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1 - FORME DI MONTATURE

Appare ovvio ricordare che compito primario di una montatura quello di ospitare filtri da sole o lenti di compensazione di un determinato difetto visivo e di tenerle stabilmente nella posizione appropriata. Questa situazione pu essere svolta dalla montatura in modo pi o meno corretto o con particolari implicazioni per quanto riguarda le lenti da utilizzare o la funzionalit complessiva dellintero occhiale. Appare pertanto un errore purtroppo molto comune quello di considerare la montatura soltanto o prevalentemente da un punto di vista estetico, legandola pertanto unicamente alla moda, al design od alla compatibilit estetica con il volto o le caratteristiche morfologiche del portatore. Si possono considerare tre parametri importanti nella scelta di una montatura: Il tipo la forma e dimensione la calzabilit ed insieme a queste, in modo sinergico, la valutazione sul tipo di lente che dovr essere inserito nella montatura stessa. Per questultimo punto appare ovvio riaffermare il concetto che scarsi potranno essere i problemi legati a lenti sferiche, eventualmente di bassa potenza, mentre sempre pi elevati potranno essere quelli derivanti dallutilizzo di lenti particolari o di forte potenza o di tipologia complessa. 1.1 Tipi di montature La moda, il design e la tecnologia sempre pi spinta hanno fortemente modificato in questi ultimi anni la fisionomia generale di una montatura. Essenzialmente i vari modelli oggi utilizzati si possono cos riassumere: montature intere a cerchio chiuso montature intere a cerchio aperto montature per mezzi occhiali montature a giorno montature tipo eyemetrics Per ragioni di pura completezza della classificazione si deve inoltre ricordare che sono in commercio anche montature, ottenute per stampaggio, unitamente alle lenti che possiamo denominare occhiali monopezzo. Essi sono rintracciabili soprattutto fra prodotti relativi ai cosiddetti occhiali pre-montati ovviamente di basso livello e di costo a volte molto contenuto e date le loro particolari conformazioni non presentano specifici elementi di discussione. Tali montature, prive di ogni possibilit di regolazione nascono insieme alle lenti in un pezzo unico. Dello stesso tipo, ma senzaltro di maggior pregio, sono alcuni tipi di mascherine-occhiale, usate nellattivit sportiva. montature a cerchio chiuso a- sono montature in materiale plastico, ottenute con vari processi produttivi, con il cerchio per lintroduzione della lente, chiuso. Le lenti vengono pertanto inserite nellocchiale attraverso il riscaldamento della montatura che produce una dilatazione della stessa. Il successivo raffreddamento fisser la lente allinterno degli occhi della montatura stessa.

montature a cerchio aperto b- sono montature in materiale metallico o assimilato nelle quali linserimento della lente nellanello della montatura avviene attraverso lapertura dellanello stesso, per mezzo di un sistema di giunzione-chiusura. Il cerchio pu essere aperto o chiuso mediante una vite di tenuta. montature per mezzi occhiali c- possono essere del primo o del secondo tipo. La particolarit di queste montature sta nella loro forma e dimensione. Esse infatti equivalgono a mezze montature che vengono calzate sulla punta del naso onde permettere una visione sia nel semipiano superiore, fuori dal campo occupato dalla lente, che, in quello inferiore, attraverso la lente stessa. Astine particolarmente lunghe, in generale di circa 140 millimetri o pi, consentono una calzabilit di questo tipo. I mezzi occhiali sono utilizzati con lenti per la visione da vicino, per gli individui emmetropi presbiti. montature a giorno d- le montature a giorno hanno avuto in questi ultimi anni una vera e propria esplosione sia di modelli che di tecnologie di fabbricazione e materiali. Tali montature sono in generale formate da sistemi, a volte anche molto complessi o sofisticati, che consentono di fissare le lenti e di costruire un occhiale da indossare sul volto dellindividuo. Il termine di montature a giorno sta a significare la presenza delle lenti, libere dagli anelli di tenuta delle montature classiche. Il bordo delle lenti appare infatti visibile nel suo contorno con tutte le problematiche che questo comporta per gli aspetti tecnici e per quelli estetici. I sistemi di assemblaggio di tali montature, formate solitamente dalle due astine e dal ponte consentono direttamente la tenuta delle lenti e la realizzazione dellocchiale. I metodi di assemblaggio lente-montatura pi usati sono: - il sistema nylor, nel quale la lente trattenuta attraverso un filo di nylon teso allinterno di un canale realizzato sul bordo della lente - il sistema glasant, nel quale le lenti sono fissate alle aste ed al ponte attraverso viti o perni che attraversano la lente - il sistema air, nel quale invece di viti vengono utilizzate delle aste, arricciate a forma di molla che vengono inserite a pressione in asole, ovali, appositamente realizzate nei punti opportuni della lente - il sistema pinfeel, nel quale due piccoli perni terminali delle aste vengono inseriti ed incollati nel bordo della lente. E evidente che con questo sistema si dovr avere particolare attenzione allo spessore al bordo della lente onde evitare uneccessiva fragilit dei punti di inserimento dei perni. Particolare attenzione dovr essere posta nellutilizzo di colle speciali, assolutamente trasparenti, che consentano di non mettere in particolare risalto i perni inseriti. montature tipo eyemetrics e- nellambito di questi tipi di montature a giorno, una particolare attenzione va dedicata alle montature costruite con il metodo eyemetrics. Questi sono occhiali costruiti su misura con un sistema brevettato alla met degli anni ottanta e sul mercato italiano dai primi anni novanta. Eyemetrics consente di fabbricare gli occhiali a partire da una serie di rilevazioni computerizzate che permettono di determinare i
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parametri anatomici e visivi dellindividuo e di impostare il ciclo di lavorazione delle parti della montatura e del suo assemblaggio. La montatura realizzata da alcuni pezzi, come le altre a giorno, astine, ponte e naselli, completamente anallergici, in materiale plastico, globalmente del peso di soli pochi grammi. Il sistema di montaggio delle lenti non impiega viti, ma particolari perni inseriti nelle lenti, allo scopo forate. La particolarit di questi occhiali, classificati comunque a giorno quella di aver preso come riferimento il volto dellindividuo con tutte le sue particolarit che lo rendono unico e diverso da una persona allaltra. Ogni imperfezione o differenza da una situazione standard viene infatti rilevata nella fotografia iniziale e determina particolari attenzioni in sede di montaggio dellocchiale finito. I vantaggi in termini di comfort, leggerezza e stabilit possono essere analoghi ad altre montature della stessa categoria. 1.2 La forma di una montatura In questi ultimi anni la moda, il design ed i vari testimonial hanno contribuito non poco a svuotare il prodotto montatura del suo significato tipicamente tecnico. Lotticooptometrista ha perso il suo ruolo di consigliere qualificato e di tecnico competente agli occhi dellutilizzatore, soprattutto per quanto riguarda la scelta della montatura. Spesso infatti il cliente stesso che impone la scelta di una determinata montatura, perch griffata e non vuol sentire ragioni su prodotti o modelli diversi anche se molto simili. Occorre invece riaffermare il concetto che un occhiale, soprattutto se poi equipaggiato con lenti particolari sempre un prodotto ad alta tecnologia che deve pertanto seguire, prima di tutto determinate regole tecniche che non sempre possono andare daccordo con lidea iniziale o con le scelte che lindividuo intende fare. La montatura infatti deve assolvere il suo compito di struttura portante delle lenti nel miglior modo possibile, dando luogo ad un occhiale finito, comodo, confortevole, ma soprattutto tecnicamente corretto. Saper quindi ancora consigliare o sconsigliare, giustificando con argomentazioni semplici, ma rigorose i propri consigli o le proprie perplessit di tecnico dellocchiale, significa riappropriarsi di un ruolo professionale che consentir di eseguire sempre lavori a regola darte, con piena soddisfazione degli utenti finali. In questa logica, forma e dimensione dellocchiale giocano sempre un ruolo di primaria importanza nelleconomia del prodotto finito. La forma della montatura deve rispondere a due requisiti fondamentali: deve essere scelta consona al volto dellindividuo deve avere requisiti adatti alle lenti che dovranno poi essere inserite in tale montatura In generale possiamo dire che forme particolarmente regolari, tendenti al tondo, allovale e comunque non particolarmente allungate, risultano sempre da preferire per qualunque tipo di prescrizione. In alcune tipologie di lenti, quali le lenti progressive o le bifocali, la forma della montatura non deve essere squadrata, a tipo rettangolo, ma presentare una dimensione verticale, non molto diversa da quella orizzontale. Questo consentir di utilizzare le varie aree della lente in modo corretto, evitando che per una forma non adatta possa venir compromessa una corretta visione attraverso le lenti stesse. E chiaro che lenti di tipo sferico, di bassa potenza, lenti non graduate o anche lenti toriche, ma sempre di basso potere potranno essere montate su molti modelli di montature, non essendo di particolare impatto il funzionamento della lente in questi occhiali.

