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UNIVERSITA' degli STUDI di PERUGIA

Facolt di MEDICINA e CHIRURGIA


Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
AA 2011-2012

Herpesvirus

UNIVERSITA' degli STUDI di PERUGIA


Facolt di MEDICINA e CHIRURGIA
Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
AA 2011-2012

Origine del nome


dal greco (Ippocrate) herpein: insinuarsi, strisciare

...O'er ladies lips, who straight on kisses dream, which oft the angry Mab
with blisters plagues,
...o sulle labbra delle donne che sognano baci, e che invece spesso la
perfida fata Regina Mab ricopre di bollicine,
Romeo and Juliet, W. Shakespeare, c1595

Famiglia: Herpsviridae

Herpesvirus: caratteri generali


- genoma: DNA bicatenario
- diametro: 180-200 nm
- simmetria icosaedrica
- capside con 162 capsomeri
- presenza del mantello
- presenza del tegumento
(materiale amorfo tra capside
ed envelope contenente enzimi
virali che proteggono la particella
e facilitano la replicazione)
- inattivato da etere e cloroformio.
La replica nucleare (al microscopio
visibili inclusioni intranucleari)
PM: 100x106.

Peculiarit degli Herpesvirus


Il genoma codifica per molte proteine che regolano la
sintesi di DNA e di RNAm e la sintesi proteica
Codifica per enzimi come la DNA pol che promuove la
replica virale.
La replica nucleare
il virus gemma dalla membrana nucleare e viene liberato
per esocitosi.
Gli HSV causano infezioni litiche, persistenti, latenti e,
per lEBV, immortalizzanti.
Sono ubiquitari, la CMI richiesta per la risoluzione

Il genoma di tutti gli Herpesvirus lineare


a doppio filamento, ma differisce per dimensioni e
orientamento dei geni.
Sequenze ripetute, dirette o invertite, delimitano
regioni uniche del genoma: regione unica lunga (UL);
regione unica breve (US) e permettono la
circolarizzazione del genoma e la sua
ricombinazione.
La ricombinazione tra sequenze ripetute ed invertite
di HSV, CMV, e VZV permette a estese regioni del
genoma di invertire lorientamento reciproco dei
segmenti genomici UL e US, formando genomi
isomerici.

Replicazione degli Herpesvirus


attacco delle gp virali (VAP: gB, gC, gD, gH,gE/gI)
ai glicosaminoglicani (recettore: eparansolfato) presenti
sulla cellula bersaglio.
penetrazione per fusione (gp di fusione: gB) del
mantello con la membrana citoplasmatica: ingresso
nel citoplasma
il nucleocapside raggiunge la membrana nucleare,
rilascio del genoma nel nucleo
trascrizione del genoma e sintesi delle proteine virali.

La trascrizione del genoma e la traduzione delle proteine


virali avviene in 3 fasi:
Sintesi delle proteine precocissime (
)
Sintesi delle proteine precoci (
)
Sintesi delle proteine tardive ()
Proteine : fattori di regolazione della
trascrizione genica

Proteine : ulteriori fattori di trascrizione ed


enzimi (polimerasi- timidina chinasi)

Proteine : strutturali

Il nuovo genoma trascritto dalla RNApol-DNAdip


cellulare (RNA polimerasi II)
La replica del genoma virale avviene ad opera della
DNApol DNAdip virale (la DNA polimerasi virale il
bersaglio degli antivirali).
Enzimi virali di recupero dei nucleotidi forniscono i
substrati deossiribonucleotidici alla polimerasi.
Questi enzimi favoriscono la replica virale in cellule
che non si trovano in fase replicativa, dove mancano
i substrati necessari alla sintesi del DNA virale
(ad es., i neuroni).

I procapsidi vuoti si assemblano nel nucleo, poi


si inserisce il DNA
Il mantello viene acquisito dal foglietto interno della
membrana nucleare o dalle vescicole del Golgi
Il virus esce per lisi o esocitosi

Il DNA virale si circolarizza


e si replica come concatamero

Ciclo replicativo di HERPES VIRUS

VP16:
proteina del tegumento

Il DNA virale si circolarizza


e si replica come concatamero

Struttura dellHSV
Il genoma codifica per 80 proteine
Alcune hanno funzione enzimatica come:
DNApol-DNAdip
DNAsi
timidina chinasi
proteasi
ribonucleotide reduttasi (converte i
ribonucleotidi in deossiribonucleotidi)
Molti di questi enzimi sono bersagli degli antivirali.

Il genoma dell HSV codifica per 11 glicoproteine che


hanno funzioni
di attacco (gB, gC, gD, gH, gE/gI)
di fusione (gB)
di proteine strutturali
di evasione della risposta immune (gC, gE, gI)
altre funzioni
Ad es. la componente C3 del complemento si lega a
gC e viene cosi eliminata dal siero.
La porzione Fc delle IgG si lega al complesso gE/gI,
mascherando cosi il virus e le cellule infettate dal
virus.
Tali attivit riducono lefficacia antivirale degli
anticorpi.

