che alcune razze come il Siamese, l'abissino, il persiano siano in grado di contrarla con maggior facilità. L' aspetto tipico della lesione è una lesione infiammatoria e ulcerata , bilaterale, che colpisce la gengiva, la mucosa buccale, le labbra, gli archi glossopalatini e le pareti faringee : a volte può essere colpita anche la lingua nei suoi bordi laterali in seguito al contatto con la superficie linguale-palatale dei denti mandibolari-mascellari. Anche la mucosa palatale adiacente ai molari si può presentare infiammata.. Il tessuto periodontale( vale a dire l'insieme di gengiva , osso alveolare , legamento periodontale e cemento radicolare) può essere interessato in più gradi dal processo infiammatorio . I sintomi clinici si caratterizzano per la presenza di alitosi , difficoltà a prendere il cibo e/o a masticare , dolorabilità ad aprire la bocca ( a volte il proprietario riferisce che il gatto non sbadiglia più) , salivazione, perdita di peso, pelo opaco( il gatto non si pulisce) : Il proprietario può anche riferire che il gatto non è più attivo o addirittura è più aggressivo, specialmente se si cerca di carezzarlo in prossimità della bocca: altre volte soffia al cibo . La diagnosi è fondamentalmente clinica ; anche un' anamnesi di precedenti trattamenti a base di antibiotici e/o cortisonici , a cui l' animale ha inizialmente risposto per poi presentare delle recrudescenza sempre più frequenti, è altamente indicativo di gscf. La biopsia può rendersi necessaria per escludere forme tumorali verso le quali potrebbe trasformarsi la patologia o quando la lesione , invece di essere bilaterale e simmetrica , è monolaterale( in entrambe i casi bisogna distinguere da una forma tumorale chiamata carcinoma squamocellulare) . Altri esami ,utili a inquadrare la patologia sono : la ricerca di agenti patogeni come il virus dell' immunodeficienza felina (FIV) e leucemia(FELV), herpes e calicivirus, esame bochimico, emocromo ed elettroforesi proteica, Terapia: in merito alla terapia sono stati scritti fiumi di inchiostro : partendo dalla patogenesi legata ad un anormale risposta immunitaria alla placca batterica sono stati impostati tutta una serie di protocolli medici tesi a modulare o inibire la risposta immunitaria : prodotti ormonali( megestrolo acetato) sali d'oro, cortisone , lattoferrina, interferone etc. sono stati di volta in volta utilizzati per tentare di risolvere la gengivostomatite ma senza apprezabili risultati. Oltre a non risolvere il problema i farmaci utilizzati per sopprimere la risposta immunitaria( cortisonici) si caratterizzano per determinare una serie di effetti collaterali che possono rivelarsi assai pericolosi per la salute del gatto: sindrome di Cushing, diabete, danni renali; se poi il gatto presenta sieropositività alle malattie infettive sopra esposte è assolutamente controindicato somministrare farmaci immunosoppressori ( cortisone o ciclosporina) i quali spalencherebbero le porte agli agenti infettivi sopra elencati. Non dimentichiamo, inoltre, che alla stomatite si può associare anche l 'infiammazione del periodonto ( l' insieme delle strutture che mantengono il dente nella caità alveolare) a che tale patologia si aggrava somministrando farmaci immunosoppressori e l' aggravamento della periodontite aggrava ulteriormente la stomatite. Anche l 'utilizzo di farmaci immunomodulatori(che servono a favorire una corretta risposta immunitaria) come la lattoferrina o l' interferone , hanno mostrato una scarsa attività . La somministrazione di antibiotici non è in grado di sterilizzare il cavo orale e quindi l' uso protratto, oltre a non risolvere il problema,può determinare l'insorgenza di farmacoresistenza. In merito alla ciclosporina bisogna ricordare che non ci sono molti studi in merito al suo utilizzo nella gengivostomatite cronica felina: l' unico, pubblicato sul Journal of Veterinary dentistry si riferisce ad un campione esiguo ( FIV FELV negativo) , sottoposto ad estrazione completa dei denti e nei quali si era ripresentata la patologia: i risultati sono stati incoraggianti. L' unico modo efficace per eliminare la placca batterica è l'estrazione dei denti , ovviamente non è possibile intervenire su quella parte di lingua dove si accumula la placca ma , pur non ottenendo una totale controllo i risultati ottenuti con questa metodica sono risultati i migliori ( circa l'80 % dei soggetti sottoposti ad un estrazione totale sono guariti). Da parte dei proprietari c'è sempre una certa riluttanza a sottoporre il proprio gatto ad una procedura così aggressiva ( le obiezioni riguardano il dolore post operatorio, la qualità di vita senza denti ) ma possiamo garantire che ,dopo un'estrazione effettuata in maniera corretta ( e quanto affermiamo viene confermato anche dal proprietario) il gatto rinasce. Per estrazioni effettuate in maniera corretta si intende quanto segue: effettuazione di radiografie dentali pre operatorie per valutare la morfologia delle radici e patologie a loro carico (riassorbimento di radice,anchilosi ) eventualmente presenti; radiografie post operatorie per avere la certezza di aver estratto in maniera corretta i denti senza aver lasciato radici o loro frammenti che potrebbero pregiudicare la risoluzione della terapia in quanto foci di infezione batterica. Il gatto viene sottoposto ad anestesia generale , quindi si procede ad eliminare tartaro e placca batterica mediante apparecchio ad ultrasuoni ,quindi si disinfetta il cavo orale . A questo punto si inizia l' intervento chirurgico : si incide la gengiva e la mucosa orale esponendo l' osso sottostante , quindi , con una fresa per ossa si toglie parte dell' osso alveolare che circonda la radice del dente facendo molta attenzione a quei denti dove sono presenti lesioni da riassorbimento ( facilmente fratturabili) ; i denti pluriradicolari andranno sezionati . Con l' utilizzo di strumenti particolari chiamati lussatori e leve si separerà il dente dall' alveolo .Una volta estratti i denti le cavità alveolari rimaste verranno liberate da eventuali tessuti infetti ; il tessuto osseo verrà levigato per permettere al lembo gengivale precedentemente sollevato di adagiarsi sullo stesso senza subire traumi. Infine si sutura. Molti gatti si riprendono in tempi rapidi e tornano ad alimentarsi senza problemi anche il giorno dopo l'intervento, altri richiedono tempi più lunghi e necesssitano di ricovero fino a quando riescono ad alimentarsi da soli.. Il miglioramento del cavo orale può richiedere tempi abbastanza lunghi, specialmente quando il gatto è stato sottoposto a terapie prolungate con cortisone o quando vi è presenza di glossite :in questi casi bisogna avere molta pazienza, eventualmente eseguire degli esami per rilevare la, presenza di herpes o calici virus che vanno trattati mediante la somministrazione di interferone ; antibiotici ed antiinfiammatori non steroidei possono risultare utili per ristabilire una condizione clinica ottimale . La somministrazione di farmaci immunosoppressori come ciclosporina o cortisonici ( meglio la ciclosporina) può essere presa in considerazione in quanto, essendo il gatto edentulo, non ci possono essere complicanze a carico del periodonto e a condizione che l' animale sia risultato negativo alla ricerca di FIV,FELV,herpes e calicivirus.