LE CHERATITI MICROBICHE
SIMPOSIO S.I.C.S.S.O. in S.O.I.
Milano, 24 Novembre 2005
LE CHERATITI MICROBICHE
Editore
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CONSIGLIO DIRETTIVO
PRESIDENTE
Prof. Vincenzo Sarnicola - Grosseto
VICEPRESIDENTE
Prof. Leonardo Mastropasqua - Chieti - Pescara
SEGRETARIO
Dott. Alberto Montericcio - Trapani
TESORIERE
Dott. Luigi Conti - Grosseto
CONSIGLIERI
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INDICE
Prefazione Pag. 9
Capitolo 1
LE CHERATITI BATTERICHE " 11
Capitolo 2
LE CHERATITI MICOTICHE " 41
Capitolo 3
LA CHERATITE DA ACANTHAMOEBA " 55
Capitolo 4
DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA MEDICA " 63
Strategie diagnostico-terapeutiche per il trattamento
delle cheratiti microbiche
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PREFAZIONE
Vincenzo Sarnicola
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CAPITOLO 1
Le cheratiti batteriche
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, D. Ballerini
Unità Operativa di Oculistica, Ospedale Misericordia, Grosseto
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V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, D. Ballerini
TABELLA I
FATTORI DI RISCHIO
Oculari Sistemici
Traumi corneali Diabete
Lenti a contatto Alcolismo cronico
Erosioni epiteliali ricorrenti Malnutrizione
Sindrome da occhio secco Patologie del collagene
Maleocclusioni palpebrali Patologie reumatiche
Blefariti croniche Immunodeficienza
Uso indiscriminato di antibiotici topici
Chirurgia bulbare
genza di una cheratite batterica. Malattie ma, facilitare lo sviluppo di una cheratite
sistemiche come quelle reumatiche, che batterica selezionando batteri resistenti.
determinano il quadro dell’occhio secco, In questi casi si sviluppano ulcere cor-
o malattie che provocano immunodefi- neali gravi e spesso resistenti alla terapia
cienza come l’AIDS, rappresentano altre medica. Altro fattore di rischio è rappre-
condizioni promuoventi. L’epitelio cor- sentato dall’ambiente di lavoro. Le che-
neale gioca un ruolo centrale nella pato- ratiti batteriche sono più frequenti negli
genesi dell’infezione batterica. La mag- agricoltori nei quali evidentemente la
gior parte dei batteri non è in grado di at- possibilità di un trauma, più o meno im-
traversare la barriera epiteliale se non in portante, in associazione con il contatto
concomitanza di un trauma. Solo alcuni con liquidi contaminati è più facile. Il
batteri (Gonococco, Corynebacterium contatto con liquidi contaminati di medi-
diphteriae, Haemophilus aegyptius, Li- camenti topici non adeguatamente pro-
steria monocytogenes) sembrano essere tetti da conservanti è stato in passato
capaci di attraversare l’epitelio integro. causa di cheratiti iatrogene. L’uso delle
Per questo motivo un trauma epiteliale, lenti a contatto rappresenta il più fre-
anche se di modesta entità, gioca un ruo- quente fattore di rischio di un’infezione
lo spesso determinante. La flora batterica batterica. L’incidenza d’infezione ripor-
saprofita modula la replicazione batteri- tata in letteratura è pari a 0,02% per le
ca attraverso la produzione di batterio- lenti a contatto rigide, a 0,04% per le gas
chine che inibisce la produzione dei permeabili e per le morbide giornaliere,
Gram- e dello pneumococco. L’uso inap- mentre il rischio sale allo 0,2% con l’uso
propriato di antibiotici, per lungo perio- delle lenti permanenti essendo più fre-
do, può distruggere la flora batterica sa- quente il loro impiego notturno. L’infe-
profita e, in occasione di un microtrau- zione è molto meno frequente, ma sem-
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che 50 Pseudomonas aeruginosa o 100 proteasi sono gli unici che possono pene-
S. aureus possono dare inizio ad un’infe- trare attraverso la superficie corneale in-
zione corneale. tatta. Tra questi batteri si annovera la
La cheratite batterica si verifica quando i N. gonorrhoeae, la N. meningitidis, il
microorganismi prevalgono sulle difese C. diphtheriae, l’H. aegyptius e la L. mo-
dell’ospite. L’agente patogeno aderisce nocytogenes.
alla superficie corneale lesionata, impe- Svariati mediatori solubili e cellule in-
dendo la normale distribuzione del film fiammatorie possono essere indotti dal-
lacrimale. I batteri aderiscono ai bordi l’invasione batterica, causando l’infiam-
danneggiati delle cellule epiteliali cor- mazione corneale con eventuale distru-
neali (glicocalice epiteliale) e alla mem- zione tissutale. I microorganismi nelle
brana basale o direttamente allo stroma lamelle stromali anteriori producono en-
(componenti della matrice extracellulare, zimi proteolitici che distruggono la ma-
come la fibronectina, il collagene e la la- trice stromale e le fibre collagene.
minina) mediante le adesine batteriche. I mediatori solubili dell’infiammazione
La fibronectina agisce come recettore comprendono il sistema formante la chi-
per l’acido lipoteicoico dello S. aureus. nina, il sistema fibrinolitico, le immuno-
Altri batteri come lo P. aeruginosa e la globuline, i componenti del complemen-
Neisseria aderiscono mediante i pili o to, le amine vasoattive, gli eicosanoidi, i
fimbrie, sottili proteine filamentose di neuropeptidi e le citochine. La produzio-
superficie. ne di citochine come il TNF-β e l’IL-1
L’invasione batterica inizia poche ore porta all’adesione e allo stravaso dei neu-
dopo la contaminazione esogena della trofili nei vasi limbari. Questo processo è
cornea lesa o dopo l’applicazione di lenti mediato da glicoproteine di adesione co-
a contatto contaminate. Due giorni dopo me le integrine, le selectine e da membri
l’infezione stromale, si verifica la massi- della superfamiglia delle immunoglobuli-
ma replicazione batterica. ne come le molecole di adesione intercel-
Dopo l’inoculazione, i batteri infiltrano lulare (ICAMs). Durante le cheratiti bat-
l’epitelio circostante e raggiungono lo teriche la molecola di adesione ICAM-1
stroma più profondo. Essi si accumulano (un ligando per le α2 integrine sulla su-
soprattutto ai margini periferici dell’in- perficie dei leucociti) è espressa a livello
filtrato o negli strati più profondi della delle cellule endoteliali vascolari limbari
parte centrale dell’ulcera. ed è aumentata localmente sulle cellule
L’invasione batterica all’interno della su- corneali. La dilatazione dei vasi sangui-
perficie delle cellule epiteliali è mediata gni della congiuntiva e del limbus è asso-
parzialmente dalle interazioni tra cellule ciata ad un aumento della permeabilità,
batteriche/proteine di superficie, invasi- che causa un essudato infiammatorio nel
ne, integrine, cellule epiteliali/proteine di film lacrimale e nella cornea periferica. I
superficie. I batteri in grado di rilasciare neutrofili polimorfonucleati penetrano al-
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l’interno della cornea lesionata attraverso importante del visus, anche nel caso in
un difetto epiteliale, ma soprattutto pro- cui l’agente eziologico venga eradicato
vengono dal limbus. L’arrivo delle cellule con successo. Nel caso in cui una chera-
infiammatorie si verifica entro poche ore tite batterica non venga trattata si può ve-
dall’infezione batterica, particolarmente rificare il drammatico quadro della
nell’area infetta. Al momento dell’accu- perforazione corneale, con conseguente
mulo dei neutrofili nel sito di infezione sviluppo di endoftalmite.