Replica virale
Il virus instaura infezioni litiche in fibroblasti e in
cellule epiteliali e infezioni latenti nei neuroni.
LHSV-1 si lega alleparansolfato, un proteoglicano
localizzato sulla superficie di molti tipi cellulari, ed in seguito
interagisce con un recettore proteico adiacente.
La fusione e penetrazione nella cellula ospite con la
membrana dalla cellula mediata dalla nectina -1 (HveC o
PRR1) o un altro recettore detto HveA.
Il virione viene rilasciato nel citoplasma e poi inizia la
fase di trascrizione virale, una protein-chinasi codificata
dal virus, e proteine citotossiche. Il capside si attacca a un
poro nucleare e rilascia il genoma nel nucleo.

traduzione delle proteine


Proteine precocissime (
):
fattori di regolazione della trascrizione genica (stimolano
la sintesi del DNA e delle proteine precoci)
Proteine precoci (
):
ulteriori fattori di trascrizione ed enzimi
(DNA pol-DNA dip, timidina-chinasi)
Proteine tardive ():
proteine strutturali (prodotte dopo la replicazione del
genoma)
Proteine : regolatrici - fattori di
trascrizione
Proteine : regolatrici - DNA pol- timidina
chinasi

Proteine : strutturali

Le proteine precocissime () comprendono proteine


leganti il DNA, che stimolano la sintesi di DNA e
promuovono la trascrizione dei geni virali precoci.
Durante una infezione latente viene trascritta una
regione specifica da cui si originano i trascritti
associati alla latenza (LAT), ma tali RNA non sono
tradotti in proteine.
Le proteine precoci () includono la DNApol DNA-dip e
una timidina chinasi. Altre proteine precoci inibiscono la
produzione e iniziano la degradazione del DNA e degli
RNAm cellulari(mRNA).
Lespressione dei geni precoci e tardivi conduce
alla morte della cellula: infezione litica

La replica del genoma inizia non appena viene


sintetizzata la polimerasi.
Nelle prime fasi il genoma assume forme circolari e
concatameriche testa-coda, il DNA si replica
mediante un meccanismo di cerchio rotante
che genera un filamento di genoma.
I concatameri danno origine ai singoli genomi,
quando vengono incorporati in un procapside.

La replicazione del genoma porta alla trascrizione dei


geni tardivi che codificano per le proteine strutturali.
Le proteine del capside vengono trasportate nel
nucleo dove vengono assemblate in procapsidi vuoti,
allinterno dei quali viene inserito il DNA.
I capsidi contenenti il DNA si associano alle
membrane nucleari contenenti proteine virali e
gemmano allinterno del reticolo endoplasmatico
verso il citoplasma.
Le gp virali vengono sintetizzate e processate nello
stesso modo delle gp cellulari. Le proteine del
tegumento si associano con il capside virale nel
citoplasma, poi il capside virale gemma nellapparato
del Golgi per acquisire il pericapside glicoproteico, il
virus viene rilasciato per esocitosi o lisi cellulare.

Linfezione dei neuroni da parte di HSV pu comportare


la replicazione virale oppure lo stabilirsi della latenza, a
seconda di quali geni virali il neurone in grado di
trascrivere.
La trascrizione solo dei LAT e di nessun altra
proteina genera la latenza.
Se, invece la cellula in grado di trascrivere i geni
precocissimi del virus, questo potr replicarsi.
Cosi come accade per gli altri alfa-herpesvirus, HSV
codifica una TK (enzimi di recupero) per favorire la
replica nelle cellule che non si replicano, come i
neuroni.
LHSV inoltre codifica per una proteina ICP34.5 che
facilita la crescita del virus allinterno dei neuroni
rimuovendo un blocco cellulare per la sintesi proteica,
che viene attivato in risposta a linfezione virale o come
risposta allIFN alfa.

Herpes simplex virus (HSV)


Alcuni caratteri differenziali tra HSV-1 e HSV-2
Entrambi: struttura simile, diametro di 150-200 nm
Si differenziano in base ad alcune propriet biologiche
HSV-1:
forma placche pi piccole se coltivata nella linea cellulare
chiamata Morris hepatoma (MCA)
meno sensibile alle alte T
pi sensibile alla eparina.
non forma sincizi nei monostrati cellulari renali
poco neurotropico se inoculato negli animali da
esperimento.

Patogenesi ed
Immunit
I virus HSV-1 e 2 infettano e si
replicano in cellule
mucoepiteliali e stabiliscono poi
una infezione latente nei
neuroni che innervano larea
infettata. HSV causa malattia
nel sito dinfezione.
In genere
HSV-1 causa infezioni nella
parte superiore del corpo
HSV-2 causa infezioni nella
parte inferiore.

Patogenesi ed Immunit

HSV causa
infezioni litiche in molte cellule
persistenti in linfociti, macrofagi
infezioni latenti nei neuroni
A livello nucleare delle cellule infettate si ha la
formazione di corpi inclusi
intranucleari acidofili di
Cowdry di tipo A.

Altri ceppi formano dei sincizi.