1.3 La dimensione della montatura Come noto la dimensione di una montatura definita dai suoi parametri costruttivi, denominati calibro e ponte che insieme determinano lo scartamento della montatura. Tali caratteristiche devono essere in relazione alla dimensione del volto dellindividuo: la montatura calzata infatti dovrebbe posizionarsi in modo tale che i centri pupillari del soggetto vengano a trovarsi al centro degli anelli della montatura. La condizione ideale quindi sar quella di rendere il pi possibile vera luguaglianza fra: scartamento della montatura = distanza interpupillare del soggetto In tal modo la montatura risulter adatta al volto dellindividuo con una serie di vantaggi da un punto di vista tecnico che ora andremo ad analizzare. Per realizzare una corretta centratura della montatura stessa occorre prestare molta attenzione anche alla scelta di un corretto ponte. Esso infatti, oltre a determinare lo scartamento della montatura, la caratteristica fondamentale per lesatto posizionamento della montatura stessa e la sua precisa stabilit. Un ponte largo, rispetto alle caratteristiche morfologiche dellindividuo, infatti, determiner una continua discesa della montatura sul naso con un evidente stato di disagio, mentre un ponte stretto far calzare alta la montatura che acquisir inoltre una notevole instabilit. 1.4 I problemi legati a forma e dimensione I due parametri appena analizzati determinano complessivamente la grandezza dellocchiale ed influiscono su alcune caratteristiche che occorre conoscere nellintento di fornire sempre il miglior prodotto per lutilizzo che ne deve essere fatto. La forma dellanello della montatura, insieme alla sua dimensione devono garantire un campo visivo ampio e ben strutturato. E intuitivo infatti pensare che la montatura determina una specie di diaframma che posizionato davanti allocchio dellindividuo ne diminuisce il campo visivo. Spesso si parla di scotoma della montatura. Per quanto riguarda la forma essa deve garantire un campo visivo superiore nel piano orizzontale rispetto a quello del verticale; le escursioni infatti degli assi visivi (lateroversioni) devono essere maggiori orizzontalmente che verticalmente (infraduzioni). E inoltre importante segnalare che pi la lente di notevoli dimensioni e pi diviene possibile unampia visione laterale che utilizza le aree pi periferiche della lente. Queste come noto sono le zone dove le aberrazioni, in particolare quelle cromatiche e lastigmatismo dei fasci obliqui assumono valori a volte rilevanti, dando luogo ad una visione non di particolare qualit. Anche le deviazioni prismatiche introdotte dalla lente aumentano con laumentare della visione laterale. Montature particolarmente piccole invece costringono a continue rotazioni del capo, associate a quelle degli assi visivi. In particolari tipi di lenti forma e dimensione della montatura devono poi essere scelte in funzione della lente stessa, ad esempio nelle lenti bifocali, progressiveAppare quindi chiaro che realizzare un giusto equilibrio, consono alle caratteristiche morfologiche dellindividuo, uno dei compiti principali al quale deve tendere lottico nel consigliare la scelta della montatura al proprio cliente.
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Forme particolarmente irregolari associate a dimensioni notevoli comportano inoltre un aumento del diametro della lente da inserire nella montatura stessa. Mentre il calcolo di tale diametro sar visto successivamente in un paragrafo a parte, possiamo subito fissare lattenzione sul fatto che un diametro elevato comporta sempre un aumento dello spessore della lente sia al centro che al bordo con laumento anche del relativo peso. Non si dimentichi che lenti sottili e leggere sono un imperativo categorico della prescrizione e del confezionamento di ogni occhiale. Nel determinare come elemento base di partenza per la scelta di una montatura il fatto che il suo scartamento sia il pi possibile simile alla distanza interpupillare dellindividuo, si deve pensare che ogni volta che ci si allontana da questa condizione, si deve aumentare il diametro della lente da utilizzare. Infatti solo tale uguaglianza determina il montaggio della lente centrata nella montatura e pertanto con il minimo diametro possibile. Ogni volta che questi due parametri non coincidono la lente dovr posizionare il proprio centro ottico diversamente dal centro geometrico dellanello della montatura; tale situazione potr per avvenire solo con una lente di diametro maggiorato. Una seconda situazione ancora pi disagevole andr per a determinarsi e cio che gli spessori al bordo della lente risulteranno fra loro squilibrati. Soprattutto nelle montature sottili in metallo ed in quelle a giorno tale situazione potr essere visibile e determinare un aspetto estetico a volte sgradevole. Sar pertanto opportuno, con individui aventi distanza interpupillare modesta scegliere montature con scartamento piccolo e viceversa. Se da una parte forme dellocchio della montatura irregolari comportano alcuni disagi, si deve tener conto di evitare in alcuni casi anche forme troppo regolari. Forme rotonde, ad esempio o molto vicine al rotondo rendono difficoltosa una stabilit della lente allinterno dellocchiale. Soprattutto con particolari tipi di lenti, quali le lenti toriche per la correzione degli astigmatismi o le lenti progressive o alcuni tipi di lente bifocale, necessario garantire limpossibilit di una rotazione della lente, durante la pulizia dellocchiale o la sua normale manutenzione. In queste lenti infatti lasse del cilindro o la posizione delle varie aree funzionali della lente sia essa progressiva o bifocale devono essere assolutamente salvaguardate rispetto alla ricetta di partenza. Se malauguratamente, durante la pulizia o la manutenzione della lente dovesse avvenire una rotazione della lente stessa ne verrebbe alterato il previsto funzionamento.

