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CORSO DI AGGIORNAMENTO FAD

CORONAVIRUS
COVID-19/SARS-CoV-2
• Patrizia Laurenti, Professore Associato di Igiene Generale Applicata. Sezione di Igiene, Dipartimento Universitario Scienze della Vita e Sanità
Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
• Umberto Moscato, Professore Associato di Medicina del Lavoro. Sezione di Igiene, Dipartimento Universitario Scienze della Vita e Sanità
Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
• Andrea Gentili, Medico in formazione specialistica. Sezione di Igiene, Dipartimento Universitario Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università
Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
• Floriana D’Ambrosio, Medico in formazione specialistica. Sezione di Igiene, Dipartimento Universitario Scienze della Vita e Sanità Pubblica,
Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
• Leonardo Villani, Medico in formazione specialistica. Sezione di Igiene, Dipartimento Universitario Scienze della Vita e Sanità Pubblica,
Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
MODULI
1. IL CORONAVIRUS
2. LE VARIANTI
3. EPIDEMIOLOGIA
4. SINTOMATOLOGIA E DIAGNOSI
5. IL TRATTAMENTO
6. I VACCINI
7. LE MISURE DI PREVENZIONE E ORGANIZZATIVE E AMBIENTALI
8. LE MISURE NAZIONALI E INTERNAZIONALI
1. IL CORONAVIRUS
Prof.ssa Patrizia Laurenti, Professore Associato di Igiene Generale Applicata. Sezione di Igiene, Dipartimento
Universitario Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
I CORONAVIRUS
• I coronavirus (CoV) costituiscono un’ampia famiglia di virus respiratori, noti per infettare
l’uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi).

• Il primo coronavirus fu scoperto negli anni ‘30 e a metà del 1960 fu identificato il primo
coronavirus umano.

• Essi rappresentano gli agenti causali di malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore
a sindromi respiratorie.

• Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e


gastrointestinale.
I CORONAVIRUS
Superclasse RNA singolo filamento a
polarità +
Classe Ribohelica
Ordine Nidovirales
Sottordine Cornidovirineae
Famiglia Coronaviridae
Sottofamiglia Orthocoronavirinae
Genere Coronavirus

La sottofamiglia Orthocoronavirinae comprende 4 generi: Alpha, Beta, Gamma e Delta

Alphacoronavirus e Betacoronavirus: possono infettare diverse specie di mammiferi, inclusi gli animali
domestici e il bestiame.

Gammacoronavirus e Deltacoronavirus: presentano una gamma di ospiti più ampia, anche specie aviarie.
I CORONAVIRUS

Il nome "coronavirus" deriva dal


termine latino "corona", a sua volta derivato
dal greco κορώνη (korṓnē, "ghirlanda") e fa
riferimento a spinule superficiali, anche definite
spike e visibili a microscopio elettronico, che
conferiscono una conformazione simile ad una
corona reale o ad una corona solare.

I principali ospiti dei CoV sono specie animali


(pipistrelli, cammelli, ...), sebbene attraverso
zoonosi siano ormai diffusi nell’uomo.
I SETTE CORONAVIRUS

• Attualmente sono descritti sette Coronavirus in grado di infettare l'uomo:

Coronavirus umani comuni Altri Coronavirus umani

HCoV-OC43 (BetaCacoronavirus) SARS-CoV-1 (BetaCacoronavirus)


HCoV-HKU1 (BetaCacoronavirus) MERS-CoV (BetaCacoronavirus)
HCoV-229E (Alphacoronavirus) SARS-CoV-2 (BetaCacoronavirus)
HCoV-NL63 (Alphacoronavirus)

Epidemie e pandemie con sintomatologia più grave a


carico delle basse vie respiratorie e del polmone.
Comune raffreddore e sindromi simil influenzali
(Es. Severe Acute Respiratory Syndrome-SARS, Middle East
e/o gastrointestinali
Respiratory Syndrome-MERS, Severe Acute Respiratory
Infection-SARI o Sindrome da Distress Respiratorio Acuto –
ARDS)
LE EPIDEMIE DA CORONAVIRUS
Negli ultimi 20 anni, l’epidemia da SARS-CoV-2 è la terza causata da coronavirus.

