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LA CHERATITE ERPETICA
®
SIMPOSIO S.I.C.S.S.O. in S.O.I.
Roma, 26 Novembre 2004
LA CHERATITE ERPETICA
Editore
© Copyright 2004
I.N.C. Innovation- News-Communication s.r.l.
Via Troilo il Grande, 11 - 00131 Roma
Tel. 0641405454 - Fax 0641405453
E-mail: inc-innov@mclink.it - Web: inc-innov.com
ISBN 88-86193-50-5
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Casa di Edizioni Tipografiche Artemisia
Via Poggio Fiorito, 1 - 00012 Guidonia (RM)
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CONSIGLIO DIRETTIVO
PRESIDENTE
Prof. Vincenzo Sarnicola - Grosseto
VICEPRESIDENTE
Prof. Carlo Sborgia - Bari
SEGRETARIO
Dott. Diego Ponzin - Mestre
TESORIERE
Dott. Luigi Conti - Grosseto
CONSIGLIERI
Dott. Alberto Montericcio - Trapani
Dott. Vittorio Fossombroni - Firenze
Dott. Maurizio Bartolozzi - Grosseto
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INDICE
Prefazione Pag. 7
Introduzione " 9
Capitolo 1
LA CHERATITE ERPETICA DA HERPES SIMPLEX " 11
Epidemiologia " 11
Infezione " 14
Classificazione, clinica e cenni di terapia " 16
HSV-diagnostica " 31
Herpes simplex e cheratoplastica perforante " 32
La farmacologia antivirale " 36
Resistenza dell’HSV alla terapia antivirale " 40
HSV e vaccini " 40
Capitolo 2
LA CHERATITE ERPETICA DA HERPES ZOSTER " 45
Blefarite e congiuntivite " 49
Cheratite " 50
Uveite " 54
Episclerite e sclerite " 55
Nevralgia posterpetica " 55
Trattamento dell’herpes zoster oftalmico " 56
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PREFAZIONE
Cari Colleghi e Soci S.I.C.S.S.O.,
l’esperienza dello scorso anno, con la pubblicazione della monografia su «Le ustio-
causticazioni corneocongiuntivali da agenti chimici. Clinica e trattamento» è stata
molto apprezzata, a tal punto che il Consiglio Direttivo ha deliberato di proporre la
pubblicazione di una monografia, con cadenza annuale, in occasione del congresso
S.O.I. di Novembre. Ovviamente, lo scopo didattico di ottemperare a una review bi-
bliografica non può prescindere dalla scelta di temi di grande interesse per l’attività
pratica dell’oftalmologo. E’ questo il motivo per cui quest’anno il tema del Simposio
S.I.C.S.S.O. in S.O.I. di Novembre, con relativa monografia, è stato «La cheratite er-
petica». L’obiettivo del Simposio e della monografia è quello di riorganizzare la clas-
sificazione clinica come preliminare della più opportuna scelta terapeutica. L’esi-
genza di uniformare i vari quadri clinici ha seguito la logica dell’inquadramento pa-
togenetico correlato al quadro clinico, dettando i criteri della terapia. Lo sforzo ese-
guito in tal senso ha tenuto conto di oltre centoventi voci bibliografiche e della rap-
presentazione iconografica di circa trenta immagini e/o schemi, al fine di oggettivare
al massimo il messaggio didattico. Un ringraziamento particolare voglio indirizzare
al Dott. Gilberto Rinaldi, Direttore Scientifico della Bruschettini, per la generosità, e
non solo scientifica, con la quale ha contribuito alla realizzazione di questa mono-
grafia, fornendo immagini e materiali che ci sono stati molto utili. Questa mia breve
prefazione si conclude con il ricordo commosso della prematura perdita del nostro
Vicepresidente Prof. Ferdinando Trimarchi. Era un caldo pomeriggio di Giugno, in
occasione di quello che fu poi il primo Congresso S.I.C.S.S.O., quando il Prof.
Trimarchi partecipò come Socio Fondatore alla realizzazione di questa Società che,
in brevissimo tempo, sta conquistando ambiti traguardi nonché riscontri molto inco-
raggianti da parte di Soci e Colleghi. Il Prof. Trimarchi fu scelto come Socio Fonda-
tore ed eletto Vicepresidente non solo per le sue capacità scientifiche, e ricordo che è
stato il Prof. Trimarchi ad invogliare l’oftalmologia italiana alla cheratoplastica la-
mellare profonda, ma anche e soprattutto per la sua generosità nel trasmettere le pro-
prie conoscenze, per la disponibilità con cui ha ricevuto numerosissimi Colleghi de-
siderosi di apprendere, per l’umiltà con la quale si proponeva, per la maestria chi-
rurgica e per l’onestà scientifica che non risparmiava a noi tutti.
Vincenzo Sarnicola
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Introduzione
9
ficie cellulare e la fase di penetrazione fuoriuscita dalla cellula del virus neofor-
per fusione dell’involucro e del tegumen- mato per gemmazione (Fig. 2).
to con la membrana cellulare. Il nucleo- La durata del ciclo di replicazione per gli
capside denudato raggiunge il citopla- herpes virus simplex e per il varicella-
sma della cellula ospite (fase dell’esposi- zoster è di 18-20 ore. Le proteine virus
zione dell’acido nucleico virale - uncoa- specifiche che si producono nel corso
ting). All’interno della cellula il nucleo- della moltiplicazione virale possiedono
capside si dissolve e il DNA virale pene- determinanti antigenici e stimolano la
tra nel nucleo. Iniziano così i processi di reazione immunitaria nell’organismo in-
trascrizione e di produzione proteica con fetto. Essi vengono utilizzati in diagno-
assemblaggio dei componenti capsidici e stica per accertare la presenza della pre-
formazione dei virioni. Infine, avviene la gressa infezione virale.
Fig. 2
Disegno schematico delle fasi di replicazione virale erpetica.