Patogenesi ed Immunit
Penetrazione del virus attraverso lesioni di cute e
membrane mucose.
Il virus si riproduce alla base della lesione ed infetta
i neuroni innervanti raggiungendo per
trasporto assonale retrogrado i gangli:
gangli del trigemino per lHSV-1
gangli sacrali per HSV-2
Il virus poi ritorna nel sito iniziale di infezione e pu
rimanere inapparente o causare lesioni vescicolari.
La lesione si rimargina senza lasciare la cicatrice.

Patogenesi ed Immunit
La risposta immune si basa su:
IFN-gamma, cellule NK, DH (ipersensibilit
ritardata).
I lifociti T citotossici (CTL e T Killer) uccidono le
cellule infettate e risolvono la malattia in atto.
Anticorpi neutralizzanti (NT) limitano la sua
diffusione.
In assenza di CMI, linfezione si pu disseminare
ad organi vitali ed al cervello.

La ricorrenza pu essere causata da stress,


traumi, febbre, esposizione alla luce solare.
In questo caso il virus migra a ritroso lungo il nervo,
causando lesioni a livello cutaneo o mucoso.
La riattivazione pu avvenire anche in presenza di
anticorpi, tuttavia sono meno gravi pi localizzate e
di minore durata rispetto agli episodi primari, grazie
alla memoria immunitaria.

Epidemiologia degli HSV-1 e -2


lHSV labile, inattivato da ambiente secco, detergenti,
tratto GI.
E trasmesso dai liquidi delle vescicole, saliva,
secrezioni vaginali (il mescolarsi e il combinarsi
di membrane mucose).
Causano infezioni orali e genitali.
HSV-1: contatto orale, baci, bicchieri, spazzole,
saliva, dita, cute,il virus penetra attraverso una
lesione cutanea. Lautoinoculazione pu anche
causare linfezione degli occhi.
HSV-2: contatto sessuale, autoinoculazione, madrefeto.
Escrezione del virus dalla cervice durante le perdite
vaginali.

Soggetti a rischio di contrarre infezioni da


HSV
- bambini (HSV-1)
- persone attive
sessualmente (HSV-2)
- medici, infermieri, dentisti,
ginecologi persone a
contatto con secrezioni
orali e genitali (patereccio
erpetico).

infezioni da HSV-1 e HSV-2


HSV-1

Manifestazioni cliniche delle infezioni da HSV-1


Infezioni primarie: vescicole trasparenti con base
eritematosa, che si trasformano in lesioni pustolose,
ulcere e croste.
Gengivostomatite primaria (bambini tra il 6mese e
il 3anno di et): lesioni, ulcere, (bocca, palato)
faringe, gengive, mucosa buccale, lingua.
Latenza nel ganglio del trigemino.
Cheratocongiuntivite erpetica limitata ad un solo
occhio. Ulcere corneali o vescicole palpebrali. Pu
dare episodi ricorrenti causando cicatrici permanenti,
danno corneale e cecit
Faringite erpetica
Stomatite
Eczema erpetico
Patereccio erpetico
Herpes gladiatorum

Manifestazioni cliniche delle infezioni da HSV-1

Infezioni primarie: vescicole trasparenti con base eritematosa,


che si trasformano in lesioni pustolose, ulcere e croste.
Herpes labiale
Stomatite
Gengivostomatite primaria
Cheratocongiuntivite erpetica
Faringite erpetica
Eczema erpetico
Patereccio erpetico
Herpes gladiatorum
Encefalite erpetica
Herpes neonatale

HSV-1: herpes labiale

Lesioni erpetiche primarie (HSV-1)


Gengivostomatite primaria
(bambini tra il 6mese e il 3anno di et):
lesioni, ulcere, (bocca, palato) faringe, gengive,
mucosa buccale, lingua.
Latenza nel ganglio del trigemino.

Gengivitite

Gengivostomatite erpetica

Lesioni erpetiche primarie (HSV-1)

Cheratocongiuntivite erpetica
limitata ad un solo occhio.
Ulcere corneali o vescicole palpebrali.
Pu dare episodi ricorrenti causando
cicatrici permanenti, danno corneale e cecit

Cheratite erpetica

Lesioni erpetiche primarie (HSV-1)


Infezioni cutanee
Patereccio erpetico
Eczema erpetico
Herpes gladiatorum
Patereccio erpetico

Eczema erpetico

Herpes gladiatorum

infezioni da Herpesvirus
Encefalite erpetica (HSV-1):
malattia febbrile acuta. Le lesioni sono limitate ad un
solo lobo temporale. Elevato indice di mortalit
Meningiti da HSV-2
dopo 10gg dallinfezione primaria, febbre elevata,
rigidit nucale, mal di testa, fotofobia, nausea.
Herpes neonatale (17%: HSV-2)
Il neonato si infetta per via
transplacentare, perinatale.
Disseminazione del virus
a fegato, polmoni e SNC, in
alcuni casi linfezione letale.

Manifestazioni cliniche delle infezioni da HSV-2


Nei maschi lesioni sul glande o su tutto il pene.
Nelle femmine: vulva, vagina, cervice, area perianale
Sintomi: le lesioni possono essere accompagnate da
febbre, mal di testa, malessere, adeniti inguinali,
perdite vaginali, negli omosessuali proctiti.
Latenza nei gangli sacrali
Riattivazioni ogni 2-3 settimane.