SARS-CoV-2: agente responsabile della malattia COVID-19 (COronaVIrus Disease 19)


UNA NUOVA SCOPERTA
• 31 dicembre 2019: le autorità cinesi segnalano all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) alcuni casi di
polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (Provincia dell’Hubei, Cina). Molti dei casi iniziali hanno riferito
un’esposizione al Wuhan’s South China Seafood City market.

• 9 gennaio 2020: le autorità cinesi annunciano all’OMS l’identificazione di un nuovo coronavirus (provvisoriamente
chiamato 2019-nCoV) come causa eziologica di queste patologie. Le autorità sanitarie cinesi inoltre confermano la
trasmissione interumana del virus.

• 12 gennaio 2020: sequenziamento genico del SARS-CoV-2.

• 11 febbraio 2020: cambio nome della nuova malattia causata dal coronavirus. Il nome, scelto dall’Oms, è Covid-
19: Co e vi per indicare la famiglia dei coronavirus, d per indicare la malattia (disease in inglese), infine 19 per l’anno
della scoperta. Anche il virus cambia nome: non più 2019-nCoV ma Sars-CoV-2.

• 21 febbraio 2020: primi casi in Italia.

• 11 marzo 2020: dichiarazione stato di PANDEMIA.


IL SARS-CoV-2

• L’origine del SARS-CoV-2 risale alla fine del 2019 in Cina, con un focolaio sviluppatosi in un mercato
alimentare (wet market) nella città di Wuhan.

• Un ‘salto di specie’ tra animali selvatici e uomo ha rappresentato l’evento scatenante.

• I dati di sequenza del genoma virale mostrano un certo grado di omologia con i virus del pipistrello e del
pangolino: si ritiene che il SARS-CoV-2 sia originato dai pipistrelli, mediante un possibile ospite
secondario.
IL SARS-CoV-2
Ha una forma rotondeggiante e misura 100-150 µn di diametro.

Le proteine del nucleocapside (N) hanno il ruolo di


stabilizzare il genoma virale.

Le proteine di membrana (M) e la proteina


dell’envelope (E) sono necessarie per l’assemblaggio del
capside e per l’internalizzazione del genoma.

Le proteine spike (S) formano trimeri essenziali per il


legame specifico con il recettore cellulare ACE2

Il genoma è rappresentato da un singolo filamento di RNA, non segmentato, con polarità positiva e
dimensioni di circa 30 kilobasi.

SARS-CoV-2 condivide per il 79,5% la sequenza genica del coronavirus della SARS.
IL CICLO DI
REPLICAZIONE
Il ciclo di replicazione del coronavirus
è suddiviso in più fasi:

• Adsorbimento ed ingresso
• Traduzione della replicazione virale
• Trascrizione e replicazione del
genoma
• Traduzione delle proteine
• Assemblaggio e rilascio dei virioni

Callaway E. The race for coronavirus vaccines: a graphical guide.


Nature. 2020
REPLICAZIONE: LE FASI
Più nello specifico:

• Iniziale interazione fra il trimero S del virus e il recettore ACE2 sulla cellula ospite, fusione delle membrane mediante
endocitosi e rilascio del genoma.

• La proteasi cellulare TMPRSS2 (Transmembrane Serine Protease 2) facilita l’ingresso del virione attraverso il clivaggio
di ACE2.

• Traduzione del genoma in proteine non strutturali che formeranno il complesso di replicazione e trascrizione (RTC),
essenziale per replicazione del genoma e sintesi dei subgenomi.

• La sintesi dei subgenomi permette la traduzione di proteine accessorie, importanti per la regolazione della risposta
immunitaria dell’ospite e delle proteine strutturali che verranno trasportate nell’apparato del Golgi per assemblaggio
del capside e internalizzazione del genoma.