1.5 Vestibilit della montatura Oltre a forma e dimensione della montatura si deve dare grande importanza anche alla calzabilit dellocchiale sul volto dellindividuo. Montature di corretta forma e dimensione potrebbero posizionarsi in modo scorretto, creando problemi alla giusta centratura delle lenti davanti agli occhi del soggetto. Spesso questo dipende dalla dimensione del ponte della montatura; come abbiamo gi visto un ponte troppo stretto fa indossare locchiale alto, mentre un ponte largo fa scendere la
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montatura sulla punta del naso. La stabilit della montatura sul volto in questi casi pu risultare molto precaria, le lenti non sono mai sistemate in modo corretto e locchiale continua a cambiare posizione e distanza davanti agli occhi dellindividuo. Per una corretta vestibilit della montatura anche la lunghezza delle aste molto importante perch pu garantire che la montatura rimanga stabile e sempre ben centrata. Un altro aspetto importante da controllare per garantire un buon posizionamento della montatura langolo di inclinazione, chiamato angolo pantoscopico, la montatura deve assumere, quando indossata uninclinazione verso il volto del portatore. Negli occhiali prevalentemente utilizzati per la visione per lontano tale valore angolare pu essere modesto, dellordine anche di solo qualche grado; questo in quanto i movimenti verticali degli assi visivi in tale tipo di utilizzo possono essere considerati abbastanza limitati. Negli occhiali invece a prevalente utilizzo per vicino il valore dellangolo di inclinazione deve essere pi consistente, anche di circa 15 per garantire che alle rotazioni verticali degli assi visivi nelle varie posizioni di sguardo, sia garantita una costante distanza della lente rispetto allocchio. Se locchiale invece destinato ad un uso costante linclinazione da adottare potrebbe essere di circa 8 10: tale valore risulta molto importante se la montatura viene utilizzata per lenti progressive in quanto questo fatto consente di mantenere le lenti equidistanti dal centro di rotazione dellocchio, nel passaggio dalla visione per lontano a quella per vicino. E chiaro comunque che tale valutazione devessere fatta solo a montatura indossata. Linclinazione riferita infatti, non devessere verificata su un piano, ma direttamente sul volto dellindividuo. Molto importante anche la cosiddetta meniscatura del frontale che garantir una costante distanza delle lenti rispetto agli occhi, durante le lateroversioni. Lavvolgimento del frontale dovrebbe avere un valore angolare di circa 4-6. Per entrambi i valori di inclinazione e curvatura del frontale opportuno ricordare che la distanza lenteapice corneale devessere mantenuta abbastanza ridotta nellinteresse dellaumento del campo di sguardo. Una distanza lente-apice corneale ridotta consente di limitare il cosidetto effetto buco della serratura, fenomeno che tende ad aumentare allontanando la lente dallocchio. Si deve poi tener presente che, soprattutto nelle montature in materiali plastici, il frontale tende nel tempo a raddrizzarsi, modificando la posizione delle lenti davanti agli occhi del portatore. Sar bene pertanto informare il soggetto di far controllare periodicamente il proprio occhiale, tenuto conto che semplice ripristinare la corretta meniscatura e linclinazione del frontale della montatura eventualmente deformata. 1.6 Stabilit della montatura Una delle condizioni fondamentali per un occhiale da indossare senza problemi nel tempo, la corretta e costante posizione centrata delle lenti davanti agli occhi dellindividuo. Solo lindeformabilit della montatura e la sua stabilit nel tempo possono consentire di mantenere le lenti nella loro corretta posizione per tutto il periodo di utilizzo. In alcuni particolari casi, quali le lenti toriche ad alto cilindro, le lenti progressive, le lenti bifocali, occorre evitare montature molto delicate che nel tempo, con luso, possono deformarsi finendo per calzare sul volto dellindividuo in modo diverso rispetto a quello prescritto. Spesso, infatti il ponte tende ad allargarsi e la montatura scende sul naso, il frontale si appiattisce, aumentando la distanza delle lenti dallocchio nelle aree laterali e le astine si divaricano o cedono lievemente le cerniere, rendendo pi difficile il mantenimento in
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posizione delle lenti. Pi o meno nel tempo tutte le montature subiscono lievi modificazioni: occorre perci periodicamente far risistemare locchiale rendendo nuovamente appropriate le varie posizioni. In alcuni casi sarebbe preferibile che unequipaggiamento, ad esempio con lenti multifocali avvenisse utilizzando: montature in materiale plastico di buona qualit, con una corretta dimensione del ponte e della lunghezza delle aste, controllando sempre che locchio dellindividuo sia centrato rispetto allocchio della montatura. montature in metallo o cello-metallo che essendo fornite di naselli mobili possono consentire anche lievi aggiustamenti del posizionamento dellocchiale per eventuali modifiche, necessarie in sede di centratura finale. Unaltra importante avvertenza occorre venga data al cliente portatore di occhiali ed quella di tenere con grande cura il proprio occhiale, evitandogli colpi, cadute o deformazioni dovute a incidenti o ad un uso improprio. Il portatore deve inoltre convincersi che dopo eventuali eventi traumatici gli occhiali devono essere risistemati per garantire sempre una corretta centratura delle lenti in ogni situazione di visione. 1.7 Il diametro della lente Le caratteristiche di forma e dimensione della montatura acquistano primaria importanza per il calcolo del diametro della lente da inserire nellocchiale. In linea generale la regola semplice dice che: diametro della lente = calibro della montatura + 2 mm. per il montaggio Occorre per distinguere quattro differenti situazioni: 1. Il calibro della lente non rappresenta la dimensione massima dellanello della montatura; questo pu avvenire con montature di forma particolarmente allungata o irregolare. Occorrer in questo caso misurare tale dimensione e comportarsi come se questo fosse il calibro. diametro della lente = dimensione massima della montatura + 2 mm. 2. Lo scartamento della montatura uguale alla distanza interpupillare, le lente deve essere montata centrata e pertanto seguir la regola sopradefinita 3. Lo scartamento della montatura diverso dalla distanza interpupillare dellindividuo; si dovr in questo caso decentrare le lenti per rispettare lesatta distanza interpupillare del soggetto e pertanto i centri ottici delle due lenti dovranno trovarsi in posizione diversa dal centro dellanello della montatura. Per il calcolo del diametro allora si dovr partire dal calibro e aggiungere il doppio del decentramento introdotto per il rispetto della distanza interpupillare. diametro della lente = calibro + 2 decentramento per linterpupillare + 2 mm.
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4. Nella ricetta dellocchiale introdotto anche un effetto prismatico; si dovr in questo caso calcolare il decentramento e tenerne conto nel calcolo del diametro. diametro della lente = calibro + 2 la somma dei decentramenti + 2 mm. Il diametro di partenza della lente non sagomata molto importante perch ad esso correlato sia lo spessore che il peso della lente finale. A tale proposito occorre ricordare che nelle lenti positive non si devono mai utilizzare lenti di grande diametro per montature di piccolo calibro; la lente deve essere costruita del diametro minimo che copre lanello della montatura stessa in funzione dei parametri di montaggio dellocchiale sopraelencati. Nelle lenti negative invece questa situazione generalmente ininfluente in quanto comunque lo spessore al bordo della lente tagliata non dipende dal diametro di partenza della lente stessa. Qualche lieve variazione pu essere dovuta ad un aumento dello spessore al centro in quanto per eventuali grandi diametri si deve garantire consistenza e stabilit alla lente anche durante la sua lavorazione meccanica. 1.8 Come scegliere una montatura Armonizzare la scelta della montatura con le esigenze e le caratteristiche dellindividuo e con il tipo di lente che dovr essere montata una delle operazioni pi delicate che attengono al lavoro del professionista dellottica. Quando lametrope deve affrontare per la prima volta il problema di indossare un paio di occhiali o deve cambiare una vecchia montatura si pone sempre questo, a volte complesso, problema. Rassicurare il soggetto, spaventato dallidea che locchiale possa alterare i lineamenti del volto o limmagine e nello stesso tempo consigliare e condurre verso una scelta non solo di tipo estetico, ma che sia congrua alle caratteristiche morfologiche della faccia dellindividuo e soprattutto del tipo di lenti che si dovranno inserire, questa la maggiore difficolt delloperazione. Infatti il senso di sicurezza nellaffrontare i rapporti con gli altri e nel mondo del lavoro che nasce dallessere a volte, alla moda, spinge gli individui ad essere poco disponibili a scelte diverse da quelle pensate. Invece importante che il cliente capisca che vi sono alcune regole importanti da seguire: particolari gradazioni elevate di un difetto visivo escludono la possibilit di ricorrere a montature di grandi dimensioni, la correzione di certi astigmatismi con cilindri anche non elevati sconsigliano luso di montature di forma regolare. In montature molto larghe sullasse orizzontale, luso di una lente con forte cilindro potrebbe dar luogo ad una visione distorta, soprattutto nelle aree pi laterali. Al di l di questi aspetti tecnici i progressi tecnologici portati avanti in questi anni lasciano comunque ampia libert di scelta fra le montature in commercio, indipendentemente dal tipo di correzione, purch essa non sia particolarmente elevata o complessa. Alcuni aspetti, al limite di un discorso tecnico ci portano ad affermare che la montatura deve essere scelta anche in funzione della forma del viso del soggetto. Certo per ogni morfologia esistono parecchi tipi di montature che possono essere adattate in modo soddisfacente. Vediamo alcuni ulteriori elementi utili per una scelta corretta della montatura: Adatti al naso Sul piano pratico abbiamo gi visto che importante che locchiale si adatti prima di tutto alla conformazione del naso dellindividuo. Occorre evitare che la montatura scivoli sul
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naso, lasci segni che nel tempo risultano fastidiosi o risultare pesanti o dolorosi se indossati per parecchio tempo con continuit. In particolare si tenga presente che: se la radice del naso stretta, occorre preferire un ponte alto e sottile se larga si dovr optare per un ponte largo e basso locchiale deve sempre calzare nella parte alta del naso Adatti alle sopracciglia La montatura dovrebbe seguire la curva delle sopracciglia evitando di tagliarla. Il limite superiore della lente deve fermarsi alla base delle sopracciglia che opportuno non si vedano molto allinterno della lente. Adatti agli zigomi Gli occhiali non devono toccare la zona degli zigomi perch lascerebbero segni antiestetici, risulterebbero fastidiosi e inoltre potrebbero essere instabili. Se gli zigomi sono alti e particolarmente sporgenti pu essere opportuno portare montature leggere. Adatti al viso Possiamo definire quattro tipi fondamentali di forme del viso: ovale, lungo, rotondo e squadrato. In funzione della morfologia del volto del soggetto possiamo seguire due diversi criteri nella scelta della montatura. Armonizzare montatura e linea del viso Compensare con la montatura le particolarit del volto Viso ovale: in questo caso possibile scegliere fra molti tipi di forme, piccole, grandi, strette a seconda del gusto e del carattere del viso che si vuol far risaltare. Viso lungo: possibile scegliere fra linee che sottolineano la morfologia di questo viso oppure scegliere montature che per laccentuata dimensione orizzontale tagliano e allargano il volto. Viso rotondo: un viso rotondo e corto avr necessit di una montatura che con linee verticali o oblique lo slancino ricomponendo quindi una certa armonia del volto stesso. Viso squadrato: un tale viso pu essere accentuato con forme geometriche che lo inquadrano e lo definiscono oppure attenuato nei suoi lineamenti con forme che lo ingentiliscono, quali quelle ovali. Senza dilungarci troppo in un argomento di particolare stampo estetico che ovviamente esula da questo capitolo possiamo concludere largomento ricordando che ormai esistono occhiali per tutte le occasioni e tutte le esigenze. Nella scelta di una montatura lideale per sempre quello, oltre che di abbandonarsi ai gusti ed alla propria fantasia, non perdere mai di vista, facendosi opportunamente consigliare, il lato tecnico legato al tipo di lente da utilizzare ed alla conformazione del volto del soggetto. 1.9 Conclusione Come abbiamo visto la montatura, lungi dallessere solo un elemento legato alla moda od al design acquista una grande importanza per la funzionalit e la durata nel tempo senza modifiche, dellocchiale.