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CAPITOLO 1
11
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
TABELLA I
NOTE EPIDEMIOLOGICHE
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V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
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V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
e agiscano attraverso meccanismi citotossi- può presentare con una varietà di manife-
ci. La cheratite stromale immune è caratte- stazioni cliniche sia di tipo infettivo che
rizzata dalla sua cronicità, dalla durata immunitario, che possono interessare tutti
(settimane, mesi), dalla sua non responsi- gli strati corneali. Nella maggior parte dei
vità alla terapia con farmaci antivirali e sistemi di classificazione di questa patolo-
dalla relativa efficacia degli steroidi. gia corneale si evidenziano notevoli incon-
L’infezione è caratterizzata, quindi, da due gruenze (Tab. II). Una stessa manifestazio-
eventi chiave: penetrazione del virus e im- ne clinica viene inquadrata con nomi diffe-
munità antigene-specifica acquisita. Il vi- renti; ad esempio, termini come cheratite
rus infetta i nervi terminali che si trovano interstiziale, cheratite disciforme, edema
nell’epitelio corneale e, tramite un flusso disciforme, cheratite stromale erpetica,
retrogrado, viene trasportato ai gangli cer- cheratite non-necrotizzante ed altro vengo-
vicali superiori e trigeminali dove sono si- no usati indifferentemente per catalogare
tuati i neuroni che innervano la superficie reazioni infettivo-immunologiche diverse
oculare, relativamente protetta dalle rispo- tra loro. Un unico termine è usato per esse-
ste immunitarie dell’ospite. Il virus può ri- re attribuito a due manifestazioni cliniche
manere in uno stato di latenza anche per completamente diverse: per esempio con
l’intera durata della vita dell’organismo; «cheratite disciforme» si descrive sia una
più spesso, però, avviene che il virus possa reazione immune nello stroma corneale da
riattivarsi e causare un’infezione ricorrente ritenzione virale o da alterata risposta anti-
dell’organo o del tessuto interessato prima- genica, sia una reazione infiammatoria del-
riamente o di altre sedi innervate dalla l’endotelio corneale. Queste contraddizioni
branca nervosa. L’infezione acuta virale nell’attuale classificazione rendono più
determina l’instaurarsi dell’immunità ac- difficoltosa la diagnosi, l’inquadramento
quisita. In animali da esperimento è stato fisiopatologico e quindi il trattamento della
dimostrato che, in seguito ad infezione da cheratite da VHS. Non essendoci coerenza
HSV-1, si ha la comparsa di Ig 7-10 giorni tra classificazione clinica, fisiopatologia e
dall’iniziale infezione. Durante questo pe- terapia, Holland e Schwartz propongono
riodo si sviluppa anche l’immunità cellulo- una classificazione basata sull’anatomia e
mediata. la fisiopatologia delle varie manifestazioni
della cheratite da VHS, evidenziando il li-
vello di interessamento della cornea, e la
CLASSIFICAZIONE, CLINICA causa dell’infiammazione che può essere
E CENNI DI TERAPIA fondamentalmente di natura infettiva o im-
munologica, collegando il tutto ad un ra-
Da un punto di vista diagnostico e terapeu- zionale approccio terapeutico.
tico, la cheratite da virus herpes simplex è Questa classificazione permette una mag-
una delle sfide più difficili con cui si con- gior comprensione dei processi patologici
fronta l’oculista. La cheratite da HSV si e di ottenere un miglioramento diagnostico
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
TABELLA II
CLASSIFICAZIONI DELLA CHERATITE DA VHS: TERMINOLOGIA CLASSICA
VERSUS CLASSIFICAZIONE DI HOLLAND E SCHWARTZ
Quadro clinico Classificazione storica Classificazione attuale di
Holland e Schwartz
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V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
TABELLA III
Cheratite epiteliale infettiva • Vescicole corneali
• Ulcera dendritica
• Ulcera geografica
• Ulcera marginale
Cheratopatia neurotrofica
Endotelite • Disciforme
• Diffusa
• Lineare
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
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A B
Fig. 4
Lesione pseudodendritica. L’aspetto dendritiforme della lesione non si accompagna a captazione della fluo-
resceina. Si tratta di un quadro di guarigione dell’ulcera dendritica, in cui l’epitelio è anomalo e può
confondersi con una lesione attiva. L’aspetto epiteliale è favorito dall’effetto tossico dei farmaci antivirali.
sta epiteliopatia. La colorazione con fluo- di questa lesione al limbus, con il suo cor-
resceina evidenzia un’assenza di captazio- redo di vasi satelliti, rende conto della tipi-
ne per tutta la lunghezza della lesione den- cità di questa manifestazione clinica. La le-
dritica e può confondere l’oculista sulla sione epiteliale è rapidamente infiltrata da
persistenza dell’ulcera dendritica iniziale leucociti provenienti dai vicini vasi limba-
(Fig. 4). ri. Il tipico quadro risulta rappresentato da
Un allargamento dell’ulcera dendritica che un infiltrato stromale anteriore sottostante
sia maggiore della sua lunghezza, viene l’ulcera e dalla reazione limbare adiacente.
definita ulcera geografica. Questa lesione Un’attenta osservazione può mostrare
può essere considerata come un’ulcera un’ulcera dendritica sovrastante l’infiltrato
dendritica allargata e, come per l’ulcera
dendritica, si tratta di una vera ulcera che si
estende dall’epitelio al di sotto della mem-
brana di Bowman (Fig. 5). Si presenta ca-
ratteristicamente con i bordi epiteliali ri-
gonfi che contengono il virus vivo. Essi ap-
paiono dentellati e ciò rappresenta un crite-
rio importante di diagnosi differenziale con
abrasioni corneali in fase di guarigione e
con la cheratopatia neurotrofica, i cui bordi
tendono ad essere piani e netti. Un’altra
manifestazione della cheratite epiteliale in- Fig. 5
Ulcera a carta geografica. I margini sono irregolari
fettiva è l’ulcera marginale (Fig. 6). An- con bordi dentellati. Essi contengono il virus. L’ul-
ch’essa deriva da un’attiva replicazione vi- cera neurotrofica e l’abrasione corneale si differen-
rale come l’ulcera dendritica. La vicinanza ziano per i margini lisci.
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
Terapia
stromale ma, in alcuni pazienti, l’ulcera In caso di cheratite epiteliale infettiva, si de-
può essere priva della tipica forma dendri- ve utilizzare l’aciclovir per via topica e per
tica. I pazienti con ulcera marginale da via generale. L’uso degli antibiotici locali è
HSV sono tipicamente più sintomatici di utile in caso di sospetto di infezione batteri-
quelli con ulcera dendritica centrale a cau- ca. E’ controindicato l’utilizzo di steroidi.
sa dell’intensa infiammazione associata al- Diverso è l’approccio terapeutico nell’ul-
la lesione marginale. Questa lesione risulta cera marginale. La vicinanza al limbus di
più difficile da trattare rispetto all’ulcera tale lesione coinvolge rapidamente feno-
dendritica centrale. Essa risponde meno meni immunologici ed è quindi indicato
bene al trattamento antivirale. Alcuni pa- l’utilizzo degli steroidi non appena la lesio-
zienti richiedono l’uso di corticosteroidi ne epiteliale tende a rimarginare con l’uso
topici dopo diversi giorni di trattamento degli antivirali al fine di controllare la rea-
antivirale per sopprimere la reazione im- zione immunologica-infiammatoria.
mune. L’ulcera marginale da HSV è una
patologia piuttosto rara e poco diagnostica-
ta perché spesso viene confusa con una pa- CHERATOPATIA NEUROTROFICA
tologia marginale (catarrale) da stafilococ-
co. Se trattata impropriamente con antibio- I pazienti che hanno avuto una cheratite epi-
tici topici e specialmente con corticosteroi- teliale infettiva possono sviluppare una che-
di topici in fase precoce, questa lesione può ratopatia neurotrofica. Questa entità clinica
progredire centralmente. è unica in quanto non riconosce una patoge-
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nesi né infettiva né virale. Più precisamente piani come il precedente difetto epiteliale e
deriva da un danno dell’innervazione cor- lo stroma del letto dell’ulcera, tipicamente,
neale che determina una ridotta secrezione sviluppa una opacità grigio-chiara. L’ulcera
lacrimale e una diminuzione della frequenza neurotrofica presenta un bordo ispessito do-
dell’ammiccamento palpebrale. La cherato- vuto ad un accumulo di epitelio. Le compli-
patia può essere esacerbata dall’uso cronico cazioni della cheratopatia neurotrofica com-
di medicazioni topiche, tra cui i farmaci an- prendono la cicatrice stromale, la neovasco-
tivirali. Le manifestazioni precoci della che- larizzazione, l’infezione batterica seconda-
ratopatia neurotrofica sono le irregolarità ria, la necrosi e la perforazione (Fig. 8).