viene rilasciata una maggiore quantità di
citochine, leucotrieni e componenti del
complemento. Conseguentemente i ma- CLINICA
crofagi iniziano a migrare a livello cor-
neale per fagocitare i batteri e i neutrofili. I segni e i sintomi della cheratite micro-
Un’estesa infiammazione stromale porta bica sono variabili e dipendono dalla vi-
alla degradazione proteolitica dello stro- rulenza dell’agente eziologico, dalla du-
ma e alla necrosi liquefattiva tissutale. La rata dell’infezione, dalle condizioni cor-
progressione della cheratite batterica di- neali preesistenti, dallo stato immunita-
pende da due fattori fondamentali: la vi- rio dell’ospite e dall’uso precedente di
rulenza dell’organismo infettante e la di- antibiotici e di corticosteroidi. Il quadro
fesa dell’ospite. clinico della maggior parte delle cheratiti
Per esempio, microorganismi molto vi- batteriche di solito ha inizio con una ra-
rulenti come lo Pseudomonas, lo S. au- pida insorgenza di dolore, fotofobia, calo
reus, lo S. pneumoniae, lo Streptococco del visus, iniezione congiuntivale, rea-
β-emolitico e il Gonococco causano ra- zione in camera anteriore e/o ipopion.
pida distruzione del tessuto, mentre altri Tuttavia forme di cheratiti causate da
microorganismi come i micobatteri non Mycobacterium non tubercolare si pos-
tubercolari, gli Stafilococchi coagulasi sono presentare con un quadro clinico
negativi, lo Streptococco viridans sono insidioso ed un decorso privo di sintoma-
solitamente associati a forme di cheratiti tologia importante. I segni clinici di soli-
meno aggressive. Alcuni batteri, come i to non permettono di distinguere l’agen-
Corynebacteria, che fanno parte della te eziologico. Non di meno, la diagnosi
normale flora congiuntivale, possono di- clinica è possibile quando è disponibile
venire patogeni opportunisti in occhi di una storia clinica evidente o il microor-
pazienti immunocompromessi. Le chera- ganismo si presenta con segni clinici ca-
titi batteriche possono coinvolgere qual- ratteristici, come avviene nel caso della
siasi settore della cornea, ma le infezioni cheratite da Pseudomonas in portatori di
che coinvolgono la parte centrale hanno lenti a contatto. Talvolta cheratiti da mi-
una prognosi peggiore. E’ molto proba- ceti o da Acanthamoeba possono causare
bile che la cicatrizzazione nella porzione quadri difficilmente differenziabili da ca-
centrale della cornea causi una perdita si di cheratiti batteriche.
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Fig. 2 Fig. 3
Cheratite da Stafilococco aureus con presenza di in- Cheratite da Streptococco pneumoniae con ipopion.
filtrati multipli, di piccole dimensioni.
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Fig. 4
Cheratite da Pseudomonas aeruginosa bilaterale in giovane portatore di lenti a contatto (in alto). La terapia
antibiotica su indicazione dell’antibiogramma ha permesso la risoluzione del quadro clinico esitando in leu-
comi corneali invalidanti il visus (in basso).
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A B
Fig. 6
Cheratopatia cristallina infettiva. A) Questo quadro patologico è caratterizzato da un’infiammazione stro-
male minima con opacità aghiformi che possono trovarsi a tutti i livelli dello stroma corneale, con aspetto a
fiocco di neve. Gli agenti eziologici più frequenti sono gli Streptococchi α-emolitici. Numerosi altri agenti
eziologici batterici e fungini possono esserne causa. Il trapianto di cornea è una causa predisponente. L’in-
fiammazione è modesta e il paziente può essere asintomatico. B) L’immagine confocale evidenzia la forma
aghiforme degli infiltrati.
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presentano segni clinici suggestivi di che- piccolo trapano può essere necessario
ratite microbica, fungina, amebica o da per ottenere un’adeguata biopsia cornea-
micobatteri. In aggiunta, le colture sono le per ulcere con coinvolgimento stroma-
utili per modificare la terapia in pazienti le profondo. Campioni multipli dei bordi
che non rispondono alla terapia conven- delle ulcere sono spesso richiesti per ot-
zionale. L’ipopion associato con le chera- tenere la maggiore quantità possibile di
titi batteriche è di solito sterile e campioni materiale da mettere in coltura. Le ra-
di acqueo e di vitreo non devono essere schiature dovrebbero essere adagiate su
prelevati per evitare l’inoculazione intrao- un vetrino per le colorazioni e diretta-
culare dei microorganismi, eccetto il caso mente applicate su terreni di coltura, sia
in cui si sospetti un’endoftalmite. su piastra sia su brodo, per aumentare al
massimo la possibilità di crescita. Se ciò
non è possibile i campioni devono essere
COLTURA messi in mezzi di trasporto. In entrambi i
casi le colture devono essere immediata-
Il materiale corneale da mettere in coltu- mente incubate o portate prontamente in
ra può essere facilmente ottenuto alla laboratorio. Le colture di lenti a contatto,
lampada a fessura con anestesia topica. di contenitori per lenti a contatto e solu-
L’anestetico più indicato è la proparacai- zioni associate possono essere utili nel
na idrocloride 0,5% per i minimi effetti caso in cui si sospetti l’Acanthamoeba o
inibitori sugli organismi. L’uso di altri nel caso in cui le colture risultino negati-
anestetici topici, come la tetracaina, può ve. Colture di materiale proveniente da
ridurre in maniera significativa la scoper- palpebre e congiuntiva spesso non sono
ta dei microorganismi a causa dei suoi necessarie per la loro bassa sensibilità e
effetti batteriostatici. Il materiale cornea- specificità. I mezzi di coltura utilizzati in
le è ottenuto dai bordi dell’area interes- caso di cheratite batterica sono numerosi
sata mediante una spatola o lama. Un (Tab. III). L’agar sangue è il mezzo stan-
TABELLA III
ESAME COLTURALE
Mezzo Organismi
Agar sangue Batteri aerobi
Agar cioccolato Hemophylus, Neisseria, Moraxella
Brodo tioglicato Batteri aerobi, anaerobi
Agar destrosio di Sabouraud Nocardia
Agar Lowenstein-Jensen Micobatteri non tubercolari
Thayer-Martin Neisseria gonorrhoeae
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dard usato per isolare i batteri aerobi a protrarsi per 4-6 settimane.
