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V° INCONTRO
ARTO INFERIORE
14 Settembre 2013
C.M.O. Centro di Medicina Osteopatica
• Tutte le catene muscolari, attraverso le quali si
esplica la motricità dell’intero organismo,
passano attraverso la mandibola e finiscono a
livello dei piedi. E’ intuibile che un
cambiamento di posizione mandibolare o una
asimmetria di funzione possa in qualche modo
avere un effetto sull’appoggio plantare. Non
possiamo conoscere a priori l’entità di tale
effetto senza una valutazione corretta di tutto
il sistema mio-fasciale
La strada attraverso la quale il
cervello organizza le sue
risposte è quella che vede
l’impegno delle catene
muscolari.
LE CATENE MUSCOLARI
• Rappresentano
circuiti in
continuità di
direzione e di
piano attraverso
i quali si
propagano le
forze
organizzatrici del
corpo.
TRE LEGGI
• EQUILIBRIO
mantenimento dell’omeostasi fisiologica.
• ECONOMIA
Senza eccessivo dispendio energetico
• CONFORT
Assenza di dolore
LE CATENE MUSCOLARI
• La buona
coordinazione
dell’organizzazione
generale passa
attraverso le fasce
CATENE MUSCOLARI
TRATTAMENTO DELLE FASCE
UNITA’ FUNZIONALI DEL CORPO
• CEFALICA: testa e collo
• TRONCO: torace e addome
• ARTI: una unità per ogni arto e per la
mandibola.
• Ogni unità funzionale ha la stessa
organizzazione basata su un sistema
miotensivo diretto e uno crociato
PRINCIPI DI TRATTAMENTO
• AUTONOMIA DELLE UNITA’
FUNZIONALI
• INTERDIPENDENZA DELLE
GUAINE FASCIALI
• RAPPORTI DI CONTINUITA’ E
CONTIGUITA’.
CATENE STATICHE
CATENA
STATICA
MUSCOLO-
SCHELETRI
CA
CATENA STATICA NEURO-MENINGEA
CATENA STATICA VISCERALE
CATENE MUSCOLARI DINAMICHE
F E
L S
E T
S E
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N O
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E
CATENE MUSCOLARI DINAMICHE
A C
P H
E I
R U
T S
U U
R R
A A
BACINO
• La cintura pelvica, composta dai due iliaci e
dal sacro, deve rispondere alle funzioni
statiche e dinamiche. Per la statica c’è bisogno
di una buona coesione dei tre elementi che la
compongono. Per la dinamica la cintura
pelvica deve avere una mobilità d’insieme e
allo stesso tempo una deformabilità possibile
tra i tre elementi, al fine di potersi adattare
agli sforzi asimmetrici.
• Le ali iliache diventano bracci di leva
importanti per le catene muscolari del tronco
ma anche per quelle degli AAII. La mobilità
iliaca condiziona la statica e la dinamica degli
arti inferiori.
• Le ossa iliache si articolano con il femore, il
sacro e tra di loro a livello della sinfisi pubica,
e hanno principalmente due direzioni di
mobilità:
• -Anteriorità – Posteriorità
• -Apertura – Chiusura
• Sacro-Iliaca, Sinfisi Pubica e Coxo-Femorale
devono lavorare sinergicamente e
armonicamente nei movimenti degli arti
inferiori.
LA MOBILITA’ ANTERO-POSTERIORE
DELL’ILIACO
La posteriorità
L’anteriorità iliaca
iliaca è il
è il movimento di
movimento di
rotazione
rotazione
anteriore
posteriore dell’osso
dell’osso iliaco sul
iliaco sul femore,
femore, con la
con la SIAS che si
SIAS che si dirige
dirige in alto-
in avanti-basso
indietro (Fig. 17).
(Fig. 16).