Una scelta forte di professionalit, accompagnata dal rifiuto della banalizzazione nella scelta dellocchiale consente di svolgere il ruolo di consigliere attento a tutti i problemi legati ad un buon prodotto finale. Occorre offrire al consumatore un vero e proprio servizio di consulenza che il modo pi sicuro per acquisire professionalit ed essere sempre apprezzati dai propri clienti. Qualit, comfort e design sono senzaltro i tre punti fondamentali da tenere presenti in una scelta ponderata della montatura fino ad oggi ritenuta solo un elemento accessorio dellocchiale finito.

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2 - MATERIALI PER LE MONTATURE


2.1 Caratteristiche generali dei materiali per montature Abbiamo visto che compito specifico di una montatura tenere stabilmente nel tempo le lenti davanti agli occhi del portatore; appare allora importante indagare quali devono essere le caratteristiche dei materiali con i quali costruire le montature stesse. Possiamo subito pertanto definire le qualit indispensabili perch, a prodotto finito, una montatura sia utile allo scopo per la quale stata costruita. Qualunque sia il tipo di materiale esso deve comunque rispondere alle seguenti qualit: Leggerezza Resistenza meccanica Stabilit dimensionale Compatibilit con lepidermide Facile possibilit di inserimento delle lenti Possibilit di trattamenti superficiali Come si vede il capitolato di una montatura, lungi dallessere legato al solo semplice effetto estetico, deve rispondere a ben precise richieste che da un punto di vista tecnico devono trovare sempre le adeguate soluzioni. Prima di parlare dei materiali diamo unocchiata alle caratteristiche sopra definite per darne una breve illustrazione. Leggerezza Come per le lenti, anche per le montature la leggerezza appare una delle qualit fondamentali. Locchiale come ben sappiamo va indossato dal portatore per lunghi periodi di tempo e pertanto lattenzione al comfort significa un porto dellocchiale pi agevole e di soddisfazione, senza gli sgradevoli effetti collaterali dovuti alla pesantezza. Anche per i materiali delle montature quindi lanalisi del peso specifico sar una caratteristica importante. Sia i materiali plastici che i vari metalli utilizzati dovranno rispondere e sono generalmente scelti in funzione di questa importantissima qualit. In fondo anche la scelta di un tipo speciale di montatura ( a giorno, nylor.) risponde alla logica di contenere soprattutto il peso della montatura. Resistenza meccanica Con il termine generico di resistenza meccanica occorre intendere un complesso di caratteristiche che il materiale deve avere per rispondere con completezza alla sua funzione. Appare infatti importante che il materiale presenti: unelevata resistenza allurto unottima resistenza alla flessione unelevata elasticit una certa memoria di forma Queste caratteristiche infatti, delineate dai moduli di resistenza, appaiono di grande importanza affinch la montatura risponda ai suoi specifici compiti restando una parte sicura del manufatto occhiale capace di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche.

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Stabilit dimensionale Per durare a lungo importante che la montatura si mantenga stabile nel tempo. Questo significa non alterare la propria forma, per effetto di deformazioni e non modificare le proprie dimensioni, generalmente a causa delle variazioni di temperatura. Spesso infatti le montature si deformano anche solo per lutilizzo o con il passare del tempo, svolgendo pertanto in modo diverso la propria funzione. La stabilit dimensionale, sovente legata alle qualit meccaniche del materiale stesso, fa in modo che la montatura non si alteri per effetto di urti o colpi, subiti nel tempo o per un uso incongruo del prodotto occhiale da parte del portatore. A questo proposito appare molto importante che lutente venga istruito sulluso corretto del proprio occhiale, insegnandogli ad evitare manovre che nel tempo possono alterarne la forma. Anche per quanto riguarda la dimensione esperienza di tutti gli addetti ai lavori che sovente montature di alcuni materiali, sottoposte al riscaldamento della ventiletta per il montaggio, restano poi di dimensione alterata (generalmente si restringono). Una buona stabilit della montatura inoltre molto importante con lutilizzo di lenti che devono posizionarsi in modo rigoroso, quali le lenti toriche, le bifocali, le progressive. Appare a tal proposito utile ricordare che alcune montature, di tipo a giorno, in uso ai giorni nostri, poco rispondono alle caratteristiche di stabilit qui evidenziate, restando instabili e quindi inadatte per queste particolari lenti. Compatibilit con lepidermide Anche questa una caratteristica di grande importanza per il materiale di una montatura. Infatti il contatto fisico fra il metallo o la materia plastica della montatura ed il corpo umano non deve creare situazioni allergizzanti o di rifiuto. Questo tenuto anche conto che la montatura vivendo a contatto con il corpo del portatore interagisce con esso e con tutte le vicende a cui lo stesso sottoposto. In particolare il sudore, dal momento che pu essere pi o meno acido (ph 3,8 5,6), pu creare interazioni con il materiale e quindi situazioni di allergia da una parte e linvecchiamento precoce della montatura dallaltra. Per alcuni metalli, ad esempio il nichel, questo fatto ormai assolutamente accertato ed oggetto di direttive in sede europea per cercare di contenere gli effetti del contatto con questo materiale. Sovente invece la situazione legata al materiale stata modificata da eventuali trattamenti superficiali avvenuti sul materiale base della montatura, quali ad esempio laccature, verniciature o rivestimenti in genere. Anche per questi materiali la verifica della compatibilit epidermica appare sempre molto importante. Non si dimentichi che in prima istanza, in caso di problemi legati alla salute del portatore, chi ha di fatto messo in commercio il prodotto ne diviene il primo diretto responsabile. Facile inserimento delle lenti Potremmo dire che questa qualit va vista in modo differenziato fra i due grandi gruppi di materiali usati per le montature: i metalli e le materie plastiche. Mentre nei primi linserimento della lente avviene con lapertura dellanello della montatura, attraverso una vite, nelle montature in plastica la lente viene inserita attraverso il riscaldamento della montatura stessa. Per i metalli sar pertanto importante una discreta elasticit che consenta unagevole apertura e richiusura del cerchio, senza deformazione.
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Nelle materie plastiche invece sar importante che il materiale possieda un coefficiente di dilatazione termica elevato, associato alla possibilit di bloccare le deformazioni attraverso un improvviso raffreddamento. A tale proposito vedremo poi in seguito che alcuni materiali denominati termoplastici meglio rispondono di altri a questa fondamentale richiesta. I trattamenti di superficie Oggi possiamo senzaltro asserire che quasi nessuna montatura si presenta allo stato finale priva di trattamenti superficiali. Come facilmente intuibile essi tendono ad assolvere a due compiti fondamentali e cio: dare o rinforzare il materiale di base con caratteristiche che normalmente non possiede rendere il prodotto finito di estetica migliore Si potranno quindi avere trattamenti di laccatura o verniciatura di tipo protettivo o colorazioni di vario genere nei materiali plastici mentre nelle montature in metallo ci potranno essere rivestimenti per placcatura o laminatura oltre a colorazioni, trattamenti galvanici e verniciature varie. Per tutte queste operazioni che vedremo in un capitolo seguente importante che il materiale di base, sia esso plastico o metallico sia compatibile con tali lavorazioni per evitare o costosi trattamenti di base o lo "scollamento" nel tempo del rivestimento stesso. A volte appunto per rendere effettiva questa compatibilit occorrono dei trattamenti di base che facilitano poi ladesione dei rivestimenti successivi e la loro resistenza nel tempo. La tecnologia dei trattamenti superficiali sulle montature ha fatto in questi anni passi grandissimi rendendo possibile la costruzione di manufatti, attraverso procedimenti anche relativamente semplici, solo qualche anno fa ritenuti assolutamente impensabili.