35 °C. Questo permette la crescita anche Nel caso in cui le colture risultino negati-
di funghi saprofiti e di Nocardia a tem- ve l’oculista può stimare opportuno so-
peratura ambiente. L’agar è derivato dal- spendere la terapia antibiotica per 12-24
l’alga marina con un’aggiunta dal 5 al ore e quindi procedere ad una seconda
10% di cellule ematiche rosse. L’agar coltura. La sospensione temporanea de-
cioccolato è incubato a 35 °C con carbo- gli antibiotici, prima di ripetere la coltu-
ne diossido (CO2) al 10% per isolare or- ra, può aumentare la crescita in coltura.
ganismi facoltativi. Viene preparato me- La mancanza di una risposta clinica fa-
diante denaturazione con calore del san- vorevole, specialmente nel caso di risul-
gue per procurare emina e difosfopiridi- tati colturali precedenti negativi, suggeri-
na nucleotide per la crescita di Hae- sce la necessità di una nuova coltura e/o
mophilus, Neisseria e Moraxella. Il bro- di una biopsia corneale.
do tioglicato è un mezzo liquido ed è in-
cubato a 35 °C per i batteri aerobi ed
anaerobi. L’agar destrosio Sabouraud è COLORAZIONI
incubato a temperatura ambiente per per-
mettere di isolare funghi e Nocardia. Il I patogeni microbici possono essere clas-
mezzo di coltura Lowenstein-Jensen in- sificati esaminando campioni colorati di
cubato a 35 °C è usato in maniera speci- raschiature corneali. La colorazione di
fica per isolare i micobatteri. Il mezzo di Gram viene usata di routine per colorare
coltura di Thayer-Martin è un agar cioc- i campioni corneali. La colorazione può
colato speciale, selettivo, chimicamente confermare la presenza di microorgani-
arricchito che permette di isolare la smi con una sensibilità del 55-79%. Può
N. gonorrhoeae sopprimendo la crescita essere utile per distinguere batteri dai
di altri batteri inibitori e di funghi. Il bro- miceti. I batteri Gram+ fissano il com-
do di infusione cervello-cuore, incubato plesso viola genziana iodina e appaiono
con neopeptone in una piastra shaker a color porpora-bluastro. I batteri Gram-
temperatura ambiente, è usato specifica- perdono il complesso viola-genziana io-
mente per funghi filamentosi e lieviti. Se dina tramite decolorazione con acido al-
la quantità di campione è limitata una colico e appaiono rosa quando vengono
inoculazione singola nell’agar cioccolato controcolorati con safranina.
o brodo tioglicato può essere sufficiente. La colorazione di Giemsa è primaria-
Per colture aerobiche di campioni ocula- mente usata per distinguere i tipi di cel-
ri la cornea deve essere tenuta in osserva- lule infiammatorie e le inclusioni intraci-
zione per 7 giorni, mentre per colture toplasmatiche. Nelle cheratiti microbi-
anaerobiche dai 7 ai 14 giorni, prima di che può distinguere i batteri dai funghi. I
accertarsi della negatività del campione. batteri appaiono neri-bluastri e i funghi
Colture micobatteriche e fungine devono appaiono purpurei o bluastri. I corpi in-
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fettuati in tutti i casi di cheratiti microbi- cheratiti che presentano ulcere che coin-
che. La terapia può essere iniziata sulla volgono l’asse visivo (la parte centrale
base dei dati clinici ed epidemiologici e della cornea) o in caso di ulcere ampie e
può essere modificata, in seguito, in base profonde. I test di coltura/sensibilità ven-
ai risultati delle colture. Il maggiore gono eseguiti in caso di cheratiti associa-
svantaggio di questo tipo di approccio te- te a traumi o a contaminazione con vege-
rapeutico è dovuto alla scomodità e al tali o con acqua contaminata. Per ulcere
costo elevato. Le colture di campioni piccole e periferiche è generalmente ac-
corneali risultano positive solo nel 60% cettabile iniziare la terapia senza eseguire
dei casi. La sensibilità agli antibiotici è colture corneali. Gli antibiotici ad ampio
di solito ricavata dalle concentrazioni te- spettro sono scelti in base a dati epide-
rapeutiche nel siero più che dalle con- miologici preesistenti. In caso di ulcere
centrazioni oculari di questi farmaci. Si centrali, ampie e profonde, gli antibiotici
verifica spesso una discrepanza tra sensi- devono essere scelti in base agli esami
bilità in vitro e risposta clinica. E’ stato microbiologici. Questo approccio è prati-
suggerito che se potesse essere impiega- co, perché l’ulcera corneale centrale ha la
to di routine il metodo della sensibilità tendenza ad essere più severa e a compro-
cornea-specifica, la decisione clinica e la mettere il visus rispetto all’ulcera perife-
scelta degli antibiotici da utilizzare sa- rica. In questo tipo di approccio è quindi
rebbe grandemente facilitata. In pazienti possibile registrare dati epidemiologici.
parzialmente trattati può essere necessa-
rio sospendere il trattamento prima di ot-
tenere i campioni corneali per la coltura GLI ANTIBIOTICI
in modo da diminuire i casi di falsi nega-
tivi. La durata della sospensione della te- CEFALOSPORINE
rapia dipende dai tipi di antibiotici utiliz-
zati e dalla frequenza con la quale sono Come le penicilline, le cefalosporine
stati utilizzati. Se gli antibiotici sono sta- contengono un anello β-lattamico che è
ti utilizzati una volta all’ora o più fre- necessario per l’attività battericida. Il nu-
quentemente, la medicazione deve essere cleo delle cefalosporine è un acido 7
sospesa per 12-24 ore prima di ottenere i aminocefalosporanico, che è resistente
campioni corneali da esaminare in labo- all’azione delle penicillasi prodotte dagli
ratorio. Invece se gli antibiotici sono sta- Stafilococchi.