Herpes genitale della vulva

Herpes genitale del pene

Herpesvirus
Sieropositivit dellHSV-2 (1% nei collegi
maschili, 15-20% in persone ad alte condizioni
igieniche. 40-60% in persone a basse
condizioni igieniche, 80% prostitute).
LHSV-2 associato da un punto di vista sieroepidemiologico con il cancro della cervice
nella donna (come cofattore per gli HPV).

Diagnosi di infezione da Herpesvirus


Campioni biologici:
Raschiamenti dalle vescicole (strisci di Tzanck). Aspirando il
liquido delle lesioni con tamponi di cotone alle vescicole,
colorando con Wright/Giemsa
Esame colturale in cellule diploidi umane (HeLa, HEp2,
fibroblasti), cellule renali di coniglio.
Presenza di cellule giganti polinucleate (sincizi) con inclusioni
(Corpi di Cowdry di tipo A;
n.b.: Cowdry tipo B = cellule infettate da poliovirus)
IMMUNOFLUORESCENZA
Effetto citopatico in 24-48 ore.
Immunoistochimica.
PCR: DNA virale in campioni biologici.
Ricerca di anticorpi mediante
differenti metodiche sierologiche
I tests sierologici sono utili per la
diagnosi di una infezione primaria e per studi epidemiologici.

Terapia e profilassi
I farmaci possono essere analoghi nucleosidici o
inibitori della DNA polimerasi.
I farmaci inibiscono la replica virale agendo sugli
enzimi della replica ma non sono in grado di
eliminare il virus in latenza nei gangli
sensoriali.
Aciclovir (vedi
)
vidarabina
iododeossiuridina (cheratite erpetica)
trifluoridina (cheratite erpetica)
famciclovir, valaciclovir, penciclovir
Evitare il contatto con le lesioni.
Uso di guanti, uso di preservativi, parto cesareo.
No vaccini.

Laciclovir un analogo
nucleosidico, il farmaco anti-HSV,
viene attivato dalla fosforilazione
della timidina chinasi virale e poi
utilizzato come substrato dalla
DNApol virale. In seguito questi
farmaci vengono incorporati nel
DNA virale prevenendo cosi la
sua sintesi. La resistenza a questi
farmaci deriva da mutazioni che
inattivano la TK, riducendo
la conversione del farmaco
nella sua forma attiva.
Mutazioni della DNApol
producono resistenza.

HSV-3: virus varicella-zoster


(VZV)

VZV: caratteri generali


Diametro di 150-200 nm
Simmetria icosaedrica
75 proteine
Il mantello sensibile allambiente secco e ai detergenti.
Caratteristiche in comune con lHSV-1 e -2:
1) stabilisce infezioni latenti nei neuroni
2) La CMI importante nella difesa
3) Le lesioni sono simili.
Codifica per una timidina-chinasi ed sensibile ai farmaci
antivirali.
Si trasmette attraverso le vie respiratorie.

VZV

Patogenesi
La trasmissione attraverso le vie
respiratorie.
Linfezione primaria inizia con linfezione
delle tonsille e della mucosa
respiratoria, poi vasi linfatici,
viremia, SRE.
Dopo 11-13 gg la seconda viremia,
infezione dei linfociti T, cellule
epiteliali cutanee. A livello cutaneo
causa un rash:
macula, papula, vescicola,
pustola, crosta.
Le manifestazioni sono asincrone.
Febbre e sintomi sistemici si
accompagnano al rash.

Latenza nelle radici dei gangli


dorsali e dei nervi cranici.
Riattivazione, migrazione dai
gangli alla cute
zoster.
Gli Ab limitano la diffusione
della viremia di VZV ma la
CMI importante per limitare,
la progressione e la
risoluzione della malattia.
In assenza di CMI il virus causa
disseminazioni
(polmoni, fegato, cervello).

Linfezione primaria acuta


la varicella.
La riattivazione causa
lherpes zoster
(fuoco di S. Antonio)
nei dermatomeri
innervati.
Latenza nelle radici dorsali
e gangli dei nervi craniali.
La CMI protettiva.

Varicella
una delle 5 malattie esantematiche
infantili insieme a
morbillo
rosolia
Va malattia (Parvovirus B19)
6a malattia o roseola infantum (Herpes tipo 6 e 7)
CLINICA
pu essere sintomatica o asintomatica.
Febbre, rash maculo-papulare dopo una incubazione
di 14 gg.
Rash: macule, papule, vescicole, pustole, croste.
Il rash asincrono; le manifestazioni durano 3-5 giorni.
Il rash generalizzato: tronco, estremit, testa.
Negli adulti pi grave e si ha una polmonite interstiziale
nel 20-30 % di pazienti adulti.

Herpes zoster
Riattivazione di una infezione latente
di varicella.
Dolore acuto nelle aree innervate
precede la comparsa di lesioni.
Ieritema limitato ai dermatomeri.
Lesione maculo-papulare con
base eritematosa, vescicole.
Una complicazione la nevralgia
posterpetica che persiste per
mesi/anni che si verifica nel 30%
dei pazienti con et > 65 anni che
hanno sviluppato lo zoster.
Unaltra complicazione lo zoster
oftalmico.