della superficie corneale e la perdita della
normale specularità corneale. Possono in Terapia
seguito svilupparsi erosioni punctate epite- Ha come obiettivo di minimizzare il ri-
liali, che possono esitare in un difetto epite- schio di perforazione corneale, ripristinan-
liale persistente. Il difetto epiteliale nella do la funzione lacrimale. Deve essere
cheratopatia neurotrofica è di forma ovalare pronta ed aggressiva. A tale fine, è neces-
con margini piani (Fig. 7). Questa lesione è sario procedere alla chiusura precoce dei
in netto contrasto con l’ulcera geografica punti lacrimali ed alla tarsorrafia. E’ utile
che è di forma irregolare con margini den- l’utilizzo di sostituti lacrimali ad alto do-
tellati. La persistenza del difetto epiteliale saggio, del siero autologo e della membra-
nella cheratopatia neurotrofica può even- na amniotica. Antivirali ed antibiotici de-
tualmente portare all’ulcerazione stromale vono essere usati se si sospetta l’attività
(ulcera neurotrofica). Questa mantiene la dell’infezione virale o batterica. Gli steroi-
stessa forma rotondeggiante con margini di sono controindicati.
Fig. 7 Fig. 8
Ulcera neurotrofica. La patogenesi è multifattoriale, La cheratite neurotrofica può esitare in gravi seque-
dovuta ad un danno dei nervi corneali. Ciò determina le. In questo caso si è sviluppata un’imponente neo-
una riduzione della secrezione lacrimale e dell’am- vascolarizzazione profonda e superficiale, con deficit
miccamento palpebrale. I bordi sono caratteristica- limbare secondario. La cornea opaca è andata in-
mente smussi e tipico è l’alone grigio-biancastro stro- contro a perforazione ed impegno irideo.
male perilesionale.
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
TABELLA IV
LA PATOLOGIA STROMALE NELLA CHERATITE DA HSV
Classificazione Patologia stromale Altro coinvolgimento Meccanismo
corneale fisiopatologico
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teliale infettiva, della cheratopatia neuro- stante difetto epiteliale (Fig. 9). La combi-
trofica e dell’endotelite. Come è stato pre- nazione della replicazione virale e della
cisato precedentemente, una patologia epi- notevole risposta infiammatoria dell’ospite
teliale come la cheratite epiteliale infettiva, porta ad un processo infiammatorio intra-
può portare allo sviluppo di una cicatrice stromale distruttivo che spesso è refrattario
stromale. Inoltre, la cheratopatia neurotro- al trattamento con farmaci antinfiammatori
fica può determinare una cicatrizzazione ed antivirali anche ad alte dosi. La grave
ed un assottigliamento stromale. L’endote- infiammazione può portare ad assottiglia-
lite, che deriva da un processo infiammato- mento e perforazione entro un breve perio-
rio a carico dell’endotelio, produce un ede- do di tempo. Le manifestazioni cliniche
ma stromale secondario che, in caso di cro- della cheratite stromale necrotizzante pos-
nicizzazione, può sviluppare una cicatrice. sono assomigliare a quelle della cheratite
Bisogna comprendere bene che quando av- infettiva secondaria ad invasione microbi-
viene un coinvolgimento stromale secon- ca, per cui batteri e funghi patogeni devono
dario ad una cheratite epiteliale infettiva, essere tenuti in considerazione diagnostica
ad una cheratopatia neurotrofica o ad una quando trattiamo questa forma patologica.
endotelite, la causa dell’infiammazione ri- Il ruolo dei corticosteroidi topici senza co-
siede nell’epitelio o nell’endotelio, per cui pertura antivirale è stato implicato come
il trattamento deve essere mirato alla vera possibile fattore di rischio patogenetico.
causa dell’infiammazione se vogliamo ri- Mediante l’esame al microscopio elettroni-
durne gli effetti a livello stromale. Ci sono co, virioni intatti sono stati riscontrati nei
due quadri di interessamento stromale da cheratociti e nelle lamelle corneali di tessu-
HSV che possono colpire primariamente lo ti patologici provenienti da pazienti con
stroma corneale e devono essere ricono- cheratite stromale necrotizzante.
sciuti come tali: la cheratite stromale ne-
crotizzante, dovuta ad una diretta invasione
dello stroma da parte del virus e la cherati-
te stromale immune, dovuta fondamental-
mente ad una reazione immune a livello
dello stroma, sebbene possa giocare un
ruolo anche il virus attivo.
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
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male immune ricorrente e può presentarsi si fantasma, che sono canali vascolari vuoti
come opacità stromale punctata che proba- nello stroma, se l’infiammazione e la neo-
bilmente è costituita da complessi antigene- vascolarizzazione sono stati di lunga durata
anticorpo-complemento. In fase acuta, que- prima della risoluzione. La cheratite stro-
ste opacità possono essere accompagnate male immune può presentarsi giorni o anni
da haze che è indicativo di infiltrati cellulari dopo un episodio di cheratite epiteliale in-
infiammatori dello stroma. L’haze e le le- fettiva. In alcuni casi non c’è storia di pre-
sioni punctate possono diventare opacità gressa ulcera dendritica, in altri la prima ul-
permanenti. Il pattern dell’infiammazione cera documentata può avvenire dopo un
stromale può essere focale, multifocale o episodio di cheratite stromale immune. Uno
diffuso. L’infiltrazione stromale spesso è studio ha evidenziato che approssimativa-
accompagnata da iperemia pericheratica, mente i 2/3 (66%) dei casi di CSI erano se-
uveite anteriore e dolore intenso. L’edema, condari a cheratite da HSV. Il decorso clini-
più comunemente, deriva dall’infiamma- co della CSI è cronico con infiammazioni
zione stromale piuttosto che dallo scom- ricorrenti che possono persistere per anni. I
penso endoteliale. La grave infiammazione pazienti manifestano un lieve grado di in-
può portare a densi infiltrati cui consegue fiammazione con aggravamenti periodici.
cicatrizzazione ed importante riduzione vi- Altri pazienti possono avere periodi di
siva. Una forma particolare di infiltrazione completa remissione dell’infiammazione
stromale secondaria a HSV è l’anello im- con poussé ricorrenti. Molti oculisti usano
mune. Questo anello si ritiene essere an- il termine di cheratite disciforme o edema
ch’esso costituito da precipitati antigene- disciforme per indicare una cheratite stro-
anticorpo-complemento. Si può formare un male. Questi termini sono fonte di confu-
anello completo od incompleto, singolo o sione ed errore per due motivi specifici. Il
multiplo. Si ritrova più spesso nello stroma primo, perché il termine «disciforme», che
intermedio della cornea centrale o paracen- significa forma rotondeggiante, descrive so-
trale. Un’altra manifestazione della cherati- lamente la forma della lesione ed esistono
te stromale immune è la neovascolarizza- numerose lesioni rotondeggianti della cor-
zione stromale. In alcuni casi di grave in- nea da HSV: gli infiltrati rotondeggianti,
fiammazione, si può determinare una rapida quelli anulari (anello immune), cicatrici ro-
neovascolarizzazione con arborizzazioni tondeggianti, aree rotondeggianti edemato-
multiple di neovasi associati ad intensa in- se (chiamate edema disciforme) per cui il
filtrazione, simile alla classica descrizione termine disciforme ha scarso significato dal
della cheratite interstiziale sifilitica. Questa punto di vista fisiopatologico. Il secondo
rapida neovascolarizzazione può sviluppar- motivo è che l’edema disciforme o la chera-
si in maniera settoriale con una singola ra- tite disciforme non è primariamente una
mificazione di neovasi od in maniera com- reazione dello stroma e non dovrebbe esse-
pleta con coinvolgimento di tutti i quadranti re classificata come cheratite stromale.