ti utilizzati molto meno frequentemente La cefazolina, che possiede un’attività
può non essere necessario sospendere il eccellente contro i Gram+ e minima tos-
trattamento prima di eseguire la coltura. sicità dopo somministrazione topica, è
Nell’approccio basato sul caso clinico stata la cefalosporina di prima generazio-
gli oculisti prelevano campioni corneali ne più utilizzata per le cheratiti batteri-
prima di iniziare la terapia solo in caso di che. Viene usata molto frequentemente
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razioni topiche dei macrolidi di ultima ge- tati corneali si ritrovano più frequente-
nerazione possono avere un ruolo limitato mente in occhi di pazienti trattati con ci-
nel trattamento delle cheratiti batteriche. profloxacina, in quanto la ciprofloxacina
è meno solubile a pH fisiologico. Tuttavia
questi depositi non diminuiscono gli ef-
FLUOROCHINOLONI fetti antimicrobici. L’ampio uso dei fluo-
rochinoloni, in monoterapia, ha posto il
L’azione battericida dei fluorochinoloni è problema di ceppi di microorganismi resi-
dovuta all’inibizione della DNA girasi stenti. Infatti è stato riportato un aumento
batterica e della topoisomerasi IV, che so- della resistenza nei confronti dei fluoro-
no enzimi essenziali per la sintesi del chinoloni della P. aeruginosa e di organi-
DNA batterico. La seconda e la terza ge- smi Gram+ come lo S. aureus e gli Strep-
nerazione di fluorochinoloni come la ci- tococchi. Inoltre è stato riportato che le
profloxacina, l’ofloxacina e la levofloxa- cheratiti batteriche trattate con fluorochi-
cina sono disponibili sul commercio per noloni hanno un rischio maggiore di com-
uso oftalmico ed hanno spettri d’azione plicarsi con una perforazione corneale ri-
simili, inclusi la maggior parte dei Gram- spetto alle cheratiti trattate con altri anti-
aerobici e alcuni batteri Gram+. I primi biotici. Sono state attribuite all’uso di
due agenti (ciprofloxacina e ofloxacina) fluorochinoloni anche alterazioni del col-
sono stati testati in studi clinici per com- lagene corneale e delle funzioni dei chera-
parare la loro efficacia con quella degli tociti.
antibiotici convenzionali. Non è stata no- E’ stata creata una quarta generazione di
tata alcuna differenza tra l’efficacia degli fluorochinoloni, come la gatifloxacina e
altri antibiotici e quella dei fluorochinolo- la moxifloxacina, con uno spettro d’azio-
ni nell’ambito delle patologie oculari. Tra ne ancora più ampio per combattere i
gli agenti patogeni, si è notato che lo ceppi resistenti. La gatifloxacina e la
S. pneumoniae rispondeva meno ai fluo- moxifloxacina hanno uno spettro di atti-
rochinoloni che alle cefazoline. Altri or- vità più ampio, una potenza maggiore e
ganismi che hanno risposto meno favore- una maggiore capacità di contrastare i
volmente alla monoterapia con fluorochi- ceppi resistenti. I fluorochinoloni di ter-
noloni sono lo S. viridans, lo Streptococ- za generazione agiscono sulla DNA gira-
co anaerobio nella cheratopatia infettiva si nel caso dei Gram- e sulla topoisome-
del cristallino, lo S. aureus meticillina-re- rasi IV nel caso dei Gram+. Al contrario,
sistente, lo Pseudomonas non-aeruginosa nei fluorochinoloni di quarta generazio-
e gli anaerobi. Gli effetti collaterali legati ne c’è un gruppo metossile (OCH3), che
all’uso dei fluorochinoloni sono limitati. sostituisce il C8 della struttura di base
Sono stati riportati casi di depositi cristal- dei fluorochinoloni di terza generazione,
lini corneali in seguito all’uso di cipro- aumentando l’attività antibatterica dei
floxacina o norfloxacina. Questi precipi- fluorochinoloni di quarta generazione. Il
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Fig. 7
Algoritmo della gestione di una cheratite batterica.
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TERAPIA AGGIUNTIVA
LENTI A CONTATTO TERAPEUTICHE
Una terapia aggiuntiva è necessaria nei
casi di cheratite batterica in cui l’inte- Dopo l’eradicazione dell’agente eziolo-
grità dell’occhio è compromessa, come gico, possono essere applicate delle lenti
in caso di una cornea estremamente sot- a contatto per facilitare la riepitelizzazio-
tile, di perforazione imminente o franca, ne. La somministrazione di antibiotici
di cheratiti resistenti alla terapia o di en- deve continuare anche dopo l’applicazio-
doftalmite. Tra i trattamenti aggiuntivi ne delle lenti a contatto. La lente a con-
sono compresi l’applicazione di colla tatto terapeutica può funzionare da sup-
cianoacrilata, di lenti a contatto terapeu- porto tettonico o per impedire micro-
tiche, la cheratectomia lamellare e la perforazioni corneali.
cheratoplastica perforante.
FLAP CONGIUNTIVALE
CIANOACRILATO
Si possono utilizzare lembi congiuntivali
Il cianoacrilato è stato usato con risultati per curare infezioni che non riescono a
soddisfacenti per trattare progressivi as- migliorare con la terapia medica. Il tes-
sottigliamenti corneali, descemetocele e suto congiuntivale vascolarizzato aiuta a
perforazioni corneali. In aggiunta al suo far arrivare vasi sanguigni che favorisco-
supporto tettonico e agli effetti batterio- no la cicatrizzazione e la guarigione. Il
statici la colla cianoacrilata può bloccare flap congiuntivale non può essere posi-
la cheratolisi, bloccando le proteasi leu- zionato sopra un’area necrotica con infe-
cocitarie liberate dalla cornea lesionata. zione attiva perché il flap può diventare
Il cianoacrilato può essere utilizzato in necrotico ed infetto. Il flap congiuntivale
caso di perforazioni fino ad un diametro può risultare particolarmente utile in ca-
di 2-3 mm. Il tessuto necrotico deve es- so di ulcere corneali periferiche, in cui il
sere rimosso dal letto dell’ulcera prima flap può essere posizionato senza com-
di applicare la colla. A causa della poten- promettere la visione.
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CAPITOLO 2
Le cheratiti micotiche
L. Conti, V. Sarnicola, C. Signori
Unità Operativa di Oculistica, Ospedale Misericordia, Grosseto
41
L. Conti, V. Sarnicola, C. Signori
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Le cheratiti micotiche
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TABELLA III
FARMACI, FUNGHI E TERAPIA MIRATA
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Le cheratiti micotiche
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Le cheratiti micotiche
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L. Conti, V. Sarnicola, C. Signori
Fig. 4
Cheratite fungina da Aspergillus in paziente operato di cheratoplastica perforante per cheratite da Acantha-
moeba (pre- e postPKP).
TERAPIA POSTOPERATORIA
CHERATOPLASTICHE FUNGINE
Margini chirurgici
Fig. 6
51
L. Conti, V. Sarnicola, C. Signori
52
Le cheratiti micotiche
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L. Conti, V. Sarnicola, C. Signori
54
CAPITOLO 3
La cheratite da Acanthamoeba
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori
Unità Operativa di Oculistica, Ospedale Misericordia, Grosseto
Dal 1973 è stato riconosciuto che l’A- sa e amebiasi cutanea in soggetti immu-
canthamoeba causa una grave cheratite nocompromessi e una forma di cheratite
che può portare a cecità. I sintomi carat- cronica severa nella popolazione sana.
teristici comprendono dolore oculare se- L’infezione corneale è spesso associata
vero, infiltrati stromali paracentrali anu- con l’uso di lenti a contatto, che in effetti
lari, ulcere epiteliali e resistenza alla rappresenta il fattore di rischio più im-
maggior parte degli antibiotici. portante. Alcuni studi hanno dimostrato
Il numero di casi riconosciuti di cheratite che più dell’80% dei casi di cheratite da
da Acanthamoeba è aumentato costante- Acanthamoeba si verificano nei portatori
mente per tutti gli anni ’80 per vari motivi: di lenti a contatto.