La posteriorità
L’anteriorità
bilaterale provoca
bilaterale provoca
una retroversione
una antiversione
del bacino.
del bacino
Un iliaco in anteriorità associato a un iliaco in
posteriorità provoca la torsione del bacino
• E’ la rotazione posteriore
contemporanea delle due ali iliache
sulle coxo-femorali. Il soggetto in
questo movimento iperprogramma le
coppie muscolari Retto dell’Addome –
Ischiocrurali, che appartengono alle
catene di Flessione (rispettivamente
del tronco e degli arti inferiori). La
posteriorità iliaca e la retroversione si
collocano in un movimento globale di
flessione (Fig. 32), ed hanno come
conseguenza:
• Appiattimento della lordosi lombare
• Flexum del ginocchio
• Accentuazione del flexum di
ginocchio nel TFE
TFE
• Analizza:
• - Articolazione Sacro-Iliaca
• - Ischio-crurali
• - Quadrato dei lombi
• Osservare:
• Pollici montanti
• Dinamica lombare
• Dinamica del ginocchio e
piede
TFE
• Evidenzia la mobilità
articolare sacro-iliaca. Per
prima si flette la lombare che
trascina il sacro, seguito dalla
flessione dell’anca e
rotazione anteriore
dell’iliaco. Se la SI non è
libera, il sacro trascinerà
l’iliaco verso l’alto spostando
in alto la sips rispetto alla
controlaterale. Solo con un
TFE nettamente positivo si
dovrà trattare la SI in modo
analitico.
TFE negativo
• Il sg può toccare i piedi senza che la statica
delle ginocchia o della volta plantare venga
modificata
TFE positivo per ischio-crurali,
Q.lombi. o entrambi
• 1) Appiattimento rachide lombare o mantenimento
della lordosi
• 2) Statica del ginocchio modificata (Flessione + varo o
valgo, associati a rotazioni
• 3) Statica della volta plantare modificata
• - piede in inversione appiattendo apparentemente la
volta plantare (RI tibia)
• - piede in eversione con parvenza di piede cavo (RE
tibia)
• 4) Statica di rachide lombare, piede , ginocchio
modificate (osservare asse delle dita)
TFE=0 SIMMETRICO
Tendenza al flexum del Tendenza al recurvatum
ginocchio: del ginocchio:
- Retroversione bacino - Antiversione bacino
- Iliaci post bilaterali - Iliaci ant bilaterali
- CF sovraprogrammate - CE sovraprogrammate
TFE=0 ASIMMETRICO
(sips asimmetriche ma con la stessa mobilità)
• Osservare le ginocchia, • Non essendo positivo il
una sarà in F e una in E, TFE questa torsione non
indice di torsione del è di origine articolare
bacino. ma spesso dovuta a una
• Completare col test di CE sovraprogrammata
posizionamento del dal lato dell’iliaco
bacino e di lunghezza anteriore
degli aa ii
TFE
• le tensioni concentriche degli
ischiocrurali imporranno al
soggetto un flexum di ginocchio.
• In un’altra categoria di pazienti si
ritrovano delle tensioni posteriori
nel TFE, ma associate a un
recurvatum di ginocchio . In
questo caso i muscoli dominanti
sono della CDE, Quadrato dei
Lombi e Retto Femorale, che sono
in tensione concentrica; al
contrario gli ischiocrurali sono in
tensione eccentrica. Per risolvere
le tensioni posteriori si dovranno
trattare eccentricamente le
catene di estensione.
TFE +
una sips sale più velocemente e più in alto della
controlaterale
• Indice di perdita di
mobilità a livello sacro-
iliaco dal lato della
positività.
• I tests di
posizionamento
preciseranno se l’iliaco
è in anteriorità o
posteriorità.
• Il TFE non è un test specifico per l’A-C ma
evidenzia una compressione della SI quando
presente. L’osservazione delle ginocchia e
piedi è importante perché la loro statica
dipende dalla programmazione delle catene
muscolari.