della cornea. Possono riscontrarsi anche va- Questo processo è infatti determinato da
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TABELLA V
CLASSIFICAZIONE DELLE ENDOTELITI DA HSV
Disciforme Diffusa Lineare
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71% dei campioni e l’HSV-1 fu isolato nel logici hanno infatti dimostrato che il ri-
2% dei casi. La PCR e l’immunoistochimi- schio di infezione primaria corneale erpeti-
ca si dimostrarono entrambe sensibili per il ca è sei volte superiore in occhi che hanno
ritrovamento dell’HSV-1 nelle cornee. La subito una cheratoplastica per patologie
combinazione di queste due tecniche au- non erpetiche rispetto alla popolazione
menta la specificità della diagnosi di chera- normale, probabilmente perché il virus può
tite erpetica al 97%. In casi di presentazio- anche essere introdotto nell’organismo ri-
ne clinica atipica, la PCR e l’ELISA si so- cevente proprio attraverso la cheratoplasti-
no dimostrate metodiche di grande ausilio ca. Lo shock chirurgico e l’immunosop-
nella diagnosi di infezione da herpes sim- pressione locale e/o generale possono esse-
plex. re altri fattori promuoventi l’attivazione del
virus che era stato latente.
Le problematiche inerenti ad una cherato-
HERPES SIMPLEX E plastica in un occhio affetto da perdita di
CHERATOPLASTICA PERFORANTE trasparenza corneale per infezione erpetica
ruotano fondamentalmente intorno a tre
La perdita della trasparenza corneale con momenti patogenetici:
riduzione dell’acuità visiva in seguito ad 1. La perdita di funzione della superficie
infezione erpetica è una delle condizioni oculare.
più frequenti che possono indicare un tra- 2. Il rigetto immunitario.
pianto di cornea (Fig. 12). L’herpes virus è 3. La recidiva dell’infezione.
inoltre responsabile di infezioni del lembo La perdita di funzionalità della superficie
in pazienti trapiantati per cheratite erpetica oculare nella cheratite erpetica fortunata-
e/o per altre patologie. Gli studi epidemio- mente non è frequente, tuttavia il non rico-
A B
Fig. 12
A: esiti di cheratite erpetica. L’occhio, già sottoposto a precedente cheratoplastica perforante, ha manifesta-
to recidive di erpetica su lembo con leucoma e neovascolarizzazione profonda. Esclusa una patologia limba-
re e riequilibrato lo stato neurotrofico con uso di autosiero e sostituti lacrimali si è effettuata nuova cherato-
plastica perforante (B). La paziente è stata sottoposta a profilassi con aciclovir per un anno non manifestan-
do alcuna recidiva.
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cano nel 10-25% dei casi durante il primo sottoposti a cheratoplastica perforante e si
anno e nel 9-22% durante i successivi 2-5 può verificare senza storia evidente di pa-
anni. Tali percentuali sono risultate più alte tologia oculare erpetica. Uno studio retro-
in pazienti non sottoposti a terapia antivira- spettivo su 2398 cheratoplastiche perforan-
le (18-45% durante i 2-5 anni di follow- ti, ha rilevato che nei 2112 pazienti sotto-
up). In numerosi studi, la percentuale di re- posti a cheratoplastica perforante per ra-
cidive nel primo anno è più elevata. Ciò gioni diverse dalla cheratite erpetica, 18
probabilmente è dovuto all’uso frequente pazienti (0,85%) presentavano una cherati-
di corticosteroidi topici che facilita la dif- te epiteliale da HSV nel lembo trapiantato.
fusione virale senza una concomitante pro- Nella maggior parte dei casi ciò si è verifi-
filassi antivirale. I pazienti sottoposti a cato almeno due anni dopo l’intervento
cheratoplastica per cheratite erpetica sono chirurgico.
sempre a rischio di recidiva. Diversi studi E’ stato dimostrato che è possibile trasmet-
indicano che l’HSV è implicato diretta- tere all’organismo ricevente tramite il lem-
mente nel rigetto di pazienti con storia di bo trapiantato batteri, miceti, il virus del-
cheratite erpetica. La PCR e l’immunoisto- l’epatite B e C, il citomegalovirus, il virus
chimica hanno permesso di identificare il della rabbia ed anche HSV sebbene questo
virus in lembi corneali affetti da rigetto di evento sia raro. In due pazienti senza storia
pazienti trapiantati per esiti di cheratite er- di cheratite erpetica, il DNA dell’HSV è
petica. Uno studio su 106 rigetti verificatisi stato trovato nei lembi trapiantati e non in
tra il 1970 ed il 1975 ha dimostrato, in 2 quelli espiantati dal ricevente. L’HSV è
dei 3 (2,8%) rigetti definiti come rigetto stato coltivato in entrambe le cornee tra-
primario, il DNA-HSV mediante la PCR, piantate ed è stato messo in evidenza me-
ed entrambe le cornee hanno mostrato diante il microscopio elettronico e l’immu-
cambiamenti istopatologici importanti. In noistochimica. La mancanza di evidenza di
nessuna cornea del ricevente è stato però infezione oculare da HSV nei riceventi pri-
ritrovato l’acido nucleico virale. Raramen- ma della chirurgia suggerisce che le cornee
te, la cheratite erpetica può verificarsi in trapiantate erano la sorgente dell’infezione
pazienti sottoposti a cheratoplastica perfo- che ha determinato la reazione di rigetto.