• Rilascio, mediante esocitosi, delle nuove particelle virali mature.


LA REPLICAZIONE

Wiersinga, W. J., Rhodes, A., Cheng, A. C., Peacock, S. J., & Prescott, H. C. (2020). Pathophysiology, transmission, diagnosis, and treatment of coronavirus disease 2019 (COVID-19): a
review. Jama
IL RECETTORE
ACE2
• Alcune fasi del ciclo replicativo di
SARS-CoV-2 coinvolgono fattori
specifici della cellula ospite, con
alterazioni strutturali e fisiologiche.

• Un ruolo cruciale è svolto dal


recettore ACE2, per il quale il
SARS-CoV-2 possiede sequenze
amminoacidiche, nelle sue proteine
di superficie, che ne consentono un
legame più forte e una maggiore
efficienza nell’infezione.
FISIOPATOLOGIA DEL SARS-CoV-2
Immagine modificata da Anant Parasher Postgrad Med J 2021;97:312-320

Dopo inalazione, il SARS-CoV-2 si


lega alle cellule epiteliali nasali,
tramite il recettore ACE2

Replicazione virale, propagazione Contenimento dell’infezione


locale e limitata risposta ed eliminazione virale in 10-
immunitaria 14 giorni nell’80% circa dei
pazienti
Interessamento delle vie aeree,
tratto respiratorio superiore e
tratto respiratorio inferiore

Invasione ed infezione degli


pneumociti di tipo II, mediante
recettore ACE2
Rilascio di IL-1, 6, 8, 12, TNF-α, IFN-λ e IFN-β,
CXCL-10, G-CSF, GM-CSF, MCP-1, MIP-1α Replicazione virale e rilascio particelle virali con apoptosi
TEMPESTA CITOCHINICA della cellula ospite

Chemioattrazione per neutrofili, CD4, CD8, con


differenziazione cellule B Replicazione virale continua e infezione delle cellule alveolari
adiacenti, con perdita di pneumociti di tipo I e II

Sequestro delle cellule infiammatorie nel tessuto


polmonare, citotossicità mediata da CD8 e danno Danno alveolare diffuso e ARDS- Acute Respiratory
polmonare Distress Syndrome
(meccanismo difesa dell'ospite e tentativo di
eliminazione virale)
Le mutazioni del virus
• La riproduzione di un virus implica la creazione di molte copie del virus stesso e
del suo genoma con la possibilità che si verifichino errori, le cosiddette
mutazioni.
• SARS-CoV-2 (come la famiglia Coronavirus cui appartiene) è un virus
particolarmente predisposto alle mutazioni e fin dall’inizio della pandemia se ne
sono osservate in tutto il mondo.
• Che i virus mutino dunque è un fenomeno naturale e previsto, tuttavia le
mutazioni vanno studiate e monitorate con attenzione.
• Talvolta infatti possono influire sulle caratteristiche del virus, conferendogli per
esempio una maggior possibilità di trasmissione, una maggior aggressività, una
maggior capacità nel suscitare forme severe di malattia o di superare l’immunità
acquisita da un individuo grazie alla vaccinazione o alla pregressa infezione
naturale.
COVID-19 e le varianti del virus
Le varianti di SARS-CoV-2 vengono distinte in due categorie principali:
• varianti preoccupanti (VOC –Variants of Concern)
• varianti di interesse (VOI – Variants of Interest)
Le varianti che creano preoccupazione
Si definiscono VOC le varianti che sono associate a uno o più dei seguenti aspetti con una certa
rilevanza per la salute pubblica globale:
• aumento della trasmissibilità con una maggior capacità dell’infezione di diffondersi da
una persona all’altra;
• aumento della virulenza o cambiamento nella presentazione clinica della malattia;
• diminuzione dell’efficacia delle misure sanitarie e sociali adottate o della diagnostica, delle
terapie o dei vaccini disponibili nel contrastare la pandemia.
Al momento le varianti che destano preoccupazione sono:
• Alpha (B.1.1.7), isolata per la prima volta nel Regno Unito nel settembre 2020.
• Beta (B.1.351), isolata per la prima volta in Sudafrica nel maggio 2020.
• Gamma (P.1), individuata per la prima volta in Brasile nel novembre 2020.
• Delta (B.1.617.2), individuata per la prima volta in India nell’ottobre 2020.
Le varianti di interesse
Le varianti di interesse invece hanno caratteristiche tali da richiederne l’osservazione e il
monitoraggio perché potrebbero impattare in modo significativo sulla trasmissibilità del virus, sulla
gravità di malattia e/o sull’immunità, ma non destano ancora preoccupazione.
I vaccini sono efficaci contro le varianti?
Il virus continuerà a mutare e sebbene la stragrande maggioranza delle varianti non desteranno alcun interesse,
alcune potrebbero invece avere un impatto più o meno significativo sulla pandemia in corso.