2.2 Materiali per montature Sulla base di quanto sopra detto vengono utilizzati per le montature essenzialmente due gruppi di materiali: le materie plastiche i metalli e le leghe metalliche Possiamo ricordare anche che sia nel passato che in alcuni particolari specifici casi ancora oggi, possono essere usati per la costruzione di montature alcuni materiali non sintetici, ricavabili in natura da piante, animali o materiali fossili. 2.3 Le materie plastiche Le materie plastiche sono dei miscugli a base di resine naturali o di prodotti ottenuti per sintesi artificiali, suscettibili di essere modellate o lavorate per ottenere dei prodotti semifiniti o finiti. Esse contengono diversi elementi detti cooperanti al fine di migliorarle o di diminuire il loro costo. Sono composti organici con struttura polimerica (grandi catene molecolari costruite a partire da un monomero base). Esse sono insolubili in acqua, con comportamento plastico ed elastico. Hanno quindi caratteristiche di: plasticit: modificano la loro forma per effetto del calore e delle forze o pressioni applicate
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elasticit: le modifiche eventualmente subite sono in parte riassorbite ed il manufatto tende nel tempo a riprendere una sua forma originale.

Struttura Le materie plastiche sono composte da molecole giganti aventi la forma di lunghe fibre. Si possono dividere in tre grandi categorie in funzione del loro comportamento al calore: materiali termoplastici (Tp): resine la cui forma dei manufatti pu essere modificata pi volte in seguito ad un riscaldamento e raffreddamento reversibili. In questi materiali le fibre che li compongono sono libere di muoversi le une contro le altre. Gli emollienti presenti non fanno che accrescere questa tendenza. Si possono fondere, sciogliere e saldare. Riscaldate si rammolliscono, raffreddate si induriscono. Sotto linfluenza dei solventi in generale si gonfiano o si dissolvono. materiali termoindurenti (Th): resine la cui forma pu essere modificata con maggiore difficolt, sempre in seguito a riscaldamento e con successivo raffreddamento. In questi materiali, chiamati anche duroplasti, le fibre che li compongono sono fra loro intrecciate; la mobilit cos fortemente ridotta. Esse si deformano poco sotto leffetto del calore e comunque occorre superare una temperatura di soglia. Non fondono, non si sciolgono, un elevato riscaldamento le distrugge. Si saldano con colle. elastomeri: resine sintetiche che presentano un comportamento elastico simile alla gomma naturale pur differendo da essa per struttura. Non si possono fondere o sciogliere, ma si rigonfiano. In questo gruppo ricordiamo le gomme siliconiche.

2.4 Le materie plastiche fondamentali nella storia La storia delle materie plastiche molto lunga ed articolata e traccia il lento cammino della tecnologia verso traguardi sempre pi importanti nella ricerca e messa a punto di prodotti che sempre meglio cercavano di risolvere le problematiche poste dalle varie esigenze di mercato. A solo titolo di esempio vengono di seguito elencate alcune delle tappe fondamentali e dei materiali ancora oggi ritenuti capisaldi della storia e tecnologia delle materie plastiche per il campo oftalmico. 1839 polistirene (Simon) 1846 nitrocellulosa (Schonbein) 1868 celluloide (Hyatt) 1879 caucci sintetico (Bouchardst) 1897 galalite (Sprittegler e Krisglir) 1907 acetato di cellulosa (Bayer) 1909 bachelite (Baekeland) 1928 polimetacrilato di metile (Robin e Hass) 1930 caucci sintetico (isoprene-Farben); (duprene-Dupont di Nemours); (suprene) 1935 cloruro di polivinile-PVC (Farben) 1937 nylon (Carothers) silicone 1946 resine poliuretaniche 1957 policarbonati
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1971 optyl 2.5 Materie prime di base Le materie prime di base a partire dalle quali vengono prodotte le materie plastiche utilizzate nel campo oftalmico hanno come elementi di partenza dei prodotti naturali o dei loro derivati. Essi sono: ** cellulosa del legno o del cotone ** latte ** caucci ** petrolio e suoi derivati: catrame, olio .. ** carbonio ** silicio ** calcare, solfuri A partire da questi prodotti, attraverso procedimenti a volte molto complessi o difficoltosi vengono create le resine sintetiche che sono poi utilizzate per la fabbricazione delle montature e delle varie parti di esse. Alcune di queste resine sono utilizzate anche nella fabbricazione delle lenti oftalmiche (vedi i policarbonati). Nella fabbricazione delle materie plastiche sono sempre aggiunti dei cooperanti che aiutano i processi di lavorazione e permettono lottenimento delle qualit finali richieste al prodotto. Essi possono essere cos classificati: solventi: liquidi capaci di disperdere una materia plastica o una resina per ottenere una soluzione colloidale. Le qualit principali dei solventi devono essere: * stabilit nel composto finito (non devono evaporare) * scarsa attivit fisiologica * limpidezza e assenza di colore plastificanti: rendono flessibili ed elastiche le materie plastiche. Le qualit richieste sono: * scarsa volatilit * resistenza ad composti chimici * stabilit di struttura. stabilizzanti: componenti che mescolati alle resine in piccole proporzioni impediscono la trasformazione e la degradazione per ossidazione. Sono sovente sali metallici di stagno, piombo, sodio, bromo varianti: elementi da incorporare al miscuglio plastico al fine di diminuire il costo, senza deteriorare le propriet richieste alla resina finale. Devono essere di basso costo, neutri e resistenti al calore ed alla luce. pigmenti e coloranti: sono composti organici o minerali atti a rendere la resina opaca oppure a colorarla senza farle perdere la sua trasparenza e translucidit. Devono inoltre essere di facile dispersione nella resina, resistenti al calore, alla luce ed agli agenti atmosferici. I coloranti si possono omogeneizzare: il miscuglio fatto nella resina ancora liquida. Se il colorante si amalgama bene, il colore uniforme, se ripartito irregolarmente, il colore pu apparire screziato. Questo procedimento si pu utilizzare
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per i composti della cellulosa o per le resine epossidiche. Le resine si possono anche colorare per immersione: le molecole del colorante penetrano dallesterno, scorrono tra le fibre, non coprendo completamente la superficie. 2.6 Materiali plastici utilizzati per le montature Alla luce dei paragrafi precedenti appare importante ribadire alcuni concetti di fondo che devono guidare alla comprensione delle problematiche legate alla scelta dei materiali per una montatura. Le doti fondamentali di leggerezza, elasticit ed indeformabilit richieste al materiale per una montatura, devono accompagnarsi alla possibilit, attraverso semplici operazioni di poter agevolmente inserire le lenti nella montatura e compiere tutte le modifiche di struttura necessarie ad un approntamento corretto dellocchiale finito. A tale proposito sembra di dover affermare che le resine di tipo termoplastico siano quelle che meglio di altre associano nel complesso le qualit richieste ad una montatura. Come sempre per le scelte tecnologiche hanno, soprattutto in questi ultimi anni, portato allimmissione sul mercato di materiali anche di altro tipo, che, ad una prima valutazione sembrerebbero di caratteristiche contrarie a quelle richieste (vedi ad esempio i materiali termoindurenti). La valutazione per di questi diversi materiali devessere pi attenta in quanto solitamente gli stessi sacrificano alcune caratteristiche di base a vantaggio di altre, ritenute in alcuni casi di maggiore importanza, quali la resistenza meccanica (vedi le fibre di carbonio) o lelasticit (tipo il nylon) o la leggerezza e lindeformabilit (quali loptyl). Con queste premesse i materiali solitamente utilizzati per le montature possono essere: resine naturali: legno, corno, tartaruga, avorio, osso, fanone di balena, ambra, guttaperca resine artificiali * cellulosiche ** nitrato di cellulosa o celluloide ** acetato di cellulosa: rhodoid/duroid ** acetopropionato di cellulosa ** acetobutirrato di cellulosa ** polimetilmetacrilato PMMA ** poliacrilati ** nylon o suoi derivati ** policarbonato ** fibra di carbonio ** optyl