rante senza un’apparente storia di cheratite Un altro caso ha evidenziato la trasmissio-
erpetica. Ciò è causato dall’attivarsi del vi- ne dell’HSV-1 e la successiva riattivazione
rus presente allo stato latente che mai in dell’HSV-1 donatore derivato nella cornea
passato aveva determinato un’infezione trapiantata. Il paziente, affetto da glaucoma
sintomatica. La chirurgia rappresenta un congenito, di sesso maschile e di anni 28 è
fattore di rischio per lo sviluppo della che- stato sottoposto alla terza cheratoplastica
ratite erpetica in pazienti sottoposti a tra- perforante nel solo occhio funzionante. Tre
pianto di cornea. L’incidenza di nuovi casi mesi dopo l’intervento, si è verificata
di cheratite erpetica è 12 volte maggiore in un’ulcera del lembo, dalla quale è stato
questa popolazione rispetto a pazienti non isolato l’HSV-1. La sierologia non ha rive-
34
La cheratite erpetica da Herpes Simplex
lato nessuna IgG o IgM HSV specifica nel cheratoplastica di cui uno trattato con pro-
siero del paziente prima dell’intervento. E’ filassi antivirale topica, la sopravvivenza
stato ritrovato che il DNA virale isolato dal del lembo corneale a 5 anni è migliorata
bordo sclerocorneale del donatore era iden- dal 58 al 71% e l’incidenza delle cheratiti
tico a quello isolato dalla cornea del rice- erpetiche recidivanti si è ridotta dal 34
vente dopo la cheratoplastica perforante.I all’1%. Altri dati hanno dimostrato l’effi-
lembi corneali,oggi, sono solitamente sot- cacia dell’uso dell’aciclovir orale nel ridur-
toposti a screening per numerosi virus, per re le recidive di cheratite erpetica (11%) ri-
infezioni batteriche, infezioni da miceti ma spetto ad un gruppo di pazienti sottoposti a
non per l’HSV in maniera specifica, anche cheratoplastica senza profilassi antivirale
perche’ un tale esame escluderebbe un ele- (24%). La riduzione delle recidive si tradu-
vatissimo numero di lembi che non neces- ce in una riduzione delle reazioni di rigetto
sariamente sarebbero forieri di infezione immunologiche, a conferma che l’infezio-
erpetica. Tuttavia l’esame con il microsco- ne erpetica può scatenare il rigetto del lem-
pio ottico dell’endotelio corneale rappre- bo. La durata e la dose ottimale della tera-
senta una salvaguardia contro la trasmis- pia di profilassi antivirale in pazienti sotto-
sione dell’HSV. Infatti, cornee con ampie posti a cheratoplastica per cheratite erpeti-
zone di necrosi endoteliale vengono scarta- ca deve essere ancora definitivamente de-
te perché è molto probabile che l’agente terminata in larga scala, ma i risultati di al-
causale della necrosi sia l’HSV. L’HSV-1 è cuni studi suggeriscono la necessità di una
in grado di attivare la replicazione nel mez- terapia a lungo termine. Dal momento che
zo di coltura ed è responsabile anche delle l’incidenza delle recidive è massima nel
tipiche lesioni epiteliali dendritiche in cor- primo anno dall’intervento è necessario
nee donate che possono precedere la necro- prolungare la terapia antivirale almeno per
si endoteliale. La terapia di profilassi anti- dodici mesi. La dose ottimale di terapia
virale postcheratoplastica eseguita per che- con aciclovir orale anch’essa deve essere
ratite erpetica deve essere presa in conside- ancora determinata definitivamente. Molti
razione per tutti i pazienti, in particolar Autori concordano che l’uso dell’aciclovir
modo per quelli immunosoppressi. Per i orale, alla dose di 400 mg per 2 volte al
pazienti senza storia di cheratite erpetica la giorno, rappresenti la dose minima efficace
terapia di profilassi antivirale non è racco- nel prevenire l’insorgenza di recidive. Al-
mandata. Lo scopo della profilassi antivira- cuni Autori raccomandano di confermare
le è quello di minimizzare l’incidenza delle la presenza dell’HSV nelle cornee espian-
recidive e quindi il rigetto e il danno della tate del ricevente prima di iniziare la tera-
cornea donata. Sono stati usati come profi- pia antivirale orale, che può avere costi ele-
lassi farmaci antivirali per uso topico ed vati. E’ consigliabile una terapia di profi-
orale con evidenti effetti nel ridurre l’inci- lassi orale per il fatto che i livelli farmaco-
denza delle recidive. In uno studio condot- logici in camera anteriore e negli altri di-
to su due gruppi di pazienti sottoposti a stretti dell’organismo sono più elevati ri-
35
V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
spetto a quelli raggiunti dagli antivirali to- tore della replicazione dell’HSV-1 e 2, del
pici. L’aciclovir orale non interferisce con VZV e dell’EBV. E’ il successore di una
la cicatrizzazione della ferita chirurgica. serie di antivirali come l’idrossiuridina, la
Recenti studi hanno dimostrato,come era citarabina e la vidarabina. Le sue proprietà
logico che fosse, che esiste un rischio mag- antivirali si esplicano solo dopo che ha su-
giore di recidive e di rigetto nei pazienti bito un doppio processo di fosforilazione,
sottoposti a terapia stetroidea topica senza assumendo prima la forma di monofosfato
una concomitante terapia antivirale di pro- e poi quella di derivato trifosfato. La fosfo-
filassi. Ciò può essere dovuto in parte alla rilazione avviene principalmente in cellule
riattivazione dell’HSV dallo stato di laten- che contengono l’enzima timidina chinasi,
za dopo la cheratoplastica e in parte alla te- codificato dall’HSV e non si verifica (o co-
rapia corticosteroidea postoperatoria. In munque avviene in modo marginale) nelle
questi casi la terapia steroidea deve essere cellule sane. La fosforilazione è quindi
sempre accompagnata da una profilassi an- prerogativa delle cellule infettate da HSV e
tivirale. Tuttavia, nei pazienti trapiantati, non avviene in modo significativo nelle
senza storia di cheratite erpetica, l’uso con- cellule non infettate, né nelle cellule con
comitante di una profilassi antivirale non è HSV che non codificano l’enzima specifi-
richiesto a causa del rischio estremamente co (mutanti resistenti). L’aciclovir trifosfa-
basso di patologia oculare erpetica. L’uso to è un potente inibitore selettivo della
dell’antivirale sistemico diventa invece ob- DNA polimerasi: esso viene incorporato
bligatorio quando condizioni di rigetto e/o nel DNA virale al posto della guanosin
di infiammazione rendono necessari i cor- trifosfato con cui compete, provocando una
ticosteroidi per lungo periodo di tempo an- precoce interruzione della catena. Ciò ini-
che se la patologia iniziale non è erpetica. bisce la replicazione del DNA virale. Cicli
prolungati o ripetuti di aciclovir in pazienti
gravemente immunocompromessi possono
LA FARMACOLOGIA ANTIVIRALE associarsi alla selezione di ceppi virali con
sensibilità ridotta, che possono non rispon-
ACICLOVIR dere al trattamento con aciclovir. La mag-
gior parte dei ceppi virali isolati, con ridot-
Il trattamento delle infezioni oculari da ta sensibilità, mostrano un deficit relativo
HSV prevede l’uso di farmaci specifici an- di timidina chinasi virale; inoltre si sono
tivirali per via topica e per via generale. Il osservati anche ceppi con timidina chinasi
farmaco più comunemente usato è l’aciclo- o DNA polimerasi alterate. L’aciclovir è
vir. Il suo uso ha ormai sostituito, almeno disponibile in commercio in preparazioni
in Europa, gli altri farmaci antivirali come farmaceutiche per via endovenosa, per os e
la vidarabina, la trifluridina e l’idoxuridi- topica. L’aciclovir topico e/o orale è usato
na. L’aciclovir, 9-[ (2-idrossietossi)metil]- come farmaco di elezione nella cheratite
9H-guanina, è un potente e selettivo inibi- epiteliale e nella cheratite necrotica stro-
36
La cheratite erpetica da Herpes Simplex
male; in aggiunta alla terapia steroidea, getti immunodepressi, soggetti con prece-
nella cheratite stromale immune, nelle en- denti episodi di cheratite epiteliale o stro-
doteliti e nella prevenzione delle recidive. male). In uno studio di 18 mesi su 703 pa-
L’aciclovir raggiunge concentrazioni tera- zienti con un episodio di patologia oculare
peutiche viricide nell’umor acqueo. L’uso erpetica verificatosi nell’anno precedente,
topico ha efficacia simile alla trifluridina, 357 furono trattati con aciclovir alla dose
altro farmaco antivirale largamente usato di 400 mg per 2 volte al giorno e 346 con
negli Stati Uniti, ma ha minori effetti tossi- placebo. La terapia fu somministrata per 12
ci sull’epitelio corneale. Nella cheratite mesi e il follow-up fu di 6 mesi. L’aciclovir
epiteliale è consigliato l’uso di aciclovir to- orale ridusse l’incidenza delle recidive a più
pico per 5 volte al giorno fino a riparazione della metà durante i 12 mesi del trattamento
tissutale. A questo punto il dosaggio do- (19% contro il 32%). Questo beneficio fu
vrebbe essere ridotto progressivamente fi- limitato ai pazienti che ebbero almeno un
no a 7 giorni dopo la riparazione. L’aciclo- precedente episodio di cheratite stromale.