Herpes zoster (fuoco di S. Antonio)

Virus della Varicella-Zoster


Infezione e diffusione

Epidemiologia
Il virus molto contagioso, il 90% circa delle
persone suscettibili hanno contratto
linfezione in casa tra i familiari.
La malattia ha la trasmissione per via respiratoria
o mediante contatto con vescicole cutanee.
I pazienti sono contagiosi prima e durante i sintomi.
Il 10-20 % delle persone infettate dal VZV sviluppa
lo zoster, lincidenza parallela con let.
Lo zoster pu essere una sorgente dinfezione di
varicella in persone non immuni come i bambini.

Soggetti a rischio
Personale sanitario
Maestri, insegnanti, personale di scuole e
asili
Residenti in case di cura
Carcerati, personale di sorveglianza
Militari

Diagnosi (simile a HSV-1 e 2)


Raschiamenti dalle vescicole
IF diretta
Biopsie, secrezioni respiratorie
Strisci di cellule di Tzanck
Esame colturale su fibroblasti
diploidi umani
CPE (dopo 3-6gg), corpi inclusi di
Cowdry tipo A.
Inclusi nucleari, sincizi.
Biopsie per ricercare gli Ag
(Immunofluorescenza per ricercare
gli antigeni di membrana).
PCR.
Test sierologici (ELISA)

VZV

Trattamento, Prevenzione e
Controllo
delle infezioni da VZV

- bambini con varicella:


non si effettua terapia.
- adulti o a pazienti ID con VZV: terapia con
aciclovir, famciclovir, valaciclovir.
Uso di VZIG (immunoglobuline vs. varicellazoster).
Analgesici,anestetici locali danno sollievo dalla
nevralgia posterpetica che segue lo zoster.
Uso di Vaccino Oka
(a virus vivo ed attenuato).

Virus di Epstein-Barr (EBV)


EBV causa:
Mononucleosi infettiva
Linfoma di Burkitt
Linfoma di Hodgkin
Carcinoma nasofaringeo
Leucoplachia orale
capelluta

EBV
Appartiene ai
gammaherpesvirus
- diametro 180-200 nm.
- codifica per 70 proteine,
espresse o meno a
seconda dei differenti tipi di
infezioni.
2 classi di EBV:
EBV-A presente solo nelle
cellule B di persone
immunocompetenti,
EBV-B isolato in persone
immunocompromesse

replica di EBV
Tropismo limitato dal recettore per il C3d del complemento
(detto anche CR2 o CD21) e da un corecettore costituito
dalle molecole di classe II del sistema HLA espresso su:
linfociti B
cellule epiteliali dellorofaringe e nasofaringe
Linfezione da EBV ha 3 possibili evoluzioni:
a) il virus si pu replicare in linfociti B e in cellule epiteliali
permissive per la replicazione di EBV
(infezione di tipo replicativo);
b) il virus pu causare infezioni latenti in linfociti B (semipermissive) in presenza di linfociti T
(infezione latente);
c) il virus pu stimolare e immortalizzare le cellule B.

Infezione permissiva sulle cellule epiteliali e linfociti B


Le cellule permissive permettono la trascrizione e la
traduzione della proteina attivatrice ZEBRA, che attiva i
geni precocissimi del virus (BZLF1 e BRLF1) ed il ciclo
litico.
Segue la sintesi della DNApol e la replica del DNA
Sono poi sintetizzate le proteine strutturali del capside virale.
Le gp comprendono la gp 350/220 che la proteina virale di
attacco e la gp 85.
Le proteine virali prodotte durante una infezione produttiva
sono:
antigene precoce (EA)
antigene del capside virale (VCA)
gp dellantigene di membrana (MA)

EBV
Durante linfezione latente e immortalizzante
vengono espressi differenti trascritti virali.
Vengono espressi geni precocissimi come
1) 5 antigeni nucleari di Epstein - Barr (EBNA)
2) proteine latenti (LP)
3) proteine latenti di membrana 1,2 (LMP)
4) EBER-1, EBER-2 (2 piccoli RNA)

Le EBNA (EBNA 1, 2, 3a, 3b, 3c) e


le LP sono proteine che si legano al DNA sono
essenziali per lo stabilirsi
dellinfezione (EBNA-1) e
per limmortalizzazione (EBNA-2).
Le LMP sono proteine di membrana ad attivit
oncogeno-simile.
Queste proteine stimolano la crescita ed
immortalizzano cellule B.

Patogenesi e Immunit
La malattia da EBV risulta
o da una risposta immunitaria iperattiva
(mononucleosi infettiva)
o dalla mancanza di una risposta immunitaria
efficace (linfoma, leucoplachia orale capelluta)
Linfezione produttiva delle cellule B e delle cellule
epiteliali dellorofaringe, come le tonsille, promuove
la liberazione del virus nella saliva per trasmettere
il virus ad altri ospiti e stabilisce una viremia per
diffondere il virus ad altre cellule B nel tessuto
linfatico e sangue.

EBV un mitogeno per le cellule B.


