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Questa immagine rappresenta la lesione che è conseguente all’infiammazione dei tessuti gengivali che si è
estesa ai tessuti parodontali profondi. La principale lesione è l’approfondimento del solco gengivale che
avviene in una zona in cui l’osso è sottile. Quindi l’infiammazione distrugge anche l’osso e si sviluppa la
recessione.
Il solco gengivale patologico in questo caso è profondo circa 8 mm quando in condizione di salute è di 3
mm. C’è una zona in cui la tasca parodontale è meno profonda di 8 mm ma c’è stata comunque recessione.
Lo spessore della teca ossea vestibolare è molto inferiore rispetto alla superficie vestibolari e viene distrutto
insieme al connettivo e all’epitelio. Quindi la gengiva dove non è più supportata da osso guarisce con la
recessione.
L’anatomia patologica
Questo è un paziente guarito dalla terapia chirurgica
parodontale, quello che persiste sono le tasche profonde.
Qui sotto vediamo la sezione istologica di denti (di tessuti
molli e duri insieme). Vediamo che lo smalto si è consumato a
causa della decalcificazione (superficie vuota tra dente e
gengiva); infatti, è un tessuto mineralizzato al 98%. La dentina
è mineralizzata al 60% quindi rimane in parte intatta.
Il risultato della malattia parodontale provocata dai microbi del biofilm che cresce nel solco gengivale è
variabile in base alle condizioni di partenza del paziente. Quello nell’immagine sopra è un paziente che ha
avuto una parodontite terminale ossia massiva: questo paziente perderà i denti.
Altri tipi di PARODONTITI DESTRUENTI sono le PARODONTITI NECROTIZZANTI, tipiche dei pazienti
immunodepressi che avevano un grosso difetto dell’immunità cellulare. Ad esempio le cure per l’HIV un
tempo non erano avanzate come ora.
Sono anche molto sintomatiche e dolorose quindi era difficile curare questi pazienti e si usava una terapia
antibiotica sistemica e rimuovendo i residui necrotici di epitelio pieni di microbi gram-negativi.
Nel 1965 è stato pubblicato un lavoro che ha definitivamente
dimostrato che la gengivite e la parodontite (quindi il
sanguinamento, la recessione del tessuto parodontale, la
vacillazione dei denti e la loro perdita) erano provocati dai
microbi della placca batterica.
Nella terapia parodontale, inoltre, si cerca di rendere i solchi gengivale adatti a non essere ospitali nuovi
microbi. Quindi si cerca di rimuovere la tasca gengivale o modificare la struttura della gengiva in modo tale
che non ci sia un solco maggiore di 3 mm. Lo spazzolino non arriva a pulire oltre i 3 mm inoltre si verificano
condizioni fisico-chimiche (diminuzione dell’ossigeno) che favoriscono la crescita dei microbi gram-negativi
e anaerobi.
Si accumula se c’è placca. Si accumula in tutte le persone quindi è una misura dell’efficienza dell’igiene
orale del paziente. Ci sono persone che fabbricano più tartaro e altre che ne fabbricano meno a parità di
igiene orale. Questo varia in base alla posizione dei denti (morfologia facciale ex terza classe = crescita della
mandibola verso l’avanti quindi i denti inferiori sono inclinati verso l’interno. Questo rende più difficile lo
spazzolamento della parte interna dei denti) oppure chi ha più Sali di calcio o sostanze che ne favoriscono la
deposizione.
La formazione di tartaro ha atto sempre ma impiega dei mesi per completarsi quando si spazzolano i denti
tutti i giorni, quindi sarebbe necessario fare ablazione del tartaro 2 o 3 volte l’anno.
È MATRICE INTERBATTERICA
CALCIFICATA.
Di per sé il tartaro non è patogeno come i microbi da cui deriva ma genera una superficie ruvida per nuovi
microbi e nuovo tartaro. Quindi lasciare poco tartaro durante la pulizia significa favorire una più rapida
ripresentazione.
La prevalenza è differente nei vari paesi del mondo ed è correlata alla quantità di educazione sull’igiene,
alla cultura della popolazione e alla quantità di risorse economiche che ci sono.
In Italia la parodontite colpisce il 10% della popolazione e la gengivite oltre il 50%.
La prevalenza aumenta all’aumentare dell’età, in maniera quasi esponenziale.
La prevenzione della patologia parodontale consiste nel controllo individuale della proliferazione della
placca batterica sopragengivale ossia nello spazzolamento quotidiano.
Ci sono delle CONDIZIONI SISTEMICHE in cui c’è una situazione alterata di difesa che causa un maggior
rischio di parodontite:
- Diabete. Diminuisce l’efficienza dei sistemi difensivi. Quindi c’è un rischio avanzato di sviluppare
parodontite e gengivite.
- sindrome di Down. C’è una situazione alterata di difesa immunitaria, oltre a difficoltà cognitive
nell’igiene orale.
- Disturbi genetici nel funzionamento dei granulociti neutrofili come la sindrome del leucocite pigro
- Anomali fenotipiche di alcune interpleuchine.
Quindi a questi pazienti bisogna portare una particolare attenzione.
Negli ultimi decenni sono stati sempre più trovati relazioni tra microbi orali e malattie sistemiche.
Non solo la condizione di gengivite orale provocata da una serie di farmaci che aumentano la crescita del
connettivo se stimolato dall’infiammazione dei microbi. Ma sono delle condizioni in cui la presenza di alcuni
microbi patogeni nel biofilm orale costituisce un rischio aumentato per le malattie sistemiche.
Campo chiamato PERIOMEDICINE, è nato a fine anni ’80 negli USA.
BATTERIEMIA = presenza di
batteri in circolo
nell’organismo.
Grande novità degli ultimi anni sono le RELAZIONI TRA IL MICROBIOTA ORALE E QUELLO INTESTINALE.
Questi microbi vengono deglutiti e vanno a modificare il microbiota intestinale che è in grado di passare nel
circolo sanguigno molto facilmente e provocare gravi danni come danni alle membrane che circondano il
feto nell’utero ossia la corioamniosite (= infiammazione batterica del corio disturbo funzionamento
È frequente lo sviluppo in gravidanza di piccole masse che si chiamano EPULIDI GRAVIDICHE. Dove si
sviluppa gengivite c’è sanguinamento al sondaggio. Lì c’è ulcerazione dell’epitelio interno del solco. Questo
significa che ce un passaggio dall’ambiente intraorale all’ambiente interno dell’organismo.
Se la parodontite è generalizzata la superficie di passaggio è grande come un palmo di una mano, quindi,
c’è un grosso rischio che entrino in circolo microbi parodontopatogeni.
Sono stati dimostrati tanti meccanismi con cui la malattia parodontale porta all’esposizione dei tessuti
materni e del feto ai patogeni parodontali. Questi portano ad una infiammazione nel feto e nei tessuti
materni che causano un mal funzionamento della placenta e alla nascita di un bambino di basso peso.
È di grande interesse l’effetto di probiotici sulla modifica del biofilm intestinale e orale quindi
sull’insorgenza della carie e della parodontite. E’ stato dimostrato che l’uso di probiotici è in grado di
modificare in senso positivo il biofilm orale e diminuendo gengivite, parodontite e alitosi.
Invece i prebiotici sono sostanze che possono essere aggiunte a sostanze alimentari per modificare in senso
positivo il microbioma intestinale.