• Aumentata consapevolezza degli oculisti. Le Acanthamoebae esistono in due for-
• Aumento del numero dei portatori di me, cistico quiescente e trofozoita attivo
lenti a contatto. (Fig. 1). Il trofozoita è mobile e possiede
• Scarsa cura nell’igiene delle lenti a un nucleolo e grandi vacuoli citoplasma-
contatto. tici. In condizioni sfavorevoli i trofozoiti
• Disponibilità di rapidi test diagnostici si incistano. La cisti possiede una doppia
che permettono di confermare la pre- parete contenente cellulosa con un dia-
senza dell’Acanthamoeba. metro di 10-25 µm (Fig. 2); è estrema-
L’Acanthamoeba è un microorganismo mente resistente alle condizioni estreme,
ubiquitario che può essere isolato da come alterazioni dell’osmolarità, del pH,
un’ampia varietà di ambienti, soprattutto all’essiccazione, al congelamento o ad
dalla terra e dall’acqua di stagni, piscine, agenti chimici antimicrobici.
serbatoi, mare, vasche calde, acqua sala- Anche se i sintomi clinici della cheratite
ta, acqua imbottigliata, soluzioni saline da Acanthamoeba possono essere con-
per lenti a contatto. Come agente patoge- trollati da vari agenti chemioterapici, i
no, l’Acanthamoeba può causare una parassiti possono incistarsi nello stroma
forma di encefalite cronica granulomato- corneale e rimanervi in forma quiescen-
55
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori
A B
Fig. 1
Immagini al microscopio elettronico di trofozoiti (A) e di cisti (B).
56
La cheratite da Acanthamoeba
FATTORI DI RISCHIO
SEGNI CLINICI
57
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori
58
La cheratite da Acanthamoeba
Fig. 8
Colorazione Giemsa di un trofozoite.
Fig. 7 Fig. 9
Cisti di Acanthamoeba. Immagine confocale di cisti e trofozoiti.
59
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori
Il ruolo dei corticosteroidi nella cura del- questa procedura è di eliminare le recidi-
l’infezione acantamebica è tuttora con- ve nei riceventi.
troverso. I corticosteroidi sopprimono le In vitro, è stato dimostrato che i trofozoi-
risposte immunitarie e infiammatorie ti sono uccisi quando sono esposti a tem-
dell’ospite e riducono la severità dell’in- perature comprese tra -50 °C e -130 °C;
fiammazione. Sebbene la terapia topica invece le cisti sopravvivono. Tuttavia è
con corticosteroidi migliori il quadro cli- importante sottolineare che la crioterapia
nico della cheratite da Acanthamoeba, si può causare un danno esteso della cor-
possono verificare sia peggioramenti che nea. La crioterapia rappresenta quindi
effetti collaterali durante l’esecuzione di una procedura terapeutica non efficace
questa terapia. nel trattamento della cheratite da
Nella fase precoce dell’infezione la dise- Acanthamoeba.
pitelizzazione è efficace, se utilizzata in La cheratoplastica lamellare o perforante
combinazione con una terapia antiame- è raccomandata in caso di progressione
bica. Sembra che questa procedura au- della patologia, nonostante il regime te-
menti la penetrazione dei farmaci nella rapeutico, in caso di pericolo imminente
cornea e faciliti la rimozione dei mi- di perforazione corneale o per ottenere
croorganismi patogeni dalla lesione. un miglioramento del visus, qualora l’in-
La crioterapia della cornea è stata utiliz- fezione e l’infiammazione siano comple-
zata sia come procedura unica che in tamente risolte.
combinazione con la cheratoplastica. La Il timing della chirurgia è ancora oggetto
crioterapia viene eseguita al momento di controversie. La maggior parte dei la-
della cheratoplastica perforante per di- vori pubblicati evidenziano che si ricorre
struggere e confinare i parassiti al di fuo- alla cheratoplastica in uno stadio avanza-
ri del lembo trapiantato. Il razionale di to della patologia, quando possono esse-
A B
Fig. 10
Cheratite da Acanthamoeba rapidamente progressiva nonostante la terapia medica. In questo caso la pa-
ziente è stata sottoposta a cheratoplastica lamellare profonda ottenuta mediante «Big Bubble». La terapia
medica antiprotozoaria è stata progressivamente ridotta.
60
La cheratite da Acanthamoeba
re già coinvolti il limbus e la sclera o che nello stroma residuo rimangano fi-
quando si ha perforazione corneale. I ri- bre infette, rischio che si riduce con l’u-
sultati sono deludenti. Il maggiore pro- tilizzo di tecniche di cheratoplastica
blema è rappresentato dalla recidiva del- profonda descemetica («Big Bubble»,
l’infezione e dell’infiammazione con ca- viscodissezione), in cui la totalità dello
taratta ed ipertono secondario, infiam- stroma viene rimossa; in caso di infiam-
mazione intraoculare, deficit limbare se- mazione si può verificare neovascolariz-
condario e rigetto. Per tale motivo, alcu- zazione ed haze dell’interfaccia e dello
ni Autori suggeriscono la cheratoplastica stroma. In ogni caso se una cheratopla-
precoce in modo da essere sicuri di era- stica lamellare fallisce si può sempre ri-
dicare la malattia. Altro oggetto di di- correre ad una cheratoplastica perforan-
scussione è la scelta del tipo di cherato- te. Nel caso in cui esista pericolo immi-
plastica, perforante o lamellare. nente di perforazione corneale è neces-
La cheratoplastica lamellare profonda sario ricorrere alla cheratoplastica la-
viene indicata nei casi in cui la cornea mellare. In questa procedura è fonda-
non è perforata. I vantaggi di tale tecnica mentale che la regione infetta della cor-
sono il minor rischio di rigetto in questi nea sia interamente inclusa nel lembo
occhi infiammati e un ridotto rischio di del donatore; in caso contrario l’infezio-
endoftalmite, trattandosi di una proce- ne può ricomparire spesso a livello del-
dura chirurgica bulbo chiuso. Gli svan- l’interfaccia trapianto-ospite con conse-
taggi sono rappresentati dalla possibilità guenze drammatiche.