Le proteine del virus attivano la replicazione delle B
cells e prevengono anche lapoptosi.
Le T-cells controllano la proliferazione delle
B-cells: in assenza delle T-cells, EBV pu
immortalizzare i linfociti B.
In vivo la proliferazione delle cellule B porta alla
produzione di IgM spurie dette anticorpi eterofili.
Se i linfociti T non riescono a limitarla, la proliferazione
continuata delle cellule B (assieme agli effetti di altri
cofattori) pu causare lo sviluppo di linfomi.

Nel corso dellinfezione produttiva gli anticorpi


sono prima prodotti contro i componenti del virione,
VCA ed MA e poi contro EA.
Dopo la guarigione dellinfezione viene prodotto un
anticorpo contro Ag nucleari (EBNA).
Le cellule T sono essenziali per limitare la
proliferazione delle cellule B infettate da EBV e per
il controllo della malattia.
La mononucleosi infettiva il risultato di una
guerra civile tra le cellule infettate da EBV e
le cellule T ad azione protettiva.

La linfocitosi e lepatosplenomegalia che si osserva


nella mononucleosi deriva dallattivazione e
proliferazione delle cellule T.
Si tratta di linfociti T atipici (o cellule di Downey
o virociti), che aumentano numericamente nel
sangue periferico durante la seconda settimana di
infezione raggiungendo il 10-80% del ntotale dei
leucociti.
LEBV pu essere riattivato quando la cellula B della
memoria viene attivata e pu diffondersi nella saliva.

Patogenesi dellEBV
a) EBV nella saliva
cellule epiteliali
dellorofaringe,
escrezione del virus dalla
saliva
faringiti.
b) EBV nella saliva
cellule epiteliali
dellorofaringe
proliferazione delle cellule B
anticorpi eterofili.
c) EBV nella saliva
cellule epiteliali
dellorofaringe
proliferazione delle cellule B
attivazione delle cellule T (fegato,
linfonodi, milza)
risoluzione
linfociti T
atipici (Cellule di Downey)
ingrossamento.

Mononucleosi infettiva

Marker dellinfezione di EBV

1) EBNA: Ag nucleare, marker precoce, si lega al


DNA, gli Ab indotti si sviluppano tardivamente.
2) Ag precoce: EA-R (citoplasmatico), marker
del ciclo litico, gli Ab Anti-EA-R sono presenti nel
Linfoma di Burkitt.
3) Ag EA-D (citoplasmatico e nucleare).
Gli Ab sono presenti in soggetti con
mononucleosi infettiva.
4) Ag capsidico virale (VCA), citoplasmatico.
Ag tardivo, presente nelle cellule produttive;
Ab anti-VCA IgM sono transitori,
Ab Anti-VCA IgG sono persistenti.

Marker dellinfezione di EBV

5) Ag di membrana LYDMA, presente nelle cellule


produttive e nelle infezioni in vitro; Non rivelabile
da anticorpi.
6) Ag di membrana MA, presente sulla superficie
cellulare, presente sul mantello. Gli Ab anti-MA
transitori e persistenti.
7) Anticorpi eterofili. La proliferazione delle cellule B
indotte da EBV promuove la produzione di Ab
eterofili.
Si rivelano con la prova di Paul BunnellDavidsohn (PBD) su emazie di pecora, cavallo o
bovino.

Epidemiologia dellEBV
Mononucleosi infettiva:
trasmissione attraverso la saliva, contatti
stretti (malattia del bacio) o tramite spazzolini,
bicchieri contaminati.
Linfoma di Burkitt:
cofattori malaria, predisposizione genetica.
Carcinoma nasofaringeo: predisposizione
genetica e alimentazione (Cina).
Leucoplachia orale capelluta: trapiantati e
malati di AIDS sono ad alto rischio.

Clinica
Mononucleosi infettiva
Periodo dincubazione 30-40gg,
Bambini, adolescenti, adulti.
Sintomi: febbre alta, malessere,
faringite essudativa,
linfoadenopatia,
epatosplenomegalia,
affaticamento,
disordini neurologici,
ostruzione laringea,
rottura della milza.
Complicazioni neurologiche:
- meningoencefalite asettica
- sindrome di Guillian-Barr

EBV: altre patologie correlate


Sintomatologia simile alla sindrome da fatica cronica
caratterizzata da febbricola, mal di testa, gola
infiammata, debolezza muscolare, spossatezza.
Disordini linfoproliferativi indotti da EBV:
- Linfomi in pazienti senza cellule T;
- Malattia linfoproliferativa legata al cromosoma X;
- Disordini linfoproliferativi post-trapianto:
PTLD: post-transplant lymphoproliferative disease
possibile complicazione nel primo anno dopo il trapianto
.