* acriliche * ammidiche * carbonati * epossidiche

2.7 Metodi di lavorazione di una montatura A partire dai materiali sopradefiniti occorre subito evidenziare che la lavorazione di una montatura in materia plastica avviene essenzialmente attraverso tre diversi tipi di procedimenti e cio: fresatura da lastra (acetati e derivati). La fabbricazione della montatura avviene a partire da una lastra di materiale plastico di dimensione e spessore consoni alla montatura finale; a partire da questa lastra che, come vedremo in seguito pu essere ottenuta attraverso due diversi tipi di lavorazione, utilizzando fasi di lavorazione meccanica (fresature, forature ..) si ottiene la montatura allo stadio quasi finito.
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Questo metodo forse il pi utilizzato e presenta alcuni vantaggi di grande importanza: * possibile ottenere lastre che riproducono qualsiasi tipo di disegno * utile anche per produzioni di piccole serie, in quanto non prevede grandi investimenti in macchine od attrezzature * si costruiscono prodotti che essendo ottenuti attraverso lavorazione meccanica presentano una grande stabilit come forma, dimensione e caratteristiche generali colata (da polveri o granuli). Questo un metodo di lavorazione per grandi serie di prodotti; esso prevede la creazione di uno stampo, apribile, che riproduce la sagoma della montatura finale. Le polveri o i granuli del materiale base vengono plastificati, resi allo stato fluido-pastoso ed immessi per semplice colata negli stampi. Sovente il materiale contiene degli elementi cooperanti che facilitano lindurimento della montatura nello stampo; tale ciclo potrebbe anche realizzarsi attraverso un vero e proprio ciclo di polimerizzazione. Il sistema presenta ovviamente pregi e difetti: * il costo degli stampi sempre notevole e dipende dal tipo di montatura da realizzare e quindi dal grado di difficolt dello stampo e dal grado di finitura superficiale che si vuol dare alla montatura che esce dallo stampo. E quindi un metodo utile per grandi serie e montature non molto complesse per quanto riguarda la parte ottenuta a stampo * i materiali devono essere idonei in quanto si deve operare con un grado di viscosit idoneo al metodo di colata * i disegni ed i colori che si possono realizzare sono pi limitati non potendo ovviamente con un metodo del genere ottenere dalla colata manufatti con sfumature, macchie o quadrettature iniezione o estrusione (da polveri o granuli). Il metodo simile a quello di colata con lintervento per di una notevole pressione per lo riempimento dello stampo. Il materiale plastico di base devessere idoneo allo scopo e raffreddare in tempi rapidi anche con lausilio di sistemi esterni. I pregi e i difetti sono simili a quelli evidenziati per colata aggravati da un costo dellimpianto notevole. Si riescono a realizzare normalmente poche montature per ogni ciclo in quanto la macchina deve essere in grado di controbilanciare la pressione di spinta dovuta alliniezione del materiale. Solo grandi serie di pezzi e materiali adatti a questo tipo di tecnologia rendono conveniente un tipo di tecnica di questo genere. Nei sistemi ad iniezione la sagoma della lente dima espulsa per curvatura del frontale, quando si apre lo stampo e la montatura ancora calda. I buoni iniettati sono fatti in stampi singoli, stampaggi a stella infatti necessiterebbero di pressioni molto elevate. Nel parlare della limitatezza dei colori e dei disegni tipica di questi ultimi due metodi di costruzione della montatura occorre accennare, come vedremo poi in seguito, che oggi i metodi di colorazione o comunque di modificazione del disegno di una montatura hanno raggiunto tecniche e possibilit tali da consentire, a partire da una montatura monocolore di ottenere poi manufatti finali dai disegni e dalle sfumature di colore davvero impensabili.