61
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori
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62
CAPITOLO 4
Le cheratiti microbiche sono dovute alla dure diagnostiche atte ad individuare l’a-
penetrazione e proliferazione di microor- gente microbico causale. Possono fare
ganismi (batteri, funghi e parassiti) nella eccezione, a questa regola, infiltrati cor-
cornea con conseguente reazione infiam- neali multipli o infiltrati marginali in as-
matoria destruente all’interno del tessuto senza di un difetto epiteliale sovrastante,
corneale. causati, di solito, da una reazione immu-
Le infezioni microbiche si verificano ra- nologica sterile determinata dalla presen-
ramente in assenza di fattori predisponen- za di antigeni batterici. Tali reazioni si
ti(1,2). Il principale di questi è rappresentato verificano solitamente nei portatori di
dall’uso di lenti a contatto(3) (Fig. 1), so- lenti a contatto o in caso di colonizzazio-
prattutto l’uso prolungato notturno(4), ma ne batterica dei margini palpebrali (ble-
possono essere causate anche da traumi, o fariti marginali)(5,6) (Fig. 2).
manifestarsi come complicanza di patolo-
gie che compromettano l’integrità della
superficie oculare (per esempio nelle che-
ratopatie da Herpes, da esposizione, nelle
cheratopatie tossiche da abuso di anesteti-
ci locali, nella cheratopatia bollosa ecc.).
In presenza di un’infezione suppurativa
corneale non esistono segni clinici di-
stintivi che consentano di determinare
con certezza l’agente causale. Ne risulta
che la diagnosi debba essere completata Fig. 1
dal rilievo anamnestico dei principali fat- Cheratite batterica in portatore di lenti a contatto.
tori di rischio e dai risultati delle proce- Agente microbico causale Pseudomonas aeruginosa.
63
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
difetto epiteliale
infiltrazione stromale
max. assottigliamento
fibrina
ipopion
Fig. 3
Rappresentazione schematica della registrazione dei principali indici di severità nelle cheratiti microbiche.
difetto epiteliale
infiltrato stromale
ipopion
Fig. 4
Esempio di rappresentazione schematica della registrazione dei principali indici di severità nelle cheratiti
microbiche.
67
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
Fig. 7
Schematizzazione di un pattern di inoculazione di un terreno solido. Le colonne da A a C rappresentano
campioni successivi prelevati da un’ulcera corneale. Le righe da 1 a 5 rappresentano successive applicazio-
ni dello stesso materiale. Il materiale va depositato sulla superficie della piastra, evitando che l’applicatore
scavi nel mezzo di coltura e ne rompa la superficie.
specie nell’eseguire dei raschiamenti zione per la pulizia delle lenti. Le lenti a
corneali perché una cornea infetta è in- contatto possono essere appoggiate su
debolita e può essere incline a perforarsi una piastra agar per favorire la crescita
con pressioni eccessive. E’ consigliabile microbica.
ridurre il numero di campioni da ulcere
corneali gravi estesamente assottigliate
con pericolo di perforazione. PALPEBRE
A causa del ridotto quantitativo di prelievo,
è preferibile non utilizzare mezzi di tra- Nei casi in cui si sospetti che l’infezione
sporto, ma inoculare il prelievo direttamen- corneale origini dal margine palpebrale è
te nel mezzo di coltura. Dopo il prelievo le utile eseguire un prelievo anche dai mar-
piastre agar e gli eventuali terreni liquidi, gini palpebrali. Prima di effettuare una
vanno posti in incubatore a 35-37 °C o coltura bisogna pulire i margini palpe-
a temperatura ambiente (mai in frigorife- brali asportando tutte le croste e i detriti
ro) fino all’arrivo in laboratorio. eventualmente presenti, con un cotton-
Nelle infezioni da lenti a contatto, se di- fioc sterile inumidito con soluzione sali-
sponibili, si devono inviare al laboratorio na. Si allontana la palpebra dal bulbo e si
di microbiologia le lenti a contatto assie- passa con l’applicatore lungo il margine
me al contenitore ed al flacone di solu- palpebrale. Il tampone viene rotolato sul
68
Dalla diagnosi alla terapia medica
margine palpebrale 2-3 volte in modo pone la punta dell’applicatore nella pro-
che assorba più materiale possibile e vetta di brodo fino ad immergerla nel ter-
quindi strisciato immediatamente su di reno, quindi si richiude il tappo stretta-
una piastra di agar. Per convenzione il mente. Esistono contenitori, per il tra-
prelievo dalla palpebra viene posto nella sporto di prelievi per colture, preparati
parte inferiore della piastra, quello di ori- commercialmente. Sono facilmente di-
gine congiuntivale in quella superiore. Si sponibili e consistono di un cotton-fioc
può disegnare una «R» per identificare il sterile, confezionato in un contenitore ci-
materiale proveniente dal margine palpe- lindrico contenente il mezzo di Stuard
brale destro ed una «L» per indicare il modificato. Si usa il cotton-fioc per il
materiale proveniente dalla palpebra sini- prelievo che viene poi fatto scivolare in-
stra. Anche campioni provenienti dal sac- dietro nel contenitore in modo che la sua
co lacrimale o dalle ghiandole di Meibo- estremità arrivi a livello del terreno con-
mio possono venire posti sulle piastre di tenuto sul fondo della provetta. Si spre-
coltura come descritto per i prelievi effet- me la fiala sul fondo della provetta rom-
tuati dalle palpebre. pendo il sigillo e permettendo al mezzo
liquido di circondare la punta dell’appli-
catore. Si richiude il contenitore e si in-
SEMINA E TRASPORTO DEL PRELIEVO via al laboratorio.
Qualsiasi terreno utilizzato (piastre o ter-
Dopo aver eseguito il prelievo è bene ino- reni liquidi) deve essere conservato a tem-
culare subito il materiale in un mezzo so- peratura ambiente fino all’invio in labora-
lido. Inoculare d’abitudine sia in agar torio ed in nessun caso refrigerato.
sangue che in agar cioccolato così come E’ bene etichettare il campione con il no-
in ogni altro mezzo di coltura indicato. Si me del paziente e del medico che ha ef-
rotola l’applicatore (spatola o cotton- fettuato il prelievo, data ed ora del prelie-
fioc) sulla superficie della piastra, evitan- vo, occhio destro o sinistro, farmaci anti-
do di rompere la superficie del terreno ed biotici usati e se sono stati interrotti(8) .
inoculare profondamente. Per evitare
l’affollamento delle proliferazioni e quin-
di le difficoltà interpretative, è bene usare INTERPRETAZIONE DEGLI ESAMI
una piastra di agar per ogni occhio in ca- MICROBIOLOGICI
so di infezioni bilaterali. Quando le pia-
stre non sono disponibili, si può usare un Gli studi di laboratorio fanno perno su
terreno di trasporto. Il mezzo di trasporto due esami principali: esame batteriosco-
più comunemente utilizzato è una pro- pico ed esame microbiologico.
vetta di vetro con tappo a vite contenente Mentre gli studi batterioscopici consento-
un brodo di coltura (tioglicolato, tripto- no l’identificazione di batteri, funghi e
sio). In questo caso si toglie il tappo, si protozoi per visualizzazione diretta me-
69
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
Fig. 8
Terreni di coltura solidi piastre agar e agar sangue (a sinistra) e terreni di coltura liquidi tioglicolato (a de-
stra).