vir orale è molto utile nel trattamento della Per questi l’aciclovir ridusse in maniera si-
cheratite epiteliale nei bambini. Infatti i gnificativa il rischio di recidiva (dal 28% al
bambini sono maggiormente soggetti a svi- 14%). Nei pazienti senza storia di cheratite
luppare reazioni infiammatorie rispetto stromale, l’aciclovir non influenzò il verifi-
agli adulti e sono più a rischio per la pro- carsi di cheratiti. Dal momento in cui venne
gressione stromale della malattia e per l’in- interrotto il trattamento le percentuali di re-
sorgenza di recidive. La somministrazione cidive furono simili nei due gruppi, ma non
per via orale dell’aciclovir ha il vantaggio si verificò un aumento della percentuale
di evitare la difficoltosa applicazione topi- della patologia erpetica. L’aciclovir orale
ca nel bambino, risultando più efficace nel- alla dose di 10-20 mg/prokg/die garantisce
la gestione terapeutica. La letteratura non un’efficace profilassi contro le recidive del-
dimostra una concreta efficacia dell’uso la cheratite stromale nei bambini. Deve es-
dell’aciclovir orale nel trattamento della sere usato soprattutto se sono impiegati ste-
cheratite stromale in pazienti a cui viene roidi per il controllo dell’infiammazione.
somministrato l’antivirale topico (trifluri- Ancora oggi, non c’è accordo su quali pa-
dina) e contemporanea terapia corticoste- zienti devono essere sottoposti a profilassi
roidea. Allo stesso modo non è stata dimo- antivirale. In generale, i soggetti atopici, gli
strata l’efficacia dell’aciclovir topico nel immunocompromessi, i pazienti con infe-
trattamento della cheratite stromale, spe- zione da HIV, caratterizzati da frequenti re-
cialmente se somministrato da solo. E’ sta- cidive sono i candidati per la copertura anti-
to invece dimostrato che la somministra- virale a lungo termine. Il ruolo della profi-
zione di aciclovir orale a lungo termine ri- lassi è meno chiaro per i soggetti con chera-
duce la percentuale di recidive della chera- tite epiteliale, congiuntivite e blefarite che
tite epiteliale e stromale, per cui è indicato vanno incontro a risoluzione con farmaci
nei pazienti ad alto rischio di recidive (sog- topici a breve termine. Tuttavia, poiché la
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V. Sarnicola, L. Conti, C. Signori, A. Montericcio
durata più breve tra le recidive è predittiva na è un inibitore della sintesi del DNA vira-
di un maggior rischio di recidive, può esse- le. Gli enzimi cellulari fosforilano la vida-
re prudente somministrare aciclovir orale a rabina con formazione del derivato trifosfa-
quei soggetti che presentano due o più at- to, che blocca l’attività della DNA polime-
tacchi di cheratite epiteliale all’anno. La rasi virale perché compete con la deossia-
durata e la dose ottimale per prevenire le re- denosinatrifosfato. Questo farmaco sembra
cidive richiedono ancora ulteriori studi. indurre con minore frequenza rispetto alla
Lo studio HEDS ha stabilito il regime di idoxuridina l’insorgenza di ceppi virali re-
trattamento in modo empirico sulla base di sistenti, tanto che spesso le infezioni idoxu-
trials di profilassi in patologie non oculari. ridina-resistenti rispondono alla vidarabina.
E’ ancora da stabilire se un periodo di trat- I preparati oftalmici di vidarabina sono effi-
tamento più breve e/o una dose differente caci nella terapia della cheratocongiuntivite
possano apportare beneficio. L’aciclovir acuta e della cheratite superficiale ricorren-
orale può avere un ruolo aggiuntivo nel te provocata dai virus herpes simplex tipo 1
trattamento dell’irite. Uno studio recente e 2. La vidarabina per via endovenosa è ap-
randomizzato in doppio cieco ha dimostra- provata per l’impiego clinico nel trattamen-
to che l’aggiunta di aciclovir al trattamento to dell’encefalite da HSV, dell’herpes neo-
con steroidi e antivirali topici è efficace nel natale e dell’herpes zoster o della varicella
trattamento dell’irite negli adulti. Tuttavia, nei pazienti immunocompromessi, anche se
il ruolo preciso dell’aciclovir orale nel trat- attualmente l’aciclovir lo ha sostituito per
tamento delle iriti deve essere ancora defi- queste indicazioni.
nito così come il suo ruolo nella profilassi.
L’aciclovir è il farmaco di scelta nella ne-
crosi retinica acuta. La terapia tipicamente TRIFLURIDINA
comprende una somministrazione endove-
nosa di 5-10 mg/prokg/die per 5-10 giorni La trifluridina (5-trifluorometil-2’-deossiu-
seguita da un ciclo di terapia orale (800 mg ridina) è un nucleoside pirimidinico conte-
per 5 vv/die) per 1-2 mesi. Non esistono nente tre atomi di fluoro che in vitro possie-
dati sull’efficacia della profilassi a lungo de attività inibitoria contro HSV di tipo 1 e
termine per la necrosi retinica acuta. 2, CMV, virus del vaiolo e, con una potenza
inferiore, contro alcuni adenovirus. Il mec-
canismo alla base dell’azione antivirale del-
VIDARABINA la trifluridina coinvolge l’inibizione della
sintesi del DNA virale. La trifluridina mo-
La vidarabina (9-beta-D-ribofuranosilade- nofosfato blocca irreversibilmente l’enzima
nina) è un analogo dell’adenosina che con- timidilato sintetasi e la trifluridina trifosfato
tiene uno zucchero modificato. Il meccani- inibisce in modo competitivo l’incorpora-
smo dell’attività antivirale della vidarabina zione della timidina trifosfato nel DNA at-
non è completamente noto, ma la vidarabi- traverso la DNA polimerasi. La trifluridina
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
si incorpora nel DNA virale e anche in quel- logo nucleosidico aciclico della guanina.
lo della cellula infettata. Negli Stati Uniti la Il penciclovir possiede uno spettro d’azio-
trifluridina è approvata come farmaco per il ne e una potenza simili a quelle osservate
trattamento della cheratocongiuntivite pri- per l’aciclovir nei confronti di HSV e VZV.
maria e delle cheratiti epiteliali ricorrenti Al pari degli altri farmaci antierpetici agi-
causate da HSV di tipo 1 e 2. Nel trattamen- sce inibendo la sintesi del DNA virale.
to topico delle infezioni oculari da HSV la Nelle cellule infettate da HSV o da VZV il
trifluridina è più attiva rispetto alla idoxuri- penciclovir viene inizialmente fosforilato
dina, ma possiede un’efficacia paragonabile da una timidina chinasi virale. Il penciclo-
a quella della vidarabina. vir trifosfato agisce come un inibitore com-
petitivo della DNA polimerasi virale. Studi
clinici hanno valutato l’efficacia del famci-
IDOXURIDINA clovir e di formulazioni topiche e iniettabi-
li di penciclovir in diverse infezioni causa-
L’idoxuridina (5-iodo-2’-deossiuridina) è te da herpesvirus.