Linfoma di Burkitt (linfoma endemico):


tumore dei ragazzi africani in aree malariche. Le cellule
tumorali presentano sequenze di DNA ed esprimono Ag
virali come lEBNA1.
Concause sono:
Traslocazione cromosomiale
(8:14; 8:22, 8:2)
soprattutto i cromosomi 8 e 14,
determinano lattivazione
delloncogene cMyc sito
sul cromosoma 8.
Zone malariche.
Carcinoma rinofaringeo in Cina
Leucoplakia orale capelluta:
lesioni della bocca,
infezione opportunistica
in pazienti con AIDS.

cromosoma
8
cromosoma
14

Ig

traslocazione reciproca
8; 14

Ig
c-myc

c-myc

Traslocazione cromosomica 8;14


Loncogene c-myc presente sul comosoma 8 viene trasferito al
cromosoma 14 in prossimit dei geni che codoficano per le
catene pesanti delle immunoglobuline

Patofisiologia della Mononucleosi infettiva

EBV: Diagnosi
Diagnosi clinica: febbre, linfoadenopatia, faringite
per 1-4 settimane
Linfocitosi del 60-70%
30% (comunque >10%) di linfociti atipici
No esame colturale
Esami sierologici:
- test Paul Bunnell-Davidsohn: Ab eterofili (IgM) in
grado di agglutinare emazie di pecora o equine
(monospot test, rapido di screening)
- test ELISA
Probes di DNA
IFI

Diagnosi sierologica
Suscettibilit
Non sono presenti anticorpi verso VCA
Infezione primaria
IgM vs. VCA (infezione acuta in atto)
IgG vs. VCA
Assenti anticorpi vs. EBNA
L80% dei pazienti ha anche anticorpi vs. EA
Infezione pregressa
Anticorpi vs VCA
Anticorpi vs. EBNA
Riattivazione
Anticorpi vs. EBNA
Aumento di anticorpi vs. EA: suggestiva

quello che si fa veramente!

N.B.: La produzione di anticorpi anti EBNA richiede la lisi della cellula infetta
ed indica il controllo da parte delle cellule T della malattia attiva.

Prevenzione e Controllo
nessun trattamento (la mononucleosi
benigna soprattutto nei bambini)
nessun vaccino disponibile.
Immunit duratura dopo linfezione.

Cytomegalovirus (CMV)
E un virus assai diffuso
il 60-90% della popolazione sieropositivo per CMV
infetta l 0,5-2,5% dei neonati
Il CMV la causa pi frequente di difetti congeniti.
Patogeno opportunista negli immunocompromessi.
Betaherpesvirinae, virus linfotropico, si replica solo in
cellule umane.
Ha un diametro di 250nm, ha il genoma pi grande
(240kbp) fra gli herpesvirus.
Presenta le gp B e H che svolgono un ruolo nelladesione
e nella penetrazione del virus nella cellula ospite.
Recettore: molecole simili a recettori per le chemochine

Patogenesi ed immunit del Cytomegalovirus


Il virus stabilisce infezioni latenti e persistenti in
macrofagi, linfociti T, cellule stromali del midollo
spinale ed in altri tipi cellulari ed in organi quali il
rene ed il cuore.
Il virus riattivato dallimmunosoppressione e forse dalla
risposta a cellule trapiantate o trasfuse.
La CMI essenziale per il controllo e la risoluzione
dellinfezione da CMV.
In molti casi il virus si replica ed eliminato senza
sintomi clinici. La replica di CMV nelle cellule epiteliali
dei dotti promuove lescrezione del virus dei liquidi
corporei.
Il CMV associato alle cellule infette, compresi linfociti e
leucociti.

Epidemiologia
E trasmesso per via congenita,
orale, sessuale, in seguito a
trasfusione e/o trapianti
dorgano.
Il CMV pu essere isolato da urine,
sangue, gargarizzato, saliva,
lacrime, feci, liquido seminale,
liquido amniotico, secrezioni
vaginali e cervicali, tessuti
utilizzati per trapianti.
La malattia da CMV un disordine di
tipo opportunistico, che causa
raramente sintomi in ospiti
immunocompetenti, ma causa di
grave malattia in persone
immunodeficienti, quali pazienti
affetti da AIDS o neonati.

CMV

Fonte di infezione da CMV


Neonati:
trasmissione transplacentare, infezioni intrauterina,
secrezioni cervicali.
Bambini:
secrezioni corporee, latte materno, saliva, lacrime,
urine.
Adulti:
trasmissione sessuale (sperma) trasfusioni di
sangue, trapianto dorgani.

Clinica
A) Infezioni congenite
Il CMV la causa pi frequente
di malattia virale congenita.
Lo 0,5-2,5% di tutti i neonati sono infettati alla
nascita da CMV, altri si infettano entro il primo
mese di vita.
Circa il 10% mostra segni clinici di malattia come:
porpora trombocitopenica, microcefalia,
calcificazione intracerebrale, ittero,
epatosplenomegalia, rash, sordit, ritardo
mentale (malattia da inclusione di CMV).
Il feto si pu infettare durante il parto per il virus
presente nella cervice

B) Infezioni perinatali
In USA il 20% delle donne gravide ha il CMV nella
cervice al termine della gravidanza e pu avere
riattivazione dellinfezione e durante la
gravidanza.
La met dei neonati nati per via naturale in
presenza di cervice infetta acquisisce linfezione
ed elimina il virus nella 3a-4a settimana di vita.
Modalit dinfezione anche attraverso il latte
materno, trasfusioni di sangue.