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2.9 Materie plastiche per montature Acetato di cellulosa Resina di tipo termoplastica: si ottiene a partire dalla fibra del legno o dai suoi scarti o dalle fibre residue del cotone (linters). Si tratta con acido acetico e successivamente polverizzato e reso in granuli. Poi con solventi, plastificanti e coloranti viene impastato. E la materia plastica di base per la costruzione di montature a partire da lastra; le lastre vengono ottenute in due modi: metodo a blocco: la materia plastica viene lavorata in fogli sottili che vengono poi sovrapposti fino a costituire lastre di spessore pari a quello della montatura. Componendo in vario modo i singoli fogli si possono ottenere infinite possibilit di colori e disegni. Le lastre devono essere poste poi in stagionatura per far evaporare gli emollienti e renderle stabili nel tempo. Il metodo consente di costruire anche piccole quantit di lastre, personalizzando molto il prodotto finale. metodo estruso: a partire dalle polveri di acetato o suoi composti o dai granuli si ottiene la massa di plastica allo stato molto pastoso. Questa viene fatta passare attraverso una specie di fessura e fatta scorrere su un nastro trasportatore che determina la lastra dello spessore e della dimensione finale. Il metodo consente di realizzare solo lastre monocolori o a strisce longitudinali e disegni limitati. Il sistema estruso molto economico per grandi quantit di lastre dello stesso tipo, colore e disegno. Qualit dellacetato: - buona resistenza meccanica generale - buone propriet antistatiche - buona dilatazione termica per il montaggio - ottima lavorabilit a caldo (sagomatura dei frontali, curvatura delle aste) - scarso invecchiamento se i plastificanti sono stabili - mantiene colorazioni e lucentezza - resistente allacqua ed agli acidi deboli - pu essere saldato con acetone - ad ogni riscaldamento e raffreddamento si possono introdurre nuove modifiche. Due sono gli inconvenienti pi evidenti: - nel tempo tende a deformarsi per leffetto memoria del materiale - pu invecchiare per effetto dellevaporazione dei plastificanti - le lastre possono essere pi costose rispetto a sistemi ad iniezione Aceto propionato e aceto butirrato di cellulosa E utilizzato per la fabbricazione di montature di minor pregio per iniezione a partire da granuli incolori a circa 205. Le montature possono poi essere colorate con varie tecniche ottenendo risultati simili allacetato da lastra. Le caratteristiche generali sono simili a quelle dellacetato. Il maggior inconveniente deriva da fatto che le montature riscaldate possono tendere a ritirarsi. Il metodo ad iniezione poi non consente la costruzione di montature di ogni colore, forma e disegno. Alcune particolari lavorazioni possono non essere possibili
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meccanicamente e devono quindi essere realizzate con parti lavorate successivamente o incollate. Nylon Resina di tipo termoplastico del gruppo delle resine ammidiche. Le montature in nylon sono ottenute per stampaggio ad iniezione a temperatura eleva ( 250) in stampi di alta finitura. Qualit del nylon: - praticamente infrangibile - molto flessibile ed elastico - resistente al calore (oltre 200) - molto leggero E usato per occhiali protettivi, sportivi, da sole e per montature normali in composti con altre resine plastiche. Il montaggio delle lenti deve avvenire a temperatura un po pi elevata, circa 75 / 80. Optyl Resina di tipo termoindurente del gruppo delle resine epossidiche. E sul mercato dal 1964, proveniente dalla tecnologia tedesca. Le montature sono ottenute per stampaggio in colata a stella o per iniezione. Qualit delloptyl: - grande resistenza e stabilit - molto elastiche e praticamente indeformabili - resistente agli agenti atmosferici - dermatofili - 1/3 pi leggere di quelle in acetato - resistono ad alte temperature (250 - 300) Non si possono saldare con solventi, ma solo incollare con collanti di tipo epossidico a due componenti, a caldo. Per il montaggio occorre superare gli 80, il raffreddamento fissa le eventuali modifiche ma per un effetto memory un nuovo riscaldamento oltre gli 80 fa ritornare la montatura alla forma originale. Fibra di carbonio Materiale di tipo termoplastico ottenuto a partire dalla grafite (polvere nera opaca). E plastificato in granuli con nylon o acetati ad alte temperature. Le montature si ottengono per iniezione ad elevata pressione a circa 280, generalmente in stampi singoli. E molto costosa la tecnologia di fabbricazione, gli stampi e le macchine per la temperatura di esercizio e la pressione elevata. Le montature sono sempre opache e vengono poi colorate, ma non possono essere trasparenti. Si costruiscono due tipi di montature con questo materiale: con carbonio dal 2 al 10%: materiale pi elastico, ma con minori qualit di resistenza e leggerezza. Le montature sono a cerchio chiuso come quelle in acetato.
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con carbonio fra il 10 e il 40%: materiale con migliori qualit di resistenza e leggerezza. Pi simile al metallo. Le montature sono a cerchio aperto come quelle in metallo con vite e controdado; i fori hanno bussole in teflon. Le aste sono spesso in metallo.

Qualit della fibra di carbonio: La fibra di carbonio un materiale ibrido che assomma alcune qualit delle montature in metallo con altre di quelle in materiale plastico in funzione della varie percentuali di carbonio: - buona resistenza meccanica anche con sezioni molto sottili - leggerezza e indeformabilit. Policarbonato E un polimero ottenuto per policondensazione a partire da fosgene (derivato da cloro ed ossido di carbonio) e difenolo (derivato dal benzene, idrocarburo ottenuto dal carbon fossile o dal petrolio). Ha elevato punto di fusione, 220 - 230. E una resina termoplastica. Presenta ottime propriet meccaniche di resistenza allurto, viene lavorato per iniezione ed usato in montature di sicurezza per lindustria.

2.10 I materiali metallici per montature La lavorazione di una montatura in metallo ovviamente molto diversa da quella in materiale plastico. Essenzialmente essa costruita a partire da un filo trafilato a forma di u di uno dei materiali base e successivamente piegato, saldato e lavorato fino ad ottenere la montatura finita. Il materiale deve quindi possedere qualit molto simili a quelle elencate per le materie plastiche, dovendo subire lavorazioni di piegatura, curvatura, imbutitura.. Tutti i manufatti sono poi successivamente trattati in superficie con rivestimenti e colorazioni di vario tipo. Sono solitamente usate le seguenti leghe: Alpacca: (argentata o argentone) E una lega di rame (50 60%) zinco (20% - 30%) - nichel (10% - 30%) peso specifico 8.7 gr./cm. 3 resistenza alla trazione 40 Kg./mm.2 limite di elasticit 20 Kg./mm.2 allungamento del 35% temperatura di fusione 1100 Presenta buone qualit meccaniche. E una lega molto usata come nucleo per i laminati, resiste bene agli agenti chimici, ma attaccata dagli acidi organici. Viene quindi laminata o protetta con vernici o con metalli nobili (oro, rodio, palladio) con procedimenti galvanici. Monel: lega di rame con nichel (28% - 30%) ferro (3/3,5%) e piccole quantit di manganese, carbonio e silicio.
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peso specifico 8.9 punto di fusione 1150 E molto resistente alla corrosione, ed ha propriet simili allalpacca. E usato anchesso come anima nei laminati. Blanka Zeta: lega di rame (60%) nichel (20 25%) zinco (15%) e piccole quantit di stagno Tutti questi materiali sono di buona saldabilit. Ottone: lega di rame e zinco. Si dividono in: Ottoni di I titolo con zinco al 37%; ben malleabili a freddo. Ottoni di II titolo con zinco dal 37 al 50%; hanno migliori qualit meccaniche, ma sono pi difficili da lavorare a freddo. Acciaio: del tipo inox, metallo fra i pi resistenti e inalterabili; e per di pi difficile lavorazione, colorazione, saldatura e trattamenti in genere peso specifico 7.8 resistente alla trazione 76 Kg./mm.2 limite di elasticit 21 Kg./mm.2 - allungamento 28% punto di fusione 1350 Titanio: ottimo materiale per leggerezza, inalterabilit, assolutamente anallergico e inattaccabile dagli agenti atmosferici. peso specifico 4.5, circa il 48% pi leggero di analoghe montature in altri metalli resistenza meccanica 50 Kg./mm.2 limite di elasticit 27.5 Kg./mm.2, circa il 20% superiore agli altri metalli allungamento 20% punto di fusione 1650 particolarmente difficili le saldature. In lega con platino, rodio, iridio, rutenio, tutti materiali ad alto punto di fusione (oltre i 1500 - 2000) viene utilizzato per montature pregiate. Pu essere placcato oro con un sottostrato di nichel o palladio. Alluminio La ricerca in questi ultimi anni di soluzioni oftalmiche sempre pi leggere ha portato allutilizzo anche dellalluminio e di alcune sue leghe. Esso infatti associa un costo relativamente basso ( uno dei materiali pi presenti in natura) a doti di lavorabilit e resistenza abbastanza buone per lelevata malleabilit e duttilit e resistenza alla corrosione. Peso specifico 2,7 ( il 40% minore di quello del titanio) punto di fusione 660 Resistenza meccanica da 9 a 20 Kg./mm.2 allungamento fra il 30 e il 40% E un metallo dal colore bianco-argenteo che si estrae dalla bauxite. Pu essere facilmente colorato o laccato in superficie.
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3 - Trattamenti superficiali sulle montature