un analogo iodinato della timidina che ini-
bisce in vitro la replicazione di diversi virus
a DNA, compresi gli herpesvirus e i poxvi- FOSCARNET
rus. Il meccanismo dell’azione antivirale
dell’idoxuridina non è completamente noto, Il foscarnet (fosfonoformiato trisodico) è un
ma i derivati fosforilati interferiscono con derivato del pirofosfato inorganico in grado
diversi enzimi. La forma trifosfato inibisce di bloccare tutti gli herpesvirus e l’HIV. Il
la sintesi del DNA virale e viene incorpora- foscarnet inibisce la sintesi dell’acido nu-
ta sia nel DNA virale sia in quello cellulare. cleico virale interagendo direttamente con la
Negli Stati Uniti, l’idoxuridina è approvata DNA polimerasi dell’herpesvirus o con la
solo per il trattamento topico delle cheratiti transcrittasi inversa dell’HIV. Il foscarnet
causate da HSV. Nelle infezioni oculari da per via endovenosa è attualmente approvato
HSV, l’idoxuridina per via topica è più effi- per il trattamento delle retiniti causate da
cace nelle forme epiteliali, in particolare CMV e delle infezioni causate da ceppi di
nelle fasi iniziali, rispetto a quanto osserva- HSV resistenti all’aciclovir.
to nelle infezioni che interessano lo stroma.
GANCICLOVIR
FAMCICLOVIR E PENCICLOVIR
Il ganciclovir (9-[1,3-diidrossi-2-propossi-
Il famciclovir è il diacetil estere del penci- metil]guanina) è un analogo nucleosidico
clovir, un profarmaco privo di attività anti- aciclico della guanina. Questo farmaco ini-
virale intrinseca. Il penciclovir (9-[4-idros- bisce tutti gli herpesvirus, anche se la sua
si-3-idrossimetilbut-1-il]guanina) è un ana- attività peculiare è diretta contro i CMV. Il
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ganciclovir inibisce la sintesi del DNA vi- è dovuta ad uno dei tre meccanismi se-
rale attraverso l’inibizione competitiva del- guenti: assenza totale o parziale della pro-
la polimerasi del DNA virale, ed è incorpo- duzione di timidina chinasi virale, altera-
rato nel DNA virale con la caratteristica di zione della specificità di substrato della ti-
interrompere la catena del DNA. Esso vie- midina chinasi (p.es. fosforilazione della
ne fosforilato dalla timidina chinasi virale timidina ma non dell’aciclovir), o modifi-
dell’HSV o del VZV e da un’unica chinasi cazione della DNA polimerasi virale. Tut-
nel caso di CMV. Le mutazioni in questi tavia, il meccanismo di resistenza più co-
enzimi virali provocano resistenza (per es. mune nell’esperienza clinica delle infezio-
HSV resistenti all’aciclovir hanno resisten- ni da HSV è rappresentato dal deficit di at-
za crociata al ganciclovir). tività della timidina chinasi.
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La cheratite erpetica da Herpes Simplex
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CAPITOLO 2
45
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
casi/1000/anno
Fig. 1
Incidenza dell’HZ in relazione all’età della popolazione. (Mod. da: Ragazzino et al. Medicine 1982).
46
La cheratite erpetica da Herpes Zoster
(20%), lombari (20%) e sacrali (10%)(3). alla palpebra superiore e alla regione
La localizzazione intracranica può inte- frontale. L’interessamento del nervo fron-
ressare il III, VII e VIII nervo cranico. Il tale è caratterizzato dall’estensione del-
trigemino, ed in particolare la sua branca l’eruzione vescicolare alla palpebra supe-
oftalmica, sono le più comunemente riore, alla fronte con rispetto della linea
coinvolte dando luogo all’Herpes Zoster mediana. La branca nasociliare innerva la
Oftalmicus (HZO), che rappresenta ap- cute delle palpebre superiore, inferiore e
prossimativamente il 10-25% di tutti i dell’ala del naso, la congiuntiva, la sclera,
casi di HZ(2). la cornea, l’iride e la coroide. Dati i terri-
Alcuni cenni d’anatomia aiutano ad inter- tori oculari d’innervazione, l’interessa-
pretare la distribuzione dermatomerica mento della branca nasociliare nell’HZO
dell’HZO e l’interessamento oculare. La è associato ad interessamento flogistico
branca oftalmica del trigemino si divide oculare nel 76% dei casi e solo nel 34%
nelle branche frontale, nasociliare e lacri- l’interessamento oculare occorre in as-
male (Fig. 3). Il nervo frontale è il più senza di un coinvolgimento della branca
frequentemente coinvolto nell’HZO; il nasociliare(4). Tipicamente l’estensione
suo territorio d’innervazione si estende dell’eruzione vescicolo-papulosa all’ala
Fig. 3
Anatomia topografica descrittiva dei territori d’innervazione della branca oftalmica del nervo trigemino.
47
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
del naso, noto come segno di Hutchinson, no variare in relazione alla gravità del
contraddistingue il coinvolgimento della processo infiammatorio vasculitico, al
branca nasociliare. La branca lacrimale grado d’interessamento neuronale e alla
infine è quella più di rado interessata e si risposta cicatriziale.
estrinseca con eruzione vescicolare este- Tipicamente, le eruzioni cutanee del-
sa alla regione temporale. l’HZO rispettano strettamente la linea
Sebbene l’HZO produca più spesso la ca- mediana con il coinvolgimento di uno o
ratteristica eruzione cutanea dermatome- più rami di divisione della branca oftal-
rica, in una minoranza di casi si possono mica del nervo trigemino: il nervo sovra-
avere solo manifestazioni oftalmiche, di orbitario, lacrimale, nasociliare. Il coin-
solito limitate alla cornea. Complessiva- volgimento della punta del naso (segno di
mente l’interessamento oculare si verifica Hutchinson) è un segno clinico predittore
nel 20-70% dei casi di HZO con estrinse- di un interessamento oculare anche se in
cazioni cliniche di gravità variabile non realtà i pazienti con il segno di Hutchin-
correlate all’età del paziente e al grado di son positivo hanno un’incidenza doppia
severità dell’eruzione cutanea(5). di coinvolgimento oculare, mentre un ter-
La fase prodromica dell’HZO è caratte- zo dei pazienti senza il segno positivo
rizzata da una sindrome simil-influenzale sviluppa manifestazioni oculari(8).
con astenia, malessere e febbricola che Gli annessi ed il segmento anteriore sono
insorge una settimana prima della com- i distretti più frequentemente interessati
parsa dell’eruzione vescicolare(3). Circa il in corso di HZO con coinvolgimento
60% dei pazienti hanno dolore nell’area oculare, le manifestazioni cliniche pos-
di distribuzione del nervo oftalmico(5). In sono comprendere:
seguito compaiono macchie eritematose • Blefarite e congiuntivite.
lungo il dermatomero interessato, che si • Cheratite:
trasformano nel giro di qualche giorno in - epiteliale puntata;
papule e vescicole contenenti un liquido
sieroso e poi in pustole. La rottura di que-
ste lesioni porta alla formazione di croste
che guariscono completamente nel giro
di alcune settimane. La risoluzione avvie-
ne spontaneamente con la riepitelizzazio-
ne delle lesioni ulcerative che lasciano
talvolta piccole cicatrici (Fig. 4). La velo-
cità evolutiva della malattia e il rischio di
recidive dipendono strettamente dall’im-
munocompetenza del paziente e dalla
Fig. 4
precocità d’instaurazione della terapia Evoluzione clinica dell’HZO.
antivirale sistemica(5,6). Le sequele posso- (Mod. da: Baraz KH, et al. 1988)(7).