Pertanto le combinazioni tra vaccini e varianti sono (e potrebbero essere in futuro) molteplici.

In termini di immunità nei vaccinati, c’è differenza tra l’aver ricevuto una sola dose di vaccino o aver completato il ciclo
vaccinale e questo è un altro elemento di cui tener conto rispetto alla protezione offerta dai vaccini.
Al netto della risposta individuale, la protezione è massima dopo la seconda dose.

Il Direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Hans Henri P. Kluge, ha
recentemente rassicurato sul fatto che: “Tutte le varianti del virus possono essere controllate allo stesso modo, con
misure sanitarie e sociali».

Con il passare del tempo, verranno messi a punto nuovi vaccini per prevenire COVID-19 e in alcuni casi si sta già
lavorando per renderli efficaci anche contro le varianti.
Alcune aziende, inoltre, stanno già studiando la possibilità di una dose ulteriore contro le varianti, da somministrare
ai soggetti già vaccinati.
La priorità resta dunque proseguire a ritmo sostenuto con la campagna vaccinale: tutti i vaccini al momento
disponibili offrono una protezione significativa contro le forme gravi di COVID-19 e ridurre la circolazione del virus
permette anche di limitare la probabilità che questo muti e produca varianti preoccupanti.
MUTAZIONI E VARIANTI

• Le conoscenze riguardanti i coronavirus suggeriscono che tali virus (incluso


SARS-CoV-2) mutano più lentamente rispetto ad altri virus a RNA,
come influenza e HIV (Human Immunodeficiency Virus).

• Ciò è dovuto, probabilmente, all’attività di un enzima ‘di correzione di bozze’


che corregge errori di trascrizione potenzialmente letali per i virus.
MUTAZIONI E VARIANTI
• Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo, fin dall’inizio della
pandemia.

• La maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo, altre, invece, possono conferire
al virus caratteristiche che garantiscono un maggior vantaggio selettivo rispetto alle altre,
una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia
o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per
infezione naturale o per vaccinazione.

Possono essere motivo di preoccupazione e devono essere monitorate con attenzione con
attività di sequenziamento
MESSAGGI CHIAVE
1. Il SARS-CoV-2 è un nuovo coronavirus mai identificato prima, appartenente ad una
famiglia di virus già nota per zoonosi.

2. Si tratta di un virus a RNA a filamento positivo, che penetra nelle cellule ospiti tramite
l’interazione della proteina S con i recettore ACE2.

3. Un ‘salto di specie’ tra animali selvatici e uomo ha rappresentato l’evento scatenante.

4. Nell’attuale fase pandemica, la diffusione di mutazioni e varianti del virus SARS-CoV-


2 rappresenta la sfida più importante da affrontare.

5. I vaccini ad oggi disponibili ed approvati dalle Autorità Regolatorie sono efficaci nella
protezione dalle varianti quando il ciclo vaccinale viene completato.

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