Tests di posizione
TORSIONE DEL BACINO
TORSIONE E ADATTAMENTO DEL
SACRO
Creazione
di un asse
obliquo
intorno al
quale il
sacro
subisce
una
torsione
intra-
ossea.
TORSIONE E COMPENSO LOMBARE
• Inizialmente questo
atteggiamento provoca una
disuguaglianza delle due
creste iliache ma non degli arti
inferiori. L’atteggiamento
lombare in side-bending e
rotazione è coerente con le
coppie muscolari che
influenzano i movimenti iliaci:
quadrato dei lombi e retto
femorale a sx (concavità
lombare sinistra), retto
dell’addome e ischiocrurali a
dx (rettilineizzazione lombare
destra).
TORSIONE E COMPENSO LOMBARE
• quadrato dei lombi e
retto femorale a sx
(concavità lombare
sinistra), retto
dell’addome e
ischiocrurali a dx
(rettilineizzazione
lombare destra).
TORSIONE E ARTI INFERIORI
• ILIACO ANT: • La torsione avviene al di
• - cresta +alta sopra della coxo-femorale,
• - Sias + bassa quindi le teste femorali
sono alla stessa altezza.
• - pube + basso
• In piedi l’iliaco ant non
• - Concavità lombare omolat. allunga l’arto inf.
• - sacro inclinato • Distesi il cotile si sposta in
controlateralmente basso-dietro e si osserva un
allungamento
compensatorio dell’arto inf.
– non c’è più il punto di
resistenza a livello della
testa femorale.
APERTURA /CHIUSURA DEL BACINO
APERTURA BACINO
• Questo movimento si effettua
su due articolazioni ,sacro-
iliaca e sinfisi pubica, lungo un
asse che le unisce e che quindi
partendo dal pube si dirige
indietro, in alto e all’esterno.
• Conseguenze: - la cresta iliaca
all’esterno, in avanti-basso,
• - la branca ischio-pubica
all’interno, indietro e in alto;
• - il sacro durante l’apertura
degli iliaci si verticalizza .
• In questo movimento di apertura la
cavità cotiloidea si sposta:
• 1) Verso l’interno: la testa femorale si
avvicina alla linea mediana, per cui la
diafisi femorale si verticalizza ; l’arto
inferiore si modifica nel senso di un
allungamento e di una diminuzione
del valgismo del ginocchio.
F E
L S
E T
S E
S N
I S
O I
N O
E N
E
CATENA DI FLESSIONE
• E’ la continuazione della CRA del tronco . Essa determina:
• - Lo stato generale di Flessione dell’arto inferiore
• - La Flessione dell’Iliaco (Posteriorità) attraverso Retto
dell’Addome, Iliaco e Semimembranoso
• - La Flessione dell’anca, tramite Ileopsoas e Otturatori
• - La Flessione del Ginocchio con Semimembranoso e Popliteo
• - La Flessione Dorsale della Caviglia attraverso l’Estensore
Lungo delle Dita
• - La Flessione della Volta Plantare e delle Dita tramite
Lombricali, Quadrato del piede, Flessore Breve dell’Alluce e
Flessore Breve del V dito.
autopostura
Catena di apertura
gemello int, tibiale post, flessore lungo delle dita, flessore lungo
dell’alluce,
CATENA DI CHIUSURA
• E’ la continuazione della CCA del tronco, anch’essa
catena di chiusura (Fig. 259). Determina:
• -La chiusura globale dell’arto inferiore, che risulta in
un accorciamento.
• -La chiusura dell’iliaco, l’adduzione e la rotazione
interna del femore a opera di Obliquo Interno,
Grande Adduttore, Medio Adduttore, Piccolo
Adduttore, Pettineo.
• -La rotazione interna della tibia, attraverso il
Gracile, il Vasto Mediale e il Semitendinoso.
• -Il Valgo di ginocchio e Calcagno, grazie al
Gastrocnemio Laterale.