48
La cheratite erpetica da Herpes Zoster
- dendritica;
- stromale anteriore;
- stromale profonda o disciforme;
- neurotrofica;
- marginale ulcerativa.
• Uveite.
• Sclerite.
L’interessamento del segmento posterio-
re oculare, con retinite e neurite ottica e
dei nervi oculomotori esula dall’interes-
se di questa trattazione e pertanto non sa- Fig. 5
rà descritto. Vescicole cutanee in corso di HZO in fase acuta.
BLEFARITE E CONGIUNTIVITE
50
La cheratite erpetica da Herpes Zoster
(Fig. 8) che si colorano con rosa bengala pazienti con HZO(13). La cheratite stro-
al centro, mentre la fluoresceina si accu- male anteriore o cheratite nummulare è
mula sui bordi della lesione. La cheratite caratterizzata da fini infiltrati granulari
da HVZ si accompagna a perdita della localizzati nello stroma anteriore della
sensibilità corneale più pronunciata che cornea, sotto la membrana di Bowman e
nella cheratite da herpes simplex. Sia la circondati da un modesto edema cornea-
cheratite puntata che la cheratite dendri- le (Fig. 9).
tica possono portare allo sviluppo d’in- La maggior parte degli infiltrati compare
filtrati corneali stromali anteriori(11,12). in corrispondenza delle preesistenti aree
La diagnosi è prevalentemente clinica. La di cheratite dendritica o puntata epitelia-
diagnosi di certezza si ottiene mediante la le. Si pensa che gli infiltrati abbiano ori-
ricerca del virus e può essere utile solo in gine da una reazione antigene-anticorpo
casi selezionati. Lo scraping corneale e indotta dalla proliferazione del virus nel
l’esame istologico possono mostrare cel- sovrastante epitelio (10-12). La cheratite
lule giganti multinucleate con inclusi in- stromale anteriore può avere un decorso
tranucleari, mentre per la ricerca del virus prolungato e recidivante. Trattata con
sul campione, il test d’immunofluore- steroidi per via topica, gli infiltrati scom-
scenza e le colture si sono dimostrate me- paiono, ma ricompaiono se il trattamento
no sensibili rispetto alla PCR(9). è interrotto precocemente.
Fig. 8 Fig. 9
Cheratite in corso di HZO. Formazione di una plac- Cheratite stromale anteriore. Si apprezzano infiltrati
ca ulcerativa; la fluoresceina si accumula ai margi- granulari localizzati nello stroma anteriore della
ni della lesione. cornea.
51
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
Cheratite neurotrofica
E’ il risultato tardivo della ridotta sensi-
bilità corneale (ipoestesia /anestesia)
causata dalla distruzione delle termina- Fig. 12
zioni nervose corneali da parte del vi- Ulcera corneale neurotrofica con perforazione in
rus (13). Come risultato si ha instabilità esiti di HZO.
dell’epitelio corneale, ritardo nei tempi
di riparazione epiteliale e ridotta secre-
zione lacrimale. Tipicamente si sviluppa
un’ulcera corneale indolente con localiz-
zazione centrale che può progressiva-
mente approfondirsi. L’assottigliamento
corneale è una complicanza importante
in quanto può portare ad una perforazio-
ne corneale (Fig. 12). Questi pazienti so-
no ad alto rischio di sviluppare infezioni
batteriche secondarie e in caso di perfo-
razione, endoftalmite.
Fig. 13
Cheratite marginale ulcerativa Cheratite marginale ulcerativa in corso di HZO. L’ul-
cera presenta margini biancastri per infiltrazione im-
Si presenta come un’ulcerazione con munitaria. Sono presenti segni di vasculite limbare.
forma di crescente che si sviluppa in se-
de limbare, generalmente sostenuta da
un’area d’intensa iperemia sclerale (va-
sculite limbare). I margini dell’ulcera Sequele tardive della cheratite da HVZ
presentano un aspetto rilevato di colore Ripetuti episodi infiammatori possono
bianco grigiastro per infiltrazione im- portare allo sviluppo di opacità stromali
munitaria (Fig. 13). L’ulcera può esten- accompagnate da proliferazione vascola-
dersi perifericamente con andamento re intrastromale ed infarcimento lipidico.
serpiginoso e/o approfondirsi fino alla Tipicamente le opacità si localizzano in
perforazione. sede paracentrale o periferica spesso lun-
53
L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
Fig. 14 Fig. 15
Esiti tardivi di cheratite da HVZ. Sono presenti opa- Esiti di uveite da HZO. Sono presenti atrofia iridea
cità cicatriziali estese a tutto l’ambito stromale con a settore e forame pupillare irregolare per formazio-
vascolarizzazione ed infarcimento lipidico. ne di sinechie periferiche.
54
La cheratite erpetica da Herpes Zoster
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
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La cheratite erpetica da Herpes Zoster
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
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La cheratite erpetica da Herpes Zoster
TABELLA I
LESIONI OCULARI NELL’ HERPES ZOSTER OFTALMICO
Episclera/sclera
• Episclerite /sclerite • Iperemia episclerale/sclerale • Una settimana
diffusa o localizzata a settore,
dolore oculare
Cornea
• Cheratite puntata • Cumuli di cellule epiteliali • Uno o due giorni
epiteliale rigonfie sulla superficie corneale
• Cheratite dendritica • Ulcere epiteliali a «medusa» con • Quattro/sei giorni
estremità tronche
• Cheratite stromale • Multipli e fini infiltrati granulari • Uno o due settimane
anteriore (cheratite nello stroma anteriore
nummulare)
• Cheratite stromale • Infiammazione profonda con • Da un mese ad anni
profonda (cheratite edema stromale ad aspetto
disciforme) discoide, tardivamente,
neovascolarizzazione e infiltrati
lipidici
• Cheratite neurotrofica • Erosioni puntate superficiali • Da mesi ad anni
• Ulcera corneale indolente a • Da mesi ad anni
scodella. Perforazione corneale
Camera anteriore
• Uveite • Infiammazione in camera • Da due settimane ad
anteriore e atrofia dell’iride a anni
settore
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L. Fontana, G. Parente, G. Tassinari
TABELLA II
TRATTAMENTO DELLE MANIFESTAZIONI OCULARI
DA HERPES VARICELLA ZOSTER
Infezione Trattamento
* Se non sono trascorsi più di sette giorni dalla comparsa dell’ herpes zoster; è più efficace se non sono tra-
scorse più di 72 ore dall’esordio dello zoster oftalmico.
** I farmaci antivirali topici possono essere tossici per la cornea e l’epitelio congiuntivale se l’uso è prolungato.
†L’aciclovir orale può essere un utile come terapia aggiuntiva ai farmaci antivirali e agli steroidi topici nel
trattamento dei casi di grave cheratite recidivante e cherato-uveite zosteriana.
N.B. Nel trattamento cronico con farmaci antivirali sistemici è raccomandato il monitoraggio della funzione
renale (azotemia, elettroliti, creatininemia) e della crasi ematica.
60
La cheratite erpetica da Herpes Zoster
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