diante colorazioni specifiche (Fig. 8) con di fuori delle striature è considerato una
una sensibilità del 55-79%(8), le tecniche contaminazione. Le caratteristiche di svi-
di coltura microbiologica sono utilizzate luppo sono specifiche per ciascun mi-
per la crescita e l’isolamento di batteri e croorganismo. Quando vengono utilizzati
funghi. Gli studi colturali sono quelli più dei mezzi liquidi, le contaminazioni non
comunemente eseguiti e consistono nella possono essere distinte dai patogeni. Per
semina su terreni di coltura di materiale questo la crescita di batteri in un brodo, in
proveniente dall’occhio interessato dal- assenza di una conferma di crescita su un
l’infezione. Dopo il prelievo, prima della mezzo solido o di una microscopia positi-
semina in un terreno solido, il materiale va, deve essere interpretato con cautela.
può essere posto, per alcuni giorni, in un Dopo lo sviluppo e l’isolamento di cia-
terreno liquido di trasporto liquido (bro- scun microorganismo, vengono descritte
do) per favorire la prolifera microbica. le caratteristiche di ciascun patogeno e
Una piccola quantità di liquido viene ste- studiata la sensibilità dei microorganismi
sa su piastre che vengono riposte in incu- a specifici antibiotici per ricercare even-
batori a 35-37 °C. Dopo alcuni giorni le tuali antibiotico-resistenze (antibiogram-
piastre vengono controllate per verificare ma). E’ importante considerare che i di-
la proliferazione batterica. La formazione schi di diffusione, per testare la sensibilità
di colonie multiple o confluenti lungo le all’antibiotico, contengono l’antibiotico
linee di inoculazione su una piastra di in una concentrazione simile alla concen-
agar indicano con molta probabilità l’iso- trazione plasmatica considerata terapeuti-
lamento di un agente patogeno, soprattut- ca per l’antibiotico in esame, che risulta
to se i microorganismi isolati presentano spesso molto inferiore alla concentrazione
le stesse caratteristiche dei germi osserva- che l’antibiotico raggiunge durante un
ti in batterioscopia. Qualsiasi sviluppo al trattamento topico intensivo(9).
70
Dalla diagnosi alla terapia medica
Occorrono da 48 a 72 ore prima che i ri- maggior parte di questi germi e la gran
sultati della coltura siano pronti, tuttavia parte dei funghi possono essere coltivati
i risultati preliminari possono essere di- con successo su piastre di agar sangue(9).
sponibili entro 24 ore o prima se è stato Tuttavia esistono una varietà di terreni
eseguito un vetrino per la batterioscopia. solidi e liquidi o di vetrini idonei ad
identificare altri patogeni meno comu-
ni(10), ma il loro utilizzo di routine, in as-
TERRENI DI COLTURA senza di un sospetto clinico (anamnesi e
aspetto clinico) specifico di infezione da
Il kit per lo scraping corneale, a disposi- funghi(11) o da Acanthamoeba(12), è proba-
zione nell’ambulatorio di pronto soccor- bilmente inutile, specie se il materiale
so, dovrebbe prevedere al minimo un ve- prelevabile per l’inoculazione è limitato
trino per la batterioscopia ed una piastra come nelle ulcere piccole o in quelle con
di agar sangue o un brodo per la coltura. imminente perforazione (Tab. I).
Questi strumenti sono generalmente suf- Le piastre di agar sono il mezzo solido
ficienti, essendo la maggior parte dei mi- più usato per la coltura, l’isolamento e
croorganismi, isolati nelle cheratiti mi- l’identificazione dei microorganismi. La
crobiche che si sviluppano nei paesi a piastra più comunemente usata è quella
clima temperato, di tipo aerobio. La di agar sangue, che è un mezzo polivalen-
TABELLA I
ORGANISMO TECNICHE ISTOLOGICHE MEZZI DI COLTURA
Nella tabella sono indicati alcuni dei microorganismi coinvolti nei casi di cheratiti microbiche indolenti
o progressive. Di fianco sono indicate le tecniche istologiche di scelta ed i mezzi di coltura più idonei.
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
te che permette la crescita di moltissimi con un unico antibiotico suggerito dal ri-
microorganismi. Batteri quali Neisseria sultato dell’esame microbiologico. En-
ed Haemophilus non crescono bene su trambi gli approcci presentano degli
agar sangue, per cui si utilizza una piastra svantaggi. Nel primo caso una copertura
agar cioccolato (un agar polipeptone ar- antibiotica completa non è ipotizzabile e
ricchito con emoglobina). Altri mezzi di la tossicità del trattamento è elevata; nel
coltura come l’agar Sabouraud (isola- secondo, una terapia specifica mirata ri-
mento di funghi) e l’agar Thayer Martin schia il peggioramento del quadro clinico
(identificazione di Gonococco e Neisse- se l’esame microbiologico è incompleto
ria) dovrebbero venire richiesti a seconda o errato o nella frequente condizione di
della presentazione del caso. infezioni polimicrobiche.
Fino al momento dell’utilizzo le piastre Il trattamento antibiotico, nelle infezioni
vanno conservate in frigorifero e portate microbiche, ha un duplice scopo: steri-
a temperatura ambiente solo prima del- lizzare la cornea (terapia intensiva) e
l’inoculazione. Il brodo tioglicolato , un prevenire sovrainfezioni (profilassi).
mezzo liquido, è utile come mezzo di Quindi la terapia iniziale, nelle cheratiti
trasporto, oltre a consentire lo sviluppo microbiche, deve essere distinta in due
di anaerobi facoltativi. Altri mezzi di tra- fasi: un breve periodo di trattamento an-
sporto quali quello di Amies, Stuart, tibiotico intensivo designato a sterilizza-
Cary-Blair, Transgrow, sono usati per re la cornea (Fase 1 - sterilizzazione) ed
mantenere vitali i batteri finché il cam- un secondo periodo in cui la terapia è fi-
pione non viene inseminato su piastra in nalizzata a limitare gli ulteriori danni
laboratorio. Il laboratorio di riferimento dell’infiammazione, prevenire le so-
fornirà le proprie preferenze sui mezzi di vrainfezioni e promuovere il processo di
trasporto e di crescita con indicazioni riepitelizzazione (Fase 2 - guarigione).
specifiche. Solitamente la sterilizzazione precede
quasi sempre la riepitelizzazione e la ri-
soluzione dell’infiammazione.
TERAPIA INIZIALE
CHERATITI BATTERICHE
PROGRESSIVE
C
Una progressione dopo 5 giorni di tera-
pia antibiotica intensa ad ampio spettro
(cheratiti microbiche progressive) ed una
guarigione inadeguata dopo una settima-
na di terapia volta a promuovere la ripa-
razione epiteliale (cheratite microbica in-
dolente), sono indicazioni ad un tratta-
mento specifico.