• -La pronazione del piede, con Alluce Valgo, per via
di Peronei, Abduttore del V e Abduttore dell’Alluce.
• La catena di chiusura, in continuità con la CCA del
tronco, origina nella loggia interna della coscia
(adduttori) per dirigersi in basso-esterno fino ad
arrivare al ginocchio. Qui attraversa la rotula per
dirigersi sul versante esterno e si continua in basso
con i Peronei e il Gastrocnemio laterale. Arrivata al
bordo esterno del piede passa sotto al cuboide e
termina alla base del primo metatarso.
CATENA DI CHIUSURA
• Una ipervalorizzazione della CDC (Fig. 264) avrà la tendenza a
creare la chiusura iliaca, RI e adduzione dell’anca, Valgo del
ginocchio, Sub-lussazioni rotulee, Valgo del calcagno,
Pronazione del piede e delle dita, Alluce valgo.
• - COXARTROSI: La chiusura iliaca, associata all’adduzione e
alla rotazione interna dell’anca, è uno degli schemi funzionali
più favorevoli all’artrosi. Gli adattamenti statici portati avanti
dalle catene muscolari favoriscono il crearsi di zone di
iperpressione articolare e, col passare del tempo, di artrosi.
La coxartrosi è infatti più frequente nelle donne, visto che i
numerosi problemi addomino-pelvici modificano
profondamente la programmazione tonica delle catene
muscolari, in particolare di quella di chiusura. Un'altra
categoria di soggetti con artrosi d’anca sono gli uomini di 40-
45 anni, sportivi, in cui il trofismo muscolare diventa una
fonte di compressione articolare a livello di anca e ginocchio.
• -VALGO DEL GINOCCHIO – SUBLUSSAZIONE DELLA ROTULA: Il
valgo del ginocchio provoca un disallineamento del percorso
del retto femorale (Fig. 265), tra la sua inserzione superiore
iliaca e quella distale tibiale. In questa statica la rotula viene
tirata costantemente verso l’esterno (Figg. 266-267-268); in
questa situazione nel bambino la parte mediale della rotula
sarà ipoplasica mentre la parte laterale tenderà a sublussarsi
verso l’esterno. Il Vasto Mediale ha un’azione di ricentraggio
sulla rotula, ma sarà costretto a lavorare in modo costante,
andando incontro ad atrofia per eccesso di lavoro. Questo
muscolo sarà debole non per insufficienza, ma per
sovraffaticamento. Il trattamento della sublussazione rotulea
è facilmente portato avanti con le catene muscolari: non si
deve rinforzare, ma ristabilire l’equilibrio delle tensioni a
livello del ginocchio. Il trattamento con le catene muscolari
dovrà riequilibrare bacino, ginocchio e volta plantare.
CATENE DI CHIUSURA
CATENA DI CHIUSURA
• - PIEDE VERSO L’INTERNO – ALLUCE VALGO: Con il
soggetto in statica eretta, il piede appoggia sull’arco
interno per via del valgismo del calcagno. La
rotazione interna della tibia e del perone orienta
l’astragalo all’interno e abbassa il bordo interno del
piede. A livello delle dita possiamo avere l’alluce
valgo; se abbiamo anche una iperprogrammazione
delle CDE o CDF potremo avere tutte le dita in
valgo, ossia le dita a colpo di vento. 92
• N.B: La catena di chiusura provoca il ripiegamento e
l’accorciamento dell’arto inferiore. Per poter
esprimere tutta la libertà di movimento dell’arto
inferiore, la CDC deve essere programmata con la
CDE o con la CDF:
• - La CDC associata alla catena di flessione provoca il
Valgo del Ginocchio; rotule all’interno (AI in R.
interna) associate a flexum.
• - La CDC associata alla catena di estensione provoca
il Falso Varo del Ginocchio; al recurvatum si
aggiunge la rotazione interna dell’AI per dare un
apparente varismo con le rotule e i piedi che
guardano in dentro invece che in fuori.