C) Infezione negli adulti:


Il CMV una malattia a trasmissione sessuale.
In genere infezioni asintomatiche
o paucisintomatiche
Sindrome mononucleosica anticorpi eterofilinegativa: aumento dei linfociti T (linfocitosi atipica),
per senza anticorpi eterofili (test PBD negativo).

D) Infezione in pazienti immunodepessi:


Causa malattia primaria sintomatica o ricorrente.
Linfezione da CMV pu causare polmonite interstiziale,
retinite, encefalite, colite, esofagite,
cistite emorragica
CMV: retinite

Il CMV pu essere trasmesso anche con il trapianto


dorgani e linfezione da CMV si riattiva spesso in
pazienti trapiantati.
Il CMV pu essere responsabile del fallimento di molti
trapianti di rene per replicazione virale nel trapianto dopo
riattivazione o per infezione dallospite.

Manifestazioni delle infezioni da CMV

soggetto
normale

CMV

neonato da madre
sieronegativa

PORTATORE
ASINTOMATICO
mononucleosi
anticorpi eterofili negativa

MALATTIA DA
INCLUSIONE
CITOPLASMATICA

AIDS
immunodepresso
MALATTIA
SINTOMATICA
MULTICENTRICA

Diagnosi di laboratorio delle infezioni da CMV


Esame istologico: tipica la cellula citomegalica (cellula
ingrandita) che contiene una inclusione intranucleare,
densa, basofila a occhio di civetta. Queste cellule
sono presenti nelle urine e nei tessuti. Le cellule sono
rivelabili con ematossilina/eosina e Papanicolau.
Uso di sonde di DNA e real time-PCR per identificare
direttamente nei tessuti e nei fluidi gli antigeni virali.
Test sierologici (ad es. test ELISA):
titolazione degli anticorpi (le IgM sono presenti
nellinfezione primaria).
Sieroconversione.

Determinazione della antigenemia:


rilevazione di CMV in leucociti con
anticorpi monoclonali verso lantigene p65
Esame colturale su fibroblasti diploidi
(cellule MRC-5)
Effetto citopatico rilevabile dopo 4-6
settimane.
Coltura rapida in shell-vials di MRC-5 e
immunofluorescenza diretta con anticorpi
monoclonali marcati con FITC verso
antigeni immediate-early (p72/p86) di CMV.
Test ELISA.

Trattamento Prevenzione e Controllo


Farmaci antivirali:
ganciclovir (blocca la DNA pol),
valganciclovir
cidofovir
foscarnet

Prevenzione:
screening dei donatori di organi e di sangue.
screening di madri sieropositive.
Nessun vaccino attualmente disponibile, ma sono allo
studio preparazioni a virus vivo attenuato e a DNA.

HHV6 o Herpesvirus umano 6


Ha un diametro di 160-170kbp.
Presenta un nucleocapside con 162 capsomeri.
Simmetria icosaedrica
95-105nm d diametro
Presenta il mantello
Ha un ciclo replicativo lento

HHV-6
patogenesi ed immunit
Linfezione viene acquisita nel 50% dei casi in et
infantile (entro il 3anno di et), ma in et
adulta l80% della popolazione presenta
anticorpi anti-HHV6.
Linfezione viene trasmessa attraverso la saliva e
si replica facilmente nelle ghiandole salivari.
I linfociti T e i monociti sono le cellule in cui il virus
va in latenza e da cui pu essere riattivato in
seguito a stimolazione mitogenica.
La risposta immune protettiva la CMI.

HHV-6
Clinica
Linfezione primaria da HHV-6 lexanthema
subitum (o roseola infantum o sesta malattia).
Presenta un rapido rialzo febbrile che dura
qualche giorno, seguito da un esantema cutaneo
generalizzato che inizia dalla nuca.
Il virus stabilisce infezioni latenti nei linfociti T.
Riattivato pu provocare una sindrome
mononucleosica con linfoadenopatia.
Encefaliti e polmoniti in immunodepressi
(trapiantati)

HHV-6
Diagnosi
La diagnosi di laboratorio si basa sulla ricerca degli
anticorpi specifici in IFI, seguita da un test in Western
blotting.
La ricerca genoma virale pu essere eseguita mediante
PCR

HHV-7
E stato isolato per la prima volta negli anni
novanta in linfociti T provenienti da pazienti
con AIDS.
Virus ubiquitario, dotato di tropismo per i linfociti
T, la maggior parte delle infezioni si verifica
durante linfanzia.

HHV-8
Causa il sarcoma di
Kaposi associato agli
herpesvirus.
Il genoma virale contiene
molti geni correlati con
geni umani che
promuovono la crescita e
prevengono lapoptosi
cellulare, tra cui cicline,
interleuchine, recettori per
chemochine e il gene Bclr8 anti-apoptosi).

HHV-8
E un virus non ubiquitario. Il virus si trasmette
con le stesse modalit dellHIV.
Correlazione del 95-98% dei tumori analizzati
positivi per il DNA di HHV-8, il 90% dei
pazienti portatori di Kaposi presenta la
sieroconversione nei confronti di HHV-8 2-3
anni prima della comparsa del tumore.
Uso della PCR ai fini diagnostici

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