La priorità, in entrambi questi gruppi, de-
ve essere rivolta in prima istanza ad iden-
Fig. 9
tificare l’agente infettivo attraverso una Cheratite batterica da Pseudomonas aeruginosa.
nuova coltura, istituire un appropriato A. All’esordio.
trattamento antimicrobico specifico e B. Controllo dopo 1 settimana. Si apprezza una signi-
ficativa riduzione dell’infiltrato stromale.
procrastinare, al più tardi possibile, la ne-
C. Fase della guarigione. L’ulcera appare riepiteliz-
cessità di un trapianto di cornea, almeno zata e l’infiltrato stromale è quasi completamente
finché l’occhio non sia in quiete. risolto.
76
Dalla diagnosi alla terapia medica
Per migliorare i risultati della coltura che te staccato come un foglietto intero. Il
verrà ripetuta, tutti gli antibiotici ed altri campione viene diviso in due parti: una
eventuali farmaci con conservanti, an- parte viene fissata in formalina per l’esa-
drebbero interrotti almeno 24 ore prima. me istologico, l’altra metà viene messa
Mentre per le cheratiti microbiche indo- in una soluzione salina normale per la
lenti è ragionevole ripetere in prima istan- coltura. Il sottostante infiltrato corneale
za lo scraping corneale, nelle cheratiti può successivamente essere prelevato ed
microbiche progressive, è indicata in que- inoculato allo stesso modo su un vetrino
sta fase una biopsia corneale. e in mezzi di coltura.
In attesa della risposta del nuovo scraping
corneale, sulla base dei dati clinici ed epi-
RIPETIZIONE DELLO SCRAPING demiologici, nelle cheratiti microbiche in-
CORNEALE dolenti può essere ragionevole fare un
breve ciclo di terapia specifica diretta
Nella ripetizione dello scraping corneale contro gli agenti microbici più probabili.
devono essere presi in considerazione al- Una risposta clinica positiva ad una tera-
tri tipi di terreni liquidi e solidi allo sco- pia antifungina o antivirale si dovrebbe
po di allargare lo spettro dei microorga- vedere nel giro di una settimana e può
nismi ricercati. Per la microscopia pos- evitare la necessità di una biopsia cor-
sono essere richieste da un minimo di neale qualora il risultato dello scraping
due a quattro vetrini per differenti colo- corneale ripetuto fosse negativo. La ri-
razioni. L’ordine con cui i terreni solidi o sposta ad una terapia specifica, in caso di
liquidi saranno inoculati dipenderà dal cheratite da Acanthamoeba, è invece re-
sospetto clinico. lativamente lenta, per cui una terapia
Un caso particolare è rappresentato dalla specifica alla cieca ex-adiuvantibus, nel
cheratite da Acanthamoeba. L’Acantha- caso in cui l’agente infettante sospettato
moeba cresce bene nell’epitelio cornea- sia un’Acanthamoeba, è meno efficace.
le, e quando sono presenti elementi sug- Non è utile, in questa fase, iniziare una
gestivi per un’infezione da Acanthamoe- terapia antimicrobica specifica diretta
ba (storia di portatore di lenti a contatto, contro più di un agente infettivo, in
pregressa epiteliopatia, infiltrati perineu- quanto ciò può portare ad un aumento
rali, limbite, marcato dolore) la biopsia della tossicità del trattamento e ad ulte-
epiteliale corneale è l’indagine di scelta. riore confusione diagnostica.
La biopsia epiteliale viene effettuata alla
lampada a fessura, usando un anestetico
topico senza conservanti. Nelle cheratiti BIOPSIA CORNEALE
da Acanthamoeba(12), l’epitelio corneale è
solitamente scarsamente aderente allo Si è visto che anche nelle migliori stati-
stroma sottostante e può essere facilmen- stiche, circa il 20-30% delle colture per
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
79
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
NO NO SI
Tavola 1
Terapia iniziale - Fase 1: sterilizzazione.
Algoritmo di trattamento del paziente con ulcera microbica, alla presentazione. L’80% dei pazienti si presen-
tano, alla prima osservazione, con un’infezione non grave diametro <6 mm.
80
Dalla diagnosi alla terapia medica
PROGRESSIONE SI Perforazione
NO NO SI
NO
Ricominciare l’algoritmo
con la terapia antimicrobica
specifica
Tavola 2
Terapia iniziale.
Algoritmo di trattamento del paziente con ulcera microbica, al successivo controllo dopo 48 ore.
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
FASE 2:
STOP terapia iniziale.
COMPLETA RISOLUZIONE SI Profilassi antibiotica per 4 volte
al giorno.
Riabilitazione visiva.
NO
SI NO
Ricominciare
l’algoritmo con la Scarsa
Ricoverare SI
terapia antimicrobica compliance
specifica
Entrare in FASE 2
Continuare terapia iniziale x 4 volte al dì.
Trattare esposizione, occhio secco,
trichiasi, … NO
Usare colliri senza conservanti.
Aggiungere steroidi topici se le colture
sono positive.
Controllo dopo 1 settimana.
Tavola 3
Terapia iniziale - Fase 2: guarigione.
Algoritmo di trattamento del paziente con ulcera microbica dopo circa una settimana dalla presentazione.
Usando una terapia antibiotica intensiva, circa i due terzi dei pazienti mostrano segni di guarigione ad una
settimana ed oltre il 90% dei pazienti hanno una guarigione completa ad un mese.
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Dalla diagnosi alla terapia medica
NESSUN MIGLIORAMENTO
NESSUNA PROGRESSIONE
NO SI
Sospettare infezione
polimicrobica.
Tavola 4
Algoritmo di trattamento del paziente con ulcera microbica in assenza di miglioramento o peggioramento
dopo circa una settimana dalla presentazione, nonostante una terapia antibiotica intensiva.
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
Coltura negativa o
assenza di risposta alla
terapia ex-adiuvantibus
Biopsia corneale
Ripetere lo scraping corneale
(stop antibiotici e conservanti
(stop antibiotici e conservanti
24 ore prima).
24 ore prima).
Ricominciare la profilassi
Ricominciare la profilassi
antibiotica.
antibiotica.
Provare una terapia specifica
Provare una terapia specifica
ex-adiuvantibus in attesa dei
ex-adiuvantibus.
risultati.
Guarigione lenta
Progressione Guarigione Keratectomia lamellare e
Ripetere la biopsia corneale. adeguata tarsoraffia centrale temporanea.
Provare con terapia Continuare la Controlli settimanali.
immunosoppressiva sistemica. terapia. Considerare PKP o
PKP se la progressione Controlli ricoprimento congiuntivale in
continua. settimanali. occhi ciechi.
Tavola 5
Alcune strategie di trattamento di ulcere microbiche progressive e indolenti. La priorità in questi casi, che
vanno inviati presso centri di riferimento, è istituire, quando possibile, un’appropriata terapia specifica.
84
Dalla diagnosi alla terapia medica
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