•
CATENA DI CHIUSURA
• INFLUENZE VISCERALI SULLA CATENA DI
CHIUSURA:
• Sarà il ripiegamento viscerale a programmare la
catena di chiusura, in due situazioni:
• - Quando il soggetto possiede già una statica basata
sulla CDE quando si presenta il problema viscerale.
In questo caso non potrà attivare sufficientemente
la CDF, in genere associata al ripiegamento. La
compensazione viscerale verrà allora compiuta
utilizzando la catena di chiusura al posto di quella di
flessione. L’associazione della CDE con la CDC
provocherà un falso varo alle ginocchia (Foto 32-
33).
• - Quando il soggetto possiede già una statica in
flessione, ma questa non è sufficiente a gestire il
problema viscerale. Naturale è allora l’associazione
alla CDF della CD Chiusura. L’associazione di queste
due catene si traduce in un valgo di ginocchio (Foto
35).
VARIANTE
CATENA DI CHIUSURA
ginocchio
• Complementarietà delle
Catene di Apertura-
Chiusura
• Assicurano l’equilibrio
sul piano frontale. Se
una delle due catene è
dominante avremo un
segno articolare in Varo
o in Valgo .
• Complementarietà di tutte le Catene dell’arto
inferiore: Catena di Flessione
• Le catene di flessione, estensione, apertura e
chiusura assicurano l’equilibrio dell’arto inferiore
nei tre piani dello spazio, aiutate dalla catena statica
laterale che offre dei punti di fissità.
• Se una delle due catene antagoniste prevale
sull’altra avremo un segno in flexum, recurvatum,
valgo o varo. Il ginocchio, essendo un’articolazione
intermedia, è in grado di mettere bene in risalto
questa iperprogrammazione.
• Se due catene prevalgono sulle due catene
antagoniste si sommeranno i compensi:
• - Catena di Flessione e Catena di Apertura
provocano il Varo del ginocchio ,
• - Catena di Flessione e Catena di Chiusura
provocano il Valgo del ginocchio ,
• - Catena di Estensione e Catena di Apertura
provocano il Falso Valgo del ginocchio , Catena di Estensione
• - Catena di Estensione e Catena di Chiusura
provocano il Falso Varo del ginocchio .
GINOCCHIO VARO - VERO
• FEMORE E TIBIA IN RE
• POSTURA DI CORREZIONE
• 1. F ginocchia
• 2. leggera RI
• 3. E del ginocchio
cercandone
l’allineamento
VARO CON FEMORE IN RE E TIBIA IN RI
• Dalla posizione di
partenza si chiede al pz
avvicinare le ginocchia
con ADD + E
GINOCCHIO VALGO VERO
flessione + chiusura
• FEMORE E TIBIA IN RI
GINOCCHIO VALGO VERO
CORREZIONE
• 1. F ginocchia
• 2. RE
• 3. E ginocchio
mantenendo in asse la
rotula (quindi la RE)
GINOCCHIO FALSO VARO
1. F ginocchia (si va verso il valgo)
2. RE
3. E ginocchio controllata, senza andare
in iperestensione
GINOCCHIO FALSO VALGO
• 1. flessione ginocchia
• 2. RI
• 3. E ginocchio
mantenendo l’asse
PIEDE
• La programmazione delle catene muscolari può
variare in seguito alle posizioni di lavoro, alla pratica
di sport, in seguito a un trauma che necessita di una
statica antalgica, in seguito a problemi viscerali.
• L’ala iliaca, in rapporto al problema viscerale, agisce
sull’anteriorità-posteriorità, al fine di soddisfare lo
schema di sviluppo o di ripiegamento necessario
alla creazione del comfort contenente-contenuto. E’
uno schema Viscero-centrico, in cui il compenso si
realizza intorno al viscere problematico facendo
adattare a esso le strutture circostanti. La
compensazione del bacino non sarà stereotipata ma
specifica in base al problema viscerale.