2.1 Introduzione Come tutti i trattamenti superficiali anche quelli che vengono realizzati sulle montature di qualunque tipo possono avere due diverse funzioni: una funzione di protezione una funzione estetica di abbellimento, per dare colori e disegni che non si sono potuti realizzare in altro modo o rendere pi pregiata la montatura stessa attraverso rivestimenti con materiali preziosi Entrambi questi trattamenti possono essere realizzati sia sulle montature in materiali plastici che in quelle metalliche. 2.2 I trattamenti sulle montature in plastica Come gi accennato in precedenza i trattamenti superficiali sulle montature in materia plastica possono rispondere alle due funzioni di creazione di un particolare disegno o modello di colore e ad una funzione di protezione della montatura finita. Le montature finite potranno quindi essere colorate con vari metodi e laccate in superficie per una funzione protettiva. Colorazioni o creazioni di particolari disegni Le montature possono essere colorate: in bagno, attraverso limmersione delle varie parti in bagni di coloranti, generalmente a caldo a mano, attraverso smalti o vernici colorate, generalmente acriliche. Si possono usare sistemi a pennello, a siringa o speciali aerografi (in realt pistole a spruzzo) che consentono la verniciatura di una serie di montature sistemate su un apposito sostegno. Si possono usare vernici mono o bicomponenti, alcune di esse possono creare effetti speciali di tipo screziato durante lasciugatura. transfert paper o metodo delle lacche cinesi, la montatura viene avvolta o ricoperta con speciali carte colorate e messa in un forno. La sublimazione della vernice determina il trasferimento del disegno e del colore sulle parti della montatura trattata. Con questo metodo, di particolare semplicit possibile dare ad una montatura di colorazione uniforme disegni e associazioni di colore di moltissimi tipi, determinando a volte copiature perfette di montature ottenute con il sistema di fresatura da lastra. Laccature protettive Al termine di ogni procedimento di lavorazione o di colorazione le montature vengono lucidate e protette attraverso una verniciatura trasparente, chiamata laccatura. Tale trattamento pu avvenire in bagno o a spruzzo e come gi detto ha lo scopo di abbellire la montatura rendendola lucida o satinata o con effetti speciali e di proteggerla. E molto importante che tutte le vernici che vengono utilizzate siano assolutamente compatibili con lepidermide, evitando di determinare qualunque effetto di rilascio o di contaminazione con la pelle del portatore. Tutte le verniciature vengono poi cotte a forno a circa 180/200. 2.3 I trattamenti sulle montature in metallo Anche i trattamenti sulle montature in metallo rispondono alla logica generale di estetica e di protezione. Mentre possibile effettuare su queste montature tutti i trattamenti indicati
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nel capitolo precedente e cio le verniciature a spruzzo o il metodo di trasfert e le laccature finali di protezione, le montature in metallo hanno come trattamenti specifici tutti quelli che vengono effettuati utilizzando coperture con strati metallici. I due metodi usati sono: Placcatura: E un procedimento galvanico che deposita in superficie uno strato di materiale: unapplicazione di tipo fisico-chimico. La base uno dei metalli per montature. La placcatura eseguita sulla montatura finita per renderla esteticamente bella, resistente alla corrosione esterna ed al sudore. Le placcature si possono realizzare con diversi materiali e con strati che vanno da pochi micron a spessori pi consistenti. In generale, per ottenere ugualmente leffetto, ma contenere i costi si possono usare vari strati di metalli diversi, lasciando lultimo al materiale di abbellimento. I metalli utilizzati per questi trattamenti possono essere: metalli preziosi: oro con varie tinte in funzione del titolo, palladio, bianco metallico, usato anche come sottostrato delloro cromo, nichel, come sottostrato se poi ricoperto con materiali che non ne consentono la cessione rodio, bianco brillante rutenio, grigio chiaro Questi ultimi due materiali hanno altissima durezza, ma mancano di flessibilit. I vantaggi dei trattamenti di placcatura possono essere cos delineati: - protezione di tutto locchiale, compreso le parti tagliate, lavorate e saldate - la bont del trattamento dipende per dalla qualit e quantit del materiale depositato che dipende dal tempo e dalla concentrazione del materiale nel bagno galvanico. - le montature si possono poi verniciare o brillantare con lacche di protezione. I difetti possono essere: - i depositi, a volte, sono porosi e nel tempo pu essere intaccata la base della montatura - il rivestimento insufficientemente duttile, a volte il materiale in successive lavorazioni (deformazioni) si crepa. Ci pu avvenire anche per luso. I rivestimenti se non stato ben preparato il metallo di base si stacca; il sudore che acido (pH 4/6.5) attacca rapidamente il materiale, si possono verificare anche delle dermatosi per il contatto diretto col materiale di base. E molto difficile riconoscere la qualit e quantit dei depositi. Ci si ottiene o con strumenti a raggi X o con esami metallografici (che sono per distruttivi). Laminatura: Lanima grezza del materiale (alpacca, monel ) rivestita con procedimenti meccanici con una lamina doro di vario spessore. Il procedimento una brasatura (saldatura a pressione e temperatura molto elevata). La montatura poi costruita a partire dal filo gi ricoperto; occorre fare molta attenzione alle varie lavorazioni per non rovinare loro, gli attrezzi devono essere perfetti per non lasciare traccia. Le saldature sono fatte con leghe ad alto titolo doro. E evidente che il sistema di laminatura permette di costruire montature di alto pregio, ma di costo elevato, mentre il metodo di placcatura, consentendo la realizzazione anche di
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strati superficiali sottilissimi (flash di oro) ha il vantaggio di costruire montature dorate, ma di basso costo. I vantaggi del metodo di laminazione, fermo restando appunto la grande differenza di costo fra i due metodi possono essere cos delineati: - una grande protezione e resistenza ad ogni evento, quali lossidazione e la corrosione dovuta al sudore ed agli agenti atmosferici. - grande resistenza allabrasione. I difetti sono in gran parte dovuti alle maggiori attenzioni e difficolt da prestare durante tutto il ciclo di lavorazione: - le parti lavorate, tagliate, gli angoli e le saldature non sono protette, occorrono grandi precauzioni nella lavorazione. - la lavorazione che segue la brasatura provoca delle differenze nello spessore del rivestimento. Gli angoli risultano con meno oro e sono i punti pi delicati e soggetti ad usura. Le montature alla fine sono levigate e anche questa operazione ha unusura maggiore negli angoli. 2.4 Titolo e siglatura nelle montature Le leghe doro sia per le placcature che per le laminature sono cos indicate: * 24 Kt. = 1000/1000 di colore giallo * 22 Kt. = 916/1000 di colore rosa * 18 Kt. = 750/1000 di colore rosa/giallo * 14 Kt. = 585/1000 di colore rosa/rosso * 12 Kt. = 500/1000 di colore rosa/rosso * 8 Kt. = 333/1000 di colore rosa/rosso Il titolo dei metalli preziosi indicato dai carati per loro e dalla marcatura 800/1000 o 925/1000 per largento o 950/1000 per il platino. Viene poi valutato lo spessore dello strato depositato: si usano i seguenti spessori siglati: 1/5 ; 1/10 ; 1/20 ; 1/25 ; 1/50 ; 1/100 che in funzione del titolo doro rappresenteranno: a 12 Kt. (500/1000); 100/1000; 50/1000; 25/1000; 20/1000; 10/1000; 5/1000 a 18 Kt. (750/1000); 150/1000; 75/1000; 37.5/1000; 30/1000; 15/1000; 7.5/1000. Le montature sono quindi siglate: 1/5 a 12 Kt. oppure 100/1000 a 12 Kt. che vuol dire che 1/10 del peso totale della montatura oro a 24 Kt. Se la montatura pesa ad es. 25 gr. ci sono 2.5 gr. doro puro. Appare quindi ovvio che, parlando di metalli preziosi, importante sia il titolo che lo spessore dello strato. Secondo un metodo empirico si pu affermare che: ** 3/1000 = 0.5 micron di spessore doro su tutta la montatura ** 5/1000 = 0.8 1 micron di spessore doro su tutta la montatura ** 10/1000 = 1.6 2 micron di spessore doro su tutta la montatura ** 20/1000 = 3.2 4 micron di spessore doro su tutta la montatura Si possono ottenere spessori da un minimo di mezzo micron (flash) a parecchi micron. Unottima montatura pu essere fatta con uno spessore 20/1000 a 14 Kt. Se si usano trattamenti di sottostrato, quali al palladio e nichel (3 micron), lo strato doro pu essere ridotto a solo di 1 micron.
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